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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Aprile 2009
 
   
  CARNE BOVINA SETTORE STRATEGICO – UN PIANO DELLA REGIONE VENETO PER CONSOLIDARE ANCHE LE AZIENDE CON CONTRATTO DI SOCCIDA

 
   
  Venezia - Il Veneto, maggiore produttore nazionale di vitelloni da carne in un Paese che importa oltre il 55 per cento del prodotto destinato al consumo, intende consolidare il suo sistema produttivo con un piano che punta a sostenere e consolidare anche le aziende che operano con contratto di soccida. “In questo modo – ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato – vogliamo dare una sufficiente capacità di investimento di questo genere di impresa agricolo zootecnica, tale da consentire l’adozione di modelli produttivi e di sistemi di allevamento capaci di migliorare ulteriormente i già alti standard qualitativi (fattore strategico della valorizzazione del prodotto stesso), di ottimizzare i costi di produzione e di rispondere alle esigenze di tutela ambientale e salvaguardia del territorio anche in relazione alla applicazione delle norme sulle deiezioni zootecniche”. Il Programma di Sviluppo Rurale ha già dato il via a finanziamenti per sostenere Progetti Integrati di Filiera (Pif) anche nel settore della carne bovina mentre, con il “Programma straordinario di intervento per l’attuazione della direttiva nitrati in Veneto”, sono state previste azioni rivolte all’adeguamento delle strutture di allevamento, all’introduzione di pratiche e tecnologie pulite, alla produzione di energia da reflui zootecnici e al decongestionamento delle aree a più alta densità zootecnica. “Il tutto – ha fatto presente Manzato – è finalizzato a dare alle aziende interessate la capacità reddituale che permetta loro di continuare a operare sul mercato”. Tale capacità è integrata anche da risorse di origine comunitaria attraverso l’erogazione dei cosiddetti premi Pac, la cui entità è legata alla media dei premi ottenuti dall’azienda in un triennio di riferimento (generalmente individuato tra il 2000 ed il 2002). Le aziende che in tale periodo erano interessate da contratti di soccida si trovano da questo punto di vista penalizzate. La soccida è infatti una forma “spinta” di d’integrazione di filiera, dove due soggetti distinti concorrono all’attività produttiva: uno è il proprietario degli animali, l’altro (l’impresa più propriamente agricola) li alleva per suo conto. In questo caso i premi Pac sono stati finora divisi al 50 per cento tra soccidante e soccidario, diminuendo cos’ì la possibilità di investimento di entrambe. Il Piano regionale punta perciò ad intervenire nell’adeguamento di quella parte del reddito aziendale che origina dagli aiuti comunitari, che in questo caso risultano dimezzati. .  
   
 

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