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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Aprile 2009
 
   
  IL SEGNO DI GOYA OTTANTA CAPOLAVORI INCISI A CAVA DE’TIRRENI DAL 19 APRILE AL 6 SETTEMBRE 2009

 
   
  Cava De’Tirreni, 16 aprile 2009 - Dal 19 aprile al 6 settembre una mostra di rara qualità e di straordinaria intensità inaugurerà la stagione espositiva 2009 dello spazio Galleria Civica d’Arte, promossa dal Comune di Cava de’ Tirreni e dalla Provincia di Salerno. L’esposizione Il segno di Goya. Ottanta capolavori incisi, realizzata in collaborazione con Alef – cultural project management, propone ottanta opere appartenenti al ciclo denominato “I disastri della Guerra” e testimonia la maestria della tecnica incisoria dell´artista spagnolo che, ultrasessantenne, si adoperò per recuperare quante più lastre di rame gli fosse possibile, per dar voce alla convinzione che la guerra sia unicamente l’epilogo della follia umana. “Los Desastres de la Guerra” non sono dunque solo la semplice reazione di un artista che interpretò il suo tempo per restituire una lettura degli avvenimenti che agli inizi del 1800 scossero l’intero assetto politico europeo, quanto una narrazione della sua terra, la Spagna, e - in chiave universale - della natura umana, della pura violenza e sopraffazione che guerra e politica riversano sulla popolazione civile, calata nel ruolo di vittima della storia e di una morte feroce e priva di senso. Ll fantastico e il deforme, cifra stilistica personale di Goya destinata a condizionare molta parte dell’arte successiva, si appoggiano in questo ciclo a una base storica precisa, un evento che scosse la Spagna, trattato in maniera non cronachistica, ma impostato su soluzioni figurative potentemente evocative. L’invasione della Spagna ad opera delle truppe napoleoniche nel 1807 fu l’inizio di un lungo avvicendarsi di affanni e disastri come la sanguinaria ribellione della nativa Saragozza nel 1808 o la carestia a Madrid del 1810-11, per culminare nel regime di monarchia assoluta e oscurantista instaurato da Ferdinando Vii, salito al trono dopo la liberazione dagli invasori. L’itinerario espositivo costituisce un’occasione unica per ammirare una delle vette della produzione grafica di Goya, abile nel fondere in uno stile assolutamente originale libertà espressiva, fantasia e adesione alla realtà. A ospitare la mostra, la “Galleria Civica d’Arte”, ideata dal Comune di Cava de’Tirreni con l’obiettivo di dotare la “città dei portici” di uno spazio espositivo di grande prestigio, moderno e attrezzato, in grado di poter ospitare mostre e rassegne d’arte di livello nazionale e internazionale. Il 14 dicembre 2008 la Galleria Civica d’Arte ha aperto i battenti, dopo importanti lavori di ristrutturazione e di realizzazione di adeguata impiantistica. L’installazione di sofisticati sistemi di climatizzazione, deumidificazione, allarme e videosorveglianza, fa sì che la struttura cavese sia tra gli spazi espositivi più all’avanguardia nel Sud–italia. E’ situata all’interno del Monumentale Complesso di Santa Maria del Rifugio, una suggestiva struttura cinquecentesca completamente restaurata, che vanta una fortunata posizione nella splendida cornice di Piazza San Francesco. << L’esposizione delle ottanta opere incise di un grande maestro quale Francisco Goya, che il Comune di Cava de’Tirreni si fregia di ospitare e mettere in mostra nelle sale della neonata Galleria Civica d’Arte, porta all’attenzione una delle opere più tormentate e sentite dell’artista>>, afferma Luigi Gravagnuolo, Sindaco di Cava de’Tirreni. <<I “Disastri della guerra” rappresentano per l’artista spagnolo un vero e proprio testamento di disperazione, una presa d’atto delle sanguinose conseguenze degli eventi storici e la consapevolezza che l’arte può esserne testimone>>. <<Con uno speciale viaggio alla scoperta delle radici fantastiche e caricaturali dell’arte moderna, inauguriamo l’attività della Galleria Civica d’Arte di Cava de’Tirreni>>, afferma Gianpio De Rosa, Assessore alla Qualità della Cultura e degli Spettacoli. <<E lo facciamo proponendo ottanta capolavori di Francisco Goya, appartenenti al ciclo denominato “Los Desastres de la Guerra”. Fogli bellissimi, realizzati con raffinate tecniche incisorie che testimoniano la maestria dell’artista spagnolo, per dar voce alla convinzione che la guerra sia unicamente l’epilogo della follia umana>>. Cava de’ Tirreni è un’antica e storica città, la porta della Costiera amalfitana, distante soltanto 42 Km da Napoli, 7 Km da Salerno, 24 Km da Amalfi, 21 Km da Pompei. I suoi primi abitanti furono i Tirreni, tribù nomade etrusca. In epoca romana fu luogo rinomato di villeggiatura prescelto dalla nobiltà di Roma. Fu poi abitata dai Longobardi. Nel 1011 fu fondata l’Abbazia benedettina della Ss. Trinità. Nel Xiv e Xv secolo si sviluppò il Borgo Scacciaventi, pregevole esempio di centro commerciale naturale, caratterizzato da una via fiancheggiata da portici e da storici palazzi porticati. Meta di turisti e viaggiatori, fu scelta dai pittori napoletani dell’Ottocento per le amene vedute e per i panorami ricchi di verde. Dal Xviii secolo e fino ai primi del Xx secolo Cava de’Tirreni fu meta obbligata di un grande flusso di viaggiatori che diedero vita al Grand Tour. Cava de’Tirreni é luogo di turismo selezionato: offre cultura, storia, architettura, arte, ambiente, boschi ameni e verdeggianti colline, escursioni e itinerari tra la montagna e il mare. A testimonianza della vivacità culturale del territorio, contestualmente all´iniziativa di Cava verrà inaugurata, dopo un importante recupero, la storica Villa De Ruggiero a Nocera Superiore, nuovo plesso entrato a far parte della grande famiglia dei musei della Provincia di Salerno, destinato ad accogliere una prestigiosa raccolta di arti applicate. Nota biografica su Francisco Goya, uno dei maggiori pittori spagnoli di tutti i tempi, nasce nel 1746 in un povero borgo nei pressi di Saragozza da un artigiano e da una piccola proprietaria terriera di nobile famiglia. Dall´età di quattordici anni a Saragozza, Goya frequenta come apprendista lo studio del pittore José Luzán y Martínez dove studia la tecnica del disegno. Trasferitosi a Madrid nel 1763 conduce una vita sregolata, tentando più volte senza successo il concorso indetto dall’Accademia di Belle Arti di San Fernando per l´assegnazione di una borsa di studio. Lì viene a contatto con pittori di pura tradizione spagnola, di tipo barocco, e con ambienti accademici che perseguono i principi neoclassici. Nel 1770 Goya intraprende un viaggio in Italia per studiare i maestri dell´antichità classica e rinascimentale. Tornato a Madrid gli viene affidata una serie di quarantatre cartoni per la manifattura di arazzi di Santa Barbara (oggi al Museo del Prado), caratterizzati da un fresco naturalismo e da luminosità e tonalità schiarite, che testimoniano la sua conoscenza della pittura francese. Tra il 1780 e il 1800 svolge un’intensa attività come ritrattista di personaggi dell’alta società spagnola, e nel 1780 diventa membro dell’Accademia di San Ferdinando a Madrid, di cui sarà direttore nel 1785. In questo periodo viene colpito da una malattia, che lo rende progressivamente sordo, Nel 1789 viene nominato primo pittore della camera del Re “pintor de camara del rey”. Nonostante la dipendenza dal monarca, l’enorme prestigio di cui godeva lo ripara dagli intrighi di corte e gli permette di conquistarsi un’assoluta autonomia di azione e di giudizio, tanto che maturerà una sempre più netta avversione per l’ottusa politica del sovrano. A poco a poco l’artista comincia a mostrare il suo interesse quasi morboso per criminali, scene violente, ingiustizie sociali: inizia così ad emergere il lato oscuro di Goya. Un aspetto che si manifesterà pienamente più tardi nella serie di incisioni dei “Disastri della Guerra” e dei “Capricci” in cui emerge come l´interesse di Goya per il mondo magico e stregonesco nasca da un forte spirito critico sia verso le superstizioni popolari sia verso l´ipocrisia dell´aristocrazia e del clero di quell´epoca tormentata, fatto che emerge chiaramente dalla lettura dei manoscritti dello stesso Goya. Per sottoporsi a cure termali, l´artista si reca a Bordeaux, dove, nonostante l´aggravarsi del suo stato di salute e la sua segreta e silenziosa angoscia, continua a dipingere senza commissione, per sé e per gli amici spagnoli fuggiti, come lui, alle persecuzioni borboniche. Nel 1828 la malattia peggiora al punto da paralizzarlo e, infine, essergli fatale. .  
   
 

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