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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Aprile 2009
 
   
  AL TEATRO ARCIMBOLDI MÉTAMORPHOSES FLAMAND CAMPANAS

 
   
  Milano, 20 aprile 2009 - Il Ballet National de Marseille, diretto dallo straordinario coreografo Frédéric Flamand, presenta Metamorphoses, con i fratelli brasiliani Humberto e Fernando Campana nel ruolo di scenografi e costumisti. Dopo le sue numerose collaborazioni con architetti di fama (Diller+sconfido, Jean Nouvel, Thom Mayne, Zaha Hadid, Dominique Perrault), Frédéric Flamand comincia a mettere alla prova il Ballet National de Marseille e i suoi ballerini sul terreno del design, permettendo ai fratelli Humberto e Fernando Campana, di origini brasiliane, di firmare la loro prima scenografia e i loro primi costumi. Le loro forme ibride, l’esaltazione dei materiali poveri e riciclati hanno definito un nuovo concetto di design che li ha resi celebri nel mondo intero. Flamand trova in loro gli interlocutori ideali per affrontare il tema della metamorfosi, ispirato alla monumentale opera di Ovidio. Le Metamorfosi di Ovidio entrano in risonanza particolare con la nostra epoca, preoccupata dal mito di un cambiamento continuo. Lo spettacolo del coreografo Frédéric Flamand, si ispira liberamente al testo “Le Metamorfosi” di Ovidio, poema mitologico latino. Quest’opera – una delle più significative dell’antica Roma – è composta da più di 12000 versi, che formano una raccolta di 246 racconti sulle metamorfosi relative alla trasformazione degli dei o degli eroi in bestie, piante, rocce. I racconti si svolgono lungo un filo cronologico dal Caos alla trasformazione in stella di Giulio Cesare. Ovidio narra i miti che gli permettono di esprimere pienamente il suo talento di poeta attraverso delle storie d’amore tragiche, metamorfosi drammatiche o spettacolari. Con queste favole aveva l’ambizione di scrivere una storia del mondo e, allo stesso tempo, di mostrare che non esiste una vera differenza tra il regno minerale, vegetale, animale e umano, e anche divino. Da tutti questi racconti si staccano figure espressive e giustamente considerate immortali. Per la sua coreografia Frédéric Flamand ha scelto dei passaggi singolari, in accordo con la sua concezione scenica. “Immergersi nell’immaginario di Ovidio attraverso tempi e spazi diversi, per meglio analizzare come queste metamorfosi possano rimandare ai nostri miti contemporanei. Gioco infinito di metamorfosi e ibridazioni a partire da qualche mito, divinità e figure emblematiche: Fetonte, Perseo e Medusa, Pegaso, Diana e Atteone, Narciso, Pallade e Aracne, Medea e la ricerca della giovenca. L’approccio a questi miti sarà per noi l’occasione per una riflessione sulle forme costitutive della natura umana, sulle manifestazioni del desiderio, sugli eterni scontri tra bene e male, sulle ambiguità legate alle strategie dello sguardo. Evocare un antico altrove per meglio interrogare la nostra contemporaneità. ” .  
   
 

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