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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Aprile 2009
 
   
  SEGUIRE LE TRACCE DEGLI ASTEROIDI È DIVENTATO PIÙ FACILE

 
   
  Bruxelles, 21 aprile 2009 - Individuare i meteoriti non è mai stato un compito facile, ma un gruppo di ricercatori internazionali è riuscito recentemente a localizzarne uno prima che penetrasse nell´atmosfera terrestre. Grazie ai computer, i ricercatori sono ora in grado di scoprire da quale settore del sistema solare è arrivato il corpo celeste, di calcolarne il momento di entrata nell´atmosfera, e di indicare il punto in cui trovare i frammenti. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Nature. Uno dei membri del gruppo, il Dr. Mark Boslough dei Sandia National Laboratories (Usa) ha detto che la ricerca dimostra "la capacità degli astronomi di scoprire un oggetto spaziale e prevederne l´impatto", e ha sottolineato che il lavoro ha anche testato la rapidità con la quale la società può reagire a un impatto preannunciato. "In questo caso la situazione non era pericolosa, e quindi la risposta è stata scientifica", ha spiegato. "Se si fosse trattato di una minaccia, ad esempio un asteroide di dimensioni maggiori che rischiava di esplodere su un´area densamente popolata, sarebbe stato possibile lanciare l´allarme con un anticipo sufficiente a permettere di salvare molte vite, facendo evacuare la zona a rischio o spiegando alla gente come agire". Le informazioni raccolte possono aiutare gli astronomi impegnati a studiare le orbite degli oggetti celesti dai quali si staccano le varie meteoriti che precipitano sulla Terra. Secondo il Dr. Boslough, le ultime scoperte saranno utili nelle future missioni spaziali destinate a esplorare o estrarre minerali da corpi in orbite che incrociano la Terra. L´asteroide "2008 Tc3", oggetto della ricerca, era stato individuato ad ottobre dal telescopio Catalina Sky Survey dell´osservatorio Mount Lemmon in Arizona, sponsorizzato dalla Nasa. Vari osservatori cui era stato segnalato l´oggetto (che aveva un diametro di quattro metri, all´incirca le dimensioni di un´auto) lo avevano poi fotografato. Scienziati e astronomi di tutto il mondo hanno seguito e analizzato Tc3 per oltre 20 ore fino al momento in cui si è disintegrato. L´asteroide, che è penetrato nell´atmosfera con una velocità di circa 44. 579 all´ora, ha creato una superba coda di 82 chilometri prima di esplodere a un´altezza di 36. 880 metri, ha detto il team. I ricercatori del Near Earth Object Program della Nasa hanno affermato: "Il 7 ottobre 2008, uno spettacolare globo di fuoco ha illuminato al tramonto il cielo settentrionale del Sudan". I calcoli sul punto in cui il meteorite sarebbe caduto si sono dimostrati esatti. Gli scienziati avevano previsto che sarebbe finito nel deserto nubiano del Sudan settentrionale 19 ore dopo la sua scoperta. Per recuperare i frammenti, gli scienziati hanno poi usato una mappa con l´indicazione dei punti in cui cercare, messa a disposizione del team dal Jpl (Jet Propulsion Laboratory) della Nasa. % I principali membri del team erano i Dr. Steve Chesley, del Jpl, e Peter Jenniskens, un astronomo specializzato in meteoriti del Seti Institute statunitense, e il Professor Muawia Shaddad dell´Università di Khartoum (Sudan). "Di solito il mio lavoro comincia e finisce con le traiettorie degli oggetti spaziali", ha commentato il Dr. Chesley. "Avevamo previsto con la massima accuratezza dove e quando Tc3 sarebbe penetrato nel cielo del Sudan, "e [il Dr. ] Jenniskens aveva chiesto una mappa dei posti in cui potevano essere caduti i singoli frammenti del globo di fuoco. Per il Near-earth Object Program Office si trattava di un´assoluta novità". Dopo 3 giorni di lavoro, i ricercatori avevano scoperto 15 frammenti, con una massa complessiva di 0,54 kg, che, a detta del team, erano neri, porosi, rocciosi e arrotondati. In due ulteriori missioni, il Dr. Jenniskens e il Professor Shaddad hanno raccolto altri 280 meteoriti, per una massa totale di quasi 5 chili. Dal canto suo il Dr. Boslough ha detto: "In un´epoca post-razionale in cui le spiegazioni scientifiche e i modelli informatici vengono spesso irrisi come "semplici teorie" è bello avere una dimostrazione come questa". Allo studio hanno partecipato anche università canadesi, ceche, irlandesi, olandesi e britanniche, oltre al Nasa Johnson Space Center statunitense. Per maggiori informazioni: Sandia: http://www. Sandia. Gov/ Near Earth Object Program: http://neo. Jpl. Nasa. Gov/ .  
   
 

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