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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Aprile 2009
 
   
  PARI OPPORTUNITÀ, PRESENTATO DECALOGO SU ELEZIONI E MEDIA

 
   
  Trieste, 23 aprile 2009 - Essere candidata non è come essere candidato. Ed essere inserite nelle liste non significa elezione. Santa Zannier, presidente della Commissione regionale pari opportunità, lancia un appello: alle prossime elezioni europee e amministrative di giugno la par condicio sia valida non solo per i partiti, ma anche tra candidati-e. "Bisogna impegnare i partiti - ha affermato - in un comportamento rispettoso delle pari opportunità. Il che vuol dire che non basta essere presenti nelle liste, quello che conta è venire elette. La stessa legge regionale è, in questo, un piccolo traguardo, una sua modifica non ci vede d´accordo: noi non ci sentiamo una quota rosa bensì paritarie agli uomini, ma quando si dice che le donne non hanno bisogno di protezioni per essere elette, per fare politica, questa è pura demagogia". E difatti la Commissione ha presentato per questo turno elettorale un decalogo perché uomini e donne in politica siano alla pari. Una sorta di patto tra mezzi di comunicazione e politica per denunciare, anche, tutto quello che non fa pari opportunità. Perciò le redazioni si adoperino per un´offerta informativa alla pari; i media facciano emergere la sottorappresentanza femminile in politica e analizzino le differenze tra partiti e tra regioni; si informino poi gli elettori sulle modalità con le quali i partiti affrontano la parità al loro interno e si analizzino le proposte elettorali, evidenziando la progressione o meno delle donne, confrontando la loro presenza nelle liste e le probabilità di elezione; nei dibattiti vengano intervistate le donne sugli stessi argomenti proposti agli uomini; si provveda perché il tempo di parola sia equamente ripartito e, infine, vengano valorizzate anche quelle donne che volti noti non sono, ma nuovi sì. "Ai partiti, ha concluso la Zannier, chiediamo un´attenzione maggiore verso le donne. E al Corecom (che da domani inizia le rilevazioni sulla par condicio anche per le amministrative, mentre sono già partite quelle per le europee) una verifica nelle pari opportunità tra candidati di genere". "Finché l´elezione di una donna verrà considerata un problema, ha sottolineato la vicepresidente del Consiglio nonché consigliera del Pd Annamaria Menosso, allora non avremo mai sufficiente visibilità e moltissime difficoltà a emergere rispetto agli uomini. E´ il passaggio culturale da parte della classe politica che manca. Infatti, la modifica alla normativa regionale sulle elezioni proposta dal Pdl voleva togliere proprio l´obbligatorietà di un terzo di assessori donna in Giunta e la disposizione che prevede contributi più cospicui a quei gruppi che hanno fatto eleggere donne in Consiglio. Il tutto con scuse banali che rigettiamo. Dobbiamo invece dare l´opportunità a chi vuole esserci di poterci essere". "Bisogna insistere nella costruzione di una cultura nuova, e lo possiamo fare soltanto con un patto tra istituzioni, partiti e media, ha annotato Ester Pacor, della Commissione. La disposizione di un terzo di donne nel Governo della Regione andrebbe, anzi, estesa fin alle circoscrizioni. E poi pretendere le preferenze, che questa legge elettorale nazionale ci ha tolto". .  
   
 

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