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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Aprile 2009
 
   
  INTERVENTO DEL PRESIDENTE AGAZIO LOIERO SUL POLO ONCOLOGICO DI GERMANETO

 
   
  Reggio Calabria, 29 aprile 2009 - “Vorrei che fossero chiare alcune cose su questa storia del Polo Oncologico di Germaneto che, a quanto vedo, scatena molte passioni. Intanto che è un luogo di cura importante di cui la Calabria aveva necessità, che ha consentito di abbattere i costi dell’emigrazione sanitaria e ha mitigato il calvario di molti pazienti. Già basterebbe questo per mettere tanti a tacere. Poi che il mandato affidato al management, mandato che si trova già nelle linee guida del Piano sanitario approvate dalla giunta, è quello dell’integrazione con l’ospedale Pugliese per creare una rete oncologica regionale. Ancora: che tutti gli organi che guidano la Fondazione Campanella, dal consiglio di amministrazione, al direttore generale, dal direttore scientifico a quello amministrativo, svolgono il proprio incarico a titolo gratuito. E infine che, lo avevo detto anche a “Report”, ma nell’economia della trasmissione non è andato in onda, o diventa Irrcs o si cambia registro. Potrei aggiungere ancora che questa giunta e questa maggioranza non è responsabile dell’accordo tra Stato e Regione: è stato firmato da Girolamo Sirchia, ministro del governo Berlusconi, dal presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, da quello della Provincia Michele Traversa e dal sindaco di Catanzaro dell’epoca Sergio Abramo, tutti di centrodestra, assieme al compianto rettore Salvatore Venuta, il quale è stato il primo direttore scientifico della Fondazione Campanella nata per realizzare il “Polo oncologico di eccellenza”. E perché tutto sia chiaro fino in fondo, aggiungo, che quell’accordo siamo stati obbligati a rispettarlo, tanto che l’Università, che ritiene le siano dovuti 25 milioni di euro, cioè quanto prevedeva come erogazione iniziale lo Stato, a fine dicembre 2006 ha promosso un’azione per pignorare alla Regione quei soldi. Il contenzioso è ancora in atto in quanto, tramite l’avvocatura dello Stato, ci siamo opposti. Così stanno le cose sotto il profilo amministrativo. Sul resto, al di là dell’aspetto assistenziale che tutti giudicano all’avanguardia, sarà il rettore dell’Ateneo catanzarese, Francesco Saverio Costanzo, direttore scientifico della Fondazione, a dare eventuali risposte sullo stato della ricerca che è stata portata avanti, sui risultati, sulle prospettive. Ma non vorrei – è questa la mia preoccupazione – che si approfittasse della drammatica contingenza del settore sanitario nella regione di cui siamo stati noi a volere chiarezza sui conti e sulle disfunzioni, per buttare l’acqua sporca assieme al bambino. Non vorrei che, sotto sotto, ci sia una manovra per privare la Calabria di un luogo di cura finora da tutti apprezzato, che si voglia ancora far commercio del dolore dirottando i pazienti in altri centri, magari fuori regione, aggravando così i costi sociali e i bilanci pubblici. Voglio ricostruire, per tappe principali, la vicenda del “Polo Oncologico” di Catanzaro perché è giusto che i calabresi sappiano. Esso nasce a seguito di un’intesa del 5 giugno 2002 (governo Berlusconi a Roma, governo Chiaravalloti a Catanzaro). Tale intesa, firmata come ho detto da Sirchia, Chiaravalloti, Traversa, Abramo e Venuta, recepisce l’accordo di programma stralcio per l’istituzione di un “Polo Oncologico di eccellenza” nella città di Catanzaro. Il protocollo prevede l’erogazione di quasi 26 milioni di euro per l’acquisto di nuove tecnologie di cui solo 1 milione e 300 mila a carico della Regione. Nel novembre 2004 la Giunta (presidente Chiaravalloti, assessore Luzzo, unico astenuto Zavettieri) approva il protocollo d’intesa che vincola la Regione nei confronti dell’Università, e riconosce 25 milioni di euro per macchinari già acquistati, oltre a un contributo fisso all’anno di 50 milioni di euro. Questa è la situazione che la mia Giunta ha ereditato e l’onorevole Nicola Adamo ricorderà, perché ancora ne faceva parte, quanto sia stato difficile contrattare modifiche a quel protocollo, il conflitto che oppose la Regione all’Università, e la “rivolta” del mondo accademico. I primi nodi già allora sono venuti a galla. I soldi del governo non possono finanziare spese per macchinari fatte prima. Servono le gare. E’ il primo debito a cui la Regione avrebbe dovuto far fronte ma il contenzioso è ancora in atto. Anche sul finanziamento annuale c’è un’interpretazione diversa. La Regione sta pagando solo per spese documentate e sono cifre lontane dai 50 milioni di euro previsti, come lamentano gli stessi amministratori della Fondazione. L’accordo prevede, infine, tre anni di tempo per chiedere il riconoscimento del “Polo” come Irrcs. Rispetto al 2007 la scadenza è slittata perché il centro è stato, di fatto, avviato in ritardo. Ma l’obiettivo resta. O si diventa Irrcs o la Regione farà altre scelte. Come avevo detto anche a Report”. .  
   
 

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