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BRUNO COLOMBO, PRESIDENTE DEI VIAGGI DEL VENTAGLIO,

PREMIATO A SANTO DOMINGO

Viaggi del Ventaglio è presente nella Repubblica Dominicana da ben 15 anni. Risalgono al 1987 i primi collegamenti aerei diretti dall¹Italia ed il primo insediamento turistico nell¹isola, con gestione esclusivamente italiana firmata VentaClub, dal nome conosciuto e ormai storico ³Dominicus².

Nel febbraio 1999 è stato ufficialmente inaugurato il nuovo VentaClub GranDominicus, il primo villaggio totalmente di proprietà ad essere stato progettato, costruito e gestito da Viaggi del Ventaglio.

Dal 1987 ad oggi, il numero di clienti ospitati nelle strutture VentaClub a Santo Domingo ammonta ad oltre 400.000 unità per circa 4.000.000 di presenze giornaliere totali nell¹arco di quasi quindici anni. Nell¹esercizio 1999 è stato raggiunto per questa destinazione un fatturato di circa 80 miliardi di lire per quasi 40.000 passeggeri trasportati.

L¹attività di investimento del Gruppo su questa destinazione ha notevolmente contribuito al suo sviluppo economico, in particolar modo in un settore come quello turistico, tanto sostanziale e fondamentale per l¹economia di questo Paese in crescita.

Ma l¹impegno di Viaggi del Ventaglio, e del suo Presidente Bruno Colombo verso Santo Domingo, non si è limitato nel corso degli anni ad un¹attività esclusivamente economica; i meriti in questo senso vanno al di là delle cifre e si concretano in diverse iniziative a sfondo sociale e benefico.

Proprio per questo il Ministro del Turismo della Repubblica Dominicana Felix Jimenez, ha deciso di consegnare uno speciale riconoscimento al Presidente dei Viaggi del Ventaglio Bruno Colombo, riconoscimento che vuol essere un modo simbolico, ma significativo, per ringraziare e sottolineare l¹intensa attività meritoria svolta dalla Società.

Nel settembre del 1998 "Georges", uno dei più violenti uragani abbattutosi sulla zona caraibica negli ultimi anni, ha devastato la Repubblica Dominicana, uccidendo circa 70 persone, lasciando 100.000 senza tetto e distruggendo il 90% delle coltivazioni agricole. Proprio in quel periodo stavano per essere ultimati i lavori di costruzione del nuovo VentaClub GranDominicus; grazie ad un grande sforzo organizzativo ed economico i tempi di apertura della struttura sono stati rispettati.

In quell¹occasione il Presidente del Gruppo Bruno Colombo, ha stabilito di donare un dollaro per le presenze dei clienti italiani al GranDominicus nel 1999. La cifra raccolta fin¹ora è stata in parte devoluta per opere di ristrutturazione di 63 case sull¹Isola di Saona, nel Parco Nazionale dell¹Est, altre 40 verranno presto sistemate nella zona di Bayahibe. Con una precedente donazione erano state acquistate 4 jeep per la Polizia Turistica Dominicana. Tutti questi progetti sono direttamente seguiti dal Ministero del Turismo Dominicano.

E proprio in rappresentanza di tale Ministero, Felix Jimenez, lo scorso 22 luglio ha incontrato e premiato Bruno Colombo, Presidente dei Viaggi del Ventaglio. La cerimonia si è svolta all¹Isola di Saona, alla presenza del Management della Società, delle autorità locali, di numerosi giornalisti dominicani e di alcuni rappresentanti della stampa italiana di settore.

Dopo aver percorso il tratto di spiaggia sul quale si affacciano le viviendas ricostruite, si è giunti nel punto in cui è posta la colonna in pietra con targa di ringraziamento a Viaggi del Ventaglio. Qui il Ministro del Turismo Dominicano ed il Presidente dei Viaggi del Ventaglio hanno tenuto due brevi discorsi. Bruno Colombo ha ricordato il legame che da sempre ha con la Repubblica Dominicana e con il suo popolo, sottolineando la grande attenzione per l¹aspetto sociale e ambientale di questo Paese e naturalmente ringraziando per il graditissimo gesto.

Il viaggio a Santo Domingo è stata anche l¹occasione per visitare le strutture del nuovo Aeroporto de La Romana, di prossima apertura (fine novembre 2000). Questa nuova struttura consentirà ai clienti Viaggi del Ventaglio di raggiungere molto più agevolmente il VentaClub GranDominicus, con un trasferimento di soli 15 minuti. Sono previsti per il prossimo anno due voli settimanali diretti, in esclusiva Viaggi del Ventaglio, dall¹Aeroporto di Milano Malpensa, operati dalle Compagnie Aeree Lauda-air ed Eurofly.

I lavori sono iniziati nel settembre 1999 e verranno portati a termine in 14 mesi circa: due piste di 2.950 metri di lunghezza per 45 di larghezza, un terminal di 7.500 mq. con un¹area commerciale di 1.500 mq., un investimento globale di 55 milioni di dollari. La previsione è di avere in una prima fase una movimentazione annua di 350.000 passeggeri.

Info tel.02/46754.319 www.ventaglio.com  E-mail:  rele@ventaglio.com 

ITALIAN CULINARY INSTITUTE FOR FOREIGNERS (ICIF) DI COSTIGLIOLE D'ASTI - MASTER, CORSI BREVI E CORSI DI AGGIORNAMENTO PER GRUPPI DI GIOVANI CHEF STRANIERI

La provincia di Asti è un susseguirsi armonioso di colline e valli: un mosaico composto da vigneti, campi, prati, boschi ed ovunque, sulle sommità dei colli, sorgono caratteristici paesini, con i loro castelli, tra i quali Costigliole d'Asti, con il suo bellissimo Castello, uno dei più grandiosi e meglio conservati dei Piemonte. Il territorio comprende oltre centoventi comuni, ma un solo grande centro abitato, il capoluogo Asti, città di origine romana, che divenne uno dei comuni più importanti d'Europa tra I'XI e il XIV secolo e che di quel periodo conserva ancora un bellissimo centro storico, con numerose costruzioni medievali, tra cui molte delle oltre cento torri esistenti nel XIII secolo. Costigliole d'Asti è sita tra le più belle colline del Monferrato, alle porte delle Langhe, in una terra a forte vocazione agricola: è il comune piemontese a maggiore superficie coltivata a vite e famoso per la produzione dei vini Barbera e Moscato. Il paese è dominato dalle forme imponenti del Castello, costruito circa 1000 anni fa, che conserva ancora alcuni resti della sua roccaforte primaria, visibili all'interno. Il suo assetto si è delineato nel corso dei secoli, fino a raggiungere il massimo splendore nel 1700, quando venne ristrutturato a cura dell'architetto Filippo Juvarra. Sul lato di ponente, di proprietà comunale, si apre un grande portale cui si accede con una doppia rampa di scale: è l'ingresso dell'ICIF, un'associazione senza fini di lucro nata nel '91 ad opera di un gruppo di chef italiani di prestigio internazionale e di opinion leaders del settore per tutelare e qualificare l'immagine della cucina italiana presso i professionisti che operano nella ristorazione all'estero. Obiettivo dell'ICIF è la formazione di operatori che attraverso i Master, Corsi brevi e Corsi di Aggiornamento per gruppi di giovani chef stranieri che intendano acquisire una specializzazione "italiana", assimilare il gusto e la cultura alimentare italiana da esportare nei loro Paesi d'origine e prendere consapevolezza del valore e della qualità dei prodotti tipici italiani.

Ad esempio il programma del corso breve si articola in tre settimane e prevede no° 12 lezioni pratiche di cucina dedicate all'0lio extravergine d'oliva, burro ed altri condimenti, aceti aromatici e balsamici, erbe e spezie, funghi e tartufi, antipasti caldi e freddi, verdure e insalate, riso e risotti, minestre e zuppe, pasta secca e suoi sughi, pasta fresca e ripiena, pesci d'acqua dolce, pesci di mare, molluschi e crostacei. Carni bianche, ovine, suine e bovine, formaggi, selvaggina da pelo e piuma; no° 2 lezioni pratiche per pasticceria; no. 4 lezioni di enologia; no° 6 lezioni di lingua italiana di merceologia e no° 1 lezione sulla cultura del caffè. L'ICIF dispone di uffici di rappresentanza in Canada, Stati Uniti, Giappone, Cina, Corea, Brasile e Germania. Nei suoi primi nove anni di attività, ha diplomato satudenti provenienti da Stati Uniti, Canadà, Giappone, Corea, Thailandia, Perù, Venezuela, Brasile, Libano, Filippine e Argentina. Info tel. 0141/ 962.171 - 962.772 011/9916068 www.icif.com  E-mail: icif@icif.com 

UNA SESSANTINA DI MENU' D'EPOCA IN MOSTRA PERMANENTE ALL'HOTEL ORSO GRIGIO DI SAN CANDIDIO (BZ) - GUSTI E COSTUMI IN CUCINA NELLA MITTELEUROPA DI FINE SECOLO

Tra i pezzi più pregiati, il menù per l'80° compleanno di Francesco Giuseppe I d'Asburgo

Il cambiamento di un'epoca può essere compreso anche guardando semplicemente...un menù. L'occasione per verificare la bontà di questo singolare metodo d'indagine storica è data da "Raccolta di menù e liste antiche", mostra permanente aperta al pubblico dall'estate 2000 presso l'hotel Orso Grigio di San Candido (Bz).

L'esposizione, che è stata allestita nelle accoglienti sale del Bar dell'hotel, ben si accorda nei toni con il senso di tradizione e ospitalità che contraddistingue da sempre l'Orso Grigio (***), il più antico albergo di San Candido ed uno dei più antichi del Sudtirolo (risale infatti al 1300 circa). L'arredo delle 24 stanze, diverso per ciascuna di esse, viene curato nei minimi particolari dalla famiglia Ladinser, proprietaria dell'albergo da 250 anni. Una cucina d'altissimo livello - ma non poteva essere altrimenti visto l'argomento della mostra ospitata - e sale attrezzate per il wellness completano l'offerta dell'hotel-simbolo di San Candido. L'esposizione raccoglie 59 menù di hotel svizzeri, austriaci, tedeschi e trentini dal 1865 al 1936, per la maggior parte provenienti dall'archivio privato dell'Orso Grigio.

I menù di Francesco Giuseppe I...e dei monsignori di fresca nomina.

Tra i pezzi più particolari in collezione figura il menù del 18/8/1910 per la cena di gala in onore degli 80 anni dell'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Asburgo. Scorrendo le numerose portate si può capire l'altissimo tenore di vita a cui l'aristocrazia era abituata. A dettar legge allora era la Francia, sia per quanto riguarda la scrittura usata nei menu sia per il tipo di pietanze e vini offerti. I commensali di Francesco Giuseppe I festeggiarono il suo compleanno bevendo Chateau Latour del 1877 - un vino rosso oggi praticamente introvabile e valutato sui 5 milioni la bottiglia -, Moët & Chandon Imperial e Chateau Lafitte. Altro menù "importante", sia per destinazione d'uso che per quantità di portate iscritte - ben 13 - è quello del 6/12/1900 stampato a Berlino per un ricevimento in onore dell'Imperatore Guglielmo. In ambito più strettamente locale, balzano all'occhio i menù proposti in occasione della celebrazione della prima messa da parte dei Monsignori del luogo.

Nel piatto più volatili e pesci d'acqua dolce. Quanto al linguaggio...si guardava alla sostanza!

Curiosando tra i vari menù si possono capire molti usi e costumi di borghesi e aristocratici, gli unici a potersi permettere di viaggiare nel secolo scorso. Non era innanzitutto un turismo "mordi e fuggi", ma goduto fino...all'ultimo boccone, visto che gli alberghi proponevano solo pensione completa con colazione, pranzo e cena. C'era maggiore varietà di pietanze rispetto ad oggi sia in fatto di volatili - fagiani e quaglie in primis - che di pesce d'acqua dolce, come granchi d'acqua dolce e carpe. Molte le minestre e gli antipasti, mentre i primi piatti erano riservati alla classe operaia. Tra le curiosità spicca il linguaggio usato nel descrivere le pietanze: molto più scarno e diretto alla sostanza un tempo contro le chilometriche e raffinate descrizioni di oggi, usate quasi a nobilitare ciò che ci ritroviamo - magari una semplice fettina - nel piatto!

Info: hotel Orso Grigio, San Candido (Bz) tel. 0474/913115 www.orsohotel.it 

Ufficio Stampa: Studio Eidos di Sabrina Talarico tel.0498910709 (r.a. ISDN) fax 0498910170.

BOLZANO OVEST-BOZEN WEST GABRIELE BASILICO A BOLZANO

Bolzano ovest dallo sguardo fotografico di Gabriele Basilico. I principali interventi edilizi degli ultimi trent'anni nella "nuova città" colti da un obiettivo libero da pregiudizi che ne rivela l'identità e l'universalità. Bolzano, una città abituata da sempre ad essere due. Due culture, due stili di vita, due tradizioni. Ma anche due centri città: quello storico della città vecchia e quello creatosi intorno alla città nuova, quasi come se l'allargamento urbano a partire dal centro non fosse sfociato gradualmente in periferia, il cui degrado in tante città è direttamente proporzionale alla distanza dal centro. Questa particolare evoluzione viene indagata, nelle sue forme, percorsi e realizzazioni architettoniche attraverso questa mostra. Catalogo Charta. Formato cm 24 x 16,5; pp. 112; 46 illustrazioni in bicromia; legatura brossura; testi di AA; edizione italiano/inglese.

Il libro documenta il percorso della mostra che costituisce il nuovo riuscito tentativo del fotografo, sicuramente tra i più conosciuti e apprezzati anche all'estero, di far affiorare la forza dei contesti eterogenei e discontinui delle realtà urbane marginali. Un invito a guardare lo scenario della città contemporanea abbandonando preconcetti e "visioni comuni". Info Prov. Bolzano - tel. 0471411230; Silvia Palombi Arte&Mostre - tel 026599891 silviapalombi@tiscalinet.it 

TJUKURPA IL TEMPO DEL SOGNO – Arte Aborigena dal continente Australia. Castello Pasquini, Castiglioncello (LI). La mostra, organizzata dal Comune di Rosignano Marittimo al Castello Pasquini di Castiglioncello (Livomo), è stata possibile grazie alla collaborazione delle Ambasciate d'Italia e dell'Australia, alle gallerie d'arte australiane e alla Regione Toscana.

Il tema della rassegna fortemente legato all’antropologia, mette in luce un radicamento alle tradizioni ricche di umanità e spiritualità e al rapporto col territorio e quel dedalo di sentieri invisibili che coprono tutta l’Australia, denominate dagli europei Piste dei sogni o Vie dei Canti e dagli aborigeni Orme degli antenati o Via della Legge. I miti aborigeni sulla creazione narrano di leggendarie creature totemiche che nel Tempo del Sogno avevano percorso in lungo e in largo il continente cantando il nome di ogni cosa in cui si imbattevano, uccelli, animali, piante, rocce, pozzi. Un canto che faceva esistere il loro mondo, attraverso le quali mantenere un legame fisico e mentale col loro passato. da simboli come la montagna magica, l’immenso mololito dell’Ayers Rock. Sul corpo, sulle rocce, sulle pelli, i disegni della pittura aborigena raccontano tutti i miti e leggende, dell'aria e del fuoco e di dei, calati ancora fra noi.

Nell'anno di Sidney 2000, delle Olimpiadi del terzo millennio, al Castello Pasquini di Castiglioncello, una mostra straordinaria racconta come le antiche popolazioni dell'immenso continente uscirono dalle profondità della terra e crearono il mondo. 30 mila anni di cultura rimasta immutata, raccontata da opere di arte contemporanea. Un viaggio affascinante in un mondo lontano attraverso oltre settanta pezzi di arte abonigena contemporanea provenienti da ogni stato del continente Australia. Le migliori opere di una popolazione unica al mondo, raccolte tra le diciotto più celebri gallerie d'arte australiane. Una festa di colori e linee che incantano per la bellezza e affascinano per i signifìcati. Espressioni di una tradizione e di una mitologia che lega passato e presente, realizzate con una tecnica unica, con la terra e con le piante, con punteggiature di vario spessore, che raccontano l'anima della natura e dei mondo. Ma anche scene di caccia, mappe che indicano le preziose sorgenti d'acqua e altri soggetti tratti dalla vita quotidiana.

La mostra si suddivide in quattro momenti: Gli oggetti di rito. Boomerangs di varia natura, bastoni del vento, uno straordinario cestello rituale in corteccia di eucalipto con una pittura di "uomo venuto dalla spazio". La pittura del corpo. Nel continente australiano a praticare la pittura sono principalmente le donne, custodi delle tradizioni, che adornano il corpo durante i riti con pitture magiche, poi riprodotte su tela o su corteccia di eucalipto parchi possano tramandarsi alle nuove generazioni. 1 grafítismi, espressioni artistiche. Prendendo spunto dai soggetti affrescati e dai graffiti sulle pareti delle grotte del loro territorio, gli aborigeni ripropongono figure di spiriti ed animali dal significato esoterico a cui, gli eletti, si ispirano per riti magici segreti. La pittura del terreno. Il filone più diffuso dell'arte aborigena. Indispensabile per comunicare in una popolazione che non conosce la scrittura, per trasmettere regole pratiche o riti magici. La tecnica pittorica si avvale di pigmenti naturali trasferiti con strumenti rudimentali su superfici come la tela grezza o la corteccia d'albero, fino ad ottenere veri capolavori contesi oggi dai musei internazionali. Info: tel. 0586/724287-297; 055/506.2368; 02/4812.584.

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