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FIAT STILO NELLA STRATEGIA DI FIAT AUTO

Torino, 5 settembre 2001 - Offrire, oggi, tutto quello che le vetture concorrenti proporranno solo in futuro: questo è "pensare avanti", è l'anima di Fiat Stilo. In altre parole, arriva sul mercato un'automobile che gioca le carte di una tecnologia particolarmente avanzata, di proposte molto innovative e di alti standard di qualità per raggiungere un obiettivo preciso: diventare il nuovo punto di riferimento nella fascia delle medie compatte. La sfida è ambiziosa, Fiat Auto ne è consapevole. Nasce, infatti, dalla volontà di far giocare a Fiat Stilo il ruolo dello "sfidante ufficiale", dell'auto con la quale confrontarsi, in un segmento che è il più importante del mercato europeo. Sia per le dimensioni (vale poco meno di quattro milioni di vetture l'anno) sia perché presidiato da tutti i principali costruttori. Per Fiat si trattava, d'altronde, di una strada obbligata. La strategia di rinnovamento del marchio, un full-liner deciso a diventare protagonista in ognuno dei segmenti nei quali è presente, doveva, dopo l'affermazione di Punto nel segmento inferiore, continuare proprio da questa fascia di mercato. E bisognava affrontare il difficile lavoro di realizzare una vettura pensata "in grande". Innanzitutto al di là dei canoni tradizionali della categoria. E poi senza vincoli industriali (Stilo è nata su un pianale modulare tutto nuovo), senza compromessi (il nuovo modello offre dotazioni che fino a due anni fa non erano disponibili, tutte insieme, nemmeno sulle ammiraglie) e nella massima libertà di innovare, di proporre, di scegliere a quale tipologia di vetture fare riferimento. Solo seguendo questa via nuova e in buona misura anche coraggiosa, infatti, era possibile progettare e costruire un modello capace di attirare l'attenzione di quei consumatori competenti, un po' scettici e molto smaliziati che tutti noi siamo diventati. È nata, così, una vettura ricca di personalità, solida e bella, con le doti e i valori iscritti nel DNA della Fiat: design innovativo, tecnologia avanzata resa accessibile a tutti, soluzioni intelligenti che semplificano e migliorano la vita. Realizzarla è stato un lavoro impegnativo, che ha coinvolto le migliori risorse dell'Azienda e imposto profondi cambiamenti nel modo di progettare e di costruire il prodotto. È stato un processo che è partito dalla complessità industriale ed ha avuto come punto di arrivo la semplicità di Fiat Stilo. Una vettura semplice da progettare, dopo che si era dato vita al pianale modulare giusto. Semplice da costruire: dopo aver ristrutturato profondamente la fabbrica di Cassino e le postazioni di lavoro stesse. Semplice da usare: dopo che i tecnici hanno dato un volto immediato e intuitivo alla tecnologia complicata e costosa impiegata per far vivere meglio all'automobilista i suoi gesti di ogni giorno. Stilo, dunque, è un'auto molto importante per Fiat. Ed è un'auto importante anche per il cliente, al quale propone non solo di pensare ma anche di vivere "oltre". Al di là dello scontato. Al di là delle abitudini costruite sulle limitate possibilità finora imposte a questa categoria di vetture. Al di là dell'odierno: per spingersi nel mondo delle medie compatte di domani. Per descrivere Fiat Stilo con uno slogan basterebbero quattro parole: ha tanto, ha tutto. Mentre per raccontarla a fondo è stato necessario realizzare il volume che state leggendo. In modo più tradizionale, si può dire che la vettura nasce con un solo carattere e due personalità, due vetture a 3 e a 5 porte davvero molto diverse tra loro: nello stile, nel temperamento e addirittura nelle dimensioni: soprattutto l'altezza, che è un valore strutturale determinante in relazione allo spazio interno. La 5 porte, infatti, è lunga 4,25 metri, larga 1,76, alta 1,52 ed ha un passo di metri 2,60. Mentre la 3 porte è lunga 4,18 metri, larga 1,78 e alta 1,47. E se quei 5 centimetri che segnano la differenza in altezza possono sembrare pochi, in realtà determinano un cambiamento significativo nell'impostazione di guida, perché è diversa la posizione del piano di seduta del pilota rispetto alla strada (il punto H): più basso nella 3 porte, come si addice ad una vettura dinamica nello stile e vigorosa nel temperamento; più alto nella 5 porte, a tutto vantaggio della facilità di accesso, della spaziosità e del dominio della strada che sa offrire un'auto dalla personalità unica. Con queste premesse è facile capire perché le due vetture presentano, pur nell'unitarietà del modello, tratti distinti. Il carattere della 3 porte è improntato all'individualismo, alla prestazionalità, al piacere di guidare. Quello della 5 porte è all'insegna del comfort di bordo, della spaziosità e della sicurezza che trasmette, della versatilità d'uso e della razionalità espressa in un costo di esercizio globale tra i più competitivi non solo del segmento ma dell'intero mercato. Fiat Stilo, dunque, si caratterizza subito come un'auto capace di cogliere trasversalmente le esigenze della clientela di questo segmento. Il nuovo modello a 5 porte rappresenterà una forte tentazione anche per i clienti che guardano con interesse al sottosegmento dei monovolume, emerso di recente in questa fascia di mercato. Alla formula tradizionale, infatti, Fiat Stilo aggiunge i vantaggi propri del monovolume: è comodo entrarne ed uscirne, dentro c'è molto spazio e si guida da una posizione più alta, che assicura un senso di maggior controllo della strada. Inoltre, grazie ad un sedile anteriore che si ribalta in avanti e a due sedili posteriori che scorrono e si reclinano indipendentemente è possibile modularlo adattandolo alle proprie esigenze del momento. Fluido e facile da pronunciare in tutte le lingue, di suono inequivocabilmente italiano, il nome della nuova vettura ricorda con immediatezza qualcosa che è di moda e fa moda. Perché evoca il concetto di stile: in francese e in inglese style, in tedesco stil, in spagnolo e in portoghese estilo. Stilo, inoltre, si associa all'idea di emozione, in accordo con un'auto simpatica e divertente da guidare, compatta, moderna, tecnologica. Infine, un nome non di pura fantasia perché propone il ricordo di oggetti concreti come la stilografica o le creazioni di stile, e tuttavia aperto all'associazione con definizioni diverse come quelle delle differenti versioni di un'intera famiglia di vetture. La 3 porte è una vettura di impronta sportiva che propone superfici tese e forme "architettoniche". Idealmente, due parallelepipedi sovrapposti che si saldano nella linea di cintura, dove un forte "muscolo" sottolinea la prevalenza della lamiera sulle superfici vetrate. A proiettare in avanti l'auto, conferendole aggressività, una coda che sembra nascere da un movimento del corpo superiore quasi incastrato in quello inferiore e spinto verso il frontale della vettura. Scelta progettuale da cui nasce il modernissimo stilema di un bagagliaio avanzato rispetto al profilo posteriore dell'auto. Completano i tratti fondamentali della fisionomia di Fiat Stilo, assicurandole immediata riconoscibilità: un frontale dinamico, sviluppato in verticale, con grandi prese d'aria e i gruppi ottici. Quelli anteriori, sovrastati da due punti più luminosi che spiccano come gemme sulla superficie sfaccettata a diamante del proiettore. E quelli posteriori, che di giorno si riconoscono, anche da lontano, per la colonna centrale rossa e di notte appaiono come una freccia che punta in avanti, verso la strada. Ancora più robusta e solida la fisionomia di Fiat Stilo 5 porte. Per esempio nella parte anteriore, che ha un andamento orizzontale e mostra un paraurti largo e protettivo, capace di trasmettere sensazioni di prestigio e sicurezza. Poi nel muscolo di cintura, che dopo aver percorso il fianco dell'auto non scende - davanti e dietro - verso i paraurti, ma abbraccia tutta la vettura come un anello. Le superfici vetrate sono più ampie e verticali. Il bagagliaio guadagna, visivamente, in larghezza. La maniglia è all'altezza della linea di cintura dove la presa risulta più agevole e istintiva. Il nuovo modello offre una gamma di propulsori ampia e soprattutto articolata. Sono, infatti, quattro motori a benzina e due turbodiesel "Common Rail" che vanno dai 59 ai 125 kW (80-170 CV) e mostrano doti diverse, tutte sfruttate appieno dall'accoppiamento con cambi a 5 o 6 marce e, nel caso del propulsore al vertice dell'offerta, con il cambio a comando sequenziale Selespeed. Tanti motori, dunque, che di volta in volta si segnalano per la loro generosità, per il temperamento brillante o ancora per le alte prestazioni e la tecnologia sofisticata. Tra le doti comuni, invece, la grande affidabilità e il rispetto per l'ambiente. Eccoli in dettaglio: Il propulsore 1.2 16v sviluppa 59 kW (80 Cv) a 5000 giri/min. La coppia massima è di 114 Nm a 4000 giri/min. La velocità di punta tocca i 172 km/h (170 la 5 porte). L'accelerazione da 0 a 100 Km/h avviene in 13,4 secondi (13,8 la 5 porte). Infine, il consumo nel ciclo combinato si attesta a 6,3 l/100 km con la 3 porte ed a 6,5 l/100 km con la 5 porte. Il 1.6 16v di 76 kW (103 Cv) eroga la potenza massima a 5750 giri/min e la coppia massima (145 Nm) a 4000 giri/min. La Fiat Stilo 3 porte equipaggiata con questo motore raggiunge i 185 km/h (183 la 5 porte). Accelera da 0 a 100 Km/h in 10,5 secondi (10,9 la 5 porte). Nel ciclo combinato consuma 7,3 l/100 km (7,4 la 5 porte). Il 1.8 16v sviluppa una potenza massima di 98 kW (133 CV) disponibile a 6400 giri/min e una coppia di 162 Nm a 3500 giri/min. Questo motore spinge la Fiat Stilo 3 porte a 202 km/h (200 km/h per la 5 porte) e consente alla vettura di accelerare da 0 a 100 km/h in 9,9 secondi (10,3 la 5 porte). Nel ciclo combinato i consumi sono di 8,0 l/100 km con la 3 porte e 8,1 l/100 km con la 5 porte. Il motore 2.4 20v, con cambio Selespeed, è al vertice della gamma Fiat Stilo. Evoluzione della famiglia a cinque cilindri, questo propulsore eroga una potenza di 125 kW (170 Cv) a 6000 giri/min e una coppia di 221 Nm a soli 3500 giri/min. La velocità massima è di 215 km/h per la 3 porte (213 km/h per la 5 porte) e l'accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 8,5 secondi (8,9 secondi per la 5 porte). Il consumo nel ciclo combinato è di 9,7 l/100 km (9,8 per la 5 porte). Il 1.9 Jtd di 80 Cv eroga 59 kW già disponibili a 4000 giri/min, e una coppia di 196 Nm a 1500 giri/min. La Fiat Stilo 3 porte equipaggiata con questo motore tocca i 172 km/h (170 km/h con la 5 porte), accelera da 0 a 100 km/h in 12,9 secondi (13,3 per la 5 porte) e consuma nel ciclo combinato 5,4 l/100 km (5,5 per la 5 porte). Il 1.9 Jtd di 115 Cv differisce dalla versione da 80 CV per la presenza dell'intercooler e della turbina a geometria variabile. Eroga una potenza massima di 85 kW a 4000 giri/min e ha una coppia massima di 255 Nm a 2000 giri/min. La velocità massima raggiunta dalla Fiat Stilo 3 porte è di 192 km/h (190 km/h per la 5 porte), accelera da 0 a 100 km/h in 10,3 secondi (10,7 la 5 porte) e consuma 5,3 l/100 km (5,4 per la 5 porte). Uno degli obiettivi assegnati ai progettisti che dovevano sviluppare il progetto Fiat Stilo era quello di realizzare sospensioni capaci di offrire prestazioni paragonabili a quelle delle vetture di classe superiore. Dispositivi, quindi, che garantissero una grande facilità e precisione di guida, un'ottima tenuta di strada e il miglior comfort possibile ai passeggeri. Da qui la scelta di due schemi collaudati, che in questo caso "lavorano" in modo particolarmente efficiente grazie anche alle caratteristiche del nuovo telaio. Per l'anteriore, dunque, una soluzione a ruote indipendenti di tipo Mc Pherson, affinata con l'adozione di numerose migliorie. Nella parte posteriore, invece, è montata una sospensione a ruote interconnesse (semindipendenti) con assale torcente, soluzione oggi adottata anche da vetture di classe superiore. Uno schema che ai passeggeri assicura: grande comfort, grazie al minor ingresso di rumori e vibrazioni nell'abitacolo. ottima guidabilità, ottenuta con una traversa torcente di lamiera piegata che garantisce l'ideale rigidezza torsionale della sospensione; e con una barra antirollio molto leggera, perché di sezione cava; eccellente stabilità di marcia, dovuta alle boccole idrauliche di attacco del ponte alla scocca, che in curva creano un effetto di convergenza delle ruote. Due vetture a 3 e 5 porte ma - per quanto riguarda la ricchezza e la tecnologia dei contenuti - un solo modello, che stabilisce nuovi standard non solo nella sua fascia di mercato ma in alcuni casi perfino nei segmenti superiori. Occorreva, dunque, superare i desideri dei clienti. Ecco perché la sostanza che si voleva dare a Fiat Stilo è stata declinata in tutti i campi senza mai scendere a compromessi. Fiat Stilo, dunque, è due vetture così diverse da poter soddisfare i differenti bisogni dei clienti delle 3 e delle 5 porte. Ma assolutamente uguali in quei campi dove gli acquirenti delle due vetture chiedono esattamente la stessa cosa: cioè sostanza. La sostanza di una vettura che, nella sua categoria, sa dare molto più di qualunque concorrente,sa superare i desideri stessi dei clienti. Ecco perché la sostanza che si voleva dare a Fiat Stilo è stata declinata in tutti i campi senza mai scendere a compromessi. Sicurezza - Nel campo della sicurezza passiva Fiat Stilo offre unica del segmento, 8 airbag, due dei quali, quelli frontali, Multistage. Mentre sul fronte della sicurezza attiva, il nuovo modello vanta quattro freni a disco e offre tutti i dispositivi di controllo della frenata e della trazione oggi disponibili. L'Abs integrato dal correttore di frenata Ebd. L'Asr che limita lo slittamento delle ruote in accelerazione. I dispositivi Eva e Hba destinati ad aiutare il guidatore a frenare a fondo in caso di panico. Il sofisticato Esp che in curva controlla elettronicamente la stabilità dinamica della vettura. Sono inoltre disponibili i fari allo Xenon, che assicurano una ottima visibilità in ogni condizione atmosferica. Qualità e ricchezza dei materiali. Qui, così come per l'accuratezza delle finizioni, Fiat Stilo propone tutto quanto ci si può aspettare da una vettura che in molti casi è destinata ad essere la prima auto della famiglia. Ecco, allora, i molti materiali che derivano dai segmenti superiori: come la plancia in "slush moulding", le vernici "soft touch" con le quali sono ricoperte tutte le superfici secondarie, i contorni bruniti della strumentazione, i pregiati materiali di rivestimento dei sedili e dei pannelli, mutuati dai rivestimenti usati nell'arredamento degli appartamenti. Telematica - Connect, l'innovativo sistema telematico che collega il guidatore all'ampia gamma di servizi fferti da Targasys, sarà disponibile anche su Stilo. L'offerta dei servizi Connect è completata da un telefono GSM Dual Band con accesso Internet WAP, Localizzazione GPS e Navigazione, oltre che da un sistema audio CD capace di riprodurre anche i file musicali MP3. Il sistema può essere gestito da comandi vocali e visualizzato su display fino a 7" Wide Screen. Tecnologia al servizio dell'uomo - Fiat Stilo semplifica anche la vita a chi la possiede. Con un trasponder in tasca, è possibile entrare nella macchina e avviarla senza chiave. Nei lunghi trasferimenti autostradali si dovrà solo impostare la velocità desiderata: mantenerla, frenando e accelerando in relazione all'andatura della vettura che precede, sarà compito del Radar Cruise Control. All'entrata in galleria i fari si accenderanno automaticamente, attivati da un sensore e alle prime gocce di un improvviso acquazzone il tergicristallo entrerà in funzione su comando del sensore di pioggia. Al momento di posteggiare, poi, le manovre saranno facilitate dal sensore di parcheggio. Il funzionamento di questi e altri sistemi può essere personalizzato dal guidatore attraverso il menù del My Car sul quadro di bordo. Next Generation Interior - Fiat Stilo propone anche un modo del tutto inedito di concepire l'allestimento dell'abitacolo e di sfruttare lo spazio destinato a passeggeri e bagagli proposta da Fiat Stilo. E davvero si tratta di interni di una nuova generazione perché Fiat Stilo è la prima vettura di questo segmento che offre tutta la funzionalità e la flessibilità di un monovolume in una normale media compatta. Risultato consentito da due sedili posteriori che scorrono avanti e indietro, si reclinano e si ribaltano indipendentemente. Offrendo, così, la grande versatilità di un bagagliaio che, secondo le necessità del momento, può avere non solo una differente capacità di carico, ma anche una forma diversa. Nella Fiat Stilo 5 porte, infatti, la parte posteriore dell'abitacolo si adatta ai passeggeri, garantendo, di volta in volta, il massimo comfort agli occupanti sia nello spazio disponibile per le gambe sia nella posizione dello schienale. A questo si aggiungono un passaggio sci, diversi vani portaoggetti chiusi, un seggiolino bambini integrato nel sedile posteriore e un sedile anteriore che si ribalta a tavolino per ospitare carichi lunghi o servire come piano di lavoro. Ma per capire come il cliente potrà sfruttare una vettura di questo genere nella vita di ogni giorno, più che la semplice descrizione dell'abitacolo può servire qualche esempio. A tutti è capitato di dover trasportare oggetti non particolarmente ingombranti ma molto lunghi. E tutti ricordiamo il tempo perso per cercare (con scarso successo) d'infilarli all'interno dell'auto. Con Fiat Stilo basta ribaltare uno dei sedili posteriori e quello anteriore ed il gioco è fatto: gli oggetti trovano in pochi minuti una sistemazione sicura che lascia intatto lo spazio per guidatore e passeggeri. E quante volte ci siamo detti che l'ideale sarebbe avere due auto: una da usare ogni giorno e l'altra in occasione dei viaggi lunghi, quando la famiglia è al completo e i bagagli si moltiplicano a dismisura. Ebbene, da questo punto di vista Fiat Stilo 5 porte è due vetture in una. Con i sedili posteriori completamente arretrati, infatti, offre un bagagliaio che è già tra i più capienti della categoria. Ma all'occorrenza basta far scorrere i sedili in avanti e lo spazio per borse e valigie diventa enorme. Tornati alle normali situazioni di ogni giorno basterà riportare i sedili posteriori "tutto indietro" e reclinarne lo schienale per poter viaggiare in quattro con il massimo comfort: distesi come su una vettura di segmento superiore e con tutte le relative comodità: appoggiabraccia, portabicchieri, portaoggetti per il portafogli, il telefonino o gli occhiali dei passeggeri. Per far giocare i bambini, per scrivere o lavorare con il computer portatile c'è il tavolino ribaltabile, simile a quello degli aerei, che scende dallo schienale del sedile anteriore. Per riposare un po' è sufficiente sedere dietro, reclinare il proprio schienale e ribaltare il sedile anteriore, assumendo la stessa posizione distesa e rilassata che si potrebbe avere su una "chaise longue". Tutto questo è "Next Generation Interior", insieme con la disponibilità, sempre nell'abitacolo, di tanti, tantissimi spazi per riporre le cose. Non uno ma tre capienti vani sulla plancia (sulle auto con condizionatore/climatizzatore quello superiore è anche refrigerato). Appoggiabraccia anteriori e posteriori con scomparto interno, un ampio contenitore sistemato sotto entrambi i sedili anteriori (quando sono a regolazione meccanica), tasche generose e cinque portabicchieri. Le richieste dei clienti si diversificano sempre più e dalle trasformazioni culturali della società nascono nuove aspettative nei confronti dell'automobile, uno dei beni più profondamente integrati nella vita degli individui e della collettività. A tante domande altrettante risposte. Quelle di Fiat Stilo sono 19, come le versioni che il nuovo modello propone. Nascono dall'incrocio di un'offerta tra le più vaste e articolate del segmento, fatta di: due vetture di impronta stilistica diversa (3 e 5 porte), sei motori (1.2 16v - 1.6 16v - 1.8 16v - 2.4 20v - 1.9 Jtd 80 Cv - 1.9 Jtd 115 CV), cinque cambi (quattro meccanici e uno Selespeed), tre allestimenti (Active, Dynamic e Abarth) e 17 colori di carrozzeria, per ognuno dei quali sono disponibili rivestimenti interni differenti sia nella tinta e sia nel tessuto. Una gamma, quindi, nella quale ognuno può trovare la sua Fiat Stilo e dotarla di tutti i dispositivi che oggi si possono avere su un'automobile. Compresi quelli fino a poco tempo fa riservati a vetture di segmenti superiori. Insomma, Fiat Stilo è davvero la vettura dallo spirito europeo che non conosce confini ed è capace di adattarsi agli oltre 50 mercati cui è destinata. In particolare, l'allestimento Active propone di serie l'Abs + Ebd con Asr/Msr e Brake Assist, sei air bag (quelli anteriori sono Multistage e con il sensore Ocs), il sistema antifurto Fiat CODE II, gli appoggiatesta e le cinture di sicurezza a tre punti per tutti i posti, gli attacchi Isofix per i seggiolini dei bambini, il pretensionatore e il limitatore di carico per le poltrone anteriori. Di serie sono anche il servosterzo elettrico "Dualdrive", i fendinebbia integrati nei proiettori, l'autoradio, il My Car (personalizzazione della vettura), il trip computer, la regolazione del volante in altezza e assiale, e quella in altezza e lombare del sedile del guidatore. E ancora, cassetto della plancia refrigerato e riscaldato (quando c'è il condizionatore), vano portaoggetti sotto il sedile del guidatore, bloccaporte centralizzato con funzioni dead-lock e superchiusura, alzacristalli anteriori con sistema antipizzicamento e specchietti retrovisori a comando elettrico. Questi ultimi hanno la stessa tinta della carrozzeria e sono riscaldati. L'allestimento Dynamic aggiunge al precedente: condizionatore, telecomando, specchi di cortesia illuminati, vano portaoggetti sotto il sedile del passeggero, portabicchiere integrato nel bracciolo posteriore che, al pari di quello anteriore, ha un comodo scomparto. E ancora, a seconda delle versioni a tre o cinque porte e dei mercati nazionali, Dynamic offre di serie: sedili sportivi, pomello e cuffia del cambio rivestiti in pelle e interni "Next Generation Interior". Conclude l'offerta di Fiat Stilo l'allestimento Abarth riservato alla versione dotata del motore 2.4. Si tratta di un equipaggiamento esclusivo che propone di serie: Connect Nav+, climatizzatore bi-zona, Cruise Control, display multifunzionale e riconfigurabile a matrice attiva e il sofisticato sistema Esp (Electronic Stability Program). Sempre di serie sono i sensori di pioggia, di parcheggio e crepuscolare, gli alzacristalli elettrici posteriori, il volante e la cuffia del cambio rivestiti in pelle, i comandi sul volante (11 tasti), gli inserti bruniti sulle mostrine della plancia, le fasce paracolpi e le maniglie nella stessa tinta della carrozzeria, i sedili anteriori regolabili in altezza e i cerchi in lega da 16". Per la versione tre porte, infine, è di serie uno spoiler sportivo. Tre allestimenti, insomma, ricchi di dotazioni ai quali aggiungere l'ampia offerta di optional esclusivi: dall'Easy go al tetto lamellare elettrico (Sky Window), da Connect al climatizzatore bi-zona. È nei cromosomi dell'Azienda precorrere i tempi anche nelle tecnologie di fabbricazione e nell'organizzazione del lavoro. Per questo Fiat Auto da sempre gestisce e modifica la sua struttura produttiva con l'obiettivo di rendere gli stabilimenti più competitivi e più pronti nel rispondere alle esigenze del mercato. E' stato così all'inizio degli anni Novanta, con il passaggio dalla struttura organizzativa tradizionale alla Fabbrica integrata. Ed è avvenuto così nel 1993 con la realizzazione dello stabilimento di Melfi, destinato a costruire la Punto: due pietre miliari nella storia del modo di costruire le automobili. Oggi, proprio in concomitanza con la nascita di Fiat Stilo, una nuova importante tappa: la Fabbrica integrata "modulare", realizzata nello stabilimento di Cassino. Nata dall'adeguamento al prodotto e alle necessità del mercato oltre che dall'evoluzione dell'organizzazione del lavoro precedente, la Fabbrica integrata modulare punta sul coinvolgimento totale dei fornitori di servizi e sottogruppi. Esalta ancora di più il ruolo dell'uomo all'interno del team. Impiega diffusamente le più avanzate tecnologie informatiche, al punto che si può parlare di Digital Factory, cioè di fabbrica digitale. Ma non solo. Partiti da questi presupposti, i tecnici di Fiat Auto sono andati oltre e hanno studiato e sezionato il processo produttivo, ridisegnando flussi, postazioni di lavoro, attrezzature. Hanno fatto ricorso alle più sofisticate tecnologie, applicate soprattutto in Lastratura e in Verniciatura. Hanno coinvolto i tecnici della Piattaforma che sono scesi in stabilimento per seguire passo passo l'avviamento della produzione. Tanti interventi, dunque, che partendo dal prodotto desiderato dal cliente sono passati all'organizzazione del processo, hanno coinvolto le tecnologie, il flusso di lavoro, la formazione del personale. Tutto è stato rivisitato, razionalizzato, informatizzato, attraverso una profonda trasformazione che ha interessato in vario modo ognuna delle 4500 persone che lavorano a Cassino.

SUPPLYON PRESENTA LA FORMULA INTEGRATA DI FUNZIONALITÀ LOGISTICHE: LA PIATTAFORMA COMMERCIALE PER I FORNITORI DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO CON UNA GAMMA DI PRESTAZIONI ANCORA PIÙ AMPLIA
Monaco, 5 settembre 2001 - SupplyOn Ag integra ora la sua omonima piazza di mercato virtuale con una soluzione WebEdi completa che permette di svolgere operazioni logistiche direttamente attraverso la piattaforma. In tal modo, oltre alla possibilità di ricercare nuovi partner commerciali, di richiedere e fare offerte, o di partecipare ad aste on line, gli utenti della piazza sono in grado di ricostruire l'intero flusso di informazioni, dalla gestione della consegna all'arrivo della merce presso il cliente. Al momento, la soluzione WebEdi permette di eseguire e realizzare richieste e dati di consegna oltre che di trasporto all'interno del sistema. Nell'arco dei prossimi mesi, a questi servizi si aggiungeranno, poco a poco, ulteriori funzionalità, tra cui avvisi di credito, movimenti di magazzino, avvisi di spedizione e stampa di etichette. Un nuovo sistema assolutamente completo che offre vantaggi sia per gli acquirenti che per i venditori. Il fornitore si giova soprattutto del fatto che per tale applicazione non è richiesta alcuna infrastruttura It. Viene a mancare, pertanto, la manutenzione del sistema. Con un minimo di costi di investimento, il fornitore sarà adeguatamente attrezzato per offrire servizi logistici, in questo modo il sistema risulterà più funzionale sia agli occhi dei clienti abituali che di quelli nuovi. Mentre l'acquirente potrà, grazie a tale soluzione, aumentare il suo volume d'affari di e-business e approfittare di procedure ottimizzate soprattutto nella fase di arrivo della merce e di revisione dei conti. In particolar modo le piccole e le medie aziende, le quali fino ad oggi hanno escluso, per una questione di costi, una propria soluzione Edi, possono ora potenziare la loro competitività grazie ad una soluzione basata su browser. Bastano pochi semplici requisiti: un Pc, un browser e un collegamento ad Internet. Non è, tuttavia, soltanto il fattore prezzo ad influire sulla scelta della soluzione SupplyOn. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che con una sola connessione, quindi, con un'interfaccia uniforme, i fornitori possono arrivare ad un certo numero di clienti potenziali senza il bisogno di adattarsi a sistemi diversi. Le funzionalità logistiche offerte da SupplyOn sono state elaborate, durante la fase di progettazione, assieme ai suoi primissimi utilizzatori, ossia i suoi promotori e "associated members". Ciò garantisce una funzionalità di Internet su misura focalizzata sulle esigenze degli utilizzatori. La realizzazione tecnica della soluzione WebEdi è avvenuta in stretta collaborazione con Atos Origin, il provider di servizi di commercio elettronico e di It di primo piano.

PROFUMO DI FIORI NEGLI ALBERGHI TRAVELLING AROUND ITALY
Milano, 5 settembre 2001 - I dieci alberghi affiliati al Consorzio alberghiero Travelling around Italy sponsorizzano "Sinfonia Floreale - 3a Mostra mercato del verde ornamentale e di piante rare ed insolite", organizzata dall'associazione PromoFlor di Verbania, che si tiene dal 7 al 9 settembre 2001 ad Arona (Novara), sul Lago Maggiore, considerata una delle manifestazioni florovivaistiche nazionali più innovative. Durante le tre giornate aperte al pubblico e agli operatori del settore, si possono acquistare piante da tutto il mondo e partecipare a incontri, conferenze, corsi pratici per avvicinarsi alle più diverse discipline botaniche e di arte floreale. Travelling around Italy partecipa con uno stand ed ha messo in palio 6 soggiorni week-end nei propri alberghi per i vincitori del concorso "Colori di fine estate", coordinato dalla paesaggista Anna Furlani Pedoja, in cui concorrono architetti progettisti e vivaisti realizzatori che propongono ambientazioni di giardini da 20 a 100 mq. L'esposizione si articola su una superficie complessiva di 15.000 mq. tra spazi esterni ed interni e registra oltre 12.000 visitatori. Una verde passerella, costellata da gazebo e stand, nei quali più di 50 selezionati espositori italiani e stranieri presentano il fior fiore della propria produzione. Si potranno ammirare quindi rarità e novità del mondo dei fiori, tra cui una nuova azalea bianca è dedicata a Maria José di Savoia, l'ultima Regina d'Italia, scomparsa a gennaio 2001. I fiori, che ci regalano tanta bellezza e felicità, rappresentano anche un business formidabile a livello mondiale: nei soli Stati Uniti muovono infatti un giro d'affari di quasi 15 miliardi di dollari l'anno. Nell'asta dei fiori di Aalsmeer, in Olanda, la maggiore borsa europea del settore, transitano 19 milioni di fiori in 24 ore. L'Italia è uno dei principali esportatori sul mercato internazionale e vi operano 22.000 aziende floricole. L'uso dei fiori è intimamente legato ai sentimenti umani: un bouquet o una singola corolla possono alimentare una passione ardente, placare il furore della gelosia, rinsaldare un'amicizia in occasione di un anniversario o una riunione conviviale. Negli alberghi le decorazioni floreali sono molto importanti, non solo per il gradevole effetto scenico, ma per il profumo che gratifica l'olfatto. Questo aspetto è particolarmente curato negli alberghi affiliati al Consorzio Travelling around Italy, tutte strutture di grande pregio e fascino, affini nella filosofia dell'ospitalità di classe, ubicate in attraenti destinazioni turistiche italiane. Al momento attuale sono soci gli Hotel Barocco, dei Consoli e Piranesi di Roma, Hotel Poseidon di Positano, Villa Abbazia di Follina (Treviso), Hotel Villa Ducale di Taormina, Villa Michelangelo di Vicenza, Locanda dei Mai-Intees di Azzate (Varese), Villa Cheta di Maratea e Le Selve di Armenzano (Perugia). "Il concetto della gratificazione dell'ospite attraverso l'olfatto fa parte dei parametri innovativi introdotti per selezionare gli alberghi che desiderano affiliarsi al Consorzio: i 5 sensi", commenta Franco Caruso, Presidente di Travelling around Italy. "Vista, olfatto, gusto, tatto e udito consentono una valutazione indipendente da elementi oggettivi come lo stile moderno o antico, l'ubicazione, le dimensioni, ecc. Sinfonia Floreale quindi rientra a buon diritto nelle nostre iniziative di marketing che vertono sulla valorizzazione dell'ambiente, del territorio come destinazione turistica e della qualità dell'accoglienza offerta agli ospiti". Travelling around Italy - Via della Purificazione 4 - 00187 Roma Tel. 06/4872001 - Fax 06/485994

IL PROSCIUTTO CRUDO DI PARMA PROTAGONISTA DEL G8 DEI FORNELLI
Milano, 5 settembre 2001 - Otto grandi dei fornelli di tutto il mondo alla corte del "re dei salumi italiani". Il Festival del prosciutto di Parma svoltosi contemporaneamente nei 12 comuni della zona di produzione tipica da venerdì 31 agosto a domenica 2 settembre è diventato poliglotta ed ha ospitato il summit di otto fra gli chef più famosi del mondo: da Donato de Santis, che fino a due anni fa è stato il cuoco personale di casa Versace ed ora vive in Argentina dove è considerato un vero e proprio ambasciatore del food made in Italy ed è diventato un personaggio della tv; a Minoru Saito, lo chef giapponese patron del "Croce&Delizia", uno dei ristoranti italiani più alla moda di Tokyo; dallo chef americano Rick Tramonto, proprietario del "Tru", incluso nell'elenco dei "top 50 Best Restaurant" del mondo; al cuoco francese Alain Caron che da anni è executive chef nei migliori ristoranti di Amsterdam; da Jean Jacques Barbot, che, dopo aver servito i palati dell'Eliseo sotto la presidenza di Giscard d'Estaing da un paio d'anni gestisce a Vichy il rinomatissimo "L'Alambic" all'economista tedesco grande appassionato di cucina Micheal Bartels patron del ristorante "Michas Essen&Trinken" di Francoforte;dal giovanissimo Tim Teck, che a soli 24 anni sta già facendo parlare di sé come capo cuoco presso il Grand Café Leroy di Anversa, allo chef inglese Matthew Harris, che insieme al fratello gestisce uno dei locali più chic di Londra. Due gli appuntamenti nel corso dei quali gli "otto grandi dei fornelli", coordinati dallo chef parmigiano Marco Parizzi si sono cimentati in una serie di proposte inedite, alcune addirittura ardite, che ovviamente hanno avuto per protagonista sua maestà il prosciutto crudo di Parma: una cena nella Sala d'Onore di Villa Lalatta di Sala Baganza e un pranzo presso la Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo. In entrambi i casi, si è tratto di menù destrutturati. Apprezzato dai gourmet di tutto il mondo come nobile salume per spuntini raffinati, il prosciutto di Parma è diventato così il protagonista di una serie di raffinatissimi piatti della nuova cucina fusion, ovvero, il gusto senza frontiere. Sono quindi arrivati in tavola: un sushi di prosciutto e un tempura di animelle con scampi e prosciutto e pomodorini fritti; vinaigrette calda di porri con prosciutto e parmigiano; tartare di aringhe con prosciutto croccante; mousse al mascarpone accompagnata da prosciutto di Parma e insalata di fichi; insalata di ceci con formaggio di capra, aglio arrostito, rucola e prosciutto; ostriche in gelatina di melone con piccola dadolata di prosciutto; involtini di crudo farciti con formaggio di capra fresco, code di scampi e crema ghiacciata alla rucola selvatica; medaglioni di coda di rospo e salmone avvolti nel prosciutto di Parma, accompagnati da salsa di pomodoro al pepe verde e riso giallo allo zafferano. E via...gustando.

"SAPORI D'AUTUNNO" IN VAL TARO TRA PORCINI E CASTAGNE, FIUMI E CASTELLI
Parma, 5 settembre 2001 - Ecco come celebrare degnamente i prodotti più genuini della tradizione montanara parmense. In settembre e ottobre andar per sagre in Val di Taro fa bene al corpo, alla mente e.al palato Un tempo ci passavano, tra mille sacrifici e altrettanti rischi, i pellegrini diretti a Roma in cerca di indulgenze. Era parte della via Francigena e si snodava, allora come oggi, tra le verdi valli e i monti dell 'Appennino parmense occidentale, ai confini con Liguria e Toscana. Oggi sulla "Strada del fungo porcino" che comprende l'Alta Val di Taro e parte della Val Baganza si va, assai felicemente e con tanti vantaggi, per "porci" e "porcini", seguendo i sentieri enogastronomici della tradizione montanara parmense. L'occasione ghiotta, valida in settembre e ottobre, è data dalla quinta edizione di "Sapori d'Autunno", manifestazione firmata dalla Pro Loco di Borgo Val di Taro e da Parma Turismi. Con una finalità eccellente: l'invito a godere di feste, sagre, manifestazioni, dell'esaltazione della buona cucina genuina e saporita, dei frutti del bosco, prime tra tutti le immancabili castagne, e a provare la calda accoglienza della zona. Qui siamo in uno dei paradisi gastronomici d'Italia. Basta citare, per tutti, tre dei prodotti entrati nella mitologia alimentare nazionale e mondiale: il Fungo porcino (Boletus Edulis per i botanici), re incontrastato delle tavole valtaresi, insignito nel 1993 della Igp (Indicazione Geografica Protetta). Versatile bontà fresca ed essiccata, condimento sublime di tagliatelle, tortelli o gnocchi di patate, contorno per le carni, conservato sott'olio ed usato come antipasto oppure crudo, tagliato sottile, condito con olio d'oliva e scaglie di formaggio. E poi non hanno certamente bisogno di descrizione il Parmigiano-Reggiano e il Prosciutto di Parma, due D.O.P. (Denominazione d'Origine Protetta). Mesi magici, dunque, quelli di settembre e ottobre, con i colori e i sapori della stagione: un'avventura attraverso alcune delle zone più belle dell' Emilia Romagna. Alla ricerca della tradizione plurisecolare che è fatta di tavole di ristoranti tipici, di "caldarroste" e di "pattona", di pesce e di tenera selvaggina, di profumatissimi "boleti" serviti in mille ricette sfiziose, di carni del "nimal" (il maiale), ma anche di splendidi itinerari d'arte alla scoperta di palazzi, case in pietra, piazze e monumenti che hanno fatto la storia di questi luoghi. E con tutta la famiglia saranno più entusiasmanti le deliziose visite ai ristoranti dei "Sapori d'Autunno", da scoprire con curiosità da veri gourmet, nei borghi della Valtaro. I menù a base di funghi nei ristoranti di "Sapori d'Autunno" vanno dalle 35.000 alle 50.000 (bevande escluse). Prendendo le mosse da Berceto, uno dei borghi appenninici più antichi, fiero del suo Duomo romanico di San Moderanno (XII secolo), e dei suoi gioielli medioevali, che nei dintorni si chiamano Castellonchio, Valbona e Corchia, scendiamo verso la valle del fiume Taro e quella che è considerata la sua "capitale": Borgo Val di Taro. Magnifiche dimore di antiche famiglie gentilizie si affacciano sulla Via Nazionale, nel centro storico, mentre nella cinta muraria è stato ricavato un interessante Museo. A Porcigatone, poi, c'è l'oasi WWF dei Ghirardi. Seguendo la statale 523, si arriva a Tarsogno e ci si immerge nella tradizione dei nonni visitando i vecchi mulini, i "casoni" (essiccatoi per le castagne) e i piccoli oratori sparsi nei dintorni. Lasciando Albareto a sinistra (non senza esserci stati), e risalendo verso il Passo di Cento Croci, si arriva nell'Eden dei fungaioli: la Val Gotra. A destra c'è Tornolo: anche qui funghi a volontà ma anche strutture ricettive di prim'ordine. Da non perdere, il quattrocentesco santuario della Madonna del Faggio e il ponte medioevale di Santa Maria del Taro, borgo "dipinto" con i tipici colori caldi di ispirazione ligure. Lungo il corso del Taro si raggiunge Bedonia, cuore religioso ma anche scientifico del territorio. Il seminario annesso all'imponente santuario della Madonna di San Marco ospita, tra l'altro, un museo di Storia Naturale, un Planetario, un punto di osservazione astronomica, una quadreria (la Pinacoteca "Parmigiani" con un Carracci). Compiano vuol dire castello dei Landi (arredato con gli oggetti e i mobili d'arte della magnifica Collezione Gambarotta), cinta muraria, borgo graziosissimo, caratterizzato da un suggestivo lastricato e da una serie di stemmi murali. Da qui sono partite per il mondo intere generazioni di saltimbanchi, la cui attività è documentata nel Museo degli Orsanti, ospitato nella chiesa di San Rocco. Qui, proprio alla fine dell'avventura ci si riposerà.davanti a un bel piatto di funghi, si berrà del buon vino generoso e si ascolteranno le storie del buon vecchio tempo andato. Storie d'Autunno. Parma Turismi suggerisce offerte speciali per deliziosi weekend nella Valtaro. Un esempio? Con appena 75 mila lire si compra un pacchetto con un pernottamento in un albergo a tre stelle (camera doppia), la mezza pensione con pranzo o cena a base di prodotti tipici (bevande escluse), la possibilità (su prenotazione) di visitare caseifici e aziende per la lavorazione dei prodotti tipici locali. Per informazioni: "Sapori d'Autunno": Parma Turismi, strada Repubblica 45, 43100 Parma, Tel: 0521-228152. Fax 0521-223161, e-mail
parma.turismi@tin.it

GUCCINI IN CONCERTO VENERDÌ 7 SETTEMBRE 2001 - MONZA (STADIO BRIANTEO)
Milano, 5 settembre 2001 - La stagione autunnale dei grandi concerti a Milano e dintorni si apre il 7 settembre allo Stadio Brianteo di Monza con l'attesissima esibizione di Francesco Guccini, accompagnato dalla sua band (Ellade Bandini, batteria e percussioni; Antonio Marangolo, sax e percussioni; Vince Tempera, pianoforte e tastiere; Ares Tavolazzi, basso; Juan Carlos "Flaco" Biondini, chitarre; Roberto Manuzzi, sax, armonica, fisarmonica e tastiere). Nel 1940 Francesco Guccini nasce a Modena, piccola città, bastardo posto, luogo mai amato fino in fondo. Meglio Pàvana, dove cresce "fra i saggi ignoranti di montagna, tirato su a castagne ed erba spagna" (Addio). Meglio Bologna, che avrebbe poi eletto a sua dimora, in quella via Paolo Fabbri 43, dove ancora risiede ("abito sempre qui, in questa stessa strada", come canta in Ho ancora la forza). Lungo le pieghe della via Emilia, Guccini affina i tratti del cantastorie, prima in un anonimo complesso (nessuno, allora, li chiamava gruppi) con Pier Farri e Victor Sogliani, poi (dopo una breve esperienza come giornalista alla Gazzetta dell'Emilia dove impara a maneggiare le parole) con i Gatti, insieme ad Alfio Cantarella. Folgorato da Freewheelin' di Bob Dilan, nel novembre 1964 scrive due canzoni figlie di quel verbo: Noi ci saremo e Auschwitz, con le quali entra nella storia dalla porta principale. Poco dopo, arriva Dio è morto, qualcosa di più di un inno generazionale, brano cantato in coro dalla gente tanto ai festival dell'Unità che in chiesa, primo esempio cantautorale di compromesso storico. Il debutto in proprio, Folk Beat n.1, esce nel 1967 a nome Francesco, senza il cognome Guccini, ma con canzoni che si presentano da sole, a partire da quella In morte di S.F. che ancora oggi battezza ogni concerto del Maestrone. L'isola non trovata (1971), terzo disco (nel mezzo, Due anni dopo) è anche il primo album di Guccini legato da piccoli fili rossi (almeno due: l'irrazionalità e l'esotismo), un bel tentativo di costruire qualcosa di unitario il cui risultato sia superiore alla somma delle canzoni. Il fine è raggiunto con Radici (1972), dove ogni brano è una piccola perla di una collana che il Maestrone indossa ancora dal vivo: Radici, Piccola città, Incontro, Canzone dei dodici mesi, Canzone della bambina portoghese, Il vecchio e il bambino e la mitica Locomotiva. Opera buffa (1974), registrato all'Osteria delle Dame e denso di scherzi musicali, mostra l'aspetto più giocoso del Guccini; Stanze di vita quotidiana (1974) torna a puntare tutto sulla riflessione e sull'intimismo. Via Paolo Fabbri (1976) e Amerigo (1978) entusiasmano e commuovono: L'avvelenata sputa rabbia e orgoglio, Piccola storia ignobile racconta il dramma dell'aborto, Eskimo mette in fila i sogni di una generazione, Amerigo confronta l'America sognata e quella vissuta con gli occhi dello zio emigrante. Il cammino verso Metropolis (1981), album dedicato a città con una storia e una forte valenza simbolica (Bisanzio, Venezia, Bologna, Milano), passa attraverso Album Concerto (1979), il live realizzato con i Nomadi, primo disco in cui compare, nelle vesti di coordinatore artistico, Renzo Fantini. Guccini (1983), che ha per tema i falsi movimenti del viaggiare , splende di luce vivissima in Autogrill, canzone sospesa tra mistero e irrealtà che vive un doppio registro temporale, come in certi racconti di Borges. Il 1984 è l'anno di Fra la via Emilia e il West, espressione entrata nell'immaginario collettivo e nel lessico quotidiano, fedele registrazione del trionfale concerto a Bologna, in piazza Maggiore, vent'anni dopo Auschwitz. Dopo tre anni di silenzio occupati a vivere e riordinare le idee, Signora Bovary (1987) accende nuovamente i riflettori sul cantautore montanaro: Scirocco manda aria calda e rassicurante, mentre Culodritto (dedicata alla figlia Teresa) e Van Loon (un ricordo del padre Ferruccio) riportano il discorso alle radici. Gli anni Ottanta terminano con un altro disco dal vivo, Quasi come Dumas (1988) e con il primo esperimento letterario, Cròniche Epifàniche, cui seguiranno un altro romanzo (Vacca d'un cane), due gialli (Macaronì e Un disco dei Platters) e l'autobiografia scritta con Massimo Cotto (Un altro giorno è andato). Quello che non...(1990) battezza il nuovo decennio. La negazione fotografa l'andamento di una questione sentimentale ma anche la dissoluzione di certi ideali sociali e politici. Come sempre, privato e pubblico s'intersecano e influenzano a vicenda. Canzone delle domande consuete è targa Tenco come canzone dell'anno, Cencio rimette magistralmente in moto la giostra della memoria. Nel 1993 si torna a volare. Parnassius Guccini, ennesimo grande album, deve il titolo a una farfalla scoperta nell'appenino toscoemiliano da un entomologo appassionato del Maestrone. Canzone per Silvia, dedicata alla Baraldini, e Nostra Signora dell'Ipocrisia, atto d'accusa contro la televisione, smuovono gli animi; Farewell, bellissima canzone dell'amore perduto, e Samantha, storia di due ragazzi che si sfiorano e subito si perdono, fermano il cuore. D'amore di morte e di altre sciocchezze esce nel 1996. La morte è in Lettera, struggente dedicata a Bonvi, Victor e a chi se n'è andato; ne Il matto, che muore ridendo, in battaglia, anche quando si accorge che qualcuno, per scherzo, gli ha tolto il caricatore dal fucile; e ne Il caduto, storia di un montanaro seppellito in pianura che vorrebbe rivivere solo per rivedere i suoi posti. Le sciocchezze vivono ne I fichi. L'amore inonda il resto e trova il suo apogeo in Vorrei e in Cyrano, su cui soffia il vento forte dell'epica. Poi, il vecchio sbevazzatore d'osteria si traveste da oste nel bar di Radiofreccia, pluridecorato film di Luciano Ligabue. Nel febbraio 2000 esce il nuovo album di Guccini, Stagioni, l'ennesimo lavoro senza tempo né sbavature. Chierico vagante, bandito di strada, non artista, solo piccolo baccelliere, giullare da niente ma indignato, finto burbero che si nasconde dietro un dito per non mostrarsi a figura intera, l'uomo di Pàvana apre l'agenda del Duemila raccontando vecchie e nuove avventure, sempre in bilico tra passato e presente, evitando di tagliarsi con la lama del futuro. "Arrivato alla mia età, so che gli anni che mi rimangono sono meno di quelli già andati, per cui mi tengo stretto il mio mondo e continuo a raccontarlo". In Guccini il futuro non esiste (e quando si materializza è spesso sotto forma di incubo, come nell'allucinato paesaggio da disastro nucleare del Vecchio e il bambino), lo si può al massimo progettare, ma svanisce quando è sul punto di realizzarsi (come nell'Autunno struggente, dove l'io narrante pensa "confuso al mistero dei tanti io sarò diventati per sempre io ero"). E' per questo che il cd appende al muro l'Autunno, l'Inverno '60 e la Primavera '59, ma rifiuta di aprirsi all'estate, la sola stagione non rappresentata. Le stagioni del nostro unico cantautore montanaro mandano lampi accecanti: Addio è legno che brucia nel camino dell'indignazione; Stagioni sfrutta l'immediatezza della lingua parlata per far parlare la vita di Che Guevara e sbuffa accanto alla Locomotiva; E un giorno è dedica tenera alla figlia, anni dopo Culodritto; Ho ancora la forza, scritta con Luciano Ligabue, è la voglia di non arrendersi alla banalità, al già detto, ai dischi buttati via, tanto per dire qualcosa senza sforzarsi di significare. Ore 21.00-lire 36.000 + dir.prev. Per informazioni al pubblico: tel.039/323222 e 02/58101344 n.b. Il concerto si effettuera' anche in caso di maltempo in quanto la tribuna per il pubblico ed il palco sono al coperto

VELA: IDEA WORLD CARGO A PORTO CERVO NELLA MAXI YACHT ROLEX CUP
Porto Cervo, 5 settembre 2001 - Anche nella seconda giornata di regate della Maxi Yacht Rolex Cup a Portocervo "Idea World Cargo" dell'armatore napoletano Raffaele Raiola è stata la prima a tagliare la linea d'arrivo della flotta IMS battendo nell'ordine "May Song" e l'americana "Sagamore". La prova odierna è stata caratterizzata da una stretta battaglia tra le più grandi imparcazioni della flotta che hano navigato fianco a fianco sorpassandosi più volte nel bordeggio della prima parte del percorso e nel lato conclusivo. Anche oggi la scelta del percorso è caduta su una rotta attraverso le isole dell'arcipelago maddalenino per un totale di circa una ventina di miglia con un vento da ovest/nord-ovest di oltre 20 nodi. Al primo passaggio di boa a Capo d'Orso "Idea World Cargo" incappava in un'avaria al genova che costringeva l'equipaggio guidato dal barese Paolo Semeraro a ritadare la sua corsa per poter sostituire la vela: nonostante il ritardo accumulato il team riusciva poi a recuperare lo svantggio e a recuperare acqua fino a risorpassare i suoi più diretti avversari e a vincere in tempo reale la classifica. L'equipaggio guidato dallo skipper e timoniere Paolo Semeraro comprende anche l'armatore Raffaele Raiola, Tommaso Chieffi (tattica) e Roberto Spata (navigatore), Riccardo Simoneschi, Alan Hood e Sandro Montefusco (randa), Angelo Romanengo (coordinamento pozzetto), Dede De Luca, Max Procopio, Nando Colaninno, Alberto Scapolo, Davide Tizzano, Massimo Paradiso, Paolo Bottari, Giovanni Mascetti, Marco Cornacchia,Massimo Braga, Saverio Giambi, Alessio Pratesi, Sergio Mauro, Rosario Vannucchi, Vittorio Landolfi. "Idea" è in gara sul campo di regata della Maxi Yacht Rolex Cup con il colori di World Cargo, società con base a Fiumicino specializzata nel settore della logistica e dei trasporti internazionali.

NAUTICA DA DIPORTO: "UNA RISPOSTA PER TE"
Roma, 5 settembre 2001 - "Una risposta per te" e' il titolo della pubblicazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul settore della nautica da diporto. Il volume raggruppa le risposte fornite alle numerose domande che appassionati ed operatori rivolgono all'amministrazione sulla materia. I temi principali trattati riguardano le dotazioni di sicurezza, le patenti nautiche, la normativa e gli apparecchi radio.
http://www.trasportinavigazione.it/site.asp?IdDoc=596

UN DECRETO CONTRO LA VIOLENZA NEGLI STADI
Roma, 5 settembere 2001 - Con l'inizio del campionato di calcio e' entrato in vigore il nuovo decreto legge, varato dal Consiglio dei Ministri il 9 agosto scorso, per combattere gli episodi di violenza legati a manifestazioni sportive. Le principali novita' introdotte sono l'aumento della durata del periodo d'interdizione dagli stadi, l'introduzione di specifiche figure di illecito penale riguardanti il lancio di corpi o oggetti contundenti e lo scavalcamento di recinzioni, e la previsione dell'arresto entro i limiti delle 48 ore successive al fatto per gravi tipologie di reati di violenza.
http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/antiviolenza/antiviolenza.htm

IL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI INAUGURA ARCHEOLAB UN NUOVO SPAZIO PER LA DIDATTICA ARCHEOLOGICA E AMBIENTALE PRESSO IL MUSEO DELLE PALAFITTE DI MOLINA DI LEDRO
Trento, 5 settembre 2001 - Molina di Ledro, fronte lago, località Pastei Sabato 8 settembre 2001 ore 11.00 Il Sindaco Il Presidente di Molina di Ledro del Museo Tridentino di Scienze Naturali Franco Brighenti Giuliano Castelli inaugurano il nuovo spazio espositivo. Il Programma prevede il seguente svolgimento: ore 11.00 presentazione di Archeolab Interventi di Cristina Mayr, architetto, responsabile del progetto di restauro Franco Brighenti, sindaco di Molina di Ledro Michele Lanzinger, direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali saluto delle autorità ore 12.00 visita agli spazi didattici. Archeolab è il nome che il Museo Tridentino di Scienze Naturali, assieme al Comune di Molina di Ledro, ha voluto dare alla nuova struttura che andrà ad aumentare l'attrattiva e l'interesse per il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro. A pochi passi dal museo, Archeolab è un edificio di 3 piani appositamente restaurato e interamente dedicato all'attività di didattica e di animazione dell'archeologia delle palafitte e alla conoscenza dell'ambiente naturale della Valle di Ledro. La sua destinazione a laboratorio didattico permetterà di migliorare e rendere più ampia la partecipazione alle iniziative che il Museo delle Palafitte propone da anni alle scolaresche del Trentino e dell'Italia settentrionale, così come ai numerosi turisti che frequentano questo splendido angolo del Trentino. L'immobile oggetto del restauro fa parte di un complesso di edifici eretti agli inizi del '900 destinati ad albergo-abitazione. Passato successivamente all'INAM di Brescia, parzialmente ampliato e riadattato, venne adibito a colonia estiva fino al 1960, epoca di soppressione dell'Ente e di passaggio della proprietà al Ministero del Tesoro. La struttura è stata acquisita anni fa dal Comune di Molina di Ledro che ha inteso valorizzare questi beni attraverso un loro globale recupero. Lo stabile si trova all'interno di un grande parco botanico punto di riferimento per i visitatori in ogni stagione dell'anno; da oggi diviene luogo di valorizzazione del patrimonio storico e di promozione culturale. Archeolab segna il primo passo nel progetto di riproposizione dell'area archeologica che proseguirà con l'infrastrutturazione di un "vero" villaggio palafitticolo, ricostruito sulla base delle più attuali conoscenze archeologiche. Sarà inoltre luogo importante per iniziative promosse dalle amministrazioni locali. Infolink:
www.mtsn.tn.it

SACRO E PROFANO DI ROBERTO PERONCINI
Milano, 5 settembre 2001 - Si aprirà il 15 Settembre 2001 alle ore 17.00 presso la Galleria S. Ludovico di Parma (Via Cavour) la personale di Roberto Peroncini dal titolo "Sacro e Profano". La mostra, che si svolge contemporaneamente in due sedi separate, presenterà circa 50 opere, di cui circa una trentina in S. Ludovico e la parte restante presso un chiostro dell'abbazia di S. Giovanni Evangelista in centro a Parma. Le opere risalgono tutte al periodo successivo al 1990 e provengono da collezioni private e da altre personali dell'artista. Si tratta di sculture in legno e in cartongesso e di dipinti realizzati con tecnica mista: olio, tempera acrilica, smalti, vernici. Le opere appartengono all'area astratto-informale e, nell'ultima fase, anche figurativa. I soggetti riguardano paesaggi, nudi e composizioni varie. I testi del catalogo, pubblicato dal Centro Grafico Record (Cgr) di Parma, sono curati dal noto scrittore Guido Conti. La mostra in S. Ludovico rimarrà aperta da Sabato 15 Settembre a Domenica 21 Ottobre tutti i giorni, lunedì escluso, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. L'ingresso è gratuito.

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