QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NOTIZIE
DALL'ESTERO


DI 
ALESANDA DAL RI

LUNEDI'
18 FEBBRAIO 2002


pagina 7

 

 

 

 

 

La nostra vetrina dei 
PRODOTTI
ARTIGIANALI
e' aperta... visitatela

 

 

 

 


Entrate nell'
AREA
DELLE NOVITA'
troverete esposti molti
prodotti interessanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'esposizione dei 
PRODOTTI
PER IL LAVORO
è aperta visitatela

 

 

 

Seminario"Destination India", Milano 13/2/2002 c/o Assolombarda a cura Ufficio Ice New Delhi

 SITUAZIONE ECONOMICA E QUADRO CONGIUNTURALE

Nell'anno fiscale 2000/2001,il tasso di crescita del PIL è stato del 5,2%,contro il 6,4%, raggiunto nel 1999/00 ed il 6,6%del 1998/99.Nell'anno fiscale 2001/2002, difficilmente potrà superare il 5%.L'economia indiana ha comunque dimostrato un buon livello di elasticità rispetto all'aumento dei prezzi del petrolio degli ultimi due anni.La riduzione del tasso di crescita dell'economia nell'ultimo biennio è dovuta principalmente al declino del settore dei servizi dal 9,6% dell'anno fiscale 99-00 al 7,7%(a.f.:00-01)e al 6,6%(stima a.f.:01-02).Notevole anche il declino della produzione industriale passata dal 6.4%(a.f.:99-00),al 5,3%(a.f.:00-01)al 3,5% negli ultimi due anni,a causa delle condizioni di siccità dei maggiori stati produttori,come il Madya Pradesh,il Gujarat(colpito anche dal disastroso terremoto di gennaio 2001), ilRajastan, sembra siano stati in parte risolti tanto che è stimata per l'anno 2001-02 una crescita della produzione del 6,5% contro un misero 0,2% dell'anno fiscale precedente.Anche il tasso medio di inflazione, che era stato nell'anno 00-01 del 6,5%,è stimato in diminuzione,intorno al 3%. Non è escluso un nuovo aumento del tasso di inflazione se il governo non saprà gestire il deficit fiscale e non metterà in atto una seria e definitiva politica di privatizzazione delle società controllate dallo stato.Nel 1999/2000,il deficit fiscale è stato sotto pressione, a causa delle spese della guerra di 50 giorni in Kashmir e per il ciclone di Orissa.E per l'anno 00-01 è stato fronteggiato l'aumento della spesa per la situazione in Gujarat.Nell'anno fiscale 01-02nuove e più ingenti spese dovranno essere sostenute per la situazione di crisi con il Pakistan.La persistenza di un alto deficit fiscale sia a livello centrale che dei singoli stati è uno dei problemi che richiedono un intervento immediato,anche secondo le raccomandazioni del Fondo Monetario internazionale. Il paese dispone di risorse naturali e di mano d'opera qualificata che gli hanno consentito di collocarsi al decimo posto fra le nazioni più industrializzate e può aspirare ad una crescita annua del 9-10%(è da notare che l'aumento annuo di due punti percentuali è sufficiente a far raddoppiare il reddito ogni 35 anni). Il raggiungimento di tale obbiettivo è possibile e richiede soltanto che il governo porti a termine il lavoro iniziato nel 1991,con il ripudio completo del dirigismo patologico del passato e limitando il proprio ruolo,nell'economia,a quelle poche aree(ad esempio istruzione,agricoltura,infrastrutture) in cui l'impresa privata da sola non potrebbe assicurare risultati significativi.Resta da vedere se l'attuale governo potrà portare a termine l'operazione. Il settore più in difficoltà resta quello agricolo che ancora oggi provvede al fabbisogno del 70% della popolazione e che per un decennio, fino al 95-96,è cresciuto mediamente ad un tasso del 2-2,5%.Nel 1996-97 la crescita aveva avuto una leggera impennata con un aumento del 3,75%, per poi iniziare a scendere fino ad un -3,7% nell'ultimo anno fiscale. Nel 1999-2000 il calo è stato del 2,9%.Il calo è continuato nell'anno fiscale 2000-01 e solo per il corrente anno si prevede uma inversione di tendenza.Sta venendo così meno l'obbiettivo fissato nel piano quinquennale di sviluppo(1997-2002)che prevede una crescita annua del settore,pari al 4,5%.Non si è pertanto verificato l'impatto catalitico che ci si attendeva sulla domanda e sulla crescita globale.Sul settore comunque è focalizzata l'attenzione del governo che intende migliorarne la produttività mediante l'impiego allargato di tecnologie avanzate(biotecnologie), con l'estensione di riforme istituzionali ed una politica dei prezzi che tenga conto delle regole del mercato e riduca quella basata sui sussidi,incoraggiando la partecipazione industriale e la formazione di capitale. La produzione industriale mostra segni di cedimento che si sono accentuati nell'ultima parte dello scorso anno.L'indice della produzione industriale è cresciuto solo del 2,3% nel primo semestre del 2001 rispetto al 5,7% dello stesso periodo dell'anno precedente.Il settorem che ha maggiormente risentito la diminuzione è stato quello legato alla produzione dei beni di investimento(-11%) mentre la produzione di beni di consumo durevole ha mostrato una crescita del 16% nel se.In definitiva, su base annuale è previsto un aumento della produzione industriale del 3,5 invece che del previsto 4,5%. Anche il commercio estero, che dopo un primo quadrimestre che aveva visto un leggerissimo incremento delle esportazioni, ha subito negli ultimi mesi un quasi crollo;anche le importazioni,nel periodo preso in considerazione,sono aumentate del 3% contro l'aumento del 10,5% raggiunto nello stesso periodo dell'anno precedente.Ciò dovuto principalmente alla caduta dei prezzi dei prodotti petroliferi(aumento dell'8% rispetto al 72%).A seguito della caduta delle esportazioni e dell'incremento delle importazioni il deficit commerciale è passato dai 4,5mld di Usd del periodo aprile-agosto 2000 ai 6,2 miliardi di Usd nello stesso periodo del 2001. Dal 1 aprile 2001,per effetto degli impegni assunti dall'India in sede WTO sono state eliminate tutte le restrizioni quantitative ad esclusione di poche legate a fattori socio-religiosi.Ciò però non ha significato una maggiore apertura del mercato,anzi in alcuni settori(marmo, oreficieria, alimentari,abbigliamento) con l'introduzione di alti dazi(es,vino 480%)e con altre barriere non tariffarie hanno reso praticamente impossibile l'importazione di detti prodotti.Si attende ora la nuova legge di bilancio per l'anno fiscale aprile 2002-marzo 2003 per verificare se le promesse di riduzione dei dazi, più volte annunciate,verranno mantenute. Il protezionismo è infatti ancora parte integrante del DNA economico nazionale e l'apertura del paese è in alcuni casi vissuta come una minaccia più che come una fonte di opportunità.Ne è un altro esempio il tetto imposto agli investimenti stranieri nelle piccole imprese, così come la lista delle produzioni riservate a tali unità. E' anche vero,però,che l'industria dell'Information Technology è nata dal nulla grazie a politiche governative avvedute,in particolare grazie alla creazione dei parchi tecnologici,ed ora rappresenta un settore dinamico e in continua crescita,la cui performance nelle esportazioni è piuttosto brillante(3.9 miliardi di dollari nell'anno fiscale 1999-2000) e con ottime prospettive per il futuro.La presenza di alcuni monopoli(anche se il monopolio telefonico dellaVSNL si sta progressivamente smantellando),le infrastrutture carenti e un apparato burocratico elefantiaco poco incline ai tentativi di privatizzazione, concorrono a definire una parte del quadro della situazione, ancora piuttosto chiusa alla concorrenza. I vantaggi competitivi del subcontinente sono però altrettanto notevoli.La disponibilità praticamente illimitata di manodopera a basso costo(che rimanda ad un ben più triste problema,la disoccupazione, per il quale non esistono tutt'ora statistiche ufficiali),alcuni settori di eccellenza(in particolare l'IT),le dimensioni di un mercato in crescita e la diffusione della lingua inglese sono fattori sui quali si possono basare delle strategie di penetrazione commerciale e produttive, sia rivolte al mercato locale,sia nella prospettiva più larga dell'intera area o del mercato internazionale. Nel contesto del mercato globale l'obbiettivo commerciale dell'India resta quello di incentivare e moltiplicare gli scambi con il resto del mondo.In primo luogo con l'Unione Europea, che con circa 1/3 dell'export e dell'import indiano rappresenta il suo maggior partner mondiale. In controtendenza l'aumento delle riserve di valuta estera che hanno raggiunto alla fine di novembre 2001 i 42,7 miliardi di Usd contro i 39,5 mld di Usd della fine di marzo del 2001.Ciò dovuto principalmente all'aumento delle rimesse dall'estero e dall'aumento degli investimenti esteri;nel periodo aprile-agosto 2001 gli investimenti esteri sono cresciuti di 2,8 miliardi di Usd. Le riforme del 1991 hanno avviato un processo ormai irreversibile, potenzialmente pronto ad accelerare il processo di liberalizzazione:il nuovo corso economico ha creato infatti una serie di aspettative in larghi strati della popolazione, che dovrebbero stimolare il sistema a proseguire e velocizzare i cambiamenti fin qui perseguiti. E' probabile che la seconda fase del rilancio venga attuata più a livello dei singoli Stati, che non dal governo centrale di Delhi.Sarà la concorrenza fra essi a promuovere le ulteriori riforme economiche,le quali a loro volta provocheranno nuova concorrenza fra gli stati e così via.La domanda che ci si pone è se quanto è stato fatto finora abbia prodotto la massa critica necessaria per avviare questa reazione a catena.Un vanto per il Ministro delle Finanze è sicuramente il livello delle riserve valutarie che attualmente ammontano a circa 41 miliardi di dollari. L'India non è stata toccata,se non con una modesta svalutazione della propria moneta, dalla crisi asiatica,che,da una perturbazione limitata ai mercati finanziari, si è poi manifestata nei suoi aspetti reali, con una caduta della domanda interna e della produzione, che ha portato all'orlo del collasso le economie dei vari paesi del Sud-Est Asiatico e del Pacifico.

 Pagina 1   Pagina 2  Pagina 3   Pagina 4   Pagina 5  Pagina 6  Pagina 7

Titoli      Home    Archivio news