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2003 anno 6°  

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7  GENNAIO 2004

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BIOTECNOLOGIE: MILANO COLMA UNA LACUNA NASCE BIOFORUM, DOVE SCIENZA E IMPRESA SI INCONTRANO

Milano, 7 Gennaio 2004 - Biotecnologie: non passa giorno che la stampa non ne parli. Individuato negli anni ’90 come settore strategico negli Usa, analizzato in "The biotech Century" di Jeremy Rifkin, vede ora molte nazioni fortemente interessate e la Cina che si propone come punto di riferimento. Oggi si assiste ad una grande attenzione anche in Italia, che vuole colmare il ritardo e sviluppare il settore. E se gli Ogm, Organismi Geneticamente Modificati, fanno tuttora discutere, non si vuole comunque perdere un treno fondamentale per le numerose potenzialità e il benessere generale che le biotecnologie comportano. In Lombardia sono concentrate circa il 50% delle Imprese (fonte Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie), sono presenti Centri di ricerca d'eccellenza e alcuni Dipartimenti Universitari di assoluto riferimento nel settore ma fino ad oggi è mancato a Milano un momento di incontro che non fosse esclusivamente di ricerca specializzata ma volto ad approfondire i vari aspetti delle biotecnologie. Bioforum la mostra convegno dove scienza e impresa si incontrano, nasce dalla concreta e sinergica volontà di tutte queste componenti. Partendo dalla ricerca innovativa nelle tre principali linee di sviluppo (salute, ambiente e agroalimentare, bioprodotti e bioprocessi), si intendono approfondire anche le componenti del quarto settore: finanza, bioinformatica, tutela della proprietà intellettuale, normativa e, fondamentale, etica. Dagli aspetti culturali e dalle implicazioni a lungo termine alle opportunità di collaborazione e di "technology transfer" immediate. Con un significativo Comitato Promotore e con una organizzazione collaudata da anni, bioforum si terrà dal 22 al 24 di settembre 2004 ospitata dal Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Comitato promotore bioforum: Lilia Alberghina, Univ. Di Milano Bicocca; Alberto Albertini, Cnr-consiglio Nazionale Ricerche; Giorgio Maria Biasi, Univ. Di Milano Bicocca; Luca Benatti, Newron Pharmaceuticals; Dario A. Bianchi, Capitalife; Lorenzo Castellini, Italiana Laboratori Bouty; Sergio Cerutti, Politecnico di Milano; Alberto Cigada, Politecnico di Milano; Maurizio Cocucci, Univ. Di Milano; Pierluigi Della Vigna, Politecnico di Milano; Daniela Franchi, Parco Scientifico San Raffaele Milano; Enrica Galli, Univ. Di Milano; Fabrizio Grandi, Iter; Maria Luisa Lavitrano, Univ. Di Milano Bicocca; Paolo Manitto, Univ. Di Milano; Francesco Nicotra, Univ. Di Milano Bicocca; Rodolfo Paoletti, Univ. Di Milano; Domenico Piazza, Iter; Danilo Porro, Univ. Di Milano Bicocca; Francesco Salamini, Max Planck Institute, Univ. Di Milano; Giampiero Sironi, Univ. Di Milano; Chiara Tonelli, Univ. Di Milano; Leonardo Vingiani, Assobiotec.  Infolink: http://www.bioforum.it 

SCOPERTO IL DNA DEGLI ULIVI: PRESTO LA CARTA D ’IDENTITA’ DEGLI OLII
Milano, 7 Gennaio 2004 - Anche gli olivi hanno un proprio Dna e quanto prima sarà possibile definire su basi genetiche la “carta d’identità” degli olii messi in commercio. Qualità e genuinità degli olii di oliva potranno essere quindi esaminati e garantiti scientificamente. Di questo nuovo importante capitolo che va ad arricchire il panorama sempre più ampio e dettagliato del controllo e della rintracciabilità degli alimenti, se ne è parlato nel corso del seminario internazionale che si è tenuto ieri e oggi a Milano, nella sede dell’Uni, Ente Nazionale Italiano di Unificazione. Tema centrale del seminario, il progetto triennale "Oliv-track" finanziato dal programma quadro comunitario e che coinvolge ricercatori di diversi Paesi europei, coordinati dal professor Nelson Marmiroli, del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Parma. Il progetto - che vede la partecipazione di 14 istituzioni, tra enti di ricerca pubblici e privati ed associazioni di 6 paesi dell'Unione Europea, Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Belgio e Regno Unito - ha l'obiettivo di mettere a punto metodologie di genetica molecolare e di chimica analitica che consentano di riconoscere l'origine delle olive usate per produrre un olio e di verificarne, quindi, l'aderenza alle normative o ai disciplinari delle Dop e l'eventuale presenza di materiale estraneo. Nel corso del seminario tenutosi ieri e oggi a Milano, è stato illustrato il primo, importante risultato ottenuto dai ricercatori dell’Università di Parma coordinati dal professor Nelson Marmiroli dopo il primo anno di lavoro: l'individuazione, nell'olio, dei frammenti di Dna di olivo; ovvero: le "tracce" da cui sarà possibile risalire alle varie cultivar di provenienza, identificando geneticamente la composizione e l'origine dell'olio. Al termine del seminario, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti degli Enti di ricerca italiani ed esteri protagonisti dell’iniziativa, fra i quali Jean Marc Chourot della Direzione Generale della divisione ricerche alimentari della Commissione Europea, è stato ribadito che il progetto ha l'obiettivo di mettere a punto entro i prossimi due anni un sistema combinato di metodologie di genetica molecolare e di chimica analitica utilizzabile dagli operatori e visibile ai consumatori. Il risultato finale dovrebbe essere una sorta di kit, con un’adeguata scala valutativa che consentirà di riconoscere l'origine delle olive impiegate per produrre uno specifico olio, non solo identificandone le diverse cultivar, ma, addirittura, l’esatta provenienza geografica. Ciò consenrtirà di difendere i consumatori da eventuali frodi commerciali e premiare i produttori più onesti”. "Iniziative come il progetto “Oliv-track, ” ha detto il professor Nelson Marmiroli, “non solo rafforzano il ruolo dell'Italia nella ricerca internazionale, ma portano anche l'attenzione di scienziati, decisori e politici sulla tutela dei prodotti alimentari e sulla protezione della salute e della qualità della vita di tutti i consumatori. Inoltre, contribuiscono alla salvaguardia di una tipicità degli alimenti che rischia di perdersi nel processo di uniformizzazione in corso”. “La rintracciabilità dei prodotti agroalimentari sta assumendo una rilevanza sempre maggiore per l'economia europea, soprattutto per la pressione che i consumatori esercitano per conoscere sempre meglio non solo il valore nutritivo dei cibi ma anche la provenienza e l'autenticità delle materie prime impiegate per il loro ottenimento”, ha detto ancora il professor Marmiroli. “Da una rintracciabilità fatta principalmente di documentazione si sta passando sempre più frequentemente alla rintracciabilità “scientifica” dei componenti degli alimenti. Per alcuni di questi, quali vino, olio, pane, pasta, la protezione dell’autenticità e della genuinità delle materie prime impiegate è un aspetto fondamentale per la tutela del consumatore. La genuinità dell'olio d'oliva, alimento fondamentale della dieta mediterranea, è garantita dal rispetto delle normative comunitarie e nazionali; anche per la sua provenienza geografica ci sono strumenti legislativi che consentono di certificare le produzioni interamente nazionali e quelle provenienti da specifiche aree europee a vocazione olivicola (Denominazioni di Origine Protetta). Queste ultime, inoltre, garantiscono il rispetto di precisi disciplinari di qualità. In tutti gli altri casi, non sussistendo tra l'altro l'obbligo di indicare l'origine del prodotto, la normativa non garantisce la provenienza delle olive utilizzate per l'estrazione dell'olio”. "In una fase in cui l'inquinamento da modificazione genetica diventa un problema”, ha commentato Paolo De Carolis, Presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori “avere a disposizione metodologie di riconoscimento genetico è fondamentale; inoltre la valorizzazione dei prodotti tipici avrà a disposizione un elemento in più di garanzia”. Gianni Cavinato, parlando a nome dell'Acu, Associazione Consumatori e Utenti che collabora alla ricerca, ha tenuto a sottolineare che è la prima volta che un’associazione dei consumatori “entra nel merito dei procedimenti di analisi genetica, per cercare di comprenderne le tecniche e divulgarne gli aspetti essenziali”. "I risultati di questa ricerca, che porterà ad una vera e propria carta d’identità degli olii”, ha sottolineato Elio Bianchi, direttore gestionale Uni, “rafforzeranno ulteriormente il concetto di "rintracciabilità degli alimenti" come garanzia per il consumatore, sul quale l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione ha elaborato le prime norme tecniche volontarie a livello europeo (Uni 10939 e Uni 11020), già utilizzate per la certificazione di molti prodotti". Secondo il Presidente della Provincia di Parma, Vincenzo Bernazzoli, il progetto “Oliv-track”, ribadisce il ruolo di Parma, di recente designata a diventare sede dell’Autorità Alimentare Europea, quale centro internazionale della cultura scientifica applicata all’intero comparto alimentare. “Mettendo a disposizione anche degli altri Paesi le proprie risorse e professionalità”, ha aggiunto, “Parma consente di raggiungere i più elevati standard di sicurezza a tutela dei consumatori”.

LINEE-GUIDA PER LA SICUREZZA DEL DONATORE DI ORGANI
Roma, 7 Gennaio 2004 - Per dare ulteriori certezze e garanzie ai trapianti di organi è stato siglato un accordo tra il Ministro della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano nel corso della riunione della Conferenza Stato-regioni del 26 novembre 2003. L 'accordo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 23 dicembre scorso, contiene le "Linee-guida per l'accertamento della sicurezza del donatore di organi". Scopo delle linee-guida è definire i livelli di rischio accettabili/non accettabili per l'utilizzo degli organi e stabilire le modalità operative del processo di valutazione del rischio. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/donatori_organi/index.html

MODIFICHE ALLE CERTIFICAZIONI LEA
Roma, 7 Gennaio 2004 - Dal 25 dicembre 2003 sono gratuiti i certificati di idoneità all'attività sportiva agonistica (nelle società dilettantistiche) dei minori e dei disabili, i certificati di idoneità all'affidamento e all'adozione e quelli di idoneità allo svolgimento del servizio civile. Lo prevede il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicato sulla G.u. Del 10 dicembre scorso ed in vigore, appunto, dal giorno di Natale. Diventano gratuiti anche tutti gli accertamenti (visite specialistiche, analisi cliniche, indagini strumentali) richiesti dal medico per valutare l'idoneità. Restano a pagamento, invece, tutti i certificati (ed i relativi accertamenti) richiesti dai cittadini per i fini più diversi (patente di guida, porto d'armi, idoneità all'impiego, libretto di lavoro, ecc.) anche quando previsti da disposizioni di legge. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/lea_certificati/index.html 

DISABILI: APPROVATA DEFINITIVAMENTE LA LEGGE STANCA
Roma, 7 Gennaio 2004 - La Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato ha approvato, nella seduta del 17 dicembre 2003, in sede deliberante e in via definitiva il disegno di legge concernente "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici" (cosiddetta "Legge Stanca"). Il provvedimento, che riunisce in un disegno di legge governativo diverse proposte di legge parlamentari, consentirà di abbattere le barriere digitali e creare invece rilevanti opportunità per garantire agli oltre 3 milioni di disabili italiani di poter studiare, lavorare e partecipare attivamente alla vita sociale, senza esclusioni. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/disabili_lavoro/index.html

DIECIMILA DOLLARI A FAVORE DEI BAMBINI DEL MOZAMBICO E CONTRO LA PEDOFILIA IN ROMANIA
Milano, 7 Gennaio 2004 - Diecimila dollari per i bambini del Mozambico e per supportare la lotta contro la pedofilia in Romania. Diecimila dollari per i più piccoli, per la loro protezione e per il loro diritto ad avere un’infanzia tranquilla e serena. Zilda Lisboa ha pensato ai bambini più bisognosi quando ha deciso a chi devolvere la somma legata al premio Kiyo Golden Heart Award - istituito da Prudential International Insurance - vinto grazie all’ottima performance realizzata sul lavoro. Di origine capo verdiana e italiana/romana d’adozione, Zilda è oggi un’affermata consulente nel settore assicurativo presso Prumerica Life, ramo vita della compagnia americana Prumerica Financial. Zilda è soprattutto una donna che si è impegnata molto per raggiungere i successi e le gratificazioni che oggi le vengono attribuiti, senza mai dimenticare da dove viene e da cosa è partita: emigrata in Portogallo a quattro anni, è costretta a vivere la propria infanzia lontana dai genitori che raggiungerà in Italia soltanto da adolescente. Il premio, istituito in memoria di Kiyo Sakaguchi fondatore di Prumerica Financial, viene attribuito ai Life Planner che interpretano nel modo migliore i valori guida di Prumerica Financial: competenza, produttività, qualità degli standard e comportamento etico. Zilda si è distinta non solo per l’ottima performance, ma anche per la grande determinazione dimostrata nel raggiungimento degli obiettivi. “E’ Lorenzo, mio figlio, che ogni giorno mi dà la forza e l’entusiasmo per affrontare la vita con ottimismo” afferma sicura Zilda “Inoltre credo fortemente che nella mia professione la sensibilità, la capacità di esser vicina al cliente e di vedere la realtà con i suoi occhi siano elementi essenziali da cui non si può prescindere. Io sono molto vicina ai miei clienti ed è per questo che ottengo la loro fiducia: vedono in me colei che è in grado di garantire un futuro sereno e sicuro alla propria famiglia” commenta Zilda. I vincitori di questo importante riconoscimento, ricevono da Prumerica Financial un premio in denaro del valore di 10 mila dollari che Zilda, sensibile ai temi dell’infanzia, ha deciso di donare a due associazioni impegnate su fronti diversi al recupero dei bambini disagiati, l’Asem e l’Associazione Prometeo. “Credo che ogni bimbo abbia il diritto di avere un’infanzia tranquilla ” aggiunge decisa Zilda Lisboa “Per questo motivo ho deciso di devolvere i diecimila dollari del premio Kiyo Sakaguchi alle associazioni Asem e Prometeo. Spero che questa somma possa aiutare tutti quei piccoli che ogni giorno sono costretti a lottare per la propria sopravvivenza in realtà terribili e violente. Non dovremmo mai dimenticare quanta sofferenza c’è intorno a noi, soprattutto quando siamo così presi dal ritmo frenetico delle nostre giornate da non riuscire mai a fermarci per sorridere di più a chi ci sta vicino”.

BRAIN TECHNOLOGY SOSTIENE L'OSPEDALE PEDIATRICO MEYER
Firenze, 7 Gennaio 2004 - Il Gruppo Brain Technology e la Fondazione Meyer hanno siglato un'importante intesa che prevede, da parte di Brain Technology, una donazione a supporto del sito ufficiale dei bambini del Meyer, "La presa della pastiglia". L'iniziativa vedrà impegnati i punti vendita fiorentini della catena Essedi Shop: per ogni Personal Computer Selecta scelto tra le "Offerte del mese" e venduto nei 3 negozi cittadini, Brain Technology donerà 50 Euro alla Fondazione Meyer: un piccolo ma sentito gesto di solidarietà e di riconoscenza per quello che ormai è un punto di riferimento per tutti i bambini di Firenze e della Toscana.

IDEA SPOSA 2004" TORINO - LINGOTTO FIERE: 24 GENNAIO - 1° FEBBRAIO IN ESPOSIZIONE ABITI, ACCESSORI, TRUCCO, ACCONCIATURE, LISTE NOZZE, FIORI, RICEVIMENTO, FOTO E VIAGGI
Torino, 7 Gennaio 2004 - Il Salone Idea Sposa che festeggia quest¹anno la sua 21° edizione vede, alla luce delle ultime rilevazioni statistiche, un incremento del numero di matrimoni nel 2002 dopo la caduta del 2001; infatti i matrimoni sono stati 265.635 con un incremento del 2%. Sono in ulteriore calo le cerimonie religiose che costituiscono il 71.9% dei casi mentre nel non lontano 1998 rappresentavano il 78.6%. Anche sotto questo aspetto l¹Italia è molto disomogenea infatti mentre al nord i matrimoni civili rappresentano 37.1% al sud raggiungono solo il 17.4%. Gli indicatori segnalano che anche nel 2003 la tendenza all¹aumento nelle unioni si è confermata e perciò il Salone Idea Sposa si presenta in una veste particolarmente ricca, infatti, pur trattando sempre i temi classici della cerimonia nuziale, che rimangono immutabili, anche se influenzati dalle mode e dalle tecnologie, i visitatori saranno partecipi di alcuni eventi molto caratterizzanti. Sono infatti previste quasi ogni giorno importanti sfilate di abiti da cerimonia per lei, per lui e per gli altri principali ³attori² dell¹evento. Saranno presenti stilisti di grande notorietà che certamente porteranno sulle passerelle di Lingotto Fiere nuove proposte, alcune anche un po¹ di rottura soprattutto in funzione del fatto che il matrimonio religioso è in regresso e quello civile consente qualche ³follia² in più. Ma gli abiti non sono tutto, per il ³gran giorno² infatti vanno studiati il trucco e l¹acconciatura che oltre ad accordarsi con la personalità, devono tener conto delle scelte in tema di abbigliamento. Per trovare la giusta armonia bisogna farsi consigliare dallo specialista e per questi aspetti a Idea Sposa saranno disponibili famosi acconciatori e visagisti. Ma l¹organizzazione dell¹evento richiede, oltre alla cura dell¹aspetto dei personaggi un contorno che va attentamente studiato a cominciare dalle decorazioni floreali e dal famoso bouquet della sposa che vanno armonizzati con tutto il contesto. Nel contempo bisogna far si che lista di nozze sia consona al livello socio-economico di invitati e amici che riceveranno poi l¹immancabile bomboniera, anch¹essa adatta al contesto che è stato preparato. Il dopo cerimonia è certamente più rilassante per gli sposi , ma richiede anch¹esso molta attenzione, è il momento di fare felici anche amici e parenti scegliendo il ristorante più adatto o la location e il catering più consono alla tipologia degli invitati e ai loro gusti in fatto di menù. Non bisogna dimenticare il servizio foto-cinematografico che richiede l¹attenta regia di uno specialista. Sembra facile organizzare tutto ciò, ma se non si è adeguatamente documentati si rischiano piccole o grandi delusioni e a questo riguardo, una visita a Idea Sposa potrà essere esaustiva su tutti gli aspetti delle nozze e consentirà ai futuri sposi e ai parenti di fare le scelte giuste, coerenti con i propri desideri e il budget a disposizione. A Lingotto Fiere ci si potrà documentare anche sul dopo, saranno infatti presenti le agenzie di viaggio che in funzione della stagione sapranno proporre luoghi e prezzi più adeguati e convenienti. Infolink: www.Lingottofiere.it 

MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT PER IL MONDO DELL’IMPIANTISTICA L’APPUNTAMENTO È A MILANO DAL 2 AL 6 MARZO CON I PROGETTI RELATIVI A WC, IL SALONE DELL’ARREDOBAGNO, E NEXT ENERGY
Milano, 7 Gennaio 2003 - La 34° edizione di Mostra Convegno Expocomfort si terrà a Milano dal 2 al 6 marzo 2004. Fondata nel 1960 la Mostra , una delle più grandi e attrattive fra quelle che si svolgono a Fiera Milano, è anche una delle “storiche” mostre specializzate europee. Vi prendono parte circa 3mila aziende fra espositori diretti e case rappresentate, e occupano in pratica l’intera superficie disponibile del quartiere fieristico milanese. I visitatori dell’ultima edizione sono stati circa 147mila. Elevatissima è la componente estera, con oltre un terzo degli espositori e con circa il 16% dei visitatori. La mostra si rivolge a tutti i settori dell’impiantistica civile e industriale (dal riscaldamento alla regolazione automatica, dal condizionamento alla refrigerazione, alla tecnica sanitaria e al trattamento dell’acqua, all’arredamento bagno e ai settori accessori come, pompe, valvolame, raccorderia, utensileria. Accanto e in sinergia con Mce si svolge Servitis, il salone dei servizi per il mondo dell’impiantistica, dai programmi software fino al franchising. I visitatori di Mce sono prima di tutto installatori e manutentori, quindi tutti gli attori della filiera della distribuzione, poi progettisti, designer, produttori, enti pubblici, istituti di ricerca, imprese edili. L’edizione 2004 è anche l’ultima che si svolgerà nei padiglioni “storici” di Fiera Milano; dal 2006, infatti, Mostra Convegno Expocomfort – come tutte le altre grandi rassegne milanesi – “migrerà” verso il nuovo superattrezzato centro espositivo di Rho-pero, ricco di tecnologie d’avanguardia per il controllo degli accessi e la registrazione dei visitatori, e soprattutto direttamente collegato alla città di Milano, all’aeroporto intercontinentale di Malpensa e ai principali snodi internazionali di traffico automobilistico e ferroviario (il famoso “corridoio 5” che, passando appunto per l’Italia, collega con linee di scorrimento veloce i traffici merci dall’ovest all’est dell’Europa). Mce 2004 gioca il proprio ruolo di sostegno al mercato rinforzando le sue prerogative storiche (cioè le aree del riscaldamento e condizionamento) e mettendo maggiormente in risalto quelle di più recente acquisizione, come Next Energy, che dalla scorsa edizione ha aperto un importante fronte espositivo e che fornisce rinnovato interesse anche per le altre aree della mostra, che appare quasi tutta attraversata dall’attualissimo tema dell’efficienza energetica. E’ in questo quadro che si inserisce anche il progetto Wc, Water Concept, l’originale logo del Salone dell’Arredobagno, ideato da Oliviero Toscani. Il Salone dell’Arredobagno si rivolge alle categorie emergenti e ai nuovi decisori/influenzatori d’acquisto. Con questo obiettivo è stato istituito un comitato di esperti che collabora con l’organizzazione in fatto di marketing e promozione; e soprattutto è stato bandito un concorso internazionale di progettazione via Web, che ha raccolto oltre 3mila adesioni (in gran parte dall’estero). Intorno al concorso verrà allestito in fiera un evento – inside the bathroom – mentre è già attivo il sito www.Designboom.com dove si possono trovare notizie aggiornate sull’iniziativa. Per quanto riguarda l’area Next Energy Mostra Convegno Expocomfort ha raggiunto un accordo con il Kyoto Club, un’organizzazione no profit cui aderiscono oltre 50 fra imprese, enti e amministrazioni locali, con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas-serra in linea con gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. L’accordo Mce-kyoto Club porterà alla realizzazione di una originale ricerca sui vantaggi che le imprese italiane potranno ricavare dall’applicazione su larga scala dei principi del protocollo di Kyoto. La ricerca sarà presentata a marzo, nella prima giornata di manifestazione, nel corso di un importante convegno. L’attenzione data da Mce a questi temi, peraltro, va anche oltre l’area Next Energy e coinvolge, attraverso il criterio dell’efficienza energetica, tutte le aziende espositrici presenti nei diversi settori. A questo scopo sarà ben visibile un percorso “trasversale” che indicherà quelle aziende del riscaldamento e del condizionamento che presentano soluzioni interessanti sotto l’aspetto dell’efficienza energetica. Un altro evento che sarà riproposto a marzo è il Premio Comfort & Design, una iniziativa ormai consolidata (è alla terza edizione) che riscuote adesioni crescenti da parte delle aziende. E’ organizzato con il patrocinio dell’Adi, Associazione per il Disegno Industriale, e ha come tema di riferimento per questa edizione “Progetto e Qualità”. Come già per il 2002 il premio è aperto a tutti i settori espositivi di Mce. Presidente della giuria è l’architetto e designer Pierluigi Molinari. Sul fronte commerciale Mostra Convegno Expocomfort continua a raccogliere le aspettative di un numero elevato di importanti aziende, in modo particolare estere. A tre mesi dalla manifestazione il numero degli espositori è già molto vicino a quello della edizione 2002, con un’incoraggiante partecipazione di nuove aziende. E ciò nonostante che la concentrazione in atto fra le aziende sul mercato globale diminuisca obiettivamente il numero dei soggetti in grado di partecipare ai grandi momenti fieristici internazionali. In modo particolare Mce si presenterà con i marchi leader nei settori riscaldamento, condizionamento, refrigerazione, tecnica sanitaria e arredamento bagno, attrezzeria, pompe e valvolame e con molti espositori che promettono consistenti novità nel campo dei prodotti, dei materiali, delle applicazioni. Numerose le azioni di marketing finalizzate a ottenere un’ampia e qualificata presenza in fiera di operatori qualificati. Fra queste un progetto di promozione su alcuni specifici mercati esteri d’intesa con l’Ice, una vasta campagna pubblicitaria che tocca una trentina di paesi oltre all’Italia, l’utilizzo di internet per informazioni e per la preregistrazione, una specifica promozione verso i buyer internazionali della distribuzione all’ingrosso (operazione condotta in collaborazione con le associazioni internazionali del settore), un analogo piano con Angaisa, con l’organizzazione di pullman di visitatori con partenza dalle principali città del centro nord e un progetto gestito in accordo con la società specializzata Volare Web: grazie a questa iniziativa i titolari e gli addetti delle principali show room del centro sud dell’arredobagno saranno invitati a visitare Mce con voli A/r gratuiti. L’iniziativa si svolge in collaborazione e partnership con le aziende espositrici.

2° SALONE DELL’ERBORISTERIA E DEL TERMALISMO CARRARA, 6 – 8 FEBBRAIO 2004 DOPO L’ABBUFFATA NATALIZIA ECCO LE ERBE PER TORNARE IN FORMA I CONSIGLI DEL DOTTOR FABIO FIRENZUOLI, IL MEDICO ERBORISTA PIÙ FAMOSO D’ITALIA
Carrara, 7 Gennaio 2003 – Troppi arrosti e panettoni? Troppo vino e champagne? Ecco un po’ di sana erboristeria per rimettersi in forma e ritrovare la linea dopo l’abbuffata natalizia. Bastano camomilla, rabarbaro, integratori di fibre e un po’ di buona volontà. Parola di uno dei medici erboristi più famosi, Fabio Firenzuoli, fondatore alla Usl 11 di Empoli del primo ambulatorio pubblico italiano per la cura con le erbe, il Centro di Riferimento Regionale di Fitoterapia. Erbexpo (si prega di citare), il secondo Salone dell’Erboristeria e del Termalismo in programma a Carrara dal 6 all’8 febbraio con oltre 200 gli espositori, ha appunto chiesto a Firenzuoli una serie di consigli per chi ha intenzione di smaltire i recenti cenoni, inaugurando un ciclo alimentare virtuoso all’insegna del naturale. Per prima cosa, niente diete miracolose, niente pillole iperdimagranti, niente anfetamine e, in genere, niente che non implichi volontà e fatica. “Rassegnamoci”, dice Firenzuoli, “per star meglio e perdere peso si deve innanzitutto mangiar meno. Le erbe possono essere assai preziose, anche quelle comuni che si trovano in qualunque erboristeria o farmacia. Meglio se si fa anche un po’ di sport”. Cominciamo dalla camomilla. Come noto è un sedativo blando e rilassante. “Ma tecnicamente”, spiega Firenzuoli, “si presta benissimo come decotto contro la gastrite e i disturbi di stomaco per chi ha bevuto e mangiato troppo. Ha proprietà antinfiammatorie e antispasmodiche della muscolatura liscia dello stomaco. Se ne possono bere anche 3 tazze al giorno, lontano dai pasti. Si prepara facendo mettendo i fiori in acqua fredda e facendoli bollire per un minuto. Ne bastano un cucchiaio a tazza. Poi li si tengono fuoco spento per mezz’ora a recipiente coperto, infine filtrare”. Quanto al rabarbaro è pianta della medicina tradizionale cinese. “In erboristeria”, ricorda Firenzuoli, “si usano le radici. Le vendono già sminuzzate in taglio tisana. Per l’infuso si lascia per 15/20 minuti mezzo cucchiaino da caffè in una tazza d’acqua bollente. Se ne possono bere non più di un paio al giorno per evitare l’effetto lassativo. Il rabarbaro cura i disturbi della digestione a livello del fegato, favorendo il deflusso biliare. Dunque aiuta a digerire meglio i cibi grassi accelerando il processo soprattutto dopo pasti pesanti”. Se camomilla e rabarbaro bastano come primo approccio, sul lungo periodo meglio gli integratori di fibre di origine vegetale (cicoria, glucomannano, psillio, tarassaco). Dice Firenzuoli: “Si prendono un’ora prima dei pasti con acqua abbondante. Per le dosi basta leggere l’etichetta. Favoriscono il riempimento gastrico, ovvero gonfiandosi riempiono lo stomaco e una volta a tavola danno sensazione di sazietà. Dunque aiutano a mangiar meno, ad assorbire meno, soprattutto zuccheri e lipidi, e contribuiscono perciò a una dieta ipocalorica. Inoltre il trattamento può proseguire per un mese anche senza prescrizione medica”. Infolink: www.Erbexpo.it 

COMPONENTI IN EVOLUZIONE A FLUIDTRANS COMPOMAC 2004 DAL 18 AL 21 FEBBRAIO 2004, A MILANO LE NUOVE TENDENZE DEL SETTORE OLEODINAMICA PNEUMATICA E MOTION CONTROL
Milano, 7 Gennaio 2004 - Dal 18 al 21 febbraio 2004 avrà luogo presso i Padiglioni del Portello di Fiera Milano Fluidtrans Compomac – 19^Biennale Internazionale delle Trasmissioni di Potenza e Movimento, Comandi, Controlli e Progettazione. 50 mila metri quadrati di superficie espositiva, suddivisi in 4 Padiglioni, al Portello di Fiera Milano ospiteranno oltre 800 marchi leader nel mondo, espressione di imprese primarie, costantemente impegnate nella ricerca di soluzioni innovative e all'avanguardia. Ogni edizione della Manifestazione, infatti, si svolge all'insegna dell'innovazione tecnologica. E anche quest'anno i visitatori potranno confrontarsi con la vitalità e la capacità progettuale del mondo della componentistica. Le linee evolutive del comparto con le quali i visitatori troveranno a confrontarsi, si possono riassumere: nella diminuzione dei costi dei componenti ma, nello stesso tempo, nella maggiore durata, nell'ampliamento delle possibilità applicative in qualsiasi condizione ambientale, nella minor rumorosità, nella minor dispersione energetica, nell'apertura a tutte le potenzialità di integrazione con elettronica ed informatica, nella miniaturizzazione. Il mercato richiede, infatti, soluzioni capaci di concentrare l'efficacia tecnologica in componenti sempre più piccoli, affidabili, ergonomici, potenti e sicuri, solidi e compatti, progettati con mezzi sofisticati e realizzati con materiali di altissima qualità. Il concetto di “miniaturizzazione”, inoltre, si coniuga perfettamente con quello di “integrazione”. L'impiego dell'elettronica, infatti, aiuta a migliorare la tecnica dell'azionamento in tutte le sue voci, dal singolo elemento alla linea completa di trasmissione, dal prodotto standard, alla soluzione personalizzata. I componenti integrati consentono, poi, di ottenere il massimo della precisione: per questo si prevede un utilizzo nell’applicazione della tecnica dei microsistemi, che integrano in sé molteplici elementi funzionali meccanici, ottici, elettronici, fluidotecnici o biochimici. Anche quest’anno Fluidtrans Compomac dedica un Salone al Mechanical Power Transmission & Motion Control: qui le aziende leader del settore presenteranno una panoramica di soluzioni capaci di facilitare la corretta scelta dei componenti di un sistema di movimentazione controllata, in relazione al tipo di prestazione che intendono raggiungere. Infolink: www.Fieremostre.it

MANIFESTAZIONE DI COLLEGAMENTO IN RETE SULLE TECNOLOGIE DI RILEVAMENTO NEL SETTORE AUTOMOBILISTICO
Londra, 7 Gennaio 2004 - Il 20 gennaio, si svolgerà a Londra (Regno Unito) una manifestazione di collegamento in rete e di condivisione delle conoscenze, nel corso della quale saranno presentate alcune delle più avanzate tecnologie di rilevamento nel settore automobilistico. La manifestazione comprenderà una dimostrazione dei Sistemi di monitoraggio delle prestazioni e delle emissioni dei veicoli (Vpems - Vehicle Performance and Emissions Monitoring Systems), oltre ad una presentazione del progetto di protezione avanzata degli utenti vulnerabili della strada (Advanced Protection of Vulnerable Road Users Project) da parte di Paul Hetherton, esperto di rilevamento di sicurezza presso Jaguar e Land Rover. Chiunque sia attualmente impegnato nello sviluppo di sensori e di tecnologie dei sensori è invitato a partecipare alla manifestazione, soprattutto se proveniente dal settore automobilistico. Infolink: http://www.Intersect.org.uk/isp_meeting.html

PININFARINA PESENTE AL N.A.I.A.S. DI DETROIT 2004 CON LA FERRARI 612 SCAGLIETTI -
Torino, 7ennaio 2004: - Pinfarina è presente all’edizione 2004 del N.a.i.a.s. Di Detroit attraverso due collaborazioni che confermano il proprio ruolo industriale di Società di Servizi a ciclo completo, flessibile e tecnologicamente all’avanguardia: da un lato, la collaborazione nel campo del design con Ferrari, che presenta ufficialmente sul suo stand la 612 Scaglietti firmata Pininfarina, e con Maserati, che espone per la prima volta negli Stati Uniti la Quattroporte , sempre di design Pininfarina, già presentata al Salone di Francoforte; dall’altro, quella con Gm, che espone in anteprima mondiale due concepts, Saturn Curve e Chevy Nomad, realizzati da Pininfarina su stile del Cliente. Ferrari 612 Scaglietti - La 612 Scaglietti rappresenta la perfetta combinazione tra le prestazioni pure di una berlinetta sportiva Ferrari e l’abitabilità per quattro persone. Per la prima volta su un modello Ferrari 12 cilindri la costruzione è interamente in alluminio, dal telaio alla carrozzeria. L’architettura di base, con motore anteriore centrale, garantisce un’eccezionale ripartizione dei pesi – 46% anteriore e 54% posteriore - nonché l’arretramento ed abbassamento del baricentro, che si traduce in significativi benefici sul comportamento dinamico della vettura. Disegnata da Pininfarina con stile aggressivo ed elegante allo stesso tempo in base alle scelte tecniche e funzionali del progetto, la 612 porta il nome di Sergio Scaglietti, il carrozziere che realizzò negli anni ’50 e ’60 alcune tra le più belle Ferrari. La sigla numerica indica la cilindrata (5.748 cc, arrotondata) e il numero dei cilindri del motore (12), sintesi della più avanzata tecnologia motoristica Ferrari. La potenza massima è di 540 Cv a 7250 giri. Il design è espressione dei nuovi valori del modello. La Ferrari , infatti, ha operato con Pininfarina una scelta concettuale, perché la vettura con i suoi quattro posti si distacca in modo netto dalle precedenti Granturismo, e una scelta tecnica, perché il "vestito" doveva avvolgere l´inedita impostazione strutturale. La 612 Scaglietti traduce in linee filanti e dinamiche questo approccio. Un´immagine di morbida, elegante aggressività, che nella forza dei volumi e nella scultura tridimensionale della forma esprime la straordinaria personalità di una vettura "importante" dalle altissime prestazioni e dall´abitabilità inattesa. L´elemento che dà alla fiancata carattere e slancio è lo sguscio concavo che la attraversa per tutta la lunghezza. Questo elemento comparve su una celebre Ferrari, la 375 Mm che il regista Roberto Rossellini volle dedicare all´attrice Ingrid Bergman. Il parafango anteriore è molto lungo, con uno sbalzo ridotto e il passaruota leggermente in rilievo, quello posteriore rilevato e muscoloso a sostenere il montante. La tradizionale presa aria Ferrari è inserita in un trattamento originale con i parafanghi leggermente sporgenti rispetto al cofano. La parte posteriore è solida e importante, con i classici fanali circolari posti in alto. Il disegno nasce in accordo alle esigenze aerodinamiche espresse dalla sottile profilatura che aumenta il carico verticale. L´accurato studio degli interni ha permesso di raggiungere nella 612 Scaglietti una eccellente fruibilità. La sistemazione dell´abitacolo e relative componenti unitamente alle ricerche ergonomiche hanno reso possibile l´inserimento di quattro posti in un ambiente spazioso ed elegante quanto rigoroso per funzionalità. Gm Saturn Curve- Gm Chevy Nomad - La nascita nell’ottobre 2002 del Centro di Engineering Pininfarina di Cambiano (Torino), dove sono state allestite officine prototipi capaci di gestire contemporaneamente più programmi di sviluppo, ha permesso di allargare ulteriormente la gamma dei servizi per conto terzi nei settori dello stile e della progettazione/produzione di nicchia: Pininfarina è in grado di offrire, tra gli altri, anche lo sviluppo di modelli e prototipi sia con stile elaborato in proprio che da parte del Cliente, e ciò è applicabile sia per programmi di tipo industriale che per la realizzazione di show cars. I primi fruttuosi risultati in questo ambito sono i due prototipi della Gm, Saturn Curve e Chevy Nomad, assemblati da Pininfarina in collaborazione con il team Gm. Curve rappresenta l´evoluzione di Saturn in termini di stile e di prodotto. Saturn amplia così la gamma, programmando nuove vetture ed esplorando stili dinamici e raffinati. Si tratta di una delle vetture, come la Pontiac Solstice di serie, costruite sulla nuova architettura a trazione posteriore Kappa di Gm. La creatività nel design e lo sviluppo sono stati il risultato della collaborazione tra le risorse mondiali della Gm. Il progetto, sotto la guida del team di progettazione avanzata di Gm North America, è stato sviluppato dal team di progettazione avanzata europeo con sede in Svezia. L´influenza del design europeo rafforza l´aura di raffinatezza della Curve.nomad, basata anch’essa sulla nuova architettura Kappa, rappresenta un´altra linea di pensiero per quanto riguarda l´uso di una nuova piattaforma di vettura sportiva. Per la linea viene subito identificata come una Chevrolet, ma con uno stile attuale. Nomad, infatti, non è identificabile in una particolare categoria: non è una berlina, né una station wagon, né una macchina sportiva. Ma riesce ad unire presenza e praticità nello stesso istante. Con la costruzione di questi due concepts riprende una collaborazione, quella tra Pininfarina e Gm, che risale agli anni Trenta, quando il fondatore Pinin Farina vestì una Cadillac V16 in versione spider per il maharaja di Orchha. Nel ’47 l’International Motors di Los Angeles chiese alla Pinin Farina di carrozzare automobili della General Motors in versione coupè e cabriolet per magnati e divi di Hollywood. Si arriva al ’59, quando Pinin Farina costruì su disegno della Genera Motors 200 esemplari del modello di lusso Cadillac Brougham. Agli inizi degli anni ’80 la Pininfarina , che nel frattempo divenne un’industria a ciclo completo, venne incaricata di curare l’ingegnerizzazione, lo sviluppo e la produzione dei prototipi del progetto Gm-200, che avrebbe dato vita al trio dei monovolumi Chevrolet Lumina Apv, Oldsmobile Silhouette e Pontiac Transport. Nell’83 seguì l’accordo per la produzione di un coupè-cabriolet a 2 posti su telaio Cadillac, la più prestigiosa marca della Gm: per la prima volta il gruppo americano affidava ad un carrozziere esterno lo stile e la costruzione di una sua automobile in grande serie. Il programma prevedeva la produzione giornaliera di carrozzerie della Cadillac Allanté trasportate attraverso un ponte aereo da Torino a Detroit. Oltre 22.000 Allantè rappresentarono il frutto di questa importante commessa fino al ’93. Nel ’91, al N.a.i.a.s. Di Detroit, Pininfarina celebrò il rapporto con Gm presentando la Chronos , prototipo di ricerca su base meccanica Gm (Opel Lotus Omega), un coupè/roadster estremo in linea con la tradizione Pininfarina nel disegno delle vetture sportive alto di gamma dei costruttori di grande serie.

LE CONCEPT CARS CHRYSLER AL 16°NORTH AMERICAN INTERNATIONAL AUTO SHOW 
Detroit, 7 Gennaio 2004 - Il gruppo Chrysler presenta quattro straordinari prototipi basati sui concetti di "Future," "Fun", "Rescue" e "Run" che affermano ancora una volta la personalità del brand Chrysler in termini di stile e design. "Siamo orgogliosi della nostra fama di voce fuori dal coro' "ha affermato Trevor Creed, Senior Vice President Design del gruppo Chrysler, "quest'anno abbiamo deciso di andare oltre il concetto di un unico tema generale e, approfittando delle nostre enormi risorse creative, abbiamo voluto proporre quattro idee distinte, che mostrano l'ampiezza della nostra esperienza e visione". Le concept cars 2004 del gruppo Chrysler: "Future": Jeep Treo, uno sguardo al futuro del brand Jeep basata sulla tecnologia fuel-cell. "Fun" : Dodge Sling Shot, la piccola sportiva Dodge per il puro divertimento di guida. "Rescue" : Jeep Rescue, la massima espressione di un veicolo Jeep estremo per la ricerca ed il soccorso. "Run" : Chrysler Me Four Twelve, l'autentico stato dell'arte del gruppo Chrysler, nato dalla collaborazione tra gli ingegneri e i progettisti Chrysler con alcune delle più importanti manifatture di automobili sportive. Una straordinaria supercar dalle prestazioni record. "Ogni prototipo è unico e si distingue per l'originalità della sua linea, la raffinatezza degli interni e la tecnologia utilizzata" ha affermato Creed. "I prototipi, rappresentano la visione, la creatività e l'immaginazione oggi presenti nel gruppo Chrysler". Jeep Treo: un balzo nel futuro della mobilità urbana - Urban-active in versione Jeep - Tenoclogia fuell-cell e drive-by-wire - Funzionalità e versatilità per uso urbano e fuoristradistico Detroit - Jeep Treo è la nuova, realistica interpretazione della direzione in cui il marchio Jeep potrebbe andare in futuro. Un'originale concept car le cui forme e proporzioni sfidano le tradizionali dimensioni del marchio, pur mantenendo l'autenticità Jeep. Jeep Treo è la prossima generazione delle urban-active Jeep, una vettura che vive con disinvoltura ambienti cittadini e percorsi off-road con l'ausilio della tecnologia fuel-cell. L'innovativo tema stilistico è affiancato da un sistema di propulsione alternativo altrettanto avanzato. Jeep Treo è stato concepito con un'efficiente cella combustibile a idrogeno che trasferisce la motricità a tutte le quattro ruote attraverso due motori elettrici. Design Il nome Treo deriva dalla particolare configurazione 2+1 dei sedili che può essere modificata per accogliere due persone ed i loro bagagli. Il frontale di Jeep Treo presenta i classici elementi del design Jeep come la mascherina a sette feritoie, i grandi fari rotondi ed il parabrezza sporgente. La linea decisa del paraurti anteriore dotato di robusti ganci di traino, i componenti della sospensione anteriore a vista ed i parafanghi imbullonati conferiscono alla vettura una forte personalità stilistica. Posteriormente, la carrozzeria di Jeep Treo si restringe culminando in una coda molto assottigliata, caratterizzata da due alettoni montati in alto. Queste "ali" svolgono tre funzioni: gruppi ottici posteriori (luci-stop e luci di posizione), prese d'aria e punti esterni per il montaggio di due biciclette Jeep Rubicon. "L'aspetto è robusto e deciso, un'evoluzione delle linee stilistiche Jeep con un allestimento che smentisce le sue dimensioni compatte. Ha una grande personalità e più la guardi, più ti cattura" dice Trevor Creed, Senior Vice President del gruppo Chrysler. Originale allestimento interno, comandi "drive-by-wire" e materiali avanzati L'avanzato sistema "drive-by-wire" permette di passare velocemente dalla guida a destra a quella a sinistra. La colonna dello sterzo, i pedali e gli strumenti sono contenuti tutti in un modulo montato su una trave strutturale, che si può far scivolare facilmente da un lato all'altro della vettura. Un secondo modulo contiene i comandi della radio e del Gps su un "touch screen" asportabile. Il design funzionale insieme alla visibilità fornita dai vetri di grandi dimensioni, contribuiscono ad accentuare la spaziosità degli interni, permettendo di sfruttare appieno le fonti di luce naturali ed ambientali. Gli interni di Jeep Treo sono realizzati con materiali ecocompatibili studiati per la massima funzionalità : il sedile posteriore può essere ripiegato per avere più spazio per i bagagli, mentre le biciclette Jeep Rubicon montate esternamente possono essere caricate senza occupare il sedile del passeggero posteriore. "Pensiamo che l'originale allestimento di Jeep Treo, la configurazione 2+1 dei sedili e la sua sorprendente versatilità possano attrarre tanti nuovi clienti. Jeep Treo è un veicolo versatile e funzionale concepito nell'autentico stile Jeep" ha affermato Creed. Jeep Rescue: un veicolo inarrestabile per superare qualsiasi ostacolo Il prototipo Jeep Rescue, sviluppato per situazioni estreme e durissime condizioni d'impiego, è la declinazione estrema del fuoristrada secondo Jeep oltre che la massima espressione di un veicolo da ricerca e soccorso. Jeep Rescue unisce le leggendarie capacità fuoristradistiche del marchio Jeep alla più avanzata tecnologia di ricerca e soccorso che gli permette di raggiungere le più impervie zone montuose e desertiche. Partendo da una moderna interpretazione del classico design Jeep, Rescue anticipa il futuro orientamento stilistico del marchio. Rescue può essere configurata quasi completamente "aperta" grazie al parabrezza anteriore ripiegabile, alla parte anteriore del tetto di cristallo scorrevole, alla capote di tela posteriore avvolgibile ed alle quattro porte amovibili. La nuova scocca "body-on-frame" con barre idroformate montata su un telaio con passo di 3,10 metri e largo 2 metri insieme agli pneumatici da 37 pollici permettono a Jeep Rescue di superare qualsiasi ostacolo trovi sulla sua strada. Le sospensioni anteriori idropneumatiche e quelle posteriori con molle elicoidali rinforzate, danno a Jeep Rescue un solido punto d'appoggio su tutte le tipologie di terreno. La sospensione regolabile in altezza può essere sollevata di 10 centimetri . I pneumatici da 37 pollici con battistrada Mtr sono di tipo run-flat (non c'è quindi bisogno di una ruota di scorta). Il sistema di controllo della pressione dei pneumatici presente a bordo permette di regolare la pressione dei pneumatici per ottenere massima trazione su tutte le superfici. Un equipaggiamento per la ricerca ed il soccorso senza confronti Equipaggiata con un motore Cummins Diesel e dotata di 5 posti, Jeep Rescue ha un impressionante allestimento per il soccorso e la sicurezza: - Generatore di corrente alternata (10 kW) - Carte topografiche elettroniche tridimensionali e sistema di navigazione - Telecamere sotto la carrozzeria per evitare ostacoli lungo il percorso - Telecamera ad infrarossi per la ricerca in condizioni di scarsa visibilità - Telefono satellitare, radio Vhf, videoregistratore digitale con capacità di trasmissione satellitare - Cinture di sicurezza a 4 punti retrattili per i passeggeri - Illuminazione esterna perimetrale - Illuminazione bianca Lev per ricerche visive a lunga distanza ed a basso consumo d'energia - Sedili ripiegabili nella parte posteriore del veicolo - Argano anteriore e posteriore con telecomando " Rescue porta all'estremo il potenziale Jeep" ha affermato Trevor Creed, Senior Vice President del gruppo Chrysler. "E' tutto ciò che il marchio Jeep rappresenta in un veicolo equipaggiato per la ricerca ed il soccorso". Dodge Sling Shot: il divertimento della guida sportiva Sling Shot è la nuova interpretazione Dodge di un'automobile sportiva, divertente ed accessibile. Concepito per essere una vettura sportiva estremamente reattiva, il prototipo Sling Shot è stato progettato in modo da raggiungere un nuovo rapporto tra prestazioni ed efficienza nei consumi. Dodge Sling Shot è stata concepita per la guida all'aria aperta: il tetto e le barre laterali sopra la zona passeggeri possono essere riposte nel bagagliaio, mentre la capote in tela può scorrere all'indietro e sparire come la chiusura a saracinesca di uno scrittoio. Efficiente, reattiva e divertente da guidare, Dodge Sling Shot dispone di un motore 3 cilindri a benzina montato posteriormente che sviluppa 100 Cv ed è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in circa 10 secondi grazie al suo vantaggioso rapporto peso/potenza (7.83 Kg/cv). Cambio manuale a 5 marce, sterzo a pignone e cremagliera, sospensioni indipendenti e freni a disco su tutte le ruote completano le sue caratteristiche tecniche: il risultato è una vettura dalla personalità unica, reattiva e divertente da guidare che consuma solo 5,2 litri di benzina ogni 100 km . Gli interni del prototipo Dodge Sling Shot sono influenzati stilisticamente dall'eredità dei modelli Dodge e Chrysler ad alte prestazioni, quando i motori Hemi dominavano il panorama automobilistico americano. Ispirandosi a parti di motore, i progettisti degli interni di Sling Shot hanno realizzato una piacevole miscela di emozioni visive e di sensazioni tattili. "Sling Shot rappresenta il modello d'ingresso al mondo Dodge: una vettura in cui la forte personalità stilistica ed un propulsore efficiente e prestazionale si fonde con un telaio in grado di regalare il puro divertimento della guida sportiva" ha affermato Trevor Creed, Senior Vice President Design del gruppo Chrysler Group.

SALONE DELL'AUTOMOBILE DI DETROIT :PRONTA PER LA PRODUZIONE IN SERIE: MERCEDES-BENZ PRESENTA UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DI VISION GRAND SPORTS TOURER 
Stoccarda. 7 Gennaio 2004 - Al Salone dell'Automobile di Detroit di Gennaio 2004, Mercedes-benz prepara il terreno per una nuova categoria di automobili, presentando Vision Grand Sports Tourer, una berlina di un genere completamente nuovo. I programmi per produrre in serie questa nuova Mercedes procedono velocemente. "La nuova Vision Grand Sports Tourer è una vettura molto interessante e versatile, comoda, spaziosa e dotata di un motore potente. E' una vettura destinata a fare moda, che all'inizio del 2005 ci permetterà di porre una solida base in un nuovo ed interessante segmento di mercato. Siamo conviti che questo prototipo offra grandi potenzialità in vista del lancio di una nuova linea di modelli Mercedes", ha dichiarato Jurgen Hubbert, membro del Consiglio di Amministrazione di Daimlerchrysler Ag e Responsabile del Mercedes Car Group. Un razionale sfruttamento degli spazi interni conferisce a questo prototipo Mercedes un comfort di prima classe per 6 persone. Nel suo lussuoso abitacolo c'è tutto quello che occorre per garantire uno straordinario comfort di marcia: a cominciare dalle poltrone singole, elegantemente rifinite. Un'altra novità di Vision Grand Sports Tourer è rappresentata dall'inedito motore Diesel ibrido da 234 kW. A Detroit sono inoltre esposti in anteprima per l'America la nuova granturismo Mercedes Slr Mclaren ed il nuovo motore E 320 Cdi, un turbodiesel ad iniezione common-rail che si segnala per alte prestazioni e consumi contenuti e che è destinato ad aprire un nuovo importante segmento nel mercato automobilistico statunitense. Grand Sports Tourer: berlina, monovolume, station wagon e Suv Il concetto Grand Sport Tourer, anticipato da Mercedes-benz nel 2002, riunisce le migliori caratteristiche di vetture a noi familiari - come berline, station wagon, monovolume e Suv (Sport Utility Vehicle) - creando un veicolo completamente nuovo ed unico. Questo prototipo Mercedes non è solo confortevole, spazioso e funzionale, ma risponde anche ad elevati standard in fatto di prestazioni e di comportamento su strada, assicurando al tempo stesso uno straordinario comfort di marcia anche sui lunghi percorsi. In altre parole, è un'interpretazione completamente nuova "dell'automobile da turismo". Mercedes-benz ha dato vita a questo concetto per rispondere al desiderio degli automobilisti di oggi di avere una vettura versatile, adatta alla famiglia, al tempo libero ed al lavoro, dotata di quelle caratteristiche di eleganza e tecnologia avanzata per le quali è famosa la Casa con la Stella. Il prototipo Grand Sports Tourer è il risultato di un intenso dialogo tra il costruttore di Stoccarda ed il pubblico di tutto il mondo. Questi scambi di idee sono la base di nuovi stimolanti prototipi come Vision Grand Sports Tourer e la recentissima Vision Cls. Design esterno: perfetta miscela di eleganza e dinamismo Il nuovo prototipo Mercedes-benz è la dimostrazione tangibile di quanto Grand Sports Tourer si sia evoluta rispetto al progetto iniziale ed è ormai pronta per essere messa in produzione. Una delle principali caratteristiche che contribuiscono al suo aspetto dinamico è il profilo arcuato del tetto che collega morbidamente il primo al terzo montante del tetto, trasmettendo intenzionalmente un'immagine che richiama quella di una coupé. Queste linee conferiscono al prototipo un'eleganza sportiva che nasconde le imponenti dimensioni della vettura. Altre importanti caratteristiche di Grand Sports Tourer, come la sicurezza e le alte prestazioni, sono evidenziate dal disegno della mascherina anteriore con ampie aperture di alluminio e dai tratti decisi del cofano e del paraurti sporgente. La forma molto cuneiforme del frontale e della coda esalta ulteriormente questo linguaggio stilistico. Interno: un ambiente rilassante e comodo per 6 persone Il grande lunotto posteriore s'inserisce tra il parabrezza e la coda posteriore della vettura, illuminando l'interno dell'abitacolo. Sei lussuose poltroncine singole assicurano ai loro occupanti un ambiente di grande relax. La distanza tra i sedili della prima e della seconda fila ( 920 mm ) assicura un comfort di prima classe. La consolle inserita tra i due sedili posteriori dispone di uno vano porta-oggetti e di uno scomparto per riporre bicchieri e bottiglie. Lettori separati di Dvd/cd, dotati di cuffie, in corrispondenza dei sedili della seconda e terza fila permettono ai passeggeri posteriori di seguire i programmi che preferiscono. Monitor a colori sono inseriti sul retro dei poggiatesta anteriori e sulla consolle posteriore centrale. Questo nuovo prototipo, sviluppato da Mercedes-benz secondo il suo personalissimo stile, è la risposta al desiderio di un'automobile versatile, capace di adattarsi rapidamente e facilmente ad un ampia gamma di esigenze di trasporto. Un desiderio manifestato da famiglie per le quali le attività sportive ed il tempo libero sono priorità. Per questo motivo i quattro sedili posteriori possono essere ripiegati separatamente in modo da creare un vano di carico fino a 2.030 litri (norme Vda), molto più grande cioè di quello di una lussuosa tradizionale station wagon. La superficie piana del vano di carico ed il grande portellone posteriore semplificano le operazioni di carico/scarico. La plancia ha un design raffinato, caratterizzato da finiture in alluminio e legno. Le bordure in alluminio del display Comand e dei comandi del climatizzatore sulla consolle centrale sono un altro accattivante particolare stilistico degli interni. La modernissima trasmissione a gestione elettronica ha permesso agli ingegneri Mercedes di fare a meno del classico selettore sulla consolle centrale e di sostituirlo con una leva a lato del piantone dello sterzo e con alcuni pulsanti sul volante. Questa configurazione permette al guidatore di cambiare le marce manualmente - come in Formula-1 - e di sfruttare quindi in maniera ottimale le alte prestazioni della vettura in qualsiasi situazione. Un altro vantaggio di questa sofisticata tecnologia shift-by-wire è rappresentato dal fatto che le mani del guidatore restano sempre al loro posto - sul volante. Meccanica ibrida: da 0 a 100 km/h in soli 6.6 secondi Il gruppo motopropulsore Diesel/elettrico ibrido è un'altra dimostrazione dei contenuti innovativi del prototipo Vision Grand Sports Tourer. Su vetture come Grand Sports Tourer, il motore elettrico è concepito come un compagno indispensabile di quello a gasolio, poiché serve a ridurre consumi ed emissioni, senza nulla togliere alla maneggevolezza, al comfort di marcia ed al piacere di guida. Questo sistema di propulsione ibrido comprende l'8 cilindri a V a gasolio da 184 kW/250 Cv, già equipaggiato su Mercedes-benz Classe S, ed un motore elettrico da 50 kW. Complessivamente la vettura ha potenza di 234 kW ed una coppia di 860 Nm Ñ un potenziale elevatissimo per questo sistema di propulsione, che assicura un grande piacere di guida. Vision Grand Sports Tourer ha un'accelerazione degna di un'automobile sportiva: è infatti in grado di raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo in soli 6.6 secondi ed una velocità massima (limitata elettronicamente) di 250 km/h . Il consumo di gasolio è altrettanto esemplare. Secondo il metodo di misurazione americano, la vettura percorre 30 miglia (oltre 48 chilometri ) con un gallone ( 4,54 litri ). Impiegando però motori di futura generazione, Vision Grand Sports Tourer potrà essere in di grado di percorrere addirittura 33 miglia (più di 53 chilometri ) con un solo gallone di gasolio. Secondo il metodo di rilevazione europeo, Vision Grand Sports Tourer a propulsione ibrida consuma il 20% di carburante in meno rispetto ad un analoga vettura a gasolio. La gestione elettronica del motore a gasolio e di quello elettrico si traduce in vantaggi per entrambi i sistemi di propulsione: il motore elettrico entra in funzione quando si parte da fermo, si parcheggia e, nel traffico cittadino, si parte e ci si ferma continuamente oppure si procede a bassa andatura. In questo modo, quando non occorre molta potenza, le emissioni sono nulle. L'8 cilindri common-rail entra invece in azione quando occorre maggiore potenza in modo da assicurare pronte accelerazioni. In frenata, il motore elettrico funziona come una dinamo e produce corrente che ricarica la batteria. Vision Grand Sports Tourer apre nuove strade utilizzando un sistema di propulsione ibrida abbinato alla trazione integrale permanente - una combinazione che è un'ulteriore dimostrazione dell'immenso potenziale di questo prototipo. Altre caratteristiche tecniche del prototipo Grand Sports Tourer sono le ruote da 21 pollici , i grandi freni a disco ventilati, le sospensioni ad aria Airmatic ed i sofisticati assali, progettati per garantire un comfort ottimale sulle lunghe distanza ed una straordinaria sicurezza attiva. Mercedes Slr Mclaren: la granturismo del Xxi Secolo La nuova Mercedes-benz Slr Mclaren è un'eccezionale dimostrazione delle conoscenze e delle esperienze di Mercedes-benz e di Mclaren (suo partner in Formula 1) in fatto di sviluppo e produzione di automobili sportive ad alte prestazioni. Questa sofisticata granturismo è equipaggiata con un motore sovralimentato di 5.500 cc che sviluppa 460 kW/626 Cv ed ha una coppia massima di 780 Nm già a partire da 3.250 giri/min - valore che resta costante fino a 5.000 giri/min. Questo vuol dire che l'8 cilindri di Slr è uno dei più potenti motori che oggi equipaggiano un'automobile sportiva prodotta in serie e destinata ad un normale impiego su strada. Slr Mclaren impiega solo 3.8 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h , 10.6 per arrivare a 200 km/h e 28.8 per toccare i 300 km/h . Raggiunge infine una velocità massima di 334 km/h . Mercedes ha studiato l'aerodinamica a stretto contatto con Mclaren in modo che Slr Mclaren risponda a quegli altissimi standard di maneggevolezza alle alte velocità, stabilità direzionale e raffreddamento che sono richiesti per un supercar di questo tipo. Il risultato è un comportamento su strada esemplare e quell'alto grado di sicurezza per cui Mercedes-benz è ben nota ed apprezzata. Approfondite prove alla galleria del vento sono servite a fare sì che Mercedes-benz Slr Mclaren abbia un sottoscocca carenato con 6 speciali diffusori posteriori: due soluzioni che fanno entrambe parte della progettazione delle monoposto di Formula 1, che consentono di non incontrare ostacoli al flusso d'aria sotto la vettura e che alle alte velocità si produce una spinta verso il basso, o deportanza. Un'ulteriore spinta aerodinamica verso il basso è prodotta dallo spoiler posteriore adattabile, che a partire da 95 km/h s'inclina automaticamente di 10 gradi, aumentando la pressione sull'assale posteriore, e che funziona anche come freno aerodinamico. Sicurezza: materiali altamente tecnologici della Formula 1 Slr Mclaren è costruita quasi interamente in compositi di fibra di carbonio (Cfrp), un materiale leggero e rigidissimo che, dopo essere stato utilizzato dall'industria aeronautica ed aerospaziale, ha dimostrato le sue qualità anche in Formula 1. Questo materiale altamente tecnologico permette un risparmio di peso di quasi il 50% rispetto all'acciaio. Inoltre, in caso d'urto le fibre di carbonio hanno una capacità di assorbimento dell'energia 4-5 volte superiore a quella dell'acciaio e dell'alluminio. Nella struttura anteriore di Slr, Mercedes-benz utilizza due longheroni longitudinali in fibra di carbonio di 620 mm che nel corso di prove di scontro frontale hanno dimostrato di poter di assorbire tutta l'energia d'urto. Per garantire che lo spazio di sopravvivenza resti ampiamente intatto, anche in caso di urto laterale o di tamponamento, anche l'abitacolo è realizzato interamente in Cfrp. Airbag adattativi, nuovi airbag per le ginocchia, airbag laterali e pretensionatori delle cinture di sicurezza completano la dotazione di sicurezza di Slr Mclaren. Mercedes-benz utilizza tecnologie avanzatissime anche per produrre i dischi dei freni, che sono infatti realizzati in una fibra ceramica rinforzata che ne aumenta la resistenza al fading e la durata nel tempo. I freni, che lavorano in tandem con il sistema elettroidraulico Sbcª (Sensotronic Brake Control) a garanzia di ottime decelerazioni, sottolineano il carattere da vetture da corsa di Mercedes-benz Slr Mclaren. E 320 Cdi: anteprima Diesel per gli Stati Uniti La berlina E 320 Cdi con motore a 6 cilindri è la più recente vettura Diesel presentata da Mercedes-benz negli Stati Uniti- un costruttore che ha più tradizione ed esperienza di ogni altro in materia di motori Diesel automobilistici. La Casa di Stoccarda è certa che le sue autovetture ad alimentazione Cdi abbiano ottime opportunità di successo sul mercato americano - non solo tra i fedeli sostenitori del Diesel. Il motore ad iniezione diretta sviluppa 150 kW/204 Cv ed ha una coppia massima di 500 Nm ad appena 1.800 giri/minuto. Ciò si traduce in ottime accelerazioni ed in una notevole spinta motrice con un consumo di gasolio molto contenuto (solo 6,9 litri ogni 100 chilometri ). Nell'uso quotidiano Mercedes E 320 Cdi risulta pertanto di gran lunga superiore ad analoghe vetture a benzina od ibride. 

IL MARCHIO DODGE SBARCA IN EUROPA E SARÀ INTRODOTTO NEL CORSO DEL 2004
Roma, 7 gennaio, 2004 - Detroit- Dodge, la storica marca americana che rappresenta passione, sportività e prestazioni diventerà il terzo marchio del gruppo Chrysler esportato nei principali mercati al di fuori del Nord America. Dieter Zetsche, Presidente e Ceo del gruppo Chrysler, ha confermato oggi al Salone di Detroit l'introduzione nei principali mercati mondiali della più antica marca del Gruppo che quest'anno festeggia 90 anni dalla nascita. "Nel 2004 lanceremo in Europa la purosangue Dodge Viper Srt-10, icona del marchio" ha dichiarato Zetsche. "A partire dal 2006 arriverà una nuova gamma di autovetture Dodge che incarneranno la forte personalità del marchio e saranno in grado di incontrare le preferenze e le aspettative del pubblico di tutto il mondo". I nuovi modelli Dodge saranno equipaggiati con potenti ed efficienti motori benzina e gasolio. "Anche se per i mercati al di fuori del Nord America punteremo soprattutto sulle autovetture, negli Stati Uniti il marchio Dodge è spesso associato a pick-up truck, Suv e monovolume" ha detto Joe Eberhardt, Executive Vice President Global Sales and Marketing del gruppo Chrysler. "La gamma Dodge, insieme ai veicoli Chrysler e Jeep, ci consentirà di offrire una gamma di modelli in grado di competere in tutti i segmenti del mercato automobilistico internazionale". I nuovi modelli Dodge, insieme alle novità Chrysler e Jeep, permetteranno di raddoppiare le vendite del gruppo Chrysler al di fuori del Nord America nei prossimi quattro anni. Nello stesso periodo è destinato a raddoppiare anche il numero di veicoli con guida a destra e con motore Diesel. Le vetture Dodge saranno commercializzate nella maggior parte delle concessionarie Chrysler e Jeep esistenti. La prima Dodge ad essere lanciata sui mercati internazionali sarà Viper Srt-10, una roadster 2 posti con motore 10 cilindri a V di 8.300 cc. "Da novant'anni, Dodge è un'icona americana ed un marchio vincente. E' arrivato il momento di proporre Dodge anche al di fuori del Nord America" ha detto Eberhardt. "Che modo migliore c'è per catturare l'immaginazione dei potenziali clienti Dodge che proporre loro Dodge Viper, un'automobile che riassume l'essenza della marca ed è già diventata un'icona delle sportive americane ad alte prestazioni?" Il marchio Dodge compare su vetture dalla forte personalità attualmente commercializzate in Usa, Canada, Messico ed in pochissimi altri mercati d'oltre oceano. Con l'introduzione a livello internazionale dei nuovi modelli Dodge, Chrysler e Jeep, il gruppo Chrysler intende superare l'1% di quota di mercato in Europa occidentale a partire dal 2007.

CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL VITIGNO NEBIOLO
Sondrio, 7 gennaio 2003 - Illustri relatori, produttori e vini da quattro continenti, giornalisti da tutto il mondo. È il biglietto da visita con il quale si presenta Nebbiolo Grapes 2004, la prima convention internazionale dedicata al vitigno nebbiolo, che si svolgerà in Valtellina il 23, 24 e 25 gennaio prossimi per l’organizzazione del Consorzio Tutela Vini di Valtellina in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Sondrio. Il nebbiolo, che trae le sue origini dalle vallate alpine della Valtellina e dal Piemonte, considerato tra i cinque, grandi vitigni rossi mondiali, rappresenta una delle grandi sfide enologiche per identità e difficoltà di vinificazione. Il Consorzio Tutela Vini di Valtellina rende omaggio al nebbiolo con un’intensa tre giorni di dibattiti, confronti, incontri e degustazioni tra tecnici, studiosi, viticoltori e amanti del buon vino provenienti da tutto il mondo. A Sondrio si sono dati appuntamento i grandi protagonisti del mondo vitivinicolo: i viticoltori valtellinesi accoglieranno i colleghi piemontesi e valdostani e i produttori provenienti da quattro continenti. I vini e le aziende che meglio rappresentano il nebbiolo nel mondo sono stati selezionati dal Consorzio Vini per partecipare al convegno. Per gli Stati Uniti ci saranno aziende di California, Pennsylvania, Oregon e dello stato di Washington, tutta l’Australia vitivinicola sarà rappresentata, dallo stato di Victoria al Nuovo Galles del Sud, dalla parte occidentale a quella meridionale. Saranno presenti il Messico e il Sudafrica, i migliori produttori di Barolo e Barbaresco, i rossi di Valtellina e i vini di Sardegna e Valle d’Aosta. La giornata di apertura di Nebbiolo Grapes, venerdì 23 gennaio, si caratterizzerà per le due sessioni, la prima viticola, la seconda incentrata su storia, enologia e aspetti sensoriali. Tecnici e docenti universitari degli atenei di Milano, di Torino e di Davis, in California, e della Fondazione Fojanini di Sondrio, moderati dal giornalista Matteo Marenghi, direttore della rivista “Vigna e Vini”, approfondiranno gli aspetti genetici ed agronomici. La sessione del pomeriggio vedrà, nelle vesti di moderatore, Bruno Gambacorta, giornalista che cura per Rai Due la trasmissione “Eat Parade”, mentre fra i relatori figurano i nomi illustri di Aldo Vacca, della Cooperativa Produttori del Barbaresco, e di Alberto Zaccone, docente dell’Università del Sacro Cuore di Piacenza. La sessione si concluderà con una degustazione orizzontale di Sforzato di Valtellina. Nella giornata di sabato 24 gennaio, a partire dalle 9.30, si svolgerà il convegno centrale che avrà quale moderatore il vicepresidente di Slow Food Giacomo Mojoli. Nella prima parte verranno presentati i lavori svolti nelle sessioni del giorno precedente, seguiranno gli interventi di produttori e vinificatori di Valtellina, Piemonte, Australia, Stati Uniti e Sudafrica., che metteranno a confronto le diverse esperienze enologiche. Nel pomeriggio si aprirà il Banco d’Assaggio con oltre 70 aziende di quattro continenti presso le cantine del Museo del Vino che verranno inaugurate per l’occasione. Il Banco d’Assaggio, aperto alla partecipazione di quanti si iscriveranno sul sito internet ufficiale del convegno www.Nebbiolograpes.org oppure presso la segreteria, animato dai sommelier dell’Ais, oltre che dai rappresentanti delle case vinicole, potrà essere visitato anche per tutta la giornata di domenica. La Valtellina e la sua suggestiva cornice naturale offerta dai terrazzamenti, incastonati sulla costiera delle Alpi Retiche, si apprestano a vivere un evento di portata internazionale, che catalizzerà l’attenzione della stampa specializzata e di tutto il settore vitivinicolo: Sondrio per tre giorni sarà la capitale del nebbiolo.  

UNA PRIMADONNA IN SCENA AL TEATRO MANZONI DI MILANO PER L’INTENSO SPETTACOLO MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI DI BERTOLT BRECHT
Milano, 7 Gennaio 2004 - E’ Mariangela Melato la protagonista dell’intenso spettacolo che inaugura il nuovo anno sul palcoscenico del Teatro Manzoni di Milano: Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht. Dopo il grande successo ottenuto al suo debutto genovese, dove ha aperto la stagione 2002/2003 del Teatro di Genova, e nel corso della breve tournée dello scorso anno (Modena, Ferrara, Torino e Palermo), dove ha fatto ovunque registrare il tutto esaurito con clamorose ovazioni finali, Mariangela Melato torna a essere protagonista di Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht, nell’edizione prodotta dal Teatro di Genova per la regia di Marco Sciaccaluga e le scene di Matthias Langhoff. La nuova Madre Courage del Teatro di Genova viene proposta in tournée in un momento in cui le sue tematiche sono diventate drammaticamente di grande attualità e in un periodo di rinnovato interesse per l’opera di Bertolt Brecht che, riconosciuto ormai un “classico”, può definitivamente essere trattato in quanto tale, libero da pregiudizi o incrostazioni ideologiche, come un autore capace di parlare ad ogni tempo con un linguaggio universale. Valorizzando ulteriormente la sua vocazione europea, il Teatro di Genova ha voluto affidare l’interpretazione delle spettacolo a un cast internazionale (con la presenza di attori italiani, serbi, francesi) e la responsabilità delle scelte scenografiche a una delle personalità più significative del teatro europeo e allievo di Bertolt Brecht, il regista e scenografo tedesco Matthias Langhoff, il quale ha creato per Madre Courage e i suoi figli un impianto figurativo molto moderno, in cui si coniugano dialetticamente il classico e il contemporaneo. Al centro dello spettacolo è Mariangela Melato, la quale, dopo essere stata l’eterna Fedra e la piccola Maisie, è ora impegnata nel grande ruolo della vivandiera Madre Courage che, avida e stracciona, rotta a tutti gli intrighi e i compromessi, maestra del doppio e triplo gioco, tigre indifesa dei propri figli, cerca di attraversare indenne il disastro della guerra, sfruttando le disgrazie altrui senza accorgersi che sono anche le sue. Madre Courage e i suoi figli racconta la guerra – la guerra di ogni tempo - dal punto di vista di chi la patisce: soldati, contadini, poveri e tutti coloro che devono con fatalità adattarsi alle sue leggi assurde e atroci per tirare avanti e sopravvivere. Come in un racconto picaresco, i vari episodi della vicenda ambientata da Brecht durante la guerra dei Trent’anni (1618- 1648) trovano la loro unità nella presenza di una donna, Madre Courage, testardamente chiusa nel proprio egoismo, la quale nel corso della vicenda vede perdersi e scomparire nell’immane carneficina, uno dopo l’altro, i tre figli che ha avuto da soldati di eserciti e di paesi diversi. Ma lei non disarma. Resta sola a tirare la sua carretta di false ricchezze e di dolorosi stenti, sperando in un improbabile, impossibile miracolo. Senza forse mai rendersi conto di essere, come i suoi simili, uno strumento nelle mani di chi fa la guerra per i propri interessi e spinge il popolo a diventare il carnefice di se stesso. Al fianco di Mariangela Melato recitano nello spettacolo uno dei maggiori attori del teatro di Belgrado, Miodrag Krivokapic nel ruolo del Cuoco, Ugo Maria Morosi in quello del Cappellano, mentre la francese Frédérique Loliée è Yvette Pottier; e poi ancora Roberto Alinghieri, Riccardo Bellandi, Massimo Brizi, Arianna Comes, Aleksandar Cvjetkovic, Rachele Ghersi, Gianluca Gobbi, Fabrizio Lo Presti, Andrea Nicolini, Enzo Paci, Flavio Parenti, Ernesto M. Rossi, Gaetano Sciortino, Pietro Tammaro, Desirée Tesoro, Federico Vanni. Completano lo spettacolo le musiche eseguite dal vivo da Caterina Picasso, Marco Biggi, Stefano Gajon, Roberto Mazzola, Raffaele Rebaudengo, Rachele Rebaudengo. Le luci sono di Sandro Sussi. Al Teatro manzoni fino al 1 febbraio 2004

“UN DUE TRE…… GHE’ FINI’ I DANE’!”: I LEGNANESI SI CONFERMANO CAMPIONI DELLA MILANESITÀ SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SMERALDO
Milano, 7 Gennaio 2004 - Dopo essersi riconfermati campioni d’incassi con «Zucc e melòn a la sua stagiòn?» nella passata stagione teatrale, con un trionfale tributo di pubblico senza precedenti, rieccoli «I Legnanesi», eredi artistici di Felice Musazzi con un nuovissimo, scintillante, esilarante spettacolo : «Un due tre …ghe finì i danè!» Il titolo è la rivisitazione di un’esclamazione del linguaggio popolare Lombardo, una burla, un modo scherzoso per dire « …ti ho gabbato» : Conto tre e già te l’ho fatta!! E’ il gioco della vita: quando meno te l’aspetti, ti accorgi che qualcuno ti ha fregato! Questo detto, ricorre di frequente nel nuovo spettacolo: 150 minuti di risate travolgenti, una comicità dirompente, con tante novità tutte da vedere. A 15 anni dalla scomparsa del maestro Felice Musazzi (alias Teresa) e a poco tempo dall’addio dell’insuperabile Tony Barlocco (alias Mabilia) I Legnanesi, che con loro hanno vissuto e condiviso per tanti anni le gioie del successo, rendono omaggio ai due fondatori riportando sulla scena i nomi di Teresa e Mabilia. Due grandi attori, dei quali si vogliono far rivivere i nomi d’arte, senza però incappare in facili imitazioni, senza deformarne il ricordo e l’originalità! La Scuola di Teatro , inventata da Felice Musazzi e Tony Barlocco, di cui i Legnanesi sono gli allievi eredi, è rimasta l’originale di allora, costruita sulle colonne portanti: - Giuseppe Parini, (alias Cornelia) co-fondatore della Compagnia, sulla scena dal 1949, continua a interpretare la donna di cortile. - Angelo Mortarino (che ricorda la Teresa ) in compagnia da 35 anni, che con la sua personale interpretazione fa rivivere questo personaggio. - Lino Mario ( che reinventa la Mabilia ) reclutato da Musazzi nel 1970, attualizza il personaggio della ragazza di belle speranze. - Rino Maraschi ( la Rina ) vestì i panni femminili nel 1974, e ancor prima, creatore come oggi delle incredibili parrucche di scena. Per decenni, sotto la guida di Musazzi e Barlocco, questi «allievi» hanno assimilato l’arte istrionica del «far teatro» e l’hanno trasmessa alle nuove leve. - Danilo Parini ( Il Giovanni) che reinterpreta la figura dal 1990 - Giovanni Mercuri, ( la Mistica ) dal 1991 si cala nel personaggio della beghina del paese - Franco Curia ( la Carmela ) straordinaria terròna doc dal 1994. E poi, la rivelazione recente, Massimo Albini, ( la Maby ) la cugina americana, la ragazza super, quella che tutte vorrebbero essere: giovane, bellissima e ambiziosa. A fare da contorno, tanti altri personaggi e ballerini, tutti dilettanti. Questa è la compagnia dei Legnanesi, la più imitata d’Italia, ma mai eguagliata. Lo spettacolo ha inizio! In una fantasmagorica Las Vegas, scintillante di lustrini e paillettes, si celebra il trionfo dell’avanspettacolo. Parodiando il più famoso musical «Chicago», ecco la Maby d’oro scendere le scale della felicità, attorniata da 12 boys che con lei cantano e ballano in una travolgente coreografia. Ma subito si ritorna alla realtà, nel grande maestoso cortile, attualizzato dall’insediamento abitativo multietnico. Un cortile poliglotta, fatto di lombardi, meridionali, extracomunitari, nel quale ognuno si racconta, attraverso le vicende quotidiane nel dialetto popolare, spontaneo e vivace, di un verismo disarmante. Un linguaggio corposo e graffiante che interpreta le espressioni più genuine, sottolineando i caratteri, le speranze e le delusioni, ambizioni e difetti della classe operaia dei «Pover Christ». Storie di varia umanità: la Mabilia , finalmente realizza il suo desiderio, e apre in cortile, proprio vicino alle stalle, un negozio di estetista. La Rina , infermiera di notte, fa tremare le ringhiere al suo ingombrante ingresso dal portone del cortile. La Teresa e il Giovanni, sono vittime e arbitri del variegato microcosmo. Ma l’evento scatenante, che è il pretesto sul quale si srotola la storia, è il matrimonio della nipote americana: la Maby ! La cerimonia nuziale, riservata a pochi intimi blasonati, subisce il boicottaggio delle cortigiane deluse per non essere state invitate, e con un escamotage improvvisano un sit in di protesta nella piazza della chiesa, e rovinano così l’evento. L’arrivo del misterioso sposo, fornisce lo spunto alla famiglia Colombo per progettare un nuovo business: scafisti, per traghettare coi gommoni i clandestini padani verso le terre dell’est! E inevitabilmente ci si ritrova in un fantasmagorico finale ambientato in Russia, con impeccabili Ussari, divertenti matrioske, Zar e Zarine con costumi meravigliosi. La seconda parte, vede schierato nella piazza del Duomo di Milano, un drappello di Corazziere Padane, che attendono l’arrivo dei Savoia in visita alla città. Puntualmente l’aereo atterra fra la folla esultante, e fra questi, le donne del cortile, che offrono la reggenza della neonata repubblica transpadana ai reali, illustrandone confini e progetti. La realtà riporta i Legnanesi a celebrare un omaggio alla terra Lombarda, un quadro oleografico che esalta il costume, le radici e le bellezze della nostra terra contadina. Non poteva mancare il quadro finale, sempre atteso: il letto, tutto speciale, che strapperà risate e applausi , sorprendente per la sua originalità, e sicuramente farà sbellicare il pubblico dalle risa. Tanti siparietti comici e coreografici contribuiscono a compattare il nuovo spettacolo, con scenografie e costumi nuovissimi, disegnati dall’affermato Angelo Poli. Le travolgenti musiche originali, sono scritte e orchestrate da Gianni Gastaldo. Le coreografie, appositamente create da Luigi Sironi, già ètoile del teatro alla Scala. I testi e la regia, sono firmati da Alvaro Testa, che da oltre 10 anni firma i successi dei Legnanesi. Lo spettacolo, è prodotto da Enrico Barlocco, nipote di Tony Barlocco, la più famosa Mabilia. E per finire, gran finale al circo! Sotto il grande tendone, i Legnanesi si presentano come sono nella realtà: operai, impiegati, studenti, gente comune, con la grande passione per il teatro

“SOUTINE, KISLING, UTRILLO E LA PARIGI DI MONTPARNASSE” FARSETTIARTE, PRATO
Prato, 7 gennaio 2004 - Dopo l’anteprima di Cortina d’Ampezzo, la Galleria Farsettiarte propone nella propria sede di Prato ( in viale della Repubblica, area Museo Pecci) la bella mostra “Soutine, Kisling, Utrillo e la Parigi di Montparnasse”. L’esposizione, conclusa la tappa di Prato, sarà riallestita nella sede milanese di Farsettiarte dal 28 gennaio – 28 febbraio 2004. Con questa preziosa esposizione, Farsettiarte conclude il ciclo delle mostre dedicate agli artisti che hanno vissuto e lavorato a Parigi nei primi anni del Xx secolo. La mostra propone una serie di importanti opere di Soutine , Kisling, Utrillo e di alcuni amici che, come loro solevano ritrovarsi, nei leggendari Café: La Cupole , Ledôme, La Rotonde. Tutti artisti destinati alla celebrità anche se, chi più chi meno, affetto in quegli anni da mal di miseria. Chaim Soutine, emigrato dalla Lituania, arriva a Parigi nel 1912, anch’egli intenzionato, pur tra le molte avversità, a non mancare l’appuntamento universale di tutti quelli che aspiravano alle arti e alla poesia. Con i pittori arrivano da ogni parte del mondo poeti, letterati attori a vivacizzare il Boulevard de Montparnasse. Accanto a dipinti di Soutine si posono ammirare quindi opere di Kisling, Utrillo, Modigliani, Picasso, Severini, Soffici, Chagall, Kandinsky, Derain, Marie Laurencin, Brancusi. La mostra è corredata da un catalogo con scritti di Osvaldo Patani, Frediano Farsetti, Rachele Ferrario e Marco Fagioli. Farsettiarte Viale della Repubblica, area Museo Pecci 10-20 gennaio 2004 orari: 10-13; 16-19; chiuso la domenica

A NATALE BOOM DEL PERÙ
Firenze, 7 Gennaio 2004 - Molti turisti, ma anche moltissimi fiorentini hanno visitato nei giorni di Natale a Capodanno la mostra sui capolavori del Perù precolombiano in programma a Palazzo Strozzi fino al 22 febbraio. Grazie a una media tra le 1200 e le 1500 persone al giorno, dall’inaugurazione del 14 novembre il bilancio della rassegna a ora superato la soglia dei 30 mila visitatori. Piuttosto soddisfatti gli organizzatori di Firenze Mostre da mesi, tra l’altro, alle prese con la preparazione delle due importantissime mostre su Botticelli e Filippino Lippo che Palazzo Strozzi ospiterà contestualmente a partire dal 22 marzo. L’evento è atteso da eperti e appassionati di tutto il mondo perché, per la prima volta, riporterà a Firenze e riunirà in un sol luogo anche molti capolavori oggi proprietà delle maggiori istituzioni internazionali. In totale la mostra ospiterà circa quaranta dipinti di Botticelli e dodici di Filippino, oltre a una serie di opere di riferimento di straordinario valore. La mostra sull’antico Perù è, come noto, la più importante mai organizzata in Europa e nel mondo dal dopo guerra. Ospita circa 400 oggetti di vario tipo e dimensione (statuette e monili d’oro, tessuti bellissimi conservatisi benissimo malgrado sia vecchio di tre millenni, ceramiche che illustrano la vita degli inca e degli altri popoli andini, sculture, oggetti erotici). Una sezione di particolare interesse è stata curata dall’Istituto di Antropologia dell’Università di Firenze ed espone alcune delle meraviglie della collezione Medici. I granduchi di Toscana fecero infatti raccolta intelligente di quanto di meglio e soprattutto di quanto di spettacolare proveniva dalle Americhe. In mostra si possono ammirare, tra le altre cose, vari tipi di armi, lo scheletro di un giovane inca ucciso da una scheggia durante l’invasione spagnola, una testa d’uomo miniaturizzata secondo lo stile degli indigeni amerindi, un ritratto di Atahualpa, l’ultimo re inca. Per i visitatori è previsto un interessante pacchetto di sconti. I residenti a Firenze e in provincia e i soci Coop pagano l’ingresso € 5,50 invece di 8. I ragazzi da 6 a 18 anni € 4,00. Ingresso gratuito, invece, per i bambini fino a 6 anni, gli accompagnatori di portatori di handicap, di gruppi, e due insegnanti per classe. Per informazioni: 055.2469600, www.Firenzemostre.com 

A MILANO DAL 29 GENNAIO AL 2 MAGGIO 2004 LE CIVILTA’ DEL PERU’ DA CHAVIN AGLI INCA LA COLLEZIONE FEDERICO BALZAROTTI AL CASTELLO SFORZESCO
Milano, 7 Gennaio 2004 - Dal 29 gennaio al 2 maggio 2004, al Castello Sforzesco di Milano viene presentata, per la prima volta al pubblico, la Collezione Federico Balzarotti, una delle più rilevanti raccolte di arte peruviana preispanica, donata alla città nel 2001. Con l’arrivo di questa raccolta, Milano diventa così, il più importante centro per i materiali del Perù preispanico in Italia. Organizzata dal Comune di Milano, Cultura e Musei – Settore Musei e Mostre - Civiche Raccolte d’Arte Applicata con la collaborazione di Sumampa (un progetto culturale che mira alla conservazione e allo sviluppo dell’arte tradizionale e della cultura argentina, attraverso il suo sostegno all’organizzazione no-profit Adobe Asociación Civil), la mostra Le Civilta’ Del Peru’ Da Chavin Agli Inca, curata da Antonio Aimi, propone circa 200 reperti riuniti da Federico Balzarotti negli anni sessanta. Di ogni tipologia, di ogni cultura Federico Balzarotti ha sempre cercato di acquisire oggetti di altissima qualità. La decina di opere che rappresentano i capolavori della sua raccolta potrebbero ben figurare nei più importanti musei del Perù, dell’Europa e dell’America. Significativamente, è possibile documentare che tre opere della sua collezione erano presenti, unici pezzi “italiani”, nella storica mostra Mastercraftsmen of Ancient Peru del Guggenheim Museum di New York del 1968. La raccolta ha un carattere antologico; infatti, è la sola che consente di capire il percorso storico del Perù preispanico: da Chavín (900 - 200 a .C.) agli Inca (1440 - 1532). Sono rappresentate tutte le culture che si sono succedute nella regione: Cupisnique, Paracas, Moche, Nasca, Recuay, Huari, Chimú, Chancay. In particolare gli interessi antropologici e archeologici di Balzarotti sono rivelati dalla scelta di opere in grado di raccontare gli snodi e le realizzazioni più sorprendenti dell’antico Perù. Quest’impostazione appare chiaramente documentata dalla presenza di due tipologie diverse. La prima è quella dei reperti che rinviano direttamente ai miti e alle cerimonie di un mondo ai più ancora misterioso: la bottiglia Moche che raffigura il tema della Danza Rituale, il gufo che rappresenta l’alter ego di chi offre al re il sangue di chi veniva immolato nella Cerimonia del Sacrificio e così via. La seconda è quella dei “classici”, delle opere che sintetizzano e documentano le realizzazioni più alte e più tipiche di una determinata cultura: gli arazzi Huari dalle stilizzazioni geometrizzanti, i tessuti dipinti, le terrecotte Paracas incise e con una decorazione pittorica postcottura, la testa-chiodo Chavín, ecc. Nella scelta dei materiali e delle tipologie, la collezione privilegia le opere in terracotta e i tessuti, ma compaiono anche mosaici, figurine in legno, collane e gioielli. Eccezionali, infine, due realizzazioni tipiche del mondo andino: un quipu un sistema di registrazione di numeri e informazioni formato da corde e nodi, e due yupane, antichi abachi a base 10 e 40. In contemporanea con l’iniziativa al Castello Sforzesco, nello spazio Sumampa di Milano (Bastioni di Porta Nuova 9) dal 30 gennaio al 20 marzo si terrà la mostra Dagli Inca alla cultura Quicha – Santiagueńa: tappeti, sculture, mobili e oggetti (in legno, cuoio, tessuto) documentano una tradizione artistico-artigianale, risultato di una integrazione perfettamente riuscita, tra le diverse culture che testimoniano la storia locale. Federico Balzarotti, nasce nel 1922. Laureato in architettura si forma durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e nel primo dopoguerra. La madre, Ada Catenacci, è un’attiva intellettuale, scrive poesie, traduce autori tedeschi ed è una collezionista di arte moderna in contatto con parecchi artisti, tra cui Sironi, Casorati, Martini. Spesso porta il figlio negli ateliers e nelle gallerie in cui questi artisti lavorano ed espongono. A contatto con le opere di questi maestri Federico Balzarotti, che rimarrà per tutta la vita uomo di gusti “classici”, alieno da ogni forzatura, comincia ad apprezzare l’arte moderna. Come è avvenuto per tanti altri collezionisti, sono dunque le esperienze artistiche della prima metà del Novecento che gli aprono la strada verso l’arte “altra”. Nel 1962, in occasione di un soggiorno a Lima, scopre l’arte preispanica dell’antico Perù e diventa amico dei collezionisti più importanti della capitale peruviana. Gli anni che seguono sono quelli della formazione della collezione, che nel 1971 raggiunge la sua attuale fisionomia. Nel 2000, informato del progetto del nuovo Centro delle Culture Extraeuropee di Milano, Federico Balzarotti contatta il Comune di Milano per un primo incontro. Dopo la sua morte avvenuta alla fine del 2000 gli eredi riprendono i contatti con il Castello e portano a termine la donazione. Per informazioni: Civiche Raccolte d’Arte Applicata: tel. 02 88463833

AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI TRIPOLI (LIBIA) CONTINUA LA MOSTRA "DESERTS", UN OMAGGIO AL PITTORE MARIO SCHIFANO
Tripoli 7 Gennaio 2004 - Presentata dalla Regione Lazio, l' Associazione Culturale Blu Bramante e l'Archivio Schifano, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Tripoli, continua con successo fino al 18 gennaio la mostra "Deserts", un omaggio a Mario Schifano che riporta l'opera di questo grande pittore nella sua terra natale. Schifano infatti è nato il 20 settembre 1934 a Homs, in Libia, dove il padre dirigeva gli scavi archeologici di Leptis Magna. In questa specie di "ritorno a casa" ideale e postumo sono state riunite dieci grandi opere del ciclo "Deserts", quadri di grandi dimensioni (3 per 3 metri ) realizzati da Schifano nel 1984 con smalti, sabbie e terra per il Royal Cultural Center di Amman del Re Hussein di Giordania, praticamente inediti e mai visti. Le tele esposte testimoniano un momento particolarmente felice del suo lavoro e attingono al grande deposito immaginifico e multidimensionale, disciplinato e indisciplinato, dell' artista. Sono paesaggi dai titoli:" I was born in Leptis Magna", "Dunes", "Mirage", "Sand Sculpture", "Through the Desert" ispirati dai ricordi dell' infanzia. La mostra è corredata da un catalogo illustrato, bilingue (italiano-inglese) con una presentazione di Monica De Bei Schifano, moglie dell' artista e curatrice dell' evento, un testo critico di Achille Bonito Oliva e delle testimonianze di Alberto Moravia e Giuseppe di Branco. Dopo Tripoli sono previste altre sei tappe. Infatti la mostra, aggregando paesi e territori diversi attraverso la cultura, nelle intenzioni degli organizzatori viaggerà "nomade" per quasi un anno raggiungendo Tunisi, Marrakesh, Il Cairo, La Valletta , Istanbul e Dubai, anche per ricordare le parole di Schifano "...L'arte è come la pace, fa bene a tutti...". Per informazioni : Istituto Italiano di Cultura: tel. 00218 21 3604069, email: iictripoli@katamail.Com

BRERA SI RACCONTA GENNAIO 2004
Milano, 7 Gennaio 2004 - “Natività. Immagini del Natale a Brera” - La visita si propone di analizzare le tradizioni legate alla rappresentazione del Natale attraverso gli spunti offertici da alcuni dipinti. Indagheremo i principali motivi iconografici illustrandone la derivazione dai Vangeli di Matteo e Luca e da testi come le Revelationes di santa Brigida di Svezia ma soprattutto, da una preziosa fonte narrativa e immaginifica: quei vangeli, apocrifi, espunti dal canone ufficiale della Chiesa, dedicati al tema dell’infanzia di Cristo. “Il Ritratto” - Il ritratto si afferma prepotentemente sulla scena artistica occidentale nel corso del Xiv secolo, quando nelle opere d’arte diviene una prassi consolidata la rappresentazione di personaggi ben riconoscibili: i committenti. Con il Rinascimento e ancor più nell’età moderna assume sempre maggiore importanza la caratterizzazione psicologica dell’individuo unita all’attenzione per la sua dimensione sociale. La visita si propone di tracciare un percorso articolato di questo genere artistico nei suoi caratteri fondamentali e nei suoi sviluppi dalle origini all’età contemporanea “Giovanni Martino Spanzotti. Il polittico di Casale ricostruito.”- L’esperienza di Giovanni Martino Spanzotti si consuma soprattutto in Piemonte, tra suggestioni franco-borgognone, folgorazioni «filoferraresi» e passioni lombarde. Brera ha la fortuna di custodire due delle tavole che costituivano il polittico dipinto da Spanzotti per la chiesa di San Francesco a Casale Monferrato alla metà degli anni ‘90 del Xv secolo. Finalmente, per la serie di esposizioni Brera mai vista, alle tavole braidensi sono state affiancate le altre parti della pala, divise tra l’Accademia Albertina di Torino, la National Gallery di Londra e una collezione Milanese. E’ un’occasione imperdibile per percorrere le tappe dell’artista piemontese, a fianco delle esperienze sostanzialmente coeve di Foppa e Bramantino. “Ali e colori. Gli angeli dipinti”- Quanto pesano le ali degli angeli? Questa e altre bizzarre domande metteranno alla prova i tuoi sensi per farti conoscere figure che sembrano viaggiare con l’aria e confondersi nella luce; dev’essere più facile immaginarle che afferrarle, non trovi? Eppure molti artisti le hanno dipinte, scolpite, disegnate... Come? Ti invitiamo in Pinacoteca per scoprirlo! Dal 10 Gennaio 2004 ogni sabato alle ore 16.00, Grandi Capolavori, una breve panoramica sulle opere più note della Pinacoteca: da Bellini a Mantegna, da Raffaello a Caravaggio, da Canaletto a Boccioni. (Max. 25 persone, prenotazione consigliata. Informazioni al numero 02.72263219, da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30) Approfondimenti gratuiti sulla Pinacoteca e sulle sue collezioni A cura degli Assistenti Tecnici Museali della Pinacoteca con la supervisione dei Servizi Educativi della Soprintendenza di Milano Tutti gli incontri sono gratuiti, compresi nel prezzo del biglietto d'ingresso in Pinacoteca. Prenotazione consigliata Informazioni al numero 02-72263219, da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30, oppure sul sito www.Brera.beniculturali.it

IL LABORATORIO: LA VITA QUOTIDIANA AI TEMPI DI AMBROGIO E AGOSTINO MUSEO DIOCESANO DI MILANO, 8 DICEMBRE 2003 - 2 MAGGIO 2004
Milano, 7 Gennaio 2004 - La mostra “387 d.C. Ambrogio e agostino le sorgenti dell’europa” (al Museo Diocesano di Milano, dall’8 dicembre 2003 al 2 maggio 2004), propone - attraverso “Ad Artem” ed “Opera d’Arte”, due società che operano nel settore dei servizi culturali - alcune iniziative studiate per approfondire l’importantissima tappa della storia milanese ed europea che l’esposizione affronta. Visite Guidate Alla Mostra “387 d.C. Ambrogio e agostino le sorgenti dell’europa” - Le visite - a cura di Ad Artem - verranno condotte da archeologi e storici dell’arte esperti in divulgazione culturale. Saranno personalizzate in funzione della tipologia di pubblico: studenti delle scuole elementari, medie inferiori, superiori o adulti. Per informazioni e prenotazioni consultare la scheda tecnica in calce a questo comunicato stampa. Laboratori Tecnico-creativi- Partendo dagli oggetti in mostra - oltre 400 tra avori, gemme, vetri dorati, bassorilievi, statue, reperti archeologici provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, e dai materiali di cui essi sono costituiti - “387 d.C. Ambrogio e agostino le sorgenti dell’europa” propone attraverso la società Ad Artem - la straordinaria possibilità di sperimentare l’uso di alcune tecniche antiche per la realizzazione di manufatti d’uso quotidiano ai tempi dei due grandi personaggi. E’ allestito presso il Museo Diocesano di Milano (Corso di Porta Ticinese, 95) - e lo sarà sino al termine della mostra - un laboratorio tecnico-creativo che permetterà l’affascinante esperienza di ricreare degli oggetti abitualmente usati da uomini e donne dei primi secoli dell’era cristiana. Viene proposta, in particolare, la lavorazione della terracotta mediante stampo per la realizzazione delle lucerne e la tecnica dello sbalzo e dell’incastonatura per la creazione di pezzi di oreficeria di foggia nordica. Alcuni dati tecnici: da copie delle lucerne esposte in mostra vengono tratti i calchi per ottenere gli stampi, decorati secondo gli stili dell’epoca, entro cui collocare l’argilla; una lamina di rame viene sbalzata in modo da ottenere il rilievo della fibula, quindi si procede all’incastonatura delle pietre dure (delle imitazioni) negli intarsi creati. La sperimentazione delle tecniche della terracotta e dello sbalzo viene condotta, per circa 90 minuti, da un’esperta guida di Ad Artem, che cura l’intera iniziativa. La proposta, davvero originale, è rivolta in particolare agli studenti delle scuole elementari e medie accompagnati dai loro insegnanti ed è finalizzata all’approfondimento delle tematiche della mostra in relazione con i programmi scolastici. Tutte le visite guidate, i laboratori didattici in mostra ed i percorsi di visita della città di Milano sono differenziate per fasce d’età. Visite Guidate Alla Mostra” Opere e Lettori di Agostino. Manoscritti in mostra”- La sezione espositiva dedicata alle antiche miniature e ai codici agostiniani, presente presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese (Corso Magenta, 59), può essere apprezzata pienamente grazie agli esperti di Opera d’Arte, società specializzata nella gestione di servizi culturali. Informazioni E Prenotazioni Visite Guidate Ad Artem Tel. 02/6597728 Fax. 02/6599269 - info@adartem.It  Segreteria Organizzativa Museo Diocesano Corso Di Porta Ticinese 95 20123 Milano Tel. +39 02 89.40.47.14 Fax +39 02 89.407577 Segreteria@museodiocesano.it

AFRICA, CAPOLAVORI DA UN CONTINENTE
Milano, 7 Gennaio 2004 - Fratelli dell’Uomo, O.n.g di cooperazione internazionale, attiva da oltre 30 anni nel Sud del mondo, promuove l’incontro dal titolo: Africa, capolavori da un continente Il giorno 15 gennaio 2004 alle ore 21.00 presso l’Aula Magna della Chiesa di San Marco Piazza San Marco 2 , Milano il noto esperto d’arte africana Ezio Bassani, curatore dell’omonima mostra di Torino, presenterà attraverso delle diapositive i pezzi più celebri della mostra esposti, fino al 15 febbraio 2004, presso la Galleria d’Arte Moderna del capoluogo piemontese. L’ingresso alla conferenza è di 5 euro, il ricavato verrà devoluto al sostegno dei progetti umanitari di Fratelli dell’Uomo in Africa. Infolink: www.Fratellidelluomo.org

PREMIO CITTÀ DI MILANO A FULVIO MARIA SCAVIA UNA VITA DEDICATA ALL’ARTE E ALLA CREATIVITÀ UNA STORIA FATTA DI SOGNI, DI GIOIELLI E DI STRAORDINARI SUCCESSI
Milano, 7 Gennaio 2004 - Fulvio Maria Scavia insignito del Premio Città di Milano 2003. E’ in virtù dell’appassionato impegno e degli importanti risultati conseguiti nel mondo dell’alta gioielleria e dell’arte orafa che giunge questo prestigioso riconoscimento al designer milanese più volte vincitore del “Diamonds International Award”. La cerimonia di premiazione è avvenuta domenica 21 dicembre 2003, presso l’hotel Four Seasons di Milano, nell’ambito del consueto gala natalizio organizzato dall’Associazione Milanese Amici della Lirica e dal Circolo degli Incontri. La prestigiosa targa è stata consegnata a Fulvio Maria Scavia dal vicesindaco Senatore Riccardo De Corato che, affiancato dall’Assessore Moda e Grandi Eventi Giovanni Bozzetti, rappresenterà le autorità cittadine, mentre Daniela Javarone, madrina della serata, si occuperà di svolgere gli onori di casa e di accogliere gli ospiti tra cui molti nomi illustri del mondo della musica, della cultura e dell’imprenditoria meneghina.

UN MILIONE E MEZZO DI PERSONE HA GIÀ RESO OMAGGIO A NIKE AL COLOSSEO. DECISA LA PROROGA SINO ALL’8 FEBBRAIO 2004
Roma, Colosseo, 7 Gennaio 2004 - Un milione e cinquecentomila persone ha già reso omaggio a Nike. La mostra “Nike. Il gioco e la vittoria” allestita al Colosseo ha così infranto ogni record europeo e mondiale e punta ad avvicinarsi ai due milioni di visitatori grazie anche alla proroga sino all’8 febbraio decisa dalla Soprintendenza Archeologica di Roma che, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha promosso la grande mostra. Gli orari di apertura, in questo periodo invernale, sono ridotti: dalle 9 alle 16,30. Il record precedente (un milione e 400 mila visitatori) apparteneva a “Sangue e Arena”, la mostra archeologica che ha aperto la fortunata tradizione di grandi eventi espositivi ospitati all’interno dell’Anfietrato Flavio. L’enorme successo di “Nike” offre, quindi, una ulteriore conferma del Colosseo come sede di esposizioni archeologiche di grande qualità, suggestione e popolarità. I capolavori esposti trovano un eccezionale complemento nella ambientazione, assolutamente unica, delle architetture dell’antico Anfiteatro. La proposta di grandi mostre in questa sede unica al mondo per valore storico ed evocativo, si è dimostrata ancora una volta vincente, avvicinando nuovamente al monumento un pubblico che, avendolo magari già visitato, non era più spinto a ripetere l’esperienza o stimolando ad entrarvi persone che non vi erano mai entrate. La mostra “Nike. Il gioco della vittoria”, organizzata dalla Soprintendenza archeologica di Roma e curata da Adriano La Regina , segue l’edizione espositiva del 2002 sui giochi gladiatori e si inserisce nel programma di restauro dell’Anfiteatro Flavio finanziato da Capitalia S.p.a.

MOSTRA JAN SVANKMAJER E EVA SVANKMAJEROVÁ MEMORIA DELL'ANIMAZIONE - ANIMAZIONE DELLA MEMORIA PARMA, PALAZZO PIGORINI E GALLERIA SAN LUDOVICO FINO AL 4.1.2004
Parma, 7 Gennaio 2004 - Esposta per la prima volta in Italia, l¹arte immaginativa dei due grandi artisti surrealisti, Jan Svankmajer e la moglie Eva Svankmajerová, rimarrà aperta al pubblico fino al 4 gennaio 2004 a Parma, nella doppia sede di Palazzo Pigorini e della Galleria San Ludovico. La mostra, promossa dall¹Assessorato alle Attivitá Culturali e Teatrali del Comune di Parma e dalla Fondazione Monte di Parma presenta oltre duecento opere dei due artisti cechi: quadri, oggetti a funzione simbolica, pitture e disegni medianici, frottages e collages animati, romanzi-collage, disegni e litografie animate, ceramica, marionette, feticci e maschere, quadri-rebus, poesie, disegni e oggetti tattili, stereofotografie, oggetti di scena e scene di film, mistificazioni di scienze naturali, combinatorie arcimboldesche, pitture alchemiche, ceramica feticista fatta a quattro mani, e - non ultimi - il ³collage nello spazio³, ³La nascita dell'Anticristo², oggetti reali sottratti all'utilitarismo (sedie tattili, un armadio illuminato come i vecchi manoscritti), e perfino gesti animati. Noto ai piú come regista, Jan Svankmajer é un artista surrealista a tutto campo, rivolto verso il lato materiale degli oggetti che di volta in volta prendono vita nei suoi film e nelle sue opere. Pittore, grafico, scultore, progettista, poeta, e naturalmente regista, Svankmajer é indubbiamente uno degli artisti piú interessanti del nostro tempo. Eva Svankmajerová é nata il 25 settembre del 1940 nella cittá ceca di Kostelci. E¹ giunta a Praga nel 1958 e ha studiato alla scuola di disegno e all¹accademia di musica (sezione teatrale). Dal 1970 é membro attivo del gruppo surrealista ceco e slovacco. La mostra, ad ingresso libero, è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19 (ma il 24 e il 31 dicembre solo dalle 10 alle 14) tranne i lunedì non festivi e i giorni 25 dicembre e 1 gennaio in cui rimarrà chiusa. L¹esposizione si articola in otto sezioni divise tra le sedi di Palazzo Pigorini e della Galleria San Ludovico. L¹assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune di Parma e la Fondazione Monte di Parma ha organizzato un servizio di visite guidate gratuite alla mostra per le giornate di domenica 21 e 28 dicembre alle ore 16, che illustreranno le oltre duecento opere in esposizione dei due artisti surrealisti di Praga. E¹ vivamente raccomandata la prenotazione (tel. 0521218967, ore 10 ­ 19 dal martedì alla domenica). 

A SIENA, LA MOSTRA DUCCIO. ALLE ORIGINI DELLA PITTURA SENESE PROROGATA FINO AL 14 MARZO 2004 SUPERATE AD OGGI LE 100.000 PRESENZE
Siena, 7 Gennaio 2004 - Il Comitato Promotore della mostra Duccio. Alle Origini Della Pittura Senese, aperta a Siena dal 4 ottobre 2003 nel complesso museale del Santa Maria della Scala e del Museo dell’Opera, in considerazione del grande successo di pubblico e di critica, ha deciso di prorogare l’evento espositivo fino al 14 marzo 2004. A tutt’oggi vi sono stati più di 100.000 visitatori che hanno approfittato di questa occasione unica per scoprire ed approfondire la conoscenza dell’arte del capostipite della pittura senese e dei suoi seguaci, seguendo un percorso espositivo che presenta l’uno accanto all’altro i capolavori del maestro: da alcuni dipinti giovanili ( la Madonna di Crevole e la Madonna dei Francescani) alla grande vetrata dell’abside del Duomo di Siena in esecuzione nel 1287-1288 (nell’occasione visibile dopo il restauro e soprattutto da vicino, anziché a qualche decina di metri d’altezza), da una rara Croce dipinta di collezione privata a straordinarie opere di piccolo formato provenienti dall’estero (la piccola Maestà del Kunstmuseum di Berna e il Trittico della collezione della regina Elisabetta Ii), fino alle parti della grande Maestà eseguita da Duccio nel 1308-1311 per l’altare maggiore del Duomo di Siena. Per la prima volta sono state svelate al pubblico le straordinarie pitture murali risalenti al 1270-1280 che decorano un ambiente recentemente rinvenuto al di sotto del pavimento della Cattedrale e che oggi è conosciuto con il nome di “cripta” ed inoltre non sono mancati i visitatori degli itinerari ducceschi nel territorio. Accanto al grande consenso di pubblico vi sono stati anche importanti riconoscimenti da parte della critica, tanto che la mostra Duccio. Alle origini della pittura senese ha ottenuto per ben due volte consecutive, nei mesi di novembre e dicembre de Il Giornale dell’Arte, il primo posto nella speciale classifica delle dieci mostre da non perdere, stilata da un comitato di addetti ai lavori scegliendo tra i numerosi appuntamenti nei musei di tutto il mondo. Il comitato che ha compilato la classifica era composto, per il mese di novembre, da Daniele Benati, (storico dell’arte, docente universitario), Andrea Bruciati, (direttore della Galleria Comunale d’arte contemporanea di Monfalcone), Massimo Di Carlo, (presidente dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna), Mina Gregori, (storica dell’arte), Massimo Minini, (gallerista), Fabrizio Moretti, (antiquario), Alessandra Mottola Molfino, (direttore centrale Cultura e Musei del Comune di Milano), Tullio Pericoli, (artista), Vittorio Sgarbi, (storico dell’arte), Nicola Spinosa, (soprintendente al Polo Museale, Napoli), Claudio Strinati, (soprintendente al Polo Museale, Roma), Massimiliano Tonelli, (direttore “Exibart”). Per il mese di dicembre, invece, il comitato è composto da Paolo Antonacci (antiquario), Renato Barilli (storico dell’arte, docente universitario), Claudia Gian Ferrari (gallerista), Marco Goldin (critico d’arte, curatore), Beatrice Marconi (curatrice), Giò Marconi (gallerista), Stefania Mason Rinaldi (storica dell’arte, docente universitario), Ludovico Pratesi (critico d’arte, curatore), Francesco Rossi (direttore della Pinacoteca dell’Accademia Carrara), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (collezionista e presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Paolo Vagheggi (giornalista). Infolink: www.Duccio.siena.it

“L’ARTE DELLA LUCE” OMAGGIO A SILVIO ZANELLA MOSTRA COLLETTIVA DI LINO MARZULLI, SALVADOR PRESTA E SILVIO ZANELLA
Gallarate, 7 Gennaio 2004 - «Il pittore d’oggi deve riflettere e affrontare con intelligenza e coraggio la crisi artistica, morale e spirituale che incombe sull’umanità in maniera determinante e persistente» l’arte va, infatti, oltre le confessioni religiose, oltre le credenze dell’una o dell'altra parte del mondo, oltre la materialità della vita. Con una mostra di grande impatto emotivo, che cerca nella spiritualità la vera essenza dell’arte, si apre la stagione espositiva 2004 dello Spazio Zero di Gallarate. Per la prima volta il gruppo di artisti “Arte della luce” espone al pubblico, presentando un vero e proprio manifesto che spiega le profonde ragioni del fare arte: «Per gli artisti “Arte della luce” le finalità sono altre: noi consideriamo importante rinnovare la sensibilità estetica evidenziando il bene e il bello, valorizzando ogni credo religioso, l’ecumenismo e il pluralismo religioso, per rendere l’arte la principale fonte del benessere spirituale e morale. (…) Per noi Dio è “Uno” e non può essere esclusiva pertinenza di alcuna credenza né tantomeno delle molte inqualificabili sette». Un argomento che oggi sembra sempre più di attualità, una riflessione profonda sulla forza dell’arte e sul difficile cammino dell’uomo. I conflitti che portano la bandiera della religione sono, infatti, davanti agli occhi di tutti e i recenti fatti di cronaca mondiale, sollecitano ancora di più la volontà di una politica, anche artistica, senza armi, lontana da divisioni e inimicizie. Gli artisti presenti in mostra sono Lino Marzulli, Salvador Presta e Silvio Zanella, firmatari del manifesto con circa una trenta opere tra quadri e sculture. Gli Artisti In Mostra: Salvador Presta è nato nel 1925 a Cosenza. Dal 1927 al 1965 vive in Argentina, dove svolge un’azione di avanguardia con Carmelo Arden Quin, Tomàs Maldonado, Lucio Fontana e altri. Nel 1946, realizza le prime opere inoggetive e dal 1952aderisce al movimento Madì. Nel 1960 scrive Arte argentino actual, fonda e dirige la rivista “Realizaciones”; nel 1962 propone lavori di integrazione plastico- sonora. Insegna per oltre venti anni al Liceo Civico di Genova. Da un bianco su bianco, dalla fine degli anni Cinquanta, rilievi di sposti in griglie, giunge alle forme più complesse delle strutture tridimensionali, fughe di segmenti, piccoli quadrati in progressione cromatica. È il fondatore e presidente del movimento internazionale Madì Italia. Lino Marzulli è nato a Sesto San Giovanni nel 1929, è vissuto in un quartiere operaio esattamente sopra la linea di dermacazione che divide le due periferie da Sesto e Milano. Nel 1955 frequenta la Scuola d'Arte Faruffini diretta da Giovanni Fumagalli nella quale, nel corso di cinque anni, apprende il mestiere di pittore. Sono anni di intense frequentazioni fra i giovani artisti milanesi, gallerie, musei e corsi teorici d'arte. Nei primi anni Sessanta insegna tecnica del colore presso l'Istituto Rizzoli di Milano, ed ha occasione di conoscere il gruppo di artisti che vive nel “Quartiere delle Botteghe” di Sesto San Giovanni, entrando in contatto con la militanza critica e artistica e le giovani avanguardie italiane e straniere. Sperimenta materiali e tecniche nuove, pur portando avanti sempre il discorso della pittura-dipinta. In questi anni sono frequenti i viaggi in Italia e all'estero con una lunga permanenza a Venezia dove inizia la sua attività espositiva. Nel 1966 trasferisce il proprio studio a Milano assieme ad altri artisti entra nel vivo della contestazione occupando la Triennale e fino al 1973 è sempre all'interno di battaglie culturali. Nel 1973 prende una casa a Riomaggiore nelle Cinque Terre e inizia a dipingere le aspre colline e il mare. Oggi divide il suo tempo e la sua attività fra lo studio di via Maroncelli a Milano e le Cinque Terre. Silvio Zanella nasce nel 1918 a Gallarate. Dopo gli anni iniziali dà avvio all'attività pittorica continuata anche durante il secondo conflitto mondiale. Studia, infatti, all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, con maestri Carrà, Carpi e Funi per la pittura e con Eva Tea e Guido Ballo per la storia dell'arte e dell'estetica. Nel 1949 insieme ad amici fonda il Premio Nazionale Arti Visive "Città di Gallarate" del quale è rimasto organizzatore e segretario fino al 1996. Nel 1966 su incarico del Sindaco di Gallarate realizza la Civica Galleria d'Arte Moderna della quale è stato direttore fino al 1998. Nel 1967 invitato aderisce al Gruppo "lumen numen" di Anversa ed al Gruppo "7 Italia". Nel 1973 dopo alcuni anni di lavoro conclude il rinnovamento del Museo Artistico Archeologico e Storico della Società Studi Patri della sua città che ha diretto per diciannove anni e del quale è oggi direttore onorario. Tra il 1976 e 1977 progetta e realizza il Museo della Tecnica e del Lavoro M. V. Augusta di Gallarate. Con amici fonda l'Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese. Nel 1980 viene nominato Consulente del Centro Sistema Museale per l'Arte Contemporanea della Regione Lombardia. Nel giugno del 2003 si spegne a Gallarate. Infolink: www.Metamusa.it 

“ LE STRADE DI KIAROSTAMI”, MOSTRA DI FOTOGRAFIE DEL REGISTA E POETA IRANIANO ABBAS KIAROSTAMI A CURA DI ALBERTO BARBERA E ELISA RESEGOTTI.
Napoli, 7 Gennaio 2004 - “Le strade di Kiarostami 1978- 2003” comprende 52 stampe a carbone su carta cotonata 33x 48 e “Untitled 1978- 2003” comprende 32 foto di cui 28 su pannelli Mdf 188 x 122 e due fotografie a doppio pannello su legno 244 x 188. Le due collezioni, di recentissima acquisizione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, sono state esposte in anteprima mondiale il 18 settembre 2003 nella prestigiosa sede torinese della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito del più ampio progetto che il Museo Nazionale del Cinema gli ha dedicato e che per la prima volta ha visto raccolte tutte le opere di Kiarostami nei vari campi artistici. La mostra è ora presentata a Napoli, città dove l’artista ha più volte espresso il desiderio di lavorare e di ritornare. Già nella primavera del 1996 Kiarostami fu infatti insignito degli onori della città dal Sindaco Bassolino. Il contenuto culturale del progetto è ampio e significativo. Da un lato, è la testimonianza della versatilità e dell’universalità dell’opera di Kiarostami, della ricchezza di forme e contenuti del suo lavoro, ben illustrato dal libro Kiarostami pubblicato per l’occasione da Electa a cura di Alberto Barbera e Elisa Resegotti, dall’altra è una presentazione artistica fruibile da tutti. Iniziale strumento di ricognizione sui possibili set dei suoi film a venire, la passione per la fotografia ha finito con l'assumere un peso crescente nell'attività di Kiarostami, imponendosi come un mezzo autonomo di espressione creativa ed artistica. Numerose le mostre che, in diversi Paesi del mondo (Italia, Francia, Stati Uniti, Giappone) hanno documentato momenti parziali di questa personale ricerca, sviluppata a fianco e in sintonia con l'approfondimento del linguaggio delle immagini in movimento. Napoli è ora la prima tappa di un lungo percorso che porterà le due nuove collezioni in tutto il mondo, da Lisbona a Salonicco, da Città del Messico a Sao Paulo… Come dicono i curatori “La mostra Sulle strade di Kiarostami propone un’ampia selezione di opere caratterizzata dal ricorso al classico e austero bianco e nero, in contrasto con le sorprendenti varietà cromatiche delle sue mostre precedenti. Il linguaggio della fotografia non abbisogna di parole e, nel caso di Kiarostami, neppure di didascalie. L’artista infatti non indica mai la data, né il luogo in cui e istantanee sono state realizzate. Il momento esiste nello sguardo del fotografo che coglie l’immagine e rivive nello sguardo di chi osserva la fotografia realizzata. Ogni visitatore è sollecitato a creare un suo percorso lungo le strade di Kiarostami e, libero da ogni indicazione, può interpretarle come crede”. Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura Nello storico complesso monumentale di Castel dell’Ovo da domenica 21 dicembre 2003 a domenica 25 gennaio 2004

MORIRE PER AMORE, ARTE E RESISTENZA A BOLOGNA A S. MATTIA UN MOMENTO STRAORDINARIO DELL'IMPEGNO CIVILE DEGLI ARTISTI ITALIANI 20 DICEMBRE 2003 ­ 28 FEBBRAIO 2004
Bologna, 7 Gennaio 2004 - L¹anpi, Associazione Nazionale Partigiani d¹Italia - Comitato di Bologna, con la collaborazione del Comune di Bologna, organizza la mostra Morire per Amore, Arte e Resistenza a Bologna, aperta nella ex Chiesa di S. Mattia, via S. Isaia 14/a, fino al 28 febbraio 2004. Morire per Amore illustra un capitolo particolarmente interessante della produzione artistica negli anni Cinquanta e Sessanta. Il nucleo centrale della mostra è costituito da lavori di artisti quali Alberto Sughi, Giovanni Cappelli, Aldo Borgonzoni, Bepi Romagnoni, Armando Pizzinato, Xavier Bueno, risultati vincitori nei numerosi concorsi di pittura organizzati allora da alcune amministrazioni pubbliche dell¹Emilia-romagna. Con i cartoni preparatori originali della pittura murale realizzata da Ilario Rossi nell¹edificio della Montagnola, viene poi documentato uno tra i più importanti cicli decorativi sulla Resistenza; così come sono visibili una testimonianza della notissima serie pittorica di Remo Brindisi sulla caduta del fascismo in Italia, i disegni di prigionia di Leone Pancaldi, il bozzetto preparatorio al Monumento alla Resistenza di Parma di Marino Mazzacurati e il bozzetto per il Monumento alle Fosse Ardeatine di Francesco Coccia. A questo nucleo si affiancano opere che testimoniano la continuità dell¹impegno civile degli artisti. Sono infatti presenti in mostra la monumentale tela di Sebastian Matta Morire per Amore, opera eseguita all¹indomani dell¹uccisione di Che Guevara; Il Comizio di Renato Guttuso dedicato alle lotte per il lavoro nel dopoguerra ­ dell¹artista è in mostra anche la notevole Fucilazione di partigiani (Piccola fucilazione) che proviene dalla Gam di Torino - e la suggestiva creazione, Corteo, che Franco Angeli ha dedicato al Sessantotto. Un¹isola nella mostra permetterà ai visitatori di prendere visione di una serie di materiali audiovisivi raccolti dall¹Istituto Parri: un primo incontro con un servizio permanente che il Parri gestirà in modo organico e continuo nei nuovi spazi dell¹attiguo ex convento. Un secondo spazio permetterà anche la fruizione individuale di una selezione delle musiche più interessanti della e sulla Resistenza, le stesse che, con un opportuno montaggio, comporranno la colonna sonora della mostra. Il suggestivo spazio è stato progettata da Elena Brigi, Enzo Cassarino e Manuela Magnani. Morire per amore, Arte e Resistenza a Bologna Ex Chiesa di S. Mattia, Via S. Isaia 14/a 20 dicembre 2003 ­ 28 febbraio 2004

A BERGAMO DAL 6 FEBBRAIO AL 2 MAGGIO 2004 LA MOSTRA ANOTHER ZERO
Bergamo, 7 Gennaio 2004 - Dal 6 febbraio al 2 maggio 2004 la Gamec – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la mostra collettiva Another Zero curata da November Paynter, vincitrice della prima edizione del “Premio Lorenzo Bonaldi per L’arte – Enterprize”. Il premio, unico nel suo genere, è nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi ed è volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore e il suo progetto di mostra inedita. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore hanno assunto non solo nel panorama artistico internazionale ma, anche, nel più ampio contesto delle pratiche culturali contemporanee, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane curatore in un momento estremamente vitale all’interno del suo percorso professionale. La mostra si intitola "Another Zero". Allestita nella grande sala della nuova ala della Gamec, recentemente ristrutturata dallo Studio Gregotti e Associati, prevede la partecipazione di sei artisti internazionali, Haluk Akakçe, Tobias Bernstrup, Tobias Collier, Tom Friedman, Saskia Olde Wolbers e Keith Tyson Il progetto espositivo di "Another Zero" prende spunto dal film "Powers of Ten" - della durata di nove minuti - realizzato nel 1977, da Charles e Ray Eames, che gioca sulla relatività dei concetti di spazio e di tempo. Il film, infatti, inizia con l'inquadratura di un uomo addormentato su una tovaglia da pic-nic. L'obiettivo si allontana progressivamente – dieci volte ogni dieci secondi – fino a inquadrare la terra dallo spazio. Quindi, la telecamera segue un percorso inverso, fino a inquadrare l'atomo della mano dello stesso uomo addormentato. Ciascuno degli artisti invitati ad esporre da November Paynter interpreterà questo concetto di relatività spazio-temporale, in maniera differente a seconda della sensibilità e dei linguaggi espressivi che sente più propri. Ad esempio, Haluk Akakçe creerà una pittura su muro appositamente realizzata per la grande sala della Gamec, e che funzionerà come strumento compositivo per ambientare tutta la mostra. Costituito da sistemi geometrici e strutture architettoniche, L'opera di Akakçe produrrà diversi angoli di prospettiva dentro la galleria. Installati sul pavimento e sul lato basso delle pareti della sala, si troveranno i lavori scultorei di Tom Friedman, creati grazie a una combinazione di materiali domestici. Keith Tyson e Tobias Collier si sforzerannno di capire il complesso sistema che governa il nostro universo. Per Another Zero Tyson elaborerà un nuovo “lecture work”, ovvero una delle sue tipiche installazioni a muro che combinano disegno, diagrammi e flussi di informazioni. Nel lavoro di Collier, invece, luoghi e oggetti comuni della vita quotidiana sono messi in relazione alle più grandi questioni esistenziali. Saskia Olde Wolbers presenterà un video, in cui piccole costruzioni fatte a mano diverranno i set di ripresa e gli scenari per storie che narrano relazioni intrecciate tra persone diverse. In modo analogo Tobias Bernstrup utilizza la tecnologia informatica per presentare ambienti immaginari dove i mondi esistono all’interni di altri mondi. Infolink: www.Gamec.it

RIPRENDONO DOPO LA PAUSA NATALIZIA I CONCERTI DELLA SOCIETA' UMANITARIA: IN PROGRAMMA GIOVEDI' 8 GENNAIO 2004 IL CONCERTO DEL PIANISTA PIETRO SORACI
Milano, 7 Gennaio 2004 - Pianista e docente di pianoforte al Conservatorio "G. Verdi" di Milano, Pietro Soraci inaugura la seconda parte dei Concerti della Società Umanitaria che riprendono dopo la pausa natalizia giovedì 8 gennaio 2004 alle ore 20.45 presso il Salone degli Affreschi (via Daverio 7 ­ Milano ­ tel. 02 5796831). In programma musiche di Bach e Mozart. Come di consueto, il concerto sarà preceduto alle ore 19.30 da un incontro con il Direttore Artistico, Massimiliano Baggio, e con gli esecutori, per illustrare il programma e l'interpretazione. Pietro Soraci è nato a Catania. Ha cominciato a suonare il pianoforte all'età di tre anni, esibendosi in pubblico e suscitando vivo interesse presso la stampa e la televisione a livello nazionale. Ha debuttato ufficialmente con l¹orchestra al Teatro Massimo Bellini a soli undici anni, e successivamente ha completato gli studi sotto la guida di Emilia Miozzi, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e una speciale menzione. Si è ulteriormente perfezionato con Elisabeth Leonskaja Mozarteum di Salisburgo), Massimo Bertucci, Vincenzo Vitale (Corsi Musicali Estivi di Sermoneta), Andrej Jasinski (Accademia Musicale di Katovice ). Ha subito intrapreso una brillante carriera che lo ha portato a suonare in prestigiose sale e per importanti società in Italia e all'estero (Musikhalle di Amburgo, Auditorium dell'Accademia di Santa Cecilia a Roma, Teatro Massimo Bellini di Catania, Festival internazionale Aterforum di Rimini, Festival Pontino, Società del Quartetto di Vercelli, Accademia Filarmonica di Messina, Amici della Musica di Vicenza, Associazione Pianistica Thalberg, Società Umanitaria di Milano ecc.). Vincitore di numerose competizioni nazionali e internazionali è stato inoltre segnalato come miglior pianista italiano al concorso internazionale "Frederic Chopin" di Varsavia. Pur privilegiando il repertorio pianistico solistico collabora inoltre con importanti formazioni cameristiche. E' titolare di una cattedra di Pianoforte Principale presso il Conservatorio di Musica ³G. Verdi² di Milano. Infolink: www.Umanitaria.it

CONCORSO NAZIONALE DI CHITARRA
Parma, 7 Gennaio 2003 - La sedicesima edizione del concorso nazionale di chitarra “Città di Parma” si terrà quest’anno in una sede particolarmente prestigiosa: le sale di Palazzo Petitot, recentemente riaperte al pubblico dopo un’importante serie di restauri. Il concorso avrà luogo a Parma il 27 e il 28 febbraio 2004. Il concerto finale, con la presenza dell’orchestra, si terrà invece giovedì 22 aprile presso l’auditorium Paganini, e sarà dedicato alla figura dell’avv. Walter Gaibazzi, recentemente scomparso, presidente della Fondazione Monte di Parma. L’iniziativa, organizzata dal Club Parma Musicale, è resa possibile dal contributo della Fondazione Monte di Parma e della Provincia di Parma, con il patrocinio dell’Assessorato alle attività culturali e teatrali del Comune di Parma e della Fondazione Teatro Regio. Per informazioni: Club Parma Musicale, Piazza Risorgimento, Pal. Petitot, 43100 Parma - tel. 0521/237453.

MATIZ E NUBIRA VINCONO PRESTIGIOSI PREMI IN CINA
Milano, 7 Gennaio 2004 - Due autovetture Gm Daewoo, vendute in Cina, hanno recentemente avuto l’onore di essere posizionate al primo posto in due differenti sondaggi. Nell’indagine condotta tra giornalisti del settore automobilistico ed esperti di produzione industriale realizzata da China Auto Pictorial, Beijing Youth Daily e sina.Com, la city car Chevrolet Spark è stata insignita del premio “Auto dell’Anno 2004 – Prestazioni”, mentre la Buick Excelle è stata nominata “Auto dell’Anno 2004 – Rapporto Qualità/prezzo”. In un sondaggio tra i lettori di China Auto Pictorial insieme ad Auto Motor-sport, la Buick Excelle è stata riconosciuta “Migliore Auto 2004 – Migliore Compatta di produzione nazionale”. La Spark è costruita in Cina dalla Saic-gm-wuling e corrisponde all’europea Daewoo Matiz. La Excelle , costruita da Shanghai Gm, è la versione cinese della Daewoo Nubira. “Questi prestigiosi riconoscimenti attestano la qualità e la crescita di popolarità dei veicoli Gm Daewoo costruiti e venduti in Cina”, ha detto da Seoul, Corea del Sud, Nick Reilly, Presidente Esecutivo di Gm Daewoo Auto & Technology Co. “Gm è diventata un’industria leader in Cina introducendo continuamente nuovi modelli già presenti nel mercato mondiale e adattandoli ai bisogni, rapidamente in evoluzione, del mercato cinese”. General Motors, il più grande produttore mondiale di automobili, in Cina dispone di cinque joint-venture e di due aziende di proprietà, nelle quali impiega circa 10.000 persone. Basata sulla Matiz, la best seller Gm Daewoo, la Chevrolet Spark è la prima mini-car prodotta dalla joint-venture Saic-gm-wuling ed è anche il primo modello Chevrolet costruito in Cina. Entrata nel mercato questo mese, è la prima mini-vettura “globale” costruita in Cina. La Buick Excelle , in vendita da Agosto, rappresenta ora un punto di riferimento per la categoria delle berline medie in Cina. Il mercato cinese dell’automobile continua il suo boom con 1,34 milioni di auto vendute nei primi nove mesi del 2003, con un aumento del 69% rispetto al 2002. L’associazione dei Costruttori Automobilistici Cinesi (Chinese Association of Automobile Manufacturers) prevede vendite totali per 1,9 milioni di unità quest’anno. Il potenziale di crescita è imponente: ad oggi, il rapporto automobili/abitanti in Cina è di 1:100; in Nord America e in Europa Occidentale il rapporto è, rispettivamente, di 1:2 e di 1:3.

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