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CONFERENZA DEI PRESIDENTI DEL PARLAMENTO EUROPEO : ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA RELAZIONE DI PRIMAVERA 2004

Bruxelles, 22 gennaio 2004 – Di seguito la relazione di Prodi al Parlamento europeo : “ Presidente Cox, Onorevoli deputati, Pochi giorni fa ho ricordato in Assemblea plenaria l'importanza della conoscenza e dell'innovazione per il futuro dell'Europa. Ho anche ribadito l'importanza della Strategia di Lisbona, che resta il punto di riferimento per l'economia e la società europee. La Commissione ha adottato questa mattina la Relazione di primavera. Si tratta del contributo della Commissione al Consiglio europeo che, il 25 e 26 marzo prossimi, farà il bilancio sul progresso della Strategia di Lisbona e fisserà l'agenda delle priorità economiche, sociali e ambientali dell'Unione per il 2004. Nei quattro anni trascorsi dal Consiglio di Lisbona, l'Unione ha compiuto progressi importanti. Basti pensare che dal 1999 nei quindici Stati membri sono stati creati oltre sei milioni di posti di lavoro. Ciò significa che, anche in una fase di rallentamento dell'economia europea e mondiale, l'occupazione ha sostanzialmente tenuto. Inoltre, è proseguita l'opera di apertura e di integrazione dei mercati. Infine sono stati fatti progressi importanti nella direzione delle riforme strutturali nel campo delle pensioni e nel mercato del lavoro. Secondo un nostro studio recente, queste prime riforme hanno prodotto fra il 1996 e il 2001 un aumento del reddito di quasi mezzo punto percentuale l'anno. Questi primi segnali positivi dimostrano che le riforme non sono solamente necessarie ma, una volta realizzate, funzionano e portano benefici reali. Tuttavia, possiamo e dobbiamo fare di più, perché i progressi compiuti sono ancora troppo limitati e non garantiscono il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati. Perché quindi si deve insistere, oggi più che mai, sul rilancio della strategia di Lisbona? In primo luogo, perché le riforme non devono restare frammentarie e isolate fra di loro. All'interno di ciascun paese, esse avranno un impatto sensibile solo se verranno realizzate in modo coordinato e nel contesto di una strategia complessiva. Ad esempio, le riforme orientate all'occupazione riusciranno a raggiungere tutti i loro obiettivi se saranno coerenti con parallele riforme dei mercati dei beni e servizi e anche dell'istruzione. Nei prossimi 5 o 10 anni la nostra crescita potenziale potrà aumentare fino a tre quarti di punto l'anno se si riuscirà a realizzare le riforme in modo simultaneo e integrato. La Relazione dimostra invece che il progresso delle riforme in alcuni campi resta ancora molto insoddisfacente. Mi dispiace rilevare che questi campi comprendono proprio quelli che ho evocato di recente in questa sede: gli investimenti in ricerca e innovazione, l'istruzione e la competitività. Inoltre, è urgente affrontare la questione del debole tasso di partecipazione al lavoro della popolazione, soprattutto in età avanzata. È per questo motivo che investimenti, competitività e prolungamento della vita attiva sono le tre priorità che la Commissione sottopone al Consiglio europeo nella Relazione di primavera. Gli investimenti nelle reti europee e la ricerca sono l'oggetto della nostra recente Iniziativa per la crescita. La Relazione di primavera sottolinea l'urgenza di mettere in pratica questa strategia soprattutto per quanto riguarda il quick start programme. Questo programma comprende progetti transnazionali nei campi dei trasporti, dell'energia, della comunicazione e della ricerca che possono partire in tempi rapidissimi. L'obiettivo di fondo dell'Iniziativa è dare un nuovo impulso agli investimenti utilizzando le risorse finanziarie e politiche dell'Unione come volàno per i capitali privati. Per stimolare il capitale privato e indirizzarlo verso i settori di sviluppo prioritario individuati dalla nostra Strategia bisogna creare anche un ambiente favorevole e l'Iniziativa prevede alcune misure di regolamentazione che favoriscono gli investimenti privati. Lo sviluppo di questo ambiente favorevole potrà garantire la competitività delle nostre industrie, che dipende però anche dalla loro capacità di adattarsi alle condizioni del mercato globale. Quest'obiettivo tuttavia si inquadra in un contesto più ampio di regolamentazione e prevede anche il completamento dell'integrazione dei mercati nei settori chiave. A questo fine è necessario che entro il prossimo mese di maggio venga adottato il "Pacchetto legislativo competitività". Si tratta di una serie di misure che comprendono, fra l'altro, il riconoscimento delle qualifiche professionali, il brevetto comunitario, le ultime direttive sui servizi finanziari e la direttiva quadro sui servizi. L'accordo interistituzionale raggiunto con il Piano d'azione "semplificare e migliorare la regolamentazione" servirà a tener conto delle relazioni fra la competitività e la tutela dell'ambiente nell'adozione della futura legislazione europea. A questo riguardo voglio sottolineare l'importanza di tener conto di questa problematica in ogni passo del processo legislativo che coinvolge tutte le istituzioni. Tuttavia, il nostro sforzo di adottare a livello comunitario le misure di cui l'Unione ha bisogno per l'integrazione dei mercati serve a ben poco se gli Stati membri non si dimostrano più pronti a trasformarle in legge nazionale. Finora questa volontà non traspare dai fatti. Secondo l'ultimo rilevamento, in media circa il 40% delle direttive adottate nel quadro degli obiettivi di Lisbona attende ancora di essere trasposto in legge. Questo fatto ritarda la piena realizzazione della Strategia in campi importanti, quali le comunicazioni elettroniche e l'integrazione dei sistemi ferroviari. Onorevoli deputati, Una delle sfide più complesse per l'Unione nei prossimi anni è l'invecchiamento della popolazione. Si tratta di una questione che investe in gradi diversi tutti i paesi dell'Unione e che ha conseguenze importantissime per la nostra economia e per la nostra società. Per rispondere a questa sfida, occorre sviluppare una politica di prolungamento della vita attiva dei lavoratori che comprende misure su diversi livelli. In primo luogo, la struttura dei sistemi pensionistici spesso incentiva l'uscita dal mercato del lavoro ad un'età in cui il lavoratore ha ancora molto da dare alla società. In secondo luogo, occorre che imprese, sindacati e governi rivedano i propri obiettivi e i modelli organizzativi in modo da permettere condizioni più flessibili alla fine della vita lavorativa. In questo modo, si facilita la transizione verso l'età della pensione e si può meglio tener conto della conoscenza e dell'esperienza dei lavoratori più maturi. Ma soprattutto, si deve porre l'accento sulla formazione permanente. Oggi i lavoratori e le imprese non investono abbastanza nella formazione dei lavoratori. Di conseguenza essi perdono progressivamente contatto con il mondo del lavoro e cresce la propensione sia da parte loro che delle imprese ad abbreviare la vita lavorativa. Occorre quindi operare in tre direzioni: · Eliminare gli incentivi che accorciano la vita attiva; · Stimolare la formazione permanente per evitare l'obsolescenza delle qualifiche, e infine · Migliorare i sistemi di organizzazione del lavoro. Onorevoli deputati, voglio concludere questo mio intervento ricordando il vero valore aggiunto dell'azione dell'Unione. Nessun paese potrà vincere da solo le sfide della crescita, di una società equa e inclusiva e dell'ambiente. Il piano di interventi e di riforme previsto dalla Strategia di Lisbona raggiungerà i suoi obiettivi solo se le strategie di riforma nazionali verranno applicate in modo coordinato e simultaneo nei diversi Stati membri. Questo deriva logicamente dalla progressiva integrazione del nostro mercato interno, ma non si può dimenticare che l'applicazione coordinata delle riforme in tutti i paesi può ridurre il costo politico all'interno dei singoli paesi. Da questo segue l'utilità di mantenere e rafforzare il coordinamento effettivo delle politiche economiche; e su questo tema la Commissione presenterà le sue proposte nelle prossime settimane. “

LA COMMISSIONE DEFINISCE LE PRIORITÀ PER RILANCIARE L'AGENDA DI LISBONA
Bruxelles, 22 gennaio 2004 - La Commissione invita il Consiglio europeo di primavera ad approfittare della ripresa economica e della dinamica dell'allargamento per dare nuovo impulso alla strategia di Lisbona. Vengono fissate tre priorità: migliorare gli investimenti nelle reti e nella conoscenza, rafforzare la competitività dell'industria e dei servizi, e promuovere il prolungamento della vita attiva. Dopo quattro anni di attuazione della strategia di Lisbona, i progressi realizzati dall'Unione restano insufficienti per raggiungere gli obiettivi che essa si è fissata. Nonostante i passi avanti registrati in alcuni settori importanti, infatti, l'attuazione delle riforme da parte degli Stati membri non si è dimostrata adeguata alle sfide. Vari settori incontrano difficoltà anche gravi. Commentando la relazione, il Presidente della Commissione Romano Prodi ha dichiarato: "Gli Stati membri sembrano non rendersi conto che il 2010 è dietro l'angolo. Quattro anni dopo Lisbona è chiaro che non raggiungeremo gli obiettivi intermedi. Dovrebbe essere un messaggio sufficientemente forte per risvegliare e ridare slancio ai governi. A livello europeo abbiamo compiuto progressi regolari fissando le priorità opportune, ma gli Stati membri non hanno dimostrato a sufficienza di avere fatto proprie tali priorità. Per il 2004 ne fissiamo tre: più investimenti nelle reti e nella conoscenza, il rafforzamento della competitività industriale e più misure per incrementare la partecipazione al mercato del lavoro. Chiediamo ai governi di reagire tempestivamente su tutti e tre i fronti. Dobbiamo infatti sfruttare la ripresa economica per recuperare il tempo perduto. L'europa merita di fare di più." Progressi realizzati - In questa quarta relazione si fa un bilancio dei progressi realizzati dal 2000 e si invita il Consiglio europeo a sfruttare le opportunità offerte dalla ripresa economica e dalla dinamica dell'allargamento per dare l'impulso necessario alla strategia di Lisbona. La Presidenza irlandese si è fissato questo come priorità fondamentale del suo mandato. L'analisi dei progressi compiuti mette in luce aspetti positivi, quali la creazione di sei milioni di posti di lavoro dal 1999 nonostante il rallentamento dell'economia; miglioramenti significativi per quanto concerne la disoccupazione di lunga durata e l'occupazione femminile; l'apertura di vari mercati strategici di reti (telecomunicazioni, energia, trasporto ferroviario, ecc.); la diffusione di Internet nelle scuole, nelle imprese nelle amministrazioni pubbliche e nelle famiglie. L'unione, tuttavia, resta ancora lontana dagli obiettivi fissati dal Consiglio europeo di Lisbona. L'occupazione e la produttività, infatti, non forniscono un contributo sufficiente alla crescita europea. Ciò è dovuto a vari fattori: il basso livello di occupazione fra i lavoratori di età compresa fra 55 e 64 anni, la diffusione e l'utilizzo insufficienti delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e la carenza di investimenti nei settori della conoscenza (ricerca, innovazione, istruzione e formazione). Il mercato interno, inoltre, è ancora eccessivamente frammentato per quanto concerne sia i servizi che il commercio intracomunitario. I risultati ottenuti dagli Stati membri nella trasposizione delle direttive connesse alla strategia di Lisbona sono altrettanto mediocri (una media 58% a livello dell'Unione). Infine, insoddisfacenti sono anche i risultati ottenuti nel campo dell'ambiente, della coesione sociale e dello sviluppo sostenibile. Priorità per il 2004 - Sulla base di questo bilancio, la Commissione invita il Consiglio europeo ad adottare le misure necessarie nei tre settori prioritari, vale a dire: Migliorare gli investimenti nelle reti e nella conoscenza. A tale scopo gli Stati membri devono impegnarsi in primo luogo nell'attuazione dell'iniziativa per la crescita tramite il programma di avviamento rapido ("quick start programme"), nonché del piano di azione "Investire nella ricerca". Anche gli investimenti nel settore dell'istruzione e della formazione devono essere rafforzati per sostenere il capitale umano. Rafforzare la competitività dell'economia europea. Il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero concentrarsi su varie questioni strategiche che hanno ripercussioni sulla competitività. Si dovrebbe migliorare l'applicazione della strategia di Lisbona al settore industriale. Anche nel campo dell'integrazione del mercato dei servizi, inoltre, sono necessari progressi rapidi per quanto riguarda la proposta di direttiva quadro sui servizi. Infine, l'Unione dovrebbe potenziare le sinergie fra ambiente, ricerca e industria per stimolare la competitività europea. A questo proposito, appare prioritaria l'adozione rapida della proposta di piano d'azione sulle tecnologie ambientali. Infine, promuovere il prolungamento della vita professionale attiva incentivando i lavoratori più anziani a restare nel mercato del lavoro. A tale proposito è opportuno, in particolare, eliminare gli incentivi finanziari ai pensionamenti anticipati. Parallelamente, gli Stati membri dovrebbero avviare la modernizzazione dei sistemi sanitari al fine di migliorarne la sostenibilità finanziaria e l'efficacia. Razionalizzazione e riesame intermedio - Nell'ottica di un ciclo di coordinamento politico più armonizzato, la relazione di primavera è accompagnata da un 'pacchetto di valutazione dell'attuazione', che comprenderà la relazione sull'attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche 2003-05 http://ue.Eu.int/emu/it/index.htm  il progetto di relazione comune sull'occupazione che valuterà l'attuazione degli orientamenti sull'occupazione http://europa.Eu.int/comm/employment_social/
employment_strategy/guidelines_en.htm
 (cfr. Anche Memo/04/10), e la relazione sull'attuazione della strategia per il mercato interno (cfr. Anche Memo/04/11). Questo pacchetto completo costituirà la base delle discussioni del Consiglio europeo del 25-26 marzo 2004. La Commissione invita inoltre il Consiglio europeo a definire il quadro e la metodologia per la preparazione del riesame intermedio della strategia di Lisbona nel 2005. Tale riesame dovrebbe concentrarsi essenzialmente sull'attuazione e basarsi, in particolare, sul prossimo quadro finanziario post 2006. Allegato 1 - Attuazione degli indirizzi di massima di politica economica 2003-05 - La relazione sull'attuazione valuta i progressi compiuti fino ad ora nell'attuazione della strategia di politica economica di medio termine http://ue.Eu.int/emu/it/index.htm  prestando particolare attenzione alle tre priorità individuate dal Consiglio lo scorso giugno: (i) promuovere la crescita, (ii) aumentare la flessibilità del mercato del lavoro e (iii) garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche. Mentre in alcuni settori le sfide politiche ricevono una risposta adeguata, a livello generale la riforma procede a un ritmo insufficiente. Al ritmo attuale, infatti, si rischia di non riuscire a dare piena attuazione agli orientamenti entro due anni, compromettendo così il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona entro il 2010. Le politiche macroeconomiche hanno sostenuto la crescita - Dopo due anni di rallentamento, nella seconda metà del 2003 si è registrata una ripresa della crescita economica nell'Unione, sostenuta dalle politiche macroeconomiche. Le autorità monetarie hanno continuato ad abbassare i tassi di interesse stimolando così la domanda interna. In generale, le condizioni finanziarie sono restate favorevoli, nonostante la rivalutazione dell'euro. Nel 2003 la politica di bilancio è stata sostanzialmente neutrale. La situazione si è ulteriormente deteriorata per effetto del libero gioco degli stabilizzatori automatici che hanno contribuito a stabilizzare l'economia, ma, in alcuni casi, anche in seguito a un ammorbidimento discrezionale. Alcuni Stati membri con disavanzi strutturali elevati non si sono affatto impegnati, o troppo poco, per correggere gli squilibri di bilancio. -Le riforme del mercato del lavoro sono state incentivate ma appaiono insufficienti per conseguire tutti gli obiettivi in materia di occupazione - All'inizio della crisi economica il mercato del lavoro ha reagito bene, in parte grazie alle riforme precedenti, ma nel 2003 la crescita dell'occupazione ha registrato una stagnazione e la disoccupazione ha continuato ad aumentare. I salari nominali sono aumentati del 3% circa, esercitando una costante pressione sulla redditività e sugli investimenti che creano posti di lavoro. In questo contesto è incoraggiante notare una leggera accelerazione del ritmo della riforma: Sono state introdotte riforme volte a rendere più redditizio il lavoro, ma ancora una volta si sono concentrate principalmente sugli aspetti fiscali. È necessario lavorare di più sugli effetti incentivanti dei regimi di prestazioni sociali, nonché su altri incentivi non finanziari. Sono state adottate nuove misure per adeguare l'organizzazione del lavoro e favorire la mobilità occupazionale. Sono stati introdotti miglioramenti nell'elaborazione di politiche attive del mercato del lavoro più mirate. Sono stati compiuti sforzi per far fronte alle differenze regionali in materia di disoccupazione e migliorare l'efficienza degli investimenti finanziati dai fondi strutturali. Nonostante i progressi realizzati in alcuni settori del mercato del lavoro, senza ulteriori riforme si rischia di non riuscire a conseguire la maggior parte degli obiettivi di Lisbona in materia di occupazione. -Le misure introdotte per migliorare la produttività e il dinamismo commerciale sembrano aver dato risultati ambigui - Nel 2003 è proseguito l'andamento negativo dei miglioramenti della produttività del lavoro. Il divario fra la produttività del lavoro fra l'Ue e gli Usa è aumentato e rappresenta ora il 40% della differenza del loro Pnl pro capite. Per quanto riguarda le politiche che si applicano alla concorrenza, all'ambiente imprenditoriale e all'utilizzo delle nuove tecnologie, si è registrato un miglioramento nel ritmo della riforma. I progressi sono più limitati per quanto concerne invece l'integrazione dei mercati e gli investimenti nella conoscenza e nella ricerca. Il funzionamento del mercato interno ha continuato ad essere ostacolato dalla mancanza di un'opportuna regolamentazione nei settori coperti da circa 20 proposte attualmente all'esame del Consiglio e del Parlamento. Nel 2003 il tasso medio di trasposizione nel diritto nazionale da parte degli Stati membri è peggiorato. L'apertura del mercato nelle industrie di rete è proseguita. Sono state adottate misure per ridurre gli oneri amministrativi e facilitare la creazione di imprese. La Commissione ha presentato un piano d'azione destinato a portare gli investimenti nel campo della ricerca e sviluppo al 3% del Pnl entro il 2010. -Progressi soddisfacenti si sono registrati nell'attuazione del piano d'azione sul capitale di rischio e del piano d'azione per i servizi finanziari, ma sono ancora necessari gli ultimi sforzi - L'attuazione del piano d'azione sul capitale di rischio è ormai quasi completata e quella del piano d'azione per i servizi finanziari è in fase avanzata, ma è necessario ancora un ultimo sforzo per rispettare la scadenza del 2005. Le regole in materia di governo societario sono stati rafforzate in vari Stati membri, anche mediante il piano d'azione della Commissione sul diritto delle società e governo societario. Le normative in materia di vigilanza finanziaria sono in fase di razionalizzazione a livello sia degli Stati membri che dell'Unione. -Nonostante i progressi compiuti nelle riforma delle pensioni, la sostenibilità delle finanze pubbliche non è ancora garantita in circa la metà degli Stati membri - Nel 2003 alcuni Stati membri hanno compiuti progressi rilevanti nella riforma dei sistemi pensionistici. Minori sono stati invece i progressi per quanto riguarda la riduzione del debito pubblico, che è restato a circa il 60% del Pnl in sei Stati membri. La sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche sembra che non sia ancora garantita in quasi una metà degli Stati membri. (si veda il paragrafo qui sopra sulle misure destinate a rendere più redditizio il lavoro) (si veda la sezione sul mercato del lavoro) -Alcuni progressi si sono registrati nel miglioramento della sostenibilità ambientale - Sono state adottate varie misure: A livello Ue, sono state adottate direttive che fissano norme comuni per il mercato del gas e dell'elettricità ed è stato ampliato il campo di applicazione della normativa in materia di tassazione dell'energia. A livello degli Stati membri, sono state adottate misure in merito all'utilizzo delle energie rinnovabili e alla tariffazione dei trasporti. Non si sono invece registrati progressi per quanto concerne le emissioni di gas a effetto serra. Allegato 2 - L'unione europea deve impegnarsi più a fondo per conseguire gli obiettivi in materia di occupazione - La relazione comune sull'occupazione valuta i progressi registrati dagli Stati membri nell'attuazione della nuova strategia europea sull'occupazione adottata nel 2003 http://europa.Eu.int/comm/employment_
social/employment_strategy/guidelines_en.htm
 in vista dell'obiettivo di un miglioramento qualitativo e quantitativo dell'occupazione. In generale, la relazione rivela che le riforme proseguono riguardo a un'ampia serie di attività individuate nella strategia europea sull'occupazione, ma che è necessario un maggiore impegno per accelerare la crescita dell'occupazione e l'aumento della produttività. Senza sforzi più decisi per stimolare la creazione di posti di lavoro e incoraggiare le donne, i lavoratori più anziani e i giovani a entrare nel mercato del lavoro, l'Unione europea rischia di non raggiungere gli obiettivi e i risultati che si è fissata per il 2010. È improbabile che venga raggiunto nel 2005 l 'obiettivo intermedio di un tasso di occupazione del 67%, anche se quattro Stati membri (Dk, Nl, S, Uk) hanno già raggiunto l'obiettivo fissato per il 2010 (70%). Da un esame della situazione di gruppi specifici risulta che il tasso di occupazione delle donne continua ad aumentare e si dovrebbe quindi raggiungere l'obiettivo intermedio del 57% fissato per il 2005; gli sforzi di riforma devono tuttavia proseguire per raggiungere anche l'obiettivo del 2010. Nel caso dei lavoratori più anziani si è registrato un aumento sostanziale del tasso di occupazione, che supera però appena il 40%: l'obiettivo del 50% resta abbastanza lontano. Di fronte alle sfide demografiche rappresentate da una popolazione europea che invecchia, è essenziale che l'Unione europea trovi il modo per tenere più a lungo i lavoratori nel mercato del lavoro e attirare quelli che non fanno parte della popolazione attiva. Un fatto preoccupante è stato il recente calo dell'aumento della produttività del lavoro, che deve migliorare se si vuole che l'economia europea conosca una crescita duratura. La relazione mette in luce l'importanza, a questo proposito, di poter disporre di lavoratori istruiti, qualificati e adattabili e quindi l'esigenza di investire nelle risorse umane. La flessibilità nel mercato del lavoro è considerata un elemento essenziale per potersi adattare alle trasformazioni economiche. Tale flessibilità, tuttavia, deve essere controbilanciata dalla sicurezza dei lavoratori, in termini di qualità del posto di lavoro, della possibilità di restare nel mondo del lavoro e di costruirsi una carriera, garantendo al tempo stesso un buon equilibrio fra vita lavorativa e familiare. La relazione in questione giunge in un momento di cauto ottimismo quanto alla ripresa del mercato del lavoro nell'Ue e l'analisi degli ultimi anni mostra che il mercato del lavoro europeo è riuscito a resistere meglio alle ripercussioni negative della recente crisi economica di quanto sia avvenuto all'inizio degli anni '90. Fra i fattori che hanno contribuito a questa elasticità vanno annoverati l'aumento della partecipazione, livelli di qualificazione più elevati e nuovi metodi di lavoro derivanti soprattutto dalle riforme strutturali a livello nazionale. Ciò conferma la validità dell'approccio approvato nella strategia europea sull'occupazione. Nel preparare tale relazione, la Commissione si è basata sul lavoro svolto dalla task force europea per l'occupazione creata dopo il Consiglio europeo della primavera 2003 e presieduta da Wim Kok http://europa.Eu.int/comm/employment_
social/employment_strategy/task_en.htm
 La task force è stata chiamata a studiare le riforme concrete necessarie per conseguire gli obiettivi europei in materia di occupazione. Le priorità da essa individuate aumentare l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese, attirare più persone nel mercato del lavoro, investire di più e in modo più efficace nelle risorse umane, e garantire un'efficace attuazione delle riforme mediante una migliore governance sono pienamente in linea con la strategia europea sull'occupazione. La Commissione ha anche richiamato l'attenzione sui piani d'azione nazionali per l'occupazione elaborati da ciascuno Stato membro per dare attuazione agli orientamenti sull'occupazione convenuti a livello europeo. Il documento verrà ora trasmesso al Consiglio dei ministri e costituirà la base di un testo comune che il Consiglio e la Commissione dovranno presentare al Consiglio europeo nel marzo 2004.

“FISCAL FEDERALISM IN THE EUROPEAN UNION AND IN THE NATIONAL STATES” SEMINARIO ORGANIZZATO DALLA SCUOLA SUPERIORE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Roma, 22 gennaio 2004 - La Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione organizza per il 23 gennaio prossimo, presso l'Aula Magna della sede di Roma (Via dei Robilant 1), il seminario Fiscal Federalism in the European Union and in the National States. L'evento si propone di affrontare un tema di grossa attualità nel dibattito attualmente in corso nel Continente: il federalismo fiscale, nell¹esperienza dei singoli Stati nazionali e come prospettiva di una politica comune nell¹Unione Europea. Interverranno studiosi della materia provenienti da Belgio, Francia, Spagna, Svizzera, Ungheria e Italia. Programma: 10,00 Welcome coffee; 10,30 Inizio dei lavori. Prima sessione: Fiscal Federalism in the European Union, Presiede: Paolo Savona, Docente stabile della Sspa; 13,30 Lunch; 14,30 Ripresa dei lavori. Seconda sessione: Fiscal Federalism in the National States Presiede: Angelo Maria Petroni, Direttore della Sspa; 17,30 Chiusura dei lavori. Interventi di: Giorgio Brosio, Professore all’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di economia “S. Cognetti de Martiis”; Victoria Curzon-price, Professeur d'économie politique à l'Université de Genève. Membre du Conseil de l'Université; Sergio Foà, Professore di diritto amministrativo dei beni e delle attività culturali all’Università degli Studi di Torino; Jacques Garello, Professeur d'économie à l’Université d'Aix-marseille Iii ; Pierre Garello, Professeur d'économie à l’Université d'Aix-marseille Iii. Directeur du Centre d'Analyse Economique; Giuseppe Pisauro, Docente di economia pubblica e scienza delle finanze alla Sspa. Professore di scienza delle finanze all’Università degli Studi di Perugina; Gianfranco Polillo, Capo del Dipartimento per gli affari economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Componente dell’Alta Commissione di studio per la definizione dei principi generali della finanza pubblica e del sistema tributario; Walter Santagata, Direttore del Dipartimento di economia “S. Cognetti de Martiis” all’Università degli Studi di Torino; Paolo Savona, Docente di geopolitica economica alla Sspa. Professore di politica economica all’Università Luiss “Guido Carli” di Roma; László Szakadat, Professor at the University of Economics and Public Administration, Budapest; Valeria Termini, Docente di economia politica alla Sspa. Professore di economia politica all’Università degli Studi di Cassino; Joaquín Trigo Portella, Director Ejecutivo y Director del Departamento de Economía de Fomento del Trabajo Nacional. Profesor de fundamentos de análisis económico de Universidad de Barcelona; Giuseppe Vitaletti, Professore di scienze delle finanze all’Università degli Studi di Macerata. Presidente dell’Alta Commissione di studio per la definizione dei principi generali della finanza pubblica e del sistema tributario.

RISULTATO DEL COLLOCAMENTO DELLA SECONDA TRANCHE DEL BTP A 30 ANNI
Roma, 21 gennaio 2004 - Il Mef comunica i risultati del collocamento della seconda tranche del Btp trentennale con scadenza 1° agosto 2034, cedola del 5,00%. L’importo emesso, pari a 4 miliardi di euro, a fronte di una domanda di quasi 9 miliardi, è stato collocato al prezzo di 98,857 (pari ad un rendimento lordo del 5,138% su base annuale). Il regolamento è fissato per il 26 gennaio 2004. Hanno partecipato all’operazione circa 100 investitori, di cui una significativa quota è rappresentata da soggetti con un orizzonte temporale di lungo periodo. In particolare, il 20% è stato collocato presso investitori appartenenti al settore assicurativo e il 26% a fondi pensione. La distribuzione geografica del collocamento è risultata molto diversificata: oltre alla tradizionale partecipazione degli investitori italiani, cui è stato assegnato circa il 23% dell’ammontare complessivo, è di particolare rilievo la quota collocata presso investitori residenti nei Paesi Scandinavi (24%), nel Regno Unito (21%) e in Germania (15%). Il collocamento è stato effettuato tramite la costituzione di un sindacato: come lead manager sono stati scelti Caboto, Deutsche Bank, Ing Bank, Jpmorgan, mentre tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato sono stati ammessi a partecipare in qualità di co-manager.

OGGI CONVEGNO RGS SUL COSTO DEL LAVORO PUBBLICO
Roma, 22 gennaio 2003 - Il Mef comunica che  oggi  dalle ore 9,00, si terrà il Convegno dedicato al tema "Il costo del lavoro pubblico: evoluzioni e prospettive a dieci anni dalla riforma del ‘93", organizzato dalla Ragioneria generale dello Stato. Il convegno, che si svolgerà presso la Sala Conferenze della Biblioteca Rgs, sarà l’occasione per la presentazione del Conto Annuale 2002 e per la firma di due protocolli d'intesa tra Ragioneria e Anci-upi-uncem e Aran. Parteciperanno, tra gli altri, il Ragioniere generale dello Stato Vittorio Grilli, il Presidente dell’Istat Luigi Biggeri, e i presidenti delle Associazioni interessate dai protocolli d’intesa. Il programma del convegno è disponibile all'indirizzo: http://www.Mef.gov.it/documentazione/invito.pdf

IL LIBERO MERCATO IN UNA SOCIETÀ GIUSTA: FINE ULTIMO O STRUMENTO DI SVILUPPO? CONFERENZA INTERNAZIONALE ALL’USI, 5-6 FEBBRAIO 2004
Lugano, 22 gennaio 2004 - Le relazioni fra economia ed etica suscitano un crescente interesse nell’opinione pubblica, come indicano le accese discussioni sul fenomeno della globalizzazione e i recenti scandali finanziari in Europa e negli Stati Uniti. La facoltà di Scienze economiche dell’Università della Svizzera italiana intende contribuire in modo concreto e innovativo al dibattito con l’organizzazione della conferenza internazionale sul tema ”Il libero mercato in una società giusta: fine ultimo o strumento di sviluppo?” che si terrà all’Usi dal 5 al 6 febbraio 2004. L’evento costituirà un momento privilegiato d’incontro e scambio fra filosofi, economisti, manager e rappresentanti delle organizzazioni internazionali, quali la Banca Mondiale , il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro. La conferenza è aperta al pubblico. Il programma prevede tre moduli principali. Nel primo modulo i relatori rifletteranno sui principi etici di una società giusta e cercheranno di capire, se il sistema di libero mercato è in grado di generare un equo sistema di cooperazione sociale. Il secondo modulo metterà invece l’accento sull’influenza dei principi etici nelle analisi economiche a livello macroeconomico e a livello microeconomico. Il terzo si occuperà del ruolo delle organizzazioni e istituzioni internazionali nella costruzione di una società basata su principi etici. La conferenza si concluderà con una tavola rotonda finale con l’obiettivo di indicare alcune vie per applicare i principi etici nel sistema economico. I moduli d’iscrizioni e ragguagli supplementari sono disponibili al seguente sito: www.Ecojustice04.ch

EDISON RIAPRE DI 100 MILIONI DI EURO L’EMISSIONE DICEMBRE 2010
Milano, 22 gennaio 2004 - L’operazione ha una durata di 7 anni, paga una cedola annua del 5,125% ed è stata lanciata ad un prezzo di 102,5 oltre 30 basis points in meno rispetto all’emissione del dicembre scorso. Milano, 21 gennaio, 2004 – Edison Spa (Baa3/bbb) ha emesso oggi un’ulteriore tranche da 100 milioni di euro a valere sull’emissione obbligazionaria deliberata dal consiglio di amministrazione dell’11 novembre scorso, con scadenza 2010, portando così l’ammontare complessivo delle obbligazioni emesse a 700 milioni di euro. Questa tranche, che viene emessa dopo appena un mese dal collocamento inaugurale del nuovo programma Emtn da 2 miliardi di euro, è stata sottoscritta ad uno spread di oltre 30bps inferiore al prezzo di riofferta precedente, con conseguente sensibile miglioramento del costo della raccolta per Edison. Tale operazione testimonia la rinnovata fiducia e il crescente favore degli investitori verso l’azienda in un momento particolarmente difficile per il mercato italiano dei capitali.

GRUPPO MEDIOLANUM 2003 - RISULTATI PRELIMINARI  MASSE AMMINISTRATE CONSOLIDATE: EURO 23.430 MILIONI, +11% RACCOLTA NETTA CONSOLIDATA TOTALE: POSITIVA PER EURO 2.279 MILIONI
Milano, 22 gennaio 2004 - Il Gruppo Mediolanum ha concluso il 2003 con soddisfacenti risultati di raccolta e patrimonio. Le Masse amministrate Consolidate sono cresciute dell’11%, rispetto al 31 dicembre 2002, attestandosi sul dato record di Euro 23.430 milioni. La Raccolta Netta Consolidata totale, che include assicurazione vita, fondi comuni e gestioni e la raccolta bancaria diretta e indiretta, è stata positiva per Euro 2.279 milioni. Particolarmente significativa è stata la raccolta del risparmio gestito che ha contribuito per Euro 2.430 milioni, +17% rispetto all’anno precedente. Un significativo apporto è giunto da Banca Esperia con Euro 445 milioni +29% (quota Mediolanum) e da Fibanc, in Spagna, con Euro 113 milioni (+307%). Da notare che la raccolta netta consolidata del risparmio gestito ha fatto registrare nel solo quarto trimestre Euro 862 milioni (+59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Con riferimento all’Italia, sono stati registrati i seguenti risultati: Le Masse amministrate sono cresciute del 10% rispetto al 31 dicembre 2002 attestandosi a Euro 19.432 milioni. La Raccolta Netta del Risparmio Gestito, pari a Euro 1.868 milioni, è aumentata del 12%, rispetto al 2002 grazie a un quarto trimestre (Euro 611 milioni) in forte crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+69%). La Raccolta Netta è stata positiva in tutti i dodici mesi. La Raccolta Netta Vita, pari a Euro 1.423 milioni, è cresciuta del 27%. Da notare che il quarto trimestre del 2003 con Euro 620 milioni, ha fatto registrare una crescita del 162% rispetto allo stesso periodo del 2002. Il Risparmio Amministrato ha registrato una raccolta netta negativa di Euro 360 milioni. La Raccolta Netta totale si è pertanto attestata a Euro 1.508 milioni. I Premi Lordi Vita sono ammontati complessivamente a Euro 2.058 milioni, in diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente, recuperando la performance negativa registrata a settembre (-21%), grazie a un quarto trimestre (Euro 789 milioni) che è cresciuto del 55% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se si esclude dal confronto l’impatto della trasformazione da prodotti tradizionali in index-linked, i Premi Lordi Vita registrano una crescita del 9%, con i Premi Pluriennali di Nuova Produzione (esclusivamente unit-linked) che contribuiscono per Euro 107 milioni (-18%) ed i Premi Unici per Euro 1.124 milioni (+12%). I Fondi Comuni di Investimento e le Gestioni hanno registrato una raccolta lorda di Euro 1.620 milioni, -28% rispetto all’anno precedente. Se si esclude dal confronto l’impatto della trasformazione da Fondi Comuni a Gestioni in Fondi avvenuta nel corso del 2002, la Raccolta Lorda dei Fondi Comuni e Gestioni registra un calo del 3%. Al 31 dicembre 2003 l’organico della Rete di vendita di Banca Mediolanum è stato di 5.004 Consulenti Globali, sostanzialmente invariato rispetto al 31 dicembre 2002 (5.015), di cui 4.052 promotori finanziari. Da notare che l’organico della rete nel secondo semestre del 2003 si è incrementato di 149 unità. Aggiungendo i 1.063 operatori assicurativi di Partner Time, le Reti di vendita in Italia hanno raggiunto un organico complessivo di 6.067 unità. Il totale dei C/c al 31 dicembre 2003 è stato di 332.700 a fronte dei n. 339.000 al 31 dicembre dell’anno precedente. Il totale dei Clienti al 31 dicembre 2003 è stato di circa 778.000 primi intestatari con un incremento del 2% rispetto allo stessa data dell’anno precedente. Per quanto riguarda Banca Esperia, l’iniziativa congiunta di Mediolanum e Mediobanca nel Private Banking, si segnala che nei dodici mesi le Masse consolidate hanno raggiunto Euro 3.170 milioni (Euro 1.538 milioni quota Mediolanum) incrementandosi del 41% anno su anno. La Raccolta Netta è ammontata a Euro 1.148 milioni, +28% rispetto all’anno precedente (Euro 557 milioni quota Mediolanum), grazie prevalentemente al contributo del risparmio gestito con Euro 917 milioni, +29% (Euro 445 milioni quota Mediolanum). Con riferimento alla Spagna, la più avanzata delle Nuove Iniziative estere, vanno segnalati buoni progressi:• La Raccolta Lorda totale, ha fatto registrare una crescita del 59% rispetto ai dodici mesi dell’anno precedente, pari a Euro 539 milioni, con un risultato molto positivo soprattutto per quanto riguarda il risparmio gestito, che si è attestato su Euro 492 milioni, + 67% rispetto all’anno precedente. La Raccolta Netta totale, è cresciuta del 147% rispetto all’anno precedente, attestandosi su Euro 146 milioni. A tale risultato ha contribuito in maniera determinante la raccolta netta del risparmio gestito (Euro 113 milioni) più che triplicata rispetto all’anno precedente. Al 31 dicembre 2003 l’organico della Rete di vendita del Gruppo Fibanc è stato di 532 agenti. Da segnalare il considerevole incremento (+45%) dei consulenti globali (modello Mediolanum) che hanno raggiunto alla fine dell’anno le 375 unità.

MEDIOLANUM CEDE PARTECIPAZIONE STATE STREET SGR
Milano, 22 gennaio 2004: Mediolanum S.p.a. E State Street Bank Europe Ltd hanno raggiunto un’intesa preliminare che prevede la cessione del 50% di Mediolanum State Street Sgr da Mediolanum S.p.a. A State Street Bank Europe Ltd. Con questa operazione la filiale londinese della primaria banca statunitense acquisirà – dopo le debite autorizzazioni previste dalla normativa vigente - il controllo totalitario della Sgr, costituita nell’ambito della collaborazione tra i due gruppi ed operativa con la gestione del fondo chiuso “Fondamenta”, riservato ad operatori qualificati ed attivo nel settore del Private Equity. La transazione è prevista concludersi sulla base di un prezzo di 2,7 milioni di Euro, relativo a 1.000.000 di azioni ordinarie v.N. 1 €. La collaborazione tra Mediolanum e State Street continua in altri settori, in particolare nella gestione dei fondi della serie Mediolanum Challenge, costituiti da Mediolanum International Funds Ltd di Dublino.

ESCLUSIVA PER BANCA DEL GOTTARDO
Milano 22 Gennaio 2004 - Swiss Life ha avviato con Unicredito Italiano, Swissfirst e alcuni investitori privati una negoziazione esclusiva per la vendita di Banca del Gottardo.

BANCA D’ITALIA PER LA PRIMA VOLTA APRE LE PORTE AI RISPARMIATORI CHIESTO IL BLOCCO DELLE OBBLIGAZIONI STRUTTURATE DELLE POSTE SE NON SARANNO COMPRENSIBILI PER TUTTI
Roma, 22 gennaio 2004 - Si è tenuta ieri, davanti la sede di Banca d’Italia a Roma, la manifestazione dei risparmiatori organizzata dall’Intesa dei consumatori. Gli attivisti e i dirigenti dell’Intesa hanno manifestato per la tutela del risparmio degli italiani, sempre più a rischio dopo gli ultimi crack finanziari che hanno coinvolto centinaia di migliaia di famiglie che hanno visto bruciare i risparmi di una vita. Con un sottofondo di musica argentina, scatole di pelati Cirio e buste di latte Parmalat al collo, gli attivisti dell’Intesa hanno richiamato l’attenzione dei vertici di Bankitalia che, per la prima volta, ha aperto le porte ai risparmiatori. Carlo Pileri, Elio Lannutti, Carlo Rienzi e Rosario Trefiletti (i 4 dirigenti di Intesa) entrati a Palazzo Koch, hanno fatto precise richieste al Direttore Generale Desario e a Fazio. Prima fra tutte l’apertura di una indagine straordinaria sui bond emessi negli ultimi 5 anni, finalizzata a ridare fiducia ai risparmiatori. Banca d’Italia ha poi accettato di avviare un pressing sulle banche per valutare la possibilità di rimborsare gli investitori danneggiati. Altra richiesta per aumentare la trasparenza nel settore è il blocco delle obbligazioni strutturate delle Poste se non saranno rese comprensibili a tutti, dal momento che i titoli del famoso ente arrivano in ogni centro abitato del paese. Il rappresentante della Banca d’Italia ha apprezzato le proposte dell’Intesa e ha concordato con Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori sulla necessità di rendere più chiari e trasparenti i fogli informativi (anche presso gli sportelli postali) da mostrare al risparmiatore nel momento in cui vengono fatte sottoscrivere obbligazioni con alto tasso di rischio. L’intesa pur apprezzando le parole del Dr. Desario volte a ridare nuova fiducia ai risparmiatori, attende ora che vengano rispettate le promesse della Banca d’Italia, attuando tutti gli interventi necessari affinché i risparmiatori siano garantiti nei loro diritti. Ma la protesta di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori non si ferma davanti la Banca d’Italia. Le 4 associazioni hanno infatti avviato oggi una serie di iniziative per tutelare i risparmiatori. Prima fra tutte, presso la Procura della Repubblica di Milano, hanno depositato la nomina di parte offesa delle 4 associazioni (in cui si contestano gravi reati come la truffa, l’aggiotaggio, la gestione infedele di patrimonio, l’appropriazione indebita, falsa certificazione, ecc.), e centinaia di atti con i quali i risparmiatori hanno dato mandato per essere assistiti, con conseguente richiesta risarcitoria. L’intesa intende poi chiedere il sequestro cautelativo dei capitali delle banche coinvolte nello scandalo Parmalat al fine di garantire eventuali azioni risarcitorie degli investitori malconsigliati, e delle società di revisione Grant Thornton e Deloitte & Touche. L’intesa avvierà inoltre una campagna di boicottaggio contro gli istituti di credito che non intendono elargire i rimborsi ai risparmiatori per i crack Cirio e Argentina e per le obbligazioni Parmalat, attraverso la disdetta dei conti correnti, aperti dai consumatori con le stesse banche

INA E ASSITALIA: FRANCESCO PROCACCINI NOMINATO PRESIDENTE
Roma, 22 gennaio 2004. I Consigli di Amministrazione di Ina e Assitalia, preso atto delle dimissioni di Giuseppe Bencini da entrambi i consigli di amministrazione, a seguito dell’assunzione di incarichi esterni al Gruppo, hanno nominato presidente delle due Compagnie l’Avv. Francesco Procaccini. Francesco Procaccini, 63 anni, manager di grande esperienza assicurativa sia nel settore tecnico che in quello commerciale, ha sviluppato tutta la propria carriera all’interno delle Generali. Procaccini ricopre oggi la carica di Presidente del Gruppo Generali Liquidazioni (Ggl), la società preposta alla liquidazione dei sinistri del Gruppo in Italia. In tale ruolo ha portato a termine con successo il rinnovamento organizzativo ed operativo della società che si è concretizzato nei sensibili miglioramenti dei risultati tecnici realizzati dalle compagnie italiane nel corso del 2003. Con la nomina di Francesco Procaccini alla presidenza di Ina e Assitalia, Generali conferma l’importanza assegnata al processo di rafforzamento e rilancio delle due Compagnie.

PARMALAT FINANZIARIA : STEFANO TANZI HA RASSEGNATO LE DIMISSIONI
Collecchio (Parma), 22 gennaio 2004: Parmalat Finanziaria Spa, in Amministrazione Straordinaria, comunica che Stefano Tanzi ha rassegnato le dimissioni da Membro dei Consigli di Amministrazione delle seguenti società del gruppo Parmalat: Parmalat Finanziaria Spa, Parmalat Spa, Eurolat Spa, Parmalat Canada Ltd, Parmalat Techold corp., Comercial Parmalat sa, Comercial Cile sa, Prochesadora de Leches sa (Proleche sa), Parmalat Food Industries South Africa Ltd, Parmalat South Africa (Pty) Ltd, Parmalat Pacific Holdings Pty Ltd (ex Parmalat Australia Pty td), Parmalat Australia Ltd. Giovanni Tanzi, già dimessosi dal Consiglio della Parmalat Spa, ha rassegnato le dimissioni da Membro dei Consigli di Amministrazione di: Eurolat Spa, Lactis Spa, Panna Elena – Cpc srl, Italcheese Spa, Giglio Spa - società in liquidazione, Fromagere d’Athis sa, Parmalat France sa e Parmengineering srl. Paolo Tanzi ha rassegnato le dimissioni da Membro dei Consigli di Amministrazione di:Parmalat Spa, Newco srl e Boschi Luigi & Figli Spa. I tre Consiglieri citati hanno inoltre rassegnato le dimissioni da tutte le funzioni operative svolte nell’ambito del Gruppo. Inoltre si comunica che in data odierna l’Assemblea dei Soci ha nominato Carlo Prevedini Amministratore Unico della Latte Sole Spa, società interamente controllata indirettamente tramite la Parmalat Spa in Amministrazione Straordinaria.

DE' LONGHI S.P.A.: CHIUSO IL 2003 CON UN FATTURATO IN CRESCITA DI OLTRE IL 4% A TASSI DI CAMBIO COSTANTI (IN LINEA CON IL 2002 A CAMBI CORRENTI). CONCLUSA L'ACQUISIZIONE DI UN'AZIENDA CINESE LEADER NEI RADIATORI AD OLIO E ATTIVA NELLA PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI DEL RISCALDAMENTO PORTATILE.
Milano, 22 gennaio 2004 - Il Gruppo De' Longhi chiude il 2003 con un fatturato in crescita di oltre il 4% a parità di tassi di cambio; a tassi di cambio correnti il fatturato è risultato in linea rispetto a E 1,274 milioni del 2002. L 'esercizio ha evidenziato buoni tassi di crescita in Italia e nel Resto d'Europa, mentre il giro d'affari in Inghilterra, Stati Uniti e Giappone ha risentito in maniera rilevante dell'andamento sfavorevole dei cambi. Nei giorni scorsi si è inoltre definitivamente perfezionata l'operazione che ha portato al controllo (67%) di una nuova società di Hong Kong che ha rilevato la totalità delle attività produttive prima facenti capo a uno dei maggiori produttori mondiali di radiatori ad olio e altri prodotti del riscaldamento portatile; l'azienda dispone di tre stabilimenti produttivi a Zhongshan nella provincia del Guang Dong. L'avvio delle trattative per questa acquisizione era stato comunicato in sede dei risultati del terzo trimestre 2003. Con questa operazione, il Gruppo De' Longhi avvia in Cina l'operatività del suo secondo polo produttivo, specializzato nella lavorazione di metalli e nei prodotti del riscaldamento; la nuova struttura industriale cinese affiancherà quella già esistente di Tricom , dedicata alla produzione di piccoli elettrodomestici (polo plastico). L'acquisizione è importante in quanto permetterà da un lato di guadagnare nuove quote di mercato e dall'altro di recuperare da subito competitività nei mercati statunitense e inglese facendo fronte al rafforzamento dell'euro. Il corrispettivo di questa acquisizione verrà riconosciuto sotto forma di quota di competenza (33%) degli utili realizzati con un massimo di $6,8 milioni di dollari pagabile in 5 anni e condizionato alla capacità dell'azienda di raddoppiare gli attuali livelli produttivi.

PIRELLI FORNIRÀ 4.000 KILOMETRI DI CAVI A FIBRA OTTICA IN ALGERIA ATTRAVERSO DUE PROGETTI BASATI SUGLI INNOVATIVI CAVI OPGW, LA UTILITY SONELGAZ COSTITUIRÀ UNA NUOVA RETE DI TELECOMUNICAZIONI A BANDA LARGA
Milano, 22 gennaio 2004 - Pirelli si è aggiudicata due importanti contratti per la fornitura, attraverso il system integrator Tcil - Telecommunications Consultants of India, di 4.000 km di cavi Opgw (Optical Ground Wire) e di servizi alla utility algerina Sonelgaz . Attraverso questi due progetti, Sonelgaz sarà in grado di realizzare una nuova rete di telecomunicazioni a banda larga per la trasmissione di voce, dati e servizi multimediali che favorirà lo sviluppo dell'Algeria. Grazie ai due contratti, del valore complessivo di 20 milioni di dollari , Pirelli conferma la propria leadership sul mercato di questo genere di soluzioni, studiate per sostituire le tradizionali funi di guardia delle linee elettriche aeree con cavi che ospitino al loro interno anche fibre ottiche . I cavi Opgw sono infatti in grado di garantire, parallelamente alle funzioni di messa a terra e di protezione delle linee elettriche aeree dai fulmini tipiche delle funi di guardia, anche un avanzato sistema di telecomunicazioni a banda larga, grazie al fatto che le prestazioni delle fibre ottiche non vengono alterate dal passaggio della corrente elettrica. "Questi due progetti confermano il positivo trend di mercato per i cavi Opgw Pirelli, dopo i recenti contratti vinti in Brasile e Romania", ha commentato Giovanni Battista Scotti, Responsabile Cables and Fiber di Pirelli Cavi e Sistemi Telecom. " Pirelli fornisce oggi ai propri clienti sia le fibre ottiche più avanzate al mondo per questo impiego, che le più efficienti tecniche di installazione, studiate appositamente dai suoi tecnici e in grado di eliminare tutti i disagi di queste operazioni". In particolare, il primo contratto prevede la fornitura "chiavi in mano" di 3.000 kilometri di cavi Opgw, da installare in una rete di trasmissione di energia elettrica ad alta tensione. La particolare tecnologia di installazione utilizzata, sviluppata da Pirelli, permetterà di effettuare questa delicata operazione "in linea viva", senza cioè interrompere la fornitura di energia elettrica durante la fase di installazione , riducendo così i costi dell'operazione e garantendone la massima sicurezza . Il secondo contratto prevede invece la fornitura di 1.000 kilometri di cavi "lashed", che saranno installati in una rete ad alta tensione attraverso un sistema robotizzato, anch'esso "in linea viva" e studiato da Pirelli. I cavi "lashed" consentono, in particolare, di affiancare alla fune di guardia già esistente un cavo ottico ad alte prestazioni. Tutti i cavi Pirelli che saranno utilizzati per questi progetti includono 24 fibre ottiche, che saranno prodotte nello stabilimento italiano della Fos - Fibre Ottiche Sud a Battipaglia (Salerno), il centro di eccellenza mondiale del Gruppo nelle fibre ottiche. Questo stabilimento è oggi in grado di produrre la più completa gamma di fibre, da quelle multimodo G651 per l'"ultimo miglio" alle Nzd (Non Zero Dispersion) G655 ad elevata capacità di trasmissione per le grandi dorsali; Pirelli produce anche le fibre ottiche G652, oggi tra le più tecnologicamente avanzate al mondo. I cavi Opgw saranno prodotti nello stabilimento spagnolo di Vilanova y la Geltru , che seguirà anche le attività di installazione e ingegnerizzazione.

INFERENTIA DNM S.P.A:NUOVE NOMINE MARCO TINELLI AMMINISTRATORE DELEGATO MARCO GIRELLI VICE-PRESIDENTE
Milano, 22 gennaio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Inferentia Dnm S.p.a., riunitosi il 20 gennaio sotto la presidenza di Enrico Gasperini, ha esaminato e approvato le linee guida del Piano Industriale 2004-2006 del Gruppo. Nel corso della stessa riunione è stato anche esaminato ed approvato il budget 2004 e si è provveduto ad una nuova attribuzione di incarichi manageriali nel Gruppo. Nel corso del 2003 il Gruppo ha completato un ampio processo di ristrutturazione e di riposizionamento, che, nel confermarlo fra i leader europei nelle soluzioni e nei servizi per il marketing interattivo e relazionale, lo colloca ora fra i player destinati ad un ruolo da protagonisti del settore nei prossimi anni. Il Piano Industriale 2004-2006 parte da queste basi per delineare le strategie del Gruppo, orientate ad una crescita continua e sostenuta. Il business: focalizzazione sul marketing relazionale e interattivo. Il Gruppo intende porsi al servizio delle aziende clienti lungo tutto il ciclo di vita delle loro azioni marketing, dall'ideazione dei progetti fino alla loro applicazione nei diversi canali commerciali e alla misurazione delle performance e quindi del ritorno sugli investimenti. L'obiettivo sarà raggiunto integrando nel Gruppo tutte le competenze necessarie: consulenza, know how tecnologico, esperienza di marketing, creatività. Il principale motore di un'offerta rinnovata, completa e fortemente competitiva sarà l'innovativo approccio "Hyper-marketing". Secondo questa metodologia l'azienda acquisisce feedback dai propri clienti attraverso una molteplicità di strumenti di interazione, dalle email alla navigazione dei siti, dalla pubblicità on-line a quella sul punto vendita, dagli Sms al direct mailing, ricavando da tale riscontro un sistema di customer intelligence, in base al quale programmare successivamente nuove azioni di marketing. Struttura operativa, societaria e brand - La struttura del Gruppo sarà ulteriormente semplificata e focalizzata, in linea con le nuove direttrici di business, secondo i seguenti criteri: un unico brand Fullsix per tutte le attività nazionali ed internazionali di marketing relazionale; una Società separata riunirà le attività di data mining per la customer intelligence, pianificazione e acquisto media; Inferentia Dnm Spa, la capogruppo, oltre all'attività operativa con il brand Fullsix, avrà funzioni di pianificazione, coordinamento, controllo e gestione amministrativa-finanziaria; le attività non-core, ma complementari rispetto all'offerta base, saranno accessibili al Gruppo attraverso partnership strategiche mirate o, eventualmente, partecipazioni di minoranza. Target economico-finanziari - In sintesi, gli obiettivi fissati dal Piano Industriale per il 2006 sono: valore della produzione in crescita nel triennio di circa il 16% medio annuo, +56% rispetto alle stime di chiusura 2003; Ebitda fino al 18% del valore della produzione nel terzo anno; posizione finanziaria netta positiva. Budget 2004 - Nel quadro delle linee strategiche del Piano Industriale Triennale, per il 2004 si prevede il raggiungimento dei seguenti obiettivi: valore della produzione a circa € 46 milioni; Ebitda a circa € 5 milioni, pari a oltre il 10% del valore della produzione. Il Consiglio di Amministrazione ha nominato il Consigliere Marco Girelli Vice Presidente, dopo che questi ha rimesso il mandato di Amministratore Delegato. Nuovo Amministratore Delegato è stato nominato Marco Tinelli, che mantiene la responsabilità operativa della Società Fullsix France. Il Consiglio ha anche preso atto delle dimissioni del Consigliere Massimo Tesei.

EMERGING TRENDS IN REAL ESTATE EUROPE 2004: INVESTITORI PRUDENTEMENTE OTTIMISTI. MILANO E ROMA TRA LE PIAZZE PROMETTENTI
Milano, 22 gennaio 2004 - Nonostante la debole congiuntura che continua a pesare su gran parte dei mercati europei, gli investitori nel settore immobiliare rimangono cautamente ottimisti riguardo al trend del mercato per il prossimo anno, mentre molti prevedono livelli di redditività “discreti”: ciò è quanto emerge dallo studio Emerging Trends in Real Estate Europe 2004, condotto da Urban Land Institute (Uli) di Washington, istituzione di formazione e ricerca globale, e Pricewaterhousecoopers Llp, società di servizi professionali tra le maggiori a livello internazionale. Uli e Pricewaterhousecoopers Llp hanno realizzato la prima versione europea in assoluto di Emerging Trends in Real Estate 2004, l’autorevole rapporto annuale sulle prospettive d’investimento in immobili che viene pubblicato da 25 anni negli Usa. La nuova versione europea, che verrà distribuita domani in occasione della “Conferenza europea sullo sviluppo e gli investimenti in immobili” organizzata da Uli a Parigi, si basa sull’analisi delle interviste realizzate ad un campione di oltre 210 tra i massimi esperti del settore in tutta Europa. “Ogni tentativo di previsione del futuro rappresenta una sfida. I diversi settori presi in esame e la differente provenienza geografica dei partecipanti ci ha permesso di realizzare un report dei Trends del mercato Real Estate in Europa unico nel suo genere” – dichiara Bill Kistler, Presidente di Uli Europe. I Mercati da tenere sott’occhio nel 2004 Al top della classifica, per prospettive d’investimento, si posizionano alcune delle città non appartenenti all’Unione Europea, grazie alla promettente crescita economica e al forte impegno dimostrato da questi Paesi per raggiungere gli standard europei. Mosca, che risulta essere tra i mercati immobiliari meno sviluppati e meno integrati, viene scelta come destinazione principale: quasi il 60% degli intervistati suggerisce di acquistare immobili nella capitale russa, mentre solo il 25% consiglia di vendere. Praga ottiene il secondo posto, seguita da Bruxelles, Budapest, Helsinki, Varsavia e Copenhagen. La buona posizione di Bruxelles si spiega con il fatto che la città è la sede del governo della Ue: con la recente espansione, fino a includere 25 membri il prossimo maggio, la domanda di uffici da parte dei nuovi governi entrati nell’Unione contribuirà a mantenere forte il mercato immobiliare. Milano, Parigi e Barcellona si collocano verso la metà della classifica, mentre Berlino, Francoforte e Amsterdam figurano in fondo alla lista. Secondo quanto emerge dallo studio, attualmente, il Regno Unito e la Francia rappresentano insieme oltre il 50% degli investimenti. Per quanto riguarda le previsioni sul mercato del Regno Unito, le opinioni sono molto discordanti: per esempio rispetto alla piazza londinese il 31% consiglia di acquistare immobili, il 22% di vendere e il 47% di non vendere. Al riguardo si legge nel rapporto: “Il Regno Unito sembra destinato a superare nel 2004 i principali Paesi della zona dell’euro (in termini di crescita del prodotto interno lordo) tranne la Spagna : forse questa è una ragione sufficiente per nutrire fiducia nel mercato immobiliare inglese e decidere di non vendere”. Secondo lo studio in questione, rimane forte il desiderio di investire nel settore immobiliare in Europa - specificamente nel settore degli uffici che domina gli investimenti - dovuto principalmente alla grande disponibilità di capitale proveniente dai fondi aperti tedeschi, gruppi privati e fondi opportunità. Il rapporto inoltre evidenzia la crescente trasparenza dei mercati immobiliari europei e i primi tentativi di un passaggio verso un mercato d’investimenti paneuropeo e addirittura globale. Inoltre si assiste allo sviluppo di un settore professionale più aperto, e i beni immobiliari godono di un maggior riconoscimento come settore d’attività “principale” e non “alternativo”. A conferma di quanto detto, i partecipanti all’indagine hanno indicato che nel 2004 gli investimenti nel settore immobiliare, diretto e privato, saranno privilegiati, surclassando le obbligazioni e le azioni anche a livello internazionale. Mercato immobiliare in Italia A metà della classifica si posizionano le città italiane prese in esame dallo studio, ovvero Milano e Roma. Nonostante l’economia italiana abbia sofferto come le altre piazze europee, il mercato immobiliare, a seguito dei processi restrittivi di pianificazione urbana è stato talmente vincolato dall’offerta, che scarsi sono stati i margini di crescita. In particolare il mercato degli uffici a Milano è caratterizzato dalla carenza di spazio primario nelle zone centrali di business, dove gli spazi liberi sono nell’ordine del 4%. In periferia la disponibilità degli spazi liberi è maggiore e raggiunge il 10% anche se i collegamenti sono più difficoltosi. Tuttavia questo dato diminuisce ulteriormente se ci si riferisce a spazi di alta qualità collocati nelle vicinanze delle principali circonvallazioni. Nel 2003 gli affitti sono stati stabili a fronte di un aumento dell’80% riscontrato nel quinquennio dal 1998 – 2002. Comunque le previsioni per l’anno in corso sono piuttosto ottimiste: l’attività economica nel settore immobiliare dovrebbe infatti riprendersi grazie alla crescita della domanda di affitti. Questo incremento non comporterà nell’immediato un aumento dell’offerta di affitti ma è chiaro che le prospettive nel medio termine sono piuttosto buone. Milano continuerà comunque ad attirare gli investitori internazionali nonostante la carenza di prodotto rispetto al livello di interesse nel mercato. Nel 2004 il rendimento del 5,5%, proveniente dagli uffici principali situati nelle zone centrali di business, sembra piuttosto assicurato, grazie anche in questo caso ai fondi tedeschi che continuano a sostenere la pressione degli investimenti. Il settore milanese del retail, che rappresenta un mercato d’investimento relativamente di piccole dimensioni, sempre a causa delle pianificazioni urbane vincolanti, ha registrato un ristretto volume di vendite. Ma negli ultimi mesi del 2003 la fiducia in questo segmento è cresciuta e per il 2004 si prospetta anche una ripresa. La nascita di centri urbani ad uso misto – che integrano progetti residenziali, vendita al dettaglio e uffici commerciali – offre buone opportunità nel medio termine. A Roma il 2003 è stato caratterizzato da una debolezza nel settore dei servizi che ha causato una pressione al ribasso negli affitti. Il mercato degli uffici ha realizzato una performance inferiore rispetto a quello di Milano. Inoltre il settore immobiliare romano è caratterizzato da una grande carenza di spazi di alta qualità, ancor più che a Milano. Lo sviluppo del mercato è ostacolato infine da procedure burocratiche di pianificazione molto più lunghe. Tuttavia, gli esperti che hanno partecipato alla ricerca sono positivi per il 2004. Le maggiori opportunità di crescita sono rappresentate dal nuovo sviluppo del segmento immobiliare pubblico in vista di spin-off nella pubblica amministrazione. In conclusione gli esperti interpellati hanno avuto una considerazione positiva del mercato immobiliare italiano in generale. Nonostante alcuni di essi sostengano che la piazza milanese sia ancora troppo cara, il 55% ritiene che Milano sia “buy”, e quasi il 48% esprime lo stesso giudizio su Roma. Conclusioni In termini di tipologie immobiliari, nel 2004 non si prevedono utili di rilievo per nessun singolo settore. I centri commerciali e l’edilizia residenziale sono i due settori favoriti per investimenti e sviluppo, mentre gli uffici in centro città e gli spazi produttivi e d’affari sembrano essere i settori più deboli per il 2004. Secondo la ricerca, gran parte degli intervistati prevede che le debolezze del mercato degli uffici, tra cui il basso tasso d’occupazione e i canoni in discesa, toccheranno il punto più basso entro la fine dell’anno. Per il settore retail si prevede una capacità di recupero, essendo alimentato dalla spesa in consumi, mentre i magazzini, che solitamente assicurano elevati profitti, saranno presi in considerazione dagli investitori alla ricerca di utili. Tuttavia, malgrado le favorevoli prospettive, l’ Emerging Trends evidenzia anche che le potenzialità del settore immobiliare sono ostacolate dalle continue barriere poste agli investimenti paneuropei, tra i quali l’eccessiva diversificazione di strutture fiscali e legali, infrastrutture commerciali, accordi di leasing, standard operativi, culture commerciali e lingue. “I membri della zona dell’euro hanno una moneta comune, ma questo è più o meno tutto per quanto riguarda le agevolazioni ufficiali agli investimenti esteri in immobili”, sottolinea il rapporto, evidenziando che alcuni mercati d’investimento chiave, soprattutto il Regno Unito, non sono ancora entrati nell’euro. In termini di prospettive di sviluppo, l’ Emerging Trends sottolinea una crescente preoccupazione per quelle società che trasferiscono le loro attività produttive in India e in altri Paesi dell’Est. Preoccupazione espressa da molti partecipanti alla versione Usa dello studio pubblicato lo scorso autunno. “Anche se al momento il problema non ha ancora generato in Europa le controversie che ha fatto nascere negli Usa, il livello d’importanza cresce ad ogni annuncio relativo ad un altro call centre o back office trasferito all’estero”, evidenzia lo studio. Fa notare un intervistato: "Avremo ancora bisogno di tutti gli uffici che abbiamo costruito se poi le attività produttive vengono trasferite in India"? Un’altra questione presa in esame dal rapporto, sollevata anche negli Usa, è quella di riuscire a soddisfare le esigenze d’edilizia presenti e future in base ai cambiamenti demografici e della famiglia. Tali cambiamenti portano alla necessità di maggiori interventi di ristrutturazione urbana, nonché alla nascita di quartieri “misti” che integrano progetti residenziali, vendita al dettaglio e uffici commerciali. Un ulteriore fattore demografico che andrebbe preso in considerazione è l’invecchiamento della popolazione nella maggior parte dei Paesi europei, fattore che suggerisce la chiara esigenza di costruire un maggior numero di case di riposo per anziani. I partecipanti allo studio hanno evidenziato la necessità che il settore immobiliare lavori in più stretta collaborazione con le amministrazioni locali per far fronte a questo cambiamento. Alcuni punti chiave di Emerging Trends riguardanti i singoli settori immobiliari: Uffici Punti di forza: i fabbricati più prestigiosi con un elevato canone d’affitto e lunga locazione continuano ad attirare notevoli investimenti, mentre gli uffici rimangono il settore primario per gli investitori in Europa. Debolezze: gli attuali tassi d’occupazione sono bassi, secondo gli standard europei, e queste cifre non tengono conto dell’“offerta nascosta” o spazio fantasma che deve essere assorbita prima dei tagli della domanda nell’offerta. Dove puntare: investimenti in uffici in quartieri d’affari centrali in quelle città che presentano un settore servizi diversificato e in crescita e, dove possibile, un’offerta limitata di spazi uffici prestigiosi. Previsioni: per il 2004 il mercato degli uffici darà ancora utili modesti, ma il peso del denaro attenuerà le riduzioni dei valori capitali. Retail Punti di forza: in molti parti dell’Europa, la spesa in consumi negli ultimi due anni ha tenuto a galla le rispettive economie. Il settore retail rimane vivace grazie al forte potere d’acquisto. Debolezze: vi è preoccupazione per i crescenti tassi d’interesse, soprattutto nel Regno Unito, e l’impatto che questo fattore potrebbe avere sulla spesa. Dove puntare: il settore retail nei Paesi che si preparano ad entrare nella Ue è una buona scommessa, poiché l’adesione all’Unione Europea promuoverà la crescita economica e di conseguenza una maggiore ricchezza del consumatore e dunque un’accresciuta domanda di infrastrutture di vendita. Previsioni: le previsioni sono migliori rispetto alla maggior parte degli altri settori, e dunque il settore retail continuerà ad attrarre l’interesse degli investitori. Settore industriale Punti di forza: le caratteristiche difensive del settore, assieme alle rendite relativamente elevate assicurate da immobili industriali e magazzini, attirano l’interesse degli investitori. Debolezze: la domanda di locatari è stata generalmente debole su gran parte dei mercati, ad eccezione di alcuni grandi punti di distribuzione strategici. Dove puntare: tenere d’occhio i siti strategici esistenti. Previsioni: la domanda nel settore manifatturiero rimarrà probabilmente modesta, in quanto l’Europa si trova a fronteggiare la forte concorrenza della Cina e di altri Paesi europei per quanto riguarda gli stabilimenti di produzione. Alberghi Punti di forza: gli hotel offriranno un’opportunità nel 2004, in parte perché il settore sta uscendo dalla crisi avutasi in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre negli Usa. La prevista ripresa globale dell’economia sosterrà la domanda di hotel. Debolezze: si tratta di un settore assai promiscuo, geograficamente e per segmenti, con gli hotel di lusso negli aeroporti europei che presentano i peggiori risultati. Dove puntare: tra le migliori opportunità si segnalano il settore degli hotel economici di marca, caratterizzato da grande elasticità, alcuni prodotti di nicchia e gli alberghi a tre e quattro stelle ristrutturati, che rappresentano un buon investimento. Previsioni: i partecipanti allo studio prevedono buone prospettive per quanto riguarda rendimenti totali degli hotel, crescita del capitale, equilibrio offerta/domanda e sviluppo, mentre vi sono modeste prospettive quanto alla crescita delle tariffe delle camere. Edilizia residenziale Punti di forza: negli ultimi anni il settore residenziale ha evidenziato le migliori prestazioni in molti Paesi europei, tra cui Regno Unito, Svezia, Danimarca, Olanda, Spagna e Portogallo. I cambiamenti in atto nella composizione familiare, tra cui l’incremento di nuclei familiari meno numerosi, stanno portando alla domanda di più alloggi. Debolezze: in tutta l’Europa vi è un’incredibile varietà di sistemi di edilizia, gruppi d’offerta, istituzioni, leggi immobiliari, politiche della casa, politiche fiscali e sussidi. Dove puntare: le aree privilegiate in Europa occidentale sono Francia, Danimarca, Svizzera e Portogallo. Previsioni: nel medio-lungo termine le pressioni demografiche dovrebbero portare ad un costante disequilibrio tra offerta e domanda in molte aree dell’Europa. La conoscenza del mercato locale sarà la chiave per identificare le opportunità nel giusto momento nel ciclo locale/regionale/nazionale.

UN’INDAGINE SULLE CITTÀ EUROPEE SPOSTARSI A MILANO? L’INTOPPO STA IN CENTRO FINO AL DOPPIO DEL TEMPO PERSO IN TRAM O MACCHINA PER CHI GIRA IN CITTÀ. RISPETTO A BERLINO, PARIGI, AMSTERDAM. E SE MILANO È PIÙ COLLEGATA VIA AUTO E TRENO CON PARIGI E MADRID, C’È DA LAVORARE VERSO EST
Milano, 21 gennaio 2004. - A Milano il traffico è di casa, anzi di strada: confrontata con le altri grandi metropoli europee, solo Atene fa peggio. Mettiamo che il tempo a Milano di percorso sia 100. Allora a Berlino basta circa la metà, tra 45 e 66, per fare percorsi più o meno lunghi, tra i 5 e i 30 chilometri , coi mezzi pubblici. Mentre i tempi si dilatano e superano quelli milanesi per distanze medie e lunghe in macchina. A Parigi, come ad Amsterdam ci vogliono comunque due terzi del tempo, per le distanze corte. Ma sul lungo tragitto si ritarda, come a Milano. Consola solo Atene: ci vuole una volta e mezzo per percorsi brevi e si perde un 20% di tempo anche per distanze lunghe. Ma la rivincita i milanesi la prendono sul prezzo del biglietto dei mezzi: risparmiano, spendendo meno della metà dei berlinesi e comunque un terzo in meno di parigini e olandesi. E la soddisfazione la pigliano pure i greci, che spendono meno della metà di noi. I più affezionati al mezzo pubblico? Proprio i milanesi, con 387 viaggi annui per abitante, battuti solo dai tedeschi, 476, che evidentemente non badano ai prezzi. E per i viaggi a lungo raggio da Milano verso le capitali europee? In auto ci si arriva con una velocità media di 94 km/h , lungo un percorso per il 78% in autostrada, mentre in treno si viaggia a una media oraria di 69 km , dovendo fare in media 2,5 cambi prima di giungere a destinazione. Meglio collegata a Parigi, Bruxelles, Madrid, ma c’è da fare con i Paesi dell’est. Se Milano, poi, viene messa a confronto con Parigi, l’accessibilità della capitale transalpina è migliore: si arriva dalle altre capitali a Parigi in auto a 98 chilometri orari (contro i 94 per Milano) con un percorso dell’85% autostradale (78% per Milano). Più veloce anche arrivare in treno: 85 km all’ora (69 per Milano). A Berlino dalle altre capitali invece si arriva più agevolmente in ferrovia ( 74 chilometri all’ora) e solo 1 cambio e mezzo (contro i 2,5 di Parigi e Milano). Più lenta l’entrata in autostrada che raggiunge in media gli 88 chilometri orari per la capitale tedesca. I dati 2004 dell’Osservatorio Ambiente e Infrastrutture della Camera di Commercio di Milano sono stati presentati oggi in occasione della Mobility Conference Exhibition 2004, l’iniziativa, organizzata da Assolombarda e Camera di Commercio di Milano. Un’occasione privilegiata di confronto tra domanda e offerta di enti e imprese pubbliche e private, durata tre giornate (19-20-21 gennaio) con 19 convegni, workshop e incontri tematici, nonché una “Exhibition” con decine di stand e un portale web dove le imprese hanno presentato prodotti e servizi innovativi (www.Mobilityconference.it). “Nel governo del traffico - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano-la dimensione decisiva è quella “metropolitana”: e a Milano, ad esempio, non comincia dentro la Cerchia dei Navigli. Perché prima di tutto è un tema di accessibilità ed ingresso alla città. Non a caso è centrale inserire il sistema della mobilità milanese in quello più complessivo europeo del Corridoio 5 (Lisbona-kiev). La dimensione della Milano dei trasporti si estende senza soluzione di continuità per buona parte della pianura padana. Quindi, tra le priorità, il collegamento verso Torino e verso Bergamo e Brescia, la nuova tangenziale, un grande polo intermodale, la raggiungibilità di Malpensa e del nuovo polo esterno della Fiera”.

Tempo impiegato (in minuti) e costi mezzi (in euro)

Fatta Milano 100, come cambiano tempi e costi in Europa

 

Milano

Berlino

Parigi

Amsterdam

Atene

Milano

Berlino

Parigi

Amsterdam

Atene

5 km in città - mezzi pubblici

20

9

15

15

30

100

45

75

75

150

5 km in città - macchina

20

13

15

17

n.R.

100

65

75

85

n.R.

15 km in città - mezzi pubblici

40

25

26

35

60

100

62,5

65

87,5

150

15 km in città - macchina

30

38

20

25

n.R.

100

126,7

66,7

83,3

n.R.

30 km - uscita città dal centro - mezzi pubblici

50

33

50

45

60

100

66

100

90

120

30 km - uscita città dal centro - macchina

50

50

45

35

 

100

100

90

70

0

costo mezzi in città (euro)

1

2,2

1,3

1,25

0,45

100

220

130

125

45

viaggi annui per abitante mezzi pubblici

387

476

314

220

175

100

122,997

81,14

57

45

I Dati Dell’osservatorio Ambiente E Infrastrutture Della Camera Di Commercio Di Milano Milano e l’Europa: traffico cittadino. A Milano il traffico è di casa: confrontata con le altri grandi metropoli europee, solo Atene fa peggio. Se consideriamo ad esempio un tragitto di 5 km da est a ovest all’interno della città, con i mezzi pubblici occorrono in media 20 minuti a Milano, rispetto ai 9 di Berlino; ai 15 di Parigi e Amsterdam; e ai 30 di Atene; con la macchina si passa a 20 minuti a Milano, contro i 15 di Parigi, i 13 di Berlino e i 17 di Amsterdam. La situazione non cambia se il tragitto è di 15 km . A Milano con i mezzi pubblici occorrono in media 40 minuti; contro i 25 di Berlino; 26 di Parigi; 35 di Amsterdam e i 60 di Atene; con la macchina, per lo stesso tragitto, occorrono 30 minuti a Milano, contro i 20 di Parigi, i 25 di Amsterdam e i 38 di Berlino. Infine, per andare dal centro città a una località a 30 km di distanza, a Milano occorrono in media 50 minuti con i mezzi pubblici; contro i 33 di Berlino; i 45 di Amsterdam; i 50 di Parigi e i 60 di Atene; in macchina sono necessari 50 minuti, contro i 35 di Amsterdam; i 45 di Parigi e i 50 di Berlino. Tuttavia a Milano viaggiare con i mezzi pubblici costa meno, subito dopo Atene. Ad esempio, un viaggio all’interno della città costa 1 euro a Milano; 1,25 euro ad Amsterdam; 1,3 euro a Parigi; 2,2 euro a Berlino; e solo 0,45 euro ad Atene. Non stupisce allora che i viaggi con i mezzi pubblici per abitante all’anno arrivano a Milano a 387; contro i 314 di Parigi, i 220 di Amsterdam e i 175 di Atene. Solo Berlino, con 476 viaggi, supera Milano. La classifica generale (metodo). La classifica per le connessioni stradali è stata calcolata in base alla distanza tra Milano e la capitale europea, al tempo di percorrenza e alla percentuale di autostrada presente lungo il tragitto; la classifica per le connessioni ferroviarie è stata calcolata in base al tempo di percorrenza e al numero di cambi minimo richiesto, mentre la classifica generale è stata ricavata in base a quelle per i collegamenti stradali e ferroviari, i trasporti interni alle città da una inchiesta presso le Camere di Commercio di Amsterdam; Atene; Parigi; Berlino. La classifica generale. Fra le capitali europee con le quali Milano è meglio collegata (riguardo alle connessioni stradali e ferroviarie) le prime 10 sono: Parigi (1° posto), Bruxelles (2° posto), Madrid (3°), Lussemburgo (4°), Lisbona (5°), Berlino (6°), Amsterdam (7°), Vienna (8°), Londra (9°) e Stoccolma (10°). La prima città fra i paesi compresi nel prossimo allargamento dell’Unione Europea è Bratislava (12°), seguita da Varsavia (13°), Budapest (14°), Praga a pari merito con Lubiana (15°) e Vilnius (16°). Maglia nera per Tallinn, la capitale estone che chiude la classifica al 21° posto. La classifica per chi viaggia in auto. La destinazione più favorevole per chi parte in auto da Milano è la capitale spagnola Madrid (1° posto), seguita da Parigi (2°), Bruxelles (3°), Lisbona e Lussemburgo (4° posto pari merito), Berlino (5°), Vienna (6°), Amsterdam e Copenaghen (7° pari merito), oppure Lubiana o Stoccolma (8° posizione pari merito), Bratislava (9°) o Londra (10°). Le difficoltà maggiori sono invece per chi vuole raggiungere in auto Helsinki (17°), oppure Tallinn (16°), Riga (15°), Vilnius (14°), Atene o Varsavia (13° posto pari merito). Occupano le posizioni migliori riguardo alla velocità del collegamento su strada Madrid (1°), Parigi (2°) e Lisbona (3°), mentre “in coda” si trovano Atene (22°), Helsinki (21°) e Tallinn (20°). Per percentuale di autostrada sul totale del percorso si posizionano ai primi posti Madrid (1°), Bruxelles (2°) e Parigi (3°), mentre in bassa classifica troviamo Helsinki (22°), Tallinn (21°) e Riga (20°). La classifica per chi viaggia in treno. Le connessioni ferroviarie da Milano sono più favorevoli per chi si vuole recare a Parigi (1° posto), a Londra (2°) e a Bruxelles (3°), ma anche ad Amsterdam (4°), Berlino (5°), Vienna (6°), Lussemburgo, Varsavia e Stoccolma (tutte al 7° posto), Madrid (8°), Lisbona (9°) e Bratislava (10°). Meno buone invece le condizioni per Dublino (17°), ultima in classifica preceduta da Tallinn (16°), Lubiana e Atene (15° pari merito), Helsinki e Riga (14° pari merito), Praga (13°), Vilnius (12°) e Budapest o Copenaghen (pari merito all’11° posto). Occupano le posizioni migliori riguardo alla velocità del collegamento ferroviario Parigi (1°), Londra (2°) e Bruxelles (3°), mentre “in coda” si trovano Dublino (22°), Atene (21°) e Tallinn (20°). Per numero di cambi sul totale del percorso si posizionano ai primi posti Parigi, Londra, Bruxelles, Berlino, Amsterdam, Vienna e Lussemburgo, Bratislava, Budapest. Ultimo posto per Dublino. Il progetto per i trasporti: il Corridoio Plurimodale. Il progetto, che coinvolge 30 Camere di commercio europee guidate da Carlo Sangalli, si propone l’obiettivo di rilanciare il sistema dei trasporti e delle infrastrutture del Sud Europa, e quindi anche dell’Italia, attraverso l’integrazione e lo sviluppo delle linee di trasporto già esistenti, facendole crescere nelle loro diverse modalità (stradale, ferroviaria, marittima, aerea) e nei collegamenti con gli altri “corridoi” europei. Le principali aree di intervento individuate per la Lombardia e Milano sono la creazione di linee veloci e ad alta capacità per le tratte Milano-torino, Milano-bologna, Milano-genova; la costruzione di una linea veloce Milano-verona e della ferrovia Milano-gottardo. Sul versante del trasporto stradale, si prevedono, invece, la creazione della “direttissima” fra Milano e Brescia; il collegamento dell’A4 (Boffalora Ticino e Malpensa) e dell’A8 con l’aeroporto di Malpensa; un nuovo sistema di tangenziali a est di Milano; l’avvio della Pedegronda – tratto Ovest (che collegherà l’A4 con l’A8 e l’A9 servendo la zona Nord di Milano) – e, infine, l’adeguamento autostradale Genova-milano tra Genova e Serravalle.

PROFESSIONI DELLA MODA E SCENARI GLOBALIZZATI
Roma, 22 gennaio2004 - La moda come fenomeno culturale, sociale e di comunicazione, ma anche come settore economico rilevante dal punto di vista occupazionale, per la molteplicità di professionalità coinvolte. Questo il tema del Forum organizzato dal Cnel, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Altaroma, che si inserisce nel programma di lavoro svolto dal Consiglio sull’immagine e la presenza femminile nei diversi settori produttivi. Un’occasione, quindi, per un confronto tra le parti sociali del settore, con l’obiettivo di sottolineare l’importanza che la moda riveste rispetto al ruolo della donna nella società e nell’economia. Saranno, inoltre, presentate due ricerche relative alla ‘professione dell’immagine’ e alla presenza della donna nelle professioni della moda. I lavori saranno aperti e conclusi dalla vicepresidente del Cnel, Francesca Santoro. Porteranno il loro saluto il vicesindaco di Roma con delega alla moda, Maria Pia Garavaglia, e il presidente di Altaroma, Stefano Dominella. Il dibattito sarà introdotto da Silvia Costa (coordinatrice gruppo di lavoro Pari opportunità del Cnel). Interverranno, tra gli altri: Laura Bovone (direttore Centro per lo studio della moda dell’Università Cattolica di Milano), Valeria Fedeli (segretario generale Cgil-filtea), Sergio Spiller (segretario generale aggiunto Cisl-femca), Pasquale Rossetti (segretario generale Uil Tessile), Carla Brunetti (Uniontessile-confapi), Luigi Rossi (presidente Federmoda Cna), oltre alle stiliste Laura Biagiotti e Gigliola Curiel. 23-01-2004 alle ore 09:30 Parlamentino del Cnel

UN ITALIANO SCOPRE L’ENIGMA DELLA MATEMATICA INCA SVELATO DA UN DILETTANTE, DOPO 500 ANNI, IL SEGRETO CHE HA FATTO IMPAZZIRE GENERAZIONI DI SCIENZIATI. LA NOTIZIA UFFICIALE A FIRENZE, ALLA MOSTRA SUL PERÙ PRECOLOMBIANO
Firenze, 22 gennaio 2004 - – L’uomo che ha scoperto l’enigma della matematica inca che per mezzo millennio ha tolto il sonno a generazioni di scienziati si chiama con l’italianissimo nome di Nicolino De Pasquale. Ha 54 anni, una laurea in ingegneria aeronautica e vive a Pescara dove insegna un po’ al liceo e un po’ all’università. Segni particolari nessuno: non beve, non fuma, è tutto casa e lavoro, occhiali e capelli bianchi, marito di Adriana e padre di Salvatore e Federico (4 e 2 anni). Ha solo il bernoccolo dei numeri, al punto che per alcuni è un genio. Ma l’aspetto più bizzarro della vicenda è che De Pasquale ha messo a nudo il segreto senza saper niente ne’ degli inca, ne’ del segreto stesso, ne’ tanto meno delle angosce secolari provocate dal tentativo di decifrare le misteriose calcolatrici, chiamate Yupane, di cui parlavano già i conquistadores spagnoli nel 500 e tornate alla luce con gli scavi: blocchi di pietra più o meno di 30 centimetri per 20, con tante piccole vasche scolpite sulla parte superiore e, all’interno, apparentemente a caso, vari fagioli bianchi. Adesso una delle Yupane, non più segnate dal mistero ma comunque preziosissime, è esposta dietro una spessa lastra di cristallo nella mostra sugli stupefacenti tesori artistici del Perù precolombiano in calendario a Firenze (Palazzo Strozzi) fino al 22 febbraio. Della scoperta ha dato conferma ufficiale, ieri, l’americanista Antonio Aimi, curatore dell’esposizione. Un incontro importante, quello di De Pasquale con Aimi, perché ha dato coscienza e possibilità di applicazione a un’intuizione matematica altrimenti sterile. E’ stato Aimi, in altre parole, a mettere l’ingegnere di Pescara a confronto con le Yupane e dunque a dare un senso ai calcoli. Resta il fatto che, all’oscuro di tutto e usando solo il cervello, De Pasquale ha effettivamente battuto sul tempo fior di ricercatori e antropologi sparsi ai quattro angoli dell’Occidente: francesi, americani, tedeschi, olandesi, italiani, russi, giapponesi, indiani, tutti scienziati di provata capacità e esperienza costretti ad arrendersi davanti a un dilettante. L’incredulità è stata tale che per oltre due anni la scoperta è stata messa all’indice. Impossibile, dicevano. Sbagliavano. Aimi spiega che l’enigma è stato senz’altro figlio di un equivoco nato dalla convinzione, suffragata da alcune fonti, che gli inca contassero in base dieci come noi. De Pasquale ha invece scoperto che contavano in base quaranta e lo ha dimostrato servendosi di due modellini di Yupana in legno. In quello più semplice, sono cinque o sei serie di quattro vaschette sovrapposte. La calcolatrice degli inca funziona da destra a sinistra, partendo dalla prima vaschetta in basso che, secondo un antico disegno, è quella dell’unità e contiene dunque una pallina di valore 1. La vaschetta successiva contiene invece due palline ciascuna di valore 2, la terza tre di valore 3, la quarta cinque di valore 5. La somma: 1 + 4 + 9 + 25 = 39. La vaschetta di destra della fila superiore vale 40, quella accanto 80 e così all’infinito. In altre parole, è una progressione geometrica che riproduce, curiosamente, la moltiplicazione cellulare. Le particolarità sono che non esiste lo 0 e che uno stesso numero si può scrivere in modi diversi. Il metodo funziona, qualunque sia il calcolo richiesto. De Pasquale ne ha dato varie dimostrazioni. Come ci è arrivato? Così: “Era l’ultimo dell’anno del 2000” , racconta, “Per Natale avevo ricevuto in regalo un libro di enigmi matematici e appunto, aspettando mezzanotte a cena a Roma da mia sorella, tra una chiacchiera e l’altra, mi sono messo a sfogliarlo. A un certo punto ho trovato il disegno di una Yupana fatto da uno spagnolo del ‘500. Ci ho riflettuto un po’, poi ho preso carta e penna e ho fatto un po’ di conti. Quanto ci ho messo? Mezz’ora, forse quaranta minuti. Prima di capodanno ne sono arrivato a capo. Mi dispiace se ho dato noia a qualcuno. Che ci posso fare se i conti tornano?”.

RIUNIONE EUROPEA PER MIGLIORARE DATI ED INFORMAZIONI DEL PROGRAMMA SAFA - PROPOSTE DELLA DELEGAZIONE ENAC
Roma, 22 gennaio 2004 - Il 16 gennaio u.S., si è svolta a Bruxelles, presso la Commissione Europea , una riunione dei Direttori Generali delle autorità per l’aviazione civile degli Stati aderenti all’Unione Europea, allargata ai dieci membri che entreranno nell’Unione dal 1° maggio 2004, ed alla quale ha partecipato anche il Segretario Generale dell’Ecac (European Civil Aviation Conference). La delegazione italiana era composta dal Direttore Generale dell’Enac, Com.te Silvano Manera, e dall’ing. Benedetto Marasà, Coordinatore europeo del comitato Safa. Su proposta dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, si è affrontato il tema del potenziamento del programma Safa, della standardizzazione delle ispezioni e della concertazione europea anche per la trasmissione delle informazioni sui controlli effettuati dai singoli Stati e su eventuali provvedimenti sanzionatori e restrittivi adottati. Da parte italiana è stato rilevato come il programma Safa abbia uno scopo essenzialmente preventivo ed episodico, mirato alla verifica delle condizioni apparenti dell’aeromobile rispetto agli standard minimi internazionali. Le ispezioni Safa non danno, quindi, una misura assoluta del grado di sicurezza dell’aeromobile la cui verifica rimane nella responsabilità dello stato di appartenenza. L’enac ha lamentato la disparità delle condizioni di accesso all’esercizio di attività aerea nelle varie aree geografiche del mondo, facendo notare come l’Europa abbia adottato una regolamentazione che impone agli operatori europei requisiti più elevati, con particolare riferimento alle norme Jar, rispetto ai minimi degli Annessi Icao, ed ha chiesto che equivalenti requisiti vengano richiesti ai vettori che accedono al territorio europeo e/o trasportino cittadini europei. Il rappresentante della Commissione Europea ha evidenziato l’impegno del Commissario ai Trasporti, Loyola De Palacio, a favore di una rapida conclusione della procedura di conciliazione per l’emissione della direttiva Safa che, nel giro di due anni, riposizionerà nell’ambito comunitario la gestione del programma e delle decisioni sanzionatorie sugli operatori esteri. Inoltre, il Commissario De Palacio ha previsto un’iniziativa verso i tour operator per rendere pubblici i dati degli operatori aerei e degli aeromobili impiegati nei voli charter. Infine, il Segretariato dell’Ecac si è fatto promotore di una riunione straordinaria del Comitato Safa fissata a Parigi venerdì 23 gennaio, cui farà seguito un incontro già programmato a Roma il 23 febbraio p.V..

ATTIVITÀ IN ITALIA DEI VETTORI ROYAL AIR MAROC, ROYAL JORDANIAN AIRLINES E AIR ADRIATIC
Roma, 22 gennaio 2004 - A seguito dell’incidente del 3 gennaio 2004, al Boeing di proprietà della Flash Airlines ed in relazione alle notizie diffuse dalla stampa su velivoli non in regola all’esito delle ispezioni Safa, lo scorso venerdì 16 gennaio si è svolto un incontro presso la Direzione Generale dell’Enac al quale hanno partecipato i rappresentanti delle compagnie Royal Air Maroc, Royal Jordanian Airlines e Air Adriatic. Durante l’incontro ed a seguito della verifica documentale, è stato evidenziato che non vi sono limitazioni al normale esercizio delle attività di volo sul territorio italiano delle compagnie aeree convocate.

COSTRUZIONE NAVALE: LA COMMISSIONE PROPONE UNA PROROGA DELLE SOVVENZIONI UE FINO AL 31 MARZO 2005
Bruxelles, 22 gennaio 2004. In base ad una decisione adottata ieri9 dalla Commissione che ora la trasmetterà al Consiglio, il meccanismo esistente - che autorizza la concessione di aiuti di Stato temporanei nel settore della costruzione navale (il cosiddetto meccanismo temporaneo difensivo - Mtd)- dovrebbe essere prorogato fino al 31 marzo 2005. Nell’annunciare la decisione il commissario dell’Ue per la concorrenza Mario Monti ha oggi affermato: "Benché gli aiuti di Stato non costituiscano sicuramente il modo per rendere la costruzione navale nell’Ue più competitiva a livello mondiale, la decisione di oggi dimostra che la politica della Commissione in materia di aiuti di Stato tiene conto delle circostanze eccezionali nei casi in cui sono in gioco interessi comunitari. La proroga al marzo 2005 è giustificata perché l’azione dell’Mtd e quella dell’Omc sono sempre state strettamente collegate l’una all’altra". Il commissario dell’Ue per il commercio Pascal Lamy ha aggiunto: “La decisione di oggi è un chiaro segnale del fatto che non siamo disposti ad abbandonare i costruttori navali europei che subiscono le conseguenze delle pratiche concorrenziali sleali della Corea. Nel frattempo, continueremo a difendere la nostra causa contro tali pratiche in sede di Omc. Spero che la Corea metta fine alle sovvenzioni in modo che il problema possa essere risolto.” La decisione odierna è un effetto della strategia su due livelli della Commissione contro le pratiche concorrenziali sleali della Corea del Sud. Tali pratiche continuano a danneggiare i cantieri navali dell’Ue; pertanto gli aiuti diretti in favore di contratti per la costruzione di navi portacontainer, chimichiere, navi cisterna e metaniere devono continuare ad essere autorizzati fino al 31 marzo 2005 – data entro la quale si prevede che i procedimenti in corso in sede di Omc siano conclusi. La portata e l’intensità degli aiuti autorizzati nell’ambito delle disposizioni vigenti del Mtd, fissate dal regolamento del Consiglio (Ce) n. 1177/2002 del 27 giugno 2002, restano immutate. Le principali disposizioni del meccanismo temporaneo difensivo sono le seguenti: intensità massima dell’aiuto pari al 6% del valore del contratto; campo di applicazione: navi portacontainer, chimichiere, navi cisterna e metaniere; scadenza del regolamento: 31 marzo 2005 al fine di tener conto del tempo di cui ha bisogno il gruppo di esperti dell’Omc per pronunciarsi. La proroga dell’Mtd al 31 marzo 2005 è stata resa necessaria dal fatto che è improbabile che l’azione intentata dall’Ue dinanzi all’Omc relativa alle pratiche concorrenziali sleali della Corea, che è collegata agli aiuti di Stato temporanei e limitati nell’ambito del Tdi, venga conclusa prima di tale data. Il gruppo di esperti dell’Omc ha incominciato i suoi lavori soltanto nel dicembre 2003 e non si prevede che la relazione definitiva possa essere pronta prima dell’agosto 2004. Tenuto conto della possibilità di un ricorso di una delle parti, non si attende una decisione definitiva dell’organo d'appello dell'Organizzazione mondiale del commercio prima del febbraio 2005. Il Tdi sarà disattivato, in ogni caso, prima se i procedimenti dell’Omc saranno conclusi o sospesi.  
Ip/01/630, Memo/01/167, Ip/01/656, Ip/01/1078 , Ip/02/642 , Ip/02/1389  and Ip/02/1395, Ip/03/821, Ip/03/895 http://europa.Eu.int/comm/trade/goods/ship/index_en.htm

MILANO- CONVEGNO FEDERFIDI SU CREDITO D'IMPRESA CON ZANELLO
Milano, 22 gennaio 2004 - "L'accreditamento del sistema lombardo dei Confidi attraverso Federfidi Lombardia: quale supporto da parte della Regione Lombardia e delle Camere di Commercio" è il tema di un incontro con la stampa che Federfidi Lombardia ha organizzato per oggi giovedì 22 gennaio, presso la Camera di Commercio di Milano (sala consiglio - palazzo Turati, via Meravigli 9/B, ore 11). Introdurranno i lavori della giornata Pier Andrea Chevallard, direttore generale della Camera di Commercio di Milano, e Giulio Sangiorgio, presidente Federfidi Lombardia; a seguire gli interventi di Duccio Galletti, direttore centrale Corporate Finance Banca Akros e advisor di Federfidi Lombardia, Paolo Fioretti, associate director Financial Institutions Fitch Ratings Milano, Arrigo Ghizzoni, vice presidente di Federconfidi Roma, e Alberto Spotorno, consigliere Fincredit. In chisura l'intervento dell'assessore regionale all'Industria e piccole e medie imprese, Massimo Zanello.

CORSI DI FORMAZIONE ALL’ESTERO PER TECNICI DELL’INDUSTRIA CERAMICA: IN RUSSIA E IRAN LE PRIME DUE INIZIATIVE ACIMAC DEL 2004.
Modena, 22 gennaio 2004 - Russia e Iran ospiteranno in gennaio e febbraio i primi due corsi di formazione tecnica del 2004, organizzati da Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica) in collaborazione con Ice, iniziative che rientrano nell’ambito dell’attività associativa di promozione all’estero della tecnologia italiana. Dal 26 al 30 gennaio avrà luogo a Mosca il corso “Il processo produttivo delle piastrelle ceramiche: tecnologie applicate e sviluppi innovativi”. Oltre 60 tecnici delle maggiori aziende ceramiche russe seguiranno le lezioni tenute dal Prof. Paolo Zannini, docente all’Università di Modena, e dall’Ing. Giuliano Guerrieri. Il corso verterà su tutte le fasi del processo produttivo, dalla preparazione delle materie prime fino al confezionamento delle piastrelle. L’ultima giornata sarà dedicata al workshop, durante il quale 9 aziende italiane costruttrici di impianti e attrezzature (Sacmi, Barbieri & Tarozzi, System, Siti, Gape Due, Euromeccanica, Surface Inspection, Novaref, Diemme) potranno presentare ai tecnici russi le loro ultime innovazioni tecnologiche. Il corso in Iran, che si svolgerà dal 16 al 19 febbraio a Teheran, sarà invece focalizzato sui “Nuovi sviluppi tecnologici nei processi di macinazione, pressatura e cottura delle piastrelle”. Docenti saranno il Dr. Gianfranco Carnevali e l’Ing. Giuliano Guerrieri. Il corso terminerà con il workshop, a cui prenderanno parte aziende quali Sacmi, Barbieri & Tarozzi, Gape Due, Surface Inspection, Mass, Meca: anche in questa occasione, i rappresentanti delle aziende italiane illustreranno ai corsisti le proprie proposte tecnologiche riferite agli argomenti oggetto del corso. Russia e Iran sono tra i mercati esteri che stanno dando maggiori soddisfazioni ai costruttori italiani di macchine per ceramica. In entrambi i paesi l’industria ceramica è in rapida e costante evoluzione e l’apertura di nuovi stabilimenti o ampliamento di quelli esistenti determina una domanda di tecnologia avanzata piuttosto sostenuta, rivolta per la quasi totalità all’industria meccanica “Made in Italy”, leader mondiale nella fornitura di impianti per ceramica. Oggi in Russia si producono circa 70 milioni di metri quadrati di piastrelle (erano 25 milioni nel 1999). In Iran la produzione ha raggiunto i 105 milioni di metri quadrati (dai 60 milioni del 1999).  

COSTA CROCIERE ORDINA UNA NUOVA NAVE A FINCANTIERI: INVESTIMENTO DI CIRCA 450 MILIONI DI EURO SARÀ PRONTA NEL 2006 E SARÀ PIÙ GRANDE DI COSTA FORTUNA, ATTUALMENTE LA PIÙ GRANDE NAVE DELLA STORIA DELLA MARINERIA ITALIANA, INAUGURATA NEL NOVEMBRE 2003
Genova, 22 gennaio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Costa Crociere, leader italiano ed europeo del settore delle crociere, ha approvato la lettera di intenti per la costruzione di una nuova nave da crociera che sarà commissionata a Fincantieri. Il valore dell’investimento è di circa 450 milioni di euro, l’avvio dei lavori di costruzione è previsto per la primavera di quest’anno. La nuova nave sarà realizzata a Genova, nei cantieri di Sestri Ponente. La nuova nave, il cui nome non è ancora stato deciso, entrerà in servizio nell’estate 2006, avrà una stazza di 112.000 tonnellate, una lunghezza di 290 metri , 1.502 cabine e una capacità totale di 3.800 passeggeri. Supererà Costa Fortuna, l’attuale ammiraglia della flotta inaugurata a novembre 2003, e Costa Magica, la gemella attualmente in costruzione sempre a Sestri Ponente. Una volta completata la nuova nave sarà quindi la più grande nave da crociera della storia della marineria italiana. La nuova unità della flotta Costa Crociere, a propulsione diesel elettrica e dotata di due motori di 21 mw, sarà costruita per operare nel Mediterraneo tutto l’anno ed avrà quindi una serie di caratteristiche funzionali ideali anche per una vacanza invernale fra cui: un’area wellness di 1.900 mq disposta su due ponti, tra le più grandi esistenti su una nave da crociera; e due delle quattro piscine previste saranno copribili e utilizzabili tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni metereologiche. Anche sulla nuova nave sarà attivo il servizio che consentirà agli utenti di un telefono cellulare di usufruire dei servizi di telecomunicazione mobile in navigazione, in virtù dell’ accordo fra Costa Crociere e Tim siglato lo scorso settembre. “Hanno guidato la nostra decisione per una ulteriore espansione della nostra capacità sia la piena accettazione del nostro prodotto da parte della nostra Clientela che le attese di una continua crescita della domanda europea nel settore crocieristico” - ha dichiarato Pier Luigi Foschi, Presidente e Amministratore Delegato di Costa Crociere. “Rinnoviamo inoltre anche il nostro impegno nello sviluppo della cantieristica italiana delle navi passeggeri, settore nel quale il nostro Paese è leader a livello mondiale. Dopo Costa Fortuna, varata lo scorso novembre, e Costa Magica che entrerà in servizio a fine 2004, il nostro rapporto con Fincantieri, iniziato nel ’92 con la costruzione di Costa Classica e Costa Romantica, continua quindi con estrema soddisfazione” ha concluso Foschi. L’ordine della nuova nave è stato anche reso possibile grazie alla recente armonizzazione del quadro legislativo e fiscale italiano. La recente introduzione del regime della tonnage tax ha allineato il contesto italiano a quello dei principali Paesi europei, rendendo così stabili e competitive le condizioni in cui operano le navi battenti bandiera italiana in traffico internazionale. “Questo nuovo ordine, del quale siamo particolarmente orgogliosi, è un ulteriore riconoscimento dell’eccellenza qualitativa dei nostri prodotti, che unita a un rigoroso controllo dei costi, all’innovazione tecnologica e al rispetto dei tempi di consegna consente alla nostra società di confermarsi al vertice mondiale del settore" ha detto Giuseppe Bono, Amministratore Delegato di Fincantieri. "Infatti con questa nuova commessa, che dimostra ancora una volta la lungimiranza imprenditoriale e i successi di Costa Crociere, salgono a nove le unità nel nostro portafoglio che ci assicurano di guardare con tranquillità al futuro più prossimo, anche in un momento di mercato non particolarmente positivo" ha concluso Bono. Con l’ordine di questa nuova nave Costa Crociere conferma il suo ruolo di azienda leader nel settore in continua espansione e crescita. Le previsioni di chiusura dell’anno 2003 prevedono il raggiungimento di oltre 4.300.000 passeggeri-giorno (con un incremento di circa il 20% verso l’anno precedente), pari a oltre 555.000 passeggeri totali (record storico della società e nel settore crociere in Europa) con un tasso di occupazione del 102%, sostanzialmente in linea con quello del 2002. Con questo nuovo impegno gli investimenti per l’ammodernamento e l’ampliamento della flotta Costa Crociere nel periodo 2001-2006 raggiungono quindi la cifra di circa 2 miliardi di euro. Due sono le nuove navi entrate in servizio nel 2003, Costa Mediterranea (giugno) e Costa Fortuna (novembre), mentre a fine 2004 è previsto l’ingresso nella flotta di Costa Magica, gemella di Costa Fortuna.

UNA NUOVA TECNOLOGIA PER LA SICUREZZA DEI VEICOLI AFFRONTA LE PRINCIPALI SFIDE DEL PRONTO INTERVENTO NEGLI INCIDENTI STRADALI
Bruxelles, 22 gennaio 2004 - Un progetto finanziato dall'Ue ha sviluppato un sistema di sicurezza, installato a bordo del veicolo, in grado di accelerare l'arrivo dei servizi di emergenza sul luogo dell'incidente e consentire il superamento delle barriere linguistiche che possono dimostrarsi fatali per quanti restano coinvolti in incidenti automobilistici in un paese straniero. Il sistema "E-merge", installato a bordo del veicolo, rileva automaticamente l'incidente stradale e trasmette un messaggio ai servizi di emergenza nella lingua locale, segnalando il sinistro. Questo piccolo dispositivo situato sotto il cruscotto, all'interno della vettura, comunica altresì l'ubicazione del veicolo ed è perfino in grado di fornire informazioni sulla gravità dell'incidente. Finora, i sistemi intelligenti installati a bordo del veicolo hanno trasmesso le informazioni ai prestatori del servizio, i quali, a loro volta, le comunicano ai servizi d'emergenza. Per Michael Nielson, coordinatore del progetto, l'innovazione più importante introdotta da "E-merge" consiste nello sviluppo di un sistema capace di trasmettere informazioni direttamente ai servizi d'emergenza. "Ciò consente un accesso diretto ai più vicini centri di pronto soccorso ed accelera considerevolmente la risposta agli incidenti", ha dichiarato Nielson. "E-merge" registra la gravità dell'incidente leggendo i dati sulla decelerazione forniti dal sensore dell'airbag. Utilizzando le informazioni Gps, il sistema individua il paese in cui si trova la vettura e compone un messaggio di allarme nella lingua appropriata. Il dispositivo, quindi, stabilisce automaticamente un contatto con l'operatore di pronto soccorso locale e trasmette la posizione, la marca, il modello, il colore ed il numero di immatricolazione della vettura. Gli occupanti del veicolo, qualora siano coscienti, possono comunicare con l'operatore tramite un altoparlante ed un microfono. Test del sistema "E-merge" sono attualmente in corso in Germania, Svezia, Spagna, Paesi Bassi ed Italia, e, secondo Nielson, i segnali emersi sono positivi. Se gli Stati membri dell'Ue finanzieranno l'infrastruttura necessaria alla realizzazione di "E-merge", il sistema potrebbe divenire operativo già nel 2008. Per quanto concerne la Commissione europea, la sua comunicazione sull'"e-safety" stabilisce che lo sviluppo ed il dispiegamento dei sistemi di sicurezza intelligenti per i veicoli sono un elemento cardine degli sforzi dell'Ue volti a dimezzare il numero di vittime della strada in Europa entro il 2010. La Commissione si consulta regolarmente con il forum "eSafety", un gruppo di esperti e di parti interessate che sono stati invitati ad analizzare i dati attuali relativi alle cause degli incidenti ed a suggerire argomenti di ricerca nell'ambito del Sesto programma quadro. Nielson conviene che il contributo fornito dal forum "eSafety" sarà importante per la creazione di un approccio comune ai sistemi di sicurezza per i veicoli, fra gli Stati membri, le compagnie assicurative, il settore automobilistico e le altre parti interessate. La positiva attuazione di sistemi quali "E-merge" è loro interesse comune, ha affermato Nielson, a causa delle conseguenze positive che possono derivarne, come ad esempio la riduzione dei costi dei servizi sanitari e la diminuzione dei giorni lavorativi persi. L'interesse pubblico è ancor più evidente. Uno studio ha concluso che "E-merge" potrebbe contribuire a salvare fino a 6.000 delle 40.000 vite perse ogni anno sulle strade europee, oltre ad evitare un numero simile di feriti gravi. Il progetto "E-merge" è stato finanziato nell'ambito della priorità "Tecnologie della società dell'informazione" (Tsi) del Quinto programma quadro (5Pq). Http://dbs.cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?action=d&caller=proj_ist&qm_ep_rcn_a=61501  

SECONDO UNO STUDIO EUROSTAT, LA PIÙ ALTA PERCENTUALE DI LAUREATI IN SCIENZA E INGEGNERIA PROVIENE DA SVEZIA, IRLANDA E FRANCIA
Bruxelles, 22 gennaio 2004 - Le nuove statistiche Eurostat per il 2001 mostrano che nell'Ue, su due milioni di neolaureati, il 26 per cento ha studiato scienze e/o ingegneria. Svezia, Irlanda e Francia hanno registrato la più alta percentuale di dottori in queste discipline, con oltre il 30 per cento. A titolo di confronto, nei dieci paesi in via di adesione, il numero dei laureati del 2001 in scienze o ingegneria si è attestato, in media, al 13 per cento su un totale di 630.000 studenti. Le percentuali più elevate si sono registrate in Slovacchia, Lituania e Repubblica Ceca. Sia nell'Ue, sia nei paesi in fase di adesione, gli studi ingegneristici hanno ottenuto più preferenze rispetto a quelli scientifici, ad eccezione di Regno Unito e Irlanda. Nell'ue, l'11 per cento dei laureati nel 2001 ha studiato scienze, mentre il 15 per cento ha scelto studi di ingegneria, fabbricazione e costruzione. Le statistiche per i paesi in fase di adesione si sono attestate al quattro e nove per cento rispettivamente. La relazione ha inoltre mostrato che, nonostante in tutti i paesi analizzati ci siano più donne che uomini nei corsi di insegnamento superiore di secondo grado, le donne continuano ad essere sottorappresentate nelle discipline scientifiche ed ingegneristiche. Ciò non si verifica, tuttavia, in Portogallo, Italia, Polonia, Lettonia e Lituania, dove, nel 2001, la percentuale di donne che aveva scelto queste materie variava dal 52 al 59 per cento. Lo studio ha anche dimostrato che la percentuale di laureate è più elevata nei paesi in via di adesione rispetto a quelli dell'Ue sia per le scienze (48 per cento contro il 41 per cento) sia per l'ingegneria (26 per cento contro il 21 per cento). Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Philippe Bautier E-mail: eurostat-pressoffice@cec.Eu.int  oppure a Guido Strack E-mail: guido.Strack@cec.eu.int  http://europa.Eu.int/comm/eurostat/public/datashop/prin
t-product/en?catalogue=eurostat&product=9-19012004-en-ap-en&mode=download
  

INTERCULTURA: L’ASSOCIAZIONE NO PROFIT CHE DA QUASI 50 ANNI SI OCCUPA DI SCAMBI TRA STUDENTI DI TUTTO IL MONDO ELEGGE IL NUOVO PRESIDENTE E IL VICEPRESIDENTE.
Milano – 22 Gennaio 2004: nuove nomine ai vertici di Intercultura. Saranno infatti Carlo Fusaro e Paolo Emilio Mazzoletti a ricoprire i ruoli rispettivamente di Presidente e Vicepresidente. Entrambi di provenienza dal mondo universitario, ex borsisti e volontari attivi dell’Associazione, subentrano ora alla precedente gestione mettendo a disposizione di Intercultura la loro professionalità. Carlo Fusaro, Presidente, è infatti Professore universitario alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze e vanta un curriculum ricco di altre importanti esperienze professionali. Giornalista tra i fondatori di Telelibera Firenze, pubblicista, deputato al parlamento nazionale, volontario in organizzazioni sportive, ha collaborato a progetti di legge, percorsi formativi, organizzazione di stages. In Intercultura è stato borsista annuale in Usa nel 1967-68 ed ha partecipato attivamente al volontariato dell'Associazione ricoprendo per molti anni la carica di presidente del Centro di Firenze. Dal 2001 Carlo Fusaro ricopre anche il ruolo di membro del Consiglio d'Amministrazione di Intercultura. Paolo Emilio Mazzoletti, Vicepresidente, è titolare della cattedra di marketing presso la Facoltà di Scienze Politiche della Luiss, precedentemente aveva ricoperto la stessa cattedra presso la scuola di giornalismo della Luiss. Inoltre è membro del Comitato esecutivo del Centro Studi Americani a Roma, presidente del Club Relazioni Esterne, vicepresidente della commissione Marketing della International Chamber of Commerce a Parigi. E' stato "distinguished lecturer" alla Graduate School for Public and International Affairs dell'università di Pittsburg e Visiting Professor titolare della cattedra Fulbright presso la stessa università. Dal 1981 al 1996 è stato presidente della Società di ricerche di mercato "Pragma" e chairman della società Inra Europe S.a. Di Bruxelles. In precedenza era stato direttore marketing e direttore relazioni esterne della Esso Italiana. Ex borsista del programma annuale in Usa nel 1957-58, è da cinque anni membro dell'Advisory Board e da due membro del Consiglio d'Amministrazione di Intercultura, per la quale ha progettato e seguito la ricerca Ipsos Explorer. Afs Intercultura è oggi la più grande organizzazione mondiale di volontariato per gli scambi fra studenti delle scuole superiori, presente in circa 60 Paesi. In Italia, fondata nel 1955, è oggi nota come Intercultura e può contare sull’adesione di 3000 volontari operanti in 112 centri sull’intero territorio nazionale e su 25 professionisti nelle sedi di Roma, Colle di Val d’Elsa. Intercultura seleziona, destina e accompagna in 40 Paesi esteri circa 1400 studenti italiani l’anno, tra cui 30 classi intere. Nello stesso periodo ospita in Italia 1200 studenti provenienti da tutto il mondo. Ogni anno mette a disposizione dei giovani italiani 500 borse di studio offerte dall’associazione stessa e da aziende italiane ed estere che credono nel valore di quest’esperienza e nella mission finale dell’organizzazione: realizzare un futuro di pace. Inoltre da anni porta avanti anche importanti progetti di collaborazione con istituzioni pubbliche e università, mettendo a disposizione il proprio know-how e la propria professionalità acquisita in quasi 50 anni di esperienza. Carlo Fusaro e Paolo Emilio Mazzoletti hanno quindi un importante compito da portare avanti: continuare gli ambiziosi progetti dell’Associazione che si pone sempre più quale referente qualificato sul tema della interculturalità e della formazione giovanile.

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