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2003 anno 6°  

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di

VENERDI'
 6  FEBBRAIO  2004

pagina 4

 

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IPERTENSIONE: L'EUROPA FA SCUOLA NEL MONDO

Milano, 6 febbraio 2004 - I migliori specialisti internazionali nella diagnosi e nel trattamento dell'ipertensione arteriosa sembrano preferire l'approccio europeo a quello americano. «Il Giappone, per esempio, modellerà le proprie Linee guida nazionali su quelle delle Società europee dell'Ipertensione e di Cardiologia, anziché su quelle dell'American Heart Association statunitense» commenta con soddisfazione il clinico milanese Giuseppe Mancia, presidente della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa, che oggi ha inaugurato nel capoluogo lombardo l'Hypertension Forum, che proseguirà fino a sabato. Al Forum, organizzato dall'Università di Milano-bicocca con il contributo di Pfizer Italia e con la partecipazione di clinici e giornalisti italiani ed europei, si parla di questo e di rischio cardiovascolare globale: un argomento di grande attualità, dato che in Italia vivono 13 milioni di ipertesi e che le malattie di cuore e vasi sono il killer numero uno. Quali sono dunque le maggiori differenze tra Linee guida europee e statunitensi? «Premesso che c'è pieno accordo sul fatto che valori pari o superiori a 140/90 mmHg sono ipertensione, che a sua volta è un importante fattore di rischio cardiovascolare modificabile, le opinioni sono diverse sul rischio cardiovascolare globale, cui gli americani sembrano dare poco peso, e sul concetto di preipertensione, che gli europei non condividono» aggiunge Mancia. Per le Linee guida Usa, infatti, chi ha una pressione arteriosa compresa tra 120-139 e 80-89 mmHg è candidato a sviluppare in futuro una vera e propria ipertensione e dovrebbe cambiare stile di vita: dieta ricca di vegetali e frutta con pochi grassi e sale, eliminare fumo e limitare l'alcool, fare movimento. Per le Linee guida Eu tale concetto è fuorviante, perché potrebbe creare un'errata convinzione di malattia. In questi soggetti, invece, si dovrebbe considerare proprio il "rischio cardiovascolare globale", cioè la presenza di altri fattori che aumentano la probabilità di sviluppare malattie come infarto e ictus: età, sesso maschile, diabete, fumo, obesità, ipercolesterolemia e soprattutto danno d'organo (ipertrofia ventricolare sinistra, insufficienza renale, aterosclerosi). Quando il rischio cardiovascolare globale è alto, si può instaurare una terapia antipertensiva, che in caso contrario non è indicata. «Gli americani non tengono conto del rischio cardiovascolare globale perché lo considerano troppo complicato, ma per gli ipertensiologi europei è un criterio di scelta terapeutica irrinunciabile» riprende Mancia. «In assenza di altri fattori di rischio, per esempio, il trattamento di un paziente con ipertensione lieve (tra 140/159 e 90/99) può essere differito, mentre un paziente con valori normali alti (tra 130/139 e 85/89) ma ad alto rischio va posto subito in terapia». Alquanto diverso è anche l'atteggiamento nei confronti dei farmaci: se per gli americani i diuretici sono sempre e comunque di prima scelta, per gli europei nulla vieta di scegliere in prima istanza una molecola di un'altra classe ed eventualmente una terapia di associazione. Il controllo della pressione e la prevenzione cardiovascolare richiedono però anche l'educazione del paziente, spesso poco attento ai controlli, alle terapie e allo stile di vita. A partire da questo presupposto, l'Hypertension Forum ha voluto riservare in esclusiva uno spazio alla divulgazione scientifica. La quarta e ultima sessione del Forum, sabato 7 febbraio, sarà infatti dedicata a una Tavola rotonda sulla comunicazione, dove i giornalisti della stampa medico scientifica - laica e specializzata - si confronteranno tra loro e con i clinici nel difficile compito di delineare il linguaggio più appropriato per parlare di salute cardiovascolare ai lettori. Sempre alla divulgazione scientifica è dedicato anche il premio giornalistico "Pfizer per il Cuore", dedicato ai migliori prodotti giornalistici nell'area cardiovascolare pubblicati nel corso del 2003. La giuria, presieduta dal professor Mancia e composta da medici e giornalisti, assegnerà tre premi: uno al miglior articolo su carta stampata, uno al miglior servizio televisivo e infine uno al migliore tra i radiofonici.

GRAZIE ALLA RETE L’INFARTO IN TOSCANA FA MENO PAURA CARDIOLOGI DA TUTTA EUROPA AL CONGRESSO FLORENCE HEART 2004 PER STUDIARE IL MODELLO SANITARIO DELL’AREA VASTA.
Firenze, 6 febbraio 2004 - Morire d’infarto in Toscana è diventato difficile. Tutto ciò grazie a una rete organizzativa capillare impostata sulla rapidità dell’intervento territoriale e sull’integrazione tra i diversi operatori e i principali centri ospedalieri. Affermatosi negli ultimi due anni, questo modello è ormai punto di riferimento della sanità nazionale ed europea ed è perciò al centro del simposio internazionale Florence Heart 2004 che si apre oggi al Palacongressi di Firenze (fino al 7 febbraio). Procedure e tempi sono analoghi nelle tre aree vaste che hanno come baricentro gli ospedali di Firenze-careggi, Pisa e Siena. Ecco, come esempio, quanto accade oggi nell’Area Vasta fiorentina. Lo spiega il professor Gian Franco Gensini, preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze che insieme all’ateneo di Pisa organizza Florence Heart. Come noto, dice, per salvare un paziente con infarto acuto al miocardio occorre fare molto in fretta. La rete della cardiologia toscana serve dunque per eseguire quanto prima un’angioplastica coronarica, ovvero l’allargamento delle arterie con un palloncino per ristabilire il flusso sanguigno. L’organizzazione è assai simile a Firenze e a Pisa. Per Firenze abbiamo i dati di uno studio, condotto in modo indipendente dall’Agenzia regionale di Sanità, che consentono un’analisi puntuale del processo di cura del paziente con infarto miocardico acuto. Ecco i tre momenti organizzativi fondamentali: 1) trasferimento del paziente a Careggi: per l’angioplastica sono attive 24 ore al giorno, per 7 giorni alla settimana, due equipe (quella del dottor Antoniucci e quella della Clinica Medica) su due sale di emodinamica; 2) possibilità, di avvio, già sull’ambulanza di trasferimento, di una terapia riperfusiva a base di farmaci; 3) trasferimento dello specialista nella struttura periferica di ricovero dotata di emodinamica, se il paziente non è in condizioni di arrivare a Careggi in tempi appropriati (non superiori ai 60 minuti). Questo modello (la cardiologia toscana è da sempre all’avanguardia grazie anche alla presenza di importanti figure di specialisti come i professori Mariani, Maseri e Donato a Pisa, Fazzini e Neri Serneri a Firenze) si basa sull’efficienza e la razionale distribuzione territoriale del 118. Dotato di ambulanze per il pronto soccorso avanzato e di un elicottero, oggi il 118 dell’area fiorentina assicura tempi di risposta (dalla chiamata all’arrivo del mezzo) in oltre l’80% dei casi inferiori a 8 minuti per la città e a 20 per le zone rurali. Grazie alla rete e alla capacità degli operatori, negli ultimi anni le statistiche della morte per infarto in Toscana sono crollate verticalmente, considerando in particolare che l’angioplastica consente di salvare la vita alla grandissima maggioranza dei pazienti. Dal 2001, quando fu realizzato lo studio Ami-florence, l’efficienza della rete è ulteriormente migliorata con la istituzione delle Aree Vaste (2002). Ma già allora i vantaggi di un intervento rapido e coordinato risultavano evidentissimi. Ami-florence, ricorda Gensini, è uno studio sul rapporto tra tipo di trattamento (con sopravvivenza ospedaliera e a distanza) e percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto a Firenze e nell’area metropolitana (circa 800.000 abitanti, una struttura sanitaria che fa perno sui sei ospedali di Torregalli, S. Maria Annunziata, S. Maria Nuova, Borgo S. Lorenzo, Figline e Careggi. Esaminati, in totale, 930 pazienti: 540 (58%) ricoverati nei cinque ospedali territoriali e 390 (42%) a Careggi. Di questi ultimi, 298 (76%) sono stati trattati con angioplastica. Degli altri, 163 (30,2%) sono stati trasferiti a Careggi per l’angioplastica con una mortalità intra-ospedaliera del 6,6%. Tra i 334 (62%) trattati con terapia conservativa la mortalità è stata invece del 15,5%. Proporzionale il differente tasso di mortalità nei mesi successivi: 10.1% contro 26%. Considerati gli ottimi risultati quale futuro aspetta la rete toscana? Si può migliorarne ulteriormente l’efficienza? Gensini ne è sicuro ed elenca una serie di obiettivi. Alcuni tecnici (maggior coordinamento tra 118, centri periferici, dipartimenti di emergenza e laboratori di emodinamica; interventi di angioplastica (cosiddetta facilitata) con inizio del pretrattamento con farmaci “sciogli-trombo” già sull’ambulanza; nuovi strumenti per ottimizzare anche a distanza i risultati dell’angioplastica obiettivi), altri sociali: educazione sanitaria della popolazione per cercare di ridurre al minimo il ritardo delle decisioni iniziali. “Spesso”, spiega il professore, “la vita di una persona dipende anche dalla rapidità con cui familiari o amici decidono il da farsi”

MODERNA BIOLOGIA E VISIONE DELL'UMANITÀ
Genova, 6 febbraio 2004 - Il 22 e 23 marzo si svolgerà a Genova (Italia) una conferenza su biologia moderna e visione dell'umanità. Alla conferenza, organizzata dall'European Group on Life Sciences (Gruppo europeo per le scienze umane), parteciperanno esperti di un gran numero di discipline differenti: scienziati, psichiatri, filosofi, sociologi, politici, giornalisti, scrittori e poeti. I partecipanti si occuperanno in particolare dell'affacciarsi della biotecnologia come nuovo settore industriale e cercheranno di chiarire quale sia l'impatto della nuova conoscenza sui singoli individui, sulla società e sulla percezione che l'uomo ha di se stesso e del proprio destino. In fin dei conti, le conseguenze dei recenti sviluppi - ad esempio la mappatura del genoma umano - non possono limitarsi alle pareti di un laboratorio o ad una provetta. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/conferences/2004/biology/index_en.html

SCIOPERO SANITÀ DEL 9 FEBBRAIO 2004
Roma, 6 febbraio 2004 - Le Organizzazioni sindacali Anaao Assomed, Amsce, Anpo, Aupi, Cimo-asmd, Cisal Medici, Civemp (Sivemp-simet), Confedir Sanita’ (Sicus-sidas), Federazione Cisl Medici-cosime (Dirsan Medici-cisas Medici-sapmi-uspi), Federazione Medici aderente Uil Fpl (Uil Fpl Medici, Coas, Cumi-aiss, Fapas, Fials, Fnam, Nuova Ascoti, Sapmi, Umi, Umus), Federspecializzandi (Amsur-amspes-medspi Specmi-spem), Fesmed (Acoi-anmco-aogoi-sumi-sedi-femepa-anmdo), Sinafo, Snabi Sds, Snami Ospedalieri, Ugl Medici, Umsped (Aaroi-aipac-snr) Unione Medica, S.i.dir.s.s, hanno proclamato lo sciopero del personale della dirigenza dei ruoli professionale, tecnico, amministrativo e sanitario e della dirigenza medica del Servizio sanitario nazionale per l’intera giornata del 9 febbraio 2004. Per la medesima giornata le Oo.ss. Anaao, Assomed e Civemp hanno proclamato lo sciopero anche del personale medico e veterinario del Ministero della Salute precisando che per coloro che operano nel settore aeroportuale l’astensione dal lavoro sarà limitata alla fascia oraria 10,00-14,00. L’organizzazione sindacale Fp Cgil ha inoltre comunicato l’adesione allo sciopero del personale del Comparto della Dirigenza della Sanità area Iv (medica e veterinaria) e area Iii. Relativamente a quest’ultima area ha comunicato l’astensione dal lavoro anche l’organizzazione sindacale Cisl Fps. Si assicura, comunque, che sono state impartite le direttive alle Regioni e Province Autonome al fine di garantire l’erogazione ai cittadini delle prestazioni indispensabili, così come previsto dalla vigente normativa sul diritto allo sciopero.

UN OCCHIO E UNA MANO PER L'ALZHEIMER
Verona, 6 febbraio 2004 - Nasce a Verona l’ Associazione Familiari Malati di Alzheimer. Il presidente Gianna Elisa Todeschini l’ha così illustrata, in una recente conferenza stampa: “l’Associazione Familiari Malati di Alzheimer raccoglie l’esperienza maturata sin dal 1992: aiutare le famiglie ad esprimere i loro bisogni, diffondere corrette informazioni sulla malattia e promuovere la ricerca.” La Todeschini ha aggiunto inoltre che “ l’obiettivo è aiutare il malato congiungendo l’aspetto sanitario e sociale, per creare una rete fra le istituzioni e promuovere la formazione degli operatori e dei familiari”. L’associazione ha affidato a Coo’ee Italia, agenzia di comunicazione guidata da Mauro Miglioranzi, la realizzazione “ no-profit” del marchio e dell’immagine coordinata. L’associazione Familiari Malati di Alzheimer, ha scelto un marchio forte con un simbolo ad effetto: un occhio che vede ed una mano che tende aiuto.

“PORTA A CASA IL TUO DNA” SABATO 7, ORE 15.00 - DOMENICA 8 FEBBRAIO ORE 12.00 E ORE 17.00
Milano, 6 febbraio 2004 - All’interno della mostra “La doppia elica del Dna 50 anni dopo”, realizzata anche a Roma, Padova e Napoli grazie al sostegno del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e della Fondazione Buzzati-traverso, dal prossimo week-end sarà possibile assistere ad un nuovo evento scientifico: “Porta a casa il tuo Dna”. Nel laboratorio dedicato alle attività didattiche, i visitatori potranno estrarre il proprio Dna dalle cellule della bocca e conservarlo portandolo a casa in una provetta. Inoltre, all’interno dello spazio dedicato alle esperienze interattive, i visitatori possono provare procedure di estrazione del Dna da campioni vegetali (pomodoro, cipolla, etc.) utilizzando sostanze di uso comune e, insieme agli animatori, preparare e colorare dei vetrini in cui osservare cellule vegetali e le loro strutture evidenziando il nucleo. Per i più piccoli sono previste attività manuali inserite in un contesto di gioco come la realizzazione con carta di un modello di doppia elica di Dna da un semplice origami. Gli eventi scientifici, consigliati ai bambini dagli 8 anni in su, durano circa 40 minuti. Per la visita guidata alla mostra e l’attività didattica nel laboratorio é necessaria la prenotazione all’Infopoint del Museo il giorno stesso. Durante il week-end l’ingresso alla mostra, le attività didattiche e/o visite guidate sono comprese nel prezzo del biglietto: 7 Euro (intero) - 5 Euro (ridotto) - 3 Euro (scuole) Per le prossime settimane, é possibile consultare il calendario delle attività didattiche che si svolgono nel week-end, collegandosi al sito: www.Museoscienza.org “La doppia elica del Dna 50 anni dopo”, che si svolgerà al Museo fino al 31 marzo, nei prossimi mesi sarà riallestita all’interno del Laboratorio di Genetica e Biotecnologie del Progetto Est (Educare alla Scienza e alla Tecnologia), finanziato dalla Fondazione Cariplo in collaborazione con la Regione Lombardia e la Direzione Scolastica Regionale per la Lombardia. Tra i sostenitori del Laboratorio hanno già aderito la Fondazione Italiana Accenture, l’Università degli Studi di Milano e la Fondazione Marino Golinelli.

E OGGI S’INAUGURA ERBEXPO 2004 OLTRE 150 ESPOSITORI, TISANE, CREME, DECOTTI, FARMACI E PRODOTTI ALIMENTARI AL SALONE DEL NATURALE. TAGLIANO IL NASTRO L’ASSESSORE REGIONALE SUSANNA CENNI E MARCO COLUMBRO
Firenze, 6 febbraio 2004 – L’assessore regionale Susanna Cenni e Marco Columbro inaugurano domani a Carrara Erbexpo 2004, seconda edizione del salone dell’erboristeria e del termalismo (6 - 8 febbraio, www.Erbexpo.it  Oltre 150 gli espositori (11 dall’estero) con il meglio della produzione di tisane, creme, decotti, farmaci e prodotti alimentari. 6.000 metri quadrati la superficie della rassegna. Tra gli espositori anche Columbro con il suo centro benessere, la Locanda Vesuna www.Vesuna.com  dove la sua Accademia per il Risveglio della Consapevolezza www.Arisco.it  pratica attività rigeneranti: meditazioni, digiuni, medicina della risonanza, test energetici e vari tipi di ginnastiche e psicoterapie. Erbexpo è organizzata da Carrarafiere, promossa dalla Regione Toscana e patrocinata da Federterme e Fei-confcommercio (Federazione erboristi italiani). Prezioso il contributo della Provincia di Massa Carrara, della Cassa di Risparmio di Carrara e di Toscana Promozione. La rassegna si struttura in cinque sezioni: Erbe e derivati, Termalismo, Cosmetica Naturale, Nutrizione, Ricerca e tecnologie, uno schema studiato per consentire ai visitatori di orientarsi al meglio e agli operatori di aggiornarsi grazie ai molti convegni e dibattiti su novità e problemi del settore. Domani ne sono in programma due, uno organizzato dalla Fei (sulla Forest Medicine, ossia sull’attualità delle pratiche popolari di cura), l’altro da Ecm su Le piante: tra terapia e manipolazione. Informazioni sulla salute e percezione dell’informazione e un corso di Fitoterapia pratica per farmacisti del professor Mauro Serafini, docente all’Università La Sapienza di Roma.

MARCO COLUMBRO LOCANDIERE DELL’ANIMA A ERBEXPO IL POPOLARE ATTORE INAUGURERÀ IL SALONE DI CARRARA E PARTECIPERÀ COME ESPOSITORE.
Firenze, 6 febbraio 2004 – Nella campagna di Pienza, a due passi dall’ospedalino Premio Oscar del Paziente Inglese, Marco Columbro restaura anima e corpo dagli stress televisivi, coltiva cereali, verdure e ulivi biologici “come faceva a Viareggio il mi’ nonno Guglielmo”, e gestisce un centro benessere, la Locanda Vesuna   www.Vesuna.com  dove la sua Accademia per il Risveglio della Consapevolezza www.Arisco.it  pratica molte attività rigeneranti: meditazioni, digiuni, medicina della risonanza, test energetici e vari tipi di ginnastiche e psicoterapie. In questa sua ormai nota veste di albergatore dello spirito, figlia di un’esigenza interiore radicata e di una convinta frequentazione con le culture buddiste-tibetane, Columbro inaugura domani a Carrara la seconda edizione di Erbexpo, Salone dell’erboristeria e del termalismo, dove appunto presenterà quella che in qualche modo è l’altra faccia del Grande bluff e di Paperissima. Negli studios Mediaset l’artificio l’estremo, qui la natura e i suoi prodotti da non tradire. "Riscoprire il piacere del cibo in armonia con il ritmo della natura" è del resto un credo di cui non fa mistero e che conferma in questa intervista a Lucca tra una replica e l’altra del suo Funny Money con cui è in tournée in Italia “Stiamo stravolgendo tutto”, dice, “Ogm, meloni a Natale, fragole tutto l’anno. Assurdità di cui già scrivevo anni fa nel mio Mangiamoci su. Anche la cucina, che rappresenta l'anima di un popolo, è omologata. Ovunque ti servono la stessa zuppa con gli stessi ingredienti industriali. Pessime abitudini da cambiare per difendere l’ambiente e la nostra salute. C’è che il biologico spesso costa molto. Colpa dei troppi passaggi di mano. Deve arrivare alla portata di tutte le tasche Non bevi, non fumi, sei vegetariano. Come hai fatto? “Mai bevuto, mai fumato. Quindi è stato facile. Vegetariano lo sono per tradizione familiare. In casa mia si mangiavano tonnellate di verdura e anche mio figlio, che ha 10 anni, è uno dei pochi ragazzini a preferire un piatto d’insalata alla Nutella. Nei primi anni Ottanta ho fatto esperienze di digiuno. Coscienza e sensi si dilatano, si percepiscono elementi ignoti. È una purificazione. Ho scoperto che si può vivere a lungo senza mangiare. Da allora e per molti anni non ho toccato carne, ne’ pesce. Poi ho ricominciato, ma solo carni bianche. E, naturalmente, verdure e cereali. D’accordo, racconta il tuo menù ideale. “Prima regola, sempre una bella porzione d’insalata mista in apertura. Vanno bene tutti i tipi di verdure, purché biologiche, e molte foglie perché lavorano sui polmoni. Come condimento, olio extra vergine d’oliva, poco sale, semmai olio aromatizzato o aceto balsamico. Oppure soja. Poi un bel primo, spaghetti alle erbe. Il pesto è fatto di salvia, timo e rosmarino abbondante. Si trita tutto con uno scalogno, si mette in padella con un po’ d’olio e mezzo bicchiere di vino rosso. Si fa sfumare il vino, si amalgamano le erbe ed ecco fatto. Dopo un piatto del genere mai carne o pesce. Ovvero, mai mischiare proteine e vitamine. La sera, invece, carne o pesce al posto della pasta. Ma non prima dell’insalata mista. Ricordare, infine, di alternare riso, orzo, farro e altri cereali. Un menù così fa resuscitare i morti. Perfetto. Ti manca solo un programma Tv su queste tue passioni. “La verità è che lo sto studiando da anni. Nascita dell’uomo, paleoarcheologia, extraterrestri, ambiente, bioarchitettura, agricoltura biologica, senza dimenticare la spiritualità. Lo chiamerò “Tra Cielo e Terra” che è il posto dove vive l’uomo. Dieci anni fa mi bocciarono il progetto. Oggi, forse, è arrivato il momento giusto”.

DAL 5 AL 9 MAGGIO 2004 PRESSO L’ABBADIA DI FIASTRA DI TOLENTINO (MC) SI SVOLGERÀ LA 3^ EDIZIONE DELLA “BORSA ITALIANA DEL TURISMO IN CAMPAGNA”
Milano, 6 febbraio 2006 - Agriturismo: in tredici anni, triplicati gli arrivi e quasi decuplicato il volume d’affari. “Colletti bianchi” e laureati i clienti tipo Cresce anche la presenza giovanile: 500 mila persone, tra i 18 e i 35 anni, hanno trascorso in agriturismo le ultime festività natalizie Novità edizione 2004: nasce l’Osservatorio Nazionale sul Turismo in Campagna Sarà per il traffico e l’inquinamento che affliggono i cittadini tutto l’anno; per il diverso modo di concepire la vacanza, sempre più short break o per gli scenari internazionali poco rassicuranti. Sta di fatto che il turismo in campagna si presenta come uno dei comparti turistici più vitali e in forte espansione. Dello stato dell’arte, si parlerà alla 3^ edizione della “Borsa Italiana del Turismo in Campagna”, promossa da Regione Marche e Province di Ascoli Piceno e Macerata e che si svolgerà dal 5 al 9 maggio 2004 presso l’Abbadia di Fiastra di Tolentino (Mc). Dati - Tra le novità dell’edizione 2004, spicca l’ufficializzazione della nascita dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo in Campagna. L’organismo, promosso e coordinato dagli enti promotori dell’evento fieristico, si è reso necessario per monitorare un comparto la cui estrema diversificazione tipologica dell’offerta ha reso fino ad oggi difficoltoso quantificarne arrivi e giro d’affari. Dati più sicuri si hanno infatti solo in relazione all’agriturismo, che Confederazione Italiana Agricoltori e Coldiretti danno in netto aumento: nell’arco di tredici anni, gli arrivi sono triplicati passando dal milione del 1990 ai 3 milioni del 2003 con un volume d’affari salito da 120 a 750 milioni di euro.Fruitori tipo della vacanza in agriturismo sono i laureati (30%) e le persone che praticano un lavoro d’ufficio (50%). Un altro dato interessante è quello che riguarda i giovani tra i 18 e 35 anni: ben 500 mila di loro hanno trascorso le ultime festività natalizie in agriturismo. Qualità ambientale e opportunità enogastronomiche le motivazioni fondamentali (75%) che guidano la scelta a questa tipologia di vacanza. La Borsa – “L’iniziativa vuole essere motivo d’incontro fra gli operatori ma soprattutto luogo privilegiato in cui evidenziare, attraverso dibattiti e incontri specifici, i molteplici aspetti che caratterizzano la campagna vista come “contenitore” di natura, cultura e arte”, sottolineano Renato Pasqualetti, Assessore al Turismo della Provincia di Macerata, ente capofila dell’evento fieristico, Lidio Rocchi, Assessore al Turismo Regione Marche e Giulio Silenzi, Assessore all’Agricolutra Regione Marche. Oltre ad un’area workshop destinata all’incontro tra domanda (buyer esteri e grandi tour operator italiani specializzati nel turismo in campagna) e offerta (agriturismi, country house, ville, fattorie, castelli, bed & breakfast, hotel, golf club, albergo diffuso di paese) la fiera ospita: un’area espositiva con gli stand di rappresentanza degli Enti (Regioni, Province, Comunità Montane, Parchi); un’area consulenza, che darà spazio a quanto di nuovo c’è in fatto di formazione, finanziamenti, modelli di sviluppo e certificazioni di qualità; un’area approfondimenti, tra i quali segnaliamo la conferenza “Vacanza in campagna come riabilitazione psico-fisica del turista” (venerdì 7 maggio 2004, ore 11.00) e un’area per le degustazioni guidate di prodotti tipici, vino in primis. Previsti anche la presenza dell’editoria di settore e l’organizzazione di educational nel territorio. L’appuntamento fieristico si rivelerà interessante non solo per gli addetti ai lavori ma anche per il pubblico, che avrà modo di conoscere l’offerta turistica del settore disponibile su tutto il territorio nazionale per la prossima estate (ingresso libero in tutti i giorni dell’evento). L’abbadia di Fiastra – La Borsa Italiana del Turismo in Campagna si svolge nell’eccezionale scenario dell’Abbadia di Fiastra, una delle riserve naturali più belle d’Italia, che si estende per circa 1.800 ettari nel territorio dei comuni di Tolentino e Urbisaglia, nella fascia medio-collinare (130- 306 m ) della provincia di Macerata. Info: Tec, tel. 0733.263811 www.Fiereturismo.it

MUSEO GALLETTI QUANDO LA MEMORIA D ¹IMPRESA DIVENTA PROGETTO
Bologna. 6 Febbraio 2004 - Una Storia di Uomini e Idee. Questa la filosofia di progetto che caratterizza l¹ideazione concettuale dell¹archivio storico della Galletti Spa. La storia della Galletti è una storia fatta di uomini, di innovazione e di tradizione, una vera e propria avventura collettiva testimoniata dai documenti tecnici, commerciali, amministrativi, dalle macchine, dagli edifici, dal vissuto stesso dei protagonisti e dei loro collaboratori e, ovviamente, dal prodotto. Il Museo Galletti nasce con lo scopo di rappresentare un vero e proprio archivio d¹impresa inteso come un luogo aperto ai saperi multidisciplinari e alle nuove conoscenze, ma contemporaneamente collegato all¹impresa d¹origine, in una sintesi tra alcune funzioni strettamente imprenditoriali e alcune esigenze più generali di cultura e ricerca. Il progetto di comunicazione espositiva del Museo Galletti si sviluppa attraverso un percorso narrativo, in cui la storia dell¹azienda si intreccia con la storia della società e del costume, raccontati e salvati attraverso la presenza fisica e la rappresentazione iconografica dei prodotti e delle immagini che hanno segnato il percorso generazionale della famiglia Galletti e, quindi, dell¹azienda. Uno spazio complesso, costruito attraverso la combinazione di elementi diversi volti a scandire ritmicamente la storia dell¹azienda, con una particolare attenzione per le scelte cromatiche dell¹ambiente, la disposizione delle luci e i diversi materiali costruttivi. Ed è attraverso questa architettura della comunicazione che partendo dal 1906, con la nascita di un piccolo opificio artigianale dedito alla lavorazione del ferro, si arriva al 1920, anno in cui l¹azienda Galletti ha il suo primo approccio nel freddo con la produzione di stampi per il ghiaccio. Per poi ripercorrere tutte le tappe fondamentali dell¹azienda: dagli anni ¹50 con la lavorazione della lamiera dei telai per motoscooter, agli anni ¹70 con l¹ingresso ufficiale nel settore del condizionamento, agli anni ¹80 caratterizzati da una felice partnership commerciale con un¹importante azienda giapponese, fino ad arrivare agli anni Œ2000 con il riposizionamento e il rinnovamento dell¹immagine aziendale. Il Museo Galletti è destinato a diventare sempre più una sede di formazione continua di un insieme di segni materiali e di valori che sono a pieno titolo beni culturali. Segni e valori che, originati in una sfera privata, diventano oggetto di un interesse pubblico alla loro fruizione e valorizzazione storico-documentale. Museo Galletti, Bentivoglio (Bo) Aperto il primo lunedì del mese, su prenotazione. Ingresso gratuito. Tel. 051 8908111

GIOVANNI FRANGI NOBU AT ELBA VILLA MENAFOGLIO LITTA PANZA, BIUMO (VARESE) 15 FEBBRAIO - 21 MARZO 2004
Milano, 6 febbraio 2004 - L’ “opera pazzesca” di Giovanni Frangi è dipinta. Le 4 enormi tele (le due maggiori misurano ben 15 metri di lato) che l’artista milanese ha realizzato per la mostra ad esse dedicata in Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo, stanno asciugandosi all’interno del capannone industriale che ha accolto Frangi negli ultimi mesi. Tra una decina di giorni le tele saranno arrotolate per essere riallestite all’interno della Scuderia che le accoglierà dal 15 febbraio al 21 marzo. “Nobu at Elba non è però conclusa, resta ancora un’opera aperta” ha affermato Giovanni Frangi dopo aver dato le ultime pennellate a queste sue immense tele. “Sto ancora lavorando su delle sculture in gommapiuma che forse ho finalmente capito come risolvere: le brucio col fuoco e prendono forme magnifiche”. “Certamente i quadri sono terminati e la sensazione di trovarsi di fronte ad una unica grande opera che in qualche modo ti circonda da tutte le parti mi sembra molto forte. L’impatto mi pare lento ma inesorabile, ci si gira da una parte e poi dall’altra e c’è sempre questo immenso fiume che non finisce mai, almeno così a me sembra. Ho dato certamente il massimo e penso che sarà inevitabile pensare in futuro dei Nobu at Elba a colori”. L’intensa genesi dell’opera sarà documentata in uno dei due volumi che Giovanni Agosti ha dedicato a quest’ultimo lavoro di Frangi. Il secondo volume, invece, descriverà l’incedibile risultato di questa lunga ricerca espressiva. Nobu al Elba è l’”opera in nero” di Frangi. Le quattro tele sono tutte sviluppate su questo colore. Alla base del progetto, studiato insieme a Giovanni Agosti, c’è la volontà di trasmettere allo spettatore l’impressione che si prova stando in una notte di plenilunio, in aperta campagna, vicino ad un corso d’acqua. I sensi sono obbligati dalle circostanze ad acutizzarsi; i dettagli, anche minimi, acquistano risonanze inaspettate. L’immagine, che è naturalista solo in apparenza, sconfina da un dipinto all’altro, dando l’impressione agli spettatori di essere immersi in un panorama di oltre quaranta metri di pittura, senza soluzione di continuità, dove un fiume lambisce una boscaglia, una cascata canta alla luna, il profilo delle montagne orla l’orizzonte. I quadri sembrano sorgere direttamente dal pavimento di pietra, su cui sono disposte delle sculture che assomigliano a pezzi di legno trascinati dalla corrente. Ad imbrogliare i giochi le luci dell’ambiente, come in un presepio, mutano ciclicamente modificando senza sosta l’immagine. “Nobu al Elba” sarà svelata il 14 febbraio. La Vernice , presenti l’Artista e Giovanni Agosti, alle ore 18.30 a Villa Panza di Biumio

A BERGAMO DAL 6 FEBBRAIO AL 2 MAGGIO 2004 LA MOSTRA ANOTHER ZERO
Bergamo, 6 febbraio 2004 - Dal 6 febbraio al 2 maggio 2004 la Gamec – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la mostra collettiva Another Zero curata da November Paynter, vincitrice della prima edizione del “Premio Lorenzo Bonaldi per L’arte – Enterprize”. Il premio, unico nel suo genere, è nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi ed è volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore e il suo progetto di mostra inedita. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore ha assunto non solo nel panorama artistico internazionale ma, anche, nel più ampio contesto delle pratiche culturali contemporanee, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane curatore in un momento estremamente vitale all’interno del suo percorso professionale. La mostra si intitola "Another Zero". Allestita nella grande sala della nuova ala della Gamec, recentemente ristrutturata dallo Studio Gregotti e Associati, prevede la partecipazione di sei artisti internazionali, Haluk Akakçe, Tobias Bernstrup, Tobias Collier, Tom Friedman, Saskia Olde Wolbers e Keith Tyson Il progetto espositivo di "Another Zero" prende spunto dal film "Powers of Ten" - della durata di nove minuti - realizzato nel 1977, da Charles e Ray Eames, che gioca sulla relatività dei concetti di spazio e di tempo. Il film, infatti, inizia con l'inquadratura di un uomo addormentato su una tovaglia da pic-nic. L'obiettivo si allontana progressivamente – dieci volte ogni dieci secondi – fino a inquadrare la terra dallo spazio. Quindi, la telecamera segue un percorso inverso, fino a inquadrare l'atomo della mano dello stesso uomo addormentato. Ciascuno degli artisti invitati ad esporre da November Paynter interpreta questo concetto di relatività spazio-temporale, in maniera differente a seconda della sensibilità e dei linguaggi espressivi che sente più propri. Ad esempio, Haluk Akakçe ha creato una pittura su muro appositamente realizzata per la Gamec , e che funziona come strumento compositivo per ambientare tutta la mostra. Costituito da sistemi geometrici e strutture architettoniche, l'opera di Akakçe produce diversi angoli di prospettiva dentro la galleria. La scultura di Tom Friedman, sospesa nel vuoto, è creata grazie a una combinazione di materiali domestici. Keith Tyson e Tobias Collier si sforzano di capire il complesso sistema che governa il nostro universo. Per Another Zero Tyson ha elaborato un nuovo “lecture work”, ovvero una delle sue tipiche installazioni a muro che combinano disegno, diagrammi e flussi di informazioni. Nel lavoro di Collier, invece, luoghi e oggetti comuni della vita quotidiana sono messi in relazione alle più grandi questioni esistenziali. Saskia Olde Wolbers presenta un video inedito per il pubblico italiano, in cui piccole costruzioni fatte a mano diventano i set di ripresa e gli scenari per storie che narrano relazioni intrecciate tra persone diverse. In modo analogo Tobias Bernstrup utilizza la tecnologia informatica per presentare ambienti immaginari dove i mondi esistono all’interno di altri mondi. Infolink: www.Gamec.it

 

A VILLA VECELLI CAVRIANI DI MOZZECANE (VERONA) DAL 1° FEBBRAIO AL 30 MAGGIO LA MOSTRA “DE NITTIS. A LEONTINE” IL FASCINO FEMMINILE, TRA ARTE E MODA, AL TEMPO DEGLI IMPRESSIONISTI
Mozzecane (Vr) 6 febbraio 2004 - I suggestivi ambienti della settecentesca Villa Vecelli Cavriani di Mozzecane (Verona), da poco restaurati, accoglieranno dal 1° febbraio al 30 maggio la mostra “De Nittis. A Leontine” che presenta oltre 50 opere di un protagonista dell’arte europea e di alcuni suoi contemporanei. Il tema dell’esposizione, promossa dalla Provincia di Verona e dalla Fondazione Vecelli Cavriani e curata, come il catalogo (Silvana Editoriale), da Ismaele Chignola e Paolo Bertelli, ruota attorno alla donna nell’arte di De Nittis (1846-1884), degli altri due massimi esponenti della pittura italiana a Parigi, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi, e di altri pittori italiani di fine Ottocento. Le opere di De Nittis sono state concesse dall’Amministrazione Comunale di Barletta. La totale disponibilità di quest’Ente ha avuto un ruolo decisivo nella realizzazione di un evento che si annuncia davvero imperdibile. L’esposizione ha ottenuto il Patrocinio della Regione Veneto e della Regione Puglia, del Comune di Verona e del Comune di Barletta, e si realizza grazie alla fondamentale collaborazione del Museo Pinacoteca De Nittis di Barletta, della Galleria d’Arte Moderna e Galleria del Costume di Palazzo Pitti di Firenze. Particolare attenzione verrà posta al ruolo della moglie di De Nittis, Leontine – cui viene dedicata l’esposizione – come principale ispiratrice dell’opera del pittore barlettano. Leontine era una donna colta e raffinata che amava vestirsi alla moda, caratterizzata in quegli anni da attillati corpetti, cappellini sbarazzini, voluttuosi strascichi; e fu proprio grazie a lei che De Nittis rimase influenzato da questo mondo e dagli abbigliamenti eleganti dell’epoca. In maniera più allargata, sarà quindi la figura femminile a essere il motivo conduttore di tutta l’esposizione, intesa come soggetto privilegiato della creazione artistica, come testimone del cambiamento della moda e dell’evoluzione del costume. Per questo motivo protagonisti dell’esposizione saranno anche i capi d’abbigliamento selezionati da Caterina Chiarelli e provenienti dalla Galleria del Costume di Palazzo Pitti, che saranno presentati accanto ai quadri per offrire un raffronto diretto tra vestito vissuto e vestito dipinto. Le trentasette opere di De Nittis – 30 dipinti, 7 grafiche - saranno messe a confronto con artisti suoi contemporanei; in primo luogo, con i ‘parigini’ naturalizzati, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi, presenti entrambi con quattro opere, quindi con altri autori quali Antonio Mancini, Tranquillo Cremona, Leonardo Bazzaro, Angelo Dall'oca Bianca, Napoleone Nani, Amos Cassioli. Le opere provengono da importanti istituzioni: oltre ai già citati, Museo Pinacoteca De Nittis di Barletta e Galleria d’Arte Moderna e Galleria del Costume di Palazzo Pitti di Firenze, dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, dal Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, dai Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Forti di Verona, dal Museo Civico di Canneto sull’Oglio e dalla Fondazione Enrico Piceni di Milano. Il rapporto di passione che ha legato Giuseppe De Nittis a sua moglie, presenza rassicurante nei momenti di esaltazione creativa e in quelli di delusione, sarà analizzato nella sezione introduttiva. Il periodo e l’ambiente in cui le opere d’arte sono state realizzate sarà contestualizzato da due sale dedicate alle tavole illustrate dell’Ottocento pubblicate sul periodico “Il Corriere delle Dame”, versione italiana del “Journal des Demoiselles” che dettava le tendenze della moda parigina. Rari oggetti d’antiquariato dell’epoca (biciclette, radio, grammofoni) contribuiranno, inoltre, a ricostruire l’atmosfera fin de siécle. “De nittis. A leontine. Il fascino femminile, tra arte e moda, al tempo degli Impressionisti” Mozzecane (Verona), Villa Vecelli Cavriani (via Caterina Bon Brenzoni 7) fino al– 30 maggio 2004 Catalogo Silvana Editoriale Informazioni: tel. 045/6340799

 

PERSONALE DI LILIANA GUARINO A MILANO, BANCA AGRICOLA POPOLARE DI RAGUSA DAL 13 FEBBRAIO AL 13 MARZO 2004 M
ilano, 6 febbraio 2004 - Energia, vitalità, colori, passione, amore, allegria, tristezza: è l’arte sentimentale di Liliana Guarino, in mostra a Milano, presso la Banca Agricola Popolare di Ragusa, in largo Augusto 7. Oltre 50 le opere di arte contemporanea presentate dall’artista siciliana, che vive e lavora a Modica, in provincia di Ragusa, nel cuore di quel gioiello barocco che è la Val di Noto, appena dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e che per la prima volta, dopo le esposizioni di Catania e Milano, sono approdate nella Capitale. Oggi, a Milano, in un contesto inusuale per le esposizioni d’arte come è l’interno di una banca, Liliana Guarino presenta un nuovo corso del suo viaggio artistico. Le sue mutazioni stilistiche sono evidenti ma, per chi ha avuto modo di seguire la sua evoluzione, mantengono un filo conduttore che non può sfuggire al visitatore. Rimangono inalterati l’intensa matericità, il deciso astrattismo, la massiccia presenza del colore che, grazie alla naturale espressione, delinea un indefinito simbolismo, apparentemente impercettibile, ma evidente per l'occhio attento ed esperto. Rimangono l’introspezione psicologica e la ricerca interiore che, attraverso le “forme informi”, attraverso i mille colori, svelano il paesaggio interiore. Cambia invece la musa ispiratrice, cercata nel simbolo dell’allegria, della spensieratezza, della positività, che appena tolta la maschera, rivela il lato malinconico, volte commuovente. Un'apparente contraddizione che genera turbamento e che, lo spirito creativo dell’artista manifesta attraverso grandi tele impregnate di infiniti colori caldi, forti, decisi, richiamando i tratti caratteristici della maschera di Arlecchino. Le gabbie rotte di Liliana Guarino: tra le sbarre, si fanno largo colori, palpiti di una vita che reclama di essere vissuta, fuori da ogni soglia e da ogni costrizione. Immediata è la percezione di avere di fronte un’artista-bambina: la sua arte trasmette tutta l’innocenza di due occhi che si affacciano al mondo da poco e che reclamano attenzione, amore, dolcezza, voglia di giocare. E come una bambina Liliana è prepotentemente gelosa di ciò che le appartiene. Non chiedetele cosa rappresenta quell’opera e perché le ha dato proprio quel nome; è come chiederle di confessarvi i suoi più intimi sentimenti, lo stato di passione, rabbia, amore, felicità, dolore, allegria, angoscia, nostalgia nel momento in cui la sua mano e tutto il suo corpo hanno dato vita a ciò che ci si trova davanti. Liliana Guarino, quando crea si fonde con la sua opera: la ama, la odia, la coccola o la “distrugge”, la ferisce, la possiede in un indescrivibile tormento e una passione travolgente che è alla base di tutta la sua produzione. Non a caso la sua indole può essere considerata assolutamente mediterranea, calda, passionale, a volte struggente ma con una costante: l’evidente tratto vulcanico che la fa percepire come un’artista decisamente innovativa, lontana dai palcoscenici, dalle apparenze, da tutto quanto non è autentico e originale. Lei, donna solare, allegra, schietta e sincera, rifiuta qualsiasi paragone, ama l’arte, ama i pilastri dell’arte mondiale, ma quando “mi trovo davanti ad una tela tutto ciò che i miei occhi hanno visto lo rimuovono. Quando sento l’esigenza di creare un’opera non so mai cosa farò, sento solo un grande turbamento, una forza dentro di me che si sprigiona e che scarico attraverso i colori e le forme indefinite che man mano prendono corpo”. La sua fonte d’ispirazione è l’istinto che varia col mutare del clima, dell’atmosfera che la circonda, delle emozioni del momento. La sua pittura ricusa qualsiasi etichettatura. Vive, evolutivamente, di vita propria. Essa è indifferente alle mode più o meno usurate, agli adattamenti convenzionali, agli estetismi di comodo. Si affida anzitutto all’istinto. Di lei è stato detto: “quest’artista con le immagini…con la luce…con le lacrime sempre presenti nei quadri…entra nel cuore e a tratti spara raggi stroboscopici agli occhi”. Nella pittura di Liliana Guarino sono presenti, contemporaneamente più elementi: l’uomo, la natura, l’invisibile, la luce, le ombre, il tempo. Quest’ultimo, in particolar modo, scandisce le diverse fasi dell’artista. “Ciò che sono mi porta a pensare che sono nata in un’epoca sbagliata. Non che in passato tutto andasse bene, ma l’orrore di certi fatti e la costante perdita dei valori più veri mi fa sentire spaesata. A volte penso che con questo mondo non ho niente a che fare”. E infatti guardando le sue opere non si può non cogliere la rabbia verso le ingiustizie e gli orrori. Ma non si può non cogliere, allo stesso tempo, l’amore per la vita, per la natura, per la terra a volte in modo chiaro ed esplicito, a volte solo mediante accenni. Ora le figure, i paesaggi, i volti, gli oggetti, certi dettagli sono ben definiti, afferrati in quel magico momento con cui la migliore pittura sa rendere le cose al mondo della visione; ora, in maniera assolutamente opposta, sono divorati in un’autentica action painting, da un gesto rabbioso ed espressivo o da un’astrazione matematica che cancella ogni ipotesi di figurare forse in favore di una autoreferenzialità che mette in mostra più i procedimenti del vedere stesso, che le cose in sé, più il sistema nervoso che il falso centro d’equilibrio anatomico e logico di un pittore. Catalogo Gangemi Editore, disponibile in mostra Informazioni: tel. 02.76419201 - 335.5979705

UNA NUOVA "ANTENNA" PROVENZA A MAISON DE LA FRANCE - ITALIA
Milano, 6 febbraio 2004 - Una regione nel segno dello charme e dell'arte di vivere Quella luminosità speciale che ha affascinato i più grandi pittori, da Van Gogh a Cézanne, a Matisse, Dufy… I paesaggi che hanno ispirato gli scrittori, da Petrarca a Mistral, da Daudet a Giono, a Pagnol…e poi i profumi della macchia e della lavanda, i villaggi di pietra e le città d'arte, l'archeologia romana e le chiese romaniche, i grandi siti inseriti dall'Unesco nel Patrimonio dell'Umanità - il Palazzo dei Papi di Avignone, il Teatro Romano di Orange, il cuore antico di Arles…. Il mare e il verde, la montagna, i parchi naturali… La Provenza ha una ricchezza e un fascino davvero unici. Non a caso è una delle regioni più visitate e amate di tutta la Francia. Dove lo charme dei luoghi e delle atmosfere si accompagna a un'arte di vivere che si declina fra tradizioni e feste, grandi festival e artigianato - i tessuti e le ceramiche, i profumi e i saponi…- hotel e b&b di fascino, magari in antichi mas tradizionali… Il miele, le confetture, il torrone, le olive…Senza dimenticare i grandi vini: merito di una natura dolce e generosa, la regione à stata da sempre una terra ideale per i vigneti. Molto amata dai turisti italiani, la Provenza dedica da sempre all'Italia un'attenzione Particolare. E per il 2004 pubblica in italiano tre nuove brochure, dedicate alla Strada dei Pittori della Luce, alla Strada dei Vigneti e svariate proposte per Week-end di scoperta. Tre pubblicazioni particolarmente ricche di suggerimenti e spunti per visite, curiosità, indirizzi. E per rispondere a tutte le esigenze del mercato italiano dei giornalisti e operatori in modo sempre più presente e incisivo, da quest'anno la Provenza ha scelto di essere rappresentata in esclusiva presso Maison de la France di Milano da una nuova "antenna", Fabiana Sorrento, che è fin da ora a disposizione per tutte le informazioni e per l'organizzazione di viaggi su misura. Per informazioni: Fabiana Sorrento Presso Maison de la France /italia Via Larga, 7 20122 – Milano Tel.: +39.02.58.48.655 Fax: +39.02.58.48.62.22 E-mail: provenza.It@franceguide.com

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