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24 MARZO 2003

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PRODI INVITA I LEADER EUROPEI AD UNIRE LE FORZE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI LISBONA 

Bruxelles, 24 marzo 2003 - Il presidente della Commissione Romano Prodi ha esortato i Capi di Stato e di governo dell'UE a mettere da parte le divergenze e a concentrarsi sul processo di Lisbona, durante l'imminente riunione del Consiglio europeo. In una lettera indirizzata ai leader europei alla vigilia della riunione, che si terrà il 20 marzo a Bruxelles, il Presidente ha ammesso che la situazione appare piuttosto "cupa", ricordando che gli europei attendono dai propri rappresentanti un segnale di unità. "In questi giorni di tensione, ciò che i cittadini europei ci chiedono è l'unità. [...] non possiamo abbandonare un processo nel quale abbiamo investito così tanti sforzi. Il messaggio deve essere chiaro: dobbiamo portare avanti con determinazione il processo di riforma economica avviato a Lisbona". Prodi ha definito la riunione del Consiglio europeo un'opportunità per compiere un concreto passo avanti verso la crescita. I leader europei, ha affermato il Presidente, devono concordare delle misure volte a rafforzare l'innovazione, l'imprenditorialità e la conoscenza, al fine di promuovere la competitività. Nella lettera, Prodi ha chiesto ai Capi di Stato e di governo di concordare un calendario per l'attuazione delle riforme chiave di Lisbona ancora in cantiere, per esempio in materia di mercati dell'energia, società dell'informazione, biocarburanti, e responsabilità per i danni ambientali e il cambiamento climatico. Poiché sul Consiglio europeo grava la minaccia di una guerra in Iraq, Prodi ha concluso la lettera evidenziando la necessità di valutare le potenziali conseguenze di tale situazione sulla competitività europea e di considerare l'eventuale adozione di "urgenti misure". 

CONCLUSIONI DELLA PRESIDENZA 20 E 21 MARZO 2003 CONSIGLIO EUROPEO DI BRUXELLES 
Bruxelles, 24 marzo 2003 - Il Consiglio europeo si è riunito a Bruxelles il 20 e 21 marzo per la terza riunione annuale di primavera dedicata alla situazione economica, sociale e ambientale nell'Unione. La riunione è stata preceduta da uno scambio di opinioni con il sig. Pat Cox, presidente del Parlamento europeo, sui principali temi in discussione. I capi di Stato o di Governo, i ministri degli Esteri e delle Finanze si sono anche riuniti con i loro omologhi dei tredici paesi aderenti e candidati per discutere della strategia di Lisbona e della sua attuazione, nonché di questioni internazionali. Nella riunione annuale di primavera il Consiglio europeo assume il ruolo centrale di determinare la direzione dell'azione economica, sociale e ambientale dell'Unione, al fine di realizzare gli obiettivi della strategia di Lisbona volti a rendere l'economia europea l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Al termine dei lavori, il Consiglio europeo esprime il suo accordo sui seguenti punti: gli obiettivi prioritari dell'Unione europea riguardo al programma di riforme di Lisbona (cfr. parte I in appresso); una serie di orientamenti e misure specifiche volti a conseguire tali obiettivi (cfr. parte II in appresso). Il Consiglio ha inoltre adottato alcune conclusioni sull'allargamento e su una serie di questioni internazionali. Tali conclusioni sono riportate nella parte II in appresso. L'Unione europea si trova attualmente ad affrontare, così come altre parti del mondo, un rallentamento della crescita e della creazione di posti di lavoro. Le incertezze economiche e i rischi politici globali condizionano pesantemente le prospettive a breve termine e hanno rallentato la ripresa. È pertanto ancor più indispensabile aumentare la capacità di crescita delle nostre economie, con politiche macroeconomiche sane e riforme strutturali mirate. A Lisbona, tre anni fa, l'Unione europea si era prefissata l'obiettivo strategico di creare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. A tal fine ci si è impegnati in un programma decennale di riforme ambiziose, complete e tali da rafforzarsi reciprocamente in materia di mercati del lavoro, dei capitali e dei beni. Si sono compiuti notevoli progressi per quanto riguarda l'agenda di Lisbona, che entra ora nel suo quarto anno. Si sono ottenuti risultati significativi per quanto riguarda, ad esempio, l'apertura dei mercati dell'energia, l'istituzione di un cielo unico, la modernizzazione della politica della concorrenza, la creazione, a livello europeo, di un mercato finanziario integrato e l'accordo su un brevetto comunitario. Dall'avvio della strategia di Lisbona sono stati creati cinque milioni di nuovi posti di lavoro, 500.000 dei quali nel solo 2002 nonostante il clima economico poco favorevole, e la disoccupazione si è ridotta di due milioni di unità. Tuttavia, vi è ancora molto da fare. È arrivata l'ora, in particolare per l'Unione e gli Stati membri, di rispettare gli impegni assunti in materia di riforme economiche tramutando le parole in azioni. Ribadiamo il nostro profondo impegno personale nei confronti di una pronta ed efficace realizzazione delle riforme nell'ambito dei tre pilastri - economico, sociale e ambientale - della strategia di Lisbona. La promozione di una crescita economica sostenibile e la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro deve restare saldamente ai primi posti nell'agenda dell'Unione. Ciò può essere realizzato perseguendo politiche macroeconomiche orientate alla crescita e alla stabilità, accelerando le riforme economiche, adottando misure determinanti per accrescere l'occupazione e ammodernare il modello sociale europeo e attuando la strategia in materia di sviluppo sostenibile adottata a Göteborg. Al tempo stesso, nonostante i recenti progressi compiuti, questa agenda di riforme deve anche affrontare più efficacemente le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione, se vuole garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. L'allargamento accresce il potenziale di crescita economica e di conseguimento degli obiettivi fissati a Lisbona. I futuri Stati membri sono stati contemplati per la prima volta nella relazione di primavera della Commissione. Essi stanno adottando misure di riforma e iniziando a prender parte al metodo aperto di coordinamento. La strategia di Lisbona offre soluzioni comuni a problemi comuni ed è uno strumento essenziale da utilizzare per sostenere il processo di allargamento e condividere le migliori prassi ed esperienze nell'Unione. Per accelerare le riforme, il Consiglio europeo individua le seguenti priorità: Accrescere l'occupazione e la coesione sociale. Sono stati compiuti notevoli progressi in materia di occupazione ma il raggiungimento dell'obiettivo fissato a Lisbona del tasso di occupazione del 70% entro il 2010 richiederà profonde riforme strutturali, volte alla piena occupazione e a una maggiore produttività e qualità del lavoro. I mercati del lavoro dell'Unione devono diventare più ampi, estendendo a tutti le possibilità di occupazione e divenendo contemporaneamente più adattabili alle condizioni economiche. Gli Stati membri dovranno intraprendere riforme sostanziali dei sistemi fiscali e previdenziali, accrescere gli incentivi all'occupazione e alla partecipazione al mercato del lavoro e ridurre le differenze tra uomini e donne nel mercato del lavoro. Si dovrebbe promuovere l'istruzione permanente e incoraggiare una più stretta cooperazione volta ad accrescere la trasparenza dei criteri europei in materia di competenze. Considerare prioritarie l'innovazione e l'imprenditorialità. L'Europa possiede un grande potenziale innovativo, ma deve adoperarsi per trasformare le idee in reale valore aggiunto. L'aumento dell'interazione tra l'industria e gli istituti di ricerca è l'elemento centrale per lo sfruttamento del nostro potenziale imprenditoriale. Il settore industriale è una fonte vitale di crescita e di occupazione e continuerà a svolgere un ruolo importante nell'economia basata sulla conoscenza. Occorre creare le condizioni appropriate per la R&S, in particolare nell'ambito delle imprese, cosicché l'UE possa progredire verso l'obiettivo dell'avvicinamento al 3% del Pil per gli investimenti in materia di R&S. Devono essere adottate misure volte a facilitare l'ingresso nel mercato e l'uscita dallo stesso delle imprese di tutte le dimensioni, migliorare l'accesso alla finanza e al know-how, migliorare il quadro normativo e ridurre gli oneri amministrativi. È inoltre necessaria un'azione per incoraggiare lo spirito imprenditoriale tra i giovani. Collegare l'Europa - rafforzamento del mercato interno. Un mercato interno dinamico e ben funzionante è essenziale per la produttività e la crescita, e lo è ancor più in un'Unione allargata. È importante andare avanti per aprire e integrare ulteriormente i mercati europei migliorando nel contempo il quadro normativo e assicurando un elevato livello di protezione del consumatore. La riforma degli strumenti della concorrenza - per l'antitrust, le fusioni e i cartelli - deve essere completata e i mercati che non funzionano efficacemente devono essere studiati a fondo e i loro problemi affrontati. Devono essere perseguite l'integrazione e la maggiore connettività delle imprese erogatrici di servizi di rete, quali quelle nel settore dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni, completando e estendendo nel contempo le reti, in particolare in previsione dell'allargamento. Occorre sfruttare pienamente il potenziale del mercato interno dei servizi e accelerare l'attuazione del piano di azione per i servizi finanziari. Protezione dell'ambiente per la crescita e l'occupazione. Per conseguire gli obiettivi di Lisbona è necessario che ogni Stato membro attui pienamente il suo potenziale economico; ma ciò deve anche andare di pari passo con il miglioramento dell'ambiente e della qualità della vita. Pertanto, resta della massima importanza proseguire attivamente l'azione nel settore ambientale. E' un fattore importante per l'innovazione e l'introduzione di nuove tecnologie, che generano crescita e occupazione. Gli obiettivi ambientali fungeranno da catalizzatori per l'innovazione e la modernizzazione in settori chiave quali l'energia e i trasporti e promuoveranno nuovi investimenti in tecnologie pulite e che consentano un'utilizzazione più efficace delle risorse. Per far avanzare queste priorità, il Consiglio europeo: ha fissato l'orientamento per gli indirizzi di massima per le politiche economiche e per la strategia riveduta europea per l'occupazione che saranno adottati a giugno; ha invitato la Commissione a istituire una Task force per l'occupazione per contribuire a individuare riforme pratiche che possano avere l'impatto più diretto e immediato sull'attuazione della strategia riveduta per l'occupazione da parte degli Stati membri; ha individuato le riforme fondamentali del mercato del lavoro che devono essere perseguite a livello nazionale; ha lanciato un'azione volta a rafforzare il sostegno dell'Unione alla conoscenza, all'innovazione e all'imprenditorialità al fine di mettere in primo piano la competitività; ha fissato scadenze per l'accordo finale sulle restanti riforme di Lisbona in settori chiave prima del Consiglio europeo di primavera del prossimo anno: ferrovie, mercati dell'energia, cielo unico europeo, mercati finanziari (comprese le offerte pubbliche di acquisto), mercati delle commesse pubbliche, la società dell'informazione, lavoro temporaneo tramite agenzia, norme transfrontaliere di sicurezza sociale, imposizione dei prodotti energetici, responsabilità per danni ambientali e cambiamenti climatici; ha fornito una risposta globale sulla sicurezza marittima in seguito al disastro della petroliera Prestige; ha rinnovato il suo impegno per una maggiore coesione in tutta l'Unione e il ruolo guida dell'Unione nella promozione dello sviluppo sostenibile nel mondo. Conseguire i nostri obiettivi: decisioni e azioni per i prossimi dodici mesi - Il rallentamento dell'economia si è protratto più a lungo del previsto e le prospettive sono offuscate da incertezze economiche e rischi politici globali. Nel contesto attuale, devono essere perseguite politiche macroeconomiche sane per ripristinare la fiducia e la crescita economica. In questa prospettiva, il Consiglio europeo: approva il documento sui punti chiave adottato dal Consiglio Ecofin che, insieme alle presenti conclusioni, costituirà la base dei prossimi indirizzi di massima per le politiche economiche; questi ultimi dovrebbero essere concisi, concentrarsi sulle questioni fondamentali e le priorità di politica economica nell'arco di un triennio e contenere, ove opportuno, specifiche scadenze per l'attuazione delle raccomandazioni concernenti le riforme; conferma la necessità di rafforzare il coordinamento delle politiche di bilancio nella prospettiva di rafforzare il potenziale di crescita delle economie europee e meglio prepararle alle sfide a medio termine. Di conseguenza, approva pienamente la relazione adottata in materia dal Consiglio Ecofin, invitando nel contempo il Consiglio e gli Stati membri ad attuarne le conclusioni. Il 2003 offre una particolare opportunità per utilizzare strumenti semplificati di coordinamento delle politiche fondamentali - gli indirizzi di massima per le politiche economiche, gli orientamenti in materia di occupazione e la strategia per il mercato interno - attribuendo loro una nuova prospettiva triennale. Ciò dovrebbe consentire un approccio più globale, efficace e coerente in merito alle riforme che il quadro macroeconomico sano è inteso a sostenere. In questo contesto, e ove opportuno, le raccomandazioni sulle riforme economiche dovrebbero essere accompagnate da scadenze specifiche. Allo stesso tempo, al fine di migliorare la qualità, e in particolare la comparabilità, tra diversi periodi, paesi e regioni, degli strumenti statistici e analitici, in modo da fornire basi più solide alla concezione e al controllo delle politiche, il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della Commissione, in stretta cooperazione con il Sistema statistico europeo, di riferire in tempo per il Consiglio europeo di primavera del 2004 sul modo in cui rafforzare l'utilizzo degli indicatori strutturali e degli altri strumenti analitici allo scopo di valutare i progressi compiuti sulla strategia di Lisbona. Dato il ruolo centrale della relazione annuale di primavera della Commissione nella valutazione dei progressi compiuti sull'agenda di Lisbona, il Consiglio europeo invita la Commissione ad elaborare la sua relazione per il 2004, ad analizzare le differenze misurabili determinate dall'approccio integrato di Lisbona e a valutare il modo in cui gli Stati membri hanno ottenuto tale successo e migliorato la loro posizione, mostrando inoltre come si stanno raggiungendo gli obiettivi di Lisbona mediante la riforma della regolamentazione.Riforme economiche per aumentare il potenziale di crescita dell'Europa - L'UE deve accelerare le riforme economiche allo scopo di realizzare la sua visione di un'economia basata sulla conoscenza e aumentare le potenzialità di crescita a lungo termine. Occorre restituire alla competitività un ruolo centrale. A tal fine occorre creare un contesto nel quale le imprese e gli imprenditori possano prosperare, assicurare il completamento e l'estensione del mercato interno e aumentare gli investimenti nella conoscenza quale migliore garanzia di innovazione e di una forza lavoro basata sulle competenze. In questo contesto il nuovo Consiglio "Competitività" deve assumere attivamente il suo ruolo orizzontale diretto a potenziare la competitività e la crescita nel quadro di una strategia integrata in materia di competitività che deve essere elaborata dalla Commissione, valutando periodicamente le questioni sia orizzontali che settoriali. Il suo lavoro integrerà i lavori svolti dal Consiglio "Economia e finanza" per assicurare la realizzazione delle riforme economiche. Favorire l'impresa e l'imprenditorialità - Un'industria e servizi dinamici e competitivi sono necessari per sostenere la crescita e la prosperità in un'Europa allargata. Sono necessari ulteriori sforzi a livello nazionale e dell'UE per migliorare il contesto generale in cui operano le imprese in tutti i settori, compreso il turismo, ridurre gli oneri amministrativi e normativi per le imprese e in particolare incoraggiare l'avviamento e l'espansione delle piccole imprese. È inoltre essenziale promuovere la cultura imprenditoriale motivando le persone e incoraggiando la società ad apprezzare il successo imprenditoriale. Occorre infine adoperarsi per riacquistare la fiducia dell'opinione pubblica nelle imprese incoraggiando un governo societario responsabile. In questo contesto, il Consiglio europeo: esorta gli Stati membri a partecipare attivamente al processo di consultazione in seguito alla presentazione del Libro verde della Commissione "L'imprenditorialità in Europa" e invita la Commissione a proporre quale follow-up, prima del Consiglio europeo di primavera del 2004, un piano d'azione sull'imprenditorialità europea, nel quale si dia particolare rilievo alla necessità di rendere più facile e veloce l'avviamento delle imprese, di facilitare l'accesso a finanziamenti a basso costo, in particolare ai capitali di rischio e ai microcrediti, e di migliorare la normativa in materia di fallimento; invita gli Stati membri a sviluppare iniziative per favorire più attivamente l'imprenditorialità attraverso i sistemi di istruzione e a promuovere la valorizzazione dell'imprenditorialità nella società in senso lato, compreso attraverso l'istituzione di premi di imprenditorialità a livello dell'UE, in collaborazione con le organizzazioni dei datori di lavoro; incoraggia gli Stati membri ad accelerare l'attuazione della Carta europea per le piccole imprese in modo innovativo al fine di assicurare una partecipazione e una consultazione più efficaci delle piccole imprese nel processo di definizione delle politiche; attribuirle maggior rilievo, utilizzando pienamente le possibilità offerte dai pertinenti obiettivi nazionali e dalla valutazione reciproca, ad esempio accelerando il processo di avviamento e di registrazione delle nuove imprese; Per ridurre gli oneri amministrativi e migliorare la regolamentazione e il contesto imprenditoriale, il Consiglio europeo: chiede la rapida attuazione del Piano d'azione "Semplificare e migliorare la regolamentazione" e la conclusione, prima della riunione di giugno, dell'accordo interistituzionale inteso a migliorare la legislazione, il rapido follow-up delle proposte della Commissione sull'aggiornamento e la semplificazione dell'acquis comunitario, e invita gli Stati membri a migliorare ulteriormente le prestazioni e l'efficienza delle amministrazioni pubbliche; accoglie favorevolmente l'intenzione della Commissione di assicurare che, in linea di massima, tutte le principali proposte normative dell'UE saranno precedute dalla consultazione sistematica delle parti interessate e saranno accompagnate da una valutazione globale dell'impatto, tenendo conto dei tre pilastri della strategia di Lisbona; il Consiglio "Competitività" dovrebbe essere utilmente consultato, nell'ambito del processo decisionale del Consiglio, sulle proposte che si ritiene possano avere effetti sostanziali sulla competitività, ferma restando la responsabilità di tutte le formazioni del Consiglio di valutare l'impatto nei rispettivi settori operativi; prende atto che nel dare impulso alla competitività europea sarà importante un nuovo approccio in materia di politica industriale, secondo le linee indicate nella comunicazione della Commissione, che abbia carattere orizzontale, esamini le condizioni quadro generali, ma che tenga conto anche delle caratteristiche dei singoli settori, rispettando nel contempo le norme della concorrenza; chiede l'adozione, entro la fine del 2003, di un piano d'azione volto a migliorare il diritto delle società e il governo societario, elaborato dalla Commissione sulla base della relazione del Gruppo di esperti ad alto livello (Gruppo Winter). Collegare l'Europa Completamento ed estensione del mercato interno alla vigilia dell'allargamento - L'UE è oggigiorno sempre più interdipendente e collegata e noi dobbiamo assicurare l'eliminazione delle strozzature e delle barriere che si frappongono a tale integrazione. Un nuovo forte impulso per completare e migliorare i risultati del mercato interno costituirà un importante fattore di incremento della competitività in tutta l'Unione, con vantaggi economici sia per i produttori che per i consumatori. Senza di ciò andranno perduti vantaggi sostanziali nella crescita e nell'occupazione. Aspetti orizzontali - Tenendo conto di tali elementi e assumendo come presupposto per la futura azione la prossima strategia del mercato interno, il Consiglio europeo: chiede l'effettiva applicazione da parte degli Stati membri della legislazione già convenuta a livello di UE. In primo luogo, gli Stati membri devono rinnovare gli sforzi per realizzare entro il luglio 2003 gli obiettivi di Stoccolma e di Barcellona per il recepimento delle norme relative al mercato interno; i Consigli settoriali devono riferire, nella prospettiva del Consiglio europeo di primavera del 2004, in merito ai progressi compiuti nel recepimento delle misure da essi adottate; chiede un'ulteriore riduzione degli aiuti di Stato e il riorientamento dell'aiuto verso obiettivi orizzontali e prende atto con soddisfazione dell'intenzione della Commissione di continuare le attività volte a semplificare e ammodernare i regimi degli aiuti di Stato, concentrando l'attenzione sugli aiuti che provocano le maggiori distorsioni; per quanto riguarda i servizi di interesse generale, invita il Consiglio "Competitività" ad adottare le necessarie decisioni procedurali per i futuri lavori al fine di salvaguardarne la fornitura e il finanziamento, assicurando che la fornitura di servizi pubblici sia compatibile con gli aiuti di Stato e le norme di concorrenza dell'UE e che l'applicazione di tali aiuti e di tali norme non comprometta la fornitura di servizi pubblici e che parimenti le disposizioni finanziarie degli Stati membri non conducano a distorsioni del mercato per i servizi commerciali; conferma le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona su tale questione e invita il Consiglio ad esaminare il prossimo Libro verde della Commissione che fa seguito alla richiesta del Consiglio europeo di Barcellona relativa ad una proposta di direttiva quadro; invita la Commissione a completare i lavori relativi alla strategia in materia di servizi e prende atto della sua intenzione di presentare entro il 2003 proposte per una serie di misure volte ad eliminare gli ostacoli alla prestazione transfrontaliera di servizi, tenendo conto delle esigenze della protezione dei consumatori; tuttavia, gli Stati membri dovrebbero già aumentare i loro sforzi per smantellare le barriere esistenti; prende atto che una politica di concorrenza proattiva è essenziale per l'efficace funzionamento del mercato interno. Essa dovrebbe essere portata avanti con l'adozione definitiva della proposta riforma del regime delle fusioni prima del Consiglio europeo di primavera del 2004; la nuova direttiva sulle offerte pubbliche d'acquisto dovrebbe essere adottata al più presto; il pacchetto sugli appalti pubblici dovrebbe essere adottato entro il luglio 2003; chiede una politica dei consumatori che ponga i consumatori legittimati al centro di un mercato interno competitivo, dando il seguito appropriato al Libro verde sulla protezione dei consumatori, e progredendo verso un efficace mercato unico del credito grazie alla direttiva sul credito al consumo; chiede l'adozione definitiva del pacchetto fiscale e invita a proseguire gli sforzi volti a far fronte alla concorrenza sleale in materia fiscale e eliminare gli ostacoli al mercato interno creati dal regime fiscale. Aspetti settoriali Il completamento delle riforme già convenute dal Consiglio europeo creerà nuove opportunità di lavoro, di investimenti e di migliore qualità dei servizi. Per quanto concerne l'energia, il Consiglio europeo: chiede la rapida adozione definitiva e l'effettiva attuazione delle direttive e del regolamento relativi al mercato interno dell'elettricità e del gas conformemente alle conclusioni di Barcellona; invita il Consiglio a concordare la normativa in sospeso relativa al finanziamento e ad elaborare misure volte a rafforzare le infrastrutture e le reti energetiche in conformità delle conclusioni di Barcellona; sottolinea l'importanza di raggiungere in tempi rapidi un accordo su proposte per il rafforzamento della cooperazione nella gestione delle scorte di gas e di petrolio dell'UE; invita gli Stati membri a creare condizioni quadro appropriate per incoraggiare gli investimenti privati nelle infrastrutture energetiche; prende atto dell'intenzione della Commissione di presentare una relazione sugli effetti degli strumenti di commercializzazione dei diritti di emissione su altri strumenti nel settore dell'energia. Per quanto riguarda i trasporti, il Consiglio europeo: invita il Consiglio "Trasporti" a raggiungere rapidamente un accordo finale sul secondo pacchetto ferroviario, nonché ad adottare rapidamente il Cielo unico europeo e i servizi portuali; esorta il Consiglio ad accelerare i suoi lavori in modo da conferire un mandato alla Commissione per la negoziazione di un accordo in materia di cieli aperti con gli Stati Uniti; chiede la piena e rapida attuazione delle conclusioni di Barcellona su Galileo, intraprendendo ulteriori iniziative per consolidare i lavori già avviati per la costituzione dell'impresa comune al fine di portare avanti il progetto mediante la selezione del concessionario e assicurare le necessarie assegnazioni di frequenze; sollecita una soluzione urgente del problema della ripartizione dei contributi di bilancio nell'ambito dell'Agenzia spaziale europea; Nel settore delle reti transeuropee il Consiglio europeo: invita il Consiglio, alla luce delle conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona e sulla scorta della relazione del Gruppo Van Miert ad alto livello, a definire le condizioni e gli orientamenti necessari in termini di "connettività", specialmente nella prospettiva dell'allargamento, ai fini di un uso più razionale e di un miglioramento delle infrastrutture esistenti completandone nel contempo (nel corso del prossimo periodo di programmazione) i collegamenti mancanti, riducendo le strozzature in regioni quali le Alpi, i Pirenei, il Massiccio Centrale e il Mar Baltico, in particolare quelli connessi alle barriere naturali transfrontaliere, promuovendo gli investimenti nelle infrastrutture di base attraverso gli strumenti di finanziamento dell'UE disponibili e iniziative congiunte tra pubblico e privato; invita la Commissione, la Bei e altre istituzioni finanziarie internazionali ad esaminare eventuali iniziative a sostegno dei grandi progetti infrastrutturali nei trasporti, nell'energia e nelle telecomunicazioni nell'Europa sudorientale, in particolare nei paesi dei Balcani occidentali, in cooperazione con tutti i paesi interessati. Nel settore dei servizi finanziari, il Consiglio europeo: invita il Consiglio a completare rapidamente il piano d'azione per i servizi finanziari. Ciò richiederà una corretta ed efficace attuazione delle direttive esistenti e l'adozione, entro il 2003, delle direttive relative alle pensioni e ai prospetti e, entro aprile 2004, delle direttive concernenti i servizi di investimento e la trasparenza; invita il Consiglio e la Commissione ad operare per ridurre gli ostacoli che si frappongono alla creazione di un autentico mercato europeo dei capitali di rischio, in grado di sostenere l'imprenditorialità, e ad esaminare tra l'altro gli ostacoli agli investimenti degli investitori istituzionali (fondi pensionistici) sui mercati dei capitali di rischio. Creazione dell'economia basata sulla conoscenza - Il livello di crescita a medio termine in Europa dipende dall'utilizzazione di nuove fonti di crescita. L'efficacia e l'aumento degli investimenti pubblici e privati in tutti i settori della catena della conoscenza costituisce un fattore chiave nella creazione di manodopera qualificata e dell'innovazione necessaria per sostenere la competitività. Occorre mantenere lo slancio dello spazio europeo della ricerca e dell'innovazione e della società dell'informazione. Alla luce di tali elementi, il Consiglio europeo sollecita gli Stati membri a adottare un'azione concreta, in base al prossimo piano d'azione della Commissione in materia di R&S, per promuovere maggiori investimenti delle imprese nella R&S e nell'innovazione al fine di progredire verso l'obiettivo di Barcellona dell'avvicinamento al 3% del Pil. Il Consiglio europeo chiede il rafforzamento dello spazio europeo della ricerca e dell'innovazione a favore di tutti nell'UE allargata, mediante: l'applicazione del metodo di coordinamento aperto a sostegno della politica in materia di ricerca e innovazione in settori quali l'azione volta a conseguire l'obiettivo del 3% del PIL per gli investimenti in materia di R&S o a sviluppare le risorse umane nella scienza e nella tecnologia e l'istituzione di un meccanismo per valutare i progressi compiuti e la relativa efficacia; la creazione di piattaforme tecnologiche europee che raggruppino il know-how tecnologico, le industrie, gli organismi di regolamentazione e le istituzioni finanziare al fine di elaborare un'agenda strategica per le tecnologie di punta, in settori quali la genomica delle piante o la transizione all'idrogeno come combustibile; il pieno sfruttamento del potenziale offerto dal sesto programma quadro e dai programmi nazionali a sostegno dello spazio europeo della ricerca e dell'innovazione, con particolare attenzione alla cooperazione con le organizzazioni e attività intergovernative europee di ricerca allo scopo di potenziare la partecipazione delle Pmi alla ricerca e all'innovazione; la presa d'atto del Libro verde sulla politica spaziale al fine di progredire verso un'autentica politica spaziale europea e l'adozione entro il 2003 di un quadro per una strategia comune Ce/Esa nel settore spaziale; la prosecuzione attiva, da parte degli Stati membri e della Commissione, della tabella di marcia convenuta nel settore della biotecnologia e la rapida messa a punto e attuazione della necessaria normativa; il rafforzamento dei legami tra ricerca e impresa, la promozione dello sfruttamento dei risultati della R&S e l'incoraggiamento alla creazione di aziende "spin-off" (ossia aziende che nascono da altre aziende) e alla mobilità dei ricercatori, invitando le imprese a creare un foro ad alto livello per favorire tali legami; la promozione di una migliore comprensione della scienza nella società. Il Consiglio europeo riconosce il ruolo che la R&S in materia di difesa e sicurezza potrebbe svolgere per promuovere le tecnologie di punta, stimolando così l'innovazione e la competitività; accoglie con favore la comunicazione della Commissione relativa alla definizione di una politica dell'UE per gli acquisti nel settore della difesa; invita il Consiglio ad analizzare il ruolo della R&S finalizzate agli acquisti nel settore della difesa nel contesto delle attività complessive di R&S dell'Unione, compresa l'eventuale creazione da parte del Consiglio di un'agenzia intergovernativa per lo sviluppo e l'acquisizione delle capacità di difesa. Il Consiglio europeo riconosce l'importanza dell'innovazione nello sviluppo di nuovi prodotti, servizi e modus operandi in campo commerciale; invita gli Stati membri e la Commissione a adottare ulteriori azioni per creare le condizioni alle quali le imprese innovano, in particolare associando la ricerca alle conoscenze specialistiche di natura finanziaria e imprenditoriale; sollecita la creazione di un quadro di obiettivi comuni volti a rafforzare l'innovazione nell'UE, nonché di un meccanismo di valutazione per fare l'inventario dei progressi compiuti. Il Consiglio europeo invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare lo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale introducendo misure contro la contraffazione e la pirateria, che scoraggiano lo sviluppo di un mercato di beni e servizi digitali; a proteggere i brevetti relativi a invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici. Esprime la propria soddisfazione per l'approccio politico comune sul brevetto comunitario raggiunto questo mese in sede di Consiglio, ed invita il Consiglio ad ultimare rapidamente i relativi lavori. Le comunicazioni elettroniche rappresentano un possente motore di crescita, competitività e occupazione nell'Unione europea e occorre agire ora per consolidare questa forza e contribuire al conseguimento degli obiettivi di Lisbona. Dobbiamo imprimere ulteriore slancio alla società dell'informazione ponendo l'accento, in particolare, sulle reti e sui servizi imprescindibili per un'economia basata sulla conoscenza. In linea con la recente valutazione, ad opera della Commissione, della situazione nel settore delle telecomunicazioni e con il piano d'azione eEurope 2005 occorre a tal fine: attuare in maniera tempestiva, efficace e coerente, entro il luglio 2003, il nuovo quadro normativo per le comunicazioni elettroniche; promuovere la e-partecipazione e l'eliminazione degli ostacoli tecnici, giuridici o di altro tipo che si frappongono ad un'effettiva partecipazione delle persone con disabilità all'economia e alla società basate sulla conoscenza; scambiare esperienze e migliori prassi in materia di sviluppo di reti e servizi a banda larga nei settori della pubblica amministrazione, assistenza sanitaria, apprendimento e commercio on line; adottare la direttiva concernente il riutilizzo di documenti del settore pubblico e creare una rete e un'agenzia europee per la sicurezza delle informazioni entro la fine del 2003; valutare, laddove opportuno, nuove questioni che sorgano contestualmente allo sviluppo delle comunicazioni mobili di 3G, quale la cooperazione nello sviluppo di applicazioni e servizi di 3G nonché la necessità di fornire trasparenza per quanto attiene agli obblighi di installazione ed esplorare le possibilità di approcci coerenti, tra l'altro le scadenze per l'introduzione e la ripartizione dello spettro; a tale riguardo il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della Commissione di chiarire le questioni connesse alla messa in comune delle infrastrutture di rete; una diffusione accelerata delle comunicazioni a banda larga; a tale riguardo il Consiglio europeo esorta gli Stati membri ad attuare strategie nazionali in materia di Internet a banda larga ad alta velocità entro la fine del 2003 e a porsi l'obiettivo di un consistente incremento dei collegamenti Internet ad alta velocità entro il 2005; definire, nel rispetto degli attuali regolamenti sui fondi strutturali, orientamenti in materia di criteri e modalità di attuazione dei fondi strutturali a sostegno del settore delle comunicazioni elettroniche, specialmente per quanto concerne le comunicazioni a banda larga, in particolare nelle zone rurali e periferiche geograficamente isolate e scarsamente popolate; a tale riguardo il Consiglio europeo invita la Commissione a fornire tali orientamenti entro il primo semestre del 2003; potenziare, laddove opportuno, le iniziative nazionali di ricerca, nonché le iniziative nazionali congiunte e coordinate, ad esempio del tipo Eureka, al fine di stimolare e sostenere la R&S privata nel settore delle tecnologie delle comunicazioni elettroniche; che la Commissione riferisca in merito agli sviluppi nel settore delle telecomunicazioni in tempo utile per il Consiglio europeo di primavera del 2004. Il Consiglio europeo esprime il proprio compiacimento per la nuova "Iniziativa innovazione 2010" della Banca europea per gli investimenti, con una dotazione indicativa di crediti di 20 miliardi di EUR per il 2003-2006, volta a sostenere gli obiettivi di Lisbona e di Barcellona aumentando i crediti disponibili per l'innovazione, la R&S e l'istruzione, nonché per la creazione e la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Investire nel capitale umano è un requisito preliminare ai fini della promozione della competitività europea, del conseguimento di tassi elevati di crescita e di occupazione e della transizione a un'economia basata sulla conoscenza. A tale riguardo il Consiglio europeo formula i seguenti inviti: attuare il programma decennale relativo agli obiettivi per i sistemi di istruzione, dimostrando in tal modo il contributo dell'istruzione e della formazione alla crescita economica, avvalendosi tra l'altro della valutazione comparativa per individuare le migliori prassi e assicurare investimenti effettivi ed efficaci in risorse umane; proseguire i lavori nei settori tanto dell'istruzione quanto della formazione professionali, nonché nel settore dell'istruzione superiore, e contribuire ad accrescere la mobilità e le opportunità all'interno dell'Unione promuovendo una maggiore trasparenza, il riconoscimento e la garanzia della qualità delle qualifiche; nei sistemi di istruzione e di formazione, porre l'accento sulle conoscenze di base, le lingue, lo sviluppo dell'alfabetismo digitale e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; adottare entro il giugno 2003 i programmi e-Learning e Erasmus-World; che il Consiglio "Istruzione", in considerazione del più ampio ruolo dell'istruzione e i suoi aspetti culturali, ricerchi modalità atte a promuovere tale ruolo in una prospettiva europea, nel pieno rispetto della sussidiarietà, e presenti una relazione al Consiglio europeo di primavera del 2005. Ammodernare il modello sociale europeo Nuovi e migliori posti di lavoro per tutti Migliorare la situazione dell'occupazione è un elemento centrale della strategia di Lisbona. Nuovi e migliori posti di lavoro contribuiscono tanto alla crescita economica quanto a ridurre il rischio di esclusione. La nuova prospettiva triennale degli orientamenti in materia di occupazione, che dovranno essere approvati dal Consiglio europeo di giugno, dovrebbe fornire una base per una strategia per l'occupazione semplificata e più efficace. Vi è inoltre un'urgente necessità di accelerare il ritmo della riforma dei mercati nazionali del lavoro individuando misure atte a produrre rapidamente effetti positivi sui livelli di occupazione e sulla crescita. Stando così le cose il Consiglio europeo: avalla i messaggi fondamentali sul futuro della strategia europea per l'occupazione stabiliti dal Consiglio "Occupazione", inclusi gli obiettivi generali in essi illustrati: piena occupazione mediante l'incremento dei tassi occupazionali, qualità e produttività sul lavoro, coesione e mercato del lavoro inclusivo, che sono obiettivi correlati e di reciproco supporto; conferma che la strategia per l'occupazione svolge un ruolo guida nella realizzazione degli obiettivi della strategia di Lisbona in materia di occupazione e mercato del lavoro e riconosce che essa ha chiaramente contribuito ai progressi compiuti negli ultimissimi anni; chiede che la nuova prospettiva triennale di orientamenti in materia di occupazione fornisca una base stabile per una strategia semplificata e più efficace e che essi e gli indirizzi di massima per le politiche economiche operino in modo coerente; gli orientamenti dovrebbero essere in numero limitato, mirare ai risultati e consentire agli Stati membri di individuare l'insieme appropriato di azioni, tenendo conto delle tradizioni e prassi nazionali. Essi dovrebbero essere sostenuti da obiettivi adeguati; chiede che gli orientamenti in materia di occupazione affrontino le tematiche seguenti: misure attive e preventive per i disoccupati e le persone inattive; rendere il lavoro remunerativo; accrescere l'offerta di manodopera e la partecipazione; imprenditorialità, mutamenti e adattabilità; sviluppo del capitale umano e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; parità di genere; integrazione e discriminazioni sul mercato del lavoro; disparità occupazionali regionali, tenendo conto al contempo del fatto che anche la trasformazione del lavoro sommerso in lavoro regolare è una questione centrale della strategia per l'occupazione, da affrontare in parallelo con gli effetti dell'immigrazione sui mercati del lavoro. Il Consiglio europeo esorta gli Stati membri a mantenere lo slancio della riforma dei mercati nazionali dell'occupazione concentrandosi sui seguenti aspetti: riforme dei regimi fiscali e previdenziali e loro interazione, affinché promuovano la partecipazione alla forza lavoro e facciano fronte alle insidie della povertà e della disoccupazione, accrescendo la domanda di manodopera e la partecipazione, in particolare delle persone con prospettive di retribuzione poco elevate; miglioramento dei sistemi di formazione dei salari, affinché essi tengano conto della relazione tra l'evoluzione salariale, la stabilità dei prezzi, la produttività, i livelli di formazione e le condizioni del mercato del lavoro e ammodernamento della normativa del lavoro tenendo presente l'esigenza di flessibilità e, parallelamente, di sicurezza, tra l'altro allentando gli elementi eccessivamente restrittivi che incidono sulle dinamiche del mercato del lavoro, rispettando nel contempo i ruoli delle parti sociali conformemente alla prassi nazionale; miglioramento dell'efficienza dei programmi per un mercato del lavoro attivo, migliorando il follow-up e il monitoraggio; miglioramento della mobilità dei lavoratori tra professioni, settori e regioni e attraverso le frontiere, ad esempio migliorando la trasparenza e il riconoscimento tra sistemi di istruzione professionale; incremento dell'offerta di manodopera in particolare tra gli anziani, le donne, gli immigrati e i giovani; incoraggiare l'invecchiamento attivo, scoraggiando gli incentivi al prepensionamento; riduzione degli ostacoli e dei disincentivi per quanto riguarda la partecipazione femminile alla forza lavoro, anche mediante migliori strutture per la custodia dei bambini. Il Consiglio europeo invita la Commissione a costituire una Task Force europea per l'occupazione, sotto la guida del sig. Wim Kok, per svolgere un esame approfondito e indipendente delle principali sfide politiche connesse all'occupazione e per individuare le misure pratiche di riforma che possano produrre gli effetti più diretti e immediati sulla capacità degli Stati membri di attuare la strategia europea riveduta per l'occupazione e di raggiungerne gli scopi e gli obiettivi. La costituzione della Task Force dovrebbe lasciare impregiudicate le disposizioni in materia di occupazione contenute nel trattato; essa dovrebbe essere composta da un numero ridotto di esperti altamente qualificati e in grado di riflettere i punti di vista di tutte le parti sociali. La Task Force dovrebbe presentare alla Commissione una relazione in tempo per la relazione comune sull'occupazione di Commissione e Consiglio che sarà presentata al Consiglio europeo di primavera del 2004. La relazione dovrebbe essere resa pubblica. Il Consiglio si rallegra dell'intenzione della Commissione di presentare una comunicazione relativa all'interazione tra immigrazione, integrazione dei migranti regolari nelle società dell'UE e occupazione. È necessario un approccio innovativo in materia di immigrazione nel contesto della carenza di lavoratori qualificati e delle proiezioni e dei mutamenti demografici nell'UE. Un'integrazione fluida degli immigrati regolari attuali e futuri potrebbe svolgere un ruolo chiave in quest'approccio. Il Consiglio europeo ritornerà su questa questione nella riunione di Salonicco del giugno 2003. Il Consiglio europeo accoglie con favore l'istituzione di un vertice sociale tripartito per la crescita e l'occupazione. Il primo vertice, che si è tenuto prima di questo Consiglio europeo, ha sottolineato il contributo importante che le parti sociali possono apportare alla strategia europea per l'occupazione e agli obiettivi di Lisbona grazie al programma di lavoro congiunto da esse concordato di recente. Il Consiglio europeo inoltre: si rallegra del rafforzamento dell'attuazione, del coordinamento e del follow-up della parità tra i sessi e dell'integrazione della prospettiva di genere nell'Unione europea; al fine di monitorare i progressi compiuti, invita la Commissione ad elaborare, in collaborazione con gli Stati membri, una relazione annuale al Consiglio europeo di primavera in merito agli sviluppi in direzione della parità tra i sessi e agli orientamenti in materia di integrazione della prospettiva di genere nelle politiche settoriali; esorta a mantenere lo slancio del piano d'azione per le competenze e la mobilità, tra l'altro raggiungendo entro la fine del 2003 un accordo politico sulla direttiva sul mutuo riconoscimento delle qualifiche, nonché attraverso l'adozione delle decisioni necessarie ad assicurare che la tessera di assicurazione sanitaria europea possa iniziare ad essere utilizzata a partire dall'estate del 2004; esorta a passare in rassegna gli sforzi in atto volti a migliorare la qualità del lavoro, plaude all'intenzione della Commissione di elaborare una relazione sulla qualità nel lavoro entro la fine del 2003. Esorta a raggiungere un accordo, entro il dicembre 2003, in materia di lavoro temporaneo tramite agenzia. Solidarietà e coesione sociale - L'Unione è impegnata a promuovere un elevato livello di coesione sociale fondato sui principi di solidarietà e di inclusione sociale. Al fine di garantirne l'adeguatezza e la sostenibilità a lungo termine, in particolare in un contesto di invecchiamento della popolazione, è necessario intensificare gli sforzi già avviati dagli Stati membri per ammodernare i propri sistemi di previdenza sociale. È necessaria una forte interazione, con effetto di mutuo rafforzamento, tra le politiche dell'occupazione e della protezione sociale. La lotta contro l'esclusione sociale richiede, oltre alla politica occupazionale, l'integrazione di quest'obiettivo in tutti i pertinenti aspetti della politica, riconoscendo che esso rientra innanzitutto nelle responsabilità degli Stati membri e delle loro autorità regionali e locali. Stando così le cose, il Consiglio europeo: saluta con favore la relazione congiunta del Consiglio e della Commissione in materia di pensioni adeguate e sostenibili e il fatto che essa si concentri sulla necessità di una sostenibilità finanziaria atta a garantire un sistema di pensioni adeguate in un'epoca di invecchiamento della popolazione e invita gli Stati membri ad assicurare l'attuazione di ulteriori riforme dei sistemi pensionistici, compresa una maggiore occupazione degli anziani; invita a proseguire l'applicazione del metodo di coordinamento aperto nel settore pensionistico, nonché a riesaminare nel 2006 i progressi compiuti anche per i nuovi Stati membri, continuando con la prassi della cooperazione tra il Comitato per la protezione sociale e il Comitato di politica economica. È chiaramente necessario continuare a sviluppare indicatori riguardanti l'adeguatezza, la sostenibilità finanziaria e la modernizzazione dei sistemi pensionistici; invita il Consiglio e la Commissione a mantenere l'impulso alla cooperazione mediante la realizzazione di studi specifici che vertano sulle sfide comuni cui sono confrontati i sistemi pensionistici; saluta con favore la relazione comune del Consiglio e della Commissione sui servizi sanitari e l'assistenza a lungo termine agli anziani e l'intensificazione della cooperazione negli scambi su questo tema, sulla scorta di ulteriori proposte che la Commissione dovrebbe presentare entro l'autunno 2003; invita il Consiglio ad adoperarsi, accelerando il processo di ammodernamento del regolamento n. 1408/71, per un ulteriore miglioramento e semplificazione delle disposizioni comunitarie sullo sfondo dei problemi che i movimenti transfrontalieri dei cittadini europei pongono nel settore della sicurezza sociale, in linea con il calendario stabilito dal Consiglio europeo di Barcellona. Il Consiglio europeo invita la Commissione a riferire in tempo per il Consiglio di primavera del 2004 in merito al miglioramento nel contesto generale delle politiche in materia di protezione sociale, ponendo una maggiore enfasi sull'efficacia degli incentivi (ad esempio: regimi previdenziali, conciliazione della vita familiare e professionale, misure per gli anziani) e identificando le migliori pratiche. Invita altresì la Commissione a riferire sull'opportunità di semplificare e snellire i vari elementi dei lavori sulla protezione sociale riunendoli in un quadro coerente nell'ambito del metodo di coordinamento aperto. Ciò dovrebbe chiarire in che modo questi obiettivi possano essere conseguiti entro il 2006, fermo restando il pieno rispetto della sussidiarietà e delle competenze nazionali in relazione all'organizzazione e al finanziamento della protezione sociale. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri a fissare, nei rispettivi piani d'azione nazionali che dovranno essere presentati entro il luglio 2003, adeguati obiettivi nazionali per ridurre significativamente entro il 2010 il numero di persone che rischiano la povertà e l'esclusione sociale. Caldeggia la presentazione della seconda serie di piani d'azione nazionali per l'inclusione sociale e della relazione congiunta sull'inclusione prima del Consiglio europeo di primavera del 2004 e sottolinea l'importanza di condividere le migliori pratiche nel settore dell'inclusione sociale, di mirare l'assistenza ai gruppi sottorappresentati e svantaggiati, compresi i migranti, e di incoraggiare la responsabilità sociale. Nell'Anno europeo delle persone con disabilità si dovrebbe compiere uno sforzo particolare per assicurare a tali persone un'integrazione migliore nella società e nel mercato del lavoro. Garantire risultati per la dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile Invertire le tendenze non sostenibilii- Lo sviluppo economico e sociale non sarà sostenibile nel lungo periodo se non si intraprenderanno azioni volte a contenere le pressioni ambientali e a preservare le risorse naturali nel contesto della strategia globale per lo sviluppo sostenibile varata a Göteborg. Ciò deve comprendere azioni intese a dissociare il degrado ambientale e l'uso delle risorse dalla crescita economica. Malgrado qualche progresso, le preoccupanti tendenze osservate allorché è stata varata la strategia non sono state invertite e occorre pertanto dare un nuovo impulso. Posto quanto precede, il Consiglio europeo: invita gli Stati membri ad accelerare i progressi verso il conseguimento dei traguardi fissati nel protocollo di Kyoto, compresa la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, l'aumento della quota di energia rinnovabile, la fissazione, a livello di Unione europea, di un traguardo indicativo per l'energia rinnovabile pari al 12% del fabbisogno di energia primaria e al 22% del fabbisogno di energia elettrica entro il 2010 e l'incoraggiamento dei traguardi nazionali, una maggiore efficienza energetica, invitando il Consiglio "Ambiente" ad esaminare la fissazione di traguardi indicativi secondo modalità efficaci in termini di costi e che comportino effetti di distorsione minimi e il raggiungimento di un accordo definitivo sulla direttiva relativa agli scambi di emissioni; esorta il Consiglio a adottare, prima del Consiglio europeo di Salonicco, il programma "Energia intelligente per l'Europa" ed esprime il proprio compiacimento per l'accordo recentemente intervenuto in merito alla direttiva relativa alla promozione dei biocarburanti per i trasporti, avallando la fissazione di traguardi indicativi nazionali coerenti con il valore di riferimento del 5,75% per l'impiego di biocarburanti a fini di trasporto entro il 2010; plaude all'intenzione della Commissione di presentare, sulla scorta della sua comunicazione imminente, proposte finalizzate allo sviluppo di un quadro comunitario per le tariffe delle infrastrutture di trasporto nonché una proposta per l'eurobollo entro giugno 2003; accoglie con favore, fatto salvo il parere del Parlamento europeo, l'accordo sulla tassazione dei prodotti energetici raggiunto dai Ministri delle finanze sulla scorta del compromesso della presidenza, modificato nella sessione del Consiglio Ecofin del 19 marzo; esorta il Consiglio Ecofin ad incoraggiare la riforma delle sovvenzioni che hanno effetti negativi considerevoli sull'ambiente e sono incompatibili con lo sviluppo sostenibile; sollecita il Consiglio ad accelerare i lavori per una gestione più responsabile delle risorse naturali, compresa un'azione destinata a permettere di conseguire gli obiettivi del 2010 in materia di diversità biologica e del 2015 per gli stock ittici. Sollecita altresì una messa a punto e una attuazione urgenti della nuova legislazione europea in materia di prodotti chimici, secondo quanto convenuto a Göteborg. Anche la tecnologia svolge un ruolo importante per il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità di Lisbona. Il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della Commissione di mettere a punto, entro la fine del 2003, il piano d'azione sulle tecnologie ambientali per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo e all'uso delle tecnologie pulite. Prende altresì atto del ruolo che siffatte tecnologie svolgono per realizzare obiettivi sia ambientali che in materia di competitività e invita: a porre l'accento sullo sviluppo di nuovi carburanti e tecnologie, come strumenti essenziali per muovere verso un sistema dei trasporti sostenibile, attraverso il partenariato con l'industria, e con il pieno contributo dell'UE per quanto riguarda l'elaborazione di norme internazionali per nuovi carburanti e tecnologie destinati ai veicoli e relative infrastrutture, onde far sì che la nostra industria possa efficacemente competere in questo settore di mercato in fase di crescita; l'UE ad esaminare il suo approccio in materia di ricerca e sviluppo per far sì che le innovazioni ambientali e le innovazioni di punta quali le pile a combustibile siano trattate come priorità e che tutte le sinergie siano sfruttate al massimo livello; la Commissione a riferire sul miglioramento dell'efficacia dei programmi Ehip, Life e del 6° programma quadro sullo sviluppo di nuove tecnologie ambientali, ivi compresi nuovi carburanti e tecnologie per i veicoli, e per quanto riguarda la loro immissione sul mercato. Sicurezza marittima - Sulla scia dell'incidente della Prestige il Consiglio europeo rinnova i sensi della sua solidarietà ai paesi, regioni e popolazioni coinvolti. Facendo seguito alle misure annunciate nel Consiglio di dicembre, il Consiglio europeo sollecita: una rapida attuazione delle misure adottate dal Consiglio e dal Parlamento dopo l'incidente dell'Ericka (rafforzamento dei controlli nei porti, miglior controllo delle società di classificazione, designazione di porti di rifugio, istituzione di sistemi di monitoraggio del traffico navale ed informazione nelle acque comunitarie); un esame e un'attuazione rapidi da parte del Consiglio, della Commissione e degli Stati membri delle misure connesse alla catastrofe della Prestige sulla base della comunicazione della Commissione; il Consiglio (Trasporti) a giungere ad un accordo il 27 marzo sulla proposta della Commissione che limita il trasporto di gasolio pesante in petroliere monoscafo e accelera il calendario per il ritiro di tali petroliere nonché sforzi coordinati da parte di tutti gli Stati membri e della Commissione volti a stabilire quanto prima una norma analoga su scala mondiale, mediante una modifica della convenzione Marpol; un sostegno ai lavori in corso in sede di Imo volti a elaborare un codice dello Stato di bandiera ed un sistema modello di audit vincolante che assicuri che gli Stati di bandiera eseguano i loro compiti in base alle convenzioni internazionali; l'adozione, prima della fine del 2003, sulla scorta della recente proposta della Commissione, di un sistema di sanzioni, comprese sanzioni penali per i reati connessi all'inquinamento, fondato su basi giuridiche appropriate; la Commissione ad esaminare tutte le possibili misure atte a garantire un'efficace mobilitazione delle attrezzature antinquinamento necessarie (comprese le navi adibite al disinquinamento) per assistere gli Stati membri che devono fronteggiare un problema di inquinamento; il conferimento di un livello più elevato di responsabilità per gli operatori del settore dei trasporti marittimi mediante l'emendamento delle pertinenti disposizioni della Convenzione sulla responsabilità civile; in termini di indennizzo delle vittime dell'inquinamento, ivi compreso il danno ambientale, gli Stati membri a perseguire, nell'ambito della prossima conferenza diplomatica in sede di Imo che si terrà in maggio, un aumento dell'attuale massimale di indennizzo, fino ad un miliardo di EUR; qualora non si raggiunga un risultato positivo in sede Imo, a lavorare sulla proposta esistente di regolamento che istituisce un Fondo speciale europeo con una dotazione di 1 miliardo di EUR, nella prospettiva di creare il Fondo prima della fine dell'anno e facendo ricorso il più possibile a finanziamenti privati; ad esaminare possibilità, nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, per prevedere una migliore protezione per gli Stati costieri; a migliorare il coordinamento tra l'Unione e l'IMO, nonché con gli Stati limitrofi, ivi compresa la Russia, al fine di individuare le modalità e gli strumenti atti a fornire una protezione adeguata conformemente al diritto internazionale, in particolare mediante l'istituzione di zone particolarmente sensibili; si dovrebbe migliorare anche la cooperazione con gli Stati limitrofi volta ad assicurare la sicurezza del trasporto di prodotti petroliferi in severe condizioni di ghiaccio. Politiche e strumenti per assicurarne la realizzazione - Per realizzare l'intera serie di riforme proposte a Göteborg, è essenziale che le istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri si adoperino per rafforzare l'efficacia e la coerenza di processi, strategie e strumenti esistenti. A tal fine può essere d'ausilio rafforzare il processo di Cardiff sull'integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche settoriali e sviluppare obiettivi globali e specifici per settore in materia di disaccoppiamento, migliorare gli indicatori strutturali connessi all'ambiente e verificare i progressi, nonché individuare le migliori pratiche. Il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della Commissione: di effettuare un resoconto annuale del processo di Cardiff sull'integrazione delle considerazioni ambientali ed un riesame periodico della politica ambientale, nonché di riferire al riguardo entro tempi che permettano di tener conto dei risultati di tali attività all'atto dell'elaborazione della sua futura relazione di primavera, a decorrere dal 2004; di aggiornare e rivedere nell'ambito del coordinamento generale del Consiglio (Affari generali e relazioni esterne), in tempo per l'annuale Consiglio europeo di primavera, a decorrere dal 2004, l'attuale tabella di marcia per il follow-up delle conclusioni di Göteborg; il Consiglio dovrebbe avvalersene quale strumento di attuazione pratico e dinamico fornendo un quadro preciso degli obiettivi, delle finalità e delle rispettive responsabilità. Il quadro giuridico a sostegno degli obiettivi ambientali di Lisbona deve essere sviluppato ulteriormente. Il Consiglio europeo invita a raggiungere, se possibile entro aprile del 2004, un accordo definitivo sulla direttiva relativa alla responsabilità ambientale, quale mezzo concreto di attuazione del principio "chi inquina paga"; invita gli Stati membri a ratificare e attuare senza indugio la convenzione di Aarhus, e il Consiglio ad adottare entro la metà del 2004 proposte per una direttiva sull'accesso alla giustizia e per uno strumento legislativo che stabilisca le modalità secondo le quali le istituzioni dell'UE devono adempiere alle disposizioni dei tre pilastri di tale convenzione. Promozione dello sviluppo sostenibile a livello mondiale - Tenendo presente la necessità di una coerenza globale fra le politiche interne e quelle esterne, il Consiglio europeo sottolinea che l'Unione è attivamente impegnata a mantenere il suo ruolo guida nella promozione dello sviluppo sostenibile a livello mondiale, traducendo in azioni concrete le ambizioni politiche concordate a Johannesburg, Doha e Monterrey secondo i seguenti orientamenti: assicurare un efficace follow-up dei nuovi obiettivi convenuti a Johannesburg in materia di approvvigionamento idrico e strutture igienico-sanitarie, protezione dell'ambiente marino, popolazioni ittiche depauperate, prodotti chimici e risorse naturali, comprese le foreste e la diversità biologica; assicurare un efficace follow up dell'impegno assunto a Monterrey in merito al conseguimento dell'obiettivo dello 0,7% per l'Apsrafforzare la responsabilità sociale e ambientale delle aziende sia a livello di Unione che internazionale; prevedere mezzi per promuovere scambi commerciali sostenibili ed equi, segnatamente sviluppando incentivi a scambiare beni prodotti in modo sostenibile e incoraggiando crediti all'esportazione conformi allo sviluppo sostenibile; sviluppare e attuare ulteriormente le iniziative dell'UE "Acqua per la vita" e "Energia per l'eradicazione della povertà e lo sviluppo sostenibile"; ontribuire all'elaborazione di strategie regionali di sviluppo sostenibile, ad esempio in base all'esperienza maturata nel contesto del processo Eromed; laborare tempestivamente, tanto a livello internazionale quanto a livello dell'UE, il quadro decennale di programmi in materia di consumo e produzione sostenibili, nella quale l'UE dovrebbe assumere un ruolo guida; esortare le altre Parti, in particolare la Federazione russa, a ratificare il protocollo di Kyoto, per consentirne la tempestiva entrata in vigore; rafforzare il governo mondiale dell'ambiente, il che potrebbe condurre a promuovere l'Unep agenzia specializzata delle Nazioni Unite dotata di un ampio mandato in materia ambientale. Asilo - Il Consiglio europeo ha preso atto della lettera del Regno Unito sulle nuove impostazioni in materia di protezione internazionale ed ha invitato la Commissione a studiare ulteriormente tali idee, in particolare assieme all'Uhcr, e a riferire al riguardo, tramite il Consiglio, al Consiglio europeo del giugno 2003. Trarre pieno beneficio da un'UE allargata, attraverso l'attuazione degli obiettivi di Lisbona - allargamento accresce il potenziale di crescita economica. Nel raccogliere i benefici di un'Unione Europea a 25, dobbiamo ispirarci ai valori fondamentali del processo di Lisbona: spirito imprenditoriale, gestione pubblica sana e trasparente, politiche economiche orientate alla crescita e alla stabilità. Affermando la volontà pubblica di realizzare gli obiettivi di Lisbona miglioriamo le condizioni quadro necessarie affinché il settore privato cresca e tragga giovamento da un mercato unico allargato. Ciò è inoltre necessario per rafforzare la fiducia del settore privato e per contribuire agli investimenti necessari all'interconnessione della nuova Europa in termini di trasporto e di energia. L'UE a 25 fornisce inoltre nuove possibilità di scambi di idee e promuove in tal modo la ricerca e lo sviluppo. Lo Spazio europeo della ricerca sarà ampliato a beneficio di tutti. Una società dell'informazione senza emarginati collegherà i cittadini in tutti i 25 paesi, vale a dire in tutta l'Europa. L'UE a 25 sarà inoltre un leader ancora più forte a livello mondiale in materia di sviluppo sostenibile, che attuerà gli impegni di Doha, Monterrey e Johannesburg. Alargamento - trattato di adesione seguito del buon esito dei negoziati di adesione con Cipro, la Repubblica ceca, l'Estonia, l'Ungheria, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la Repubblica slovacca e la Slovenia a Copenaghen nel dicembre 2002, il Consiglio europeo saluta con favore i notevoli sforzi di tutti coloro che hanno contribuito a mettere a punto il trattato e l'atto di adesione affinché sia firmato ad Atene il 16 aprile 2003. Sarà un evento solenne che suggellerà la determinazione degli Stati membri attuali e futuri ad associarsi per realizzare il progetto europeo. Il Consiglio europeo sottolinea pertanto l'importanza di decisioni rapide sia da parte del Parlamento che del Consiglio per assicurare il rispetto del calendario prestabilito. L'esito positivo del referendum tenutosi recentemente a Malta sull'adesione all'Unione europea costituisce un primo passo importante sul cammino che conduce ad un'Europa più ampia di pace, democrazia, stabilità e prosperità. L'Unione rende omaggio al popolo maltese per la sua decisione ed esorta i popoli degli altri Stati aderenti a cogliere l'opportunità di raccogliere i frutti dell'adesione, concretizzando l'allargamento dal 1º maggio 2004. Iraq - L'inizio del conflitto militare ci pone di fronte ad una situazione nuova. La nostra speranza è che il conflitto si concluda con perdite di vite umane e sofferenze minime. I nostri obiettivi comuni sono: Per quanto riguarda l'Iraq: 'UE si impegna per l'integrità territoriale, la sovranità e la stabilità politica e il pieno ed effettivo disarmo dell'Iraq in tutto il suo territorio nonché per il rispetto dei diritti della popolazione irachena, comprese tutte le persone appartenenti a minoranze; riteniamo che l'Onuebba continuare a svolgere un ruolo centrale durante e dopo la crisi attuale. Il sistema delle Nazioni Unite dispone di capacità uniche e di esperienza pratica per il coordinamento dell'assistenza negli Stati che escono da conflitti. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe conferire alle Nazioni Unite un fermo mandato per tale missione; Dbbiamo affrontare urgentemente le principali esigenze umanitarie che scaturiranno dal conflitto. L'UE si impegna a partecipare attivamente in tale settore, conformemente ai principi stabiliti. Appoggiamo la proposta del Segretario Generale dell'Onuhe si possa continuare a far fronte alle esigenze umanitarie della popolazione irachena mediante il programma "Petrolio in cambio di cibo"; esideriamo contribuire efficacemente a creare le condizioni che consentiranno a tutti gli iracheni di vivere nella libertà, dignità e prosperità sotto un governo rappresentativo, in pace con i suoi vicini e come membro attivo della comunità internazionale. Il Consiglio invita la Commissione e l'Alto Rappresentante ad esplorare i mezzi mediante i quali l'UE può aiutare il popolo iracheno a conseguire questi obiettivi. Per quanto riguarda il fronte regionale: esprimiamo solidarietà e rimaniamo pronti a fornire assistenza ai paesi che si trovano ad affrontare problemi e rischi in conseguenza del conflitto, ivi inclusi possibili flussi di rifugiati. L'UE si impegnerà attivamente per sostenere la stabilità regionale; esortiamo tutti i paesi della regione ad astenersi da azioni che potrebbero condurre ad un'ulteriore instabilità; i paesi della regione hanno anche una responsabilità particolare nella prevenzione degli atti di terrorismo; continueremo a lavorare attivamente per dare nuova vitalità al processo di pace in Medio oriente mediante la pubblicazione ed attuazione immediata della tabella di marcia approvata dal Quartetto; approfondiremo il nostro dialogo e la cooperazione con il mondo arabo e islamico in tutti i settori. Ci auguriamo che sia presto possibile utilizzare proficuamente le considerevoli opportunità offerte dal processo di Barcellona. Sul piano internazionale: ribadiamo il nostro impegno riguardo al ruolo fondamentale delle Nazioni Unite nel sistema internazionale e alla responsabilità primaria del Consiglio di sicurezza per il mantenimento della pace e della stabilità internazionali; siamo determinati a rafforzare la capacità dell'Unione europea nel contesto della Pesc e della Pesd; restiamo convinti che dobbiamo rafforzare il partenariato transatlantico, che resta una priorità strategica fondamentale per l'Unione europea; a tale scopo, è necessario un dialogo costante sulle nuove sfide regionali e mondiali; continueremo a contribuire a rafforzare ulteriormente la coalizione internazionale contro il terrorismo; intensificheremo inoltre le nostre attività per una politica multilaterale globale, coerente ed efficace della comunità internazionale al fine di prevenire la proliferazione delle armi di distruzione di massa.Gli obiettivi summenzionati sono correlati e complementari. Dovrebbero essere perseguiti parallelamente, attraverso l'azione coordinata di tutti i principali attori internazionali. In questo spirito, il ristabilimento dell'unità della comunità internazionale è un imperativo assoluto. Medio Oriente - La crisi irachena rende ancor più indispensabile affrontare e risolvere gli altri problemi della regione. Il conflitto israelo-palestinese, in particolare, continua ad essere motivo di grande preoccupazione. Entrambe le parti dovrebbero agire con la massima moderazione. È l'ora del negoziato, del compromesso e della riconciliazione, non quella del circolo vizioso dell'odio, del conflitto e della violenza. Riconfermiamo il nostro pieno sostegno alla visione della comunità internazionale di due Stati che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, sulla base dei confini del 1967. Tutti gli interessati condividono la responsabilità storica di trasformare questa visione in realtà. La tabella di marcia approvata il 20 dicembre 2002 dal Quartetto traccia la via per raggiungere una soluzione definitiva, equa e globale. Essa deve essere pubblicata e attuata immediatamente, e al contempo è necessario compiere progressi nei settori della sicurezza, della politica e dell'economia. Rimaniamo pronti ad assistere le parti nell'attuazione della tabella di marcia, insieme agli Stati Uniti, alla Russia e alle Nazioni Unite. In questo spirito, accogliamo con compiacimento la dichiarazione del 14 marzo del Presidente Bush, in cui egli annuncia la sua intenzione di far progredire la tabella di marcia. L'Unione europea accoglie con favore e sostiene il dibattito in corso in seno all'Autorità e alla società civile palestinesi vertente sulla promozione di una riforma politica di ampio respiro. La nomina di un Primo Ministro dotato di sostanziali competenze è un primo passo fondamentale a tale riguardo e imprimerà uno slancio fondamentale al processo di pace. Il Consiglio europeo si rallegra della firma, da parte del Presidente Arafat, dell'atto che crea la carica di Primo Ministro, nonché della sua decisione di conferire a Mahmud Abbas tale carica. L'Unione proseguirà nel suo impegno ed esorta tutte le parti a sostenere coerenti sforzi volti a riformare e a ricostituire l'Autorità palestinese. Sono urgentemente necessarie misure per porre fine alla tragedia umanitaria nei territori palestinesi. L'UE reitera il suo appello a Israele affinché muti radicalmente la sua politica in materia di insediamenti, che costituisce un ostacolo per la pace tanto a breve quanto a più lungo termine. Israele dovrebbe inoltre contribuire efficacemente agli sforzi miranti alla riforma palestinese. Tutte le parti dovrebbero adoperarsi per porre fine alla violenza. L'Unione europea ha compiuto e continuerà a compiere ogni sforzo per pervenire alla pace in Medio Oriente, a beneficio dei popoli della regione ma anche della pace e della stabilità internazionali. Balcani Occidentali - Il Consiglio europeo ha condannato vigorosamente l'assassinio del primo ministro serbo Zoran Djindjic. Ha accolto con favore la nomina di nuovi governi in Serbia e Montenegro. Ha fermamente sostenuto la determinazione del nuovo Primo Ministro serbo, Zoran Zivkovic, a perseguire risolutamente le politiche promosse da Zoran Djindjic, in particolare la lotta incessante contro la criminalità organizzata e la corruzione, la completa democratizzazione delle strutture statali e la piena cooperazione con l'Icty. A tal fine il Consiglio europeo ha offerto alla nuova leadership il pieno sostegno dell'UE nell'attuazione delle necessarie riforme, che consentiranno ulteriori progressi verso le strutture europee, e in particolare l'UE. Il Consiglio europeo ha invitato l'Alto Rappresentante e la Commissione a presentare proposte concrete in tal senso per il prossimo Consiglio "Affari generali e relazioni esterne". Il Consiglio europeo sostiene la rapida adesione di Serbia e Montenegro al Consiglio d'Europa sulla base degli impegni richiesti da quest'ultimo. Il futuro dei Balcani occidentali è all'interno dell'UE. Per renderlo sicuro si richiedono una forte volontà politica e sforzi incessanti. L'Unione europea s'impegna a sostenere pienamente gli sforzi dei paesi volti a consolidare la democrazia e la stabilità e a promuovere lo sviluppo economico. Il subentro dell'UE alla guida dell'operazione di polizia in Bosnia-Erzegovina e dell'operazione militare nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia costituisce un'ulteriore tangibile prova del nostro pieno impegno nei confronti della regione. In particolare il Consiglio ha accolto con favore l'avvio dell'operazione militare dell'UE nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, che il 31 marzo 2003 farà seguito all'operazione "Allied Harmony" della Nato. Il Consiglio europeo, nel sottolineare che i Balcani occidentali continuano a figurare tra le priorità dell'UE, ricorda le conclusioni adottate nel dicembre 2002 a Copenaghen. Il vertice di Salonicco del 21 giugno rappresenterà un passo nuovo e importante per l'ulteriore rafforzamento della relazione tra l'UE ed i paesi dei Balcani occidentali. In tale ottica il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione ad esaminare modi e mezzi, basandosi anche sull'esperienza acquisita nel processo di allargamento, per consolidare ulteriormente la politica di stabilizzazione e di associazione dell'Unione nei confronti della regione. Cipro - Il Consiglio europeo si rammarica che gli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite diretti a trovare una soluzione globale per il problema di Cipro siano falliti. L'UE sostiene decisamente il proseguimento della missione di mediazione del Segretario generale e dei negoziati basati sulle sue proposte. Essa invita tutte le parti interessate a compiere ogni sforzo verso una soluzione giusta, realizzabile e funzionale e, in particolare, invita i dirigenti turco-ciprioti a rivedere la loro posizione. Il Consiglio europeo ribadisce le decisioni prese a Copenaghen in merito all'adesione di Cipro all'UE. Corea del Nord Il Consiglio europeo ha avuto un breve scambio di vedute sulla Corea del Nord. Ha invitato la Corea del Nord ad astenersi da qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente la situazione. Ha ribadito che il mancato rispetto da parte della Corea del Nord dei suoi obblighi internazionali in materia di armamenti nucleari è motivo di grave preoccupazione per l'intera comunità internazionale e nuoce ai suoi stessi interessi. Il Consiglio europeo ha ribadito la sua disponibilità a contribuire a una soluzione diplomatica della crisi. L'UE rimarrà in contatto con i principali attori. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio di tenere una sessione speciale sulla Corea del Nord e di invitare i paesi limitrofi, in particolare il Giappone e la Corea del Sud, ad effettuare uno scambio di opinioni con i ministri sulla situazione. Essa è pronta a esaminare la possibilità di rafforzare la cooperazione con la Corea del Nord qualora l'attuale crisi possa essere risolta in modo soddisfacente. 

STANCA FIRMA LINEA DI CREDITO DI 3 MLN $ C ON BANCA INTER-AMERICANA PER SVILUPPARE L'E-GOVERNMENT NELL'AMERICA LATINA 
Milano, 24 marzo 2003 - L'Italia consolida il proprio ruolo guida nel processo di crescita dell'e-Government nei Paesi in via di sviluppo. Una linea di credito di 3 milioni di dollari è stata infatti sottoscritta da Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie (Mit), per conto del Governo, con Enrique Iglesias, presidente della Banca Inter-americana per lo Sviluppo (Inter-american Development Bank), per implementare i progetti del Governo italiano per la diffusione dell'e-Government in paesi Latino-Americani e Caraibici. A beneficiarne saranno 7 paesi dell'area. L'iniziativa finanziaria si aggiunge alle altre due promosse in precedenza dal ministro Stanca con l'Undesa (Dipartimento Affari Economici e Sociali dell'Onu) e con la Banca Mondiale (Gateway Foundation). La firma è avvenuta in occasione dell'annuale assemblea dell'IAdb, a Milano, presenti delegazioni dei 46 Paesi membri della Banca, tra cui l'Italia. "L'Italia intende estendere all'America Latina l'attuazione di un modello di e-Government che favorisca la realizzazione di pubbliche amministrazioni efficienti e trasparenti, che siano motore di sviluppo per la crescita sociale ed economica", ha spiegato il ministro. "Nel nuovo contesto mondiale, l'innovazione tecnologica deve contribuire a creare un futuro migliore, ma solo a condizione che essa diventi patrimonio di tutti. In tale ambito l'Italia già svolge un importante ruolo internazionale di cooperazione e di stimolo per far in modo che queste opportunità offerte dall'innovazione tecnologica siano portate nelle aree che hanno maggiori necessità di sviluppo", ha aggiunto Stanca. L'operazione finanziaria, ha ricordato il ministro, "rientra quindi nel piano che l'Italia ha già varato per i Paesi in via di sviluppo per rendere disponibile ed estendibile un modello di riferimento di e-Government basato sulle migliori esperienze mondiali". Nel quadro della fornitura di una sorta di "piano regolatore" di una moderna pubblica amministrazione digitalizzata, il ministro per l'Innovazione e le tecnologie, d'intesa con i colleghi degli Affari Esteri e della Funzione Pubblica, ha avviato una prima fase di partenariato con Albania (contabilità nazionale e strategia di sviluppo dell'e-Government), Giordania (contabilità nazionale ed e-Procurement), Mozambico (rete telematica di governo e catasto), Nigeria (contabilità e statistica nazionale) e Tunisia (in via di definizione). Ad oggi circa 20 paesi dei Balcani, Africa, America Latina e Caraibi, Asia hanno chiesto di partecipare come beneficiari all'iniziativa "e-Government per lo sviluppo". 

IL PRESIDENTE DELLA BANCA INTERAMERICANA DE DESAROLLO (BID) INCONTRA I VERTICI DEI GRUPPI PIRELLI E TELECOM ITALIA. DISCUSSI I PRINCIPALI TEMI RELATIVI ALLO SVILUPPO DELL'AMERICA LATINA 
Milano, 24 marzo 2003 - Nell'ambito del 44° Annual Meeting del Board of Governors della Banca Interamericana de Desarollo (Bid) in corso a Milano, il Presidente Enrique Iglesias ha incontrato oggi a colazione presso la Bicocca degli Arcimboldi i vertici dei Gruppi Pirelli e Telecom Italia. Il Presidente Iglesias e una delegazione della Banca sono stati ricevuti da Marco Tronchetti Provera, Presidente di Pirelli e Telecom Italia, da Marco De Benedetti, amministratore delegato di Telecom Italia Mobile, e da alcuni top manager dei due gruppi. Nel corso della colazione, cui hanno partecipato anche il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il Presidente di Assolombarda Michele Perini, il Presidente della Sea Giorgio Fossa e il Presidente degli Aeroporti di Roma Paolo Savona, sono stati discussi i principali temi relativi allo sviluppo dell'America Latina, per la quale le previsioni del 2003 sono di un complessivo miglioramento. L'incontro ha confermato lo stretto legame fra l'industria italiana, la regione sudamericana e la Bid. In particolare, Pirelli e Telecom Italia giocano un ruolo di assoluto rilievo nella regione. Il Gruppo Pirelli, presente in America Latina sin dalla fine del 1800, ha accresciuto progressivamente la sua presenza stabilendo insediamenti produttivi in Argentina, Brasile, Venezuela, Cile e Messico, che attualmente generano circa il 12% del fatturato del Gruppo. In Brasile, inoltre, Pirelli è particolarmente impegnata in iniziative di responsabilità sociale, come il progetto che coinvolge i seringueiros, una popolazione dell'entroterra che estrae la gomma direttamente dagli alberi attraverso le tecniche tradizionali. Per Telecom Italia l'America Latina rappresenta invece il principale obiettivo dello sviluppo internazionale del Gruppo, la cui priorità è l'ampliamento del servizio GSM nella regione e per il quale il Gruppo ha investito nel corso degli ultimi anni circa 7 miliardi di euro nella creazione di infrastrutture e in nuove acquisizioni. In particolare, Telecom Italia Mobile è oggi l'unico operatore Gsm in grado di assicurare la copertura completa del Brasile. Nell'ambito dello sviluppo della Regione, la Bid riveste un'importanza particolare, dal momento che rappresenta, con i suoi 46 soci e il suo capitale di circa 101 miliardi di dollari, la maggiore istituzione multilaterale del Sud America, fondata nel 1959 proprio per contribuire ad accelerare lo sviluppo economico e sociale. 

HDP- HOLDING DI PARTECIPAZIONI INDUSTRIALI: RISULTATI 2002 IL RISULTATO OPERATIVO CONSOLIDATO TORNA POSITIVO PER 60,8 MILIONI, IN FORTE MIGLIORAMENTO RISPETTO AL NEGATIVO DI 33,0 MILIONI DEL 2001 
Milano, 24 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di HdP - Holding di Partecipazioni Industriali, riunitosi il 18 marzo sotto la presidenza di Francesco Tato', ha esaminato i risultati consolidati e quelli della Capogruppo relativi all'esercizio 2002. Il 2002 è stato caratterizzato dal proseguimento del percorso di concentrazione del Gruppo nel settore della comunicazione e dalla conseguente dismissione dei settori moda e abbigliamento sportivo. In tale contesto le Assemblee dei Soci, tenutesi lo scorso dicembre, hanno deliberato l'approvazione, con effetto 1° gennaio 2003, del progetto di scissione parziale di Rcs Editori a beneficio di HdP e della sua controllata Rcs Pubblicità. Ad HdP vengono conferite le partecipazioni dirette e indirette nelle società Rcs Libri, Rcs Periodici, Rcs Diffusione, le partecipazioni finanziarie, quelle ritenute "non core", oltre all'attribuzione delle funzioni "corporate". Ad Rcs Pubblicità viene invece conferito il ramo d'azienda "Pubblicità". Ad integrazione di tale processo, nei primi mesi del 2003 sono stati definiti gli accordi per la cessione di tutte le attività operative del Gruppo Fila ed è stata proposta la modifica della denominazione sociale della Capogruppo. La comparabilità dei due esercizi è pertanto condizionata dal mutamento del perimetro di consolidamento, che registra l'ingresso del Gruppo Sper e l'uscita dei settori moda e abbigliamento sportivo (il consolidamento di Fila è passato dal metodo integrale alla valutazione a patrimonio netto). Gruppo HdP I ricavi netti consolidati passano da 3.357,2 a 2.214,0 milioni di euro per effetto del mutato criterio di consolidamento di Fila (che nello scorso esercizio contribuiva per 980,3 milioni) e della flessione di 226,8 milioni di Gft Net, dovuta alle cessioni delle società Valentino, Revedi e Facis; per contro, RCS registra un incremento di circa 37,0 milioni. Il margine operativo lordo è di 144,6 milioni, in aumento del 24,4% rispetto ai 116,2 nel 2001. Il risultato operativo ritorna positivo per 60,8 milioni, in forte miglioramento rispetto alla perdita operativa di 33,0 milioni dello scorso esercizio. Gli oneri finanziari netti si riducono da 40,1 a 0,7 milioni. Gli oneri da partecipazioni e le rettifiche di attività finanziarie sono di 159,0 milioni (10,3 nel 2001), comprensivi di 77,1 milioni per svalutazioni di partecipazioni quotate e di 73,7 milioni relativi al risultato pro-quota Fila. I proventi straordinari netti ammontano a 14,0 milioni (contro un negativo di 127,5 milioni). In tale ambito è stato costituito un fondo oneri di ristrutturazione di 15,0 milioni. Il risultato netto di competenza, pur rimanendo negativo per 152,3 milioni, è in significativo miglioramento rispetto alla perdita di 232,1 milioni del 2001 ed è determinato dalle rettifiche di attività finanziarie e dagli accantonamenti sopra citati. Con riferimento ai dati patrimoniali, il capitale investito netto è di 1.219,2 milioni (1.939,9 nel 2001) e il patrimonio netto consolidato risulta di 971,9 milioni. L'indebitamento finanziario netto passa da 594,4 a 83,1 milioni grazie all'uscita dall'area di consolidamento integrale di Fila, alla cessione delle società del settore moda ed alla generazione di cassa di Rcs Editori. I dipendenti (media annua) sono scesi da 10.849 unità (5.313 in Italia) a 6.417 (4.046 in Italia). Gruppo Rcs I ricavi netti consolidati del Gruppo Rcs crescono di circa 37,0 milioni attestandosi a 2.052,0 milioni (2.015,0 nello scorso esercizio). Il risultato operativo è di 85,2 milioni (87,7 milioni nel 2001). L'utile netto aumenta da 3,2 a 20,1 milioni. Il livello di redditività operativa, sostanzialmente in linea con l'esercizio precedente, dimostra sia la capacità di reazione dell'azienda alla difficile situazione di mercato, sia la valenza strategica del mix di attività. Il leverage sui marchi, il contenimento del costo del lavoro, unitamente all'incremento dei prezzi dei quotidiani ed alla contrazione del prezzo della carta, hanno consentito di compensare la flessione dei ricavi pubblicitari. I risultati hanno inoltre confermato la correttezza di alcune scelte strategiche, come gli investimenti recenti nel settore Libri, che hanno consentito di calmierare, almeno in parte, la ciclicità negativa che ha interessato alcuni segmenti in cui il Gruppo opera. L'indebitamento finanziario netto è di 256,6 milioni (361,5 nel 2001), in diminuzione per effetto del flusso dell'attività di esercizio (influenzato dalla contrazione del capitale circolante) e degli investimenti sul fronte industriale e sull'Ict, oltre che degli esborsi relativi alle acquisizioni effettuate. Sull'andamento del Gruppo si segnala in dettaglio: Quotidiani: il Corriere della Sera conferma la propria leadership a livello di diffusione copie medie giornaliere tra i quotidiani nazionali e registra un incremento del 26% circa dei ricavi editoriali, a cui concorrono il successo dei prodotti collaterali (libri e video) e l'aumento del prezzo di copertina, nonostante cinque giornate di sciopero (una sola nell'esercizio 2001) e il mancato ricorso a promozioni nazionali gratuite. Gazzetta dello Sport rafforza la leadership con una crescita del 2,1% della diffusione copie medie giornaliere (contro uno 0,8% del mercato) e aumenta i ricavi editoriali, pur scontando sei giornate di sciopero. Periodici Italia: i ricavi editoriali sono pari a 126,3 milioni, in flessione principalmente per il minor venduto delle iniziative promozionali in Cd Rom abbinate a Oggi (che si conferma leader nel segmento dei familiari con il 37% circa di quota) e per il cambio di periodicità di Amica, che ha ottenuto un grande successo, raggiungendo circa 290.000 copie già nei primi mesi dell'anno in corso. Nel segmento dei settimanali di fascia alta, con una quota pari al 36,7%, Anna ha ulteriormente incrementato la propria leadership. Max, Capital, Novella 2000 e Il Mondo presentano risultati positivi in termini diffusionali in controtendenza rispetto al mercato. Pubblicità: in un contesto di mercato sfavorevole, la raccolta netta del Gruppo in Italia è pari a 623,4 milioni (661,5 nello scorso esercizio). Nel settore della pubblicità esterna (in cui il Gruppo è presente attraverso Igp-Jcdecaux) i ricavi sono in flessione del 5,7%, contro una contrazione dei mercati di riferimento del 9,2%. Blei (attiva nella raccolta pubblicitaria sui media esteri) ha portato a consuntivo ricavi netti per 32,5 milioni (39,5 nel 2001). Periodici Estero: prosegue la tendenza negativa del mercato tedesco, in presenza di una flessione complessiva degli investimenti pubblicitari. In questo contesto di mercato sia la testata Max sia le attività del Verlagsgruppe Milchstrasse (che ha proseguito la riorganizzazione societaria, i cui benefici economici si svilupperanno già a partire dall'anno in corso) hanno registrato una contrazione dei ricavi complessivi pari al 2,6%. La testata Tv Spielfilm si conferma, nel segmento dei prodotti di alto target, al primo posto nella raccolta pubblicitaria ed al secondo a livello diffusionale. Le partecipazioni in Estremo Oriente segnalano invece un generale miglioramento rispetto al 2001. Unedisa: i ricavi consolidati aumentano complessivamente del 3,7%, principalmente per lo sviluppo dell'attività di distribuzione, raggiungendo 239,4 milioni. I ricavi pubblicitari flettono appena dello 0,8% mentre la componente editoriale è in linea con il 2001. El Mundo si conferma secondo quotidiano spagnolo in termini di diffusione. Libri: la lieve diminuzione dei ricavi è attribuibile fondamentalmente al negativo andamento dei tascabili, cui si sono contrapposti i positivi andamenti delle novità rilegate e di alcuni titoli di catalogo. Il fatturato netto di Flammarion (Francia) passa da 215,9 a 228,5 milioni, in aumento del 5,8%. Scolastica e Professionale: i ricavi evidenziano un miglioramento dell'1,8%, confermando la leadership di Oxford University Press, di Fabbri-Bompiani nel segmento scuole medie e di Tramontana nelle discipline economico-giuridiche. RCS Scuola si rafforza nel comparto delle scuole superiori grazie all'apporto del catalogo Calderini-Edagricole. Fascicoli: Rcs Collezionabili registra un incremento dei ricavi complessivi del 2,9% (contro una flessione del mercato del 2,1%), originato dal maggior apporto dei proseguimenti pari al 41%, che compensa il minore contributo dei lanci, in flessione dell'11%. Il Gruppo Sper è attivo nel settore radiofonico attraverso Finwork Finanziaria Italia (RIN - Radio Italia Network), Cnr (syndication nazionale Cnrplus) e Agr (Agenzia Giornalistica Radiofonica). I ricavi netti pro-forma passano da 26,3 a 23,3 milioni, sostanzialmente per effetto della crisi del mercato pubblicitario. Il risultato netto è negativo per 8,6 milioni (era positivo per 1,1 milioni nell'esercizio 2001, che contava proventi straordinari per 7,4 milioni relativi alla cessione di partecipazioni). La situazione patrimoniale evidenzia un aumento dell'attivo immobilizzato netto da 11,9 a 14,9 milioni, principalmente per effetto degli investimenti per l'acquisto di 28 frequenze (4,5 milioni circa). L'indebitamento finanziario netto è pari a 5,6 milioni (5,0 nel precedente esercizio). Il Gruppo sta investendo sia nel palinsesto, per ampliare la fascia di ascoltatori, che in ulteriori frequenze, per migliorare la diffusione del segnale. La rete di vendita radio è stata assorbita da Rcs Pubblicità mentre Agr sta attivando stabili collaborazioni con giornalisti del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Gruppo Gft Net - I ricavi consolidati ammontano a 134,9 milioni (361,4 nel precedente esercizio) e riflettono l'avvenuta cessione della quasi totalità delle attività. Il margine operativo lordo, per contro, cresce fortemente passando da un negativo di 16,3 milioni nel 2001 ad un positivo di 3,9 milioni nel 2002. Il risultato operativo, pur rimanendo negativo, migliora attestandosi a 4,9 milioni (contro una perdita di 48,0 milioni dell'esercizio precedente) e il risultato netto passa da una perdita di 79,6 ad una di 12,1 milioni. Per quanto riguarda la situazione patrimoniale e finanziaria, il valore netto delle attività cedute (260,4 milioni) ed il minor circolante (58,2 milioni) hanno generato fondi per complessivi 318,6 milioni, assorbiti per 41,0 milioni dall'utilizzo del Tfr e dei fondi rischi e oneri mentre 249,7 milioni sono andati a ridurre l'indebitamento finanziario, che passa da 281,9 a 32,2 milioni. Da sottolineare il buon andamento di Joseph Abboud, unico marchio oggi in portafoglio, con ricavi di 80 milioni di dollari e un Ebit di 10,5 milioni di dollari, migliore di 6,6 milioni rispetto all'esercizio precedente. Gruppo Fila - I ricavi consolidati di Fila passano da 980,3 a 913,9 milioni a causa, da un lato, della chiusura di alcune filiali (Australia e Brasile) e, dall'altro, dell'effetto sfavorevole dei cambi. Il risultato operativo, in forte miglioramento, è positivo per 20,1 milioni di euro contro una perdita di 45,1 milioni nel precedente esercizio. Il risultato netto, pur rimanendo negativo per 80,9 milioni, è in forte miglioramento rispetto alla perdita di 139,7 milioni del 2001. Il capitale investito netto alla fine del periodo è diminuito da 455,7 a 306,8 milioni e l'indebitamento finanziario netto passa da 359,2 a 192,4 milioni, principalmente per effetto dell'avvenuto aumento di capitale per 105,5 milioni di euro. HdP S.p.A. Il bilancio della Capogruppo chiude con un risultato netto di competenza negativo per 194,4 milioni, rispetto a un risultato negativo di 123,7 nello scorso esercizio, determinato prevalentemente da rettifiche di valore non ricorrenti di 195,6 milioni, accantonamenti al fondo oneri di ristrutturazione per 15,0 milioni nonché dall'assenza di dividendi da parte delle società controllate. Le rettifiche di valore di attività finanziarie si riferiscono a Fila (72,4 milioni), Gft Net (28,9 milioni), HdPnet (7,6 milioni), Editoriale SPper (6,9 milioni), Banca Intesa (66,1 milioni), Dada (5,1 milioni), Poligrafici Editoriale (4,0 milioni) ed altre partecipazioni minori (4,6 milioni). Per Fila, oltre all'allineamento del valore di carico al patrimonio netto consolidato di competenza, è stato mantenuto nel passivo un ammontare di 75,0 milioni nel fondo per rischi ed oneri, che allinea il valore a quello stimato risultante dopo le cessioni delle attività. L'analisi delle altre poste del conto economico evidenzia dividendi e relativi crediti d'imposta per 8,7 milioni (135,4 nel 2001) e proventi finanziari netti per 18,0 milioni (30,2 milioni nello scorso esercizio). Le spese di funzionamento sono in riduzione da 33,4 a 30,7 milioni a fronte della diminuzione dei costi del personale e dei canoni di leasing gravanti sull'immobile di Via Turati, compensate dalle maggiori spese per consulenze prevalentemente relative ad operazioni di natura non ricorrente (5,1 milioni). Il capitale investito netto è di 957,4 milioni, inferiore di 194,0 milioni rispetto allo scorso esercizio (1.151,4 milioni). Le disponibilità finanziarie nette ammontano a 246,1 milioni e sono sostanzialmente in linea con l'esercizio precedente (254,7 milioni). A tale risultato concorrono, da una lato, le acquisizioni di Editoriale Sper e Agr (44,5 milioni) e di Poligrafici Editoriale (28,6 milioni), la sottoscrizione degli aumenti di capitale in Fila (105,5 milioni), Editoriale Sper (6,6 milioni) e HdPnet (5,8 milioni) e l'acquisto di azioni proprie (17,8 milioni); dall'altro, il rimborso del finanziamento a Valentino (126,9 milioni) e l'estinzione di finanziamenti verso i Gruppi Fila e Rcs (rispettivamente 39,9 e 30,0 milioni). Fatti di rilievo dopo la chiusura dell'esercizio - in data 4 marzo, il Consiglio di Amministrazione di HdP - Holding di Partecipazioni Industriali S.p.A. ha approvato la proposta relativa al cambio della propria denominazione sociale in "Rizzoli Corriere della Sera MediaGroup S.p.A", in forma abbreviata "RCS MediaGroup S.p.A." o "RCS S.p.A". La nuova denominazione che, se approvata dall'Assemblea Straordinaria, decorrerà dal 1° maggio 2003, vuole confermare e sottolineare la concentrazione delle attività del Gruppo nell'editoria e nella comunicazione; in data 6 marzo, RCS Editori ha definito l'accordo, che incrementa all'89,1% la partecipazione nel capitale Unedisa (editore de El Mundo), rilevando il 30% dal gruppo Recoletos ed il 5% dai Promotores (soci fondatori). Tale operazione è in linea con gli obiettivi del Gruppo di proseguire e rafforzare la crescita nel mercato spagnolo; in data 7 marzo, Fila Holding ha raggiunto l'accordo per la vendita di tutte le sue partecipazioni dirette che costituiscono l'attuale attività operativa del Gruppo: Fila Netherland, Fila Sport, Ciesse Piumini e Fila Usa a Sport Brands International Llc, controllata dal fondo privato di investimenti americano Cerberus. Il prezzo di cessione è di US$ 351 milioni, al lordo dell'indebitamento finanziario al 31 dicembre scorso (295 milioni di euro). HdP è intervenuta nell'accordo come garante degli impegni assunti da Fila ed ha anche deliberato il lancio di una offerta di acquisto sugli Ads / azioni ordinarie in circolazione al prezzo unitario di 1,12 dollari; Evoluzione prevedibile della gestione - Il quadro congiunturale italiano e internazionale non mostra segnali di ripresa e non si prevede che, nell'arco del corrente anno, possano manifestarsi effetti che migliorino l'andamento economico e che rendano possibile un significativo incremento della raccolta pubblicitaria e delle vendite dei prodotti. Il Gruppo ha completato la riorganizzazione e, dall'inizio del corrente esercizio, le sue attività e risorse sono concentrate nel settore dell'editoria e della comunicazione. Pertanto i risultati economici consolidati non saranno più influenzati dagli effetti economici negativi delle attività la cui cessione è stata ultimata nell'esercizio appena concluso. Tenuto conto delle prospettive sopra delineate, soprattutto in Italia e nei paesi europei dove il Gruppo ha le sue principali presenze, lo sforzo e l'impegno del management saranno rivolti, da un lato, alla crescita dei ricavi attraverso le iniziative che permettano lo sviluppo dei marchi e, dall'altro, alla prosecuzione delle azioni di recupero di efficienza. I programmi già introdotti lo scorso anno continueranno a produrre benefici anche in questo esercizio, ma l'impegno è volto a ottenere risultati ancora più ambiziosi. Sulla base delle attuali conoscenze e a meno di eventi straordinari oggi non ipotizzabili, si ritiene possibile il consolidamento del risultato operativo e un importante miglioramento del risultato netto, previsto di segno positivo. Per quanto riguarda la Capogruppo, si ritiene che il flusso dei dividendi derivanti dai risultati conseguiti dalle società controllate nell'esercizio appena concluso migliorerà in misura significativa e cesseranno gli effetti economici negativi derivanti dalle attività ormai dismesse. Tali fenomeni, fatti salvi eventi non prevedibili, fanno ritenere che anche il risultato della Capogruppo tornerà quindi ad essere positivo. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all'Assemblea dei Soci, già convocata per i giorni 14 e 15 aprile prossimi, di innalzare il numero massimo possibile dei componenti del Consiglio dagli attuali 15 a 21, modificando la relativa previsione Statutaria, così da agevolare l'ingresso di membri indipendenti in sede di rinnovo dell'intero Consiglio, già previsto all'Ordine del giorno dell'Assemblea medesima. Il Consiglio ha altresì deliberato di convocare l'Assemblea dei portatori di azioni di risparmio per i giorni 7, 8 e 9 maggio prossimi, per il rinnovo del rappresentante comune di categoria. 

ENEL ANNUNCIA L'ACQUISTO DELLA QUOTA DI FRANCE TELECOM IN WIND PER 1,3 MILIARDI DI EURO 
Roma, 24 marzo 2003 - Enel ha presentato il 21 marzo i risultati finanziari consolidati 2002 di Wind ed ha inoltre annunciato di aver raggiunto l'accordo per l'acquisto della quota del 26,6% di Orange (Gruppo France Telecom) in Wind, per un controvalore di 1,33 miliardi di euro. L'acquisizione della quota attribuisce a Enel il controllo del 100% di Wind. Punti Chiave Enel acquisterà in contanti il 26,6% Dell'accordo Enel - France Telecom France Telecom in Wind per un controvalore di 1,33 miliardi di euro, portando Il prezzo pagato da Enel per il così il controllo di Enel in Wind al 100%. trasferimento della quota di France Telecom implica uno sconto di oltre il 30% L'operazione rappresenta un(rispetto al valore di carico di Wind in Enel. ulteriore passo nella strategia di Enel di considerare Wind come un investimento finanziario. La piena proprietà dell'operatore telefonico garantirà a Enel il controllo del business e una maggiore flessibilità nella strategia finalizzata a Ricavi: 3.921(massimizzare il futuro valore di Wind. Risultati Wind 2002 milioni di euro (2001: 3.457 milioni); ebitda: 614 milioni di euro (2001: 18 Risultati del 2002 superiori alle aspettative, trainati dalla(milioni). crescita dei volumi di traffico, dell'Arpu (Average Revenue per User) e dal 28,5 milioni di clienti alla fine(rollout dei servizi a valore aggiunto (Vas). Buone(del 2002: 8,7 mln nel mobile; 7,4 mln nel fisso e 12,4 mln per Internet. prospettive per il 2003; Wind prevede di raggiungere l'indipendenza finanziaria entro la fine del 2004. Paolo Scaroni, Amministratore Delegato di Enel, ha commentato: "Wind ha proseguito il suo forte percorso di crescita anche durante il 2002. L'accordo siglato con France Telecom rappresenta un passo ulteriore della nostra strategia di considerare Wind come un investimento finanziario. Acquistando il 100% della proprietà di Wind otteniamo il pieno controllo del piano industriale, incrementando così le opzioni a disposizione per capitalizzare il nostro investimento appena Wind acquisterà l'indipendenza finanziaria". L'accordo e i risultati 2002 di Wind saranno illustrati questa mattina nel corso di una conference call per analisti e investitori che si terrà alle 10,30. Seguirà alle 12,30 una conferenza stampa presso l'Auditorium dell'Enel a Viale Regina Margherita, 125, alla presenza dell'Amministratore Delegato dell'Enel Paolo Scaroni, del Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo, Fulvio Conti, e dell'Amministratore Delegato di Wind, Tommaso Pompei. Ulteriori dettagli della transazione con france telecom Il prezzo pagato da Enel comprende la cancellazione della call option detenuta da France Telecom per incrementare la sua quota di partecipazione in Wind al 44% del capitale. L'accordo prevede inoltre un meccanismo di rimborso parziale a favore di France Telecom nel caso in cui, entro dicembre 2004, Enel venda azioni di Wind incassando in contanti un prezzo maggiore rispetto al valore attribuito alla società sulla base dell'importo pagato a France Telecom per rilevare la sua quota. La transazione prevede inoltre il trasferimento a Enel di un prestito concesso a Wind da France Telecom pari a 173 milioni di euro. L'efficacia dell'accordo rimane subordinata all'approvazione delle competenti autorità. I risultati finanziari 2002 di Wind Il Bilancio 2002 di Wind è stato approvato dall'Assemblea Ordinaria dei Soci che si è tenuta il 20 marzo 2003. Risultati consolidati al 31 Dicembre 2002 A fine 2002, i ricavi consolidati totali di Wind si attestano a 3.921 milioni di euro. A parità di perimetro di consolidamento (considerando Infostrada consolidata in Wind per l'intero arco del 2001), tale crescita è di circa il 13%, corrispondente a circa tre volte la crescita del mercato. I ricavi netti da servizi di telecomunicazioni salgono a 3.644 milioni di euro, con una crescita di oltre il 14% a parità di perimetro di consolidamento rispetto al 2001. L'ebitda consolidato per l'esercizio 2002 raggiunge i 614 milioni di euro, rispetto ai 18 milioni di euro dell'esercizio precedente proforma, con un'incidenza del 16,8% sui ricavi da servizi. Gli investimenti Wind dell'anno ammontano a 2.068 milioni di euro (rispetto ai 2.054 milioni di euro del 2001 proforma) finalizzati all'ulteriore implementazione delle reti fissa e mobile e alla realizzazione di nuovi servizi e contenuti per le varie piattaforme. Il flusso di cassa da gestione corrente, ovvero prima degli investimenti ma inclusi gli oneri finanziari, è positivo per 300 milioni di euro, rispetto ad un valore negativo per circa 200 milioni di euro nel 2001. L'indebitamento finanziario netto consolidato di Wind, a fine 2002, è pari a 6.910 milioni di euro (5.642 milioni di euro nel 2001), di cui 5.975 milioni di euro riguardano l'indebitamento finanziario netto verso terzi, 289 milioni di euro sono costituiti soprattutto dal debito per la parte differita del costo della licenza Umts e 646 milioni di euro sono relativi a prestiti subordinati dagli azionisti. Sulla posizione finanziaria netta di fine anno ha influito positivamente la conclusione di una operazione di cartolarizzazione dei crediti (già fatturati ovvero maturati ma non ancora fatturati) derivanti dai servizi postpagati di telefonia fissa e mobile. Il risultato netto consolidato è negativo per 900 milioni di euro, in linea con le aspettative di inizio anno. Risultati commerciali I clienti raggiungono complessivamente i 28,5 milioni a fine 2002, di cui 8,7 milioni nel mobile, 7,4 milioni nel fisso e 12,4 milioni di utenti registrati Internet. Il traffico telefonico complessivo di Wind raggiunge 56 miliardi di minuti, tra voce e dati nell'intero arco del 2002, con un incremento di circa il 10% rispetto al 2001. Nella telefonia mobile Wind raggiunge, con 8,7 milioni di Sim a fine 2002, una quota di mercato del 16%. Su questo mercato, Wind ha introdotto - prima in Italia - la portabilità del numero (Mnp) a partire da maggio 2002. Su un totale di 300.000 clienti che, a fine anno, hanno deciso di cambiare operatore telefonico, Wind si attesta leader di mercato con una quota del 46%, dimostrando così che anche in un segmento considerato maturo esistono concrete possibilità di crescita. I ricavi derivanti da mobile aumentano del 30%. A questa crescita hanno contribuito in particolare i ricavi da servizi dati che sono incrementati di quasi il 70% rispetto al 2001 ed hanno avuto una incidenza sui ricavi da mobile pari al 12% (9% nel 2001). Grande enfasi è stata data, infatti, alla diffusione dei Servizi a Valore Aggiunto (Vas) e all'introduzione di nuovi servizi multimediali come Mma e videoclip. Ancora una volta in anticipo sul mercato, Wind ha lanciato a dicembre 2002 i video messaggi via telefonino Gprs. La campagna natalizia di Wind - coerente con la strategia aziendale che punta sull'introduzione di servizi innovativi e la vendita di contenuti - si è dimostrata un successo con 800.000 WindCard vendute e la trasmissione, su rete Wind, di centinaia di migliaia di Mms per il periodo Natale-Capodanno 2002. Con 7,4 milioni di abbonamenti a fine 2002 e una quota di mercato del 66% tra gli operatori alternativi, Wind rappresenta nella telefonia fissa il principale concorrente all'azienda ex-monopolista. Nel corso dell'ultimo trimestre 2002, Wind ha decisamente accelerato nel proprio programma di acquisizione clienti in Ull (unbundling del local loop), con una campagna su base nazionale che colloca oggi la società ai primi posti in Europa per velocità e dimensioni di crescita. Wind, infatti, acquisisce oggi oltre 1.500 clienti ULL al giorno ed ha una copertura del servizio pari a oltre il 26% del mercato indirizzabile. Wind ha inoltre continuato la raccolta dei clienti sui servizi a banda larga (Adsl), posizionandosi, anche in questo segmento, come valido operatore alternativo con circa 40.000 clienti nel 2002. Nel segmento Internet, Wind è assoluta protagonista con 12,4 milioni di clienti registrati e con una crescita del 38% rispetto allo stesso periodo del 2001. Il portale Libero, con 7,7 miliardi di pageviews nel 2002 (in crescita del 27% rispetto al 2001) rappresenta la più importante realtà italiana del settore e si colloca ai primi posti del mercato europeo. A giugno 2002, Wind, per prima in Italia, ha lanciato i servizi a pagamento "Premium" per arricchire l'ampia offerta gratuita già disponibile sul portale e per consentire ai propri clienti di poter fruire di servizi e contenuti esclusivi ad alto valore aggiunto. Nel 2002, i ricavi derivanti dai servizi resi al gruppo Enel ammontano a 228 milioni di euro, con una incidenza pari al 5,8% sui ricavi totali, rispetto al 9% del 2001. Tale riduzione è dovuta sia allo sviluppo dei ricavi che alla riduzione delle tariffe applicate al gruppo Enel che, a partire dal 1 Gennaio del 2002, sono parametrate ai migliori benchmark di mercato. Sviluppo delle infrastrutture Wind ha realizzato in tempi record una infrastruttura tecnologica che le permette di offrire servizi integrati ed avanzati su tutto il territorio nazionale. A fine 2002, la rete mobile Gsm copre il 98% della popolazione, con disponibilità ovunque dei nuovi servizi Gprs. E' stato inoltre avviato lo sviluppo della rete di accesso Umts in alcune città italiane. L'integrazione del sistema GPRS con la rete dati di telefonia fissa (che ha copertura completa del territorio nazionale con 167 punti di presenza) permette ai clienti Wind di usufruire dei principali servizi dati anche in mobilità. Per quanto riguarda la telefonia fissa, i principali elementi sono sintetizzabili di seguito: - totalità della popolazione raggiunta sia in selezione che in preselezione dell'operatore; - 434 siti Ull equipaggiati in altrettante centrali telefoniche, che permettono di offrire il servizio di accesso diretto ai clienti di telefonia fissa sia in banda stretta che in banda larga (Adsl) sul 26% dell'intero mercato indirizzabile; - oltre 18.000 chilometri di backbone trasmissivo che collegano tutti i capoluoghi di provincia e altre principali città. Tale rete è anche connessa alla rete europea per un totale di 250 città europee in 16 paesi; - oltre 2.200 chilometri di infrastrutture (cavidotti e fibre) in fibra ottica per le reti metropolitane (Metropolitan Area Network) garantiscono accesso, alta capacità ed elevate prestazioni per servizi voce, dati e internet anche a livello locale, ottimizzando al tempo stesso i costi di interconnessione. E' stato inoltre completato nel 2002 il processo di integrazione dei call center di Wind, Infostrada e, a fine anno, anche di Blu. I 6 call center operano oggi come un unico call center virtuale, con un totale di chiamate gestite nel 2002 di circa 30 milioni. Le persone Wind Il Gruppo Wind, a fine dicembre 2002, conta oltre 8.600 dipendenti con età media di poco superiore ai 30 anni e con una incidenza dei laureati di circa il 30% (esclusi i call center) e con una presenza femminile aumentata rispetto al passato e che si attesta al 47%. Nel 2002, infine, sono state erogate poco meno di 24.000 giornate/uomo di formazione sia tecnico-specialistica che manageriale. Wind, oggi, è presente in Italia con sedi tecniche o commerciali in oltre 45 città. Altri eventi nel corso 2002 Importante è da considerarsi l'acquisizione e l'integrazione degli asset assegnati a Wind nell'operazione di break-up di Blu. Tra novembre e dicembre 2002, la migrazione dei clienti Blu ha fatto registrare circa 450.000 clienti passati a Wind, con un A novembre 2002, Wind si è aggiudicata il risultato superiore alle attese. gara per i servizi radiomobili indetta da Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici), confermando ed ampliando il contratto già acquisito nel novembre 2000. Questa importante conferma convalida Wind come operatore A luglio del(affidabile e competitivo per il mercato dei servizi alle aziende. 2002, l'Autorità per le Telecomunicazioni ha riconosciuto a Wind "notevole forza di mercato" per quanto riguarda l'accesso ad Internet, in particolare per il mercato intermedio dell'interconnessione di terminazione delle chiamate Il sito istituzionale www.wind.it rilanciato dopo un(destinate ad Internet. profondo restyling, ha riscosso un importante successo fra i siti degli operatori italiani con oltre 14,7 milioni di pagine viste e 664.000 visitatori unici (fonte Nielsen NetRatings, dicembre 2002). 

IL BILANCIO 2002 DI WIND È STATO APPROVATO DALL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI CHE SI È TENUTA IL 20 MARZO 2003. RICAVI: 3.921 MILIONI DI EURO (2001: 3.457 MILIONI); EBITDA: 614 MILIONI DI EURO (2001: 18 MILIONI). 
Roma, 24 marzo 2003 - A fine 2002, i ricavi consolidati totali di Wind si attestano a 3.921 milioni di euro. A parità di perimetro di consolidamento (considerando Infostrada consolidata in Wind per l'intero arco del 2001), tale crescita è di circa il 13%, corrispondente a circa tre volte la crescita del mercato. I ricavi netti da servizi di telecomunicazioni salgono a 3.644 milioni di euro, con una crescita di oltre il 14% a parità di perimetro di consolidamento rispetto al 2001. L'ebitda consolidato per l'esercizio 2002 raggiunge i 614 milioni di euro, rispetto ai 18 milioni di euro dell'esercizio precedente proforma, con un'incidenza del 16,8% sui ricavi da servizi. Gli investimenti Wind dell'anno ammontano a 2.068 milioni di euro (rispetto ai 2.054 milioni di euro del 2001 proforma) finalizzati all'ulteriore implementazione delle reti fissa e mobile e alla realizzazione di nuovi servizi e contenuti per le varie piattaforme. Il flusso di cassa da gestione corrente, ovvero prima degli investimenti ma inclusi gli oneri finanziari, è positivo per 300 milioni di euro, rispetto ad un valore negativo per circa 200 milioni di euro nel 2001. L'indebitamento finanziario netto consolidato di Wind, a fine 2002, è pari a 6.910 milioni di euro (5.642 milioni di euro nel 2001), di cui 5.975 milioni di euro riguardano l'indebitamento finanziario netto verso terzi, 289 milioni di euro sono costituiti soprattutto dal debito per la parte differita del costo della licenza UMTS e 646 milioni di euro sono relativi a prestiti subordinati dagli azionisti. Sulla posizione finanziaria netta di fine anno ha influito positivamente la conclusione di una operazione di cartolarizzazione dei crediti (già fatturati ovvero maturati ma non ancora fatturati) derivanti dai servizi postpagati di telefonia fissa e mobile. Il risultato netto consolidato è negativo per 900 milioni di euro, in linea con le aspettative di inizio anno. I clienti raggiungono complessivamente i 28,5 milioni a fine 2002, di cui 8,7 milioni nel mobile, 7,4 milioni nel fisso e 12,4 milioni di utenti registrati Internet. Il traffico telefonico complessivo di Wind raggiunge 56 miliardi di minuti, tra voce e dati nell'intero arco del 2002, con un incremento di circa il 10% rispetto al 2001. Nella telefonia mobile Wind raggiunge, con 8,7 milioni di Sim a fine 2002, una quota di mercato del 16%. Su questo mercato, Wind ha introdotto - prima in Italia - la portabilità del numero (Mnp) a partire da maggio 2002. Su un totale di 300.000 clienti che, a fine anno, hanno deciso di cambiare operatore telefonico, Wind si attesta leader di mercato con una quota del 46%, dimostrando così che anche in un segmento considerato maturo esistono concrete possibilità di crescita. I ricavi derivanti da mobile aumentano del 30%. A questa crescita hanno contribuito in particolare i ricavi da servizi dati che sono incrementati di quasi il 70% rispetto al 2001 ed hanno avuto una incidenza sui ricavi da mobile pari al 12% (9% nel 2001). Grande enfasi è stata data, infatti, alla diffusione dei Servizi a Valore Aggiunto (Vas) e all'introduzione di nuovi servizi multimediali come MMS e videoclip. Ancora una volta in anticipo sul mercato, Wind ha lanciato a dicembre 2002 i video messaggi via telefonino Gprs. La campagna natalizia di Wind - coerente con la strategia aziendale che punta sull'introduzione di servizi innovativi e la vendita di contenuti - si è dimostrata un successo con 800.000 WindCard vendute e la trasmissione, su rete Wind, di centinaia di migliaia di Mms per il periodo Natale-Capodanno 2002. Con 7,4 milioni di abbonamenti a fine 2002 e una quota di mercato del 66% tra gli operatori alternativi, Wind rappresenta nella telefonia fissa il principale concorrente all'azienda ex-monopolista. Nel corso dell'ultimo trimestre 2002, Wind ha decisamente accelerato nel proprio programma di acquisizione clienti in Ull (unbundling del local loop), con una campagna su base nazionale che colloca oggi la società ai primi posti in Europa per velocità e dimensioni di crescita. Wind, infatti, acquisisce oggi oltre 1.500 clienti Ull al giorno ed ha una copertura del servizio pari a oltre il 26% del mercato indirizzabile. Wind ha inoltre continuato la raccolta dei clienti sui servizi a banda larga (Adsl), posizionandosi, anche in questo segmento, come valido operatore alternativo con circa 40.000 clienti nel 2002. Nel segmento Internet, Wind è assoluta protagonista con 12,4 milioni di clienti registrati e con una crescita del 38% rispetto allo stesso periodo del 2001. Il portale Libero, con 7,7 miliardi di pageviews nel 2002 (in crescita del 27% rispetto al 2001) rappresenta la più importante realtà italiana del settore e si colloca ai primi posti del mercato europeo. A giugno 2002, Wind, per prima in Italia, ha lanciato i servizi a pagamento "Premium" per arricchire l'ampia offerta gratuita già disponibile sul portale e per consentire ai propri clienti di poter fruire di servizi e contenuti esclusivi ad alto valore aggiunto. Nel 2002, i ricavi derivanti dai servizi resi al gruppo Enel ammontano a 228 milioni di euro, con una incidenza pari al 5,8% sui ricavi totali, rispetto al 9% del 2001. Tale riduzione è dovuta sia allo sviluppo dei ricavi che alla riduzione delle tariffe applicate al gruppo Enel che, a partire dal 1 Gennaio del 2002, sono parametrate ai migliori benchmark di mercato. Wind ha realizzato in tempi record una infrastruttura tecnologica che le permette di offrire servizi integrati ed avanzati su tutto il territorio nazionale. A fine 2002, la rete mobile Gsm copre il 98% della popolazione, con disponibilità ovunque dei nuovi servizi GPRS. E' stato inoltre avviato lo sviluppo della rete di accesso UMTS in alcune città italiane. L'integrazione del sistema Gprs con la rete dati di telefonia fissa (che ha copertura completa del territorio nazionale con 167 punti di presenza) permette ai clienti Wind di usufruire dei principali servizi dati anche in mobilità. Per quanto riguarda la telefonia fissa, i principali elementi sono sintetizzabili di seguito: totalità della popolazione raggiunta sia in selezione che in preselezione dell'operatore; 434 siti ULL equipaggiati in altrettante centrali telefoniche, che permettono di offrire il servizio di accesso diretto ai clienti di telefonia fissa sia in banda stretta che in banda larga (ADSL) sul 26% dell'intero mercato indirizzabile; oltre 18.000 chilometri di backbone trasmissivo che collegano tutti i capoluoghi di provincia e altre principali città. Tale rete è anche connessa alla rete europea per un totale di 250 città europee in 16 paesi; oltre 2.200 chilometri di infrastrutture (cavidotti e fibre) in fibra ottica per le reti metropolitane (Metropolitan Area Network) garantiscono accesso, alta capacità ed elevate prestazioni per servizi voce, dati e internet anche a livello locale, ottimizzando al tempo stesso i costi di interconnessione. E' stato inoltre completato nel 2002 il processo di integrazione dei call center di Wind, Infostrada e, a fine anno, anche di Blu. I 6 call center operano oggi come un unico call center virtuale, con un totale di chiamate gestite nel 2002 di circa 30 milioni. Il Gruppo Wind, a fine dicembre 2002, conta oltre 8.600 dipendenti con età media di poco superiore ai 30 anni e con una incidenza dei laureati di circa il 30% (esclusi i call center) e con una presenza femminile aumentata rispetto al passato e che si attesta al 47%. Nel 2002, infine, sono state erogate poco meno di 24.000 giornate/uomo di formazione sia tecnico-specialistica che manageriale. Wind, oggi, è presente in Italia con sedi tecniche o commerciali in oltre 45 città. Altri eventi nel corso 2002 - Importante è da considerarsi l'acquisizione e l'integrazione degli asset assegnati a Wind nell'operazione di break-up di Blu. Tra novembre e dicembre 2002, la migrazione dei clienti Blu ha fatto registrare circa 450.000 clienti passati a Wind, con un risultato superiore alle attese. A novembre 2002, Wind si è aggiudicata la gara per i servizi radiomobili indetta da Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici), confermando ed ampliando il contratto già acquisito nel novembre 2000. Questa importante conferma convalida Wind come operatore affidabile e competitivo per il mercato dei servizi alle aziende. A luglio del 2002, l'Autorità per le Telecomunicazioni ha riconosciuto a Wind "notevole forza di mercato" per quanto riguarda l'accesso ad Internet, in particolare per il mercato intermedio dell'interconnessione di terminazione delle chiamate destinate ad Internet. Il sito istituzionale www.wind.it, rilanciato dopo un profondo restyling, ha riscosso un importante successo fra i siti degli operatori italiani con oltre 14,7 milioni di pagine viste e 664.000 visitatori unici (fonte Nielsen NetRatings, dicembre 2002). 

GRUPPO CATTOLICA ASSICURAZIONI, NEL 2002 FORTE CRESCITA DELLA REDDITIVITÀ: UTILE CONSOLIDATO A +20,5% I PREMI CONSOLIDATI SALGONO A 3.731,5 MILIONI DI EURO(+11,34%) PER IL COMPARTO DANNI L'INCREMENTO DELLA RACCOLTA È DEL 20,17%, PER IL VITA DEL 7,23% 
Verona, 24 marzo 2003. Le difficili condizioni dei mercati non hanno rallentato lo sviluppo del Gruppo Cattolica Assicurazioni, che consolida la sesta posizione nella graduatoria delle compagnie italiane con risultati in sensibile crescita, in linea con le previsioni contenute nel Piano Industriale. E' quanto è emerso dall'esame del bilancio consolidato 2002 del Gruppo, approvato oggi dal Consiglio di Amministrazione della Società Cattolica di Assicurazione presieduto da Giuseppe Camadini. Il Gruppo ha chiuso l'esercizio 2002 con un utile netto consolidato pari a 63,3 milioni di euro, in crescita del 20,5% rispetto ai 52,5 milioni del 2001. I premi complessivi consolidati del lavoro diretto e indiretto hanno raggiunto i 3.731,5 milioni di euro, con uno sviluppo dell'11,34% rispetto ai 3.351,4 milioni dell'esercizio precedente. La Capogruppo, che ha approvato il progetto di bilancio il 15 marzo scorso, ha realizzato un utile netto di 173,1 milioni di euro con un incremento del 296,98% sul 2001, grazie anche all'operazione di spin off immobiliare che ha contribuito con 113,6 milioni di euro. Il Direttore Generale di Cattolica Assicurazioni, Ezio Paolo Reggia, commentando i dati del bilancio, ha sottolineato che "in un panorama che diviene ogni giorno più competitivo, caratterizzato dalla presenza di concorrenti nazionali e internazionali di rilevanti dimensioni e in un contesto finanziario sempre più volatile, i risultati di Cattolica dimostrano che precise strategie, capacità innovative e sinergie operative consentono anche a un gruppo di medie dimensioni non solo di tenere il passo, ma di consolidare la propria quota di mercato sviluppandosi con crescente redditività". Particolarmente positivo appare l'andamento del settore danni, i cui premi del lavoro diretto sono cresciuti a 1.247,6 milioni di euro, con un incremento del 20,17% che risulta decisamente superiore alla media di mercato stimata. Significativa la performance del Ramo Auto, in crescita del 26,91%. In costante sviluppo la raccolta premi del lavoro diretto nei rami vita, che ha totalizzato 2.463,7 milioni di euro, con un incremento del 7,23%, nonostante lo specifico comparto sia stato colpito dal ripiegamento dei mercati finanziari. Il 63,15% della raccolta diretta vita è rappresentato dai premi di Ramo III, che sono passati dai 1.703,1 milioni del 2001 ai 1.555,9 milioni di fine 2002. Si segnalano alcuni risultati ottenuti dalle principali società del Gruppo. Il Duomo Assicurazioni ha raccolto premi per 289 milioni di euro (+29,29% sul 2001); Duomo Previdenza 124 milioni (+51,54%); la crescita combinata supera il 35% ed è la premessa per un ulteriore sviluppo della raccolta. Verona Assicurazioni ha registrato una crescita del 26% nella raccolta e del 20% dell'utile. Contributi positivi dalle compagnie Bpv Vita (costituita in joint venture con il Banco Popolare di Verona e Novara), con una raccolta di 848 milioni (+12,8% sul 2001), e Lombarda Vita (costituita con Banca Lombarda), la cui raccolta è di 966 milioni di euro (+37,7%). L'ampliamento del raggio d'azione del Gruppo, testimoniato da un'articolazione su dodici compagnie, ha inoltre comportato l'acquisizione di due società complementari al core business assicurativo, Verona Gestioni Sgr e Cattolica Investimenti Sim. In conformità al Piano industriale è proseguito anche il rafforzamento della strategia commerciale, con il potenziamento del sistema distributivo multicanale del Gruppo. Nel 2002 le agenzie sono passate da 974 a 1.024, con una raccolta premi complessiva pari a 1.397,4 milioni (+20,54%). L'incidenza del canale agenziale sulla raccolta premi totale è pari al 90,48% nei rami danni e al 10,17% nei rami vita. Cattolica conferma e rafforza il modello bancassicurativo (basato sulla stabilità dei rapporti derivante dalla partecipazione al capitale delle banche partner) che garantisce al Gruppo una posizione di leadership nel panorama nazionale, con un totale di 2.748 sportelli e una raccolta di 2.179,6 milioni di euro (+6,57%). I promotori delle reti partner sono 895. Il consolidamento di risultati stabilmente positivi consente oggi di proporre la distribuzione agli azionisti di una parte significativa del valore creato, con una duplice modalità: tramite l'incremento a un euro del dividendo ordinario (che rafforza la redditività dell'azione Cattolica) e attraverso l'aumento gratuito del capitale mediante l'assegnazione di una nuova azione (che avrà godimento 1° gennaio 2003) ogni dieci in circolazione. Le riserve tecniche del lavoro diretto e indiretto dei rami danni sono salite a 1.956,8 milioni (+21,70%), con un'incidenza del 154,4% sui premi complessivi danni. In crescita anche le riserve dei rami vita, che ammontano a 9.015,1 milioni (+30,90% sul 2001). Il rapporto delle riserve vita rispetto ai premi vita totali è pari al 365,86%. Complessivamente il rapporto delle riserve tecniche (riserve premi e sinistri, riserve matematiche e riserve di classe D), corrisponde al 294,04% dei premi. Gli investimenti hanno superato gli 11.076,5 milioni di euro, in aumento del 28,13%. A fine anno il patrimonio netto consolidato del Gruppo Cattolica ammontava a 956,4 milioni. 

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA CAPITALIA 
Roma, 24 marzo 2003 - Capitalia informa che l'Assemblea ordinaria degli Azionisti di Capitalia, con avviso in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è stata convocata per il giorno 28 aprile 2003, in prima convocazione, ed, occorrendo, per il giorno 30 aprile 2003, in seconda convocazione, per l'approvazione del bilancio dell'esercizio 2002. L'Assemblea sarà, tra l'altro, chiamata anche a deliberare sulle seguenti proposte: - rinnovo dell'autorizzazione all'acquisto ed all'alienazione di azioni proprie, con le stesse modalità degli anni precedenti, eccettuata una elevazione del massimale da n. 22 milioni a n. 50 milioni di azioni; autorizzazione alla stipula di accordi per l'aumento del limite di partecipazione reciproca tra Capitalia e Fiat, ai sensi dell'art. 121, secondo comma, del Decreto Legislativo n. 58/1998;conferimento dell'incarico di revisione contabile. 

BANCA POPOLARE DELL´EMILIA ROMAGNA APPROVA IL BILANCIO 2002: OTTIMI RISULTATI DI REDDITO E DI CRESCITA DEI VOLUMI PATRIMONIALI L´UTILE NETTO È STATO CONFERMATO IN € 119,6 MILIONI (IN INCREMENTO ANNUO DEL 2,55%).
Modena, 24 marzo 2003 - Il Consiglio di amministrazione della Banca popolare dell´Emilia Romagna, nel tardo pomeriggio del 17 marzo, ha approvato il bilancio aziendale a fine esercizio 2002. La bozza di conto economico, che era stata redatta dal Comitato esecutivo il 17 febbraio scorso, non ha subito variazioni; in particolare, l´utile netto è stato confermato in € 119,6 milioni (in incremento annuo del 2,55%). Il bilancio evidenzia valori patrimoniali assai positivi, che attestano la continua crescita delle quote di mercato riconducibili alla Banca, sia nella raccolta del risparmio che nell´erogazione del credito, di cassa e di firma. L´elevata crescita dei crediti verso la clientela non ne ha compromesso la qualità, come attestano l´ammontare delle "sofferenze" e la loro ridotta incidenza sul totale degli impieghi, entrambi non influenzati da alcuna cessione e/o cartolarizzazione di partite di dubbio esito (aziendalmente mai poste in essere, anche nel passato). La parte patrimoniale del bilancio può così riassumersi (sono date, tra parentesi, le percentuali di raffronto con l´esercizio 2001): raccolta diretta da clientela di € 10.649,1 milioni (incremento del 7,47%); raccolta da banche pari ad € 3.826,3 milioni (più 9,00%); raccolta "indiretta" da clientela valorizzata € 10.488,5 milioni (meno 0,08%). I mezzi amministrati ammontano quindi ad € 25,4 miliardi (più 6,05%) di cui € 21,6 miliardi di competenza della clientela. Gli impieghi per cassa si attestano a netti € 9.923,8 milioni (più 7,98%); la componente delle "sofferenze" è di soli € 122,3 milioni (meno 0,18%); la loro incidenza sul totale dei crediti è dell´1,23% (contro l´1,33 % del dicembre 2001). I crediti di firma superano € 3.102,4 milioni e sono in aumento del 10,54%. Il portafoglio titoli è valorizzato € 2.139,9 milioni (più 17,02%). Tale cifra, in ragione del pessimo andamento dei mercati, è al netto di svalutazioni, solo parzialmente compensate da riprese di valore, per € 39,3 milioni, imputate al conto economico. Il portafoglio ha insite plusvalenze potenziali, non accertate in bilancio, per € 17,3 milioni. Il patrimonio, incluso il fondo rischi bancari generali di € 46,5 milioni, si è portato ad € 1.308,4 milioni, (più 15,03%). I mezzi propri, che comprendono anche le passività subordinate convertibili in azioni della Banca, si determinano in € 1.633,3 milioni (più 3,85%). Se l´Assemblea dei Soci approverà la proposta di riparto dell´utile formulata dal Consiglio, che prevede accantonamenti a riserve per € 59,9 milioni, i mezzi propri quasi raggiungeranno € 1.700 milioni. Dal lato economico, il bilancio evidenzia un margine da interessi di € 359 milioni, in crescita del 13,59%. I ricavi netti da servizi, per sole commissioni, si quantificano in € 189,2 milioni (più 4,22%) e danno integrale copertura a tutti i costi di personale. Il margine d´intermediazione si è determinato in € 579,2 milioni (più 7,57%). Le spese amministrative e di personale incidono per il 52,68% sul margine d´intermediazione e portano il risultato operativo a € 274,1 milioni (più 6,01%). Ammortamenti, accantonamenti e rettifiche di valore sui crediti, determinati con prudenza, assommano a netti € 56,9 milioni. E´ stato pure effettuato un accantonamento fiscale di € 14,8 milioni, al fondo rischi su crediti, che è posta non rettificativa dei valori dell´attivo.L´utile ordinario si è così portato ad € 193,2 milioni, registrando il significativo incremento del 10,03%. La componente straordinaria, che era assai rilevante nel bilancio 2001 (€ 18,8 milioni), è ritornata a livelli usuali e si quantifica in € 3,3 milioni. Dedotte le imposte sul reddito, accertate in € 76,9 milioni, l´utile netto dell´esercizio si determina in € 119,6 milioni (più 2,55%). Il ROE realizzato dalla banca nel 2002, è sostanzialmente stabile ed è pari al 10,06%. L´Assemblea dei Soci è stata convocata - presso l´Auditorium del Forum Guido Monzani, a Modena, in via Aristotele, 33 - per il giorno 30 aprile 2003 in prima convocazione e per il giorno 17 maggio 2003 in seconda convocazione. La proposta di riparto dell´utile, elaborata dal Consiglio, prevede la corresponsione ai Soci di un dividendo di euro 0,85 per le azioni con godimento intero (contro € 0,80 dello scorso esercizio, più 6,25%). Lo stacco del dividendo, in conformità al calendario di Borsa, dovrebbe aversi il 26 maggio 2003 ed il relativo pagamento sarà effettuato il giorno 29 maggio 2003. Come già noto, l´Assemblea sarà chiamata, in parte straordinaria, a deliberare su un progetto di aumento di capitale da attuarsi con l´emissione di prestiti obbligazionari convertibili subordinati, dell´importo massimo di 720 milioni di euro. Sarà richiesta all´Assemblea delega al Consiglio di Amministrazione per dare esecuzione al progetto, anche in più tempi, entro il termine di fine luglio 2006. 

BANCO DI DESIO CDA APPROVA BILANCIO 2002 IN AUMENTO I PRINCIPALI AGGREGATI PATRIMONIALI: RACCOLTA DIRETTA EURO 3.007, 3 MILIONI (+31,4% RISPETTO AL PRECEDENTE ESERCIZIO). 
Desio, 24 marzo 2003: Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Desio e della Brianza S.p.A., riunitosi in data 20 marzo 2003, ha approvato il Progetto di Bilancio Individuale e il Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2002. Le verifiche effettuate in merito a tale documentazione da parte della Società di Revisione saranno peraltro portate a compimento in tempo utile per il prosieguo dell'iter assembleare. Le risultanze di bilancio mettono in evidenza un utile netto da ripartire di Euro 15,8 milioni (+1,4% rispetto all'anno precedente) che, unitamente alla quota di utili destinata al fondo per rischi bancari generali di Euro 9,0 milioni, porta il risultato netto del periodo ad Euro 24,8 milioni e fa attestare il R.O.E. al 10,1%. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea, prevista per il giorno 30 aprile 2003 in prima convocazione e per il giorno 2 maggio in seconda convocazione, un dividendo di Euro 0,068 per ogni azione ordinaria e di Euro 0,082 per ogni azione di risparmio (invariati rispetto al 2001). Le relative date di "stacco" e di pagamento sono state individuate rispettivamente nel 5 maggio 2003 e nel 8 maggio 2003. L'organico al 31 dicembre 2002 ha raggiunto le 1.097 unità, con una rete periferica articolata su 83 filiali, contro le 1.024 unità e le 73 filiali dell'anno precedente. Il risultato netto di Euro 14,3 milioni (+2,7% rispetto al precedente esercizio), unitamente agli accantonamenti al fondo rischi bancari generali per Euro 9,0 milioni, genera un R.O.E. del 9,2%. L'organico del Gruppo al 31 dicembre 2002 ha raggiunto le 1.186 unità a fronte delle 1.088 dell'anno precedente. Il numero degli sportelli, presenti in undici province e quattro regioni è passato a 86 (76 a fine 2001). Nel corso del 2002 è proseguito il piano di crescita strutturale e dimensionale del Gruppo con l'ulteriore sviluppo dei canali distributivi, privilegiando zone ed aree ritenute ad alta potenzialità. In un contesto di mercato dalle intonazioni non favorevoli, la positiva attività di relazione con la clientela, lo sviluppo del comparto dell'asset management e dell'attività creditizia alle piccole e medie imprese ed alle famiglie hanno permesso, sia la crescita delle masse intermediate, sia adeguati livelli reddituali tali da consentire di finanziare la crescita del Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di riproporre all'Assemblea l'autorizzazione per l'acquisto di azioni proprie, sia ordinarie che di risparmio non convertibili, mediante utilizzo di apposita riserva dell'importo di Euro 4.000.000,00. L'Assemblea, infine, sarà chiamata a deliberare sul conferimento dell'incarico di revisione contabile ai sensi di legge. 

BANCAETRURIA CEDE IL 70% DELLA B. POP. DI ROMA IL VALORE COMPLESSIVO DELL´OPERAZIONE È DI 33 MILIONI DI EURO E SEGNA UN´IMPORTANTE TAPPA NEL PROCESSO DI SVILUPPO CHE L´ISTITUTO ARETINO HA INTRAPRESO CON IL PIANO INDUSTRIALE 2003/2005 
Arezzo, 24 marzo 2003: BancaEtruria e Cassa di Risparmio di Ferrara hanno siglato un accordo per la cessione da parte della Banca aretina del 70% del capitale sociale di Banca Popolare di Roma e del Ramo di Azienda costituito da 5 sportelli sulla piazza di Roma per un valore complessivo di circa 33 milioni di Euro. L´operazione si è perfezionata dopo che BancaEtruria ha portato la propria partecipazione nella Popolare di Roma da circa il 73% al 98% acquistando dalla Banca Popolare del Lussemburgo il 25% dell´istituto capitolino. Nel dettaglio l´operazione, che è in attesa di autorizzazione definitiva da parte della Banca d´Italia, si articola in tre fasi: la cessione alla CR Ferrara da parte di BancaEtruria del 70% della partecipazione detenuta in Banca Popolare di Roma; l´aumento di capitale di Banca Popolare di Roma sottoscritto da CR Ferrara per un importo pari al prezzo offerto per il Ramo d´azienda ceduto costituito da 5 sportelli sulla piazza di Roma; acquisto del Ramo d´azienda di BancaEtruria da Popolare di Roma mediante l´utilizzo delle fonti generate dall´aumento di capitale. L´operazione - il cui prezzo risulta composto da circa 12 milioni di Euro per la partecipazione del 70% nella Banca Popolare di Roma e da 21 milioni di Euro circa per il Ramo d´Azienda costituito dai 5 sportelli romani - una volta conclusa porterà la partecipazione di BancaEtruria in Banca Popolare di Roma a circa il 14% del capitale. BancaEtruria è stata assistita nell´operazione da Kpmg Business Advisory Services S.p.A.. L´intesa con Cassa di Risparmio di Ferrara rappresenta un altro importante passo compiuto da BancaEtruria in linea con quanto annunciato dal Piano Industriale 2003/2005. Con questa operazione BancaEtruria procede nella razionalizzazione del modello partecipativo del Gruppo e nella riarticolazione della propria presenza sulla piazza di Roma dove conta su un numero adeguato di filiali. 

OLIVETTI: LANCIATA SINDACAZIONE LINEE DI CREDITO PER 15,5 MILIARDI DI EURO CONNESSA ALL'OPERAZIONE DI FUSIONE PER INCORPORAZIONE DI TELECOM ITALIA IN OLIVETTI 
Ivrea, 24 marzo 2003 - Olivetti comunica che ha avuto inizio il 21 marzo , sul mercato bancario, la sindacazione di linee di credito per un importo complessivo di 15,5 miliardi di Euro. Tali linee di credito sono a supporto del progetto di fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti annunciato il 12 marzo scorso, a fronte del diritto di recesso esercitabile dagli azionisti Olivetti e della successiva eventuale offerta pubblica di acquisto volontaria parziale (l'"Offerta") da parte di Olivetti su azioni Telecom Italia ordinarie e di risparmio. Nell'ambito del progetto, Olivetti ha conferito mandato a Banca Intesa SpA, Barclays Capital, BNP Paribas, Hsbc Bank plc, J.P. Morgan plc, The Royal Bank of Scotland plc e Unicredit Banca Mobiliare SpA, in qualità di "Mandated Lead Arrangers", di sottoscrivere e organizzare i finanziamenti per complessivi 15,5 miliardi di euro. Jp Morgan agirà da Global Coordinator e, insieme a Banca Intesa SpA e Unicredit Banca Mobiliare SpA, da Joint Bookrunner. In particolare, le linee di credito sono suddivise in: un finanziamento a termine di 9 miliardi di euro per far fronte alle esigenze derivanti dagli eventuali recessi e dall'eventuale Offerta. Il finanziamento si divide in tre tranche con scadenze a 364 giorni, 18 mesi e 2 anni (con opzioni d'estensione di 6 mesi per le prime due tranche e 12 mesi per la terza); una linea di credito "revolving" di 6,5 miliardi di euro a disposizione per garantire un adeguato margine di liquidità. La linea di credito si divide in due tranche con scadenze a 364 giorni e 3 anni (e opzione d'estensione di 12 mesi per la prima tranche). 

DE' LONGHI S.P.A.: APPROVATI DAL CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE I RISULTATI AL 3 1DICEMBRE 2002: EBITDA A E 180,4 MILIONI (+9,9% RISPETTO AL 31 DICEMBRE 2001); UTILE NETTO A E 40 MILIONI (+52,0% RISPETTO AL 2001) 
Treviso, 24 marzo 2003 - Il Consiglio d'Amministrazione di De'Longhi S.p.A proporrà all'Assemblea degli Azionisti un dividendo di E 0,06 per azione (+ 82% rispetto al 2001 e con u n pay out ratio del 22,4% rispetto al 18,7% del 2001). Il Consiglio d'Amministrazione di De'Longhi S.p.A. - leader nei settori del riscaldamento, del condizionamento e trattamento dell'aria, della preparazione e cottura dei cibi e della pulizia della casa e stiro con marche quali De'Longhi, Kenwood, Ariete e Simac - ha approvato oggi i dati relativi all'esercizio 2002. I ricavi netti consolidati si sono attestati a E 1.273,7 milioni, con una crescita del 6,3% rispetto al 2001. A parità di tassi di cambio la crescita sarebbe stata dell'8,7%; escludendo l'uscita del Gruppo dalla famiglia di prodotto dei forni a micro-onde di gamma bassa l'incremento sarebbe stato del 10%. L'Ebitda ha raggiunto E 180,4 milioni (+9,9% rispetto al 2001), con un'incidenza sul fatturato (Ebitda margin) in crescita al 14,2% (rispetto al 13,7% del 2001). L'Ebit si è attestato a E 109,9 milioni (+16,5% sul 2001), con un'incidenza sul fatturato in aumento all'8,6% (dal 7,9% del 2001). Il risultato netto ha raggiunto E 40 milioni (+52% rispetto al 2001), in assenza di significative componenti straordinarie. In deciso miglioramento anche l'indebitamento finanziario, in diminuzione a E 269,1 milioni (rispetto a E 447,1 milioni del 2001), grazie sia ad una notevole generazione di cassa (pari a E 78,9 milioni, al netto della distribuzione di dividendi 2001 per E 4,9 milioni), sia ai proventi della securitization per E 99,1 milioni. Per quanto riguarda le singole aree di business, il Gruppo ha registrato consistenti crescite nei segmenti della preparazione e cottura cibi (+10,8%), del condizionamento (+8,6%) e del segmento pulizia della casa e stiro (+5,3%), mentre il riscaldamento (-2,7%) ha risentito delle temperature superiori alle medie in alcuni mercati di riferimento, che hanno causato il ritardo della partenza della stagione invernale, e dell'effetto cambi negativo. A livello di distribuzione geografica del fatturato, è importante segnalare la crescita dell'8,9% in Italia, nonostante la contrazione del mercato dell'elettrodomestico. Positive le performance in Giappone (+10,8%) ed in Nord America (+9,7%). A parità di tassi di cambio l'incremento di fatturato in questi mercati sarebbe stato rispettivamente del 20,7% e del 18,2%. 'In condizioni di mercato difficili crescere con i ritmi che abbiamo registrato nel 2002 significa aver raggiunto un equilibrato mix tra innovazione, prodotti di successo, presidio dei canali distributivi e forza dei marchi' - ha affermato il Presidente Giuseppe De'Longhi - 'se poi consideriamo che il lancio di alcuni nuovi prodotti importanti ha contribuito alla crescita del fatturato solo per gli ultimi mesi dell'anno, siamo ancora più soddisfatti dei risultati raggiunti'. Il Consiglio d'Amministrazione proporrà all'Assemblea degli Azionisti (prevista per il giorno 14 aprile in prima convocazione ed il 15 aprile in seconda convocazione) un dividendo pari a E 0,06, in crescita dell'82% rispetto a E 0,033 del 2001. Lo stacco cedola è previsto per il 22 aprile 2003, mentre il pagamento sarà effettuato a partire dal 25 aprile 2003. 

ESAOTE CDA APPROVA BILANCIO 2002 POSITIVA CONCLUSIONE DELL'OPA BRACCO BIOMED. FATTURATO CONSOLIDATO A EURO 258,8 MILIONI (+ 8,9% RISPETTO AL 2001) 
Genova, 24 marzo 2003: Il Consiglio di Amministrazione di Esaote S.p.A., riunitosi in data odierna sotto la presidenza del Prof. Carlo Castellano, ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2002 da sottoporre all'esame dell'Assemblea Ordinaria dei Soci, che si terrà in prima convocazione il prossimo 29 aprile e in seconda convocazione il 2 maggio 2003. Nel 2002 il fatturato consolidato è stato pari a 258,8 milioni di euro, con una crescita dell'8,9% rispetto a 237,6 milioni di euro dell'anno precedente. Le vendite in Italia sono cresciute del 13,4%, passando da 91,9 milioni di euro del 2001 a 104,3 milioni di euro del 2002. Le vendite all'estero hanno invece registrato una crescita del 6,1%, con un'incidenza del 59,7% sul fatturato totale. All'estero la crescita più significativa è stata registrata sul mercato cinese (+71% rispetto all'anno scorso). Le vendite nel core business ultrasuoni sono cresciute del 9,3%, raggiungendo 159,7 milioni di euro; la tomografia a risonanza magnetica dedicata è cresciuta del 3,5% e l'information technology ha registrato un incremento dell'10,8%. L'incidenza sul totale del fatturato dei prodotti proprietari - cioè prodotti che utilizzano know how e tecnologie Esaote - nel 2002 è risultata pari all'83%. Anche nel 2002 il Gruppo ha perseguito una politica di forti investimenti nella Ricerca e Sviluppo, i cui costi totali sono risultati pari a 19,5 milioni di euro contro 16,9 milioni di euro nell'esercizio 2001, con un incremento del 15,8%. E pertanto l'incidenza dei costi di ricerca e sviluppo sul fatturato (relativamente ai prodotti proprietari) è salito al 9,1%. Nelle attività di ricerca e sviluppo sono impegnate 220 persone su un totale di 1.126 dipendenti al 31.12.2002, con un'incidenza del 19,5 %. Nell'esercizio appena concluso il margine operativo lordo è risultato pari a 32,3 milioni di euro - corrispondenti al 12,5% sui ricavi netti di vendita. L'utile operativo netto risulta pari a 25,0 milioni di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. L'utile netto di pertinenza di Gruppo dell'esercizio 2002 è cresciuto del 9,6%, risultando pari a 10,3 milioni di euro, contro 9,4 milioni di euro del 2001. L'indebitamento finanziario netto del Gruppo al 31 dicembre 2002 è risultato pari a 34,0 milioni di euro, contro 42,6 milioni di euro al 31.12.2001, con una riduzione netta di 8,7 milioni di euro (variazione negativa del 20,3%). Al 31 dicembre 2002 il patrimonio netto consolidato è risultato pari a 91,7 milioni di euro, contro 85,6 milioni di euro al 31 dicembre 2001, con una variazione del +7,1%. Il rapporto dell'indebitamento finanziario netto sul patrimonio netto è pertanto sceso nel 2002 allo 0,37%, contro lo 0,50% dell'esercizio 2001.La capogruppo Esaote S.p.A. ha conseguito una crescita del 6,2%, registrando ricavi netti di vendita per 185,1 milioni di euro. L'utile netto di Esaote S.p.A. per il 2002 risulta pari a 7,5 milioni di euro, rispetto a 8,8 milioni di euro del 2001. L'attuale criticità del quadro macroeconomico mondiale e l'evoluzione delle politiche dei competitori americani e giapponesi consigliano un atteggiamento di forte prudenza nella determinazione degli obiettivi di crescita nel 2003. 

BREMBO : RICAVI E MARGINI IN CRESCITA PER BREMBO NEL 2002 IN UN MERCATO DIFFICILE 
Curno, 24 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Brembo ha esaminato ed approvato nella riunione odierna i risultati economici e patrimoniali definitivi relativi all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2002. Non si rilevano variazioni di rilievo rispetto ai dati preliminari diffusi in data 14 Febbraio 2003. I ricavi netti consolidati ammontano a E 565,8 milioni, con un aumento del 6,8% sull'anno precedente, che diventa dell'8,3% a parità di perimetro di consolidamento. Il margine operativo lordo (Ebitda) è pari a E 90,3 milioni, con un'incidenza sui ricavi del 16% e con un incremento sull'importo dell'esercizio precedente di circa il 10%. L'utile netto è di E 20,2 milioni, che si confronta con E 24,8 milioni dell'esercizio 2001, anno che teneva conto della plusvalenza realizzata a seguito della dismissione di una società partecipata. Il cash-flow ammonta a E 62,7 milioni, pari all'11% dei ricavi. Nel corso della riunione sono stati esaminati anche i risultati economici e patrimoniali relativi alla capogruppo Brembo S.p.A., i quali evidenziano ricavi per E 450,2 milioni (+11,7% rispetto al 2001). Il margine operativo lordo è pari a E 60,7 milioni (+21,2% rispetto al 2001), mentre il margine operativo netto risulta di E 25 milioni, registrando + 43,7% rispetto all'esercizio precedente. Al termine della riunione il Presidente di Brembo ha così commentato l'esercizio trascorso: 'I buoni risultati che sottoporremo ai Soci relativi allo scorso anno sono il frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto ogni collaboratore di Brembo, in Italia ed all'estero. Abbiamo aumentato i ricavi ed i margini in un contesto particolarmente difficile e sottoposti ad una forte e costante pressione sui prezzi di vendita. Le particolari condizioni di mercato hanno richiesto un gravoso impegno per utilizzare al meglio tutta la flessibilità possibile nei nostri stabilimenti, e più in generale in tutta la catena del valore controllata da Brembo. Crediamo nel complesso di avere ulteriormente migliorato il posizionamento competitivo di Brembo sui diversi mercati di riferimento. I primi mesi del corrente esercizio pongono in evidenza la cautela nei programmi di vendita da parte dei nostri principali clienti da un lato, e dall'altro rincari puntuali e assai significativi di alcune materie prime legate ai prodotti in ghisa. Il complesso delle attività conferma sin qui una tendenza espansiva dei ricavi, in linea con le aspettative, ma la visibilità non è ancora soddisfacente ed invita alla prudenza. Dobbiamo ancora una volta darci obiettivi di ulteriore migliore controllo dei costi interni da un lato, e dall'altro ottenere i giusti, anche se parziali incrementi di prezzi legati al repentino aumento dei materiali' Nel corso del Consiglio è stata esaminata la proposta formulata per l'affitto e l'acquisto d'azienda di Bradi, società produttrice di dischi freno, attualmente in procedura di concordato preventivo. La risposta all'offerta presentata da Brembo è previsto pervenga alla società, a cura degli organi della procedura, entro il 27 marzo prossimo. Il Consiglio ha infine deliberato di proporre la distribuzione di un dividendo pari a E 0,11 per azione, invariato nell'importo rispetto allo scorso anno ma che sarà corrisposto ad un numero di azioni incrementato del 25% a seguito dell'aumento gratuito di capitale sociale, avvenuto a luglio 2002. Il dividendo sarà messo in pagamento a partire dal prossimo 15 maggio a seguito dello stacco della cedola n. 11, fissato per il giorno 12 maggio 2003. L'Assemblea dei soci si riunirà in prima convocazione il giorno 28 aprile alle ore 11.00 presso la sede sociale di Curno, per approvare il bilancio chiuso al 31.12.2002. 

GETRONICS DI NUOVO SULLA BUONA STRADA FOCUS SUL CORE BUSINESSIL DEBITO VERRA' RIPAGATO DAGLI ASSETS E DAL PROFITTO OPERATIVO 
Amsterdam, 24 marzo 2003 - Il 21 febbraio 2003, il Supervisory Board ha nominato un nuovo management team per guidare la società. Dopo aver rivisto le condizioni finanziarie della società, le sue operazioni commerciali e gli assets, il team ha concluso che, nonostante Getronics si trovi su un mercato in difficoltà, la sua condizione è meno critica di quanto si pensi. In particolare, la fedeltà dei clienti è più forte del previsto. Getronics ha una base di clienti blue chip molto soddisfacente, solide relazioni strategiche con partner tecnologici leader di mercato - tra cui Microsoft, Cisco e Dell - dipendenti competenti e orientati al servizio, capacità di offrire servizi ICT di elevata qualità. La condizione di salute della società, unita all'attività del management per cogliere le molte opportunità per migliorare le performance operative e il cash management, e a un focus rafforzato sul core business, hanno spinto il management e il Supervisory Board a concludere che c'è una possibilità alternativa per rafforzare la posizione finanziaria della società rispetto al Revised Invitation o Tender. Pur mantenendo l'attuale facilitazione creditizia, il management ha disegnato un piano per migliorare le performance operative e la capacità di generare liquidità del principale business della società che include le seguenti attività: Il focus di Getronics resterà sul core business dell'integrazione end-to-end e sulla gestione dei sistemi di Information e Communication Technology (Ict). Le soluzioni e i servizi di Getronics soddisfano le esigenze dei clienti e supportano i processi e le infrastrutture fondamentali per il successo del loro business. La dismissione e/o la liquidazione di assets non strategici e strutturalmente under-performing. L'implementazione di un sistema centralizzato di cash management per rafforzare la liquidità dell'azienda che già si trova in una solida posizione di cassa. Le operazioni locali under-performing verranno modificate, a partire dalla filiale italiana. Roberto Schisano, precedentemente in Texas Instruments, è stato nominato Chairman di Getronics Italia il 20 marzo per risolvere i problemi operativi. Schisano reimposterà la sua strategia e l'offerta di servizi in modo che la posizione di primo piano della società sul mercato italiano ne esca rafforzata. Un riesame della strategia di business dell'azienda per raffinare la sua posizione di mercato e per esaminare i benefici dell'allineamento con partner strategici al fine di rafforzare le attività strategiche, la copertura geografica e le sue capacità. Nel riesame degli asset, la società ha concluso che la business unit Human Resource Solutions (Ghrs) di Getronics non è strategica. Getronics ha già ricevuto serie offerte per la Ghrs e prevede di completarne la vendita nei prossimi mesi. La Ghrs avrà più liberta per sviluppare all'esterno di Getronics e la sua posizione strategica uscirà rafforzata da un nuovo partner. (Nel corso del 2002, ha contribuito per circa 95 milioni di euro e circa 35 milioni di euro rispettivamente al fatturato e all'Ebita della società). Il processo di disinvestimento degli asset non strategici e under-performing verrà utilizzato per ripagare il debito, compreso quello bancario. Circa 300 milioni di euro in contante serviranno a ripagare i Bonds subordinati. Nei prossimi due anni, il management si focalizzerà sulla generazione di contante aumentando le performance operative per ripagare il debito nominale, che comprende le obbligazioni dei possessori di bond del 2004 e 2005. Revised Invitation To Tender Il Management e il Supervisory Board preferiscono la strada alternativa che consiste nei passaggi indicati sopra, piuttosto che il Revised Invitation To Tender, tenendo in considerazione gli interessi della società e dei suoi azionisti. Il management e il Supervisory Board preferirebbero concludere il Revised Invitation To Tender. In ogni modo, il management e il Supervisory Board hanno deciso di non concludere il Revised Invitation to Tender (a meno che non si presentino circostanze impreviste ed eccezionali e a condizione che vi sia un accettabile livello di Offerte di Scambio), al fine di permettere agli azionisti, in occasione della riunione straordinaria generale degli azionisti prevista per il 27 marzo prossimo, di prendere in considerazione lo scenario alternativo proposto. Comunicazione del management di Getronics "Come nuovo management di Getronics, il nostro primo passo è stato quello di considerare attentamente quali potessero essere le migliori opzioni per l'azienda, tra le quali una soluzione di finanziamento a lungo termine, e di raccomandare e intraprendere la strada migliore verso il successo, prendendo in considerazione gli interessi dell'azienda e di tutti i suoi azionisti. D'accordo con il Supervisory Board, abbiamo quindi approntato una soluzione finanziaria che ridurrà significativamente il livello di indebitamento dell'azienda, che porterà ad un significativo miglioramento della capacità di solvenza dell'azienda e che ristabilirà il livello di fiducia dei clienti e dei mercati finanziari. Adesso siamo di nuovo in carreggiata." 

A MILANO LA SEDE DELLA AGENZIA ITALIANA PER L'AMERICA LATINA 
Milano, 24 marzo 2003. Un'Agenzia internazionale a Milano. E' questo il prossimo obiettivo dell'impegno di marketing territoriale per Milano. L'iniziativa di costituire un'Agenzia Italiana per l'America Latina nel capoluogo lombardo parte dalla Camera di Commercio di Milano e prevede la partecipazione di istituzioni, associazioni e imprese. Martedì la firma del "Memorandum of Understanding" tra Camera di Commercio, Banca Interamericana di Sviluppo e governo. Un ruolo di ponte quello di Milano col Sudamerica che emerge anche dai dati: sono 67 le imprese industriali estere partecipate da imprese milanesi in America Latina, pari al 12,2% del totale delle attività milanesi all'estero e al 22% del numero complessivo di imprese partecipate da imprese italiane nell'area. Gli addetti sono oltre 20 mila, pari al 15% del numero complessivo di lavoratori nelle imprese estere partecipate da quelle milanesi. E tra le partecipazioni, spicca il settore dell'Ict (Information Communication Technology): sono infatti 6 le partecipazioni all'estero di case-madri milanesi nei settori manifatturieri delle Ict, pari al 40% del dato complessivo italiano; gli addetti occupati sono quasi 3 mila, pari al 51% del totale italiano. Obiettivo dell'Agenzia? Promuovere programmi di formazione, il partenariato tra piccole e medie imprese, la collaborazione tra gli enti di formazione italiani e sudamericani. Far meglio conoscere l'utilizzo degli strumenti finanziari messi a disposizione della Banca Inter Americana. La proposta è emersa oggi al convegno "Private sector development: an integral approach", nel corso della quarantaquattresima assemblea annuale della Banca Interamericana di Sviluppo, dal 20 al 26 marzo. "Dopo l'Annual Meeting del Bid in Italia, a Milano, - ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l'internazionalizzazione - occorre un impegno concreto per contrastare le gravi difficoltà in cui l'intera regione latino americana versa, rese ancor più critiche dalla congiuntura negativa a livello mondiale. Istituendo a Milano una "Agenzia Italiana per l'America Latina " che abbia come mission quella di favorire la crescita delle economie latino-americane attraverso una maggiore integrazione con il sistema economico ed imprenditoriale italiano. La scelta di Milano trova ragione nel ruolo che questa area ha, anche nel contesto europeo. Una impresa diffusa e innovativa, l'alto livello di produttività, l'attenzione alla qualità e alle risorse umane sono tutti tratti distintivi di Milano che possono ora essere trasmessi con successo al tessuto imprenditoriale latino-americano". La Banca Interamericana di Sviluppo. E' un istituto multilaterale di sviluppo regionale con sede a Washington, fondato nel 1959 per sostenere lo sviluppo economico e sociale nei paesi dell'America Latina e nei Caraibi e promuovere l'integrazione regionale dell'area. Per raggiungere i suoi obiettivi, la Banca utilizza delle proprie risorse oltre ad effettuare una raccolta nei mercati finanziari internazionali. La Banca ha 46 paesi membri. L'attuale presidente Enrique V. Inglesias, originario dell'Uruguay, è stato eletto nel 1988, per poi essere rieletto nel 1993 e nel 1998. La Banca eroga prestiti in diversi ambiti economici e sociali: energia, trasporti e comunicazioni, industrie e attività minerarie, ambiente, agricoltura, riduzione della povertà, salute pubblica, riforma sociale ed economica, modernizzazione del governo, sviluppo urbano, educazione, scienze e tecnologia, finanziamento delle esportazioni, turismo e piccole industrie. Negli ultimi sette anni l'istituto è stato la maggiore fonte di finanziamenti per lo sviluppo della regione del centro e sud America. ..e il desk di Milano. Promos, l'azienda speciale della Camera di Commercio di Milano ospita a Milano il desk italiano della stessa Banca per facilitare la partecipazione delle imprese milanesi e lombarde ai progetti della Banca. Il desk ha promosso e seguito 20 tra eventi e seminari. Milano e Centro-Sud America: i dati dell'interscambio L'andamento dell'import in dieci anni. L'andamento dell'import milanese dai paesi centro e sud americani è cresciuto tra il 1991 e la fine del 2001 dell'89,8%, passando da 390,7 milioni di euro a 741,5 milioni. Rispetto al 2000, tuttavia, l'import ha subito una leggera flessione: -11%. Il peso di Milano sul totale delle importazioni italiane dall'area era del 13,3% nel 1991 ed è sceso al 12% a fine 2001. Rispetto alla media italiana, Milano risulta meno specializzata nelle importazioni dai paesi di questa area: le importazioni provenienti da questi paesi pesano infatti l'1,1% del tot. delle importazioni milanesi, contro il 2,2% per le importazioni italiane. In valore assoluto, i cinque paesi da cui importa di più Milano sono nell'ordine il Cile (274 milioni di euro), il Brasile (175,5 milioni), il Messico (100,2 milioni), l'Argentina (47,6 milioni) e il Costa Rica (28,3 milioni). In variazione percentuale, nell'arco di dieci anni sono soprattutto i paesi più piccoli ad aver fatto registrare la crescita nell'import più sostenuta: Barbados (le importazioni da Milano sono cresciute del 2.157% in dieci anni). Subito dopo le Isole Vergini, c'è tuttavia da segnalare il +483,7% fatto registrare dal Cile, il + 358,2% del Messico, il +336,9% del El Salvador, e il +271,7% dell'Ecuador. Tra gli altri paesi, si segnala un +122,5% del Venezuela; un +32,7% di Cuba; e un +27,4% del Brasile. Tra i paesi che hanno registrata una flessione, spicca l'Argentina (-8,6% in dieci anni); il Costarica (-15,1%); il Paraguay (-84,7%); il Nicaragua (-92,6%). L'andamento dell'export in dieci anni. Anche l'export milanese verso i paesi del centro e sud america ha fatto registrare una crescita davvero notevole in dieci anni: +210,7% (da 544,5 milioni di euro a quasi 1.692 milioni). Anche rispetto al 2000 l'export milanese mostra un trend positivo: +6,4%. Una crescita che nell'arco dei dieci anni è stata leggermente inferiore rispetto all'export italiano (+289,4%): in questo senso, il peso di Milano sul totale dell'export italiano in quest'area passa dal 21% al 16,7%. Rispetto all'export verso questi paesi, Milano risulta più specializzata se confrontata con la media italiana: il peso dell'export verso i paesi del centro e sud America pesa il 4,4% del totale dell'export milanese, contro il 3,8% di quello italiano. Tra i singoli paesi, l'export milanese va soprattutto forte in Brasile (575 milioni di euro), Messico (429,6 milioni), Argentina (166,5 milioni), Venezuela (106,6 milioni), Cile (81,3 milioni). Anche in questo caso, nell'arco dei dieci anni sono soprattutto i piccoli paesi a registrare il tasso di crescita più sostenuto: in particolare, Isole Cayman (+3.375,3%); Isole Vergini (+772,5%); Haiti (+656,8%); Aruba (+468,7%). Tra i grandi paesi, il Brasile si posiziona al sesto posto, con una crescita del 406,1%, seguito dalla Costarica (+387%) e dal Messico (+343,2%). Tra gli altri paesi: Cile (+239,3%); Argentina (+144,9%); Cuba (+88,5%). Tra i paesi che invece hanno registrato una flessione: Panama (-15,1%); Nicaragua (-45%); Grenada (-50,1%). I principali settori di commercio. I principali prodotti importati dai paesi del centro e sud america sono legati al settore dei metalli e prodotti in metallo (275,6 milioni di euro); al settore alimentare (107,3 milioni); all'agricoltura (82,8 milioni) e ai prodotti chimici (71,1 milioni). Rispetto al 2000, la crescita più forte si è registrata nel settore carta-editoria (+327%); in quello gomma e materie prime (+267,3%) e in quello della fabbricazione di cuoi e pelli (+39%). A mostrare invece un trend negativo sono stati soprattutto il settore dell'estrazione di minerali (-62,6%); quello dei mezzi di trasporto (-62,8%); quello della raffineria di petrolio (-27,9%) e infine quello alimentare (-19%). Per quanto riguarda invece l'export milanese, in valore assoluto a fare la voce grossa è il settore delle macchine elettriche (543,5 milioni di euro); quello delle macchine e apparecchi meccanici (453,6 milioni); quello dei prodotti chimici (283 milioni); quello dei metalli e prodotto di metallo (78,6 milioni); seguono l'industria tessile (40,2 milioni) e la confezione di articoli di vestiario (quasi 30 milioni). Rispetto al 2000, a crescere di più sono stati i settori delle macchine elettriche (+39%), quello del legno e prodotti di legno (+29,5%), quello della confezione di articoli di vestiario (+18,3%). A mostrare una flessione sono stati invece il settore dell'industria tessile (-2,3%); quello alimentare (-13,4%) e quello delle macchine e apparecchi meccanici (-12,3%). Gli Ide milanesi nell'area latino americana. Sono 67 le imprese industriali estere partecipate da imprese milanesi in America Latina, pari al 12,2% del totale degli IDE (investimenti diretti esteri) milanesi, e al 22% del numero complessivo di imprese partecipate da imprese italiane nell'area. Gli addetti sono oltre 20 mila, pari al 15% del numero complessivo di addetti degli de milanesi. Tra i singoli paesi, spicca il Brasile con 26 imprese partecipate e quasi 15 mila addetti; l'Argentina con 16 imprese partecipate e quasi 3 mila addetti; e infine il Messico, con 9 imprese partecipate e oltre 1100 addetti. E tra le partecipazioni, spicca il settore dell'Ict: sono infatti 6 le partecipazioni all'estero di case-madri milanesi nei settori manifatturieri delle Ict, pari al 40% del dato complessivo italiano; gli addetti occupati sono quasi 3 mila, pari al 51% del totale italiano. A fare la parte maggiore è il Brasile con 3 imprese partecipate e oltre 1700 addetti. Infolink: www.mi.camcom.it 

GUERRA IN IRAQ: ASSOTRAVEL INVITA LA RETE ITALIANA DELLE AGENZIE DI VIAGGI A VENIRE INCONTRO AI CLIENTI
Roma, 24 marzo 2003 - Assotravel (Associazione Nazionale delle Agenzie di Viaggio e Turismo) aderente a Confindustria, ha invitato tutti gli agenti di viaggi italiani ad intervenire per evitare o limitare al massimo ai propri clienti le conseguenze derivanti dalle disdette conseguenti all'avvio del conflitto tra Usa e Itaq. Ricordiamo che, in base al decreto legislativo n. 111/95 le penali, conseguenti alla disdette previste dal contratto di viaggio non sono dovute solo nel caso in cui il paese di destinazione sia direttamente coinvolto nello scenario di guerra o comunque ufficialmente "sconsigliato" dall'Unità di Crisi della Farnesina. In tutti gli altri casi le penali sono invece dovute poiché a loro volta le aziende (agenzie di viaggio e/o tour operator) hanno assunto impegni nei confronti di strutture ricettive e di vettori in Paesi pericolosi per i viaggiatori. Al di là di questo quadro giuridico che resta fermo, Assotravel ha ritenuto doveroso, attraverso una propria comunicazione inviata a tutte le agenzie di viaggio italiane, invitare le stesse imprese ad operare per evitare al massimo i disagi e le conseguenze per quanti si sono loro rivolti per scegliere le proprie vacanze. In tal senso, le agenzie di viaggio italiane opereranno su richiesta dei loro clienti anche relativamente alle destinazioni non dichiarate a rischio, per ottenere, laddove possibile, differimenti della data di partenza e/o della destinazione, senza penali per i propri clienti. L'iniziativa si inserisce in una nuova posizione che vede l'agenzia di viaggio sempre più consulente della propria clientela, pur restando terminale sul territorio della catena produttiva del turismo (albergo, vettore, tour operator). In questo quadro Assotravel ha diffuso, presso tutte le agenzie di viaggio italiane, il proprio Servizio Sicurezza Clienti con il quadro aggiornato (alle ore 10.00 di oggi) dei Paesi ufficialmente a rischio e degli altri pericolosi (zona per zona) nell'interesse dei clienti e per la serenità delle loro vacanze. 

PROGRAMMA DEI VOLI AIR FRANCE 
Roma, 24 marzo 2003 - Il programma dei voli Air France, per il mese di aprile, é in corso di adeguamento alla situazione. Un bilancio sarà comunicato mercoledì 26 marzo 2003. A parte Tel Aviv, l'insieme delle destinazioni continuerà ad essere collegato fino a tale data. 

SOSPESO IL SERVIZIO POSTALE CON L'IRAQ E CON IL KUWAIT 
Roma, 24 marzo 2003 - Il servizio postale con l'Iraq e con il Kuwait è sospeso a causa dell'interruzione dei collegamenti aerei con questi Paesi. La corrispondenza eventualmente inviata verso questi Paesi sarà restituita al mittente. 

CONVEGNO: RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE QUANDO UN CONTROLLO INEFFICIENTE PUÒ COSTARE MOLTO CARO COME CONCILIARE LE NUOVE RESPONSABILITÀ DELLE PERSONE GIURIDICHE CON IL BUSINESS 
Milano, 24 marzo 2003 - E' sotto gli occhi di tutti che l'Italia si è adeguata rapidamente al d.lgs 231/2001 in merito alla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. La nuova normativa prevede sanzioni molto gravi, fino all'interdizione dall'esercizio delle attività contrattuali con la Pubblica Amministrazione, anche prima di essere giudicati e per periodi di tempo tali per cui l'impresa, pur innocente, rischia di uscire dal business. La legge prevede responsabilità dirette anche in merito a comportamenti ed azioni di soggetti anche estranei all'azienda ma ad essa riferibili, come agenti e reti distributive. Inoltre sancisce che le persone giuridiche, ovvero le aziende, per non incorrere nelle sanzioni, devono quanto meno dimostrare di avere adottato tutte le contromisure necessarie. Poiché, per necessità di riduzione del personale, si tende a portare le deleghe ai livelli gerarchici più bassi o a terze parti, ai fini del d.lgs 231/2001 si pongono ineludibili problemi di controllo. Per verificare le proprie strutture, le domande cruciali da porsi sono le seguenti: L'azienda è dotata di indicatori di processo per il controllo di anomalie nelle reti vendita indirette? I processi sono adatti a prevenire le situazioni di rischio censite nella 231/2001? Il sistema dei pagamenti è organizzato per segnalare le anomalie? Quali sono gli aspetti delle politiche commerciali che potrebbero essere in conflitto con la norma? Il controllo di gestione traccia, ai fini della trasparenza, eventi finanziari a rischio? L'organizzazione aziendale consente di distinguere una richiesta "pericolosa"? Se ritenete che la vostra azienda non sia sufficientemente tutelata per operare in sicurezza è necessario: Approfondire la conoscenza delle norme; Mappare i rischi derivanti dal business, che potrebbero farvi incorrere in sanzioni; Adeguare organizzazione e processi, salvaguardando il modello di business; Individuare gli indicatori di controllo; Costruire un modello organizzativo di controllo e di feedback per la gestione del rischio d'impresa. Durante il convegno, avvocati esperti delle nuove norme e consulenti di organizzazione illustreranno le norme, le implicazioni organizzative e di business. 27 marzo 2003 Hotel Michelangelo, via Scarlatti, 33 Milano Ore 9 - 13 La partecipazione al convegno è gratuita; poiché i posti sono limitati, si prega di iscriversi all'indirizzo e-mail hbi@miglioramento.it  o telefonando alla segreteria organizzativa: mob. 3355920636 

DE AGOSTINI: CONCLUSE LE TRATTATIVE SINDACALI CON IL GRUPPO UTET 
Novara, 24 marzo 2003 - Si è conclusa il 20 marzo 2003, a Roma presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la trattativa avviata il 19 novembre scorso, tra il Gruppo Utet e le rappresentanze sindacali. La procedura, attuata in seguito alla definizione del piano di ristrutturazione delle società del Gruppo Utet, si è conclusa con un accordo raggiunto al termine di una trattativa condotta con spirito costruttivo e collaborativo da parte di tutte le componenti al tavolo di lavoro. La situazione economico/gestionale del Gruppo Utet, recentemente acquisito dal Gruppo De Agostini, e l'andamento fortemente negativo degli indicatori economici hanno reso indifferibile l'adozione di un piano industriale che, passando per una fase di riorganizzazione e di razionalizzazione delle attività e dei processi in essere, consenta il rilancio dei marchi dello storico gruppo editoriale, attraverso consistenti investimenti editoriali e infrastrutturali, che portino in tempi brevi ad un recupero di efficienza e ad un riequilibrio del risultato economico. Il piano industriale di lungo periodo ha come obiettivo di valorizzare pienamente gli asset esistenti, mantenendo il posizionamento strategico del Gruppo Utet, conservandone l'identità e le specificità rispetto alle attività del Gruppo De Agostini. A fronte dell'impegno in un piano industriale di rilancio e di rafforzamento del Gruppo Utet, l'accordo raggiunto prevede una riorganizzazione che porterà gli organici ad una riduzione di 130 unità. Per attenuare l'impatto sociale del piano si farà ricorso sia a pensionamenti anticipati, per la maggior parte del personale in esubero, sia a strumenti che favoriscano la ricollocazione del personale in esubero nel mercato del lavoro esterno. L'accordo è stato sottoscritto dall'azienda, dalle Segreterie Nazionali e Territoriali di Fistel Cisl e Uilcom Uil e dalla maggioranza delle Rsu/Rsa delle società coinvolte. La chiusura della trattativa e il raggiungimento dell'accordo sono stati il risultato di uno sforzo congiunto delle controparti di ricercare tutte le possibili intese e gli strumenti più adeguati per favorire il risanamento e il rilancio del Gruppo Utet. 

GIANNI CRESPI LASCIA DE AGOSTINI E UTET 
Novara, 24 marzo 2003 - Il dott. Gianni Crespi, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società Istituto Geografico De Agostini S.p.A. e Amministratore Delegato del Gruppo Utet, lascia la società, così come gli altri incarichi ricoperti in altre società del Gruppo De Agostini e del Gruppo Utet, avendo entrambe le parti preso atto delle divergenze insorte sulle strategie di business ed i relativi assetti organizzativi. Il Consiglio di Amministrazione della società esprime il suo ringraziamento ed il vivo apprezzamento per l'importante opera svolta dal dott. Crespi nel corso della sua gestione. Alla luce del carattere amichevole della risoluzione del rapporto, nuove occasioni di collaborazione potranno svilupparsi in futuro. 

DATA MANAGEMENT ACQUISISCE GESAM RILEVATO IL 55 PER CENTO DELLA SOCIETÀ DEL GRUPPO DELOITTE&TOUCHE SPECIALIZZATA NELL'AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE
Milano, 24 marzo 2003 - Data Management, società del gruppo Akros e leader nelle soluzioni e nei servizi di informatica per la gestione delle risorse umane, ha acquisito dal gruppo Deloitte & Touche il 55 per cento di Gesam, società con sede a Milano e specializzata nei servizi per l'amministrazione del personale. L'operazione permette a Data Management di rafforzare la posizione di polo di riferimento per l'intera gamma dei servizi per la gestione del personale. La possibilità di affiancare a soluzioni di informatica consolidate e ai servizi in outsourcing anche competenze caratteristiche della consulenza professionale (del lavoro, dell'assistenza legale e contrattuale e della gestione degli adempimenti), permette a Data Management e alla controllata Gesam di esprimere un unicum d'offerta sul mercato italiano. In più, l'acquisizione si accompagna a un accordo di collaborazione fra la stessa Gesam e il gruppo Deloitte & Touche, che dà continuità ad una collaborazione già consolidata per i servizi di amministrazione del personale erogati ai clienti Deloitte. I soci fondatori di Gesam hanno conservato le quote già in loro possesso e sono tutti nel nuovo consiglio d'amministrazione. Fra essi è Angelo Pagani, che è stato confermato Presidente della Società. Amministratore Delegato è Luciano Latini, proveniente da Data Management. Costituita nel 1983, Gesam ha maturato una competenza riconosciuta nei servizi professionali e di amministrazione in outsourcing del personale, con prestazioni che vanno dagli adempimenti di base, all'assistenza legale e contrattuale, alla gestione delle retribuzioni e così via. Entrata nel gruppo Deloitte & Touche nel 2000, oggi opera con oltre 20 professionisti, per aziende appartenenti ai settori più diversi (dal commercio all'editoria, dall'industria metalmeccanica allo spettacolo). 

CONGIUNTURA CRITICA PER LE CALZATURE 
Milano, 24 marzo. "II ciclo congiunturale sfavorevole innescato a partire dalla seconda metà del 2001 è proseguito nel corso di tutto l'anno 2002." Questa in sintesi la situazione congiunturale del settore calzaturiero descritta da Antonio Brotini, Presidente di Anci. Del resto le cifre parlano chiaro. "I dati di preconsuntivo configurano un 2002 in larga parte insoddisfacente dal punto di vista congiunturale -spiega una nota dell'Ufficio Studi di Anci. Le aspettative della precedente nota semestrale e i risultati dell'indagine rapida sui primi 9 mesi avevano anticipato come il consuntivo dell'intero anno non potesse riservare grandi sorprese positive. N Ed è proprio la conferma delle aspettative a rendere più preoccupante le prospettive di medio periodo. In effetti anche per il 2003(almeno nella prima parte) il portafoglio ordini e le attese degli operatori non lasciano spazi all'ottimismo, profilando risultati non dissimili da quelli dell'anno che si è appena concluso. " Per quanto riguarda i dati preconsuntivi -continua Antonio Brotini -la dinamica riflessiva della domanda internazionale ha inciso negativamente sui volumi produttivi e sulle politiche di prezzo. In senso assoluto, i segni negativi non destano preoccupazione sulla competitività del nostro prodotto, ma è chiaro che il perdurare di condizioni così difficili sui mercati ha finito per incidere anche sulle dinamiche occupazionali e sul ciclo finanziario incassi/pagamenti, creando ulteriori difficoltà alle imprese". In sintesi il quadro descritto dai dati preconsuntivi evidenzia -con riferimento al campione di aziende intervistato- un calo del 4,4% in quantità e dell11,5% in valore della produzione. Il secondo semestre quindi è risultato anche peggiore del primo, in cui si era registrato un arretramento della produzione in quantità di circa il 3%. Ciò che preoccupa è il convergere delle indicazioni di tutte le imprese: dall'indagine di Anci emerge che solo il 15% delle imprese intervistate ha dichiarato un aumento della produzione. Proprio l'evoluzione del commercio internazionale rappresenta uno degli elementi di maggiore importanza nell'interpretazione di una congiuntura negativa. Negli andamenti dei singoli mercati è da ricercare la fonte principale del perdurare del ciclo negativo. -, , "Per quanto riguarda l'export calzaturiero, nei primi 11 mesi del 2002 si è registrato un decremento dell'8,4% in quantità e del 5,7% in valore. Particolarmente negativi i risultati in Germania, da sempre primo paese acquirente in termini di volume delle nostre calzature, dove il nostro export è sceso del 17% sia in quantità che in valore. Altrettanto negativo l'andamento delle vendite in USA (-11,7% in volume), Paesi Bassi (-15,5). Svizzera (-17,4%) e Belgio (-7,7%). Si tratta di cinque mercati fondamentali per i nostri operatori, che nel 2001 rappresentavano ben il 46,7% in volume e il 50% in valore sul totale delle nostre esportazioni. Gli Stati Uniti, nei primi 11 mesi, hanno fatto registrare un calo dell'11,7% in volume (-13,8% in valore), dati certamente meno negativi rispetto a quelli del primo semestre che evidenziavano flessioni superiori al 20%. Va tenuto però conto che l'attenuazione è in parte da imputare ad un effetto statistico: i termini di confronto, ovvero i dati del secondo semestre 2001, sono particolarmente bassi a seguito del pessimo andamento delle vendite al dettaglio nei mesi successivi ai tragici fatti dell'11 settembre. Le uniche note positive sono rappresentate dall'andamento favorevole dell'export verso Francia (+2,1% in volume e +8,8% in valore) e Spagna (+9,7% in quantità e +11% in valore), e dalla sostanziale tenuta nel Regno Unito, che, pur perdendo 1'1,6% in quantità, cresce in valore (+3,3%). "Complessivamente, -spiega il presidente di Anci -nel periodo gennaio/novembre 2002 abbiamo venduto all'estero 303 milioni di paia (28 milioni in meno rispetto ai 331 dell'analogo periodo 2001). Così come avevamo evidenziato a dicembre, commentando i dati dei primi 8 mesi, negli ultimi 10 anni mai le esportazioni erano scese a un live/1o così basso. " Sul mercato interno le dinamiche dei consumi delle famiglie sono certamente più positive anche se il secondo semestre dell'anno ha registrato una frenata preoccupante delle vendite. "I consumi interni -spiega Brotini -rimangono l'unico indicatore congiunturale positivo, nonostante gli acquisti delle famiglie (cresciuti del +2,9% in volume e del +5,2% in termini di spesa nei primi 10 mesi) abbiano subito nel secondo semestre dell'anno una brusca frenata, che ha attenuato sensibilmente i promettenti tassi di crescita registrati nei primi mesi 2002." Nonostante questo rallentamento le importazioni continuano a registrare un trend di crescita consistente (+9;9% in quantità e +7,4% in valore); pur scontando gli effetti della delocalizzazione produttiva e il traffico di perfezionamento passivo, l'aumento dell'import è un segnale dell'aumentata competizione sul mercato. In particolare dalla Cina sono state importate 62 milioni di paia (il 30% del totale)l con un aumento del 18,9% in volume e del 4,4% in valore. Anche il Vietnam ha registrato forti incrementi, sia in quantità ( + 15 %) sia in valore ( + 10,7%). l'Come abbiamo già avuto modo di sottolineare più volte, -spiega il Presidente -si tratta del 1 ° e 6° produttore mondiale, che anno dopo anno aumentano la propria penetrazione commerciale in Italia. Ricordo infatti che nel 1992 dal Vietnam importavamo 213mila paia di scarpe, oggi diventate 19 milioni. Per la Cina si è passati da 36 milioni del 1992 agli oltre 62 attuali. L 'aumento delle importazioni dal Far Ea.st è un fenomeno esteso a tutti i mercati occidentali, e la presenza di tali produttori in alcune fiere europee rende sempre più temibile e aggressiva l'attività commerciàJe di questi paesi. Per contro, l'attività di supporto a/le imprese per conquistare quote di mercato nella gamma alta e medio-alta non è ancora sufficiente, sia sul fronte de/1a promozione che su quello1o de/1a lotta a/la contraffazione'l . In questi due ambiti I' Anci continua da un lato ad essere di stimolo per le Istituzioni, dall'altro a realizzare specifici progetti. "Per quanto riguarda la promozione -continua Brotini -Anci continua e sviluppa la propria attività in modo sempre più intenso. Sul fronte de/1a lotta a/la contraffazione, su nostra iniziativa, l'Ufficio Legislativo del Ministero Attività Produttive sta elaborando unDiisegno di Legge volto a proteggere il marchio di origine "Made in Italy". Il Disegno di Legge sarà presentato direttamente dal Ministro Antonio Marzano nelle prossime settimane e diventerà una delle priorità delle attività di Governo nei prossimi mesi. Inoltre, approfittando del semestre di Presidenza italiana della UE, che partirà dal 1° luglio, tale progetto di Legge verrà portato in sede comunitaria, per ottenere un'unica Direttiva per tutti i 15 Paesi membri". "Nel calendario dell'intensa attività associativa, -spiega il Presidente di Anci -la promozione e gli eventi fieristici rimangono uno degli ambiti più importanti. Soprattutto in questo momento difficile del mercato, noi imprenditori ci aspettiamo molto da questo Micam. AI momento le previsioni per il medio periodo non appaiono confortanti, ma la manifestazione che Anci organizza rimane uno dei momenti imprescindibili del settore. Prova ne è che quest'anno è stato raggiunto il record di presenze: gli espositori sono, complessivamente, 1.254, di cui 203 stranieri. A fronte di un incremento globale del + 4,2 %, le presenze straniere sono cresciute del + 28,5% rispetto a marzo dello scorso anno." Le previsioni per il 2003, come già sottolineato, non appaiono positive: infatti il portafoglio ordini medio delle aziende dell'indagine Anci, comprensivo dei riordini, è posizionato sostanzialmente sugli stessi livelli reali del periodo precedente (+0,4% nell'ultimo trimestre 2002). Sono soprattutto i grandi mercati a deludere: la Germania sembra avviarsi ad un altro anno di recessione (-5% gli ordinativi nell'ultimo trimestre), gli Usa sono invece penalizzati dalla dinamica del cambio (-0,7%) mentre il mercato giapponese conferma il persistere di una dinamica negativa (- 0,6%). Risultati più interessanti arrivano invece da altri mercati: complessivamente gli altri Paesi dell'Unione Europea registrano campagne ordini favorevoli (+2,4%), così come l'aggregato residuale degli "altri paesi" (+4%). "Gli elementi positivi che emergono dalla rilevazione -conclude Brotini -consistono nella percezione differenziata degli operatori rispetto allo scenario di medio periodo: dietro al valore medio si nasconde infatti una differenziazione delle aspettative che può risultare un primo segnale di un maggior dinamismo della congiuntura. E' tuttavia evidente che il condizionamento rispetto al profilarsi della guerra rimane molto forte e rende difficile, se non impossibile, qualunque valutazione sul futuro." Infolink: www.micamonline.com

FRANCESCO TATÒ COMUNICA LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DI HDP 
Milano, 24 marzo 2003 - Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di HdP Francesco Tatò ha informato, il 18 marzo di quanto segue: "In occasione della riunione del Patto di Sindacato di HdP - Holding di Partecipazioni Industriali, ho informato gli Azionisti che i grossi impegni della presidenza di HdP per i prossimi tre anni non si sarebbero conciliati con la mia attività professionale, alla quale desidero dedicare la maggior parte delle mie energie. Con rammarico pertanto conserverò la carica solo fino alla prossima Assemblea convocata per i giorni 14 e 15 aprile prossimi. Mi auguro di rimanere legato al Gruppo, del quale sottolineo i brillanti risultati operativi del 2002, con altre forme di collaborazione professionale". 

LA COMMISSIONE EUROPEA INVITA A PRESENTARE OSSERVAZIONI SUL TEMA DELLA REGOLAMENTAZIONE DELLE PROFESSIONI LIBERALI E DEGLI EFFETTI DI TALE REGOLAMENTAZIONE 
Bruxelles, 24 marzo 2003 - Una minore regolamentazione della professione di avvocato, di architetto e delle altre professioni liberali apporterebbe vantaggi per il pubblico: questa la conclusione di uno studio indipendente realizzato su incarico della Commissione Europea. La regolamentazione dei servizi professionali varia notevolmente da uno Stato membro all'altro dell'Unione europea, in particolare in materia di tariffe, di pubblicità e di collaborazione interprofessionale. In un discorso tenuto oggi presso l'ordine federale degli avvocati tedeschi, il commissario per la Concorrenza Mario Monti ha invitato le autorità di regolamentazione e i professionisti ad avviare una riflessione per chiarire se alcune delle restrizioni risalenti all'epoca delle corporazioni medievali siano ancora necessarie al mondo d'oggi o se invece esse non abbiano effetti negativi sulle imprese, che ricorrono ampiamente ai servizi professionali, e sui consumatori. Nel corso degli anni, a seguito di denunce, di notificazioni e di interrogazioni parlamentari, i servizi della Commissione responsabili per la Concorrenza si sono occupati del problema dell'applicazione delle regole di concorrenza ai servizi professionali, in particolare dell'articolo 81 del trattato CE relativo alle pratiche restrittive. Finora l'azione della Commissione in tale settore si è tradotta in tre decisioni, i cui principi ispiratori sono stati confermati dagli organi giurisdizionali europei. Si tratta delle decisioni riguardanti le tariffe degli spedizionieri doganali in Italia, le tariffe dei consulenti in materia di diritti di proprietà industriale in Spagna e il codice di condotta dell'Istituto dei mandati abilitati presso l'Ufficio europeo dei brevetti. La decisione di commissionare uno studio sulle professioni liberali è stata motivata dall'esigenza di acquisire una maggiore conoscenza della regolamentazione vigente a livello nazionale ai fini della valutazione dei casi pendenti, alla luce delle recenti sentenze della Corte di giustizia nelle cause Arduino e Wouters (a seguito di rinvio pregiudiziale alla Corte da parte rispettivamente di un tribunale italiano e di un tribunale olandese) e in considerazione della tendenza all'allentamento della regolamentazione che sta emergendo in seno ad alcune autorità pubbliche di regolamentazione e a taluni organismi di autoregolamentazione nella UE. Lo studio, condotto dall'Institut für Höhere Studien (Istituto per gli Studi Superiori) di Vienna, mira a stimolare un dibattito a livello europeo inteso a chiarire se la regolamentazione delle professioni liberali sia in linea con gli sviluppi economici e con il progresso tecnico e se alcune norme siano giustificate sotto il profilo del diritto della concorrenza. Mettendo a confronto la regolamentazione delle professioni di avvocato, notaio, contabile, architetto, ingegnere e farmacista in tutti gli Stati membri, lo studio conclude che la situazione varia notevolmente da un paese all'altro. In Austria, Italia, Lussemburgo, Germania e forse anche Grecia la regolamentazione risulta la più restrittiva in tutti i settori professionali; il Regno Unito, la Svezia, la Danimarca, i Paesi Bassi, l'Irlanda e la Finlandia presentano invece regimi regolamentari piuttosto liberali (fatta eccezione per la professione di farmacista nei paesi nordici). Gli altri paesi (Belgio, Francia, Portogallo e Spagna) sembrerebbero occupare una posizione intermedia. Sulla base di "indici di regolamentazione" sua una scala da 0 a 12, lo studio conclude che la Grecia è il paese in cui le professioni legali (avvocato e notaio) sono maggiormente regolamentate (9.5), e che invece in Finlandia la regolamentazione è quasi inesistente (0.3). La maggior parte degli altri paesi presentano un indice pari a 6. È l'Italia, invece, a detenere il più elevato indice di regolamentazione per la professione di architetto (6.2), una professione che per il resto non è tra le più regolamentate, la media nella UE è infatti inferiore a 3. Lo studio vuole essere un contributo al dibattito e non riflette il punto di vista della Commissione. Sulla base delle risposte fornite dagli ordini professionali nazionali, esso analizza la regolamentazione in materia di accesso alla professione e in materia di condotta nell'esercizio della professione, quale ad esempio la regolamentazione in materia di tariffe (prezzi fissi, prezzi minimi e/o massimi), di pubblicità e di marketing, di collaborazione interprofessionale, di restrizioni geografiche alla sede di esercizio della professione, di restrizioni allo stabilimento di succursali ecc. Tra l'altro, lo studio individua una tendenza all'allentamento della regolamentazione e conclude che nei paesi dove la regolamentazione è minima o assente non si riscontrano elementi che evidenzino una minore tutela dei consumatori. Lo studio conclude anche che nei paesi con un basso livello di regolamentazione i redditi dei professionisti sono più bassi, ma che in tali paesi un numero proporzionalmente superiore di professionisti genera un fatturato complessivo relativamente superiore. Ciò lascerebbe supporre che il basso livello di regolamentazione non rappresenta un ostacolo quanto piuttosto uno stimolo alla generale creazione di ricchezza. Nel discorso tenuto quest'oggi a Berlino presso l'ordine federale degli avvocati tedeschi il commissario Monti ha invitato le autorità di regolamentazione e i professionisti a riflettere sui risultati dello studio con spirito costruttivo e aperto, affermando che sia i professionisti che i consumatori potranno trarre vantaggio da una maggiore concorrenza. "Questo studio offre un quadro interessante della situazione nei diversi Stati membri e sostiene che l'introduzione di una maggiore libertà nel settore delle professioni può andare a vantaggio del pubblico", "...Anche i professionisti avrebbero tutto da guadagnare da una sana concorrenza. Avrebbero maggiori possibilità di adeguare e rinnovare i loro servizi per rispondere all'evoluzione delle esigenze della clientela... La loro lunga e prestigiosa tradizione non dovrebbe fare da ostacolo alla modernizzazione, all'offerta di nuovi servizi, all'apertura ad una maggiore concorrenza". Lo studio indipendente sarà disponibile sul sito Internet della direzione generale della Concorrenza della Commissione. I contributi devono pervenire entro la fine di maggio. Infolink: http://europa.eu.int/comm/competition/index_en.html 

MICHELIN SERVICES LIMITED MANCHESTER, UK SELEZIONI PER MANCHESTER 
Torino, 24 marzo 2003 - Mercoledì 2 aprile 2003, ore 15.00, presso l'aula magna della Facoltà (C.so Unione Sovietica 218 bis Torino). Uno dei marchi internazionali più conosciuti al mondo, nel campo dei pneumatici e delle cartine e guide turistiche, ha scelto l'Università di Torino per questo evento, unico in Italia. La presentazione verterà sulle attività della nuova sede di Manchester e sulle opportunità di lavoro per giovani laureandi/laureati di Economia (di tutte le Facoltà italiane), interessati a fare un'esperienza all'estero. L'incontro si svolgerà in lingua inglese e sarà introdotto dal prof. Giorgio Pellicelli. Alla fine della presentazione sarà possibile consegnare direttamente ai relatori il proprio CV in inglese. Per informazioni: Job Placement (011/670.6007). 

CONFCOMMERCIO: AL VIA LA QUINTA EDIZIONE DEL FORUM DI CERNOBBIO (28, 29 E 30 MARZO A VILLA D'ESTE) PARTECIPANO FINI, MARONI, MARZANO, PEZZOTTA, ANGELETTI. 
Roma, 24 marzo 2003 - La Costituzione europea, il federalismo, il ciclo economico internazionale e le prospettive dell'economia italiana, liberalizzazione e concorrenza, le politiche per l'occupazione, consumi, made in Italy e internazionalizzazione: saranno questi i principali temi della quinta edizione del Forum "I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000" organizzato da Confcommercio, in collaborazione con Ambrosetti, che si svolgerà dal 28 al 30 marzo prossimo a Cernobbio. I lavori avranno inizio venerdì 28 marzo alle ore 12.00 con la conferenza stampa di apertura del Presidente di Confcommercio, Sergio Billè, e del Presidente di Ambrosetti, Alfredo Ambrosetti. Proseguiranno per l'intera giornata (14.30-18.30), riprenderanno sabato 29 marzo (9.00-13.15 e 14.45-18.45) e si concluderanno domenica 30 marzo (9.00-13.00). Tra i partecipanti: il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Gianfranco Fini; i ministri Gianni Alemanno, Umberto Bossi, Enrico La Loggia, Roberto Maroni, Antonio Marzano; il Viceministro, Adolfo Urso; i sindacalisti: Luigi Angeletti, Savino Pezzotta; i politici: Enrico Letta, Pier Luigi Bersani, Roberto Formigoni. Parteciperanno, inoltre, Alberto Alesina (Harvard University), Frits Bolkestein (Commissario europeo per il Mercato interno), Daniel Gros (Direttore Centre for European Policy Studies), Gian Maria Gros-Pietro (Presidente Società Autostrade), Ernesto Illy (Presidente Centromarca), Alessandro Profumo (Amministratore Delegato Unicredito), Jordi Pujol (Presidente Generalitat de Catalunya), Larry Siedentop (Oxford University), Franco Tatò. E' prevista la partecipazione del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. 

2003, ANNO INTERNAZIONALE ... DELL'AQUA 
Milano, 23 marzo 2003. Il tema dell'acqua è in questi giorni al centro della terza conferenza mondiale sull'acqua, che ha luogo a kyoto (16-23 marzo 2003). Si tratta del forum mondiale più importante al mondo mai organizzato prima d'ora sul tema acqua. Promosso dalle Nazioni Unite, conta la presenza di rappresentati di oltre 150 Paesi, con diecimila delegati, esperti, ambientalisti e oltre mille giornalisti provenienti da tutto il mondo. È significativo che proprio nel 2003, consacrato dall'Onu l'"Anno internazionale dell'acqua", esordisca in Fiera Milano Aqua 2003, la 1a Mostra Convegno delle Tecnologie per il Trattamento e la Distribuzione delle Acque, in programma il prossimo autunno dal 25 al 28 novembre. La risorsa idrica si colloca al primo posto delle emergenze mondiali, dato che emerge anche dal rapporto Onu, presentato alla vigilia del Forum, "Water for people, water for life" che prevede entro il 2025 un calo di un terzo della disponibilità di acqua pro capite. In esso compare una lista di 147 Paesi, valutati in base alle risorse idriche, soprattutto sotterranee, all'efficienza di discariche e sistemi di depurazione e alla volontà politica di far fronte alla situazione con leggi per migliorare la condizione delle acque. Dal 1950 al 1995 la quantità d'acqua dolce disponibile annualmente pro capite è diminuita da 17.000 m3 a 7.500 m3, inoltre l'aumento della popolazione mondiale, il crescente inquinamento, i cambiamenti climatici globali, il superamento della soglia del prelievo disponibile ed il crollo del livello delle falde acquifere stanno portando ad una situazione di crisi. L'acqua è quindi una risorsa molto preziosa, più del petrolio, come emerge anche dall'ambizioso progetto che fa capo al francese Michel Camdessus, ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, che ha coordinato un gruppo di esperti finanziari di fama internazionale con il sostegno dell'Unesco e del dipartimento affari sociali dell'Onu. Obiettivo di questo piano è la riduzione del 50% delle popolazioni escluse da fonti idriche entro il 2015 e garantire, entro lo stesso periodo, l'approvvigionamento per usi agricoli e industriali e l'uso di acqua potabile. A conferma dell'importanza di questa emergenza, per espressa volontà del presidente Chirac, il tema acqua sarà anche al centro del prossimo vertice del G8 che si terrà dal 1 al 3 giugno a Evian (Francia). Affrontare il problema acqua significa quindi non solo costruire il futuro, ma porre le premesse per posizionarsi strategicamente in termini scientifici, tecnologici, industriali e commerciali e affrontare da protagonisti le sfide e le opportunità di mercato. L'occasione si presenta proprio con Aqua 2003 che si pone come punto di riferimento a 360° delle soluzioni politico-amministrative, del quadro giuridico-normativo, dei finanziamenti pubblici, delle tecnologie disponibili, degli strumenti scientifico/industriali, dei processi e dei servizi connessi alla protezione e alla conservazione delle risorse idriche di fondamentale importanza strategica. Aqua 2003 si avvale del supporto di due Segreterie Organizzative, Assoexpo e Eiom/Bias Group, operanti in sinergia al servizio degli operatori, garantendo la massima assistenza tecnica e la più efficace azione promozionale. Per tutti sarà possibile seguire le fasi preparative, come pure lo svolgersi della manifestazione a novembre, sul sito www.expoaqua.it  oppure nella sezione appositamente dedicata del portale www.ilb2b.it 

BRAIN AT WORK 2003 : OPPORTUNITÀ DI CARRIERA PER STUDENTI E LAUREATI DE "LA SAPIENZA" CHE INCONTRANO AZIENDE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
Roma, 24 marzo 2003 - Il Ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano inaugurerà la terza edizione di "Brain at Work", il Career Day istituito dall'Ufficio Sapienza&Lavoro della Facoltà di Economia, in collaborazione con l'associazione universitaria Jeser. Quest'anno le Facoltà coinvolte nell'organizzazione sono tre: Economia, Psicologia2 e Scienze della Comunicazione. L'evento si articola nelle giornate del 2 e 3 aprile, dedicate alla visita degli stand allestiti nell'atrio della Facoltà di Economia, alle presentazioni aziendali, ai "business cases", ai "business games" e alla presentazione dei corsi di laurea agli studenti romani. Gli studenti avranno la possibilità di incontrare e proporre direttamente la propria candidatura alle imprese nazionali ed internazionali che partecipano alla manifestazione (Acea, Airone, Alitalia, Assicurazioni Generali, Banca Generali, Bic Lazio, Hertz, Inps, PriceWaterhouseCoopers, Procter&Gamble, Vianet, Inpdap, Toyota, Ares, Mcc). Sono aperte le iscrizioni sul sito www.brainatwork.it dove studenti e laureati possono inserire il loro curriculum che verrà proposto alle aziende presenti. Nella precedente edizione sono stati raccolti 2500 curricula. A tre fortunati studenti delle scuole medie superiori, sorteggiati fra i partecipanti a "La Sapienza incontra le scuole", sarà offerta un'iscrizione gratuita in una delle tre Facoltà organizzatrici della manifestazione. Quest'anno ci saranno anche associazioni del terzo settore come Amref, Caritas, Unicef con un loro stand informativo. Apre i lavori il preside della Facoltà di Economia prof. Attilio Celant. A conclusione della manifestazione il comico Antonio Albanese incontrerà gli studenti in aula per parlare a modo suo del mondo del lavoro e delle imprese. 2 aprile - 3 aprile ore 9.30/19.00 Università degli Studi "La Sapienza" - Facoltà di Economia - via del Castro Laurenziano, 9 - Roma Programma manifestazione http://www.brainatwork.it/programma03.html 

PROVE DI RESISTENZA SISMICA DEGLI EDIFICI SU "TAVOLE VIBRANTI" NEI LABORATORI ENEA 
Roma, 21 marzo 2003 - Guido Bertolaso - Capo Dipartimento della Protezione Civile e Carlo Rubbia - Commissario Straordinario dell'Enea, hanno assistito in diretta alle prove sperimentali su "tavole vibranti" effettuate oggi presso i laboratori di Dinamica Strutturale e Controllo delle Vibrazioni del Centro Enea della Casaccia (S. Maria di Galeria, Roma), che hanno permesso di osservare le prestazioni e la resistenza di un edificio in cemento armato, progettato con criteri tradizionali per zona non sismica, dotato di dispositivi di protezione sismica e sottoposto a terremoti di intensità pari fino a 4 volte al terremoto verificatosi a Colfiorito nel 1997. Le prove sono state effettuate nel corso di una giornata dimostrativa organizzata dall'Enea e dall'Ufficio del Servizio Sismico Nazionale (Ssn) del Dipartimento della Protezione Civile, a conclusione della campagna sperimentale del Progetto "Sicuro", condotta nell'ambito di una convenzione tra le due istituzioni. Obiettivo delle prove è stato quello di verificare l'efficacia dei sistemi di protezione sismica per edifici esistenti, costruiti in zone non classificate sismiche, quindi progettati con criteri non antisismici, ma per le quali sono sopraggiunte evidenze di rischio terremoto. Le protezioni sismiche applicate agli edifici sottoposti alle prove, realizzati in scala1:4, di tre piani, consistono in isolatori in gomma-acciaio ed in isolatori a scorrimento con dissipatori-ricentratori in lega a memoria di forma. Le prove sui modelli degli edifici protetti dai dispositivi sono consistite in azioni sismiche uni e bi-direzionali, fino a valori di accelerazione massima della tavola vibrante pari a 1,5 g. L'applicazione delle suddette tecniche innovative di protezione sismica ha consentito agli edifici di sopportare le sollecitazioni di un terremoto senza subire danni. Lo stesso modello, non adeguato sismicamente, con scosse di 0,8g di picco di accelerazione, dopo i primi cedimenti è collassato fragorosamente davanti ai presenti. La tavola rotonda che ha concluso la giornata, dal titolo "Adeguamento sismico del patrimonio edilizio pubblico: un new deal per il Paese" ha evidenziato la stringente attualità del problema di adeguamento sismico delle strutture pubbliche a livello nazionale, che va affrontato insieme alla diffusione di una cultura più generale della sicurezza sismica, vista anche come stimolo all'innovazione ed allo sviluppo economico e come fattore per un'occupazione qualificata. E' emerso che gran parte del patrimonio edilizio italiano situato in zone che attualmente non sono classificate sismiche non è stato progettato e costruito con criteri antisismici. Circa il 50% degli edifici per abitazione in cemento armato, costruiti in zone sismiche è progettato per sostenere solo carichi verticali di esercizio; per quanto riguarda gli edifici pubblici (scuole, ospedali, uffici, caserme,, ecc) si stima una percentuale della stessa entità. Le prime norme antisismiche ammettevano, nel caso di terremoti di una forte entità, che gli edifici subissero danni, anche irreparabili. Gli eventi sismici verificatisi negli ultimi anni hanno dimostrato l'inadeguatezza di tali norme, sia per la tragedia in termini di vite umane, sia per l'ingente dispendio finanziario necessario a fronteggiare la fase di emergenza, e dopo quella della ricostruzione. 

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