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18 novembre 2000


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RECENSIONI MUSICALI - CD E SITI ON LINE

TELEVISION 3° ALBUM DI PAOLA E CHIARA (Sony Music Entertainment)

Due sorelle compositrici e musiciste "risplendono" nell'attuale panorama musicale. "Vamos a bailar" (premio radio Festivalbar), ha scandito i tempi e le "vibrazioni" della scorsa estate. Paola & Chiara (25 e 26 anni rispettivamente), arricchiscono la loro vicenda musicale, con un disco-svolta, importante e livello di suono. La nuova proposta si raffigura idealmente in uno "schermo sonoro" di immagini e colori di esperienze vissute. Conferma altresì l'evoluzione artistica matura ed innovativa delle due artiste avvicinatesi alle sonorità tipicamente irish dei folk rock di GIORNATA STORICA. Coprodotto insieme a Roberto Baldi (Moltheni, Carmen Consoli, Jovanotti .... Undici nuove canzoni di pulsante pop elettronico alla stregua di Pet Shop Boys, Madonna, Chemiccil Bros., ma con un'anima viva, ricca di melodia e caratterizzata da testi, coerenti con le aspettative generazionali.

L'elemento acustico è sottolineato dall'arrangiamento d'archi in alcune tracce della London String Session (costola della più nota London Symphony Orchestra) diretto da Will Malone. Arricchiscono il singolo altre presenze illustri: le chitarre di Marco Guarnerio e la batteria di Lele Melotti, il basso Morgan dei Bluvertigo e la collaborazione du Phil Palmer.

ENYA "A DAY WITHOUT RAIN" (Wea)

Un album molto atteso dopo cinque anni dall'ultimo "The Memory of trees". L'affresco sonoro risente di una peculiarità metereologica irlandese, quella della pioggia e su questa poetica s'intrecciano eteree vocalità, sound e armonie. L'arrivo del sole dopo tanta pioggia smuove l'umoralità di fondo. La raffinata cantante irlandese è una delle grandi interpreti femminili impostasi negli anni novanta con un totale di circa 44 milioni di album venduti nel mondo. Enya ha realizzato musiche originali per serie tv della BBC "The Celts" e colonne sonore di diversi film di successo. Le sue produzioni sono in collaborazione con il produttore Nick Ryan e l'autrice Roma Ryan.

JOVANNOTTI ON LINE - SOLELUNA.COM IL WEB VISTO DA LORENZO CHERUBINI ....

Più che un sito Web vuol essere un progetto editoriale on line. Un sito dedicato al mondo di Lorenzo, un portale della musica, una community e un modo di fare informazione. Realizzato attraverso il portale Inwind.it, funziona con il contributo di "redazioni" di ragazzi sparse in tutta Italia. Attualmente sono tre: quella di Milano fa capo al Fan Club, poi Cesena e Cortona.

ANTIQUARIATO - LEZIONI IN BOTTEGA A BRERA FINO AL 5 DICEMBRE

L'Associazione degli Antiquari di Brera ha rilanciato l'iniziativa di ospitare nelle botteghe del quartiere l'appassionato pubblico di "cose antiche", svelando i segreti della loro professione e cercando di soddisfare tutte le curiosità inerenti i temi d'antiquariato trattati. Ogni antiquario parlerà di un argomento specifico anche dal lato tattile. Toccando gli oggetti s'impara a riconoscerli, interpretarli e apprezzarli. Le lezioni sono prenotabili al no. 02/8052.688.

1950 - 2000. ARTE CONTEMPORANEA GENOVESE E LIGURE DALLE COLLEZIONI DEL MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA DI VILLA CROCE. Museo d'arte contemporanea di Villa Croce via I Ruffini 3 - Genova. Dal 18 gennaio al 22 aprile 2001

A quindici anni dalla sua apertura e alle soglie del terzo millennio il Museo di Villa Croce intende giustamente "fare il punto" sulle collezioni che a partire dal grado zero dell'inaugurazione sono rapidamente cresciute sino a superare le 3000 opere grazie ad alcuni acquisti , ma soprattutto grazie alle donazioni degli artisti e delle loro famiglie. La mostra, che si inaugurerà il prossimo gennaio e che occuperà tutti gli spazi espositivi del Museo, vuol essere dunque una documentazione (sia pure parziale) delle collezioni per la parte relativa agli artisti genovesi e liguri e al tempo stesso una storia dell'arte genovese e ligure della seconda metà del '900. La mostra (e il catalogo, previsto in due volumi di cui uscirà il primo dedicato alla pittura e ai manufatti non tradizionali) prefigurano dunque quel Museo dell'arte contemporanea a Genova e in Liguria cui sarebbe opportuno pensare nella dimensione della testimonianza per le generazioni future, ma anche in vista dell'appuntamento culturale del 2004. Senza tentare di riproporre un impossibile museo-manuale distoria dell'arte , in cui compaiano magari opere minori o ultra-minori dei grandi protagonisti internazionali, Genova preferisce far conoscere il proprio percorso culturale in un fruttuoso confronto tra la sua storia e la macrostoria nazionale ed europea.

Il percorso inizia con l'esperienza neo-costruttivista del dopoguerra di artisti genovesi che aderiscono al MAC e al MAC Espace come Plinio Mesciulam e Giuseppe Allosia (che presto si avvicina al Nuclearismo) e artisti come Rocco Borella e il Gruppo Tempo Tre (fondato da Attilio Carreri con Bargoni, Esposto, Guarneri, Stirone) che interpretano liberamente le ricerche ottico-percettive degli anni Sessanta. Ma Genova negli anni Sessanta è anche con Firenze, Bologna, Napoli uno dei centri di elaborazione e di diffusione della Poesia Visiva, autonomo contributo italiano alla Pop-art tra immagine mass-mediologica e parola scritta sia nella variante cosidetta "tecnologica" (si vedano le opere di Corrado D'Ottavi) sia nella variante più sofisticata, tra Concettuale e Lettrismo, di Martino Oberto e di Anna Oberto. Negli stessi anni (perchè la storia dell'arte non è mai un percorso univoco, ma un complesso intreccio di ricerche simultanee) continua la ricerca informale di Emilio Scanavino (presente in mostra con un grande lavoro appartenente alla collezione Reverberi) di Gianfranco Fasce, più volte invitato alla Biennale di Venezia, e di Raimondo Sirotti.

Fra anni Sessanta e Settanta il clima dell'Arte Povera (inaugurata alla galleria La Bertesca nel 1967) coinvolge anche artisti non entrati a far parte ufficialmente del movimento, come Beppe Dellepiane (si pensi a La Madonna della seggiola ), Luisella Carretta, Claudio Costa, e determina uno slittamento in direzione antipittorica che a Genova si manifesta anche e soprattutto attraverso le modalità espressive della performance.

La crisi nazionale e internazionale della pittura giunge a concettualizzare la stessa pittura sia nella forme più fredde e asettiche della Pittura Analitica (Zappettini) sia in quelle più attente al dialogo tra pigmento, segno e supporto promosse dalla Nuova Pittura. Si va da soluzioni più radicali, come quelle di Plinio Mesciulam, a soluzioni di raffreddamento della pittura che coinvolgono persino un pittore vicino alla tradizione come Mario Chianese (nella serie Riflessioni di natura ) e un informale come Raimondo Sirotti (nelle grandi tele della metà degli anni Settanta come Estate e Forra).

Aurelio Caminati conduce intanto un'interessante sperimentazione di figurazione iperrrealista ispirata al modello americano e allo svizzero Gertsch , abbastanza atipica nel panorama italiano e presente invece a Genova anche nell'opera di Walter di Giusto.

Il percorso prosegue negli anni Ottanta con un inevitabile ritorno alla pittura (il citazionismo di Walter Di Giusto e l'iperdecorazione di Plinio Mesciulam per citare due esempi). Ma il clima è semmai più vicino all'ironia disincantata del Post-moderno e dei Nuovi Nuovi: si pensi agli scenari di cartone di Enzo Carioti o all' immaginario metropolitano di Antonio Porcelli che riveste oggetti quotidiani di coloratissime brillantine di vetro o fa esplodere sui vetri la cascata di colori del Big Bang in una sorta di neopop in cui gli è compagno Andrea Crosa, e ancora agli oggetti misteriosi e inquietanti che Piergiorgio Colombara crea con leggere installazioni di metallo e vetro.

Ai giovani (almeno a quelli vincitori dei Premi d'arte banditi dal Museo in questi anni) il compito di documentare il carattere eclettico della ricerca di fine millennio: dal recupero e dal riuso dell'installazione poverista, alle contaminazioni tra pittura e fotografia, al nuovo modo di intendere la scultura come multimedialità, forma-suono con una funzionalità erratica e improbabile. Catalogo e mostra a cura di Guido Giubbini e Sandra Solimano;

Catalogo bilingue (It./ ingl.) Ed. Silvana - Milano. Orario: da martedì a sabato 9 - 18.30 , domenica 9 -12.30, chiuso lunedì. Ingresso: intero 6000 lire , ridotto 4000 lire.

Ufficio stampa della mostra: Studio Cristina Pariset - Milano, t. 024812584 - fax. 024812486, e-mail: pariset@planet.it 

Museo d'arte contemporanea di Villa Croce, Paolo Scacchetti, t. 010580069 - fax 010532482 e-mail: museocroce@comune.genova.it 

Ufficio stampa Silvana Editoriale, Massimo Delia, t 0261836369- fax 0261836392, e-mail massimodelia@archeion.it 

Ufficio Stampa Comune di Genova, Simonetta Menini, t. 0105572392 - fax 0105572743, e-mail: comustampa@comune.genova.it

ARTE DEL XX SECOLO DALLE COLLEZIONI ALESSANDRINE - San Francesco, Alessandria, 18 novembre 2000 - 14 gennaio 2001

Le sale espositive dell'ex complesso conventuale di San Francesco ad Alessandria ospitano dal 18 novembre una grande mostra di opere del 900, provenienti da collezioni private della provincia di Alessandria. L'esposizione, realizzata dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Alessandria con il contributo della Regione Piemonte, permette di ammirare opere solitamente non fruibili al grande pubblico, che spaziano dall'arte tra le due guerre all'immediata contemporaneità di Basquiat e Paladino. La mostra, curata da Marco Rosci e organizzata da Aurelio Repetto e Fortunato Massucco, porta il visitatore a scoprire la ricchezza e il valore culturale di un'area collezionistica tutt'altro che provinciale.

Una visita virtuale Anni '20/'30

Il percorso ha inizio con i primi maestri del Novecento: da Piero Marussig con il Ritratto d'uomo e Morando con il Potatore realizzati intorno al 1920 e prosegue con altre opere particolarmente preziose, tra cui la Composizione architettonica del 1928 del Savinio iniziale e l'Autoritratto di Balla ritornato alla figurazione del 1935.

Anni '40/'50

La grande svolta generazionale ed espressiva dei tardi anni '40 e della Liberazione vede schierati, con opere di alta qualità, un Birolli parigino del 1947, Morlotti, Cassinari, Afro Basaldella seguiti da capolavori della stagione informale, segnica e spazialistica tra cui i lavori di Burri, Fontana Capogrossi, Moreni, Music, Chighine, Turcato, Crippa, Romiti, Ruggeri, Novelli.

Altrettanto ben rappresentato e di assoluta qualità è il versante europeo di Fautrier, De Stael, Poliakoff, Riopelle, Tapies, Sutherland, Hartung, in cui si distingue un'opera particolarmente preziosa: Avignon del 1954 di Dorotea Tanning, la compagna surrealista di Ernst.

Il volto realista ed esistenziale della stessa stagione esordisce con un grande Fosse Ardeatine di Gottuso, seguito dalle opere di Guerreschi, Vagliari, Vespignani e da un bellissimo esempio della serie Malinconia del Führer di Franco Francose.

Anni '60/'90

Poche opere, ma altamente significative, rappresentano gli anni '60: fra queste emergono capolavori di Rutella, Guccione, Adami, Bay, ma anche Da Capo di Schifano del 1961, un Kounellis dello stesso anno e un Achrome di Manzoni del '59/'60.

Si giunge così fino al Paladino del 1989, alla Turcata di Mondino del 1997, mentre il panorama internazionale si estende dall'Argentino di Soto all'Autoritratto di Warhol del 1966 e a Loin di Basquiat del 1982.

Anche la varietà delle forme delle sculture è ben sottolineata da opere quali il Ritratto di Colombotto Rosso di Mastroianni, il Denominatore di Melotti, Riflessi di Consagra e la Comprensione di Cesar.

La mostra è corredata da una ampio catalogo, edito dalla Fondazione Mazzotta e curato da Fortunato Massucco, contenente saggi di Marco Rosci, Maria Luisa Caffarelli e Dino Molinari. Info:e.mail g.spaini@bondardo.com  - e.mail b.gambaccini@bondardo.com  - Inaugurazione : 17 novembre 2000, apertura al pubblico 18 novembre 2000 - 14 gennaio 2001, sSede espositiva Ex Complesso Conventuale di S. Francesco, Via Cavour 39 Alessandria, Tel. 0131 202475. Orari della mostra. Da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00. Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00 orario continuato. Lunedì chiuso. Prenotazione visite guidate per le scuole tel. 0131 234794. Biglietto d'ingresso intero £ 10.000, ridotto £ 5000. Organizzazione: Aurelio Repetto e Fortunato Massucco, Acqui Terme, tel. 0144 323379. Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta. Info g.spaini@bondardo.com b.gambaccini@bondardo.com

MOSTRA DEL MAESTRO CARRA' FINO ALLA FINE DI NOVEMBRE A MILANO

Natura del disegno di Carrà. Nella prefazione di Giuseppe Frazzetto del catalogo dedicato al maestro viene chiarito il suo procedere artistico. In più occasioni la critica ha chiarito come per Carlo Carrà il disegno non fosse secondario rispetto alle opere pittoriche. Anzi i disegni più compiuti confermano e rafforzano gli elementi tipici del suo fare pittorico. E in particolare la severità compositiva e lo slancio effusivo, dal futurismo alla metafisica e le acquisizioni primivitiste e giottesche degli anni 20 e 30 confluiscono in una classicità moderna. D.L. Arte di V.le Umbria 64 Milano,sono le iniziali di Simona Di Bello e Giuseppe Lezzi,marito e moglie,lei proprietaria,lui direttore commerciale. Sono nel mondo dell'arte già dal 1994,promotori di investimenti del settore con un catalogo mirato sul figurativo che vanta nomi come: Petrus,Terruso,Viola,De Lucia,Migneco,Messina e alla continua ricerca di emergenti da valorizzare. La mostra di Carrà inaugurata in questi giorni e che durerà sino allafine di Novembre ,è stato lo spunto per l'inaugurazione della nuova sede. Vi si possono ammirare una cinquantina di disegni che abbracciano trentacinque anni di attività dell'artista da"Il Bove" del 1929 alla „ Colonnata" del 1965 da „Cervantes" del 1947 a un"Oltrarno" del 1952. Arricchiscono l'esposizione alcuni preziosi quadri suggestivi perché eccentrici rispetto ai classici filoni futurista o metafisico. Detti quadri provengono dalla raccolta privata del figlio prof.Massimo Carrà. A tutti i visitatori è stato dato in omaggio il catalogo della mostra corredato di ulteriori opere fra le piu´rappresentative del pittore. La D.L.Arte è sempre a disposizione dei clienti per informazioni e invio catalogo ai seguenti numeri: tel. 02.55185663 fax. 02.5513813.Sito internet: www.DLARTE.it e-mail: DLARTE@libero.it

IN VETRINA OSPITE DELLA BANCA POPOLARE DI INTRA DI MILANO L'ECOMUSEO LAGO D'ORTA E DEL MOTTARONE

L'Ecomuseo del Lago d'Orta e del Mottarone dagli inizi di ottobre fino alla fine di aprile, sarà nello spazi pubblicitario della Banca Popolare di Intra, del Consorzio Cusio Turismo e delle Edizioni Oca Blu. E' stata infatti allestita una vetrina con l'immagine a tutto campo del lago d'Orta e di altri scorci suggestivi di paesaggio. Nella fretta di Milano dove tutti corrono indaffarati per qualcosa, la vetrina rappresenta un momento ideale di silenzio e riflessione, una pausa gradita che cattura l'attenzione e l'immaginazione indirizzandola verso "il Lago d'Orta... un sogno di vacanza". La vetrina si trova nella galleria di Santa Radegonda alla fermata della MM1 (linea rossa) del Duomo, vicino all'ingresso sotterraneo della Rinascente. Un punto di passaggio nevralgico ed essenziale, dove la gente transita per recarsi a fare acquisti nel grande supermercato, per andare al lavoro o semplicemente arriva dalla periferia per un giro in centro. In tutti i casi un luogo frequentatissimo da un gran numero di possibili "contatti". In questo modo l'Ecomuseo mira ad acquistare grande visibilità anche al di fuori del proprio territorio, nel cuore del principale bacino d'utenza per il turismo cusiano e si augura di far crescere l'attenzione verso le bellezze, naturali, storiche e culturali, del lago d'Orta. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria dell'Ecomuseo Cusius ai seguenti numeri 0323/89622 oppure allo 0323/888621.

ARTE E LUSSO DELLA SETA A GENOVA DAL '500 AL '700 (11 novembre 2000 - 11 febbraio 2001). Palazzo Ducale di Genova e Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

Presentata a Palazzo Ducale e alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola la prima grande mostra genovese dedicata ai tessuti, in una città che proprio in questo campo ha raggiunto livelli di eccellenza nell'arco della sua storia.

Curata da Marzia Cataldi Gallo, storica dell'arte presso la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici della Liguria, "Arte e Lusso della Seta a Genova dal '500 al '700" verrà raccontata attraverso le affascinanti seduzioni dell'allestimento di Pier Luigi Pizzi.

La mostra fa parte del ciclo di manifestazioni "El Siglo de los Genoveses" che caratterizzeranno la vita culturale di Genova fino al 2004, quando diventerà "Capitale Europea della Cultura".

Genova e l'area circostante, in particolare la Riviera di Levante, è stata almeno per un secolo - il Cinquecento - la capitale mondiale della produzione tessile. Per offrire un concreto dato numerico si consideri che a Genova nel periodo di maggior sviluppo della sua industria serica, cioè all'incirca l'ultimo quarto del Cinquecento, su una popolazione cittadina complessiva di circa 60.000 abitanti erano attivi 15.000 tessitori ed erano circa 38.000 le persone almeno parzialmente impegnate nel settore. Le ricchezze di alcune delle più importanti famiglie, come Balbi e Brignole - Sale, erano fondate sul commercio di questo prezioso filato: la seta. La città e le Riviere mantennero un ruolo molto significativo anche per i due secoli successivi, imponendosi sul mercato europeo con i loro rinomati tessuti per arredamento.

Francia, Inghilterra e Germania, benché sedi di manifatture più o meno affermate, ancora per tutto il XVIII secolo importavano grandi quantitativi di stoffe genovesi. La fama dei velluti tessuti nel territorio della Repubblica fu tale che anche quelli prodotti in Francia e in Inghilterra, per essere facilmente venduti, venivano chiamati rispettivamente velours de Gênes o Genoa velvet.

La mostra presenta oltre 150 pezzi e si sviluppa in due sedi, il Palazzo Ducale di Genova e la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

Nel primo, all'interno degli spazi medievali della Loggia degli Abati e di quelli tardo-cinquecenteschi del Munizioniere saranno esposti i più alti esiti dell'arte tessile genovese e ligure, prodotti tra il XVI e il XVIII secolo, con particolare approfondimento per il Seicento ed il Settecento.

Oltre ai tessuti d'arredamento si potranno ammirare abiti e paramenti sacri, tra cui un preziosissimo piviale in velluto con broccature dorate del '500, e pianete di origine orientale.

Le stoffe antiche saranno inserite nei loro contesti originali con l'ausilio visivo di molte opere d'arte: dipinti, sculture, arredi lignei, argenti. Una galleria di ritratti, da Van Dyck a Piola al Mulinaretto, consentirà di mettere in rilievo l'utilizzazione originaria di queste raffinate stoffe, contestualizzando la presenza dei vestiti dell'epoca.

E ancora poltrone e "portiere" ricamate che, insieme ad arredi e suppellettili, ricreeranno l'atmosfera sfarzosa di quei secoli. Gli ambienti verranno arricchiti anche da stoffe che non furono prodotti a Genova ma in essa furono ampliamente utilizzati, come i tessuti orientali e i tessuti francesi del Settecento.

Le ultime sale della mostra esuleranno dal periodo storico preso in esame. Saranno infatti dedicate ad una delle aziende di moda più note a livello internazionale per la produzione di accessori in seta: Salvatore Ferragamo. L'arte e la bellezza della seta non hanno tempo, il fascino di questo tessuto non solo non è tramontato nel mondo di oggi ma conosce, all'inizio del XXI secolo, una nuova, fiorente stagione.

Nel Sottoporticato verrà ospitata una sezione specifica, "Il fascino dell'Oriente: i mezzari", dedicata ai teli di cotone stampato del XIX secolo, chiamati appunto mezzari. Si metteranno in luce i rapporti della città affacciata sul mare con le terre misteriose e piene di fascino del Levante. Figure di orientali facevano la loro comparsa nei dipinti seicenteschi di Giovanni Battista Carlone (esposti in mostra), velluti turchi decorano ancora ai nostri giorni le più belle dimore nobiliari e dall'India è venuta ai Genovesi l'ispirazione per la creazione di uno dei suoi prodotti più noti e apprezzati: i mezzari o voiles de Gênes, di cui le dame dell'Ottocento amavano coprirsi.

A Palazzo Spinola di Pellicceria si potranno rivivere gli attimi intimi e quotidiani de "La giornata di una aristocratica: raffinate eleganze neoclassiche": dal suo risveglio nella camera da letto, all'attività nello studio, ai preparativi per un viaggio.... In mostra tessuti d'arredamento ornati da decori neoclassici, resi ancor più vivi dalle ricostruzioni d'ambiente create negli spazi del Palazzo.

Attività collaterali e didattiche: a complemento dell'esposizione sono previste diverse iniziative collaterali e didattiche.

All'interno della mostra a Palazzo Ducale verrà montato un telaio dove il titolare dell'ultima manifattura esistente in Liguria ancora operante con telai manuali tesserà per il pubblico una mattina e un pomeriggio a settimana. In programma anche conferenze indirizzate a diverse fasce di pubblico (divulgative e specialistiche) e visite alle raccolte tessili della città e delle Riviere. Una particolare attenzione verrà data all'approfondimento delle tecniche e degli strumenti con cui vengono realizzati i manufatti tessili, in un arco temporale che va dagli antichi telai a mano fino all'odierno computer. Catalogo Umberto Allemandi. Orario Palazzo Ducale: da martedì a domenica, h. 9 - 21. Chiuso il lunedì. Ingresso Palazzo Ducale: L. 12.000 intero, L. 10.000 ridotto, L. 6.000 scuole. Orario Palazzo Spinola: da martedì a sabato, h. 9 - 20; domenica 13 - 20. Chiuso il lunedì. Ingresso Palazzo Spinola: L. 8.000, Biglietto cumulativo Palazzo Ducale e Palazzo Spinola: L. 16.000.

GIUSEPPE VERDI - L'uomo, l'opera, il unito.

Una grande mostra nel centenario della morte. Palazzo Reale, Milano, 17 novembre 2000 - 25 febbraio 2001.

Nel centenario della morte di Giuseppe Verdi, la Fondazione Teatro alla Scala e Casa Ricordi, con il Comune di Milano - Cultura e Musei e il Comitato Nazionale per le Celebrazioni Verdiane, dedicano una importante mostra al grande musicista, un appassionante percorso sulla sua indimenticabile figura di uomo, alla sua opera e al suo mito ancora vivissimo in Italia e nel mondo.

L'esposizione, che ha ottenuto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e il Patrocinio del Ministero dei Beni e Attività Culturali, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, sarà inaugurata il 16 novembre a Palazzo Reale.

Con la mostra dedicata ad uno dei personaggi più rappresentativi della storia nazionale, che a Milano svolse gran parte della sua prodigiosa attività e a Milano si spense, la città riapre al pubblico, dopo gli imponenti lavori di restauro, i saloni del Piano Nobile di Palazzo Reale. I lavori di restauro hanno consentito importanti recuperi quali l'originale decorazione settecentesca lungo lo scalone del Piermarini e il ripristino della Sala delle Cariatidi, e rendono quella che fu la più bella reggia neoclassica in Europa uno dei poli espositivi di maggiore rilievo a livello internazionale.

Affidare a Pier Luigi Pizzi, artefice di moltissime scenografie teatrali, l'ideazione e la cura del progetto di allestimento ha significato immaginare un percorso decisamente spettacolare ed emozionante, che unisce il rigore scientifico a una grande sensibilità, senza tuttavia tralasciare la leggibilità della mostra, che volendo esplorare la vita intera di un artista d'eccezione, è complessa, articolata, densa di oggetti.

L'allestimento attingerà in gran parte al ricchissimo Archivio Storico di Casa Ricordi, ma anche agli archivi del Museo Teatrale alla Scala, dell'Opéra di Parigi, di Villa Verdi a S. Agata, della Casa di Riposo Giuseppe Verdi, dell'Istituto di Studi Verdiani e di diverse altre raccolte pubbliche e private. Saranno esposti preziosi e rari oggetti scenici, musicali e documentari in gran parte sconosciuti al grande pubblico, ma in molti casi anche ai più appassionati melomani.

La mostra si articolerà in tre sezioni: l'Uomo, l'opera, il Mito, al fine di dipanare la storia dell'uomo Verdi, del suo immenso lavoro musicale e teatrale, del grande influsso che la sua figura ebbe sui contemporanei, creando quell'aura mitica che perdura da più di un secolo senza significative flessioni. Allegate le sintesi dei contenuti delle sezioni. Catalogo Skira.

L'UOMO La prima sezione indagherà gli aspetti più significativi della vita di Verdi, le origini modeste, la vita di provincia e l'Italia del ternpo, la formazione artistica a Milano, la musica che ha conosciuto e a cui si è ispirato (Donizetti, Rossini), il suo impegno politico nell'Italia postunitaria. Saranno ricostruite la facciata della casa natale di Roncole e la camera del Maestro di Villa di S. Agata, da cui usciranno, per la prima volta, anche il suo tavolo di lavoro, le librerie, gli spartiti. Verranno esposte lettere autografe di Verdi agli amici, alcuni ritratti della sua famiglia, immagini di cantanti. Annessa a questa parte vi sarà una nutrita quadreria di pittori dell'epoca - Hayez, Morelli, Inganni - a documentare l'ambiente culturale in cui si venne a trovare Verdi frequentando i salotti milanesi dell'epoca. Ci saranno ritratti di grandi personaggi risorgimentali come Cavour e Mazzini, quadri di Induno e de Albertis con le vicende belliche che documentano il clima in cui Verdi compose alcuni suoi capolavori.

Una parte importante di questa sezione sarà poi quella legata a Casa Ricordi e all'editoria musicale dell'epoca: sarà documentato il processo di stampa esponendo gli strumenti dell'incisoria musicale dell'epoca, dai punzoni alle lastre della prima partitura del Falstaff, al torchio acquistato da Ricordi nel 1842 fino alle edizioni pubblicate ai tempi di Verdi, destinate a una divulgazione capillare dai salotti alle bande musicali. Il tutto arnbientato nella ricostruzione di un ufficio dello stabilimento con mobili originali provenienti da Casa Ricordi.

La sezione si chiuderà con il testamento e la morte di Verdi. Sarà ricostruita la stanza del Grand Hotel et de Milan dove il Maestro si spense e documentata l'enorme partecipazione popolare ai suoi funerali.

L'OPERA

La seconda sezione sarà interamente dedicata alla documentazione di tutte le opere verdiane: dall'Oberto Conte di S. Bonifacio sino a Falstaff, di tutte si potranno vedere bozzetti di scena, figurini di costumi, partiture autografe esposte in originale per la prima volta, abbozzi preliminari di testi e partiture, libretti di sala, locandine, fotografie degli interpreti in abiti di scena. E ancora le minuziose disposizioni sceniche e i modellini in miniatura, materiale scenico da Parigi, città chiave della carriera verdiana, immagini dei teatri di Londra, e delle altre "piazze" italiane, Venezia, Roma, Napoli, Firenze. Verdi non è solo melodramma, ma anche capolavori come la Messa da Requiem e il Tantum ergo, che arricchiranno la sala dedicata alla musica non operistica. Il momento culminante si avrà infine nella Sala della Cariatidi, dove verrà ricostruita in grandezza naturale la Scena del Trionfo nell'Aida, come venne rappresentata per la prima volta alla Scala nel 1872

IL MITO

L'ultima sezione sarà dedicata al mito verdiano, che, nato mentre il Maestro era ancora in vita e anzi da lui stesso alimentato, è andato consolidandosi in tutto il mondo nel corso del Novecento. Due sale saranno dedicate alla spettacolarità di Verdi: verranno esposti costumi, tra i quali l'armatura indossata da Tamagno per la prima assoluta di Otello, e diversi oggetti teatrali per documentare l'evoluzione del gusto rappresentativo. E il mito Verdi sarà riassunto in un unico grande oggetto che è la ricostruzione - dai bozzetti di Ettore Ximenes - del grande monumento che Parma dedicò a Verdi nel 1913: 20 statue, che in origine erano 28, rappresentanti le opere di Verdi. Una grande scultura semicircolare per far rivivere i protagonisti delle storie che Verdi ha immaginato e raccontato, regalando emozioni fortissime a intere generazioni. Emozioni che si potranno rivivere nella sala dedicata all'ascolto delle opere in cuffia. Info tel. 0272444229, fax 0272444219, e-mail: artificio@skira.net

FONDAZIONE MAIMERI IL COLORE DELLA MUSICA : BATTIATO E ROTELLI ORO E ACCIAIO

Mercoledì 5 Dicembre alle ore 18, s'inaugura la quarta edizione dei Colore della Musica, l'ormai tradizionale appuntamento che mette in relazione l'arte e la musica, due linguaggi che dialogano tra loro sin dal Rinascimento.

Il progetto a cura di Alberto Fiz, organizzato dalla Fondazione Maimeri, quest'anno assume l'aspetto di un vero e proprio evento. Ad essere coinvolti, infatti, sono Franco Battiato e Marco Nereo Rotelli impegnati in un progetto espositivo aperto sino al 20 dicembre nello storico Palazzo Durini a Milano presso lo Spazio Corneliani, partner dei progetto. La mostra, dal titolo Oro e Accíaío, si sviluppa attraverso un percorso di oltre 20 opere realizzate da Rotelli e Battiato sul rapporto tra musica e colore. Battiato, che da molti anni accompagna la sua attività musicale con quella di pittore, presenta una serie di affascinanti opere su fondo oro: il celebre cantautore elabora una pittura nomadica nata, un po' come le sue canzoni, in base alle suggestioni di culture diverse. "M'interessa la pittura perché fisicamente permette di restringere uno spazio fino ciò che s'insegue, in un certo senso è come catturare un suono, trasmettere un sentimento", ha detto Battiato che realizza moderne icone non prive di riferimenti al pensiero zen riproponendo la sua personale "spiritualità dell'arte".

Rotelli, invece, ha concepito specificatamente per questo appuntamento una grande installazione su acciaio dal titolo La via del colore dove prende spunto dall'elaborazione delle parole di Battiato e di Manlio Sgalambro, filosofo oltrechè collaboratore di Battiato. Ne emerge un elaborato progetto multidisciplinare dove le arti s'incontrano "dando luce a una musica dei pensiero", come afferma Rotelli che, con le sue scritture di luce, ha saputo dare una nuova forma alla parola.

"il Colore della Musica", voluto dalla Fondazione Maimeri, l'istituzione nata nel 1997 per ricordare il pittore Gianni Maimeri, fondatore dell'omonima azienda di colori, va visto come un progetto dei tutto innovativo che ogni anno mette in relazione l'opera di un musicista con quella di un artista", ha spiegato Alberto Fiz. "in questa circostanza, poi, si va oltre in quanto Battiato ha saputo traghettare la musica in pittura, mentre Rotelli ha elaborato in chiave artistica le parole delle canzoni di attiato"

Marco Nereo Rotelli, veneziano, 45 anni, ha sempre fatto della sperimentazione l'elemento caratterizzante della sua ricerca. Ha esposto le sue installazioni in musei e spazi pubblici italiani e stranieri. Le sue opere nascono spesso dall'incontro con filosofi e poeti. In ottobre ha realizzato un progetto, sulla facciata esterna dei celebre Petit Palais di Parigi sistemando cinquanta grandi lastre specchianti di 1,25X2,50 metri ciascuna, su cui, pittoricamente, ha riportato frasi tratte da L'Horologe dì Charles Baudelaire. Tra le sue numerose personali all'estero se ne possono ricordare alcune tra cui quella di Krimsky Museum di Mosca nel 1992 e al Museo Quevas di Mexico City nel 1996, al TRG Museo di Zagabria nel 1997, al Museo di Dubrovnik nel 1998 e al Museo di Lodève in Francia nel 2000.

Franco Battiato, cantautore e musicista noto in tutto il mondo, si è sempre dedicato alla

pittura anche se espone solo dall'inizio degli anni Novanta. Da allora ha avuto importanti riconoscimenti come confermano le sue mostre al Rooseum di Malmo, al Kuiturhuset Museum di Stoccolma e al Museo Pecci di Prato. La mostra è accompagnata da un ampio volume edito da Antea Gold (è in vendita a 40 mila lire) con testi di Franco Battiato, Massimo Donà, Alberto Fiz, Enrico Ghezzi, Marco Nereo Rotelli e Manlio Sgalambro. Info: Cristina Pariset tel. 024812584; fax 024812486 E-mail: pariset@planet.it Seventheaven Oriella Vallini tel. 0266802601, fax 0266802828 e-mail-. seventheaven@tiscalinet.it www.fondazionemaimeri.it fondazionemaimeri@tiscalinet.it

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