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NANOTECNOLOGIA: OPPORTUNITÀ O MINACCIA?

Bruxelles, 16 giugno 2003 - L'innovazione anticipa i tempi della regolamentazione, ha affermato l'eurodeputata britannica Caroline Lucas in occasione del primo seminario internazionale sugli impatti sociali della nanotecnologia, tenutosi l'11 giugno presso il Parlamento europeo. La nanotecnologia è un nuovo sistema di produzione che consente di realizzare prodotti sempre più piccoli e resistenti. Le particelle impiegate nella ricerca o produzione nanotecnologica sono invisibili ad occhio nudo. Basti pensare che un nanometro equivale ad un miliardesimo di metro e che un capello ha un diametro di 80.000 nanometri. Pur riconoscendo i benefici che la rivoluzione nanotecnologica potrebbe apportare, la maggior parte dei presenti si è detta preoccupata. Tale apprensione è rivolta a diversi ambiti, quali la salute umana, gli impatti ambientali, gli effetti sul commercio internazionale e i paesi in via di sviluppo e la possibile proliferazione degli armamenti. Il principale timore espresso dai partecipanti, tuttavia, riguarda il fatto che l'uomo ignora le conseguenze della nanotecnologia. Consapevoli di questa mancanza di conoscenze, alcuni delegati hanno chiesto una moratoria su determinati aspetti dell'utilizzo della nanotecnologia e della ricerca in questo settore. "Non sono contraria alle nuove tecnologie, ma voglio essere sicura del loro impatto", ha affermato la dott.ssa Lucas, aggiungendo che "una moratoria sui prodotti da applicare alla pelle rappresenta attualmente un provvedimento minimo indispensabile". Tale proposta è stata condivisa da numerosi altri relatori. Sebbene molti di noi non se ne rendano conto, siamo già circondati da prodotti fabbricati grazie alla nanotecnologia. Le creme per il viso e le lozioni solari sono due tipici esempi e, secondo quanto affermato dalla dott.ssa Lucas, è stato dimostrato che tali creme, capaci di penetrare nell'epidermide, sono potenzialmente mutagene e cancerogene. Questi timori per la salute sono stati ribaditi da Vyvyan Howard, tossicologo presso l'Università di Liverpool (Regno Unito), il quale ha spiegato che le nanoparticelle possono penetrare nell'organismo in tre modi: mediante inalazione, ingestione e per via transdermica. "L'inalazione di piccole particelle, indipendentemente dalla sostanza di cui sono composte, ha effetti tossici", ha affermato il dott. Howard. Egli ha spiegato, infatti, che le dimensioni rappresentano l'elemento determinante, come dimostrano i timori legati all'impiego di particelle fra i 65 e i 200 nanometri: la tossicità del particolato è inversamente proporzionale alle sue dimensioni. "Un altro fattore preoccupante riguarda la destinazione delle particelle nell'organismo", ha spiegato il dott. Howard. L'esperienza delle società farmaceutiche ci insegna che l'associazione di un farmaco ad una nanoparticella permette di rafforzare gli effetti del medicinale sul cervello. "Se è in grado [la nanoparticella] di arrivare al cervello, non vedo perché non possa raggiungere il feto", ha aggiunto il dott. Howard. Egli, pertanto, ha chiesto di approfondire la ricerca su tali implicazioni, esortando gli scienziati a collaborare: "Vi sono gruppi di ricercatori che operano singolarmente, senza comunicare. Credo che sia giunto il momento di farlo". Una delle possibilità per incrementare tale collaborazione è rappresentata dal sesto programma quadro della Commissione europea, nell'ambito del quale la nanotecnologia costituisce una priorità tematica e, come tale, beneficia di una linea di bilancio pari a 1.300 milioni di euro per il periodo 2003-2006. Il capo dell'Unità "Nanotecnologie" presso la Commissione, Renzo Tomellini, ha spiegato che finanziando questo tipo di ricerca, la Commissione intende creare nuove opportunità economiche e migliorare le condizioni di vita dei cittadini europei. Tomellini ha riconosciuto i timori sulle implicazioni della nanotecnologia e ha sottolineato che se si avverte un pericolo, è opportuno analizzarlo. Jürgen Altmann, dell'Università di Dortmund, ha sottolineato il possibile impatto della nanotecnologia sull'attività militare. A suo avviso, la ricerca in questo settore, attiva in ambito militare fin dai primi anni '80, recentemente ha subito un'accelerazione, soprattutto negli Stati Uniti. I ricercatori americani stanno attualmente lavorando ad un'uniforme da combattimento in grado di proteggere i soldati dalle radiazioni e di fungere da compressa nel caso di ferite, ha spiegato il dott. Altmann. Altre innovazioni potrebbero consentire di facilitare le attività di sorveglianza, di fabbricare bombe delle dimensioni di una penna capaci di radere al suolo un'intera città o, fattore ancor più inquietante secondo il dott. Altmann, di manipolare l'organismo umano per aumentare la resistenza dei soldati allo stress, favorire una migliore cicatrizzazione delle ferite e accelerare i tempi di reazione. Il dott. Altmann teme, inoltre, che una volta utilizzate in ambito militare, tali tecnologie troveranno un inevitabile impiego a fini civili. Pertanto, egli ha chiesto l'adozione di una moratoria sullo sviluppo di impianti a fini non medicali. Il dott. Altmann, inoltre, ha esortato gli Stati Uniti, leader in questo settore di ricerca, a rallentare il ritmo delle loro attività, affermando: "Gli Stati Uniti hanno un ampio vantaggio. Riducendo leggermente il ritmo non perderanno nulla e concederanno un po' di tempo per la definizione di un accordo internazionale sui limiti [di tale tecnologia]". La necessità di un rallentamento della ricerca e di un'analisi della situazione è stata sottolineata anche da Pat Mooney, direttore esecutivo del Gruppo d'azione sull'Erosione (della biodiversità), la Tecnologia e la Concentrazione (Etc). "I politici sono consapevoli dell'emergere di questa tecnologia?", ha chiesto Mooney, affermando che "la maggior parte di essi ignora il fatto che tale tecnologia sta arrivando, anzi, che è già qui". A suo avviso, i governi sono in ritardo di cinque anni nella valutazione dei potenziali impatti. "Se la salute e l'ambiente devono essere considerati prioritari, altrettanto fondamentale è studiare gli effetti delle nanotecnologie sull'economia e il suo controllo", ha dichiarato Mooney, dando così voce alla sua principale preoccupazione. Con l'avvento della nanotecnologia, le materie prime che attualmente consideriamo indispensabili, domani non lo saranno più e ciò avrà delle enormi ripercussioni sui paesi in via di sviluppo, molti dei quali dipendono dall'esportazione di tali materiali. Sulle conseguenze per i paesi in via di sviluppo ha posto l'accento anche Vandana Shiva, membro della Fondazione indiana per la ricerca scientifica e tecnologica. La dott.ssa Vandana ha lamentato il fatto che alcuni paesi vengono posti dinnanzi ad una scelta fra l'adozione di processi nanotecnologici e il perdurare del sottosviluppo. La dott.ssa Vandana ha criticato, inoltre, l'uso che viene fatto della nanotecnologia: "Il modo in cui le nanotecnologie sono presentate tradisce la scienza sulla quale si fondano. In un momento in cui la scienza ci permette di approfondire la nostra visione del mondo, i quanti sono spazzati via dall'impiego della scienza stessa". Mooney si è detto preoccupato, inoltre, dell'impatto di tale tecnologia sulla proprietà intellettuale, poiché è verosimile che un unico brevetto finisca per controllare diversi settori industriali, in virtù della sua capacità di coprirne tutti gli aspetti fondamentali. "Ciò renderebbe superflua la maggior parte dei dibattiti sulla brevettabilità della vita. La discussione, infatti, sarebbe spostata ad un livello inferiore: la proprietà della natura", ha affermato Mooney. Egli ha avvertito, inoltre, che "il sodalizio fra governo e industria è destinato a deteriorarsi. Proteggerà gli interessi di quella che essi definiscono società, ma che in realtà identificano con l'industria". A giustificazione della necessità di un rallentamento della ricerca per fare il punto sulle nanotecnologie, Mooney ha citato l'esempio delle diverse modalità di manipolazione delle nanoparticelle. Mentre gli scienziati in Sud Africa manipolano le nanoparticelle come se si trattasse del virus dell'AIDS, altri ricercatori, compresi quelli di alcuni paesi europei, si limitano ad indossare una semplice "mascherina di protezione" (tipo quella che indossano i giapponesi nel metrò). "È come se per tenere lontane le zanzare si utilizzasse una rete da pallavolo", ha affermato Mooney. Doug Parr, responsabile scientifico presso Greenpeace (Regno Unito), ha paragonato questa nuova controversia al recente dibattito sugli organismi geneticamente modificati (OGM). La considerazione dei politici nei confronti degli OGM era inizialmente molto limitata, ha affermato il dott. Parr. A suo avviso, da quest'esperienza è possibile trarre un insegnamento generale: la politica non dev'essere appannaggio di piccoli gruppi di esperti e burocrati. A tal proposito, il dott. Parr ha invitato l'UE ad intervenire quale facilitatore della tecnologia, mediante un forum per gli utenti o la società civile. La necessità di un potenziamento della ricerca è già stata riconosciuta dal governo del Regno Unito, il quale, l'11 giugno, ha commissionato uno studio sui potenziali benefici e problemi connessi alla nanotecnologia. Durante la conferenza dell'Europarlamento sono stati evidenziati numerosi pericoli potenziali, compreso il timore dello sviluppo di nanorobot autonomi e autoreplicanti, ma anche diversi possibili benefici. Prodotti quali pantaloni autopulenti e vernici anticrepe sono già disponibili sul mercato e le future applicazioni potrebbero consentire l'eliminazione dei contaminanti più piccoli, compresi i gas-serra presenti nell'atmosfera. Concludendo i lavori della conferenza, la dott.ssa. Lucas ha raccomandato ai decisori politici di accertarsi di porre le domande giuste, sottolineando che "la priorità più urgente consiste nell'impedire ai soggetti che possono trarre i maggiori vantaggi da questo tipo di tecnologia - le grandi aziende - di vincere la corsa della regolamentazione". Difficilmente ciò potrà accadere nell'UE senza che venga esercitata un'enorme pressione, ha affermato la dott.ssa Lucas, chiedendo alla Commissione di integrare le preoccupazioni sulla sicurezza in tutte le proprie politiche.

FORUM SULLO SVILUPPO DELLE NANOTECNOLOGIE E DELLE NANOSCIENZE IN EUROPA
Trieste, 16 giugno 2003 - Dal 9 al 12 dicembre si svolgerà a Trieste un forum dedicato al nanomondo, il cui obiettivo è l'analisi della situazione attuale dello sviluppo delle nanoscienze e delle nanotecnologie in Europa. Il forum riunirà tutte le parti interessate a diversi livelli, per discutere e scambiare esperienze in materia di nanotecnologie nel contesto dello Spazio europeo della ricerca (SER), del prossimo allargamento dell'UE e della dimensione internazionale e del carattere integrativo del sesto programma quadro (6PQ). Più precisamente, i partecipanti saranno invitati ad esaminare e poi ad individuare i potenziali ostacoli all'espansione ed al rafforzamento delle nanoscienze in generale ed alla successiva formulazione, sviluppo, applicazione ed impiego di prodotti e servizi basati sulla nanotecnologia. La manifestazione sarà patrocinata dalla Commissione europea. http://www.euronanoforum2003.org/index_en.php

ORACLE CHIUDE IL QUARTO TRIMESTRE CON UN UTILE DI 0,16 DOLLARI PER AZIONE, IL 31% IN PIÙ RISPETTO ALLO SCORSO ANNO
Redwood Shores, Calif.
16 giugno 2003 - - Oracle Corporation ha annunciato il 13 giugno i risultati finanziari del quarto trimestre e dell'intero esercizio 2003. L'utile netto del quarto trimestre e' aumentato del 31% totalizzando 858 milioni di dollari (0,16 dollari per azione) rispetto ai 656 milioni di dollari (0,12 dollari per azione) dell'ultima frazione dell'esercizio precedente, comprensivo di costi per 104 milioni di dollari al netto delle imposte - equivalente a 0,02 dollari per azione - relativi all'investimento di Oracle nel capitale azionario di Liberate Technologies. Il fatturato totale del quarto trimestre, pari a 2,83 miliardi di dollari, e' salito del 2%; le vendite di nuove licenze software e altre voci di ricavo sono aumentate dell'1% toccando 1,2 miliardi di dollari; gli aggiornamenti delle licenze software e l'assistenza sui prodotti hanno condotto a un incremento del 12% equivalente a 1,1 miliardi di dollari, mentre i servizi sono scesi dell'11% per complessivi 580 milioni di dollari. Il margine operativo del trimestre ha raggiunto il record del 45% superando cosi' il 44% toccato nel quarto trimestre 2002. Per quanto concerne l'intero esercizio 2003, l'utile netto e' salito del 4% totalizzando 2,31 miliardi di dollari (ovvero 0,43 dollari per azione), confrontato con un utile netto di 2,22 miliardi di dollari o 0,39 dollari per azione dell'esercizio 2002. Il fatturato complessivo, 9,5 miliardi di dollari, ha registrato una flessione del 2%. Il margine operativo annuale e' stato del 36%. "Si e' trattato di un trimestre eccezionale per noi, nonostante le preoccupazioni dovute al conflitto in Iraq e all'epidemia di SARS", ha dichiarato Jeff Henley, CFO di Oracle. "Alla luce della persistente fase di riduzione delle spese IT, siamo particolarmente lieti di aver raggiunto risultati tali da evidenziare una buona crescita nell'attivita' e un miglioramento di utili e margini". "E' stato un ottimo trimestre per le nostre soluzioni applicative ", ha commentato Larry Ellison, CEO di Oracle. "La solidita' di questo comparto risulta evidente confrontando i risultati dei nostri concorrenti: nell'ultimo trimestre le vendite di nuove licenze software per le applicazioni sono rimaste invariate a 246 milioni di dollari, mentre buona parte dei nostri competitor ha registrato in quest'area una flessione significativa durante la frazione d'esercizio piu' recente. Per esempio, nell'ultimo trimestre chiuso da PeopleSoft, la societa' ha visto diminuire la vendita di nuove licenze del 39% totalizzando 80 milioni di dollari. Riteniamo che la nostra crescita e la flessione di PeopleSoft siano in parte da attribuire all'incremento delle nostre percentuali di successo rispetto a PeopleSoft e al fatto che stiamo iniziando a sostituirci a PeopleSoft presso un certo numero di importanti clienti".

ADOBE SYSTEMS ANNUNCIA I RISULTATI DEL SECONDO TRIMESTRE DELL'ESERCIZIO 2003 IL RILASCIO DI ADOBE ACROBAT FA CRESCERE DEL 43% IL FATTURATO DEL SEGMENTO EPAPER
Agrate Brianza, 16 giugno 2003 - Adobe Systems Incorporated, società leader nel network publishing, ha annunciato i risultati finanziari del secondo trimestre 2003, terminato il 30 maggio, che confermano le previsioni di fatturato e utile per azione precedentemente comunicate dalla stessa Società. Adobe ha chiuso il secondo trimestre 2003 con un fatturato di 320,1 milioni di dollari, contro i 317,4 milioni di dollari dello stesso periodo di un anno fa e i 296,6 milioni del trimestre immediatamente precedente. L'obiettivo definitivo di fatturato stabilito da Adobe per il periodo in esame era compreso tra 305 e 320 milioni di dollari, in aumento rispetto alle previsioni iniziali di 300-315 milioni di dollari. Nel secondo trimestre 2 003, l'utile per azione diluito calcolato secondo i criteri GAAP è stato pari a 0,27 dollari; nel medesimo periodo, l'utile diluito preliminare per azione - che esclude perdite su investimenti legati al programma di compartecipazioni della Società - è stato di 0,28 dollari. L'utile GAAP e l'utile preliminare vanno confrontati con una precedente stima compresa tra 0,24 e 0,28 dollari per azione, già aumentata rispetto alla previsione iniziale di 0,24-0,27 dollari per azione. "Il rilascio di Acrobat 6.0 nel corso del secondo trimestre ha aiutato a incrementare il fatturato del segmento ePaper e rappresenta l'inizio di un solido ciclo di prodotto", ha dichiarato Bruce Chizen, Presidente e CEO di Adobe Systems. "Questo mese festeggiamo il decimo anniversario di Acrobat e del formato PDF. Dalla comunicazione di informazioni all'interno delle aziende fino alla condivisione di fotografie con amici e familiari, Acrobat e PDF sono divenuti sinonimi di affidabilità nella distribuzione di informazioni digitali". Nel secondo trimestre 2003 l'utile netto calcolato secondo i principi GAAP è stato pari a 64,2 milioni di dollari, contro i 54,3 milioni di dollari totalizzati nel secondo trimestre 2002 e i 54,2 milioni di dollari con cui si era chiuso il primo trimestre 2003. L'utile netto preliminare, che non comprende l'ammortamento dell'avviamento, i costi relativi all'acquisizione di beni immateriali, ristrutturazioni, attività di ricerca e sviluppo in corso e altre voci, e le perdite su investimenti, è stato pari a 66,7 milioni di dollari nel trimestre in esame, contro 67,4 milioni di dollari nel secondo trimestre 2002 e 58,9 milioni di dollari nel primo trimestre 2003. Nel secondo trimestre 2003 l'utile diluito per azione calcolato secondo i principi GAAP è stato pari a 0,27 dollari sulla base di una media ponderata di 239,2 milioni di azioni. Questo dato si rapporta all'utile diluito GAAP per azione di 0,22 dollari del secondo trimestre 2002 (con una media ponderata di 247,7 milioni di azioni), e di 0,23 dollari del primo trimestre 2003 (con una media ponderata di 235,3 milioni di azioni). Il secondo trimestre 2003 si è chiuso con un utile operativo GAAP pari a 91,5 milioni di dollari; nello stesso periodo dell'anno precedente era stato di 90,8 milioni di dollari, mentre nel trimestre di apertura del 2003 era stato pari a 80,5 milioni di dollari. Come percentuale del fatturato, l'utile operativo GAAP del periodo in esame è stato del 28,6%: un valore immutato rispetto al secondo trimestre 2002, e in aumento rispetto al 27,1% della frazione immediatamente precedente. L'utile operativo preliminare, che non comprende l'ammortamento dell'avviamento e i costi relativi all'acquisizione di beni immateriali, ristrutturazioni, attività di ricerca e sviluppo in corso e altre voci, è stato pari a 91,5 milioni di dollari nel secondo trimestre 2003, contro i 96,4 milioni di dollari del secondo trimestre 2002 e gli 80,5 milioni di dollari del primo trimestre 2003. Come percentuale del fatturato, l'utile operativo preliminare del trimestre appena concluso è stato pari al 28,6%; era stato del 30,4% nel secondo trimestre 2002, e del 27,1% nel primo trimestre 2003. Per quanto concerne il terzo trimestre dell'esercizio 2003, la Società ha dichiarato di prevedere un fatturato compreso tra i 300 e i 315 milioni di dollari, un margine lordo compreso tra il 92% e il 93%, e percentuali del margine operativo GAAP e preliminare comprese tra il 24% e il 27%. Adobe prevede, inoltre, che le spese del terzo trimestre rientrino nelle seguenti percentuali rispetto al fatturato: Ricerca e sviluppo dal 22% al 23% circa;Vendite e marketing dal 34% al 35% circa; Generali e amministrative 10% circa. Sempre con riguardo al terzo trimestre 2003, Adobe prevede che il numero di azioni proprie rimanga compreso tra 243 e 245 milioni. La Società punta a conseguire ricavi diversi per 3 milioni di dollari circa, e un'aliquota fiscale del 30%. Questi obiettivi portano a prevedere un utile GAAP e preliminare per azione compreso tra 0,22 e 0,25 dollari. Su base annuale, per l'esercizio 2003, la Società continua a prevedere margini operativi GAAP e preliminari pari almeno al 28%. La Società ritiene che le stime di utile preliminare per azione e margine operativo preliminare non differiranno materialmente dai risultati GAAP previsti. La Società prevede, inoltre, di rilasciare alcune delle proprie applicazioni della linea Creative Professional nel quarto trimestre dell'anno. Il Consiglio di Amministrazione di Adobe ha stabilito per questo trimestre un dividendo pari a 0,0 125 dollari per azione pagabile il 7 luglio 2003 agli azionisti iscritti al libro soci alla data del 23 giugno 2003.

OLTRE 300 PROFESSIONISTI IT DELLE GRANDI ORGANIZZAZIONI SI PREPARANO SU WINDOWS SERVER 2003
Milano, 16 giugno 2003 - A pochi giorni dal rilascio del nuovo sistema operativo server, Microsoft ha organizzato un articolato programma di corsi di formazione, destinati ai responsabili delle infrastrutture IT delle grandi organizzazioni, per fornire loro nuove competenze su Windows Server 2003. Ad oggi, già 60 organizzazioni si sono avvalse di questa opportunità permettendo così a 300 professionisti IT che operano nei propri dipartimenti informatici di conoscere le potenzialità di Windows Server 2003. I corsi, erogati da Pipeline (Microsoft Certified Technical Education Center), richiedono un impegno minimo pari a 2 giorni e sono articolati in due moduli formativi che riguardano la migrazione da Microsoft Windows NT 4.0 e la gestione del nuovo ambiente server. La grande affluenza ai corsi registrata fino ad oggi testimonia l'interesse che le aziende nutrono nei confronti dell'innovativa tecnologia Microsoft e dimostra quanto queste siano disposte a investire - in termini di tempo e risorse - su una formazione di qualità. Ulteriori informazioni sulle iscrizioni sono disponibili all'indirizzo www.microsoft.com/italy/eclub/corsi.asp

L'ITALIA E' COLPITA DA BUGBEAR. I SISTEMI DI POSTA I.NET NON SE NE ACCORGONO
Milano, 16 giugno 2003 - I.NET Spa (Milano, Nuovo Mercato, INE), società del Gruppo British Telecommunications, primo Application Infrastructure Provider italiano, annuncia che il sistema di posta I.NET ha regolarmente provveduto al recapito e alla ricezione di tutte le email, nonostante l'attacco di BugBear, il terribile virus che ha piegato l'Italia. Nei giorni scorsi BugBear ha colpito l'Italia che usa il pc. BugBear, variante di un worm che aveva attaccato la Rete nello scorso autunno, provocando 320 mila infezioni nella prima settimana di vita, in poco più di 24 ore ha provocato oltre 115 mila infezioni in 159 paesi. Il 13% dei pc italiani sarebbe stato colpito: un numero impressionante se si pensa che qualche ISP italiano ha addirittura bloccato l'utilizzo della posta elettronica ai propri utenti. Il worm, il cui nome completo è W32/BugBear.B, sfrutta una vulnerabilità nota da tempo di Microsoft Outlook Express, per la quale è sufficiente leggere un' e-mail infetta per essere contagiati. Inoltre, BugBear è in grado di prelevare dai pc delle vittime indirizzi e-mail e porzioni di documenti che utilizza per camuffarsi e rendersi più credibile. Il sistema di posta I.NET ha retto per due ragioni fondamentali. La prima e' relativa all'architettura del servizio di posta, proprietaria e in grado di assorbire l'aumento anomalo del traffico generato dal virus. La seconda è legata alla scelta tecnologica effettuata da I.NET di avvalersi di un partner come Kaspersky per il sistema antivirus. E' infatti stato studiato per aggiornare ogni ora le impronte virali in un processo totalmente automatizzato. Grazie a una struttura modulare di nuova generazione, il sistema antivirus utilizzato da I.NET è particolarmente reattivo e consente di effettuare frequenti aggiornamenti in modo da poter fronteggiare anche gli attacchi dei virus più recenti, tutelando i dati dei clienti I.NET e consentendo loro di abbassare il total cost of ownership della soluzione di Corporate Messaging "Con l'utilizzo sempre più ampio della posta elettronica come strumento di comunicazione business, il volume e la complessità del traffico e-mail hanno subito un costante incremento e, data la natura mission critical delle applicazioni di messaging, sempre più aziende scelgono di affidarle in outsourcing ad un fornitore che garantisca loro la massima affidabilità (impegnandosi con Service Level Agreement che assicurino una disponibilità del 99,99%) e, soprattutto, la massima sicurezza. I.NET è da sempre impegnata nel proporre le più avanzate soluzioni di messaggistica e in occasioni come questa si distingue dai concorrenti", ha commentato Stefano Quintarelli, Socio Fondatore e Direttore Commerciale

I.NET. UN SUCCESSO IL CONVEGNO "OPEN SOURCE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE" E LA GUERRA DI ZUCCHETTI CONTRO MICROSOFT TROVA NUOVI SOSTENITORI
Lodi, 13 giugno 2003 - "I software liberi non presentano obblighi verso nessuno e consentono ad enti pubblici e privati di promuovere lo scambio delle conoscenze. Ogni barriera messa dai colossi dell'informatica al libero scambio impedisce la crescita dell'economia, ma anche la circolazione della cultura." L'intervento di Patrizia Cardone, consigliere provinciale di Lodi, ben sintetizza il senso del convegno nazionale "Open Source e Pubblica Amministrazione - per ridurre i costi della P.A.", svoltosi nella giornata di ieri presso l'Auditorium di Bipielle City a Lodi. Notevole il successo per un evento, realizzato in collaborazione con la Banca Popolare di Lodi e con il patrocinio della Provincia di Lodi, che ha visto la presenza, sia tra il folto pubblico, sia al tavolo dei relatori - tutti altamente qualificati - di esponenti del mondo economico, politico ed istituzionale. Tema centrale del dibattito la possibilità da parte degli enti della Pubblica Amministrazione di adottare anche sistemi operativi e software aperti, in alternativa a quelli chiusi e proprietari, con notevoli vantaggi in termini, sia economici, sia di gestione e distribuzione più democratica dell'informazione e della conoscenza. Il convegno di ieri ha ulteriormente convinto la Zucchetti - che nell'occasione ha anche presentato le sua soluzione "Urbi" per la P.A. - a continuare la sua battaglia contro il monopolio di Microsoft. Significativa, a tal proposito, la relazione del Senatore dei Verdi, Fiorello Cortiana, che ha affermato di aver provocatoriamente presentato in parlamento un disegno di legge affinché le Pubbliche Amministrazioni privilegino nelle loro scelte il codice sorgente aperto, raccogliendo un notevole numero di firme, anche da esponenti del centro destra. La stessa Provincia di Lodi, rappresentata, oltre che dalla Dott.ssa Cardone, dal presidente Lorenzo Guerini, ha dato mandato ad una commissione di tecnici di valutare tutte le possibili applicazioni dell'"Open Source" per arrivare alla realizzazione, entro la fine del 2003, del sistema informativo on line, contenente tutte le informazioni relative territorio lodigiano. L'iniziativa della provincia di Lodi fa seguito ad altre esperienze di Enti Pubblici, come quelle del Consorzio per il Sistema Informativo Piemonte e della provincia di Pisa, che sono state presentate al convegno. Oltre agli importanti interventi dei professori Alfonso Fuggetta e Raffaele Meo - per il quale nel "mare" dell'informatica, la navigazione, per quanto disciplinata, dovrebbe essere aperta a tutti -particolarmente significative sono state le parole dell'On. Umberto Giovine, che vede nella vicenda Microsoft - Open Source, l'ennesima diatriba tra USA ed Europa. Lo testimonia la risoluzione del Consiglio Europeo che indica di basarsi, per la sicurezza nei sistemi informativi, su standard riconosciuti, tra i quali solo per inciso si accenna alla possibilità di utilizzare software Open Source: chiaro tentativo, secondo Giovine, di azione lobbistica della Microsoft per impedire la diffusione dell'Open Source in Europa. Molti i complimenti rivolti a Domenico Zucchetti ed alla Sua azienda per l'iniziativa svolta, che probabilmente troverà seguito in appuntamenti periodici, nei quali rendere conto degli sviluppi nel campo delle tecnologie open. È possibile accedere on line agli atti del convegno, al seguente indirizzo Internet: http://www.zucchetti.it/novita/convegno_cont.htm

I RICERCATORI INTEL FANNO UN ALTRO PASSO AVANTI NEL PASSAGGIO DEGLI EVOLUTI TRANSISTOR TRI-GATE ALLA FASE DI PRODUZIONE
Assago (Milano),16 giugno 2003 - Nel corso della manifestazione 2003 Symposia of VLSI Technology and Circuits organizzata a Kyoto, in Giappone, Intel ha rivelato nuovi dettagli sui propri transistor "tri-gate" evoluti, annunciando inoltre di aver iniziato il passaggio dalla fase di ricerca alla fase di sviluppo. Con questo nuovo transistor tridimensionale (3D), l'azienda potrà continuare a confermare la validità della Legge di Moore e a offrire processori dalla prestazioni più elevate e con un consumo ridotto di energia nel futuro. Intel ha inoltre rivelato altre informazioni sulle attività di ricerca per lo sviluppo di dispositivi radio CMOS digitali con la propria tecnologia di processo per la produzione a basso costo e per la progettazione di circuiti a elevate prestazioni e a basso consumo. I transistor veloci sono tra i principali elementi di base dei microprocessori a elevate prestazioni. Dopo l'annuncio iniziale effettuato lo scorso anno, i ricercatori Intel sono riusciti a ridurre le dimensioni del transistor tri-gate (misurate in base alla lunghezza del gate) da 60 a 30 nanometri (nm). I transistor con un gate più piccolo si accendono e spengono più velocemente, aumentando in questo modo le prestazioni dei microprocessori. "Secondo le nostre ricerche più recenti, le caratteristiche eccellenti di scalabilità, prestazioni e facilità di produzione del transistor tri-gate lasciano prevedere che entreremo in produzione addirittura nel 2007, ancora prima della tecnologia di processo a 45 nm", ha affermato Sunlin Chou, Senior Vice President e General Manager del Technology and Manufacturing Group di Intel. "Questi risultati pongono le strutture dei transistor 3D non planari tra le innovazioni più promettenti della nanotecnologia, che useremo per aumentare la scalabilità del silicio e confermare la Legge di Moore nel futuro". Per il transistor tri-gate Intel utilizza una nuova struttura 3D del gate, una specie di piastra sollevata con lati verticali, che consente l'invio dei segnali elettrici lungo la superficie superiore del gate del transistor e lungo entrambe le pareti laterali. In questo modo lo spazio disponibile per il trasferimento dei segnali elettrici risulta di fatto triplicato, ad esempio come se una strada ordinaria a una carreggiata venisse trasformata in un'autostrada a tre corsie, ma senza richiedere una superficie più ampia. Il transistor tri-gate offre quindi prestazioni molto più elevate rispetto agli attuali transistor planari. Il transistor tri-gate di Intel è stato progettato in modo da consentirne la produzione in grandi quantità, un fattore essenziale per il passaggio dalla fase di sviluppo a quella di produzione. Questa nuova struttura risolve inoltre il problema della dispersione di corrente elettrica, più che mai avvertito nel settore a causa delle dimensioni sempre più ridotte dei dispositivi CMOS. Grazie alle caratteristiche uniche di questa struttura, la dispersione del transistor tri-gate è sensibilmente inferiore a quella di un transistor planare delle stesse dimensioni. Intel è già passata dalla fase di ricerca a quella di sviluppo, e sono stati prodotti con successo dei dispositivi sperimentali presso l'impianto di produzione di wafer da 300 mm di Intel situato a Hillsboro, Oregon (Fab D1C). Ricerca Intel nel campo delle radio CMOS Sempre nel corso del VLSI, Intel ha annunciato i risultati della ricerca effettuata nel campo dei dispositivi radio in silicio, il cui obiettivo è di accelerare la convergenza tra le tecnologie di computing e di comunicazione sviluppando radio con lo stesso processo di produzione CMOS a basso costo utilizzato per i microprocessori e i chipset ad alta resa disponibili in grandi quantità. In futuro, questi componenti radio sono destinati ad essere integrati nei chip Intel, in modo che qualsiasi dispositivo basato su uno di questi chip sia dotato di funzionalità per le comunicazioni wireless. I ricercatori Intel hanno rivelato di essere riusciti a sviluppare un oscillatore di qualità elevata operante a 5 GHz (le stesse frequenze dello standard 802.11a) con il processo CMOS dell'azienda. Questo stesso segnale a 5 GHz può essere utilizzato anche per generare segnali per la banda a 2,4 GHz (la frequenza degli standard 802.11b e g). L'oscillatore può essere paragonato a un pacemaker per la radio, che determina la frequenza della trasmissione e della ricezione dei segnali. Inoltre, Intel ha sviluppato un sintetizzatore operante a 10 GHz che consentirà la commutazione tra i canali delle radio a velocità sensibilmente più elevate rispetto a quelle delle attuali soluzioni. La possibilità di passare rapidamente da un canale all'altro per la ricezione consentirà di individuare e utilizzare lo spettro ottimale per la radio in un dato ambiente. Tutto questo potrebbe portare ad una maggiore disponibilità di larghezza di banda, ad una copertura più estesa e ad un'affidabilità superiore per le connessioni wireless. Questi importanti componenti radio vengono in genere sviluppati utilizzando esclusivamente la tecnologia di processo analogica. Intel ha invece utilizzato il processo CMOS digitale a 0,18 micron per lo sviluppo dell'oscillatore e del sintetizzatore. Realizzando questi componenti radio analogici con un processo di produzione digitale, Intel aspira a ridurre i costi associati all'aggiunta di funzionalità wireless nei prodotti futuri. Circuiti a elevate prestazioni e a basso consumo di energia Intel ha anche presentato della documentazione aggiuntiva sulla progettazione di circuiti a elevate prestazioni e a basso consumo. Con le dimensioni sempre più ridotte dei transistor si presentano problemi significativi come la dispersione di corrente elettrica, la dissipazione del calore e la variazione dei transistor. I ricercatori Intel sono impegnati nello sviluppo di tecnologie di controllo e limitazione che riducano gli effetti di questi problemi, oltre a cercare di migliorare l'efficienza computazionale e offrire processori dalle prestazioni più elevate che consumino meno energia e producano meno calore. L'obiettivo finale è di continuare a seguire la Legge di Moore preparando allo stesso tempo il terreno per un computing più efficiente ai fini del risparmio energetico.

LA INVISION PRESENTA IL SUO COUNTRY MANAGER IN SVEZIA CHRISTIAN KOSSENDEY È IL NUOVO DIRETTORE DELLA FILIALE SCANDINAVA WFM SOFTWARE AB
Ratingen, 16 giugno 2003 - Christian Kossendey ha assunto dal 15 maggio 2003 l'incarico di Country Manager per il gruppo InVision Software con sede a Stoccolma. Le sue mansioni vertono sia sull'intensificazione del reclutamento di una nuova clientela che sull'assistenza ai clienti in Scandinavia e in Finlandia. In tale funzione riporta direttamente a Andreas Bopp, International Business Development Manager della InVision Software AG. Christian Kossendey (34) ha praticato dal 1998 la professione di avvocato e di Management Consultant nella città tedesca di Monaco. In qualità di consulente ha svolto inizialmente le sue mansioni presso la Theron Business Consulting occupandosi di telecomunicazioni e tecnologie dell'informazione. Successivamente Christian Kossendey è stato direttore e societario della Bidart Consultants, in cui ha guidato principalmente i progetti nell'ambito dei Call Center.

SMC NETWORKS INCREMENTA DEL 300% LE PERFORMANCE DELLE RETI WIRELESS GRAZIE ALLA TECNOLOGIA PRISM NITRO DI INTERSIL LA TECNOLOGIA NITRO MIGLIORA LE PRESTAZIONI DI RETI WIRELESS 802.11G E MISTE
Milano, 16 giugno 2003 - SMC Networks, azienda leader nella fornitura di dispositivi di rete per piccole e medie imprese, ha raggiunto un accordo con Intersil Corporation (Nasdaq: INTERSIL), azienda leader nella progettazione e realizzazione di soluzioni di rete analogiche e wireless ad alte prestazioni. In base a questo accordo i prodotti della nuova linea wireless 802.11g di SMC saranno abbinati alla tecnologia PRISM Nitro di Intersil Corporation, in grado di migliorare notevolmente le loro prestazioni di rete. Il nuovo firmware verrà inserito in tutti i prodotti wireless di networking 802.11g, e porterà incrementi del throughput del 300% nelle reti miste (802.11b e 802.11g) e del 50% nelle reti 802.11g. Per i prodotti 802.11g già in circolazione, il firmware è disponibile per il download al sito www.smc-europe.com I dispositivi di rete 802.11g di SMC offrono il throughput wireless più elevato nello spazio a 2,4 GHz. Performanti abbastanza per gestire streaming video ed applicazioni multimediali che necessitano grande ampiezza di banda, i prodotti della famiglia 'g' di SMC garantiscono connettività di rete ad alta velocità istantanea ai client wireless, e sono dotati di caratteristiche tecnologiche di sicurezza e gestione che li rendono ancora più interessanti rispetto a prodotti analoghi, per qualità ed economicità. La nuova tecnologia PRISM Nitro offre un aumento del throughput del 50% nelle reti "g-only", che arriva fino al 300% nelle reti miste 802.11b e 802.11g, grazie all'eliminazione delle collisioni tra pacchetti e all'utilizzo della tecnologia racket bursting. Del tutto aderente agli standard IEEE, la tecnologia PRISM Nitro è retro-compatibile con lo standard 802.11b. "E' molto importante offrire ai nostri clienti questa nuova ed avanzata tecnologia", ha commentato Thierry Gonon, European General Manager di SMC Networks. "Nostro obiettivo è continuare a offrire il throughput wireless più elevato nello spazio a 2,4 GHz, e l'accordo con Intersil ci consente di migliorare ulteriormente la nostra offerta wireless." "L'integrazione della tecnologia PRISM Nitro nella linea di dispositivi wireless 802.11g di SMC, basati sul chip PRISM GT, consente alle due aziende di sfruttare al meglio i propri expertise", ha aggiunto Larry Ciaccia, Vice President e General Manager del Wireless Networking Product Group di Intersil. "Da parte nostra continueremo ad offrire ai nostri clienti, e a quelli di SMC, il meglio in termini di performance, efficienza e aderenza agli standard."

ADAPTEC ACQUISISCE ICP VORTEX COMPUTERSYSTEME GMBH DA INTEL
Milano, 16 giugno 2003 - Adaptec, leader mondiale nelle soluzioni di infrastrutture storage, ha acquisito ICP vortex Computersysteme GmbH, azienda leader nell'offerta di soluzioni per la sicurezza dei dati con clienti in tutt'Europa. ICP vortex era una società indirettamente controllata e di proprietà della Intel Corporation. Non sono stati resi noti gli aspetti economici dell'accordo. Con sede in Germania, ICP vortex offre un'ampia gamma di soluzioni hardware e software RAID (redundant array of indipendent disks) per la sicurezza dei dati comprese soluzioni SCSI, Serial ATA e Fibre Channel. Tali prodotti sono venduti ai più importanti OEM e commercializzati dai maggiori rivenditori. E' nelle intenzioni di Adaptec che il business di ICP vortex continui in Europa, completando così la propria offerta di soluzioni di storage connettivity, data protection, storage networking ed external storage. "ICP vortex è uno tra i brand maggiormente conosciuti e affidabili per la sicurezza dei dati in Germania e in tutt'Europa e siamo lieti che il team di ICP vortex entri a far parte della nostra società globale", ha commentato Ahmet Houssein, vice president e general manager della divisione Storage Solutions Group di Adaptec. "L'esperienza di ICP vortex rafforzerà ulteriormente la forza di Adaptec nell'offerta di infrastrutture storage end-to-end, dalle tecnologie per la sicurezza dei dati critici alle soluzioni specifiche per lo storage in rete, ai clienti di tutto il mondo". ICP vortex era una società indirettamente controllata e di proprietà della Intel dal marzo del 2001.

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