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2003 anno 6°  

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20 GIUGNO 2003

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SI È APERTO IERI IL CONSIGLIO EUROPEO DI SALONICCO: UNA PIETRA MILIARE NELLE RELAZIONI DELL'UNIONE EUROPEA CON I BALCANI OCCIDENTALI

Salonicco, 20 giugno 2003 - Ieri e oggi si tiene il Consiglio europeo di Salonicco, l'ultimo incontro di questo livello previsto nel corso della Presidenza greca dell'Unione europea. I capi di Stato e di governo dell'Unione europea e quelli degli Stati candidati all'adesione potranno ascoltare una presentazione del Presidente della Convenzione europea Giscard D'Estaing e discutere il documento finale che contiene i risultati dei lavori della Convenzione. Il documento servirà da base per i dibattiti in seno alla prossima Conferenza intergovernativa (Cig). Il Consiglio europeo costiturà inoltre una tappa importante per approfondire le relazioni tra l'UE e i paesi dei Balcani occidentali. Per l'occasione è stato aperto un sito web dedicato (in inglese e francese), che contiene le ultime notizie e una serie di documenti infolink: http://europa.eu.int/comm/councils/th20030619/index_en.htm

CONVEGNO "CHI DEVE GOVERNARE L'UNIONE EUROPEA E IN CHE MODO" (COSTITUZIONE, DEMOCRAZIA E BUON GOVERNO IN EUROPA)
Parma, 20 giugno 2003 - Il Collegio europeo di Parma, con il patrocinio e la collaborazione della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, organizzano il convegno "Chi deve governare l'Unione europea e in che modo". L'incontro è previsto sabato 28 giugno a Parma nella sede del Collegio europeo - Borgo Lalatta, 14. I lavori avranno inizio alle 9.15. In apertura interverranno Cesare Azzali (presidente del Collegio europeo di Parma); Roberto Santaniello (direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea) e Floriana Sipala (Commissione europea - Task Force sull'avvenire dell'UE e questioni istituzionali). Seguirà una tavola rotonda moderata da I. M. Braguglia, in cui verrà presentata una ricerca di F. Capelli (direttore del Collegio europeo di Parma). Parteciperanno alla discussione A. Caiola, E. Perillo, R. Santaniello, F. Sipala, A. Toledano Laredo. Dopo le conclusioni, alle 12.45 avrà luogo un incontro tra i Presidenti Elsa dei 25 paesi dell'UE e gli allievi del Collegio europeo di Parma.

FINANZIAMENTO DEI PARTITI POLITICI A LIVELLO EUROPEO
Strasburgo, 20 giugno 2003 - Il Parlamento europeo ha fissato ieri delle regole per il finanziamento dei partiti politici a livello europeo, riconosciuti dai Trattati come fattore d'integrazione e di formazione di una coscienza europea. I deputati hanno accolto con 345 voti favorevoli, 102 contrari e 34 astensioni una serie di emendamenti alla proposta di regolamento sullo statuto e il finanziamento dei partiti politici a livello europeo presentata dalla Commissione. Gli emendamenti sono stati concordati dal relatore Jo Leinen (Pse, D) con il Consiglio, permettendo così di chiudere la prima codecisione su una materia istituzionale in prima lettura, sotto Presidenza greca. "È un grande giorno per la democrazia perché nessuna democrazia può esistere senza partiti politici", ha affermato il relatore dopo il voto. Un "partito politico a livello europeo" è definito come "un partito politico o un'alleanza di partiti politici" che soddisfi una serie di condizioni. Esso deve avere la personalità giuridica nello Stato membro in cui ha sede e disporre in almeno un quarto degli Stati dell'UE di membri eletti al Parlamento europeo o nei parlamenti nazionali o regionali (o nelle assemblee regionali), oppure aver raccolto almeno il 3% dei suffragi alle ultime elezioni europee in almeno un quarto degli Stati membri (la Commissione aveva fissato tale soglia a un terzo). Il programma e l'azione del partito, inoltre, devono rispettare i principi di libertà, democrazia e dello stato di diritto, nonché i diritti umani e le libertà fondamentali. Ai fini della trasparenza, un partito politico a livello europeo deve pubblicare ogni anno le proprie entrate e uscite e un prospetto dell'attivo e del passivo. Esso deve inoltre dichiarare le proprie fonti di finanziamento fornendo un elenco dei donatori e delle donazioni superiori ai 500 euro (la commissione per gli affari costituzionali del PE aveva fissato il limite a 1000 euro, mentre la Commissione europea chiedeva di dichiarare tutte le donazioni oltre i 100 euro). Il partito, poi, non deve accettare le donazioni anonime, quelle provenienti dai bilanci di gruppi politici del Parlamento europeo o dalle imprese sulle quali i poteri pubblici possano esercitare direttamente o indirettamente un'influenza dominante. Non sono neppure ammesse le donazioni da persone fisiche e giuridiche superiori ai 12.000 euro l'anno per donatore (la commissione costituzionale aveva previsto al riguardo una soglia di 15.000 euro, mentre la Commissione europea proponeva un limite di 5.000 euro). Le quote associative dei partiti politici membri del partito politico a livello europeo sono ammesse, ma non possono eccedere il 40% del bilancio annuale di quest'ultimo. Il finanziamento non potrà essere utilizzato per finanziare direttamente o indirettamente altri partiti, in particolare i partiti politici nazionali, che restano soggetti alle normative dei rispettivi Paesi. Gli stanziamenti potranno essere utilizzati solo per coprire le spese direttamente collegate agli obiettivi del programma, ovvero le spese amministrative, quelle connesse a sostegno logistico, riunioni, ricerca, manifestazioni transfrontaliere, studi, informazione e pubblicazioni. La frase che compariva nella proposta delle Commissione e prevedeva un divieto di finanziamento per le campagne elettorali è stata soppressa. Una delle questioni più controverse riguardava la responsabilità della gestione degli stanziamenti: alla fine è stato deciso che spetterà al Parlamento autorizzare e gestire i fondi. Il Parlamento dovrà in particolare prendere una decisione entro tre mesi dalla domanda, che dovrà essere presentata dal partito politico a livello europeo ogni anno. I crediti disponibili (8,4 milioni di euro) saranno ripartiti nel modo seguente: 15% in parti uguali e 85% fra quelli che hanno membri eletti al Parlamento europeo, proporzionalmente al numero di questi ultimi. Il regolamento entrerà in vigore tre mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma gli articoli sul finanziamento saranno applicati dall'inizio della prossima legislatura per permettere ai partiti esistenti di adeguarsi al nuovo quadro regolamentare. Due anni dopo l'entrata in vigore, il Parlamento europeo pubblicherà una relazione sull'applicazione del regolamento e sulle relative attività finanziarie indicando, se necessario, le riforme da apportare al sistema di finanziamento.

PATTO PER LO SVILUPPO STANCA: "POSITIVO L'ACCENNO ALL'INNOVAZIONE E ALLA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE COME FATTORI DI SVILUPPO"
Roma, 20 giugno 2003 - "È un fatto positivo che nel documento firmato oggi da Confindustria e dalle tre principali organizzazioni sindacali dei lavoratori ci sia anche un accenno alla diffusione dell'innovazione e della Società dell'Informazione che, come ormai l'esperienza insegna in tutte le economie avanzate, sono fondamentali per la crescita socio-economica e per lo sviluppo, tanto che sono punto qualificate, anzi un passaggio obbligato della stessa strategia di Lisbona". Così Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, ha commentato l'intesa sottoscritta oggi dalle parti sociali Il ministro ha poi detto che "è innovativo che Confindustria e Cgil, Cisl e Uil abbiano sottoscritto un documento su un argomento così centrale per il nostro Paese qual è quello dello sviluppo e della competitività. I quattro temi indicati sono infatti nodali per la nostra capacità di crescita anche in una dimensione internazionale".

FONDI PENSIONE APERTI: ISCRITTI, ATTIVO NETTO E RACCOLTA IN CRESCITA NEL PRIMO TRIMESTRE 2003. SGR SEMPRE PRIME TRA GLI ISTITUTORI.
Milano, 20 giugno 2003 - Crescono anche nel primo trimestre 2003 i fondi pensione aperti e confermano il trend registrato alla fine del 2002. Gli iscritti raggiungono le 344.337 unità segnando una crescita del 2% rispetto al trimestre precedente e del 15% in un anno. L'attivo netto si attesta a 1.278 milioni di euro, registrando un incremento pari al 3,9% rispetto all'ultimo trimestre 2002 e del 22,3% in dodici mesi. Positivo anche il flusso di raccolta che ammonta a 106,2 milioni di euro, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente. "I dati sui fondi pensione del primo trimestre 2003 - ha commentato il Presidente di Assogestioni, Professor Guido Cammarano - confermano ancora una volta le potenzialità di crescita che caratterizzano la previdenza complementare. Cresce la consapevolezza degli italiani verso la necessità di uno strumento finanziario con orizzonte temporale lungo complementare alle proprie risorse. A fronte di ciò, gli operatori del risparmio gestito rispondono con prodotti di qualità sempre più elevata e trasparenti" . Al primo posto della classifica per istitutore si collocano, anche in questo trimestre, le Sgr che contano 105.623 iscritti e detengono un attivo netto di 456,3 milioni di euro. Al secondo posto le Sim con 102.664 iscritti e 355,6 milioni di euro di attivo netto. Seguono le imprese di assicurazione (70.924 iscritti e 310,4 milioni di euro) e le banche (65.126 iscritti e 155,7 milioni di euro). Cresce il peso dei contributi dei lavoratori dipendenti e si attesta al 32,8% del totale dei flussi in entrata, mentre quello dei lavoratori autonomi è pari al 54,5%. Nel corso del primo trimestre del 2003 i fondi pensione aperti hanno investito per il 44,8% in titoli e Oicr obbligazionari mentre per il 44,5% in titoli e Oicr azionari invertendo, anche se di poco, i dati registrati a nell'ultimo trimestre del 2002 quando gli Oicr azionari rappresentavano il 42,4% degli investimenti dei fondi pensione mentre quelli obbligazionari il 41,9%.

ANCHE IN ITALIA CRESCE L'ATTENZIONE VERSO I FONDI IMMOBILIARI RER (REAL ESTATE RISK): MESSO A PUNTO IL 1° MODELLO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI NELL'INVESTIMENTO IMMOBILIARE
Milano, 20 giugno 2003 - Claudio Cacciamani - docente di economia degli intermediari finanziari presso la Facoltà di Economia dell'Università di Parma - con Deutsche Bank e Larry Smith Italia, elabora la teoria di soluzione di rating nel volume: "Il rischio immobiliare - una soluzione di rating dell'investimento immobiliare". I Fondi immobiliari sono stati la grande novità del mercato finanziario del 2002. In un anno in cui gli investimenti azionari e i titoli di stato hanno reso veramente poco, i Fondi immobiliari sono riusciti a garantire rendimenti medi del 7,5%, con punte anche superiori al 10%. Si tratta quindi di strumenti destinati ad attrarre l'attenzione dei risparmiatori italiani che continuano a ritenere il mattone l'investimento più sicuro e il migliore possibile (rispettivamente l'80% e il 60% secondo i dati del rapporto sul risparmio e risparmiatori in Italia - Bnl/Centro Einaudi). Acquistare un immobile non è il solo modo per investire nel mattone. Con capitali decisamente inferiori si possono scegliere i fondi immobiliari che, in base alle ultime stime, entro la fine del 2003 dovrebbero toccare i 3 miliardi di euro. Come ogni tipologia di investimento, anche quello immobiliare presenta le sue aree di rischio che fino ad oggi non sono state attentamente misurate. Al fine di colmare questa lacuna, Deutsche Bank Fondimmobiliari e Larry Smith Italia hanno promosso uno studio condotto nell'ambito della Facoltà di Economia dell'Università di Parma. Il gruppo di lavoro coordinato da Claudio Cacciamani, docente di economia degli intermediari finanziari presso l'ateneo parmense, ha trovato la sua realizzazione nel volume "Il rischio immobiliare - una soluzione di rating dell'investimento immobiliare", edito da Egea. Il testo, come sottolinea nella premessa Gerardo Solaro del Borgo, direttore generale di Deutsche Bank Fondimmobiliari Sgr, ha l'obiettivo di fornire agli investitori e agli operatori del settore e del sistema finanziario una nuova chiave di lettura per una corretta valutazione dei beni immobili e un'ottimale allocazione del proprio portafoglio di attività. Il modello di valutazione del rischio immobiliare (Modello Rer - Real Estate Risk) elaborato da Cacciamani è finalizzato a supportare le decisioni di investimento immobiliare misurando il rischio degli asset a disposizione degli operatori del settore immobiliare, delle autorità di vigilanza e degli investitori. Il volume illustra in maniera dettagliata il modello Rer e la sua applicazione agli immobili a uso commerciale, passando poi alla valutazione mediante lo stesso del rischio di un portafoglio immobiliare e analizzando, in fine, i riflessi del rischio sulla determinazione del valore di un real asset. Il volume raccoglie anche i contributi di Federico Musso, analista di investimenti presso Deutsche Bank Fondimmobiliari, Corrado Vismara, Chief Development & Consulting di Larry Smith, società di servizi leader nel mercato italiano dei Centri Commerciali, Federica Ielasi, collaboratrice del Dipartimento di Economia dell'Università di Parma.

SELLA: IL COMPLETAMENTO DELLE RIFORME FARÀ CRESCERE IL LIVELLO DI COMPETITIVITÀ DEL NOSTRO PAESE E NECESSARIO AGIRE SUL FRONTE DELLA GIUSTIZIA, DELLA PREVIDENZA, DEL FISCO E DELLE GRANDI INFRASTRUTTURE.
Roma, 20 giugno 2003 - Il Presidente dell'Abi, Maurizio Sella, oggi nel corso di un'audizione alla Commissione Programmazione economica e Bilancio del Senato, ha sottolineato che "la competitività dei singoli settori economici trae alimento anche dalla competitività complessiva dell'economia. Come settore sentiamo di essere frenati da una serie di vincoli che non sono nostri ma di contesto e che si riaffermano sempre più come forti svantaggi competitivi. E' interesse di tutto il Paese rimuovere queste anomalie che non consentono una competizione livellata. I fronti su cui agire sono molteplici, tra cui la giustizia, la previdenza, il fisco, le grandi infrastrutture". Per quanto riguarda la giustizia sono necessari interventi sia in tema di diritto civile che, in particolare, di diritto fallimentare. "Con riferimento alla previdenza - ha sottolineato Sella - è necessario por mano, in via definitiva, alle riforme delle pensioni già realizzate in Italia nel corso degli anni novanta al fine di completarle tenendo conto dei problemi posti dalla eccessiva lunghezza della fase di transizione dal regime attuale a quello contributivo ed in particolare ad alcuni aspetti di fragilità che caratterizzano il sistema italiano a partire dalla peculiarità delle pensioni di anzianità. Sul fisco è cruciale che venga portato a compimento il disegno di riforma del sistema fiscale statale con il programmato calo della tassazione sul reddito". L'ultimo fronte è quello delle grandi infrastrutture. Sella ha ricordato che il sistema bancario ha raggiunto negli ultimi anni traguardi importanti grazie ad una profonda opera che ha inciso sugli assetti organizzativi, sui modelli comportamentali e sulle linee di business. E grazie alla capacità di governare in maniera intelligente i costi. I nostri azionisti e l'intero Paese possono ora contare su di un sistema di intermediazione creditizia e finanziaria più al passo con i tempi. Nel sistema è aumentato il grado di concentrazione. Ai primi cinque gruppi fa capo il 55% del totale attivo a fronte del 36% nel 1995. Il dato dell'Italia per il 2002 è poco sotto il 50% per il mercato francese, circa il 58% per quello spagnolo e superiore a quello tedesco (38%). E' cambiata profondamente la struttura proprietaria. Negli ultimi anni il numero delle banche quotate in borsa è raddoppiato; il 60% del totale del capitale bancario è oggi quotato. L'80% dei fondi intermediati complessivi fa capo, su base consolidata, alle 40 banche quotate sul mercato principale. Vi è stato infine un forte recupero di redditività. Il Roe è passato dal 2% medio del triennio 1995-1997 all'11,5% del 2000, anche se è tornato a diminuire nell'ultimo biennio fondamentalmente a riflesso della crisi dei mercati finanziari. La crescita delle capacità competitive del sistema bancario è stata trasferita al sistema delle imprese italiane, sia di grandi che di piccole e medie dimensioni. Nel corso degli ultimi anni il rapporto tra impieghi bancari e Pil ha registrato un continuo trend crescente. Attualmente è quasi l'80%, con un incremento di circa 20 punti percentuali rispetto al livello del 1995. Dal gennaio 1999, data dell'avvio dell'euro le banche italiane hanno incrementato gli impieghi alle imprese di oltre 140 miliardi di euro. Negli ultimi anni tassi di interesse bancari hanno registrato forti riduzioni in linea con gli impulsi di politica monetaria e con il miglioramento della qualità del credito. Oggi il tasso medio sui prestiti si è collocato sotto al 5,2% (media di maggio), il valore più basso mai registrato nel nostro Paese (era superiore al 18% all'inizio del 1993). In Italia, più che in Europa, assai rilevante è il supporto finanziario offerto dalle banche alle piccole e medie imprese (Pmi). Nel nostro paese la quota sul totale degli impieghi fino a 500.000 euro (considerando anche i crediti non censiti dalla Centrale dei Rischi fino a 75.000 euro) risulta alla fine del 2002 pari a circa il 25%, percentuale che raggiunge quasi il 50% qualora si considerino i finanziamenti fino a 5.000.000 euro (ammontare di impieghi che verosimilmente è diretto alle piccole e medie realtà imprenditoriali).

UNICREDITO ITALIANO: OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO SU AZIONI LOCAT
Milano, 20 giugno 2003 UniCredit informa di aver depositato il 17 giugno presso Consob la comunicazione con cui rende nota la propria intenzione di promuovere un'offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria, ai sensi dell'articolo 102, del D. Lgs. 58/98, avente ad oggetto massime n. 69.407.437 azioni ordinarie emesse da Locat S.p.A., del valore nominale di Euro 0,32 ciascuna, di cui: 1. n. 62.145.347 azioni ordinarie sottoscritte e versate; 2. n. 2.412.090 azioni ordinarie, anche esse sottoscritte e versate, assegnate al personale dipendente e gravate da vincolo triennale di indisponibilità, con scadenza del suddetto vincolo, per ciascuna delle tre emissioni esistenti, rispettivamente, 26 settembre 2003, 4 settembre 2004 e 4 settembre 2005; 3. n. 4.850.000 azioni emittende a fronte dell'esercizio dei diritti d'opzione esercitabili, nel rapporto di 1:1, al momento dell'Offerta, ai sensi del regolamento del piano di stock option dell'Emittente, e che potranno essere in circolazione durante il periodo di adesione all'Offerta, azioni rappresentanti l'intero flottante esistente sul mercato, UniCredit, che detiene attualmente n. 477.170.729 azioni ordinarie, pari all'88,083% del capitale sociale dell'Emittente sottoscritto e versato alla data odierna, ricorda che: · la somma delle azioni di cui ai punti (1) e (2) rappresenta l'11,917% del capitale sociale di Locat ad oggi sottoscritto e versato, mentre la somma delle azioni di cui ai punti (1), (2) e (3) rappresenta il 12,70% del capitale sociale dell'Emittente fully diluted; · il trasferimento delle "Azioni Vincolate" dei dipendenti che aderissero all'OPA, ed il relativo regolamento del corrispettivo, avverrà solo alla scadenza dei rispettivi vincoli; · non costituiranno oggetto della presente Offerta i 12.835.800 diritti di opzione, emessi dal Consiglio di Amministrazione di Locat, su delega dell'Assemblea Straordinaria nell'ambito del piano di stock option, e non esercitabili alla data di lancio dell'Offerta; · per tali diritti, esercitabili a partire dal gennaio 2004, anch'essi validi per sottoscrivere azioni Locat nel rapporto di 1:1 ed assegnati al top management, ai dipendenti e agli agenti, UniCredit intende, di concerto con Locat, identificare un meccanismo che consenta ai titolari delle azioni derivanti dall'esercizio dei diritti di realizzare un risultato economico equivalente a quello conseguibile con il piano di stock option ad oggi in vigore. Corrispettivo dell'Offerta L'Offerente riconoscerà per ogni Azione portata in adesione all'Offerta un corrispettivo in contanti di Euro 0,90. Il controvalore massimo complessivo dell'Offerta, calcolato sul numero delle Azioni, in caso di adesione totalitaria all'Offerta, sarà pari a Euro 62.466.693, dei quali massimi Euro 2.170.881, rappresentanti il corrispettivo relativo alle Azioni Vincolate, verranno trasferiti ai titolari delle stesse al termine del periodo di indisponibilità, contestualmente al loro trasferimento. Al fine di valutare il Corrispettivo, si precisa che il prezzo di riferimento delle azioni ordinarie Locat registrato il 12 Maggio 2003, giorno precedente la comunicazione al Mercato dell'intenzione di promuovere l'Offerta, è stato pari ad Euro 0,733. Condizioni di efficacia dell'Offerta L'efficacia dell'Offerta è subordinata al raggiungimento di un quantitativo minimo di adesioni tale da far sì che l'Offerente possa conseguire alla chiusura del periodo di Offerta la titolarità di un numero di Azioni che, unitamente alle Azioni già in suo possesso, rappresenti almeno il 98% del capitale ordinario di Locat sottoscritto e versato alla data di chiusura del periodo di Offerta. e, ove ne ricorrano i presupposti, possa così acquisire le azioni residue entro 4 mesi dal perfezionamento dell'Opa (ai sensi dell'art. 111 del D.Lgs 58/98). Pertanto, dato che la proprietà delle Azioni Vincolate si trasferirà alla scadenza dei rispettivi vincoli, ai fini del raggiungimento della soglia del 98%, e, quindi, del verificarsi della condizione non rileveranno le adesioni relative alle Azioni Vincolate. L'Offerente si riserva la facoltà insindacabile di rinunciare alla condizione sospensiva sopra indicata, dandone comunicazione al mercato anteriormente alla data di pagamento del Corrispettivo. In tale evenienza, laddove venisse raggiunta una quota superiore al 90% del capitale ordinario di Locat sottoscritto e versato alla data di chiusura del periodo di Offerta, verrà promossa un'OPA residuale. Durata dell'Offerta Il periodo di adesione all'Offerta sarà preventivamente concordato con Borsa Italiana S.p.A.. Si ritiene, peraltro, che detto periodo di adesione possa iniziare nei primi giorni di luglio e possa concludersi nei primi giorni dell'agosto 2003. Razionale dell'operazione e programmi futuri L'operazione muove dalla considerazione delle peculiarità del titolo Locat, caratterizzato da un flottante contenuto e da un livello di scambi giornalieri limitato ed in progressiva contrazione; se da un lato ciò ha permesso al titolo un parziale "isolamento" dall'andamento negativo registrato dai mercati negli ultimi anni, dall'altro ha comportato un suo abbandono sia da parte degli analisti che da parte degli investitori istituzionali. UniCredit intende, con la presente Offerta, pervenire alla revoca del titolo Locat dalla quotazione al Mercato Telematico, ritenendo che tale revoca non comporterà turbativa al buon posizionamento della società nel mercato di riferimento. Garanzie di esatto adempimento Premesso che per il pagamento del corrispettivo dell'Offerta, UniCredit farà ricorso alle proprie risorse disponibili, l'Offerente rende noto che - a fronte di un controvalore massimo complessivo dell'Offerta di Euro 62.466.693 - ha accantonato in conto vincolato presso UniCredit Banca Mobiliare S.p.A., Buoni del Tesoro Poliennali, scadenza 1° nov. 2023, tasso 9%, per un capitale nominale di Euro 50.000.000, ed un controvalore attuale di mercato di circa Euro 80.800.000. Inoltre, tenuto conto del fatto che n. 2.412.090 azioni - in relazione alla quali potrebbe venir pagato un corrispettivo massimo di Euro 2.170.881 - sono vincolate a scadenze diverse, di cui l'ultima è il 4 set. 2005 e che il loro trasferimento ed il relativo pagamento avverrà alla scadenza dei rispettivi vincoli, parte degli strumenti finanziari posti a garanzia dell'operazione, per un valore nominale di Euro 2.000.000, ed un controvalore di mercato attuale di circa Euro 3.200.000, rimarrà vincolato sino al 4 set. 2005. UniCredit informa, infine che Intermediario Incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni è UniCredit Banca Mobiliare S.p.A. che agisce anche quale consulente finanziario dell'Offerente.

OPA SULLA BANCA POPOLARE DELL'ADRIATICO RISULTATI DEFINITIVI DELL'OFFERTA
Torino, 20 giugno 2003 - Si è conclusa il 18 giugno l'Offerta Pubblica di Acquisto volontaria su n. 10.931.850 azioni ordinarie di Banca Popolare dell'Adriatico S.p.A, rappresentanti il 28,24% del capitale sociale dell'Emittente e la totalità delle azioni in circolazione non già di proprietà del Sanpaolo Imi o di soggetti ad esso riconducibili, per un corrispettivo pari ad euro 7,26 per azione. Sulla base dei dati trasmessi da Banca Imi S.p.A., Intermediario Incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni sul Mercato Telematico Azionario, risultano complessivamente apportate all'Offerta n. 10.210.944 azioni, rappresentanti il 93,40 % dei titoli oggetto dell'Offerta ed il 26,38 % del capitale sociale dell'Emittente. Tale soglia di adesioni, sommata alla partecipazione già indirettamente posseduta (71,76% del capitale sociale di Bpa), consente al Sanpaolo Imi di raggiungere una partecipazione complessiva del 98,14 % e determina l'avveramento della condizione di efficacia dell'Offerta, consistente nel superamento della soglia del 90% più una azione del capitale sociale dell'Emittente. Sanpaolo Imi procederà quindi al ritiro di tutte le azioni apportate all'Offerta e regolerà il relativo corrispettivo in data 23 giugno 2003, come precisato al punto "f.1" del Documento di Offerta. Alla luce dei risultati descritti, in conformità a quanto precisato nelle "Avvertenze" del Documento di Offerta, Sanpaolo Imi eserciterà il diritto di acquisto delle azioni residue ai sensi dell'art.111 del D.lgs.n.58/98, al prezzo che sarà fissato da un esperto nominato dal Presidente del Tribunale di Teramo, come precisato nelle "Avvertenze" del Documento di Offerta. Pertanto, a far data dal prossimo 24 giugno, le azioni dell'Emittente cesseranno di essere quotate sul Mercato Ristretto, come disposto da Borsa Italiana S.p.A.

I GRUPPI SANPAOLO IMI E CAISSE D'EPARGNE HANNO ALLO STUDIO IL RAFFORZAMENTO DELLA COOPERAZIONE IN FRANCIA ATTRAVERSO BANQUE SANPAOLO
Milano, 20 giugno 2003 - Nell'ambito dell'alleanza strategica che unisce il Gruppo Sanpaolo Imi ai Gruppi Caisse d'Epargne e Caisse des Dépôts, sono in corso colloqui miranti alla realizzazione di accordi di collaborazione industriale e commerciale nei principali settori dell'attività bancaria (retail banking, investment banking, asset management, private equity ecc.), finalizzati a migliorare la qualità dei servizi offerti ai clienti. In particolare, i Gruppi Sanpaolo Imi e Caisses d'Epargne (Gce) hanno allo studio un'intesa finalizzata alla creazione, sul mercato francese, di un'entità di primo piano nel settore dei servizi bancari alle Pmi. L'operazione dovrebbe prevedere l'acquisizione da parte delle Caisses d'Epargne, di una partecipazione - che potrebbe essere maggioritaria - in Banque Sanpaolo, con l'obiettivo di svilupparne l'attività nei confronti della clientela Pmi. Allo stato non esistono ancora ipotesi sulla valorizzazione della banca. Banque Sanpaolo, posseduta al 100% da Sanpaolo Imi, è tra le prime 20 banche commerciali francesi ed opera nei confronti della clientela privata, imprese ed istituzionali attraverso un "network " di 60 filiali. Il Gruppo Caisses d'Epargne comprende 33 Casse di Risparmio, con una rete distributiva di 4.640 filiali, 26 milioni di clienti e 44.600 dipendenti. Ha sviluppato una gamma completa di servizi e prodotti per la propria clientela. Con risultati commerciali e finanziari in forte crescita, è attualmente il terzo gruppo bancario francese. Sanpaolo Imi ha una posizione di spicco nel mercato finanziario italiano. Possiede in particolare una forte specializzazione nei servizi finanziari rivolti alla clientela retail, una posizione di leadership nell'ambito del risparmio gestito e della bancassurance ed un ruolo di assoluto rilievo nell'attività di Corporate Banking e di Investment Banking. Ha una struttura operativa di oltre 3.000 filiali in Italia e 174 fra filiali e uffici di rappresentanza all'estero. I dipendenti sono 45.600 ed oltre 7 milioni i clienti serviti.

LE 27 AZIENDE ITALIANE DI ECCELLENZA NEL SETTORE DELLA TECNOLOGIA INCONTRANO IL MERCATO DEI CAPITALI ITALIAN TECH TOUR PRESENTA LE AZIENDE INDIVIDUATE DAL COMITATO DI SELEZIONE
Milano, 20 giugno 2003 - Il 18 giugno 2003, all'Hotel Gallia, alla conferenza di apertura del Tech Tour italiano, Roberto Italia, Presidente di Italian Tech Tour, ha presentato l'iniziativa sorta tra i principali protagonisti del Venture Capital europeo. Sono state presentate le società finaliste selezionate dal Comitato di Ett tra le circa 250 aziende italiane presentatesi alla selezione. Tra i partecipanti alla conferenza stampa: Gian Luca Braggiotti, fondatore e managing partner di myQube; Mark De Simone, Executive Vice President Technology di Cisco Systems; Giuseppe Diomelli, fondatore e Presidente di Cdc; Roberto Italia, Presidente di Equitalia Partners e della sezione italiana di Ett; Sven Lingjaerde, fondatore e presidente di Ett; Giacomo Marini - Managing partner Cir Ventures Roberto Parodi, responsabile della divisione Innovazione Tecnologica di Tim Alessandro Sidoli, vicepresidente di AssoBiotech Sven Lingjaerde, Presidente di European Tech Tour, ha illustrato il successo dell'iniziativa nel diffondere il venture capital in Europa. Il Presidente di Ett ha sottolineato il successo di questo primo Italian Tech Tour capace di mostrare agli investitori il livello di eccellenza delle aziende di tecnologia italiane. Sven Lingjaerde ha inoltre sottolineato la necessità di moltiplicare le occasioni di incontro tra le aziende e gli operatori professionisti del mercato, e la necessità di "credere nelle imprese" come primo precetto del venture capital. Alessandro Sidoli di Assobiotech, ha sottolineato lo straordinario, ed in Italia assolutamente trascurato, potenziale di discovery dell'area del biotecnologico, settore in grande e prevedibile crescita. Sidoli ha terminato il suo intervento invocando la nuova definizione di un quadro legislativo idoneo a sostenere lo sviluppo delle imprese del settore Roberto Italia, Presidente della sezione italiana di Ett, ha illustrato alcune caratteristiche delle aziende selezionate: "nella selezione la sfida superata è stato dimostrare che in Italia si fa innovazione", ed ha aggiunto "siamo orgogliosi di dire che le 27 aziende selezionate dimostrano una preparazione ed una capacità di innovare di livello altissimo difficilmente riscontrabile in altri contesti". Ha continuato "domani inizierà il vero tour, con uno slot di 25 minuti a disposizione di ciascun finalista per presentarsi alla comunità degli investitori" del Tech Tour. "Non presentiamo idee e business plan, ma aziende che hanno saputo innovare e crescere su di un mercato straordinariamente competitivo", è bene considerare, ha concluso Roberto Italia, che "il fatturato aggregato delle aziende selezionate era al 2002 pari a 138 milioni di euro,mentre nell'anno in corso è previsto attestarsi sui 200 milioni di euro, passando da 575 ai circa 1000 occupati".

MARIELLA BURANI FASHION GROUP SPA ANNUNCIA L'ACQUISIZIONE DEL 60% DEL CAPITALE DI BIASIA FRANCESCO SPA, SOCIETÀ VICENTINA TRA I MAGGIORI OPERATORI DEL SETTORE BORSE ED ACCESSORI DEL SEGMENTO "LUSSO ACCESSIBILE".
Cavriago, 19 giugno 2003 - Mariella Burani Fashion Group Spa annuncia l'acquisizione del 60% del capitale di Biasia Francesco SpA, società vicentina tra i maggiori operatori del settore borse ed accessori del segmento "lusso accessibile". Il marchio Francescobiasia è riconosciuto a livello mondiale per l'ottima qualità dei suoi prodotti e per l'eccellente rapporto qualità/prezzo. La società ha ottimi fondamentali evidenziati dalla crescita realizzata in questi ultimi due anni di oltre il 10% del fatturato (Cagr 2000-2002) ed un incremento più che proporzionale del margine operativo lordo per lo stesso periodo del 47%. Nel 2002 la società ha generato un fatturato consolidato pari a circa € 33 milioni interamente sviluppato con il marchio Francescobiasia con un margine operativo lordo pari a circa € 3,8 milioni che rappresenta il 12% circa del fatturato consolidato ed un utile ante imposte pari a circa € 2,7 milioni che rappresenta l'8,5% circa del fatturato consolidato. La transazione rientra nella strategia di focalizzazione del Gruppo su un'offerta di "lusso accessibile" attraverso una più vasta proposta di borse ed accessori in un segmento di mercato che ha ancora ampi spazi di crescita. L'acquisizione della nuova società accelera, inoltre, i programmi di sviluppo del Gruppo nella divisione pelletteria che presenta maggiori potenzialità di crescita e margini di profitto più elevati. L'acquisizione Il prezzo concordato per l'acquisizione del 60% del capitale di Biasia Francesco SpA, pari a € 10,2 milioni, non produrrà alcun esborso finanziario per il Gruppo e sarà corrisposto con scambio di azioni corrispondenti all'11,3% del capitale sociale di Antichi Pellettieri Spa, società sub-holding del Gruppo, che possiede le partecipazioni nelle società operanti nel settore delle calzature, pelletteria e accessori di lusso. Il valore della transazione attribuisce alla sub-holding del Gruppo Antichi Pellettieri Spa una valutazione complessiva di € 90 milioni con un ritorno sull'investimento per gli azionisti di Antichi Pellettieri di circa il 350%. Il prezzo dell'operazione riflette un multiplo Ev/Ebitda pari a circa 5. La struttura dell'operazione prevede, per incrementare la quota di partecipazione, anche delle opzioni call e put con determinazione del prezzo di esercizio in base a criteri omogenei a quelli utilizzati per la determinazione del prezzo del primo 60%. Francesco Biasia SpA La società veneta, che vanta una lunga tradizione manifatturiera ed un eccellente skill produttivo, è stata costituita nel 1990 ed è oggi gestita dai fratelli Francesco e Claudio Biasia che rimarranno nell'azionariato con il 40% del capitale e continueranno nel proprio ruolo gestionale affiancati da managers professionali ed incentivati. La società si è affermata a livello mondiale attraverso una rete di oltre 2000 boutiques multibrand e 6 boutiques mono-marca situate in città rappresentative del mondo della moda tra cui quella di Milano in Via Durini e quella di Firenze in Via della Vigna Nuova. Nell'autunno di quest'anno è in programma l'apertura di una nuova prestigiosa boutique a Milano in via Montenapoleone. La società, con 44 dipendenti, rappresenta uno dei player del settore con il più alto rapporto fatturato/dipendente e ha generato circa il 60% del fatturato consolidato all'estero e circa il 70% tramite canali distributivi diretti. Sales mix del Gruppo La società Francesco Biasia contribuirà a migliorare il sales mix del Gruppo attraverso un:incremento dell'incidenza delle vendite con marchi propri che passeranno dall'85% del 2002 al 90% nel 2003; incremento dell'incidenza delle vendite della divisione pelletteria che passerà dal 27% registrata nel 2002 al 30% nel 2003; aumento della percentuale di vendite generate dai canali distributivi diretti, che raggiungeranno nel 2003 una incidenza sul fatturato del 70% circa (vs. 58% del 2002); estensione della presenza del Gruppo nei mercati esteri dove i margini sono tradizionalmente più alti, con un'incidenza sul fatturato delle vendite estere che passerà dal 56% del 2002 al 64% per il 2003.

GRUPPO MONDO TV: ACCORDO DI SOTTOSCRIZIONE DI NUOVE AZIONI FINO AD UN MASSIMO DI 40 MILIONI DI EURO DA PARTE DI BANCA IMI. CORRADI: "OPERAZIONE INNOVATIVA PER CRESCERE ANCORA DI PIÙ NEL FUTURO".
Roma, 20 giugno 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Mondo Tv S.p.A. - a capo dell'omonimo Gruppo primario operatore europeo nella creazione e distribuzione di "cartoons" per Tv e cinema ed attivo nei settori correlati - ha approvato nei suoi termini di massima un'operazione che prevede che Banca Imi si impegni a sottoscrivere a fermo o, alternativamente, a garantire il collocamento presso investitori istituzionali di nuove azioni di Mondo Tv fino ad un massimo di 40 milioni di Euro (comprensivo di valore nominale e sovrapprezzo). L'operazione, innovativa sul mercato finanziario domestico, consente a Mondo Tv di poter disporre, a propria discrezione e in tempi brevi, dei proventi derivanti dalla sottoscrizione di nuove azioni, realizzabile in più tranches fino a febbraio 2006. L'operazione rientra nella strategia di Mondo Tv che, oltre allo sviluppo per linee interne attraverso l'autofinanziamento, prevede, tra l'altro, anche la crescita per linee esterne su base opportunistica: Mondo Tv si assicura uno strumento che le consentirà di poter disporre con flessibilità dei mezzi finanziari per poter cogliere, data la particolare situazione del settore "media", eventuali opportunità di mercato sia attraverso acquisizioni di società e/o library, sia attraverso lo sviluppo nei settori correlati. "Siamo molto soddisfatti di questa importante ed innovativa operazione" - afferma Orlando Corradi, Presidente ed Amministratore Delegato di Mondo Tv - "perché potremo disporre di un cuscinetto di liquidità per compiere operazioni straordinarie solo e se si manifesti una reale opportunità. E' una leva aggiuntiva a supporto della crescita del nostro Gruppo, che prosegue in primo luogo per linee interne grazie alla capacità di generare cash flow, e che riteniamo potrà assicurare forti vantaggi competitivi al Gruppo" "Al fine di massimizzare il valore per Mondo Tv ed i suoi azionisti" - continua Orlando Corradi - nell'attivazione delle singole tranches si terrà comunque conto del trend di mercato del titolo." Più in dettaglio, l'operazione prevede un aumento di capitale, che sarà sottoposto all'approvazione dell'Assemblea degli azionisti convocata in seduta straordinaria per il prossimo 6 agosto 2003, per l'emissione di massimo n° 1,3 milioni di nuove azioni con esclusione del diritto di opzione. E' inoltre previsto che tale aumento sia eseguito in più tranches da offrire in sottoscrizione in qualsiasi momento fino al 28 febbraio 2006. Il prezzo di offerta delle nuove azioni per ciascuna tranche sarà determinato in base all'andamento del titolo sul mercato tutelando, secondo l'intenzione della Società, il valore dell'investimento degli azionisti. Si fa presente, infine, che nell'ambito dell'operazione, finalizzata tra l'altro ad aumentare il flottante, la famiglia Corradi continuerà a mantenere il controllo della Società, anche nell'ipotesi di emissione del massimo delle azioni previste. Il Consiglio di Amministrazione ha dato mandato al Presidente di finalizzare negli ultimi dettagli l'accordo di sottoscrizione con Banca Imi e di provvedere alla sua esecuzione.

RINVIATE UDIENZE ISTANZE FALLIMENTO DI GIACOMELLI SPORT GROUP SPA E DELLA LONGONI SPORT SPA
Rimini, 20 giugno 2003: Il Gruppo Giacomelli Sport rende noto che le udienze fissate per oggi relative alle istanze di fallimento presentate nei confronti della Giacomelli Sport Group Spa e della Longoni Sport Spa sono state rinviate rispettivamente al 22 luglio 2003 e al 18 settembre 2003. Prima delle due udienze il tribunale esaminerà le domande di ammissione alla procedura di amministrazione controllata, presentate il 12 giugno 2003 , da parte di Giacomelli Sport S.p.A, Longoni Sport S.p.A. e Natura & Sport S.r.l.

TOWERCO: CONFERITO RAMO D'AZIENDA TOWER MANAGEMENT NOMINATI I MEMBRI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, BERGAMINI PRESIDENTE
Roma, 20 giugno 2003 - E' stato deliberato ieri - a seguito dell'approvazione lo scorso 21 maggio da parte dell'Assemblea Ordinaria di Autostrade S.p.A. del progetto di riorganizzazione societaria denominato "Progetto Mediterraneo" - l'aumento di capitale della società TowerCo S.p.A., da liberarsi mediante conferimento del compendio aziendale relativo alle attività nel settore del tower management, descritto nella relazione giurata predisposta dall'esperto nominato dal Presidente del Tribunale di Roma. E' stato inoltre stipulato il relativo atto di conferimento, che avrà efficacia a partire dal 1° luglio 2003. L'Assemblea di TowerCo S.p.A. ha nominato il Consiglio di Amministrazione della Società, del quale fanno parte Piero Bergamini, Giovanni Castellucci, Carlo Lepore, Umberto Mazzei, Guido Salerno. L'Assemblea, infine, ha nominato Piero Bergamini Presidente della Società.

ESSEDIESSE: DELIBERATO AUMENTO DI CAPITALE DELLA SOCIETA' DI SERVIZI
Roma, 20 giugno 2003 - L'Assemblea Straordinaria di Autostrade Tlc Fixed ha deliberato oggi - a seguito dell'approvazione lo scorso 21 maggio da parte dell'Assemblea Ordinaria di Autostrade S.p.A. del progetto di riorganizzazione societaria denominato "Progetto Mediterraneo" - la modifica della ragione sociale in EsseDiEsse Società di Servizi, oltre alla modifica dell'oggetto sociale. E' stato altresì deliberato l'aumento del capitale sociale, da liberarsi entro il 31 dicembre 2003, mediante conferimento del compendio aziendale relativo ai servizi (descritto nella relazione giurata predisposta dall'esperto nominato dal Presidente del Tribunale di Roma), ovvero in denaro. L'Assemblea di EsseDiEsse ha nominato il Consiglio di Amministrazione della Società, del quale fanno parte Guidalberto Guidi, Gianpiero Giacardi, Sandro Capparucci, Roberto Ramaccia, Mario Venezia. L'Assemblea, infine, ha nominato Guidalberto Guidi Presidente della Società.

PRECISAZIONI DA PARTE DI UNIPOL
Bologna, 19 giugno 2003 - In relazione alle indiscrezioni di stampa relative all'esistenza di trattative finalizzate all'acquisizione di imprese assicuratrici, si precisa che il Gruppo Unipol sta esaminando da tempo diverse opportunità al fine di proseguire nel programma di rafforzamento della propria posizione competitiva. Al riguardo, qualora venissero assunte decisioni circa nuove acquisizioni e conseguenti relative fonti di finanziamento o sottoscritti accordi da parte degli organi competenti, la Società provvederà ad informare tempestivamente il mercato con gli strumenti e le modalità previste dalla normativa vigente.

STOCK OPTION E STOCK GRANT 2003 AI DIRIGENTI ENI
San Donato Milanese, 20 giugno 2003: Il Consiglio di Amministrazione dell'Eni ieri , in esercizio della delega conferitagli dall'Assemblea ordinaria il 30 maggio 2003, ha approvato il Piano di stock grant 2003 che comporta l'impegno ad assegnare a titolo gratuito, decorsi tre anni dalla data di assunzione dell'impegno, fino a 1,5 milioni di azioni proprie ai dirigenti del Gruppo che hanno raggiunto nel 2002 gli obiettivi individuali prefissati. Il Consiglio inoltre, in esercizio della delega conferitagli dall'Assemblea ordinaria il 30 maggio 2002, ha approvato il Piano di stock option 2003 che comporta l'assegnazione fino a 6 milioni di diritti di opzione all'acquisto di azioni proprie, da esercitarsi decorsi tre anni dalla data di assegnazione e fino al 31 luglio 2011, ai dirigenti del Gruppo che occupano le posizioni più direttamente responsabili dei risultati o che sono di interesse strategico (circa 400 dirigenti).

ASSEGNATO A ROSARIO MESSINA IL PREMIO "PIAZZA MERCANTI" PER LA CATEGORIA "INNOVAZIONE"
Milano, 20 maggio 2003 - Presieduta dal dott. Fedele Confalonieri e composta da esponenti del mondo dell'economia, del lavoro, della ricerca universitaria e della comunicazione, la Giuria del premio "Piazza Mercanti" istituito dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano nell'ambito di "Milano Produttiva", ha selezionato Rosario Messina per la categoria "Innovazione". Il premio al presidente della Flou S.p.A. verrà assegnato nel corso della cerimonia che avrà luogo a Milano - Teatro degli Arcimboldi domenica 22 giugno alle ore 9, seguita dal concerto offerto dalla Filarmonica del Teatro alla Scala. Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano. Il Premio "Piazza Mercanti" Nell'ambito di "Milano Produttiva" giunta alla 14° edizione, per la prima volta quest'anno è istituito il premio "Piazza Mercanti" che introduce un concetto di tipo marcatamente qualitativo premiando imprenditori distintisi per il rilevante contributo fornito alla crescita competitiva, allo sviluppo e alla cultura imprenditoriale del sistema d'impresa milanese. Destinatari del premio sono titolari di impresa aventi sede dell'impresa e/o unità operative a Milano e nella provincia di Milano. Le catergorie del premio: " Nuova Imprenditoria" neoimprenditori distintisi per le migliori idee imprenditoriali sviluppate; "Internazionalizzazione" imprenditori distintisi per l'elevato grado di internazionalizzazione raggiunto relativamente agli aspetti della produzione e della distribuzione/erogazione di beni e/o servizi; " Innovazione": imprenditori distintisi per le innovazioni di processo e di prodotto introdotte nella propria attività d'impresa; " Qualità del lavoro": imprenditori distintisi per la realizzazione di progetti specifici produttivi di effetti permanenti legati alla flessibilità degli orari di lavoro ed all'introduzione di servizi aziendali rispondenti ai fabbisogni individuali del personale dipendente; "Mecenatismo": imprenditori distintisi per la attività di promozione culturale, artistica, tecnica o scientifica; "Interventi di Qualità sul Territorio": imprenditori distintisi per la realizzazione di interventi di qualità sul territorio; "Tutela dell'ambiente": imprenditori distintisi per programmi continuativi di rispetto e/o riduzione dell'impatto ambientale nell'esercizio della propria attività d'impresa.

STRATEGIE DI TURNAROUND, QUANDO CAMBIARE È UN DOVERE
Torino, 20 giugno 2003 - Applicare una strategia di turnaround può spesso essere la scelta decisiva per decidere la sorte di un'azienda in stato di crisi. Si tratta di una decisione che comporta cambiamenti spesso radicali nell'organizzazione, a cui occorre essere adeguatamente preparati. Molte imprese negli ultimi anni si sono trovate a dover fronteggiare un momento di difficoltà spesso grave e prolungato. Quando il settore in cui l'azienda opera è caratterizzato però da una buona o forte attrattività, il turnaround può rappresentare una valida soluzione per recuperare la competitività. Con Giorgio Pellicelli, professore ordinario di Strategie d'Impresa nella Facoltà di Economia dell'Università di Torino, l'8 luglio (Anfiteatro Isvor Fiat,Torino) si parlerà dei fattori che portano un'azienda verso il declino, delle responsabilità e del ruolo del management, delle fasi e principi del turnaround. In sintesi, come agire perché la strategia abbia successo e, una volta recuperata la posizione perduta, come affrontare l'uscita dal turnaround Giorgio Pellicelli ha svolto un'accurata indagine su un campione di imprese internazionali appartenenti a cinque settori: auto, costruzioni meccaniche, telecomunicazioni, media e tecnologia, high tech, trasporto aereo. I risultati della ricerca verranno presentati nel corso della giornata che vedrà protagonisti anche due manager che hanno guidato o affrontato con successo un turnaround all'interno della loro azienda: Marco Boglione (presidente del Gruppo Basic Net, proprietaria del marchio Robe di Kappa) e Giorgio Cappellani (direttore vendite e marketing della Hewlett-Packard Italiana Spa). Chairman sarà Angelo Mincuzzi (Sole 24 Ore). I discussant parleranno della loro esperienza diretta, confrontandosi con il relatore e il pubblico. Strategie di turnaround è il secondo dei cinque appuntamenti del ciclo "Incontri nella rete: dalla rete alla community of practice", realizzato da Isvor Knowledge System. Obiettivo del progetto è mettere a disposizione della più ampia comunità professionale e imprenditoriale i contributi di un network di business school internazionali, attraverso incontri brevi e mirati con referenti e con discussant protagonisti del contesto italiano. Perché conoscere per capire è il primo passo verso una strategia di successo. Infolink: www.incontrinellarete.iks.isvor.it

ITALIAN PRIVATE LABEL - 1° ITALIAN FOOD CONVENTION RINTRACCIABILITA' E TRACCIABILITA' DEI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARE
Bologna, 20 giugno 2003 - E' all'interno della tavola di discussione "La tracciabilità, qualità e certificazione tra tipicità e private label" in programma a Italian Private Label presso il centro espositivo Tiapoint che si è voluto tirare le somme del primo anno di vita della tanto discussa legge regionale 33/2002. Attorno allo stesso tavolo, quindi, si sono seduti i protagonisti che hanno creato, sostenuto e sviluppato il disegno della tracciabilità della filiera dei prodotti agricoli e alimentari. Il dott. Giuseppe Todeschini dell'ufficio del Sevizio Valorizzazione delle Produzioni e dell'Area Agroalimentare della Regione Emilia Romagna ha sottolineato il forte interesse e impegno dell'Assessorato all'Agricoltura nell'obiettivo di valorizzare le produzioni tipiche e di qualità della regione stessa (Qualità controllata, Dop-Igp e prodotti da agricoltura biologica). Tali produzioni vista l'esistenza di sistemi di controllo lungo tutta la filiera sono in grado di garantire un buon livello di sicurezza del prodotto e rintracciabilità correlata ad elementi valorizzanti. Rispondendo a sollecitazioni del pubblico circa la necessità di valorizzazione delle produzioni italiane e regionali (es. marchio regionale toscano), il dott. Todeschini precisa che i disciplinari delle produzioni integrate (Qualità Controllata in Emilia Romagna) e le norme di produzione biologica (Regime di Controllo Cee 2092/91) sono trasversali e quindi utili a valorizzare metodi di produzione ecocompatibili, senza alcun vincolo di provenienza. Gli strumenti di valorizzazione e tutela della provenienza e origine, offerti dal settore pubblico in particolare, non possono che essere correlati all'applicazione delle norme UE per le produzioni tipiche (es. reg. Cee 2080/92 per le Dop e Igp). Al fine di incentivare la crescita generale del settore agroalimentare, in particolare per quanto attiene: le garanzie di sicurezza, l'origine e la qualità dei prodotti, oltre ad una più chiara informazione al consumatore; la Regione Emilia Romagna ha emanato, a seguito di modifica della L.R. 33/97 ha previsto misure di sostegno ed incentivo per lo sviluppo di sistemi di rintraccialità nel settore agricolo ed agroalimentare. Circa la rintracciabilità è opportuno, inoltre, fare un netto distinguo tra la tracciabilità intesa come futuro obbligo di legge che può essere correlata esclusivamente agli aspetti di sicurezza igienico sanitaria, e la rintracciabilità oggetto di certificazione ai sensi delle norme Uni, dove è necessario correlare caratteristiche valorizzanti del prodotto. La dott.ssa Luisa Ceriani Responsabile Qualità Marche Proprie Filiere Freschi Cerrefour, ha illustrato il significativo impegno del gruppo nel rispondere alle esigenze del consumatore circa la sicurezza e qualità del prodotto. In particolare Carrefour ha risposto a queste esigenze investendo in modo significativo sui prodotti a marchio Filiera Qualità, Terre d'Italia e Scelgo Bio. I prodotti a marchio "Filierà Qualità" garantiscono puntano a garantire un alto livello di qualità del prodotto (in diversi casi si tratta di prodotti Dop - Igp o, comunque, correlati ad una specifica origine), produzione integrate e comunque ecocompatibili, la rintracciabilità del prodotto. Il progetto viene portato aventi senza richiedere al fornitore alcuna certificazione, puntando quindi al massimo coinvolgimento dello stesso nel progetto e alla condivisione delle regole di produzione, in una logica di rapporto fiduciario ed etico con il fornitore. Il dott. Vito Russo, Responsabile Assicurazione Qualità di Bioagricert (ente di controllo e certificazione operante nel settore delle produzioni biologiche e Qc), descrive le regole base di funzionamento di un sistema di certificazione di prodotto/processo, normalmente adottate dagli enti di certificazione di parte terza. Sottolinea gli obblighi di competenza e indipendenza nelle valutazioni imposti a tali dall'accreditamento alle norme Uni En 45011:99 e dalle procedure di riconoscimento ministeriale per quanto attiene i sistemi regolamentati (Agricoltura Biologica, e Dop - Igp). Si parte dalla norma tecnica (disciplinari volontari nel caso delle produzioni integrate o vere e proprie leggi nel caso del biologico e delle produzioni tipiche) che stabilisce i vincoli e le regole del processo produttivo, oltre alle "specifiche" (caratteristiche misurabili) del prodotto che si ottiene. L'ente di certificazione interviene con il proprio personale e laboratori esterni qualificati, in una fase iniziale, ai fini della valutazione di conformità e rilascio della certificazione e successivamente garantendone la sorveglianza. L'attività di tali enti è sottoposta alla verifica e sorveglianza dei comitati di certificazione nei quali è prevista obbligatoriamente la partecipazione di tutte la parti interessate alla certificazione, incluse la associazioni di consumatori. Tutte figure indipendenti senza alcun vincolo di dipendenza e condizionamento nei confronti dell'ente. Nell'ambito dell'attività di certificazione delle produzioni biologiche, Bioagricert ha attivato un apposito sito www.trasparente-check.com, nel quale sono pubblicati dati che permettono, sia agli altri operatori del marcato che ai consumatori, la verifica della effettiva e corretta certificazione degli operatori controllati e delle relative produzioni. Il dott. Alessandro Pulga, Direttore Tecnico dell'Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale (Icea) nel descrivere brevemente la storia e la mission dell'Istituto, consorzio fondato da l'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (Aiab), Banca Popolare Etica, Anab (Associazione Nazionale Architettura Bio Ecologica), Demeter (Associazione per la tutela della qualità biodinamica in Italia) e Acu (Associazione Consumatori Utenti), evidenzia tre importanti aspetti di novità. 1. La diretta partecipazione alla proprietà dell'ente di certificazione di un'associazione di consumatori come importante risposta ad una certa sfiducia del mercato e dei consumatori nei confronti dei sistemi di certificazione che sono finanziati dagli stessi operatori controllati. 2. L'obiettivo di offrire servizi di certificazione qualificati per tutti i settori a fote vocazione etica e ambientale e, quindi, oltre alla certificazione regolamentata per le produzioni agricole biologiche, Dop, Igp) ha esteso la sua attività nel settore no food (bioagriturismi, tessile biologico, cosmesi bio ecologica, ecc.) e sta progettando l'attivazione di servizi di certificazione nei settori: detergenza casa, bioarchitettura forestazione e mobile bio ecologico. 3. La partnership con il Csqa di Tiene con l'obbiettivo di integrare questi schemi di certificazione "non convenzionali" con altre certificazione gestionali e di prodotto richieste dal mercato (Iso 14000, Emas, Brc British Retail Consortium, ecc.). Il dott. Alessandro Pulga ritiene sia da riconoscere alla Gdo un importante ruolo nella diffusione e allargamento del mercato dei prodotti tipici e biologici, anche se la Gdo italiana, in particolare nel biologico, si è attivata con un notevole ritardo rispetto agli altri Paesi europei, dove questi prodotti oggi possono vantare un livello di penetrazione molto più alto (es. Svizzera, Germania, Svezia Inghilterra). In Italia si è passati da una fase di sostanziale sfiducia nei confronti di questi prodotti (che venivano visti in concorrenza con i prodotti di alta gamma private label: es. "prodotti con amore", ecc.) alla piena adesione da parte di alcuni gruppi come Coop Italia e Esselunga che, oggi, ne fanno il prodotto di punta. Sicuramente agli effetti positivi è necessario controbilanciare alcuni compromessi imposti da questo tuipo di mercato alle produzioni tipiche e anche biologiche: la rinuncia al rispetto dei principi di consumo stagionale (nessuno prense in considerazione l'impatto energetico ed ecologico dei trasporti) l'eccessivo dispendio di imballaggio (questi prodotti, per diversi motivi, vengono sempre venduti in imballaggi sigillati); la perdita di visibilità dei produttori ancora più evidente che in latri settori, visto che normalmente si tratta di soggetti più piccoli e con basso potere contrattuale Positivo è, invece, l'impegno profuso da alcuni gruppi (sempre Coop Italia ed Esselunga in particolare) per quanto attiene i prodotti del commercio equo e salidale. Circa la problematica della rintracciabilità, sicuramente tutti, chi più chi meno, devono lavorarci partendo dal presupposto, però, di utilizzarla come strumenti di garanzia rispetto a caratteristiche valorizzanti del prodotto. Il frequente ricorrere del termine rintracciabilità, senza alcuna correlazione con vere e proprie specifiche di qualità (che possono essere diverse e coesistenti: provenienza, eco compatibilità, biologico, equo e solidale, ecc. sempre nel rispetto delle diverse esigenze dei consumatori) può indurre il consumatore a identificare erroneamente nel termine "tracciabilità" il sinonimo di "qualità". E' evidente che la rintracciabilità, magari certificata da un ente terzo, è fondamentale strumento per trovare il colpevole in caso di frodi e problemi igienico sanitari. E' stata anche, purtroppo, un requisito per troppo tempo trascurato. Ma pensare che un prodotto sia di qualità semplicemente perché è sicuro è veramente un'ingiusta limitazione delle attese e diritti del consumatore. La Prof.ssa Elisabetta Maria Guerzoni, del Diproal Università di Bologna condivide l'approccio alla rintracciabilità come strumento di controllo e garanzia e non come valore a se stante. La rintracciabilità è uno strumento utile a: responsabilizzare il produttore circa la conformità di tutte le sue forniture ai requisiti di sicurezza e qualità fissati dalla normativa vigente; identificare le partite non conformi provvedendo, eventualmente al loro ritiro dal mercato Rintracciare le informazioni relative all'intera filiera produttiva è oneroso e costoso. Nel gestire la rintracciabilità è, quindi, necessario discriminare tra dati e informazioni utili o meno in relazioni alle criticità che caratterizzano il prodotto e gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Si stà diffondendo, in particolare nel Nord Europa, un approccio alla rintracciabilità che punta ad un estremo livello di dettaglio sul paino microbiologico che punto ad identificare e rintracciare tutti i microrganismi, lieviti, ecc. che vendono utilizzati nel processo produttivo. Secondo questa linea di pensiero, solo gli organismi che possono essere identificati e rintracciati possono essere utilizzati. E' evidente che un approccio di questo tipo può risultare fortemente limitante per le produzioni tipiche locali e produzioni mediterranee in genere, dove l'azione di ceppi locali difficilmente identificabili e rintracciabili è, in realtà, elemento valorizzante e condizionante la tipicità e le peculiarità organolettiche del prodotto. Il rischio, quindi, è quello di usare criteri di estremo dettaglio in ambito microbiologico, trascurando altre informazioni che possono avere una maggiore influenza sulla sicurezza del prodotto come, ad esempio, il corretto ed effige funzionamento della catena del freddo. E' necessario, quindi, il mondo produttivo ad un uso oculato e razionale dei concetti di rintracciabilità per evitare che, alla fine, diventi un sistema oneroso ingestibile al quale necessariamente rinunciare.

TRASPORTO AEREO: BANDE ORARIE PIÙ FLESSIBILI
Strasburgo, 20 giugno 2003 - Dopo la guerra in Iraq e la comparsa della Sars, il Parlamento sostiene con forza la proposta di ammorbidire le regole di attribuzione delle bande orarie negli aeroporti. L'Aula ha infatti adottato, con una procedura semplificata e quindi accelerata, la relazione di Luciano Caveri(Eldr, I), che consente ai vettori aerei di programmare al più presto le bande orarie per il 2004. Di fronte alla crisi mondiale a cui devono far fronte le compagnie aeree, i deputati hanno convenuto con la Commissione di sospendere le regole relative all'uso di bande orarie per l'attuale stagione. Senza tale provvedimento, le compagnie aeree avrebbero dovuto mantenere servizi non redditizi per conservare in futuro le bande orarie negli aeroporti più frequentati. La Commissione propone di sospendere per l'estate 2003 la regola "use-it-or-lose-it", che impone alle compagnie di sfruttare l'80% delle bande orarie ad esse assegnate nel corso di una stagione per poterne beneficiare nuovamente in quella successiva. Dopo la guerra in Iraq e la Sars, infatti, molti voli vengono annullati, deviati o garantiti ma con velivoli diversi, per far fronte al calo della domanda. È stato calcolato che a causa di tali fattori il settore aereo mondiale potrebbe registrare perdite nette pari a circa 8 miliardi di dollari. Nel giugno 2002, a seguito degli attentati dell'11 settembre 2001, il Parlamento aveva già dato l'accordo a proposte analoghe per una deroga alla norma dello sfruttamento dell'80% delle bande orarie nel periodo dal 30 marzo al 25 ottobre di quest'anno. Le ultime proposte consentiranno alle compagnie di ridurre l'attività nella stagione estiva.

ALITALIA: ACQUISIZIONE DELL'80% DEL CAPITALE DELLA CONTROLLATA EUROFLY NOMINA A VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIERE ALESSANDRO FALEZ
Roma, 20 giugno 2003 - Si e' riunito il 18 giugno il Consiglio di Amministrazione di Alitalia presieduto da Giuseppe Bonomi. Nel corso della riunione, l'Amministratore Delegato della Società, Francesco Mengozzi, ha svolto una relazione sulla complessiva situazione aziendale e, in particolare, sullo stato di avanzamento della trattativa sindacale sui recuperi di produttività del personale navigante. Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia ha, inoltre, giudicato positivamente la trattativa in corso con un primario soggetto finanziario interessato all'acquisizione dell'80% del capitale della controllata Eurofly operante nel settore charter e ha conferito mandato all'Amministratore Delegato a stipulare un contratto di consulenza con primari esperti americani del settore teso a supportare il riposizionamento competitivo e commerciale della Compagnia. In linea con quanto già definito dal Piano Industriale, il Consiglio ha, poi, deliberato favorevolmente l'avvio di un processo di selezione per l'identificazione di un partner nell'attività di ground handling. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato la nomina a Vicepresidente del consigliere Alessandro Falez e ha provveduto alla nomina dei consiglieri nei comitati consultivi previsti nel Codice di Autodisciplina della Società, previa istituzione di un ulteriore comitato sul tema della comunicazione e dell'immagine.

ALITALIA E CESSIONE DI EUROFLY BANCA PROFILO SARÀ ADVISOR PER CONTO DI UN FONDO DI INVESTIMENTO ACCELERAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI INVESTMENT BANKING DELLA BANCA
Milano, 20 giugno 2003 - Banca Profilo, nell'ambito del suo ruolo di Advisor per conto di un fondo di investimento, ha siglato i primi accordi preliminari finalizzati all'acquisizione dell'80% del capitale di Eurofly, società di charter aereo del Gruppo Alitalia. L'operazione si concretizza nell'ambito delle attività nel settore Investment Banking di Banca Profilo e sarà perfezionata dall'acquisizione da parte del fondo di private equity di diritto lussemburghese di cui la banca è promotore e coinvestitore insieme ad altri soggetti istituzionali. In base agli accordi, il Gruppo Alitalia resterà azionista con una partecipazione al capitale del 20%; in autunno, ad acquisizione perfezionata, verrà presentato il nuovo piano industriale di Eurofly per il triennio 2004/2007.

RYANAIR E HERTZ RINNOVANO LA LORO PARTNERSHIP ESCLUSIVA
Milano, 20 giugno 2003 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in Europa, ha annunciato il 19 giugno, il rinnovo della partnership con Hertz, che porterà tariffe più basse e una maggiore disponibilità per i passeggeri Ryanair che vogliano noleggiare un auto. Per festeggiare questo evento, tutti coloro che quest'estate noleggeranno un'auto su www.ryanair.com  parteciperanno automaticamente all'estrazione di una nuova Ford Fiesta. Michael Cawley, Deputy Chief Executive di Ryanair, ha detto: "Ryanair offre già prezzi imbattibili quando si parla di basse tariffe in tutta Europa e ora grazie a questa nuova partnership con Hertz, possiamo offrire ai passeggeri Ryanair tariffe più basse e una maggiore disponibilità quando noleggiano un'auto. Per i passeggeri Ryanair di tutta Europa questo significa che la Hertz sarà accessibile da tutte le destinazioni di tutti i voli Ryanair con prezzi bassi e ampia disponibilità. Ryanair.com è già il maggior sito europeo dedicato ai viaggi e ora grazie a questa nuova partnership ci siamo impegnati per integrare la nostra tecnologia e marketing con Hertz." Commentando oggi il nuovo accordo, Bill Jones, Responsabile Marketing e Vendite Europa di Hertz, ha detto: "Sono entusiasta di aver rinnovato il nostro contratto con Ryanair e in modo che forniremo ai consumatori europei un efficiente e economico servizio di viaggio. Per festeggiare il rinnovo della partnership con Ryanair tutti coloro che quest'estate noleggeranno un auto Hertz sul sito Ryanair parteciperanno automaticamente all'estrazione di una nuova Ford Fiesta! È un'offerta entusiasmante e da cogliere al volo. Ci aspettiamo una grossa risposta da quest'iniziativa...ed è meglio controllare su www.ryanair.com  per maggiori dettagli."

LA COMMISSIONE EUROPEA CONTESTA LE PRATICHE DI DISTRIBUZIONE DI ADESIVI E FIGURINE POKÉMON MESSE IN ATTO DA TOPPS
Bruxelles, 20 giugno 2003 - La Commissione europea ha deciso di avviare un procedimento formale nei confronti di Topps, un'impresa che produce adesivi e figurine da collezione, molto popolari tra i bambini, per intralcio al commercio transfrontaliero di prodotti che raffigurano i personaggi dei cartoni animati Pokémon. È stato riscontrato che nel periodo esaminato dalla Commissione le celebri figurine, realizzate su licenza del titolare del marchio Nintendo(1), erano due volte e mezzo più care in Finlandia che in Portogallo. Dalle indagini condotte dalla Commissione risulta che Topps e i suoi distributori avevano elaborato una strategia per prevenire le importazioni da paesi a basso prezzo a paesi a prezzo elevato, una pratica che falsa la concorrenza nel mercato unico dell'Unione europea a danno delle famiglie europee. "Gli accordi e le pratiche ideati per prevenire il commercio transfrontaliero hanno l'effetto di mantenere artificialmente alti i prezzi al consumo e costituiscono una violazione delle norme antitrust - ha affermato il commissario per la concorrenza Mario Monti. "La Commissione ha combattuto tali comportamenti illeciti nel passato e continuerà a farlo energicamente." Il caso riguarda una serie di accordi e/o pratiche concertate attuate da Topps Europe Ltd insieme ad altre tre controllate europee della Topps Company Inc. degli Stati Uniti e alcuni distributori nel Regno Unito, in Italia, Finlandia, Germania, Francia e Spagna. L'obiettivo era di giungere ad "un bando totale delle esportazioni", come ha riconosciuto Topps Europe, dai paesi in cui i costi erano bassi ai paesi in cui i costi erano alti. Tale comportamento, che è illustrato nel dettaglio in una comunicazione degli addebiti inviata a cinque società del gruppo Topps, rappresenta una grave violazione dell'articolo 81 del trattato UE e si ritiene abbia avuto luogo per la maggior parte del 2000. Le indagini della Commissione hanno preso l'avvio da una denuncia presentata alla fine dell'anno. Il prodotto in questione consiste in adesivi e figurine da collezione che rappresentano i personaggi Pokémon(2). Topps ha ottenuto una licenza per utilizzare Pokémon nella produzione di adesivi e figurine da collezione dal titolare del marchio Nintendo del Giappone. La collezione e lo scambio di adesivi e figurine è uno dei passatempi preferiti dei giovani consumatori specialmente quando essi riportano le immagini dei personaggi del mondo del cinema, della letteratura o dello sport. Si tratta di prodotti solitamente venduti in pacchetti di alcuni esemplari nelle tabaccherie e nelle edicole per spillare gli spiccioli ai bambini. Sulla base delle stime della Commissione, il mercato europeo degli adesivi, delle figurine e degli altri prodotti da collezione comprati dai bambini nel 2000 è stato pari a 600 milioni di euro nello Spazio economico europeo. La moda delle figurine Pokémon è arrivata in Europa nell'autunno del 1999. Nel 2000 il prezzo fatturato da Topps ai suoi distributori nei diversi paesi dell'UE variava considerevolmente. Per esempio, i distributori francesi pagavano due volte il prezzo pagato dai distributori spagnoli per la stessa quantità. La differenza maggiore (il 243%) è stata riscontrata comparando i prezzi di fatturazione tra i distributori finlandesi e quelli portoghesi (in cui questi ultimi avevano le tariffe migliori). Tale situazione ha creato, evidentemente, le condizioni per delle importazioni parallele, vale a dire il dirottamento di prodotti destinati ad un paese verso un altro paese. Conformemente alle prove e alle informazioni dettagliate raccolte nella documentazione della Commissione, nel 2000 Topps ha coinvolto i suoi distributori in una strategia elaborata per evitare che i venditori al dettaglio e all'ingrosso dei paesi in cui i prodotti Pokémon erano venduti a prezzi relativamente alti (come la Finlandia e la Francia) importassero tali prodotti dai paesi in cui essi erano venduti a prezzi più bassi (come la Spagna, il Portogallo e l'Italia). Per prevenire il commercio parallelo, Topps ha ripetutamente chiesto ai suoi distributori in diversi paesi dell'UE di aiutarla a rintracciare le importazioni parallele e a verificare la destinazione finale dei prodotti Pokémon. A coloro che non si conformavano a tale politica di distribuzione veniva minacciato di tagliare le forniture. In conseguenza di tale spartizione illegale del mercato europeo, le famiglie dei paesi in cui i prezzi erano alti hanno pagato più di quello che avrebbero pagato in una situazione di mercato basata sulle regole di concorrenza. Dopo aver ricevuto, nel novembre 2000, una richiesta di informazioni dalla Commissione, Topps ha affermato che avrebbe preso misure per conformare i suoi accordi di distribuzione alle norme di concorrenza. Non vi sono prove che successivamente abbia avuto un comportamento anticoncorrenziale. Le restrizioni del commercio parallelo rappresentano una violazione dell'articolo 81 del trattato UE. L'esperienza ha dimostrato che il commercio parallelo porta a una maggiore efficienza e a prezzi più bassi nell'UE ed è, pertanto, benefico per i consumatori. Le Comunicazioni degli addebiti sono il primo passo formale nelle indagini antitrust. Le imprese interessate dispongono ora di due mesi per rispondere agli addebiti della Commissione e possono anche chiedere un'audizione.

PRESENTATA AI SINDACATI LA BOZZA DEL PIANO INDUSTRIALE DI RISTRUTTURAZIONE ALSTOM ITALIA: LE TAPPE DEL RISANAMENTO INCONTRO CON LE OO.SS. OGGI IN ASSOLOMBARDA
Milano, 20 giugno 2003 - Alstom Italia, la società del gruppo Alstom presente nel nostro paese con circa 4.000 persone in 13 sedi operative, attiva nei settori Trasporti, Produzione di energia elettrica e Trasmissione e distribuzione di energia, sta lanciando un importante piano industriale che consenta all'azienda di rispondere in maniera più efficace alle attuali condizioni del mercato. Il piano è stato presentato oggi nel corso di un incontro sindacale di coordinamento nazionale che ha visto presenti i responsabili delle Risorse Umane di tutti i siti Alstom in Italia, il coordinamento dei sindacati nazionali composto da 30 membri delle Rsu dei siti Alstom in Italia e da tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm. Il piano è stato accolto favorevolmente dalle organizzazioni sindacali, le parti sono già al lavoro per esaminare i dettagli ed è stata già fissata la data del 9 luglio per il proseguimento della trattativa. La struttura del piano Il piano di riorganizzazione e ristrutturazione di Alstom Italia si sviluppa sulle seguenti linee guida: vendita di attività secondo il piano di dismissione di Alstom e di attività non strategiche (turbine industriali, T&D, Relays, Generatori diesel e Air Conditioning); ristrutturazione della realtà impiantistica della Produzione di Energia; riduzione dei costi tramite revisioni organizzative. Tali azioni fanno seguito al programma lanciato nel marzo scorso dal gruppo mondiale, che si basa su tre aree di intervento: rifocalizzare il campo di attività e rafforzare le basi finanziarie; migliorare i risultati operativi attraverso un più efficace controllo dei processi; costruire un'organizzazione più efficiente e più orientata al cliente. Il risanamento passa necessariamente attraverso una fase di riorganizzazione del gruppo a livello internazionale che comporta la dismissione di alcune attività, cambiamenti organizzativi, riduzione dei costi e consolidamento della posizione finanziaria. Gli effetti sul piano occupazionale Gli effetti del Piano di Alstom Italia sui livelli occupazionali, in termini di esubero strutturale, incidono per circa l'8% rispetto alla forza lavoro occupata. Per attenuare l'impatto sociale del piano si farà ricorso sia a pensionamenti anticipati sia a strumenti che favoriscano la ricollocazione del personale in esubero nel mercato del lavoro esterno. La presentazione del piano al tavolo di lavoro concertato con le organizzazioni sindacali ha l'obiettivo di avviare una trattativa da condurre con spirito costruttivo e collaborativo da parte di tutte le componenti interessate. "È inoltre importante sottolineare - afferma Emilio Gallocchio, Country President per l'Italia di Alstom - il progetto della direzione aziendale di cedere terzi l'attività impiantistica relativa alla produzione di energia, quella più pesantemente coinvolta dal piano di ristrutturazione. La ricerca di opportunità di vendita è proprio in funzione di un obiettivo di salvaguardia delle professionalità e delle competenze delle nostre persone. Ad oggi - conclude Gallocchio - sono in corso trattative con alcune società che hanno manifestato interesse. " Lo scenario e gli obiettivi Alstom paga, a livello internazionale, una congiuntura di mercato che vede una grave flessione strutturale nel settore dell'energia e una forte tensione sui prezzi nell'ambito del trasporto elettrico. Lo scenario italiano si caratterizza inoltre per un mercato dell'energia in fase di profonda trasformazione, ritardi nelle privatizzazioni e scarsa domanda impiantistica, nonché buone prospettive di mercato per l'incremento alla rete di trasporto ferroviario. Gli obiettivi del piano di ristrutturazione Alstom sono molto ambiziosi, il gruppo punta infatti a raggiungere un fatturato superiore a 15 miliardi di Euro con un margine operativo del 6% entro maggio 2006, un recupero del flusso di cassa positivo, una riduzione dell'indebitamento totale a 2-2,5 miliardi di Euro dagli attuali 5 entro il marzo del 2005. Per quello che riguarda l'Italia, attraverso il piano industriale si delinea una solida realtà produttiva forte di 3.500 dipendenti e con un giro d'affari di 700 milioni di Euro. Riassumendo, il Gruppo mondiale si focalizzerà sulla generazione di energia e sui trasporti su rotaia. Migliorerà le sue performance operative attraverso un'organizzazione più efficiente e un programma dinamico che consenta di ottenere maggiori risparmi.

MEB - POWERING BUSINESS WITH ICT
Milano, 20 giugno 2003 - Il Mip, la Business School del Politecnico di Milano, propone la VII Edizione del Corso Executive in Management dell'eBusiness (Meb) come innovativa risposta formativa alla crescente esigenza di manager, consulenti e imprenditori di cogliere appieno il significato strategico e gestionale delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (e di quelle Internet in particolare). Il Corso si rivolge principalmente a (I) manager con specifiche responsabilità gestionali in progetti di innovazione basati sulle nuove tecnologie; (II) general manager, imprenditori e manager funzionali che intendono utilizzare le nuove tecnologie come leva strategica; (III) consulenti che operano in progetti riguardanti le nuove tecnologie; (IV) manager e professional di technology & service provider che desiderano avere una visione più approfondita sull'impatto delle tecnologie sulla gestione d'impresa. Al termine del Corso i partecipanti avranno la possibilità di frequentare un secondo anno all'interno del Programma Executive Master of Business Administration per conseguire il titolo di Executive Mba (riconosciuto come Master universitario di II livello del Politecnico di Milano). Per maggiori informazioni: www.mip.polimi.it/meb

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