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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Marzo 2004
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UN NUOVO PIANO D'AZIONE PER PROMUOVERE LO SPIRITO IMPRENDITORIALE IN EUROPA  
 
 Bruxelles, 3 marzo 2004 - La Commissione europea ha varato ierinuovo piano d'azione che fissa per i prossimi anni le grandi linee della sua politica di sviluppo dello spirito imprenditoriale. Il piano d'azione prevede interventi in cinque settori strategici. Gli obiettivi prioritari sono incoraggiare tra i giovani una mentalità più imprenditoriale, attenuare le conseguenze negative degli insuccessi, fornire un sostegno a donne e minoranze etniche, rendere meno complessa l'osservanza degli obblighi in materia fiscale e facilitare le cessioni di imprese a nuovi proprietari. Le pratiche più commendevoli saranno proposte ad esempio e divulgate per ogni dove nella nuova Europa allargata. Con speciale attenzione si presterà orecchio, nell'escogitare nuove norme, alla voce delle piccole e medie imprese (Pmi). La Commissione seguirà da presso l'andamento della situazione e ne darà conto, analogamente a quanto già accade per la Carta europea delle piccole imprese. Il piano d'azione ambisce a svincolare il potenziale d'imprenditorialità esistente in Europa. Troppo pochi sono gli Europei che creano un'azienda e troppo poche sono in Europa le piccole imprese che diventano grosse. Eppure, quasi la metà degli Europei sostiene che preferirebbe lavorare per conto proprio e per quasi un terzo delle Pmi europee ingrandirsi è l'ambizione massima. Sormontare questo paradosso è una delle grandi mete del piano d'azione. Il commissario Erkki Liikanen, responsabile per le imprese, ha affermato: "L'europa ha bisogno di più imprenditori per poter reggere meglio alla concorrenza. Per rafforzare l'innovazione, la competitività e la crescita, è necessario che siano più numerosi gli Europei che creano o riprendono un'impresa e, una volta creata, un'impresa deve poter godere di condizioni che le permettano di svilupparsi. Il piano d'azione identifica una serie di misure ben precise in settori nei quali l'Europa può e vuole distinguersi. Esso si propone di contribuire ad accrescere lo spirito e l'attività imprenditoriali. L'unione europea, tuttavia, non può agire da sola. Perché questa iniziativa abbia successo, è essenziale la partecipazione dei governi degli Stati membri, degli enti regionali e locali e delle organizzazioni degli imprenditori." L'unione europea deve intensificare i suoi sforzi per promuovere una mentalità più imprenditoriale. Secondo l'edizione 2003 del sondaggio "Eurobarometro" sull'imprenditorialità, di cui è imminente la pubblicazione, soltanto il 4% degli Europei ha partecipato alla creazione di un'impresa negli ultimi tre anni. Negli Stati Uniti sono quasi il triplo le persone che hanno dato vita a nuove iniziative imprenditoriali. Ma anche entro i confini dell'Unione europea non mancano esempi di belle realizzazioni: i risultati ottenuti da Irlanda e Grecia non sono tanto lontani da quelli degli Stati Uniti. L'unione europea deve favorire lo sviluppo delle imprese. Quasi un terzo delle Pmi europee hanno dichiarato di considerare la crescita come loro massima ambizione, ma troppo poche sono quelle che, in realtà, conoscono una crescita sostanziale. In Europa il ritmo di crescita delle imprese, dopo la loro creazione, è troppo lento. In media l'impresa europea occupa sei persone, tre volte meno che negli Stati Uniti. Le imprese con un rapido sviluppo, le cosiddette "gazzelle", che più contribuiscono alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, sono ancora una rarità nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea. L'invecchiamento della popolazione rischia di aggravare questo ritardo di imprenditorialità. Il gruppo d'età 25-34 anni, in cui si concentrano oggi le persone più attive nella creazione di imprese, è destinato ad assottigliarsi nei prossimi decenni. Un terzo degli imprenditori dell'Ue, soprattutto quelli alla guida di aziende familiari, cesserà l'attività nei prossimi dieci anni. Poiché sono sempre meno i trasferimenti di proprietà all'interno delle famiglie, aumenterà il numero di imprese familiari che dovranno essere cedute a dipendenti o a terzi. Ma siccome molti potenziali imprenditori preferiscono creare piuttosto che riprendere un'azienda, trovare un successore sarà sempre più difficile. L'agenda europea per lo spirito imprenditoriale Il piano d'azione si basa sui risultati dell'ampia consultazione sul Libro verde sull'imprenditorialità pubblicato lo scorso anno (cfr. Ip/03/87), che ha permesso a tutte le parti interessate di contribuire all'elaborazione della futura agenda per lo spirito imprenditoriale. Attorno al Libro verde sono state organizzate numerose manifestazioni e le risposte scritte pervenute sono state circa 240. Il piano d'azione si articola su cinque settori strategici di particolare importanza: Cambiare il modo in cui la società vede gli imprenditori; Creare le condizioni che incoraggino più persone a diventare imprenditori; Rendere le Pmi e gli imprenditori protagonisti della crescita e creare le condizioni perché possano affrontare con successo la concorrenza: Migliorare il flusso del finanziamento delle Pmi e degli imprenditori; Creare un quadro normativo e amministrativo più favorevole alle Pmi . La Commissione agirà d'intesa con gli Stati membri e le altre parti interessate per tradurre questi obiettivi in risultati concreti, in particolare al fine di: suscitare nei giovani l'ambizione di creare una propria impresa; studiare la possibilità di modificare le norme vigenti in caso di fallimento, per attenuare le conseguenze negative di un tale evento; facilitare i trasferimenti d'impresa; valutare se le disposizioni in materia previdenziale non siano tali da scoraggiare il passaggio da un'attività dipendente ad un'attività autonoma; predisporre forme di sostegno appropriate per le donne e le minoranze etniche; · favorire la capitalizzazione e rafforzare le risorse patrimoniali delle piccole e medie imprese, per giungere ad un migliore equilibrio tra autofinanziamento, credito bancario e altre forme di finanziamento esterno; porsi all'ascolto delle Pmi nel procedere ad una valutazione complessiva degli effetti delle politiche adottate; semplificare gli adempimenti fiscali. Il successo di quest'iniziativa dipenderà dalla volontà degli Stati membri e delle organizzazioni imprenditoriali di adoperarsi per il raggiungimento di questi obiettivi. Documentazione Libro verde « L'imprenditorialità in Europa » http://europa.Eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/green_paper/index.htm  Altre informazioni http://europa.Eu.int/comm/enterprise/library/enterprise-europe/news-updates/2004/20040226.htm  
   
   
CARTA EUROPEA PER LE PICCOLE IMPRESE: MIGLIORA L'AMBIENTE PER LE PICCOLE IMPRESE VIA VIA CHE GLI STATI MEMBRI IMPARANO GLI UNI DAGLI ALTRI A METTERE A PROFITTO I RISPETTIVI PUNTI DI FORZA  
 
Bruxelles, 3 marzo 2004 - Gli Stati membri hanno registrato progressi sulla via del miglioramento dell'ambiente delle piccole imprese nei tre settori prioritari contemplati dalla Carta europea per le piccole imprese per il 2003: accesso al finanziamento, innovazione e trasferimento di tecnologia, consulenza alle piccole imprese. Dalla quarta relazione sull’attuazione della Carta europea per le piccole imprese emerge inoltre che gli Stati membri apprendono sempre di più gli uni dagli altri tramite le buone pratiche identificate nel processo di attuazione della Carta. Tuttavia, il miglioramento dell'ambiente imprenditoriale per le piccole imprese è un processo senza soluzione di continuità; resta di fondamentale importanza che gli Stati membri continuino ad agire in base alle raccomandazioni della Carta. La relazione sull'attuazione della Carta nei paesi di prossima adesione e nei paesi candidati indica chiari miglioramenti nel sostegno alle start-up. Commentando le nuove relazioni sull'attuazione della Carta, il Commissario europeo per le imprese e la società dell'informazione, Erkki Liikanen, ha dichiarato che la combinazione di analisi comparata, controllo e dei progressi realizzati e condivisione di buone pratiche si è dimostrato vincente nel contesto della Carta. Gli Stati membri si ispirano in misura sempre maggiore ai provvedimenti adottati in altri paesi e alle raccomandazioni contenute nei progetti della Commissione volti a migliorare l'ambiente imprenditoriale. Si tratta, ha sottolineato il Commissario, di progressi reali e del miglior modo per ridurre le differenze tra le varie zone d'Europa. Ad esempio, sulla base dell'esperienza acquisita in Belgio, in Danimarca e nei Paesi Bassi la Svezia sta attualmente mettendo a punto un metodo per misurare gli oneri amministrativi. Sull'esempio dei Paesi Bassi, il Belgio ha creato un punto di contatto per prendere in considerazione le regolamentazioni contraddittorie e i costi amministrativi, al quale i singoli e le imprese possono segnalare normative contraddittorie o che non possono essere facilmente applicate. La Spagna, dal canto suo, per garantire che i risultati dei progetti della Commissione ottengano un riscontro inoltra fogli di sintesi per ciascun progetto ai ministeri, alle regioni, alle organizzazioni imprenditoriali e agli esperti in Pmi e fa in modo di sensibilizzare gli esperti che hanno partecipato ai progetti in merito alla necessità di attuare le raccomandazioni dei progetti stessi. Conclusioni della relazione Alcuni incoraggianti sviluppi sono stati constatati negli Stati membri nel corso del 2003 per il settore prioritario della consultazione delle Pmi. Ad esempio, i programmi di scambio tra Pmi e amministrazioni nei Paesi Bassi e nel Regno Unito hanno creato un nuovo canale per l’ascolto delle Pmi. Tuttavia, sebbene numerosi paesi dispongano di sistemi ben consolidati per la consultazione delle Pmi, le differenza tra gli Stati membri persistono, ed è pertanto necessario mantenere la pressione per ottenere un miglioramento costante e sistematico della consultazione. Ulteriori progressi sono stati realizzati nell’anno trascorso per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti; esempi interessanti sono il programma finlandese "Diili", che ha l'obiettivo di favorire la partecipazione di personale qualificato al capitale sociale dell'impresa, il modello austriaco di aiuti all'avviamento per il capitale di rischio del settore pubblico e i fondi di investimento locale (“Fip”) della Francia. Tuttavia, per le imprese l'accesso al finanziamento è uno dei problemi più importanti, e le iniziative future dovranno essere concentrate sul finanziamento della fase iniziale e sul potenziamento del capitale. Diverse nuove misure sono state adottate nel settore dell'innovazione e del trasferimento di tecnologia. Ad esempio, l'iniziativa olandese "Technopartner" e l'Agenzia Innovazione portoghese sono un segnale di migliore coordinamento dei programmi relativi all'innovazione. Tuttavia, molte piccole imprese incontrano ancora notevoli problemi quando tentano di migliorare la loro capacità d'innovazione. Sono pertanto necessarie misure volte a facilitare Il collegamento in rete delle imprese e i vivai di imprese (distretti o "clusters"). Il progetto tedesco “Proinno” e quello austriaco “Strapamo” sono validi esempi di comunicazione transfrontaliera. I paesi di prossima adesione e i paesi candidati danno prova della loro ferma volontà di adempiere agli impegni presi nel quadro della Carta; ulteriori progressi sono stati registrati per quanto riguarda start-up meno costose e più rapide, l'educazione all'imprenditorialità e il miglioramento dell’accesso on line. I settori dell’innovazione e dell’accesso al finanziamento restano motivi di preoccupazione, come del resto l’attenzione agli interessi delle piccole imprese nel processo politico e legislativo. I paesi dei Balcani occidentali hanno aderito con entusiasmo al processo di attuazione della Carta e si sono dimostrati particolarmente attivi nei settori della Carta che riguardano la fornitura di competenze, i servizi di sostegno alle imprese, la consultazione delle imprese e la normativa sui fallimenti. In futuro dovranno affrontare sfide quali le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, l'imprenditoria elettronica e le questioni fiscali e finanziarie.  
   
   
LA PRESIDENZA IRLANDESE CONDIVIDE LE PREOCCUPAZIONI DELLE PMI SULL'AGENDA DI LISBONA  
 
Bruxelles, 3 marzo 2004 - Il 26 febbraio Bertie Ahern, l'attuale presidente irlandese del Consiglio europeo, ha incontrato i rappresentanti dell'Ueapme (Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese). La delegazione ha presentato ad Ahern un documento che precisa la posizione dell'associazione sulla strategia di Lisbona e sollecita un rafforzamento degli obiettivi di Lisbona, suggerendo al tempo stesso modifiche che tengano conto della situazione delle Pmi (Piccole e medie imprese). Ahern ha accolto favorevolmente il documento dell'Ueapme e ha ricordato l'importanza delle Pmi per lo sviluppo economico: 'Le piccole e medie imprese hanno svolto un ruolo fondamentale nell'evoluzione positiva dell'economia irlandese; hanno aiutato a creare la ricchezza, i posti di lavoro, le competenze e l'innovazione che hanno portato la nostra economia al successo. Sono perfettamente consapevole dell'importanza di agevolare queste attività a livello europeo e nazionale'. Il documento dell'Ueapme afferma che l'Europa 'si trova a fronteggiare un serio problema nel raggiungimento degli obiettivi della strategia [di Lisbona], anche se in alcune aree si sono registrati progressi'. L'organizzazione ritiene che vi siano stati problemi di attuazione a tre livelli: a livello europeo, con le Istituzioni che non sono state capaci di concordare misure concrete; a livello nazionale, con i governi che a volte non hanno saputo o voluto recepire le direttive nella legislazione nazionale; a livello delle associazioni industriali, che 'non si sono impegnate abbastanza per raggiungere un accordo sulle riforme, anche se le parti sociali europee concordano sulla loro necessità'. L'ueapme sostiene inoltre che molti punti dell'agenda di Lisbona rispondono ai bisogni delle grandi imprese multinazionali e dei loro dipendenti. In questo contesto il documento chiede la riduzione dei gravami amministrativi, un più agevole accesso ai finanziamenti, riforme per armonizzare i diversi sistemi fiscali europei, una maggiore attenzione alle Pmi tradizionali, oltre che alle start-up e alle Pmi che operano nei settori in crescita. L'organizzazione è scettica sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi di Lisbona, ma afferma anche che l'Ue non ha altra scelta se non portare avanti le riforme previste: 'Anche se nessuno può seriamente pensare che sia in qualche modo possibile raggiungere in tempo gli obiettivi di Lisbona, non vi è altra strada se non quella di portare avanti il piano concordato [...]. L'agenda di Lisbona è necessaria per far ripartire la crescita in Europa'. Ahern ha riaffermato che al Consiglio europeo di primavera la Presidenza irlandese insisterà per una più ampia attuazione degli obiettivi di Lisbona. Per consultare il documento che precisa la posizione dell'Ueapme: http://www.Ueapme.com/docs/various/2004/040226_bod-lisbon_ire.doc  
   
   
E-GOVERNMENT: CONFERENZA SU 'CITTÀ IN INTERNET' IN POLONIA  
 
Zakopane, 3 maro 2004 - Dal 23 al 25 giugno si svolgerà a Zakopane, in Polonia, una conferenza sull'eGovernment. I temi principali della conferenza, che riunirà rappresentanti della pubblica amministrazione, esperti di tecnologie dell'informazione e rappresentanti della Commissione europea, sono: modernizzazione dell'amministrazione pubblica e impatto sull'innovazione a livello locale e regionale; sviluppo elettronico delle città e regioni nella prospettiva di un'Europa allargata; bisogni di servizi pubblici online dei cittadini e delle Pmi (piccole e medie imprese). La conferenza sarà inoltre l'occasione per presentare esempi di buona pratica nell'attuazione dell'e-government a livello locale e regionale, dagli esperimenti pilota alla completa realizzazione. Altri argomenti in discussione: smart card e firma elettronica per i cittadini, tecnologie a banda larga nelle aree rurali, relazioni degli uffici dell'amministrazione pubblica, progetto Floss (software gratuito/di libero uso e open source), operatori Telecom e aziende del settore Tic (tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni) nello sviluppo dell'e-government. Infolink: http://www.Miastawinternecie.pl/8konferencja  
   
   
IN APRILE DUE WORKSHOP SUGLI ASPETTI FINANZIARI DEL 6PQ  
 
Bruxelles, 3 marzo 2004 - Il 6 e il 22 aprile, si svolgeranno due workshop sui principi finanziari del sesto programma quadro (6Pq), il primo a Cambridge (Regno Unito) e il secondo a Pisa. In base ai nuovi regolamenti finanziari dell'Unione, entrati in vigore da giugno 2002, il 6Pq ora funziona secondo nuove norme di gestione finanziaria. I workshop, destinati ai coordinatori di progetto ed ai professionisti dei contratti e della finanza, esamineranno nella pratica il funzionamento delle nuove regole. Per informazioni: Sue Kerr, Singleimage Ltd, Tel.: +44 1480 497712, Fax +44 1480 497714 Infolink: http://www.Singleimage.co.uk  
   
   
PREZZI DELLE AUTOMOBILI: NONOSTANTE LA CONVERGENZA DEI PREZZI, L'ACQUISTO ALL'ESTERO RIMANE UN BUON AFFARE  
 
Bruxelles, 3 marzo 2004 - L'ultima relazione sui prezzi delle automobili evidenzia la continua convergenza dei prezzi delle automobili nuove sui vari mercati. Tuttavia, gli ultimi dati disponibili al 1° novembre 2003 indicano che molti consumatori europei possono ancora realizzare risparmi significativi acquistando l’automobile in altri Stati membri. Infatti, le differenze di prezzo tra alcuni paesi, in particolare per determinati modelli, sono tuttora notevoli. I prezzi delle automobili sono al livello più basso in Danimarca, Grecia e Finlandia. Nell'area dell'euro i prezzi più elevati si continuano a registrare in Germania, il mercato più importante, e in misura minore in Austria. Il commissario Mario Monti ha commentato con soddisfazione i nuovi dati sulle differenze di prezzo: "Sono lieto di notare che la convergenza dei prezzi delle automobili nella Ue prosegue. Con ciò non voglio dire che i prezzi siano gli stessi: la relazione mostra infatti che i consumatori europei possono ancora fare buoni affari acquistando all'estero. Vedo però chiaramente i segnali di una maggiore integrazione dei mercati specialmente nell'area dell'euro". La relazione è la prima pubblicata dopo la fine del periodo transitorio per l'applicazione del nuovo regolamento relativo alla distribuzione degli autoveicoli (regolamento (Ce) n. 1400/2002). Tuttavia, gli effetti della nuova esenzione per categoria per la distribuzione di automobili si faranno sentire pienamente solo a partire dal 1° ottobre 2005, data in cui i rivenditori di automobili potranno aprire succursali e magazzini all’estero. Si prevede che in particolare la possibilità offerta ai rivenditori di aprire punti vendita dovunque desiderino, anche in uno Stato membro diverso dal proprio, stimolerà ulteriormente l'integrazione dei mercati e la convergenza dei prezzi[1]. La concorrenza tra i rivenditori di diversi Stati membri e l'entità degli acquisti transfrontalieri possono essere ulteriormente accresciute, in modo che sui costruttori venga esercitata una sufficiente pressione concorrenziale. “Sono compiaciuto del fatto che la convergenza prosegue regolarmente: diversamente da quanto predetto da alcuni operatori del settore, i consumatori negli Stati membri in cui l’acquisto di automobili è soggetto ad imposte elevate non sembrano in media risentire del nuovo regolamento sull'esenzione per categoria per quanto riguarda i prezzi". L'ultima relazione si basa sui prezzi delle automobili al 1° novembre 2003. Le differenze di prezzo menzionate nel presente comunicato stampa si basano sui prezzi al dettaglio al netto delle imposte raccomandati dai costruttori. Il testo integrale della relazione riporta i prezzi al netto e al lordo delle imposte. Essa mette a confronto i prezzi di 91 modelli, che rappresentano le auto più vendute. I prezzi nella Ue sono stabili La convergenza evidenziata dalla relazione si sta attuando in un contesto di relativa stabilità dei prezzi in tutta la Ue. Dal novembre 2002 l’indice dei prezzi delle automobili è cresciuto dell'1,3%, mentre l’inflazione media è stata pari al 2%. Tra i mercati che presentano volumi elevati, l'Italia ha registrato l'incremento minore (+0,5%), al pari del Regno Unito (+0,5%, espresso in sterline, ma -7% espresso in euro, a causa della svalutazione della sterlina). I prezzi delle automobili sono aumentati nei Paesi Bassi (+3%) e in misura minore in Francia (+2,4%). Inoltre, in media la convergenza dei prezzi non si sta attuando a spese dei consumatori degli Stati membri in cui i prezzi al netto delle imposte sono al livello più basso. Tranne che in Danimarca, dove i prezzi delle automobili hanno registrato un aumento ben superiore rispetto agli altri prodotti (+3,3%), gli Stati membri in cui tradizionalmente si registrano bassi livelli dei prezzi al netto delle imposte non hanno segnato aumenti significativi dei prezzi al consumo delle automobili. I prezzi sono diminuiti in Grecia (-0,6%) e in misura ancora maggiore in Finlandia (-5,6%), paese in cui il regime di tassazione delle automobili è stato recentemente modificato. Maggiore convergenza tra i mercati Secondo la relazione, le differenze di prezzo sono inferiori rispetto a quelle registrate nel corso delle indagini precedenti. La deviazione standard media dei prezzi tra mercati nazionali è scesa dal 7% al 5,6% rispetto alla relazione pubblicata un anno fa. Ciononostante, in alcuni casi le differenze di prezzo tra lo Stato membro meno caro e quello più caro rimangono consistenti. Al momento in cui i consumatori acquistano l’automobile nel loro paese, vi è 1 probabilità su 13 che l’automobile costi almeno il 20% in meno da qualche altra parte dell'area dell'euro. Nella precedente relazione questo rapporto era notevolmente più elevato: 1 probabilità su 5. La differenza di prezzo più ampia evidenziata nella relazione riguarda la Volkswagen Passat, il cui prezzo in Germania è superiore del 39% a quello praticato in Grecia. In valore assoluto – più significativo per i consumatori finali - la differenza registrata per la Passat - vettura appartenente al "segmento medio " D - ammonta a 5 000 euro. Una tale differenza rappresenta una possibile riduzione di 5 700 euro (compresa l’Iva) per i consumatori tedeschi che acquistano la loro macchina in Grecia. Chi acquista all'estero può quindi realizzare consistenti risparmi. Stati membri più e meno cari Come nella precedente relazione, la Germania e in misura minore l'Austria risultano i mercati più cari dell'Unione per i modelli presi in esame. In Germania sono 38 i modelli venduti ai consumatori ai prezzi più alti dell’area dell’euro; 23 di essi sono più cari in percentuali comprese tra il 20% e il 39% rispetto al mercato nazionale meno caro dell’area dell’euro. In Austria 9 modelli sono venduti a prezzi superiori di oltre il 20% a quelli offerti sul mercato più conveniente dell’area dell’euro. Gli esempi di tali elevate differenze di prezzo non si sono ridotti significativamente di numero rispetto all'inchiesta precedente, dalla quale era risultato che 24 modelli in Germania e 11 modelli in Austria rientravano in questa categoria. Nell’area dell’euro il mercato più conveniente è quello greco, dove quasi un modello su tre è venduto al prezzo più basso dell’area dell’euro. Anche la Finlandia presenta prezzi relativamente bassi. Fuori dell’area dell’euro, in Danimarca si riscontrano i prezzi più bassi nell'Unione, inferiori del 6% rispetto ai prezzi in Grecia. A causa della svalutazione della sterlina rispetto all'euro, nel Regno Unito si registrano prezzi in euro equivalenti ai prezzi praticati in Francia. Tuttavia, nel Regno Unito e in Irlanda i prezzi delle automobili comprendono anche i costi aggiuntivi di adeguamento alla guida a destra. La relazione evidenzia che il supplemento per la guida a destra pagato dai consumatori britannici e irlandesi che acquistano un'automobile in un altro Stato membro, è in genere il più basso per le automobili Land Rover, Rover e Volvo (meno del 3%) e il più alto (superiore al 9%) per i modelli del gruppo Vw. Alcuni esempi nell'area dell'euro Si riportano di seguito le differenze di prezzo registrate al 1° novembre 2003 per alcuni dei modelli di automobili più venduti (differenze espresse in percentuale dei prezzi in euro al netto delle imposte tra i paesi dell'area dell'euro che presentano rispettivamente il prezzo più elevato e quello più basso).
Auto piccole: segmenti A e B 1/11/2003 1/5/2003 1/11/2002
Opel Corsa 13,6% 16,8% 13,3%
Fiat Punto 23,1% 29,1% 23,5%
Renault Clio 17,3% 14,0% 13,8%
Peugeot 206 24,6% 29,4% 33,2%
Vw Polo 19,3% 17,8% 18,0%
Auto medie: segmento C 1/11/2003 1/05/2003 1/11/2002
Vw Golf 28,0% 29,3% 32,2%
Opel Astra 17,6% 16,2% 25,6%
Ford Focus 22,7% 24,4% 26,6%
Renault Mégane 19,6% 19,7% 11,5%
Peugeot 307 16,9% 18,3% 23,1%
Auto grandi: segmenti D, E, F 1/11/2003 1/05/2003 1/11/2002
Bmw 318I 12,7% 15,8% 10,4%
Audi A 4 9,1% 10,4% 13,2%
Ford Mondeo 21,0% 22,6% 22,7%
Opel Vectra 16,0% 14,4% 22,7%
Vw Passat 39,0% 36,4% 26,9%
Differenze di prezzo da un segmento all'altro Nel complesso, la convergenza dei prezzi dei modelli più diffusi all'interno dei vari segmenti non ha registrato variazioni di rilievo dall’ultima relazione. La relazione mostra, in linea con la precedente, che le differenze nei prezzi delle automobili piccole e relativamente economiche sono ormai analoghe a quelle relative alle automobili più potenti e costose. Per i primi tre segmenti (A, B, C), ossia i segmenti con il maggior volume di vendite e il maggior numero di modelli, le differenze medie dei prezzi nell’area dell’euro sono dello stesso ordine di grandezza delle differenze registrate per i segmenti più cari D, E e F. Le multiuso e le sportive (segmento G) sono le automobili che presentano i prezzi più uniformi nella Ue. La politica dei prezzi dei costruttori In tutta l’area dell’euro le più ampie differenze di prezzo per la medesima marca si riscontrano per le automobili Skoda e Volkswagen del gruppo Vw, Peugeot del gruppo Psa e Fiat. Invece, alcune marche tedesche quali Mercedes di Daimlerchrysler, Bmw, Audi e Seat, quest’ultime due del gruppo Vw, limitano le differenze di prezzo all'interno dell’area dell’euro. Metodologia Per effettuare l'inchiesta, si è seguito lo stesso metodo adottato per le relazioni precedenti: in totale 18 costruttori europei e 8 costruttori giapponesi hanno comunicato alla Commissione i prezzi di listino raccomandati al 1° novembre 2003 per 91 dei loro modelli più venduti. Per calcolare le differenze di prezzo relative a ciascun modello, si è assunto come prezzo di riferimento quello del mercato più conveniente nell’area dell’euro. I prezzi formano oggetto di una ponderazione per tener conto delle differenze di allestimento e sono espressi in euro e, ove applicabile, in valuta locale[2], al netto e al lordo delle imposte. Vengono inoltre forniti i prezzi degli optional principali e dell’adeguamento per la guida a destra, nonché altre informazioni. Su determinati mercati nazionali possono essere disponibili, per alcuni modelli, altri optional e varianti dall’allestimento di base. Va notato inoltre che i prezzi effettivi al dettaglio possono essere diversi da quelli di listino raccomandati, dato che i rivenditori sono liberi di offrire ai loro clienti, in funzione del mercato, prezzi più bassi e altri vantaggi finanziari. I numeri telefonici dei centri di informazione per gli acquirenti di autoveicoli sono disponibili all'indirizzo Internet: http://europa.Eu.int/comm/competition/car_sector/
 
   
   
REVISIONE DEBITO PUBBLICO: PRECISAZIONE  
 
Roma, 3 marzo 2004 - In merito a commenti di stampa sulla riclassificazione del debito pubblico effettuata ieri dall’Italia, il Mef precisa che: la revisione è stata notificata alla Commissione europea di concerto tra Mef, Istat e Banca d’Italia dopo un lavoro comune di mesi: non vi è dunque nessuna divergenza sulle cifre; la serie del debito pubblico è stata rivista al rialzo sin dal 1999. L’aggiustamento al rialzo è pari a 1,7 punti di Pil nel 2003; senza questo aggiustamento il rapporto debito/Pil sarebbe sceso dal 106,7 del 2002 al 104,5% del 2003; dopo la revisione si passa dal 108,0 del 2002 al 106,2% del 2003; la revisione incide dunque sul livello del rapporto debito/Pil, ma solo marginalmente sul ritmo di riduzione del rapporto; la revisione è dovuta ai due fattori già specificati nel comunicato stampa del Mef di ieri, ossia: l’individuazione degli intestatari dei conti correnti postali e la conseguente riclassificazione come debito pubblico dei conti intestati al settore privato. Tale riclassificazione ha ovviamente generato la corrispondente rettifica dei livelli di fabbisogno del settore statale nel periodo considerato, già comunicata alla Commissione europea; l’individuazione e la conseguente riclassificazione di titoli pubblici in portafoglio di alcuni fondi pensione privati, finora attribuiti agli Enti pubblici di previdenza. In particolare, per quanto riguarda il primo fattore, la quantificazione è stata particolarmente difficoltosa, tanto è vero che solo il 26 febbraio Poste Spa è stata in grado di trasmettere una disaggregazione attendibile. Ma l’esistenza del problema era nota da tempo a tutte le istituzioni coinvolte nella comunicazione dei dati sul debito: la Banca d’Italia, per esempio, aveva già trasmesso nel corso del 2003 alla Bce le statistiche sulla base monetaria che transita per il canale postale (dato parzialmente sovrapponibile a quello dei c/c postali dei privati). Riguardo al secondo fattore di revisione, la Banca d’Italia ha fornito i dati dal 1999. La revisione si è resa necessaria una volta evidenziato che il sistema di rilevazione della Banca centrale nazionale sin dal 1991 non distingueva tra fondi pensione privati e pubblici, contabilizzando i titoli pubblici in portafoglio dei vari fondi come se fossero tutti di proprietà pubblica (e quindi fuori dal debito pubblico). Pertanto, questa revisione non ha alcuna relazione con l’andamento delle dismissioni immobiliari del programma Scip2, che prosegue lineare.  
   
   
OTTO PER MILLE. DUE ITALIANI SU TRE HANNO FIDUCIA NELLA CHIESA CATTOLICA  
 
Roma 3 Marzo 2004 - Altroché togliere l’8 per mille di finanziamento. Il 68,3% degli italiani, vale a dire due su tre, ha fiducia nella Chiesa Cattolica. Sono le donne a nutrire un maggiore sentimento di fiducia e di devozione nei confronti della Chiesa di Roma con il 70,9%. Gli uomini invece si attestano “solo” sul 65,5%. Lo rileva l’Eurispes in uno studio dedicato alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni religiose. La fiducia nella Chiesa cattolica è correlata anche all’età dei soggetti: risulta gradualmente più diffusa all’innalzarsi dell’età, in particolare hanno massima fiducia nelle istituzioni religiose il 20,5% dei 18-24enni, il 28,2% dei 25-44enni, il 39,4% degli intervistati di età compresa fra i 45 e i 64 anni ed il 51,8% di quelli dai 65 anni in su. Il dato può essere spiegato con il fatto che le persone più avanti negli anni sono generalmente più vicine alle fede e alle pratiche della Chiesa rispetto a quelle più giovani. Una tendenza inversa si riscontra per il titolo di studio: ad un titolo più elevato corrisponde una percentuale più bassa di intervistati fiduciosi nella Chiesa e nelle altre istituzioni religiose. L’area geografica di appartenenza degli stessi costituisce una variabile significativa. Nel Sud del Paese e nelle Isole sono numerosi i soggetti che si dicono fiduciosi nelle istituzioni religiose mentre sono numerosi nel Nord-est, e soprattutto nel Nord-ovest. «Queste differenze -spiega il Presidente dell’Eurispes prof. Gian Maria Fara – sia per quanto riguarda il titolo di studio sia per l’area geografica di appartenenza possono essere ricondotte a processi di secolarizzazione che hanno affermato una doppia articolazione della morale, nel senso che, ci si dichiara cattolici anche se poi nella vita quotidiana i comportamenti appaiono distanti dalle prescrizioni della gerarchia della Chiesa e della stessa dottrina cristiana. Torna così di attualità lo stesso messaggio papale che individua l’Italia come terra di nuova evangelizzazione». Non a caso in Italia, negli ultimi venti anni, si registra una contrazione nel numero dei sacerdoti (diocesani-religiosi). Complessivamente si è, infatti, passati da 63.755 unità del 1978 a 54.920 del 2000 (ultimi dati disponibili) con una variazione negativa del 13,8%. Il calo numerico è ascrivibile soprattutto ai sacerdoti diocesani che da 40.966 (nel 1978) sono passati a 36.117 (2000) con uno scarto di -4.849 unità nel 2000 rispetto al 1978. Molto spesso questi saldi negativi vengono, erroneamente, presi a dimostrazione dell’ipotesi del sempre più progressivo calo delle vocazioni. Erroneamente poiché si deve tener conto di altri fattori, quali le ordinazioni, i decessi, le defezioni, e contemporaneamente correlare questi con il numero dei seminaristi (membri dei seminari maggiori). Disaggregando il dato, è possibile osservare come le ordinazioni dei sacerdoti diocesani dal 1975 al 2000 non siano riuscite a coprire la perdita di sacerdoti causata da decessi e defezioni. Questa situazione, quasi trentennale, non presenta però un andamento lineare. Due sono stati, infatti, i momenti di grande crisi. Il primo si segnala negli anni Settanta dove un valore negativo, particolarmente significativo, si registra nel 1975. In quella data, rifacendoci al dato numerico, si è registrata una perdita di 421 sacerdoti sul totale del clero diocesano italiano. Il secondo si ha agli inizi degli anni Ottanta, ed esattamente nel 1983, con un calo di 396 unità. Tra le due date menzionate e dopo il 1983, il saldo è andato stabilizzandosi non superando -300 fino al 2000, anno a cui risale la nostra ultima rilevazione e in cui si evidenzia che le 527 ordinazioni non sono sufficienti a rimpiazzare i 755 decessi e le 42 defezioni. Per ciò che riguarda la distribuzione per classi d’età dei religiosi italiani, si osserva che nel 2000 il 56% era ultrasessantenne. In questa classe si evidenzia che il 13% ha più di 80 anni, il 22% un’età compresa tra i 70 e i 79 e il 21% si colloca tra i 60 e i 69 anni. Solo il 17% è al di sotto dei 50 anni. Possiamo quindi ipotizzare che questa situazione si protrarrà nel tempo portando ad un aumento della fascia anziana. Nella Chiesa, così come nella società, si registra un aumento della vita media. Dalla lettura dei dati, focalizzando, inoltre, l’attenzione sulla sola realtà diocesana, è possibile rilevare, nella proiezione al 2006, un incremento del 5,1% rispetto al 1994 degli ultra settantacinquenni. Da questo si ricava, come l’età possa giocare un ruolo importante in ordine al ricambio generazionale all’interno della Chiesa. Considerando il totale dei cattolici sul numero complessivo della popolazione emerge che in media, il 97,2% degli italiani, è cattolico. Focalizzando l’attenzione sulle macro aree geografiche, si nota subito che è proprio il Sud ad avere la maggiore concentrazione di cattolici (98%). Scorporando ulteriormente il dato per ripartizioni territoriali, è possibile osservare innanzitutto che in Lombardia risiede il 15% dei cattolici italiani. Non solo. Nel Triveneto (Veneto, Trentino, Friuli) il 10%; in Campania il 10,4% e nel Lazio il 9,6%. Perché sia garantito il ricambio dei sacerdoti è stato calcolato – tenuto conto di una serie di parametri quali il tempo necessario per lo studio in seminario, l’età in cui si entra in seminario, l’età media dei sacerdoti e l’anno di “pensionamento” di questi (stabilito a 75 anni) – che il valore al di sopra del quale il rapporto tra sacerdoti e seminaristi garantisce un ricambio, è 12,5. E’ quindi già chiaramente visibile che l’Italia non è, in generale, un paese in cui sia assicurato il ricambio. Disaggregando il dato, possiamo notare che al Nord, dove si è registrato un numero di sacerdoti diocesani superiore rispetto al Centro e al Sud, il rapporto sacerdoti-seminaristi è pari a 14,3. Ciò significa quindi che, in questa ripartizione dell’Italia, è garantito il ricambio. Spicca, tra le regioni settentrionali, il Piemonte con un valore pari a 17,8. Nel Lazio troviamo un valore (9) leggermente al di sotto di quello preso in considerazione (12,5) che però non deve essere letto in modo negativo. Spostandoci al Sud vediamo come sia piuttosto diffusa tra le regioni, in cui i valori oscillano tra 11,2 e 5,7, una generale insufficienza al ricambio. Molto probabilmente una delle cause potrebbe essere ricercata nella mobilità degli studenti seminaristi verso Roma o comunque verso il Nord. Qui il futuro del clero sembra essere assicurato da una certa tendenza, da parte dei sacerdoti, a rimanere nella propria diocesi o parrocchia o regione. E così, il destino che si prospetta per le parrocchie del resto d’Italia è quello di vedere “impiegati” sacerdoti stranieri. La stessa osservazione sembra indicata anche per descrivere la realtà delle religiose. Per esse, infatti, si registra una variazione negativa nel tempo e, laddove si considerino le novizie-postulanti italiane, si evidenzia una difficoltà di ricambio. Ciò che si prospetta per la Chiesa italiana è, dunque, un futuro legato soprattutto alle forze esterne al Paese.  
   
   
A. KARPOV – GESTORE DEL FONDO UNIEASTERNEUROPE DI UNION INVESTMENT: L’EVOLUZIONE DEI MERCATI DELL’EST  
 
Milano, 3 marzo 2004 - I mercati azionari dell‘Europa dell’Est hanno vissuto un gennaio positivo, soprattutto i listini di Russia e Ungheria che hanno brillato per i notevoli rialzi. Le società quotate a Mosca hanno, ancora una volta, beneficiato dai favorevoli dati macroeconomici quali, ad esempio, l’aumento del 6,9% del Pil ed una crescita pari al 7% della produzione industriale. Anche le notizie provenienti dall’affare Yukos hanno contribuito ad accrescere il sentiment positivo, il presidente Putin ha infatti affermato che i fatti erano collegati specificamente a Yukos e non si collegano, in alcun modo, a simili procedimenti contro altre imprese. La borsa ungherese ha accolto con grande favore la decisione di sostituire l‘attuale ministro delle finanze, colpevole di aver confuso negli ultimi mesi gli investitori con valutazioni errate e di aver causato turbolenze sul mercato valutario. Già verso la fine di gennaio il Fiorino é apparso più stabile. La borsa polacca ha invece subito correzioni significative dopo i modesti rialzi dell‘inizio dell’anno: le proposte del ministro dell’economia riguardanti tagli di budget per i prossimi quattro anni non sono state approvate con conseguenti ripercussioni negative sull’andamento di mercato. Anche la Polonia poi ha visto la deposizione del ministro delle finanze locale, responsabile di aver attuato tardivamente le privatizzazioni. In generale, Russia e Ungheria restano i nostri mercati favoriti: malgrado le numerose questioni ancora irrisolte riguardo all‘affare Yukos, continuiamo ad essere positivi circa il listino azionario di Mosca che, oltre a un contesto macroeconomico molto stabile e continue notizie positive provenienti dalle imprese, beneficia di elevati flussi di liquidità che dovrebbero sostenere il mercato. Infine contribuiscono a garantire l‘attuale ciclo positivo le buone notizie riguardanti i programmi per le riforme economiche. Crediamo che soprattutto nella prima metà dell’anno corrente si registreranno forti rialzi dei listini azionari, mentre restano tuttavia le problematiche legate a una possibile volatilità, causata soprattutto dalle elezioni presidenziali che si terranno in primavera. Ultima incognita potrebbe essere un eventuale rialzo dei tassi di riferimento da parte della Fed che potrebbe avere ripercussioni negative sui mercati emergenti e nuocere così all‘andamento del mercato russo. Oltre alla Russia, rimaniamo positivi riguardo al mercato azionario ungherese. Grazie ad un P/e ratio inferiore a 10, sulla base delle stime riguardanti gli utili del 2004, il mercato beneficia ancora di una valutazione interessante. Per di più, in Ungheria si sta delineando già da adesso una ripresa congiunturale che probabilmente sarà in grado di stimolare l’andamento dei mercati. Il tasso di crescità del Pil é cresciuto, nel terzo trimestre 2003, al 2,9% dopo un 2,4% e un 2,7% dei trimestri precedenti, mentre per l’anno 2004 é atteso un tasso di crescità del Pil del 3,5%. Guardiamo inoltre positivamente al nuovo ministro delle finanze che, crediamo, sarà in grado di risolvere gli attuali problemi di budget e riconquistare la fiducia nella valuta locale. Anche per quanto riguarda la Polonia le stime macroeconomiche sono piuttosto favorevoli e contemplano una previsione di crescita del Pil del 4,5% per il 2004, crediamo però che buona parte di queste notizie positive sia già scontata nei prezzi correnti, così che il potenziale di crescita appare ormai limitato. Infine, la borsa polacca mostra valutazioni abbastanza care con un P/e Ratio di circa 16 (sulla base delle stime per gli utili 2004). E’ per questi motivi che nelle ultime settimane le attività del gestore del fondo Unieasterneurope si sono concentrate su nuovi acquisti e investimenti, grazie agli importanti afflussi di gennaio ( performance nel mese di gennaio + 7,4 %. In Russia si é puntato soprattutto sul settore delle materie prime. In particolare sono stati aumentate le quote delle società operanti con nichel e metalli,. Tra i nuovi acquisti Ufaleynickel,mentre é stata incrementata la precedente posizione in Norilsk Nickel, Novolipetsk Iron and Steel, così come in Nizhny Tagil Iron and Steel. Inoltre, abbiamo iniziato ad aumentare la posizione in Yukos dopo i primi segnali di risoluzione del conflitto. Da segnalare anche un aumento generale della nostra esposizione verso Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, perché siamo convinti che l‘ingresso nella Ue darà ulteriore stimolo a questi mercati. In Ungheria abbiamo aumentato la nostra posizione verso la banca Otp e la società di raffinazione Mol. In Polonia abbiamo iniziato a investire nella società di telecomunicazioni Tpsa, nella società di raffinazione Pkn e nel distributore It Prokom. Nella Repubblica Ceca abbiamo accresciuto l’esposizione verso la società di utlity Cez e verso il titolo bancario Komercni Banka e infine abbiamo acquistato titoli di Erste Bank.  
   
   
SANPAOLO IMI: CONVOCATA L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI NEI GIORNI 28 E 29 APRILE IN PRIMA E SECONDA CONVOCAZIONE  
 
Torino, 3 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Sanpaolo Imi riunitosi ieri ha convocato l’Assemblea ordinaria degli Azionisti nei giorni 28 e 29 aprile (in prima e seconda convocazione) per deliberare sul bilancio dell’esercizio 2003 e sulla destinazione dell’utile relativo. L’assemblea sarà inoltre chiamata a deliberare sulla nomina dei componenti il Consiglio di Amministrazione e del Presidente per gli esercizi 2004–2006 e sulla determinazione dei compensi relativi. L’assemblea dovrà, altresì, pronunciarsi sul conferimento dell’incarico di revisione del bilancio, della relazione semestrale e dell’Annual Report on Form 20-F per gli esercizi 2004- 2006, sull’autorizzazione all’acquisto e all’alienazione di azioni proprie e sulla nomina di un Sindaco Supplente ai sensi dell’art. 2401 c.C.  
   
   
CREDITO ARTIGIANO: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO AL 31.12.2003 POSITIVA EVOLUZIONE DEGLI INDICATORI ECONOMICI RISULTATO LORDO DI GESTIONE: + 9,6% UTILE ORDINARIO: + 7% RACCOLTA GLOBALE + 10%  
 
 Milano, 3 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano, presieduto dall’avv. Bassano Baroni, ha esaminato ed approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2003, i cui dati evidenziano una sensibile crescita degli aggregati patrimoniali e la positiva evoluzione dei principali indicatori economici. La perdurante volatilità che ha connotato l’andamento dei mercati finanziari anche nel corso del 2003 ha favorito il positivo andamento della raccolta diretta dalla clientela che si attesta a 3.312 milioni di euro, con un incremento superiore al 13% rispetto allo scorso esercizio. Soddisfacente anche la crescita della raccolta indiretta che raggiunge 3.817 milioni di euro, registrando un incremento del 7,3%. La componente riferita al risparmio gestito passa da 1.578 milioni di euro a 1.765 milioni, segnando un tasso di crescita prossimo al 12%. La raccolta globale raggiunge così 7.129 milioni di euro, con un progresso del 10%. Si conferma ancora significativa l’evoluzione degli impieghi alla clientela che complessivamente raggiungono 2.821 milioni di euro, con un incremento dell’11,9%. Particolarmente sostenuta la dinamica della componente a medio lungo termine, che si attesta a 820 milioni di euro con un aumento superiore al 27%. Il margine di interesse, pari a 86,9 milioni di euro, segna un progresso del 6% su base annua, grazie alla crescita costante ed equilibrata delle masse intermediate che, ancora una volta, ha consentito di compensare la riduzione degli spread e un’ulteriore marcata contrazione degli interessi su titoli. Tra i ricavi da servizi, si evidenzia l’aumento delle commissioni nette che si attestano a 38,7 milioni di euro, con un incremento superiore al 5%. I profitti da operazioni finanziarie contribuiscono alla determinazione del margine per 3,8 milioni di euro, a fronte di 2,5 milioni di euro dello scorso anno. Il margine di intermediazione si determina in 140,7 milioni di euro e cresce del 7,7% su base annua. I costi di gestione, complessivamente pari a 90,5 milioni di euro, segnano un aumento del 6,8%. Nel dettaglio, il costo del personale si incrementa del 3,2% e raggiunge 42,6 milioni di euro, le altre spese amministrative passano da 43,4 milioni di euro a 47,9 milioni. Le rettifiche e gli accantonamenti sono complessivamente pari a 21,8 milioni rispetto a 19,2 milioni dello scorso anno. Il risultato dell’attività ordinaria si rappresenta quindi in 28,5 milioni di euro e, rapportandosi a 26,7 milioni, evidenzia un progresso del 7% su base annua. Tenuto conto del risultato dell’attività straordinaria, positivo per 1,2 milioni sostanzialmente analogo a quello dello scorso anno, e di oneri fiscali, pari a 14,2 milioni contro 12,6 milioni dell’anno scorso, l’utile netto si sostanzia in 15,5 milioni di euro con un aumento del 2%. All’assemblea degli Azionisti, convocata in sede ordinaria e straordinaria per il 5 aprile 2004 e, occorrendo, per il 6 aprile in seconda convocazione, il Consiglio di Amministrazione sottoporrà la proposta di distribuzione di un dividendo di 0,1093 per ciascuna delle n. 122.719.280 azioni con godimento 1.1.2003 – contro 0,1165 euro per 112.918.320 azioni dello scorso esercizio – in pagamento dal 16 aprile 2004 (data stacco 13 aprile 2004).  
   
   
CAPITALIA: PRECISAZIONI SULLE INDAGINI DELLA PROCURA DI MILANO  
 
Roma 3 marzo 2004 - Con riferimento alle notizie di stampa riguardanti l’ipotesi relativa all’ iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Milano del Presidente di Capitalia Cesare Geronzi si sottolinea che il gruppo Capitalia non ha partecipato ad alcuna emissione di bond Cirio a far data dal giugno 2001. Capitalia pertanto non ha avuto alcun ruolo nelle più recenti emissioni obbligazionarie del Gruppo Cirio. Relativamente alle emissioni Cirio precedenti al giugno 2001, l’allora Banca di Roma curò emissioni obbligazionarie (maggio e novembre 2000) sempre unitamente ad altre primarie istituzioni creditizie e la partecipazione a tale emissioni non è stata deliberata dal Presidente Cesare Geronzi Come già più volte dettagliatamente illustrato, il gruppo Capitalia non ha mai beneficiato di rimborsi o rientri sulla propria esposizione creditizia nei confronti del gruppo Cirio in occasione delle emissioni obbligazionarie cui ha partecipato. Relativamente agli eventi successivi al default (novembre 2002) il Presidente di Capitalia non ha intrattenuto nessun rapporto con chicchessia per qualsiasi ipotesi di salvataggio del gruppo Cirio oggetto dell’indagine della Procura di Milano.  
   
   
DALLA ZUCCA SPUNTA LA CASA. ING DIRECT LANCIA MUTUO ARANCIO AL 3,10% E ZERO SPESE  
 
Milano, 2 marzo 2004 – Ing Direct, la banca on line conosciuta in Italia per Conto Arancio, ha lanciato ieri il suo secondo prodotto. E’ Mutuo Arancio, mutuo a tasso variabile per l’acquisto della prima casa. Mutuo Arancio offre un tasso indicizzato euribor a 1 mese e “tutto compreso”. Il 3,10% di interesse corrisponde infatti all’Isc (indicatore sintetico di costo) che esprime il costo reale e complessivo del mutuo, senza alcun onere aggiuntivo e con la massima trasparenza. Mutuo Arancio è completamente a zero spese. Non ci sono costi di istruttoria, perizia e assicurazione sull’immobile, non ci sono costi per la gestione annuale e l’incasso della rata. Non prevede neanche la penale in caso di rimborso anticipato del prestito. Il mutuo di Ing Direct prevede un importo finanziabile che copre fino all’80% del valore dell’immobile e ha durata flessibile. Si può infatti scegliere una qualsiasi durata compresa tra 10 e 30 anni, anche 12, 17, 22, etc. Si può accendere Mutuo Arancio via internet (www.Ingdirect.it) o telefono (848-882244), richiedere un preventivo personalizzato e inoltrare la richiesta in tempo reale. La pratica viene affidata ad un esperto Ing Direct che resterà il consulente di riferimento fino alla firma davanti al notaio. “Mutuo Arancio nasce con la stessa ‘filosofia’ di Conto Arancio: convenienza, semplicità, trasparenza e assenza di spese – commenta Christian Miccoli, Amministratore Delegato Ing Direct Italia – Sono queste le caratteristiche che hanno fatto di Ing Direct un’azienda di successo, diventata in meno di tre anni la 10ª banca in Italia in termini di raccolta diretta retail[1] con 8,6 miliardi € di raccolta e 415.000 clienti. Con Mutuo Arancio entriamo nel mercato dei prestiti a privati dove ci aspettiamo di replicare il successo avuto nel settore risparmio con Conto Arancio”.  
   
   
CRACK PARMALAT: LE SOCIETÀ QUOTATE ITALIANE HANNO PERSO CREDIBILITÀ OPERATORI DI MERCATO E GIORNALISTI ECONOMICI ITALIANI ED EUROPEI: COLLEGANO LA CRISI PARMALAT ALLA BASSA QUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE  
 
Milano, 3 marzo 2004 – Le società quotate italiane pagheranno il crack Parmalat con una diminuzione della loro credibilità nei confronti degli operatori del mercato e della stampa economico finanziaria. È quanto emerge da un sondaggio condotto da B2 Comunicazione, agenzia di relazioni pubbliche, e Qualicenter, struttura di ricerche di mercato, sulla percezione della crisi Parmalat e il suo impatto sulla credibilità delle società quotate italiane. Sono stati intervistati in modalità C.a.w.i. (Computer Aided Web Interview) 530 tra giornalisti economici, analisti finanziari, investitori istituzionali italiani ed esteri a oltre a 220 società quotate su Borsa Italia. Sono state compilate 102 interviste pari a un ritorno del 13,6% del campione. Alcuni dati significativi: Il 52,6% degli operatori di mercato, il 46,5% dei giornalisti (il 23,7% delle società quotate) sostengono che la relazione tra la qualità della comunicazione finanziaria e la credibilità dell'impresa è significativa; Il 51,2% dei giornalisti e il 47,4% degli operatori di mercato sostiene che la bassa qualità della comunicazione ha inciso in modo rilevante nella crisi Parmalat. Solo il 23,7% delle società quotate concorda con l'opinione degli operatori del mercato; Parmalat era considerata poco chiara e poco trasparente nella comunicazione finanziaria dal 57,9% degli operatori di mercato e dal 46,5% dei giornalisti. Inoltre il 35% degli operatori di mercato e il 32% dei giornalisti affermano che il management della società era poco disponibile a fornire approfondimenti sui risultati di bilancio; La crisi Parmalat avrà effetti solo nel breve periodo per il 47,4% degli operatori del mercato contro il 23,3% dei giornalisti economici e il 15,2% delle società quotate, nel lungo periodo perché mette in evidenza le inefficienze strutturali del sistema finanziario italiano per il 34,9% dei giornalisti economici, il 21,1% degli operatori del mercato e il 15,8% delle società quotate; Il 44,2% dei giornalisti economici, già prima dello scandalo Parmalat, ritenevano che le società quotate italiane comunicassero peggio delle società quotate straniere. “Partendo da questi dati e dal fatto che i rispondenti hanno dichiarato che la loro opinione circa la credibilità delle società quotate italiane è diminuita nell'ultimo mese - afferma Pier Luigi Ratti, Partner di Qualicenter - il rischio è che la percezione dei principali punti di debolezza nella comunicazione finanziaria di Parmalat, poca trasparenza e chiarezza nella comunicazione dei dati finanziari e innaccessibilità del management alla richiesta di approfondimenti sui risultati di bilancio, vengano traslati sulla globalità delle società quotate italiane”. “Il 2004 è l'anno zero della comunicazione finanziaria e delle Investor Relations in Italia – dichiara Riccardo Taverna, partner di B2 Comunicazione - Lo scandalo Parmalat, la crisi Cirio e i problemi di alcune società del Nuovo Mercato offrono l'opportunità di migliorare tutti gli standard di chiarezza e trasparenza nella comunicazione pena la perdita di competitività, nazionale ed internazionale, nella sfida per l'acquisizione delle risorse finanziarie. La condizione essenziale perché esse siano efficaci nella competizione sarà il miglioramento e l'approfondimento della conoscenza delle aspettative degli interlocutori del mercato e l'analisi della percezione che essi hanno di ognuna di loro”. La ricerca completa è disponibile contattando B2 Comunicazione  
   
   
MARR SPA (GRUPPO CREMONINI): SI RAFFORZA NEL NORD OVEST CON L’ACQUISIZIONE DI SOGEMA S.P.A., SOCIETÀ LEADER NELLA DISTRIBUZIONE AL FOODSERVICE IN PIEMONTE E VALLE D’AOSTA. SALGONO A 20 LE FILIALI DI MARR IN ITALIA  
 
Castelvetro di Modena, 3 marzo 2004 - Marr S.p.a - Società del Gruppo Cremonini leader in Italia nella commercializzazione e distribuzione di prodotti alimentari al foodservice - ha sottoscritto oggi i contratti definitivi per l’acquisizione di Sogema S.p.a., società con sede a Torino, attiva nello stesso settore. L’operazione, del valore di 12 milioni di Euro, prevede l’acquisizione del 100% dell’attività di foodservice di Sogema Spa, con effetto a partire dal 1° giugno 2004. Sogema Spa, con circa 33 milioni di Euro di fatturato e 4.000 clienti serviti nel 2003, è il primo operatore del settore in Piemonte e Valle d’Aosta, un’area geografica che rappresenta un importante mercato per il settore del foodservice sia in termini di consumi extradomestici che di flussi turistici. L’acquisizione consentirà a Marr di rafforzare la propria presenza sul territorio del Nord Ovest, area attualmente servita dalla filiale Marr di Milano, e di realizzare importanti efficienze e sinergie nella gestione del proprio network logistico-distributivo nel Nord Italia. Sogema Spa manterrà l’attuale nome e rappresenterà una filiale strategica nell’organizzazione distributiva di Marr, sia per l’elevata competenza dell’attuale struttura manageriale ed operativa - che verrà totalmente confermata – sia per la partnership con la precedente proprietà (famiglia Succi), che conserverà il proprio ruolo di conduzione operativa della Società. Sogema, fondata nel 1974, dispone di una struttura distributiva di 6000 mq coperti in cui operano circa 20 dipendenti, 40 addetti alla movimentazione e distribuzione merci, 42 incaricati alle vendite con un parco automezzi di 20 unità. L’operazione, subordinata all’assenso dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, rientra nella strategia del Gruppo Cremonini di crescita nel settore della distribuzione alimentare sia per linee interne che per linee esterne, attraverso acquisizioni di operatori a livello regionale, finalizzate a rendere sempre più capillare la rete di Marr. Marr S.p.a., società controllata da Cremonini Spa (67,7%) e partecipata (33,3%) da un pool di investitori istituzionali (capofila: Arca Impresa Gestioni Sgr e Barclays Private Equity), ha chiuso il 2003 con una forte crescita dei risultati, in termini di fatturato e di margini, confermandosi leader in Italia nella distribuzione alimentare al foodservice. Nel 2003 Marr spa ha realizzato ricavi totali consolidati per 744,2 milioni di Euro, in aumento dell’11,8% rispetto ai 665,9 milioni di Euro del 2002, un margine operativo lordo pari a 46 milioni di Euro (+12,1% rispetto ai 41 milioni di Euro del 2002) e un risultato operativo di 34,4 milioni di Euro (+19% rispetto ai 28,9 milioni di Euro del 2002). Marr commercializza e distribuisce prodotti alimentari agli operatori della ristorazione attraverso una rete logistico-distributiva unica in Italia, costituita da 20 centri di distribuzione dislocati su tutto il territorio nazionale e da 4 cash&carry, con un’organizzazione commerciale di circa 430 agenti, 80 capi area ed un parco di 450 automezzi. L’azienda rifornisce circa 30.000 clienti (ristoranti, catene alberghiere, fast food, pizzerie, mense aziendali, scuole, ospedali e istituzioni pubbliche) con una gamma completa di 10.000 prodotti (tra cui pesce, carne, prodotti conservati e secchi, salumi e latticini, ortofrutta), effettuando le consegne entro 24 ore dalla ricezione dell’ordine (12 ore per i prodotti freschissimi).  
   
   
CDA ENEL: DOMANDA DI QUOTAZIONE PER TERNA; OFFERTA VINCOLANTE PER DUE RETI ELETTRICHE IN ROMANIA; DISIMPEGNO DAL SETTORE ACQUA  
 
 Roma, 3 marzo 2004 – Il consiglio di amministrazione di Enel, riunitosi oggi sotto la presidenza di Piero Gnudi, ha confermato l’intenzione di collocare sul mercato circa il 50% del capitale di Terna, autorizzando la presentazione del prospetto informativo a Consob e della domanda di ammissione a quotazione a Borsa Italiana. Il consiglio si è inoltre espresso favorevolmente in merito all’adeguamento dello statuto di Terna per aderire alle novità introdotte dalla recente riforma del diritto societario nonché alla disciplina prevista per le società quotate, con particolare riferimento all’introduzione di clausole a tutela delle minoranze (voto di lista ecc.). Tali modifiche verranno approvate nel corso dell’Assemblea di Terna programmata per domani 3 marzo. Terna è la società 100% di Enel, proprietaria del 94% della Rete nazionale di energia elettrica ad alta e altissima tensione, specializzata nella progettazione, realizzazione, telecontrollo, teleconduzione, esercizio e manutenzione nonché rinnovo e sviluppo dei sistemi di trasmissione dell’energia elettrica. Terna dispone di oltre 38.000 chilometri di linee elettriche ad alta ed altissima tensione e di 295 stazioni di trasformazione e smistamento. Nel 2003 Terna ha realizzato ricavi per circa 877 milioni di euro, margine operativo lordo (Ebitda) per circa 595 milioni di euro e un utile netto per circa 123 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione ha autorizzato la presentazione di un’offerta vincolante per l’acquisizione della maggioranza di due società rumene di distribuzione dell’energia elettrica, Banat e Dobrogea, che servono il 17% dei clienti del paese. La rete della Banat Electrica copre quattro regioni occidentali del paese, compresa l’area di Timisoara, e serve 850 mila clienti (10% del totale). La rete di Dobrogea Electrica copre quattro regioni orientali del paese, compresa l’area di Costanza sul Mar Nero, e serve 590 mila clienti (7% del totale). Il consiglio di amministrazione, nel quadro della strategia di focalizzazione sul core business dell’energia elettrica e del gas, ha deliberato il disimpegno progressivo dal settore dell’acqua. Il percorso individuato prevede la vendita a trattativa diretta di Enel Hydro, previo lo scorporo delle attività di progettazione, ingegneria e depurazione delle acque in una nuova società. Tali attività saranno individualmente valorizzate e cedute. Enel Hydro, dopo tale scorporo, rimarrà titolare esclusivamente delle concessioni/partecipazioni nel settore idrico in Calabria, Campania e in provincia di Latina.  
   
   
LE IMPRESE E LE FONTI DI ENERGIA ALTERNATIVE: COSA FARE PER PROMUOVERE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE CONVEGNO GIOVEDÌ 4 MARZO CON BILLÈ E DELL’ELCE  
 
Roma, 3 marzo 2004 - Produrre una maggiore quantità di energia elettrica mal si concilia con l’esigenza di limitare le emissioni inquinanti nell’atmosfera. Ma non se il processo avviene attraverso l’uso di fonti rinnovabili. La priorità è allora il superamento delle barriere che frenano lo sviluppo sostenibile e l’individuazione di un punto di incontro con le istituzioni per capire le azioni da intraprendere. Questo il tema del convegno “Giovani imprenditori e rinnovamento energetico. Azioni e strumenti per la promozione dello sviluppo sostenibile”, promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio, che si terrà giovedì prossimo a Roma. Nel corso del convegno saranno illustrati i risultati di un sondaggio sul grado di conoscenza e utilizzo delle fonti di energia alternative da parte delle imprese del terziario. Al convegno interverranno, tra gli altri, il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, il presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, Michela Vittoria Brambilla, il presidente di Assopetroli, Enrico Risaliti, il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente, Paolo Togni, il Direttore Generale dell’Enea, Giovanni Lelli. Chiuderà i lavori Giovanni Dell’elce, Sottosegretario Ministero delle Attività Produttive. L’appuntamento è per giovedì 4 marzo, alle ore 10.00, presso Confcommercio, piazza G. G. Belli 2, a Roma.  
   
   
IMPREGILO: AFFIDATI I LAVORI PER IL PASSANTE DI MESTRE  
 
 Sesto San Giovanni, 3 marzo 2004 - Il consorzio costituito da Impregilo, Grandi Lavori Fincosit, Consorzio Cooperative Costruzioni, con Impregilo in veste di leader, ha ricevuto dal "Commissario Delegato per l’emergenza socio-economica-ambientale determinata nel settore del traffico e della mobilità" la lettera di aggiudicazione provvisoria del contratto per la realizzazione dell’autostrada A4 – Variante di Mestre. L’importo complessivo dell’opera è di 750 milioni di euro. L’affidamento dei lavori è avvenuto nella forma del General Contractor, e costituisce una delle prime applicazioni della Legge Obiettivo, fortemente voluta dal Governo in carica. I lavori consistono nella costruzione di 32,5 km di autostrada a tre corsie più una corsia d’emergenza e due interconnessioni: con l’autostrada A4 Venezia-padova-trieste e con la A27 Mestre-belluno. L’offerta presentata dal Consorzio Impregilo, Grandi Lavori Fincosit, Consorzio Cooperative Costruzioni, prevede che l’opera sarà realizzata in 44 mesi dall’aggiudicazione finale. All’aggiudicazione provvisoria per il Passante Autostradale di Mestre si è arrivati dopo che in data 12 gennaio, all’apertura delle buste, è stata riscontrata un’anomalia formale nel plico di altro concorrente. Il Commissario ha indetto una nuova procedura di gara notificata a tutte le parti. Le imprese hanno così dovuto inviare un’ulteriore offerta, e il 25 febbraio è stato assegnato il punteggio definitivo. Alla fine del procedimento il raggruppamento Pizzarotti-snam Progetti ha annunciato di presentare ricorso al Tar contro l’aggiudicazione, pur avendo accettato con la sottomissione di una offerta, le procedure di gara. Impregilo si riserva di adottare tutte le azioni del caso a tutela della propria immagine nelle sedi opportune, in questa come in altre occasioni opererà a beneficio della trasparenza del mercato, opponendosi a ricorsi pretestuosi e a altre prassi che danneggiano il mercato delle costruzioni e ritardano la realizzazione delle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno.  
   
   
LUFTHANSA OTTIMISTA PER IL 2004  
 
Francoforte, 3 marzo 2004 - In base ai dati preliminari Deutsche Lufthansa Ag ha chiuso l'esercizio finanziario 2003 con un utile operativo di 30 milioni di euro. L'utile operativo del quarto trimestre è stato di circa 180 milioni di euro. Nel contempo l'indebitamento netto è stato ridotto di circa 550 milioni di euro attestandosi a circa 600 milioni di euro. Come annunciato lo scorso autunno in occasione della presentazione dei risultati trimestrali, la società ha esaminato con scrupolo il proprio bilancio. Al fine di eliminare i rischi oggi prevedibili e rappresentati in bilancio, la società ha proceduto con svalutazioni straordinarie e ammortamenti per un totale di 800 milioni di euro per il 2003 di cui 700 milioni di euro imputabili alla consociata Lsg Sky Chefs. Lufthansa annuncia quindi una perdita netta di circa 980 milioni di euro. Alla luce di questo risultato il Comitato Esecutivo proporrà di non pagare alcun dividendo per l'esercizio 2003. Gli ammortamenti imputati al 2003 non hanno alcun effetto sulla liquidità del gruppo e quindi non incideranno sull'operatività o sulle prospettive future della società. Segnali di ripresa nel primo trimestre 2004 I dati disponibili per il primo trimestre 2004 indicano ad oggi un miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in particolare per quanto riguarda le tratte intercontinentali. Di conseguenza Lufthansa si appresta ad aumentare la capacità offerta e ad inaugurare nuove rotte con il nuovo orario estivo 2004. In particolare la compagnia rivolgerà una particolare attenzione all'Asia. Il traffico continentale continua a stagnare e non evidenzia segnali di ripresa. I programmi finalizzati alla riduzione dei costi, al miglioramento dell'efficienza e alla differenziazione del prodotto continuammo ad essere implementati per assicurare alla compagnia una crescita sostenibile. Le misure necessarie ad assicurare alla consociata che si occupa dei servizi di catering un ritorno all'utile sono in fase di implementazione. Il gruppo Lsg Skychef è stato colpito duramente dal declino del giro d'affari negli Stati Uniti. La consociatà ha già ridotto di 8,000 unità il personale, alcune attività sono state chiuse e la struttura organizzativa è stata snellita. Misure di risparmio per circa 150 milioni di euro sono state identificate e sono in fase di implementazione. Lufthansa ha avviato negoziati per la cessione della divisione Chef Solutions che commercializza prodotti alimentari per supermercati e ristoranti negli Usa. Gestione attiva del portafoglio Prosegue la gestione attiva del portafoglio di partecipazioni detenute da Lufthansa finalizzata a rafforzare la posizione del gruppo. Dopo la cessione di Globeground e di Dhl, Lufthansa ha sfruttato le condizioni favorevoli di mercato per cedere il 13,2% detenuto in Amadeus. L'operazione ha generato una plusvalenza di circa 290 milioni di euro. "Dopo il massiccio declino nel settore del trasporto aereo a cui abbiamo assistito a seguito dell'11 settembre e grazie alla nostra capacità di reazione, il Gruppo Lufthansa si trova oggi in una posizione competitiva internazionale migliore e sarà tra i vincitori nel processo di trasformazione dell'aviazione civile. La nostra forza finanziaria, il rigido controllo dei costi e la nostra solidità operativa ci consentono da un lato di procedere a svalutazioni e dall'altro di continuare ad investire in innovazione e a cogliere opportunità in un mercato in fase di ripresa", ha commentato Wolfgang Mayrhuber, Chairman e Ceo di Deutsche Lufthansa Ag. I risultati finanziari relativi all'esercizio 2003 saranno ufficialmente presentati il 25 marzo 2004 a Francoforte. In base ai dati preliminari Deutsche Lufthansa Ag ha chiuso l'esercizio finanziario 2003 con un utile operativo di 30 milioni di euro. L'utile operativo del quarto trimestre è stato di circa 180 milioni di euro. Nel contempo l'indebitamento netto è stato ridotto di circa 550 milioni di euro attestandosi a circa 600 milioni di euro. Come annunciato lo scorso autunno in occasione della presentazione dei risultati trimestrali, la società ha esaminato con scrupolo il proprio bilancio. Al fine di eliminare i rischi oggi prevedibili e rappresentati in bilancio, la società ha proceduto con svalutazioni straordinarie e ammortamenti per un totale di 800 milioni di euro per il 2003 di cui 700 milioni di euro imputabili alla consociata Lsg Sky Chefs. Lufthansa annuncia quindi una perdita netta di circa 980 milioni di euro. Alla luce di questo risultato il Comitato Esecutivo proporrà di non pagare alcun dividendo per l'esercizio 2003. Gli ammortamenti imputati al 2003 non hanno alcun effetto sulla liquidità del gruppo e quindi non incideranno sull'operatività o sulle prospettive future della società. Segnali di ripresa nel primo trimestre 2004 I dati disponibili per il primo trimestre 2004 indicano ad oggi un miglioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, in particolare per quanto riguarda le tratte intercontinentali. Di conseguenza Lufthansa si appresta ad aumentare la capacità offerta e ad inaugurare nuove rotte con il nuovo orario estivo 2004. In particolare la compagnia rivolgerà una particolare attenzione all'Asia. Il traffico continentale continua a stagnare e non evidenzia segnali di ripresa. I programmi finalizzati alla riduzione dei costi, al miglioramento dell'efficienza e alla differenziazione del prodotto continuammo ad essere implementati per assicurare alla compagnia una crescita sostenibile. Le misure necessarie ad assicurare alla consociata che si occupa dei servizi di catering un ritorno all'utile sono in fase di implementazione. Il gruppo Lsg Skychef è stato colpito duramente dal declino del giro d'affari negli Stati Uniti. La consociatà ha già ridotto di 8,000 unità il personale, alcune attività sono state chiuse e la struttura organizzativa è stata snellita. Misure di risparmio per circa 150 milioni di euro sono state identificate e sono in fase di implementazione. Lufthansa ha avviato negoziati per la cessione della divisione Chef Solutions che commercializza prodotti alimentari per supermercati e ristoranti negli Usa. Gestione attiva del portafoglio Prosegue la gestione attiva del portafoglio di partecipazioni detenute da Lufthansa finalizzata a rafforzare la posizione del gruppo. Dopo la cessione di Globeground e di Dhl, Lufthansa ha sfruttato le condizioni favorevoli di mercato per cedere il 13,2% detenuto in Amadeus. L'operazione ha generato una plusvalenza di circa 290 milioni di euro. "Dopo il massiccio declino nel settore del trasporto aereo a cui abbiamo assistito a seguito dell'11 settembre e grazie alla nostra capacità di reazione, il Gruppo Lufthansa si trova oggi in una posizione competitiva internazionale migliore e sarà tra i vincitori nel processo di trasformazione dell'aviazione civile. La nostra forza finanziaria, il rigido controllo dei costi e la nostra solidità operativa ci consentono da un lato di procedere a svalutazioni e dall'altro di continuare ad investire in innovazione e a cogliere opportunità in un mercato in fase di ripresa", ha commentato Wolfgang Mayrhuber, Chairman e Ceo di Deutsche Lufthansa Ag. I risultati finanziari relativi all'esercizio 2003 saranno ufficialmente presentati il 25 marzo 2004 a Francoforte.  
   
   
MOAK SPINGE L’ACCELERATORE SULL’ESPORTAZIONE E SI ESPANDE A EST  
 
Milano, 3 marzo 2004 - Moak è la prima e più importante azienda siciliana nella produzione di caffè. Fondata nel 1967 da Giovanni Spadola, è giunta oggi alla seconda generazione con l’ingresso dei figli Alessandro ed Annalisa. In poco più di dieci anni ha raggiunto risultati importanti con un fatturato di oltre 10 milioni di Euro, con circa 6 mila clienti nel settore Horeca in Italia. A livello internazionale, il successo della politica di Moak, sotto la direzione commerciale di Alessandro Spadola, è dato dalla quota export con un incremento del 40%, con ottimi posizionamenti in Turchia – dove si è classificata come la prima azienda italiana per la fornitura del caffè con 30 tonnellate all’anno – seguita da Germania, Svezia e Croazia. Ma i nuovi obiettivi nel mirino sono i paesi dell’Europa Orientale, dove l’azienda sta già selezionando i punti vendita di livello più elevato, per poi estendersi sempre più ad Est. Moak ha aperto nel 2001 una filiale a Milano per la gestione dell’attività di export, mantenendo la produzione a Modica. Moak è una delle poche aziende in Italia ad avere un laboratorio chimico interno dove vengono effettuati controlli giornalieri sul caffè crudo e sulle miscele prodotte. La materia prima di qualità è la base per avere un buon caffè, ma non basta. Moak ha un segreto: la tostatura. Al contrario della maggior parte di delle aziende presenti nel settore, Moak sottopone ogni tipo di caffè a singola e specifica tostatura e solo in un secondo momento vengono uniti per creare la miscela. In questo modo Moak esalta e rispetta le differenze e le caratteristiche del caffè crudo. Giovanni Spadola intuì l’importanza della singola tostatura quando fondò l’azienda e ancora oggi Moak utilizza questo metodo: un’attenzione particolare per la qualità del caffè, che ha portato l’azienda siciliana ad ottenere le certificazioni Iso 9002 e Iso 14000, e una percentuale di reclami inferiori allo 0,5%. Ma non solo. Un altro punto di forza dell’azienda sono i servizi che propone al trade. Moak, infatti, oltre a fornire l’oggettistica per la vestizione dei bar, segue direttamente la preparazione del personale, offrendo corsi di formazione ai baristi a più livelli: dalle collaborazioni con istituti alberghieri alle lezioni tenute da esperti presso le proprie strutture. Un servizio che garantisce al barista un aumento delle vendite talvolta pari a qualche decina di punto percentuale. La passione della famiglia Spadola per il caffè è così forte da avere dedicato a questa bevanda un concorso. Ideato da Annalisa Spadola, responsabile del marketing e comunicazione dell’azienda, “Caffè Letterario Moak” è il primo concorso letterario nazionale dedicato al tema del caffè, una vera vetrina per scoprire nuovi talenti. Giunto alla terza edizione, il Caffè Letterario Moak offre a tutti gli amanti della scrittura la possibilità di descrivere, attraverso la penna, mondi ed emozioni che girano intorno al rito del caffè, un’abitudine quotidiana che ci accompagna nell’arco della giornata.  
   
   
IN GRAN BRETAGNA COCA COLA VENDE IN BOTTIGLIA ACQUA DI RUBINETTO. ANCHE IN ITALIA QUALCUNO CI STA PROVANDO  
 
Roma, 3 marzo 2004 - Un’associazione dei consumatori britannica ha denunciato che la Coca cola venderebbe in bottiglia acqua di rubinetto, al prezzo di 95 pence (1,40 euro). “Anche in Italia alcuni soggetti stanno cercando di seguire la stessa strada, vendendo ad esempio nei ristoranti acqua purificata – afferma il Presidente Codacons, Avv. Carlo Rienzi – Ovviamente se anche in Italia la Coca Cola distribuirà acqua di rubinetto in bottiglia, ci opporremo con forza arrivando al boicottaggio del prodotto. I consumatori italiani – prosegue Rienzi – non hanno certo bisogno di acquistare dalla Coca Cola l’acqua di rubinetto”.  
   
   
UN PO' DI SIRIA IN ITALIA SONO 470 LE IMPRESE CON TITOLARE SIRIANO ATTIVE IN ITALIA. E OLTRE 1.700 LE IMPRESE ITALIANE CHE OPERANO CON LA SIRIA  
 
Milano, 3 marzo 2004 - Arriva a Milano un ufficio commerciale siriano. Servirà a promuovere la cooperazione commerciale ed economica tra Italia e Siria. Avrà sede presso Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali. Tra i potenziali utenti, da subito interessati, le oltre 1.700 imprese italiane che operano con la Siria e gli imprenditori siriani attivi in Italia, nel 2003, se ne contano 470, tra i titolari di impresa individuale nati in Siria. Sostanzialmente stabile l'interscambio Italia-siria dal 2001 al 2002: + 0,1% l'export e -2,9% l'import. E le regioni che esportano di più verso questo Paese arabo sono la Lombardia (37,5%), la Toscana (14,6%), il Veneto (11,9%) e l'Emilia Romagna (11,4%). Nelle importazioni prevalgono invece la Sicilia (44,7%), la Lombardia (26%), la Sardegna (10,1%) e la Campania (6,8%). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano. E tra i titolari siriani di impresa in Italia, il 41,1% opera in Lombardia, il 13,4% in Emilia Romagna e il 12,3% in Veneto. E dal 2000 al 2003 la loro presenza è quasi raddoppiata. In Lombardia (sono passati da 99 a 193), mentre crescono del 3,3% in Emilia Romagna (da 61 a 63) e 35% in Veneto (da 43 a 58). I settori preferiti? Il commercio all'ingrosso e al dettaglio di beni per la persona e la casa (36%), le costruzioni (29,6%), la ristorazione/alberghi (3,8%). E' quanto emerge da un'elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del Registro delle imprese. Apre il primo Syrian Commercial Office a Milano. E oggi 2 marzo 2004, è stato firmato a Damasco un accordo fra la Camera di Commercio di Milano/promos e la Federazione delle Camere di Commercio Siriane per l'apertura di un Syrian Commercial Office a Milano presso la sede di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali. L'accordo è stato sottoscritto dal Segretario generale della Camera di Commercio di Milano, Pier Andrea Chevallard, e dal Presidente della Federazione delle Camere di commercio siriane, Rateb Shallah alla presenza del Vice Ministro alle Attività Produttive, Adolfo Urso e del Ministro dell'Economia siriano, Ghassan El-rifai. L'incontro si è svolto nell'ambito di un seminario dal titolo "Syrian-italian relationship: a renewed co-operation" e in concomitanza con la missione imprenditoriale, organizzata da Promos, in corso in Siria dal 1 al 4 marzo, a cui partecipano piccole e medie imprese lombarde. "Cooperare nella promozione industriale ed economica, puntare sullo scambio di informazioni e sul trasferimento delle tecnologie: è questo l'obiettivo del Syrian Commercial Office che verrà aperto a Milano all'interno della sede di Promos - ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, Segretario generale della Camera di Commercio di Milano -. Questo ufficio, ponendosi al servizio delle imprese delle due aree, vuole essere un ponte tra la Siria e Milano, porta d’entrata privilegiata verso il resto d’Italia e d’Europa. E dare così un contributo a una migliore integrazione economica mediterranea".  
   
   
“CONDIZIONI GENERALI DI PRESTAZIONE DEL SERVIZIO DI TINTOLAVANDERIA”: DOPO IL RINNOVO DI UNA CONVENZIONE, SE NE DISCUTERÀ A PARABIAGO IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA CONFARTIGIANATO ALTO MILANESE  
 
Legnano, 3 marzo 2004 - Dirimere eventuali contrasti in relazione alla consegna e ritiro dei capi: questo il senso della Convenzione sottoscritta nel 2000 anche da Associazione Artigiani della Provincia di Varese e Confartigianato Alto Milanese con le principali Associazioni dei Consumatori. La Convenzione è stata di recente rinnovata, apportando quelle modifiche ritenute opportune dai Soggetti firmatari l’accordo. Anche il settore delle Pulitintolavanderie è in continua evoluzione, con la comparsa di nuove tecnologie, nuovi macchinari, nuovi prodotti. L’associazione Artigiani della Provincia di Varese e Confartigianato Alto Milanese, nell’intento di accompagnare le imprese del settore anche dal punto di vista formativo ed informativo, hanno inteso organizzare un convegno sul tema «Le Condizioni Generali di Prestazione del Servizio di Tintolavanderia», col concorso anche delle Associazioni dei Consumatori. Il Convegno si terrà mercoledì 3 marzo prossimo, a partire dalle ore 21,00, a Parabiago, presso Villa Corvini (via Santa Maria, 25). E’ prevista alla manifestazione la presenza di Rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori. Introdurranno i lavori, Stefano Olivati e Stefano Locorotondo, rispettivamente Capogruppo Pulitintolavanderie di Confartigianato Alto Milanese e Presidente nazionale Confartigianato Anil – Pulitintolavanderie. Seguiranno successivamente gli interventi dell’avv. Stefano Brandolini, che parlerà sul tema «Le Condizioni Generali di Prestazione del Servizio di Tintolavanderia», e del dottor Nicola Giovanni Giudice, Responsabile Servizio di Conciliazione della Camera Arbitrale di Milano che tratterà l’argomento «La disciplina delle conciliazioni: le funzioni della Camera Arbitrale”.  
   
   
BOCCONI: "ETICA IL DOVERE DI RISPONDERE", INCONTRI E DIBATTITI  
 
Milano, 3 marzo 2004 - la Bocconi inaugura oggi alle ore 17.30, Aula 25, via Sarfatti , la Iv edizione di incontri (aperti al pubblico) su "Etica il dovere di rispondere. Modelli di sviluppo sostenibile libertà di informazione e partecipazione", organizzati nell'ambito di Sapere a tutto Campo, iniziative extra curriculari di approfondimento su temi attuali e di cultura generale diretti a studenti e ai cittadini. Questa edizione si dividerà in due cicli. Appartiene al 1° ciclo di incontri quello del 3 marzo avrà per tema: ”L'impresa, da centro di potere economico a corpo integrato nella società Sapere a tutto campo - Etica il dovere di rispondere” Intervengono: Elio Borgonovi (Università Bocconi), Roberto Zangrandi (Responsabile Corporate Social Responsibility, Comunicazione - Enel), Riccardo Della Valle (Responsabile Bilancio Sociale, Coordinamento Territoriale, Unicredito). L’edizione 2004 intende proporre esempi di politiche e di azioni di imprese e istituzioni che cercano di risolvere in anticipo i problemi con soluzioni economicamente razionali, socialmente sostenibili ma soprattutto fondate su solidi valori etici. La seconda parte del ciclo, invece, si soffermerà sul rapporto tra libertà e qualità dell'informazione e di come questa influisca e determini nuove forme di partecipazione democratica. Il primo ciclo, svoltosi dal 1996 al 1999, ha indagato, in 23 appuntamenti, i rapporti tra l’etica e le varie dimensioni umani sia private che sociali: diritto, cultura, politica, sentimento e vita umana. Il secondo ciclo, nel 2001, si è, invece, concentrato su tematiche legate al ruolo della fede e della religione nella società contemporanea. Il terzo ciclo, nella primavera 2003, ha affrontato il tema del rapporto guerra e pace, proprio nei giorni in cui era in corso la guerra in Irak Gli altri appuntamenti: 1° ciclo di incontri: Modelli di sviluppo sostenibile coordinatore Elio Borgonovi : 10 marzo - “Valorizzare le diversita’ per avere efficienza e soddisfazione sul lavoro” Patrizia Sangalli, Manager of Executive Resource and Organization, Ibm Italia Laura Lorenzut, responsabile strategie sociali della Bracco. 17 marzo - “E-government : quando le tecnologie servono per rafforzare la democazia e l’etica delle funzioni pubbliche” Claudio Forghieri, Responsabile Ufficio Marketing a comunicazione, Comune di Modena Franco Carlini, giornalista esperto in nuove tecnologie 2° ciclo di incontri: "Libertà d’ informazione e partecipazione" coordinatore: Stefano Baia Curioni, Università Bocconi: 14 aprile “L'informazione nella società conflittuale”Ferruccio de Bortoli, editorialista Corriere della Sera; 21 aprile “Libertà di informazione: struttura e deontologia”Antonio Calabrò, direttore“Il Sole 24 ore”; 28 aprile “Qualità dell'informazione e opinione pubblica” Ilvo Diamanti, sociologo e giornalista “Editoriale L’espresso”.  
   
   
STRUMENTI DI CONSULENZA PER I GESTORI CORPORATE. UN SEMINARIO ORGANIZZATO DA SDA BOCCONI PER FORNIRE AI GESTORI DELLE IMPRESE COMPETENZE CHE SODDISFINO I BISOGNI FINANZIARI COMPLESSI DELLA CLIENTELA  
 
 Milano, 3 marzo 2004 – “Strumenti di consulenza per i gestori Corporate” è l’argomento del corso organizzato dalla Divisione Intermediari Finanziari, Banche e Assicurazioni della Sda Bocconi, con l’obiettivo di fornire ai gestori Corporate gli strumenti necessari per effettuare operazioni finanziarie complesse, secondo una visione integrata che coniughi competenze tecniche e capacità relazionali. L’iniziativa si terrà a Milano dal 22 al 26 marzo, in base al seguente calendario: Iº giornata: Dall’analisi di fido tradizionale alla valutazione della capacità di reddito prospettico: un inquadramento concettuale. I profili economici e finanziari nelle valutazioni aziendali: indicatori di bilancio, Irr e Npv, indicatori di mercato e Eva. La struttura del percorso di valutazione aziendale: equity ed entity approach. La determinazione della struttura finanziaria ottimale. Strumenti e metodi di valutazione finanziaria delle aziende: la logica di funzionamento della Discounted Cash Flow Analysis. Iiº giornata: Il business plan: obiettivi e configurazione. Il piano industriale e il piano finanziario. Uno schema di riferimento per l’impostazione della previsione finanziaria: la dimensione operativa e la dimensione finanziaria delle scelte aziendali. Le relazioni tra dinamica strategica e dinamica finanziaria dell’azienda La costruzione di preventivi integrati: verso l’elaborazione dei business plans. Dai flussi di cassa storici ai flussi di cassa prospettici: unlevered cash flow e free cash flow. La definizione della struttura finanziaria e la stima del fabbisogno finanziario esterno. Iiiº giornata: La valutazione aziendale nelle operazioni di corporate finance: i principi generali. I metodi finanziari: il completamento della Discounted Cash Flow Analysis. I metodi patrimoniali semplici e complessi. I metodi reddituali e il processo di normalizzazione dei redditi storici. I metodi misti patrimoniali-reddituali. I metodi empirici basati sui multipli di mercato. Ivº giornata: La stima del costo del capitale per l’attualizzazione dei cash flow prospettici: il calcolo del costo dell’equity e del costo del debito. La determinazione del costo medio ponderato del capitale (Wacc): il problema del calcolo dei coefficienti di ponderazione. I criteri di composizione del passivo dell’impresa: i parametri di confronto delle fonti di finanziamento. Le caratteristiche della fiscalità del debito d’impresa: i finanziamenti bancari, le operazioni cartolari e il leasing. Le caratteristiche della fiscalità dei mezzi propri d’impresa. Vº giornata: Le operazioni di corporate e investment banking: una panoramica. Le operazioni di M&a e le ristrutturazioni aziendali. L’offerta di capitale di rischio alle aziende non quotate: private equity e venture capital. La finanza strutturata: il Project Finance e le operazioni di Lbo/mbo. Il corporate wealth management: nuove prospettive di risoluzione delle esigenze finanziarie delle aziende. Progettato per i gestori delle imprese e i responsabili di clientela Corporate, “Strumenti di consulenza per i gestori Corporate” è interessante anche per il personale di banca operante nei settori: Finanziamenti aziendali, Corporate Banking, Finanza Innovativa e Private Equity, nonché per le società di consulenza, le banche d’affari, le finanziarie di partecipazione e i professionisti desiderosi di approfondire le più efficaci metodologie di finanza per le imprese. Al termine delle lezioni verrà consegnata una copia del testo “Costo del capitale e operazioni di investment banking”del professor Vincenzo Capizzi, docente nell’Area Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni della Sda Bocconi, e inerente gran parte delle tematiche affrontate nel corso. Infolink: www.Sdabocconi.it/diba/cs006  
   
   
MEMA, MASTER IN ECONOMIA E MANAGEMENT AMBIENTALE: IL SINDACO DI MILANO E L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELL’ENEL CONSEGNERANNO I DIPLOMI DELLA SECONDA EDIZIONE E DISCUTERANNO DEL NESSO TRA ENERGIA E AMBIENTE  
 
 Milano, 3 marzo 2004: Il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, e l’amministratore delegato di Enel, Paolo Scaroni, saranno i protagonisti dell’inaugurazione della terza edizione del Master in Economia e Management Ambientale (Mema) dell’Università Bocconi, venerdì 5 marzo alle ore 11 in Aula Maggiore (via Sarfatti 25). L’interazione tra energia e ambiente è uno dei temi chiave del master, improntato alla collaborazione tra imprese e istituzioni per la promozione di modelli di sviluppo più sostenibili. Il titolo della relazione introduttiva di Scaroni è Sviluppo, energia, ambiente, mentre il sindaco Albertini concluderà i lavori con un intervento su L’ambiente e il governo delle città metropolitane: il caso Milano. I due personaggi consegneranno i diplomi della seconda edizione. Luigi De Paoli, direttore del Mema, commenterà la relazione introduttiva mentre Bruno Villois, del comitato di direzione Mema; interverrà su I programmi del Mema a supporto delle imprese e delle istituzioni.  
   
   
100 LIFE PLANNER PER PRUMERICA LIFE TRA MILANO, ROMA E NAPOLI UNA CARRIERA PROFESSIONALE AL TOP CON LA COMPAGNIA VITA DEL GRUPPO PRUDENTIAL INSURANCE COMPANY OF AMERICA  
 
Milano, 3 marzo 2004 – Prumerica Life, compagnia assicurativa del settore vita del Gruppo Prudential Insurance Company of America, ricerca 100 Life Planner da inserire presso le proprie agenzie: 40 a Milano, 40 a Roma e 20 a Napoli. I Life Planner opereranno come consulenti di alto livello per programmi assicurativi e pensionistici finalizzati alla protezione della famiglia. Il Life Planner, figura professionale unica nel mercato assicurativo, risponde in modo assolutamente personalizzato alle esigenze di protezione dei propri clienti, mediante un’analisi approfondita delle necessità e utilizzando prodotti assicurativi altamente innovativi e continuamente aggiornati. I candidati dovranno avere un’età compresa tra i 27 e i 40 anni, diplomati o laureati, preferibilmente sposati e nessuna esperienza nel settore assicurativo. Precedenti esperienze di vendita, forte motivazione personale, doti di leadership, professionalità, integrità e dedizione alle esigenze del cliente sono le doti che completano il profilo ideale dei candidati. Prumerica offre un inquadramento nell’ambito del contratto di agenzia. Ogni Life Planner avrà a disposizione un ufficio presso la sede della filiale Prumerica della città in cui svolgerà l’attività e tutta l’assistenza amministrativa necessaria. Per costruire il livello di professionalità richiesto, il Life Planner sarà impegnato in un programma di training costante, con il quale consoliderà solide basi per il suo futuro e per la sua crescita manageriale. “Prumerica apre una nuova era nella professionalizzazione nel settore delle assicurazioni vita – commenta Pier Giorgio Rota Baldini Amministratore Delegato di Prumerica Financial - applicando la filosofia del “Different & Better”, diversi e migliori, attraverso persone, servizi e prodotti di alta qualità”.