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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Marzo 2004
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I DECISORI POLITICI DELL'UE SEGNALANO UNA RIVALUTAZIONE DELL'INNOVAZIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 17 marzo 2004 - Se vuole sfruttare a fondo il suo potenziale di competitività, l'Europa ha bisogno di un cambio fondamentale di mentalità, ha dichiarato l'attuale capo del Consiglio Competitività e ministro irlandese per le Imprese Mary Harney all'European Business Summit il 12 marzo. 'I leader politici e industriali dell'Europa debbono modificare alla svelta il loro modo di pensare, perché le politiche non basteranno', ha detto la Harney, ed ha aggiunto che leggi e regolamenti non renderanno l'Europa competitiva, anzi, potrebbero sortire l'effetto contrario e, in definitiva, frenare l'innovazione. Menzionando un recente rapporto dell'agenzia inglese di indagini demoscopiche Demos, la Harney ha detto che talento, tecnologia e tolleranza hanno sostituito gli elementi che tradizionalmente erano i componenti fondamentali della competitività, come la disponibilità di risorse umane. 'Siamo veramente tolleranti nei confronti del nuovo pensiero e delle nuove idee in Europa? Sarei tentata di rispondere no, non sempre', ha commentato. La Harney ha delineato le sue considerazioni sulle modifiche organizzative che debbono imperativamente avvenire per migliorare la posizione dell'Europa. In primo luogo, si dovrebbe spendere una quota maggiore del bilancio dell'Ue per finanziare la ricerca e l'innovazione, specialmente la ricerca di base. Questa spesa dovrebbe essere accompagnata dalla creazione di migliori relazioni tra atenei e aziende, e dalla semplificazione delle norme per la partecipazione ai programmi quadro di ricerca dell'Unione. In secondo luogo, i decisori politici dovrebbero adottare un nuovo approccio alla legislazione destinata a stimolare la competitività, chiedendo a se stessi: 'ne abbiamo veramente bisogno, ed è competitiva?' La Harney ha anche sottolineato l'attuazione della direttiva Servizi e l'adozione di una comunicazione sulla mobilità dei ricercatori come azioni in grado di incrementare al massimo la competitività. 'Lisbona è la sola agenda, e abbiamo sbagliato i calcoli, ma possiamo ancora portarla a termine se abbiamo il senso dell'urgenza. [...] La presidenza irlandese userà il Consiglio di primavera per rivitalizzare l'agenda di Lisbona', ha promesso la Harney ai delegati. Successivamente David White, direttore della Politica per le imprese della Dg Imprese della Commissione ha offerto al Summit una panoramica del prossimo Piano d'azione per l'innovazione della Commissione. White ha spiegato ai delegati che il Piano d'azione è stato studiato per liberare le potenzialità d'innovazione dell'Europa, non solo nei settori dell'alta tecnologia, ma in tutti i campi e per tutte le aziende. White ha spiegato che il Piano d'azione verterà su tre aree principali: regolamentazione, conoscenze e risorse. 'Una buona regolamentazione crea un clima di fiducia, in cui fiorisce l'innovazione, mentre una cattiva regolamentazione la soffoca lentamente', ha esordito White. La regolamentazione, ha detto, è essenziale per controbilanciare le inquietudini del pubblico e le opportunità commerciali, ed ha menzionato la questione degli Ogm (organismi geneticamente modificati) come esempio di quanto sia difficile equilibrare la bilancia. 'L'assenza di regolamentazione non ci giova, abbiamo bisogno di una buona regolamentazione', ha ribadito. In secondo luogo, il Piano d'azione verterà sulla creazione di un 'mercato del sapere', in cui la proprietà intellettuale è protetta e sfruttata, il trasferimento di tecnologia è incoraggiato e le persone e le aziende sono collegate in rete in aggregati aperti alla cooperazione ed alle nuove idee. Il Piano d'azione, infine, mirerà ad assicurare la presenza delle giuste risorse per l'innovazione. Questo significa colmare l'attuale divario nel mercato del capitale di rischio, annullare gli svantaggi regionali per l'innovazione, offrire aiuto statale chiaro e semplice, e investire nel capitale cognitivo delle persone, offrendo loro la possibilità di apprendere lungo l'intero arco della vita. Allo scopo di raggiungere gli obiettivi del Piano d'azione Innovazione, White ha affermato che 'i governi dovranno collaborare. L'attività più innovativa avviene ai livelli regionale o nazionale, ma sebbene l'innovazione sia essenzialmente un fenomeno locale, il quadro in cui avviene è quello comune'. White ha comunicato che nelle prossime settimane dovrebbe essere aperto un processo di consultazione di due mesi sul Piano d'azione, in vista della sua adozione a luglio da parte della Commissione. Ha poi concluso sollecitando il contributo del settore industriale al processo di consultazione. Infolink: http://www.Ebsummit.org/  http://www.Cordis.lu/guidance/services1.htm  
   
   
IL SITO EUROPA DA OGGI IN 20 LINGUE  
 
Bruxelles, 17 marzo 2004 - Il Presidente della Commissione Romano Prodi e i 10 commissari designati hanno inaugurato ieri una prima serie di siti web dell’Unione europea nelle lingue dei nuovi Stati membri. Alla fine della prima riunione informale del collegio dei commissari allargato, il Presidente Prodi ha insistito sul diritto di ciascuno dei cittadini dell’Ue di essere informato delle principali decisioni dell’Unione nella propria lingua. “L’ue ha bisogno del sostegno dei suoi cittadini e per averlo deve dare prova di rispetto per l’identità culturale e per la diversità di ciascuno. La possibilità per i cittadini dell’Ue di comunicare con le istituzioni europee nella propria lingua è una condizione preliminare fondamentale per un'Europa democratica”. Una prima serie di pagine d’informazione nelle lingue dei nuovi Stati membri è stata pubblicata oggi nel portale dell’Unione europea Europa. Le pagine sono state presentate durante uno speciale incontro con la stampa organizzato dal presidente Prodi in occasione della prima visita a Bruxelles dei commissari designati dei dieci paesi che entreranno a far parte dell’Ue il 1° maggio 2004. I cittadini dei paesi aderenti possono da oggi accedere ad informazioni di base sugli obiettivi dell’Ue, sulla sua storia, sulle sue attività e sulle sue istituzioni in ciascuna delle nove nuove lingue ufficiali. Essi possono inoltre informarsi sul processo decisionale nell’Ue e sulle modalità di accesso ai documenti ufficiali. Il diritto comunitario, oggi già accessibile a partire da Europa nelle undici lingue ufficiali attuali, è in corso di traduzione e sarà aggiunto progressivamente. Altre pagine di informazione generale diventeranno disponibili nelle nuove lingue nel corso dei mesi di maggio e giugno 2004. Le medesime informazioni sono disponibili anche nella forma tradizionale di opuscoli a stampa. L’inaugurazione della prima serie di pagine di Europa nelle nove nuove lingue è stata accompagnata dall’aggiunta di una nuova pagina Internet che presenta i dieci commissari designati dei dieci nuovi Stati membri. Http://europa.eu.int/  http://europa.Eu.int/comm/commissioners/10comm_en.htm http://europa.Eu.int/comm/mediatheque/photo/commprodi/newcomm/newcomm1_en.htm  http://158.169.50.108/Archive/surestream/tencountries.rm  
   
   
CONTROLLO DEI CONTI SOCIETARI: LA COMMISSIONE PROPONE UNA DIRETTIVA PER COMBATTERE FRODI E IRREGOLARITÀ  
 
Bruxelles, 17 marzo 2004 - La Commissione europea ha proposto una nuova direttiva sul controllo legale dei conti nella Ue. Gli obiettivi di tale direttiva sono garantire che gli investitori e le altre parti interessate possano avere piena fiducia nell'esattezza dei conti controllati dai revisori e rafforzare la protezione nella Ue contro scandali quali quelli che hanno coinvolto di recente le società Parmalat e Ahold. La direttiva proposta chiarirebbe gli obblighi dei revisori legali dei conti e stabilirebbe alcuni principi etici per assicurarne l’obiettività e l’indipendenza, in particolare nei casi in cui le società di revisione forniscono ai loro clienti anche altri servizi. Introdurrebbe un obbligo di controllo esterno della qualità, garantirebbe un forte controllo pubblico sui revisori e migliorerebbe la cooperazione tra le autorità di regolamentazione della Ue. La direttiva consentirebbe di dare velocemente una risposta normativa a livello europeo in caso di nuovi sviluppi grazie all’istituzione di un comitato di regolamentazione per la revisione contabile composto dai rappresentanti degli Stati membri, che potrebbe adottare o modificare rapidamente le misure di esecuzione della direttiva stessa. La proposta prevede altresì l’uso dei principi di revisione internazionali (Isa) per tutti i controlli legali dei conti nella Ue e getta le basi per una collaborazione equilibrata ed efficace tra le autorità di regolamentazione degli Stati membri e quelle dei paesi terzi, come ad esempio lo statunitense Public Company Accounting Oversight Board (Pcaob). La proposta sarà ora inviata al Consiglio dei ministri della Ue e al Parlamento europeo ai fini della sua adozione nel quadro della cosiddetta procedura di codecisione. Il commissario responsabile del mercato interno Frits Bolkestein ha dichiarato quanto segue: “I revisori dei conti sono il nostro baluardo principale contro gli imbroglioni che falsificano i conti. Il caso Parmalat ci ha ricordato che cosa accade quando tale baluardo viene meno. Si distrugge la fiducia nell’informativa finanziaria e nei mercati. Se tale fiducia non viene ripristinata rapidamente, andranno persi investimenti, posti di lavoro e crescita. Non possiamo consentire che ciò accada. Nessuno è tanto ingenuo da credere che una direttiva possa fermare di colpo le frodi contabili – non si può abolire il crimine per decreto – ma la nostra proposta introdurrebbe maggiore rigore ed etica nel processo di controllo dei conti, potenziando la difesa cui si affidano tutte le economie di mercato. Nello stesso tempo eliminerebbe alcune restrizioni superflue in materia di proprietà e direzione delle società di revisione comunitarie e porrebbe le fondamenta per accordi intesi a limitare le formalità burocratiche imposte alle società di revisione europee operanti al di fuori della Ue.” Aiutare i revisori a resistere alle pressioni indebite dei manager Alcune delle disposizioni contenute nella direttiva proposta aiuterebbero i revisori a resistere a pressioni indebite da parte dei manager della società di cui stanno controllando i conti. Si prevede ad esempio che le società controllate istituiscano un comitato di audit, composto da membri indipendenti, con il compito di controllare il processo di audit e che comunicherebbe direttamente con il revisore senza passare per il management. Tale comitato selezionerebbe altresì il revisore e ne proporrebbe la nomina agli azionisti. Inoltre se una società revoca un revisore dovrebbe spiegare le ragioni all’autorità competente dello Stato membro interessato. Chiarire la catena di responsabilità La direttiva proposta istituirebbe inoltre una chiara catena di responsabilità nei casi in cui i conti di un gruppo di società sono controllati da più società di revisione situate in un ampio numero di paesi (come è successo nel caso Parmalat). La direttiva proposta dispone espressamente che il revisore del gruppo è pienamente responsabile per la relazione di revisione per quanto riguarda i conti consolidati del gruppo. In tal modo il revisore del gruppo sarebbe obbligato a verificare e documentare il lavoro degli altri revisori. Accrescere la qualità e la trasparenza del controllo dei conti L’introduzione dei principi di revisione internazionali (Isa) richiesta dalla proposta rafforzerebbe ed armonizzerebbe la qualità del controllo dei conti in tutta la Ue. Tali principi dovrebbero essere omologati dalla Commissione in collaborazione con gli Stati membri, dopo adeguata consultazione. Una formazione continua obbligatoria dei revisori aiuterebbe a garantire una buona conoscenza di tali principi. Inoltre tutti i revisori e tutte le società di revisione sarebbero obbligati a sottoporsi ad un controllo di qualità. Le società di revisione che controllano i conti di società quotate, banche o imprese di assicurazioni dovrebbero pubblicare annualmente relazioni di trasparenza, nelle quali forniscono un quadro della società stessa, della sua rete internazionale e dei servizi diversi dalla revisione da essa forniti. Tale relazione conterrebbe tra l’altro una dichiarazione sulla struttura di governo societario, una descrizione del sistema interno di controllo della qualità ed una attestazione della sua efficacia da parte dell’organo di amministrazione o di direzione della società di revisione. Potenziare il quadro normativo e la sua applicazione Altri elementi della proposta rafforzerebbero la vigilanza sui revisori. La direttiva proposta stabilirebbe criteri comuni per gli organi di vigilanza pubblici, prevedendo in particolare che debbano essere diretti e composti da persone esterne alla professione contabile ma comprendere un numero sufficiente di persone con esperienza e/o conoscenze di audit. A livello Ue la direttiva proposta istituirebbe un comitato di regolamentazione per la revisione contabile composto dai rappresentanti degli Stati membri, che consentirebbe di adottare rapidamente misure dettagliate di esecuzione della direttiva o di modificarle nonché di monitorare in permanenza i nuovi sviluppi e di reagirvi. La proposta definisce un modello per la cooperazione tra le autorità competenti degli Stati membri sulla base del principio del “controllo del paese d'origine" - in altre parole le autorità di regolamentazione del paese dove è stabilita una società di revisione si assumerebbero la piena responsabilità della sua vigilanza e su tale base la società potrebbe lavorare in tutta la Ue. Tuttavia i singoli revisori dovrebbero dimostrare la loro competenza e la conoscenza della legislazione dello Stato membro in questione prima di potervi eseguire controlli legali dei conti. La direttiva proposta istituirebbe altresì procedure per lo scambio di informazioni tra gli organismi di vigilanza degli Stati membri nel quadro di indagini. Per gettare le basi per una migliore collaborazione con gli organismi di vigilanza di paesi terzi come lo statunitense Public Company Accounting Oversight Board, la direttiva proposta consentirebbe la collaborazione con detti paesi, che sia fondata su basi di reciprocità e sul principio del "controllo del paese di origine". Nuove opportunità per le società di revisione Infine, oltre a colpire con durezza le pratiche scorrette e le negligenze, la proposta offrirebbe nuove opportunità alla stragrande maggioranza dei revisori, che sono onesti, coscienziosi e competenti. Consentirebbe ad esempio ai revisori di uno Stato membro qualsiasi di essere proprietari e di dirigere società di revisione in tutti gli altri Stati membri. Ciò agevolerebbe l’integrazione delle società di revisione europee e contribuirebbe all’apertura del mercato. Il testo completo della proposta è disponibile al seguente indirizzo Internet: http://europa.Eu.int/comm/internal_market/en/company/audit/index.htm  
   
   
AVVIATE INDAGINI SU POSSIBILI AIUTI DI STATO CONSISTENTI IN INCENTIVI FISCALI DIRETTI A FAVORE DI IMPRESE AMMESSE ALLA QUOTAZIONE IN BORSA E DI IMPRESE PARTECIPANTI AD ESPOSIZIONI ALL'ESTERO  
 
Bruxelles, 17 marzo 2004 - La Commissione europea ha deciso di avviare due procedimenti di indagine approfondita in merito ad incentivi fiscali a favore delle imprese ammesse alla quotazione in borsa e alle imprese partecipanti ad esposizioni all'estero. Le due misure sono previste dalla legge di accompagnamento alla legge finanziaria del 2004. Il regime a favore delle imprese ammesse alla quotazione in un mercato regolamentato europeo tra il 2 ottobre 2003 e il 31 dicembre 2004 prevede una riduzione dell'aliquota dell'imposta sulle società per tre anni. Le imprese potranno inoltre detrarre dall'imponibile le spese sostenute per essere ammesse alla quotazione. Il regime a favore delle imprese che partecipano ad esposizioni all'estero consente alle imprese di detrarre dalle proprie imposte le spese dovute alla partecipazione a fiere espositive. Le due indagini sono volte a stabilire se questi vantaggi fiscali, limitati ad una categoria di imprese estremamente ridotta, sono atti a falsare la concorrenza. In base ai risultati preliminari delle indagini, i regimi prevedono una riduzione delle imposte sul reddito delle società a favore di un gruppo di imprese estremamente limitato. Il regime a favore delle imprese ammesse alla quotazione in borsa Il regime a favore delle imprese ammesse alla quotazione in borsa concede ai beneficiari un'aliquota dell'imposta sul reddito delle società pari al 20% anziché al 33% solitamente applicabile in Italia. La riduzione dell'aliquota si applicherà per tre esercizi fiscali dopo l'ammissione alla quotazione dell'impresa su un mercato europeo. Le imprese ammesse alla quotazione potranno inoltre dedurre le relative spese sostenute, comprese i costi dell'analisi due diligence, di consulenza esterna e le spese regolamentari dell'ammissione alla quotazione in borsa. Questo trattamento fiscale speciale si applica solo se le società ammesse alla quotazione incrementano il proprio patrimonio netto in misura non inferiore al 15% in conseguenza dell'offerta pubblica iniziale (Ipo) delle loro azioni e a condizione che non siano già quotate in una borsa valori europea. Secondo le autorità italiane, si prevede che nel 2003 solo dieci imprese soddisfino queste condizioni. Non sono ancora stati presentati, a questo stadio, i dati esatti sulle imprese a cui si prevede di applicare il regime nel 2004. In questa fase, secondo la valutazione preliminare della Commissione, il trattamento fiscale speciale riservato alle imprese ammesse alla quotazione sarebbe una forma di aiuto al funzionamento che esenterebbe tali imprese dai costi che devono sostenere tutti i loro concorrenti, con sede sia in Italia che in altri Stati membri. Visti i probabili effetti della misura sulla quotazione iniziale delle imprese beneficiarie ammesse alla quotazione in borsa, la Commissione ha richiesto all'Italia di informare tutte le parti interessate sull'indagine in corso in merito agli aiuti di Stato. Il regime a favore delle imprese partecipanti ad esposizioni Il regime a favore delle imprese che partecipano ad esposizioni all'estero consente alle imprese di dedurre i relativi costi dal loro reddito imponibile. Tali costi possono comprendere le spese di pubblicità e di propaganda e le spese per l'esposizione di prodotti nelle fiere. L'obiettivo di questo beneficio fiscale è migliorare le condizioni degli scambi delle imprese italiane all'estero, ivi compresi altri Stati membri. Tali misure non sembrano, a prima vista, essere compatibili con una leale concorrenza nel mercato unico. Nell'avviare le due indagini, la Commissione ha invitato le autorità italiane e i terzi interessati a presentare le loro osservazioni sulle due misure in questione. Antefatti Alla fine del 2003, l'attenzione della Commissione è stata attirata dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale italiana di un decreto legge che prevedeva incentivi fiscali con effetto immediato per stimolare l'economia italiana e che faceva parte del pacchetto di bilancio 2004. In considerazione delle possibili distorsioni derivanti dagli incentivi proposti, la Commissione ha immediatamente avviato le discussioni con le autorità italiane allo scopo di subordinare gli incentivi in questione ad un'approvazione preventiva della Commissione per quanto riguarda gli eventuali aiuti di Stato. L'interesse della Commissione per questo pacchetto di misure è giustificato dalla preoccupazione che gli incentivi possano essere destinati specificamente a settori strategici dell'economia italiana e determinare pertanto una grave distorsione della concorrenza. Dopo i primi contatti con la Commissione, l'Italia ha convertito in legge due dei regimi in questione, che prevedono, rispettivamente, incentivi fiscali relativamente all'imposta sulle società a favore delle imprese che accedono alla quotazione in borsa e di quelle che partecipano ad esposizioni all'estero. Di conseguenza, la Commissione ha incluso le due misure nel registro degli aiuti non notificati ed ha avviato l'esame preliminare.  
   
   
I LEADER INDUSTRIALI COLGONO L'OCCASIONE DEL SUMMIT PER RECLAMARE UN MAGGIORE IMPEGNO VERSO LA COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 17 marzo 2004 - Il tema del terzo European Business Summit, svoltosi a Bruxelles il 12 e 13 marzo, è stato 'Ricerca e innovazione: una strategia europea per una maggiore crescita e posti di lavoro'. Ma i rappresentanti dell'industria europea presenti al suo svolgimento, invece di concentrarsi sulla strategia, hanno preferito sottolineare il bisogno di un chiaro impegno nella riforma. Al Consiglio europeo di Lisbona del 2000, i capi di Stati e di governo dell'Ue si erano solennemente impegnati a fare dell'Europa l'economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo entro il 2010. Per quanto riguarda il barone Daniel Janssen, presidente della tavola rotonda europea del gruppo di lavoro degli industriali sulla competitività: 'Quella di Lisbona è l'agenda che ci vuole per l'Europa'. Secondo il barone Janssen tuttavia, il punto è che è stato fatto troppo poco per attuare la strategia di Lisbona, e il risultato è una diminuzione crescente della competitività europea rispetto agli Stati Uniti. 'Se guardiamo le economie statunitense, cinese, indiana e giapponese, queste appaiono molto più impegnate nel cambiamento', ha dichiarato. I governi possono fare la differenza, ha affermato il barone Janssen, additando i risultati delle politiche progressive della Finlandia per le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni agli inizi degli anni 90. Quel che serve, ha dichiarato, è la piena attuazione degli obiettivi di Lisbona e di Barcellona, oltre alle valutazioni complete dell'impatto prima dell'introduzione di una nuova legislazione, come il pacchetto Reach sui prodotti chimici, da lui definito 'un errore'. Inoltre il barone Janssen ha detto che la nuova Commissione si deve impegnare nei risultati economici, ed ha chiesto la creazione di un vice presidente della Commissione per la Riforma economica, che controlli la strategia industriale e incrementi al massimo la crescita. Il barone ha anche dichiarato che il Consiglio Competitività dovrebbe essere 'rafforzato' ed essere composto da un nucleo centrale di ministri esperti di ciascuno Stato membro, che sarebbero responsabili del controllo dell'attuazione dell'agenda di Lisbona. Infine il barone Janssen ha invitato i politici ad investire di più nell'istruzione e nell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, e soprattutto ad accantonare le 'ridicole disquisizioni' su lingue e traduzioni e dare alla luce il tanto atteso brevetto comunitario. Philippe de Buck, Segretario generale dell'Unice, l'unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro, ha appoggiato la proposta del barone Janssen di creazione di un vice presidente della Commissione per la Riforma economica, ed ha aggiunto che vedrebbe con favore la creazione di un Comitato Competitività in seno al Parlamento europeo. De Buck ha descritto l'agenda di Lisbona come un 'progetto europeo', affermando che questo implica che le decisioni prese al livello europeo siano poi attuate al livello nazionale, e tutto ciò necessita un maggior senso dell'urgenza di tutte le parti. A proposito della legislazione - come le proposte Reach, il Protocollo di Kyoto e il brevetto comunitario - de Buck ha affermato che preferirebbe che i politici prendessero il tempo necessario e facessero le cose per bene piuttosto che adottare misure dannose. Ha poi concluso dichiarando che l'Unice vorrebbe riesaminare l'effetto sulla competitività sia delle proposte Reach che del Protocollo di Kyoto, aggiungendo di non nutrire opposizione di principio nei confronti di nessuno dei due, ma che 'la competitività deve restare l'obiettivo principale'. Infolink: http://www.Ert.be  http://www.Unice.org/content/default.asp?  
   
   
AD ANCONA IL 1° FORUM REGIONALE SULLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE NELLE MARCHE  
 
Ancona, 17 marzo 2004 – Si svolgerà i prossimi 2 e 3 aprile, presso l’Università Politecnica delle Marche, il 1° Forum regionale sulla Società dell’Informazione promosso dalla Regione Marche nell’ambito del progetto Centri Regionali di Competenza per l’e-government e la Società dell’Informazione (Crc), con la collaborazione delle quattro Università regionali (Ancona, Urbino, Macerata, Camerino) e rappresentanti della pubblica amministrazione locale (Regione, Anci, Upi, Uncem). L’evento è stato organizzato per analizzare lo sviluppo dell’innovazione tecnologica nelle imprese e nelle Pubblica Amministrazione sul territorio marchigiano, con l’intento, anche, di fornire spunti e riflessioni in merito alle linee guida del nuovo Piano di Azione Regionale per la Società dell’Informazione e della Conoscenza (Parsic), alla luce anche delle nuove opportunità offerte dalla seconda fase del Piano nazionale di e-government. Vito D’ambrosio, Presidente della Regione Marche, ha presentato l’iniziativa sottolineando che: “La Regione Marche è una realtà pilota nel campo dell’e-government e ritiene prioritario investire nello sviluppo della Società dell’Informazione a livello pubblico e privato.” Il programma Il 2 aprile il Forum si aprirà con uno spazio di confronto tra istituzioni, associazioni e imprese. Tra gli interventi previsti quelli di Mario Pelosi (Capo del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie - Mit), Giorgio Prister (Public Sector Executive - Ibm Europe), Umberto Paolucci (Presidente Microsoft Italia), Sergio Rossi (Vice Presidente Oracle Italia), Enrico Bucci (Direttore Relazioni Istituzionali Cisco System Italia), Giulio Viezzoli (Presidente Aethra), Enrico Loccioni (Presidente Gruppo Loccioni), Paolo Soru (Amministratore Delegato Actalis), Alberto Cazziol (Presidente Neta Spa - Gruppo Engineering), Francesco Casoli (Amministratore Delegato Gruppo Elica) Paolo Graziani (Cnr – Firenze, Membro della Commissione interministeriale permanente per l’impiego delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione a favore delle categorie deboli o svantaggiate) e Federico Barilli (Assinform). Chiuderanno la prima sessione gli interventi di Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e Vito D’ambrosio, Presidente della Regione Marche. Nel pomeriggio si apriranno cinque workshop paralleli che offriranno stimoli e spunti di riflessione su alcune tematiche quali e-government, e-economy, e-health, e-learning e banda larga a cui parteciperanno le imprese Ict, gli enti locali (Comuni, Province, Regione, Comunità Montane Aziende Sanitarie), il mondo accademico e della ricerca. Il 3 aprile è in programma una Conferenza regionale per esaminare lo stato di attuazione della Società dell’informazione nelle Marche, e per discutere sulle linee direttrici del programma regionale. Alla Conferenza parteciperanno Vito D’ambrosio (Presidente Regione Marche), Fabio Sturani (Sindaco di Ancona e Presidente Anci), Marco Pacetti (Rettore Università Politecnica delle Marche), Palmiro Occhielli (Presidente Upi), Guerrino Bonalana (Rappresentante Uncem) e Stefano Kluzer (Coordinatore Scientifico Progetto Crc - Formez). Il Forum sulla Società dell'informazione prevede anche uno spazio espositivo per le imprese Ict e per le amministrazioni pubbliche locali operanti sul territorio, che avranno la possibilità di presentare le proprie soluzioni e piattaforme tecnologiche, "con l'obiettivo - spiega Ugo Ascoli, Assessore all'Informatica della Regione Marche - di avviare e consolidare un rapporto di stretta collaborazione tra imprese e Pubblica amministrazione nel territorio". Informazioni e iscrizioni http://www.Rete.marche.it/convegno  http://www.Regione.marche.it  Accoglienza http://www.Turismo.marche.it  
   
   
LOMBARDIA PRIMA REGIONE ITALIANA PER ATTRATTIVITÀ DEGLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN RICERCA E SVILUPPO.  
 
Milano, 17 marzo 2004 – La Lombardia è la prima regione italiana per capacità di attrarre capitali stranieri: è quanto emerge da un’analisi approfondita effettuata a livello locale dello studio Siemens-ambrosetti presentata nel corso di un incontro svoltosi oggi. Considerando il periodo 1998-2001, l’incidenza degli investimenti diretti esteri sul Pil regionale è stata dello 2,20%, valore di gran lunga superiore rispetto alla media delle regioni italiane (0,47%) e che consente alla Lombardia di piazzarsi nettamente davanti a Piemonte, Veneto e Lazio, sopravanzando anche la Baviera (1,7%) tra le regioni straniere prese in esame. Tuttavia resta però ancora indietro rispetto a regioni straniere come l’ Ile de France Rhones-alpes (4,0%) e Catalogna (5,4%) e per colmare questo divario e compiere un ulteriore “salto di qualità” in termini di attrattività e di competitività del territorio, la Lombardia, a tutti i suoi livelli territoriali, dovrebbe dotarsi di una missione (la raison d’être); di una visione di lungo periodo (che cosa si vuole diventare e dove si vuole arrivare); di obiettivi chiari da raggiungere, concreti, distintivi del territorio e misurabili e di un sistema di controllo del raggiungimento dei risultati. Se questo “salto di qualità” riuscisse, avrebbe un fortissimo impatto sull’economia regionale. Per fare un esempio, se la Lombardia fosse efficace come la Catalogna, beneficerebbe di un flusso annuo aggiuntivo di Investimenti Diretti Esteri di 8.546 milioni di euro e genererebbe un Pil aggiuntivo di circa 42.732 milioni di euro. Tra le Province, un’attrattività di Ide in percentuale sul Pil pari a quella di Barcellona porterebbe a Milano un flusso annuo aggiuntivo di Investimenti Diretti Esteri di 3.213 milioni di euro e genererebbe un Pil aggiuntivo di circa 16.065 milioni di euro. L’analisi dei fattori-chiave che più incidono sulla capacità di attrarre gli investimenti consente di elaborare un quadro più approfondito: la Lombardia fa registrare valori migliori rispetto alla media delle regioni italiane considerando gli indicatori relativi a capitale tecnologico innovativo, infrastrutture di base, benessere economico, ed ai sistemi amministrativo, finanziario e giudiziario. Prendendo in esame, invece, gli indici riguardanti le infrastrutture tecnologiche avanzate e il capitale umano/sistema formativo, la Lombardia segna valori leggermente inferiori alla media. Il dato riportato a livello provinciale mostra come Milano sia la provincia lombarda di gran lunga più attrattiva: nel periodo 1998-2002 l’incidenza degli investimenti diretti esteri sul Pil ha raggiunto lo 3,00%, valore che la pone anche al primo posto su scala nazionale. Tra le altre province lombarde, separate da un netto divario rispetto al capoluogo, Bergamo (0,60%) precede Cremona (0,54%), Lecco (0,50%), Mantova (0,38%), Como (0,36%), tutte posizionate tra le prime venti a livello nazionale. Seguono Brescia (0,29%), Lodi (0,26%), Varese (0,24%), Sondrio (0,13%) e Pavia (0,06%). L’analisi dei fattori che influenzano la capacità di attrarre investimenti consente di completare il quadro: Milano registra valori migliori rispetto alla media delle province italiane per tutti i 6 indicatori sintetici presi in considerazione, facendo segnare punte particolarmente elevate relativamente a capitale tecnologico innovativo/infrastrutture tecnologiche avanzate, maturità del sistema industriale e benessere economico. Bergamo, Cremona, Lecco, Como ma anche Lodi, Varese e Pavia raggiungono valori uguali o superiori alla media delle province italiane per tutti i 6 indicatori. Le uniche differenze: Brescia, che si posiziona appena al di sotto della media solo per l’indice relativo alle infrastrutture di base, Mantova e Sondrio che si attestano su valori leggermente inferiori rispetto a quelli medi per gli indicatori riguardanti capitale tecnologico innovativo e infrastrutture di base.  
   
   
L’IMPRESA INVESTE IN “BUONE AZIONI”: OGNI ANNO IN ITALIA 20 MILIARDI DI EURO INAUGURATO IERII IN CAMERA DI COMMERCIO DAL MINISTRO MARONI IL PRIMO SPORTELLO IN ITALIA PER LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE  
 
Milano, 17 marzo 2004. Anche gli imprenditori si prenotano un posto in paradiso. E arrivano a spendere in Italia per interventi di responsabilità sociale ogni anno 20 miliardi di euro. E le imprese impegnate nel sociale sono circa il 40% del totale. Ecco l’investimento tra le province: Milano (circa 1,3 miliardi), Roma (870 milioni), Napoli (835 milioni), Torino (835 milioni). Come sono gli interventi etici delle imprese? Prima di tutto sul personale, poi per lo sviluppo del territorio, ambiente, attenzione sociale verso clienti e fornitori. In una raccolta di casi di alcune imprese italiane sensibili alla responsabilità sociale, quasi tutte (l’80%) partono dal personale. Puntano su salute, sicurezza la metà delle società: ad esempio, la Senzani di Cesena, la Albor di Certaldo, la Baggi di Milano, la Bruschi di Abbiategrasso, la Guardini di Volpiano, la Satinox di Gaggiano, la Bms di Sesto San Giovanni; sulla formazione la Albor, la Bruschi di Abbiategrasso, la Monnalisa di Arezzo, sulla maternità facile la Ascon di Bollate, sui disabili la Ascon di Bollate, la Bruschi di Abbiategrasso, la Satinox di Gaggiano. Corsi di musicoterapia e euritmia sono il fiore all’occhiello della Solas di Cernusco Lombardone. Molte anche le imprese attente allo sviluppo del territorio (33%): passaggio scuola lavoro più facile per la Satinox di Gaggiano, immigrati meglio inseriti per la Cassa Rurale di Treviglio, una clinica olistica grazie alla Lifegate di Merone, un museo culturale in internet per la Ticonuno di Milano. C'è chi punta sull’ambiente (33%), come la Senzani di Cesena e la Solas di Cernusco Lombardone, attente ai rifiuti. Mentre la Albor di Certaldo è attiva nel controllo energetico e nel rimboschimento, la Baggi di Milano, impegnata a ridurre l’impatto ambientale, la Lifegate di Como, promotrice di ecocultura. Attenzione etica anche verso clienti e fornitori (27%) per la Baggi di Milano, impegnata per la trasparenza, contro le tangenti, la Guardini di Volpiano, che punta sulla qualità. Emerge dalla ricerca “La responsabilità sociale delle piccole e medie imprese”, realizzata da Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano e da una elaborazione della Camera di commercio attraverso il Lab.mim su dati del Registro delle imprese. Attraverso interviste agli imprenditori, ai dipendenti, ai fornitori e clienti vengono ricostruite la storia, i percorsi, le motivazioni, i costi sostenuti e i vantaggi attesi dalle imprese che hanno scelto volontariamente di adottare comportamenti socialmente responsabili. Le buone prassi di responsabilità sociale nascono, in tutti i casi, in modo spontaneo, proprio dai valori etici degli imprenditori. Solo un quarto delle imprese ha la certificazione Sa8000, ma un altro quarto ha adottato forme come il codice etico o il bilancio sociale. Se ne è parlato oggi durante l’incontro “Responsabilità sociale: un’opportunità per la piccola impresa” tenutosi alla Camera di commercio di Milano, con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Roberto Maroni. Il primo sportello della responsabilità sociale in Italia. Il ministro Maroni lo ha inaugurato oggi, in Camera di Commercio di Milano (Via Camperio, 3 20123 Milano, Tel. 02/8515.5049, Fax 02/8515.5773, E-mail formaper.Pmi@mi.camcom.it, www.Mi.camcom.it). Il progetto nasce dalla firma di un accordo tra Unioncamere e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel novembre 2003, ha come quadro di riferimento il Libro Verde della Commissione Europea, che promuove le buone pratiche tra le imprese dell’Unione. “Sensibilizzare le imprese sul tema della responsabilità etica e sociale significa promuovere un mercato più equo, efficiente e competitivo – ha commentato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano –. In questo senso, la Camera di Commercio di Milano è da tempo attiva e attenta nell'incoraggiare e offrire assistenza alle aziende che vogliono migliorare la loro gestione con prassi sempre più responsabili dal punto di vista sociale e ambientale. E bisogna lavorare affinché tutte le imprese, specie le piccole e medie, abbiano la possibilità concreta di scegliere se adottare misure che, al di là dei costi iniziali, portano un vantaggio in termini di competizione, immagine e affidabilità. Con il primo sportello in Italia proprio a Milano, nel quadro di un accordo tra Unioncamere e il Ministero, cerchiamo di portare questo modello di sviluppo pienamente europeo a partire dalla punta più avanzata del Paese a livello imprenditoriale”.
Elaborazione Camera di Commercio di Milano attraverso il Lab Mim, dati 2003: spesa annuale delle imprese per la responsabilità sociale, per provincia Investimento Responsabilità sociale delle imprese per provincia
Agrigento 160.607.000
Alessandria 171.963.250
Ancona 161.377.250
Aosta 50.204.500
Arezzo 132.467.200
Ascoli Piceno 159.892.050
Asti 99.058.100
Avellino 150.787.300
Bari 527.542.250
Belluno 61.667.400
Benevento 124.219.600
Bergamo 315.676.100
Biella 70.159.900
Bologna 340.952.150
Bolzano - Bozen 206.561.300
Brescia 401.869.050
Brindisi 133.671.950
Cagliari 238.536.550
Caltanissetta 89.755.850
Campobasso 100.890.900
Caserta 262.505.150
Catania 332.100.200
Catanzaro 105.571.650
Chieti 170.442.500
Como 165.935.550
Cosenza 216.096.600
Cremona 106.926.500
Crotone 56.125.550
Cuneo 283.661.350
Enna 53.443.500
Ferrara 137.392.850
Firenze 349.665.850
Foggia 262.840.900
Forli' - Cesena 159.117.850
Frosinone 146.552.900
Genova 267.513.750
Gorizia 41.072.100
Grosseto 106.156.250
Imperia 94.946.150
Isernia 30.197.750
L'aquila 100.002.150
La Spezia 66.577.250
Latina 179.330.000
Lecce 246.452.350
Lecco 90.095.550
Livorno 109.896.900
Lodi 57.709.500
Lucca 145.071.650
Macerata 144.088.100
Mantova 152.343.600
Massa Carrara 68.323.150
Matera 78.411.450
Messina 181.265.500
Milano 1.289.426.150
Modena 259.274.050
Napoli 835.239.350
Novara 107.850.800
Nuoro 102.419.550
Oristano 57.843.800
Padova 367.689.700
Palermo 296.878.050
Parma 161.768.300
Pavia 167.768.350
Perugia 243.059.300
Pesaro E Urbino 148.705.650
Pescara 113.910.100
Piacenza 108.613.150
Pisa 135.504.750
Pistoia 112.910.750
Pordenone 106.278.700
Potenza 142.887.300
Prato 105.054.200
Ragusa 112.602.650
Ravenna 148.172.400
Reggio Di Calabria 163.743.300
Reggio Emilia 199.403.900
Rieti 49.742.350
Rimini 125.546.800
Roma 873.463.500
Rovigo 104.280.000
Salerno 369.336.850
Sassari 166.314.750
Savona 109.991.700
Siena 102.147.000
Siracusa 113.673.100
Sondrio 61.580.500
Taranto 162.230.450
Teramo 119.764.000
Terni 74.224.450
Torino 750.057.600
Trapani 174.961.300
Trento 185.898.850
Treviso 327.921.100
Trieste 61.027.500
Udine 193.933.150
Varese 239.283.100
Venezia 276.847.600
Verbano Cusio Ossola 50.366.450
Vercelli 61.849.100
Verona 340.454.450
Vibo Valentia 49.592.250
Vicenza 298.371.150
Viterbo 137.610.100
Totale 19.733.165.100
 
   
   
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI : IL TERZO SETTORE IN CRESCITA. L'ON. SESTINI: UNA SPINTA AL PROGRESSO ECONOMICO E CIVILE DEL PAESE  
 
Roma, 17 marzo 2004 - “L’indagine Istat conferma l’espansione del Terzo Settore, sia per il numero delle imprese sia per quando concerne l’occupazione”. Questo il commento del Sottosegretario al Welfare Grazia Sestini, con delega alle Politiche Sociali, alla luce dei dati definitivi dell’8° Censimento generale dell’industria e dei servizi diffuso oggi dall’Istat. “Le istituzioni non profit attive, afferma la Senatrice Sestini, sono 235.232, articolate in 253.344 unità locali. In esse lavorano 488 mila lavoratori dipendenti, in cui si possono aggiungere 100.500 lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e 3 milioni e 300mila volontari. Di particolare rilievo è il confronto con il primo censimento delle istituzioni non profit del 1999, che evidenza come il numero delle istituzioni sia cresciuto del 9,2%. L’aumento del numero dei volontari, cresciuto del 7,3% rispetto al 1999, è il segno evidente che il Terzo Settore non è in crisi, ma si sta integrando con il sistema dell’imprenditoria sociale. Confermiamo il nostro impegno per l’approvazione del disegno di legge delega sull’imprenditoria sociale, perché è il servizio che il Governo può fare ad un settore in evidente espansione, dotandolo di un riconoscimento civilistico e di uno strumento normativo adeguato. Questi dati, conclude il Sottosegretario Sestini, confermano quanto sia stata adeguata l’attenzione del Governo sul non profit: era giusta infatti l’intuizione che riteneva il settore una spinta al progresso economico e civile del paese”.  
   
   
FIME SPA: SUL SITO L’INVITO A MANIFESTARE INTERESSE ALL’ACQUISTO DELLA PARTECIPAZIONE DI CONTROLLO  
 
 Roma, 17 marzo 2004 - Il Mef comunica che sul sito www.Mef.gov.it  tra gli "Ultimi documenti pubblicati", è disponibile l’Invito a manifestare interesse all’acquisto della partecipazione di controllo nel capitale sociale di Fime – Finanziaria Meridionale S.p.a., società in liquidazione. L’avviso è stato pubblicato oggi anche sulla Gazzetta Ufficiale e su alcuni quotidiani nazionali.  
   
   
PRODUZIONE INDUSTRIALE: CONFINDUSTRIA, INIZIO D'ANNO DELUDENTE "RIPRESA ITALIANA È ANCORA DEBOLE, MENTRE SI CONSOLIDA NEGLI USA"  
 
Roma, 17 marzo 2004 – "Inizio d'anno deludente per l'attività industriale". Questo il commento del Centro Studi di Confindustria ai dati diffusi dall'Istat sulla produzione industriale. L'indice della produzione industriale destagionalizzato ha mostrato una diminuzione dello 0,2% rispetto al mese di dicembre: tale riduzione, secondo il Csc, riflette gli andamenti negativi dei beni strumentali ed intermedi, in contrapposizione alla crescita congiunturale dei beni di consumo e dell'energia. In termini tendenziali, a gennaio si è evidenziato un calo del 2,8%. Tuttavia, se opportunamente corretto per le giornate lavorative (si consideri che a gennaio i giorni lavorati sono stati pari a 20, contro i 21 del gennaio 2003), il dato tendenziale registra un lieve aumento (+0,3%). Per febbraio il Csc aveva previsto una flessione produttiva rispetto al mese precedente. Se confermato, il bimestre gennaio-febbraio risulterebbe, in media, su livelli inferiori dello 0,3% a quelli dell'ultimo trimestre dello scorso anno. Questi dati, insieme alle indicazioni che provengono anche dal commercio estero e dalla fiducia degli operatori, confermano che le prospettive di rilancio dell'economia italiana rimangono ancora deboli ed incerte, nonostante la ripresa internazionale si vada consolidando, soprattutto negli Stati Uniti.  
   
   
ABI: IN ITALIA I MUTUI CRESCONO AL RITMO DEL 22% STRAORDINARIO AUMENTO DEI MUTUI IN ITALIA: A GENNAIO 2004 L’AMMONTARE È ARRIVATO A QUOTA 155 MILIARDI DI EURO, MENTRE A DICEMBRE ’99 ERA A 80 MILIARDI.  
 
Roma, 17 marzo 2004 - Aumento straordinario per i mutui in Italia: il tasso di crescita tendenziale è al 22% e l’ammontare dei prestiti erogati si è attestato a 155 miliardi di euro a gennaio 2004 (a dicembre ’99 era a quota 80,3). Un mercato, quello dei mutui, che rappresenta la seconda area di attività delle banche italiane e ha ampie potenzialità di sviluppo. In Italia, infatti, nonostante i progressi degli ultimi anni, il settore mutui ha ancora margini di miglioramento rispetto alla media europea sia in termini assoluti sia in proporzione al Pil (Italia 11,4%; Francia 23,1%; Spagna 37,7%; Germania 54,1%; Regno Unito 62,2%); e la platea di chi chiede un mutuo ha cospicue potenzialità di sviluppo. Come dare una spinta ulteriore ai prestiti per l’acquisto della casa? Ecco la ricetta dell’Abi, illustrata dal Direttore generale, Giuseppe Zadra, questa mattina, al Convegno sul credito alle famiglie “Il futuro dei mutui casa in Italia”, organizzato da Bancaria Editrice: favorire la crescita del mercato dei mutui a tasso fisso con prodotti che semplificano l’estinzione anticipata; prevedere una soglia di tasso usura specifica per i mutui a tasso fisso, la cui assenza rappresenta oggi un ostacolo per erogare mutui a tasso fisso di durata molto lunga; introdurre una apposita legislazione sui covered bond, ovvero obbligazioni garantite finalizzate proprio all’erogazione di mutui; allargare l’attività a nuove fasce di clienti senza incrementare il rischio, attraverso adeguate tecniche di gestione e monitoraggio del rischio stesso; rendere più efficienti le procedure esecutive immobiliari e assicurare assistenza ai clienti e trasparenza delle condizioni di offerta. Attraverso queste misure – secondo Zadra – si risponderebbe meglio alle esigenze di una buona parte della popolazione, come le giovani coppie. La crescita del mercato dei mutui casa, ha precisato Zadra, passa necessariamente attraverso l’introduzione di misure che migliorino l’efficienza delle procedure esecutive immobiliari. L’italia, ha ricordato il Direttore generale, ha il poco invidiabile primato di essere il paese con le procedure più lunghe in Europa con una media di 76 mesi. E ciò non consente alle banche di incrementare il valore dell’immobile ipotecato, che deve essere sufficiente a coprire il credito non recuperato e gli interessi maturati dal fallimento alla chiusura della procedura esecutiva. È indispensabile, secondo Zadra, rivedere le regole amministrative che costituiscono impedimenti per le rinegoziazioni dei mutui. Ed è pure necessario prevedere l’allungamento della durata e favorire prestiti per l’acquisto della casa anche al 100% del valore dell’immobile, con garanzie di tipo assicurativo che già alcune società specializzate cominciano ad offrire. Quanto ai covered bond, ha sottolineato Giuseppe Zadra, l’Italia è rimasta, tra gli ultimi grandi Paesi senza norme specifiche. E le banche concorrenti degli altri stati, ha detto Zadra, possono offrire mutui, anche in Italia, con strumenti di raccolta a costi più bassi. Roma, Palazzo Altieri, 15 marzo 2004  
   
   
BNL ANTICIPA IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO OPERATIVO NONOSTANTE IL DIFFICILE CONTESTO ECONOMICO RISULTATO OPERATIVO CONSOLIDATO AUMENTA DEL 10,4% GRAZIE ALLA FORTE RIDUZIONE DEI COSTI (-4,7%) UTILE NETTO CONSOLIDATO SEGNA UN PROGRESSO DEL 55%  
 
 Roma, 17 marzo 2004. Il Consiglio di Amministrazione di Bnl, presieduto da Luigi Abete, ha approvato il bilancio consolidato di Gruppo e il progetto di bilancio della Capogruppo per il 2003. I risultati conseguiti dal Gruppo Bnl nel 2003 sono caratterizzati dal miglioramento dell’efficienza, dalla tenuta dei ricavi e dal rafforzamento della solidità patrimoniale. La politica di riposizionamento del profilo operativo e di rischio ha determinato da un lato la consistente riduzione del totale degli attivi e delle attività di rischio ponderate (-8,6%), dovuta principalmente al calo degli impieghi sull’estero (-3,4 miliardi; -48,2%), e dall’altro la focalizzazione sul mercato domestico con lo sviluppo degli impieghi nei segmenti delle aziende industriali non finanziarie (+2%) e delle famiglie (+19% considerando le cartolarizzazioni di mutui effettuate). Nell’anno si è puntato a migliorare l’equilibrio finanziario e patrimoniale del Gruppo, affrontando con decisione le criticità, anticipando, rispetto agli obiettivi del Piano Operativo, più adeguati livelli di patrimonializzazione. Il Tier 1 si attesta al 6,21% dal 5,02% del 2002. Questo risultato è stato ottenuto per l’effetto congiunto della riduzione degli attivi ponderati (-5,8 miliardi) e per l’aumento del patrimonio, in particolare accresciuto con la rivalutazione del patrimonio immobiliare. La raccolta complessiva da clienti rimane stabile (+0,5%) a seguito del calo della componente estera della raccolta diretta (-1,7 miliardi), ampiamente compensato dall’incremento dei depositi delle famiglie (+9,2%) della raccolta amministrata (+2,2%) e del risparmio gestito (+5,5%). Per fronteggiare l’accresciuta rischiosità del mercato creditizio e a salvaguardia della redditività futura, si è voluto adottare una politica di bilancio fortemente prudenziale che ha comportato, soprattutto nel quarto trimestre, maggiori rettifiche nette e accantonamenti su crediti. Il coefficiente di copertura dei crediti problematici (sofferenze + incagli) sale al 45,6% dal 41,2% del 2002. La copertura dei rischi Parmalat/hit-parmatour è stata portata al 77% con una esposizione netta residua di 34 milioni. Il conto economico consolidato evidenzia una sostanziale tenuta del margine d’intermediazione (+0,4%) e una forte riduzione dei costi in tutte le loro componenti (-4,7%) che hanno determinato un significativo miglioramento del risultato operativo (+10,4%). L’esercizio 2003 chiude con un utile netto consolidato di 141 milioni di euro,+55% rispetto ai 91 di fine 2002, dopo aver scontato accantonamenti e rettifiche nette per 805 milioni e aver azzerato il valore a bilancio della partecipazione in Albacom Spa (con un impatto di 163 milioni). A questo risultato hanno concorso recuperi su rischio Argentina per 218 milioni rinvenienti dalle società del Gruppo in Argentina e 149 milioni di oneri straordinari sostenuti per gli esodi del personale. Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2003, come lo scorso anno e per le altre rendicontazioni periodiche del 2003, è stato predisposto deconsolidando le società controllate, facenti capo alla holding company Bnl Inversiones Argentinas Sa. L’esclusione si è resa ancora una volta necessaria per l’impossibilità, che tuttora permane, di ricevere dalla partecipata il pertinente flusso contabile dotato di un sufficiente grado di attendibilità. Inoltre, rispetto a fine 2002, sono state escluse dall’area di consolidamento Banca Bnl Investimenti, in funzione della sua prossima cessione e Banca Nazionale del Lavoro S.a. – Montevideo, in liquidazione. L’utile della Capogruppo è pari a 116 milioni di euro, +111% sul 2002. Il Cda proporrà pertanto all’Assemblea degli Azionisti l’assegnazione di 114,6 milioni di euro a riserve e di 963 mila a dividendi da attribuire per il 2003 alle sole azioni di risparmio (0,0415 euro, pari all’8,30% del valore nominale), in pagamento a partire dal 27 maggio 2004 (stacco cedola il 24 maggio). Il Cda inoltre, come stabilito nella riunione dell’11 novembre scorso, proporrà la distribuzione gratuita di azioni proprie in portafoglio - a valere sulla riserva impegnata - ai soci ordinari e di risparmio in ragione di una azione ordinaria ogni 64 possedute. L’assemblea Ordinaria degli azionisti è stata convocata per il 28 aprile prossimo alle ore 9,30 in prima convocazione e il 30 aprile alle 9,30 in seconda convocazione. Il Cda inoltre, a supporto del 2^ ciclo (2004) del Piano di Stock Option 2003-2005 destinato al management, ha deliberato di aumentare il capitale a pagamento mediante l’emissione di un numero massimo di 16.500.000 azioni ordinarie a fronte dell’esercizio dei diritti di sottoscrizione, in ragione di un’azione per ciascun diritto, assegnati a personale in servizio di Bnl Spa e di società del Gruppo, secondo i criteri stabiliti dal Cda stesso. Le opzioni potranno essere esercitate pro-quota a partire dal 2006 e non oltre il 2010. Ai sensi dell’articolo 2439, secondo comma del codice civile, il capitale si intenderà aumentato di un importo pari al valore nominale delle azioni sottoscritte entro tale data. L’assemblea Straordinaria, convocata nei giorni 28, 29 e 30 aprile prossimi alle ore 9,30 rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione, sarà chiamata infine a deliberare: un aumento di capitale a titolo gratuito pari a 486.733.759,38 euro (da 1.106.213.089,50 euro a 1.592.946.848,88 euro) mediante parziale utilizzo della riserva di rivalutazione ex lege 350/2003 con aumento del valore nominale delle azioni ordinarie e di risparmio da 0,50 a 0,72 euro. La fusione per incorporazione di Coopercredito Spa; le modifiche ad alcuni articoli dello Statuto per rinnovare le deleghe già conferite al Cda per operazioni sul capitale nonché per recepire le norme del nuovo diritto societario e per introdurre maggiori flessibilità nell’attuale corporate governance. Il rinnovo per ulteriori 18 mesi del fondo acquisto azioni proprie per circa 100 milioni di euro, nonché le relative modalità di compravendita. Nella seduta il Cda ha attribuito la responsabilità della Direzione Finanziaria a Demetrio Mauro. A tale Direzione - istituita nel luglio scorso con la mission di presidiare in modo integrato l’allocazione del capitale e il controllo delle performance economico-finanziarie, unificando la responsabilità e le leve operative per l’ottimizzazione della struttura finanziaria e l’allocazione del capitale proprio - fanno capo le attività di pianificazione, bilancio, tesoreria e relazioni con gli investitori. Inoltre il Cda ha nominato responsabile della Direzione Risorse Umane Stefano Libotte, attuale direttore dell’area Territoriale Emilia-romagna. Il Cda ha infine deliberato la costituzione di una società per lo sviluppo dell’attività di Consumer Lending in Italia, denominata Advera Spa, in joint venture con Bbva il cui accordo è stato firmato oggi. Come già comunicato in una nota dell’11 novembre 2003, Bnl partecipa con una quota del 50% - paritetica a quella del gruppo spagnolo - con un conferimento di 2,5 milioni di euro. Il perfezionamento dell’operazione rimane comunque subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni prescritte. Al fine di fornire un’informativa più completa sui risultati conseguiti nel periodo si allegano la sintesi e i prospetti relativi al conto economico e ai dati patrimoniali della Banca e del Gruppo.  
   
   
“BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA S.P.A.” APPROVA IL PROGETTO DI BILANCIO INDIVIDUALE E DI BILANCIO CONSOLIDATO AL 31 DICEMBRE 2003 RACCOLTA DIRETTA € 3.264,5 MILIONI (+ 16,3%)  
 
Desio, 17 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Desio e della Brianza S.p.a., riunitosi in data 16 marzo 2004, ha approvato il Progetto di Bilancio Individuale e di Bilancio Consolidato al 31 dicembre 2003. Le verifiche da parte della Società di Revisione sono in corso di completamento. I Principali Dati Del Progetto Di Bilancio Della Capogruppo Il bilancio ha evidenziato un utile netto da ripartire di € 17,1 milioni (+ 8,0% rispetto all’anno precedente) che unitamente alla quota di utili destinata al fondo per rischi bancari generali di € 14,0 milioni (ex € 9,0 milioni) porta il risultato netto del periodo ad € 31,1 milioni (+ 25,3%). Il R.o.e. È attestato al 11,9%. Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea, prevista per il giorno 29 aprile 2004 in prima convocazione, e per il giorno 30 in seconda convocazione, un dividendo di € 0,075 (contro 0,068 nel precedente esercizio) per ogni azione ordinaria e di € 0,090 per ogni azione di risparmio (contro 0,082). Il pay-out sull’utile da ripartire (al lordo dell’accantonamento al fondo rischi bancari generali) si attesta al 32,08%. Le relative date di “stacco” e di pagamento sono state individuate rispettivamente nel 3 maggio 2004 e nel 6 maggio 2004. L’organico al 31 dicembre 2003 ha raggiunto le 1.099 unità, con una rete periferica articolata su 81 filiali, contro le 1.040 unità e le 78 filiali dell’anno precedente (per un confronto omogeneo i dati 2002 escludono le 57 risorse ed i 5 sportelli di Banco Desio conferiti alla neo costituita Banco Desio Lazio S.p.a.). I Principali Dati Del Bilancio Consolidato L’utile d’esercizio ammonta ad € 20,1 milioni (+ 40,8% rispetto al precedente esercizio). Unitamente agli accantonamenti al fondo rischi bancari generali pari ad € 14,0 milioni, il risultato netto del periodo ammonta ad € 35,0 milioni (+ 48,3%). Il R.o.e. È del 13,3% Al 31 dicembre 2003 l’organico del Gruppo è costituito da 1.265 risorse a fronte delle 1.186 dell’anno precedente. La struttura distributiva è articolata in 91 sportelli, localizzati in Lombardia, Piemonte, Toscana e Lazio. In un contesto economico generale non ancora allineato con le aspettative di una ripresa più marcata, è proseguito il piano di sviluppo strutturale e dimensionale del Gruppo Banco Desio con risultati positivi sia sotto il profilo patrimoniale che economico. I costanti investimenti effettuati e l’ampliamento della base di clientela hanno favorito lo sviluppo delle relazioni e la crescita sia dell’attività creditizia sia dell’attività di intermediazione, con positivi ritorni reddituali .  
   
   
GRUPPO BANCARIO CREDITO VALTELLINESE: APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO CONSOLIDATO AL 31.12.2003 UTILE NETTO + 6,8%; SERVIZI BANCARI ON LINE: SUPERATI I 150.000 CLIENTI DIVIDENDO DELLA CAPOGRUPPO CREDITO VALTELLINESE 0,40 EURO, PARI AD UN RENDIMENTO DEL 4,68%  
 
Sondrio, 17 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Valtellinese Scarl, capogruppo dell'omonimo Gruppo bancario, ieri ha esaminato e approvato i progetti al 31.12.2003 del bilancio consolidato e del bilancio individuale della Banca. L'esercizio 2003 del Gruppo Credito Valtellinese registra un'evoluzione positiva di tutti i principali aggregati patrimoniali ed economici, con un sensibile incremento delle masse gestite e dei ricavi. I risultati gestionali evidenziano: la crescita del 10,7 % della raccolta diretta, del 10,9% della raccolta indiretta e del 11,5% degli impieghi clienti; un utile ordinario di 65 milioni di euro (+2,9%) ed un utile netto di 15,8 milioni di euro (+ 6,8%); la razionalizzazione e il potenziamento della rete distributiva (308 sportelli); il superamento del traguardo dei 150.000 clienti dei servizi internet della linea Banc@perta. Nel corso dell'anno, le iniziative intraprese si sono complessivamente indirizzate a potenziare le capacità di offerta alla clientela, secondo il consolidato approccio multicanale, che mira ad abbinare il capillare presidio fisico dei territori serviti con la forte propensione all'innovazione di prodotto e di processo. La raccolta diretta da clientela ammonta a fine esercizio a 8.699,8 milioni di euro, mentre la raccolta indiretta si è attestata a 9.426,3 milioni di euro, dei quali 4. 648 milioni riferiti al risparmio amministrato (+ 5,5%), 3.912,1 milioni al risparmio gestito (+ 13,8%) e 866,2 milioni al risparmio assicurativo (+ 33,1%). La raccolta globale raggiunge quindi i 18.126,1 milioni di euro, in aumento di 1.769,5 milioni di euro rispetto all'esercizio precedente (+10,8%). A fronte del richiamato incremento dei mezzi amministrati, l'attività di impiego - come sempre rivolta prevalentemente alle piccole e medie imprese e alle famiglie - ha registrato una crescita dell'11,5%, con conseguente passaggio dei crediti verso la clientela da 6.664,5 milioni a 7.432,6 milioni di euro. Sotto il profilo economico, la positiva dinamica dei volumi di intermediazione ha portato il margine di interesse a 250,7 milioni di euro, in aumento del 1,4% rispetto ai 247,2 milioni di euro dell'esercizio precedente. Il margine da servizi, dato dalla sommatoria delle commissioni nette e degli altri proventi netti, registra un aumento del 9,9%, attestandosi a 170,7 milioni di euro a fronte dei 155,3 milioni di euro del 31.12.2002, mentre il margine da operazioni finanziarie ammonta a 13,8 milioni di euro (+11,6%). Per effetto degli andamenti sopra descritti, il margine di intermediazione risulta pari a 444,7 milioni di euro, in aumento del 3,8 % rispetto ai 428,3 milioni di euro dell'esercizio 2002. I costi di gestione crescono su base annua del 2,4%, raggiungendo i 340,6 milioni di euro. Nel dettaglio, i costi del personale passano da 168 milioni a 174,2 milioni di euro (+ 3,7%), a fronte dell'ampliamento dell'organico che a fine esercizio si attesta a 3.000 unità; le altre spese amministrative si incrementano dello 0,7%, attestandosi a 118,2 milioni di euro; le rettifiche su immobilizzazioni materiali e immateriali si rappresentano in 48,1 milioni di euro (+ 2,1%). A conferma dell'attenzione riservata alla dinamicità dei costi e dei ricavi di gestione, il rapporto tra le spese amministrative e il margine di intermediazione segna un miglioramento passando dal 77,6% dell'esercizio 2002 al 76,6%. Il risultato lordo di gestione ammonta a 104,2 milioni di euro,in crescita del 8,8% rispetto ai 95,7 milioni di euro del passato esercizio. Le rettifiche nette e gli accantonamenti assommano a 39,2 milioni di euro (32,9 dei quali relativi a rettifiche nette di valore su crediti), con un aumento su base annua del 20,2%. L'attività straordinaria evidenzia un risultato positivo di 1 milione di euro, rispetto ad un risultato negativo di 0,5 milioni di euro del 2002; l'utile lordo dell'esercizio 2003 si attesta quindi a 66 milioni di euro (+ 5,3% rispetto ai 62,7 milioni del 2002). Dopo aver contabilizzato imposte per 43,6 milioni di euro, utili di pertinenza di terzi per 4,5 milioni di euro e variazioni in aumento del fondo rischi bancari generali per 2 milioni di euro, si giunge ad un utile netto consolidato i 15,8 milioni di euro, in crescita del 6,8% rispetto al precedente esercizio. Credito Valtellinese: Positiva Dinamica Delle Masse Intermediate E Degli Indicatori Economici Raccolta Diretta + 11,5%; Impieghi + 9,9%; Utile Netto + 21,7%; Dividendo 0,40 Euro, Pari A Un Rendimento Medio Annuo Del 4,68%. La capogruppo Credito Valtellinese archivia un 2003 all'insegna di un armonico e significativo sviluppo in termini commerciali, economici e reddituali, come attestato dai seguenti dati di sintesi: utile netto di esercizio in crescita del 21,7% rispetto all'esercizio precedente; raccolta diretta e impieghi in aumento, rispettivamente dell'11,5% e del 9,9%; raccolta indiretta in espansione del 9,2%; oltre 45.000 utenti della linea Banc@perta (+22%) La raccolta diretta raggiunge i 3.401,2 milioni di euro, a fronte dei 3.051,2 milioni di euro del passato esercizio (+ 11,5%). La raccolta indiretta passa da 3.299,1 milioni di euro a 3.601,4 milioni di euro, registrando un incremento pari al 9,2%; l'aggregato risulta composto per il 50,5% dal risparmio amministrato, per il 39,3% dal risparmio gestito e per il restante 10,2% dal risparmio assicurativo. Il totale dei mezzi finanziari raccolti dalla Banca si attesta a 7.002,6 milioni di euro, con un significativo incremento (+10,3%) rispetto ai 6.350,3 milioni di euro del 2002. Sotto il profilo degli impieghi, l'ammontare complessivo dei crediti alla clientela raggiunge i 2.955,4 milioni di euro, in aumento su base annua del 9,9%. Il rapporto tra sofferenze nette ed impieghi netti si posiziona allo 0,4%,anche grazie all'avvenuta cessione pro-soluto alla Cassa San Giacomo Spa (banca del Gruppo specializzata nella gestione del contenzioso) di sofferenze nette per 41,2 milioni. L'analisi dei risultati economici evidenzia l'attestarsi del margine di interesse a 87,9 milioni di euro (+3,9%), mentre il margine da servizi (frutto della somma delle commissioni nette e degli altri proventi netti) raggiunge i 43,9 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto al 2002. Il margine di intermediazione (sommatoria del margine di interesse con il margine da servizi, i dividendi incassati e i profitti netti da operazioni finanziarie) ammonta a 168,6 milioni di euro, in aumento del 8,9% . Nell'esercizio 2003 il totale delle spese amministrative nette assomma a 91,3 milioni di euro (+ 8,9%), anche per effetto dell'espansione della rete territoriale. In particolare, i costi per il personale, comprensivi delle spese dei collaboratori in comando presso la Banca e al netto dei recuperi del personale comandato presso altre società, si accrescono del 6,9%, attestandosi a 41,8 milioni di euro, mentre le altre spese amministrative si incrementano del 10,7%. Il rapporto tra i costi di gestione e il margine di intermediazione si mantiene comunque stabile al 58,4%, a dimostrazione dell'armoniosa e correlata dinamicità dei costi e dei ricavi. Sulla base dei valori sopra indicati, il risultato lordo di gestione si posiziona a 70,1 milioni di euro, in aumento del 9,8% rispetto al dato del 2002. Dopo aver effettuato accantonamenti e rettifiche per 12,2 milioni di euro (sostanzialmente in linea con l'esercizio precedente), l'utile delle attività ordinarie raggiunge quota 57,8 milioni di euro,segnando un incremento del 15,8%. Il risultato dell'attività straordinaria contribuisce al risultato di esercizio con un apporto positivo di 1,6 milioni di euro. Dedotte le imposte di competenza per un importo pari a 27,3 milioni di euro, si perviene ad un utile netto di esercizio pari a 32,1 milioni di euro, in crescita del 21,7% rispetto allo scorso esercizio. Il Consiglio di Amministrazione ha approvato una proposta di riparto dell'utile dell'esercizio che, dopo l'assegnazione a riserve per 9,4 milioni di euro circa e a Fondo Beneficenza per euro 800.000, prevede l'assegnazione di un dividendo di 0,40 euro per azione, pari a quello del passato esercizio ma rapportato ad un numero maggiore di azioni (54.577.884 rispetto alle 51.418.213 che costituivano il capitale al 31.12.2002); il rendimento sulla quotazione media di borsa non rettificata del 2003 è pari al 4,68%. L'assemblea dei Soci, convocata anche in sede straordinaria per modifiche allo statuto sociale, è prevista per il giorno 17 aprile 2004. La data di stacco cedola è fissata per il 26 aprile 2004, mentre la data di pagamento del dividendo sarà il 29 aprile 2004.  
   
   
BANCA POPOLARE DI INTRA: BILANCIO E CONSOLIDATO AL 31.12.2003  
 
Verbania - Intra, 17 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra ha approvato ieri i progetti di Bilancio civilistico e consolidato al 31.12.2003 che saranno sottoposti all’Assemblea dei Soci, già convocata per il 17-18 aprile prossimi. I risultati del Bilancio 2003 non si discostano sostanzialmente dai dati della Iv° Trimestrale consolidata al 31.12.2003, comunicati al mercato il 12 febbraio 2004, confermando quindi il positivo andamento della Banca e del Gruppo. 1. Andamento e risultati del Gruppo A livello patrimoniale le masse intermediate dal Gruppo hanno mostrato nell’intero 2003 una positiva evoluzione: gli impieghi alla clientela sono saliti da € 3.208 milioni di fine 2002 a € 3.702,6 milioni, con uno sviluppo del 15,4%; in tale ambito è da sottolineare che il complesso dei crediti dubbi è diminuito del 11,2% a € 217,2 milioni (da € 244,5 milioni del 31.12.2002), mentre il rapporto sofferenze nette/impieghi netti è rimasto pressoché invariato sui livelli di fine 2002 (2,2%, contro il precedente 2,3%); la raccolta diretta si è collocata a fine 2003 a € 3.746 milioni, contro € 3.609 milioni del 31.12.2002 (+ 3,8%), mentre la raccolta indiretta è cresciuta del 9,5%, attestandosi a € 3.227 milioni; in tal modo la raccolta complessiva del Gruppo ha sfiorato a fine anno € 7 miliardi, facendo registrare un’espansione del 6,4% rispetto al 31 dicembre dello scorso anno. Anche i principali margini reddituali presentano un sensibile miglioramento rispetto al 2002, in linea con gli obiettivi strategici per quanto concerne la gestione ordinaria: il margine di interesse è salito a € 143,2 milioni da € 122,3 milioni di fine 2002 (+ 17,1%), grazie anche alla sostanziale tenuta dello spread; il margine da servizi, pari a € 62,9 milioni (€ 33,9 milioni al 31.12.2002) è cresciuto di oltre 85%: le commissioni nette sono salite a € 45,9 milioni (+ 10,4% rispetto al 2002), i dividendi e gli altri proventi netti di gestione si sono complessivamente attestati a € 18,4 milioni (+ 21,6% rispetto al dato dello scorso anno depurato dai proventi straordinari di € 16,3 milioni derivanti dalla cartolarizzazione dei mutui della Capogruppo); il margine di intermediazione ha raggiunto € 206,2 milioni (+ 32%); l’attenuazione della crescita delle spese amministrative del Gruppo (+ 5,3%), nonostante i costi relativi alle nuove aperture, ha consentito una forte riduzione del cost/income, dal 80,1% di fine 2002 al 63,5%; in virtù delle dinamiche sopra descritte, il risultato lordo di gestione è cresciuto del 142%, attestandosi a € 75,2 milioni; le rettifiche nette su crediti e gli accantonamenti per garanzie e impegni sono sostanzialmente stabili rispetto al 31.12.2002 (€ 31,5 milioni)); gli accantonamenti per rischi e oneri e le rettifiche nette su immobilizzazioni finanziarie ammontano a € 6,9 milioni, contro € 5,2 milioni di dicembre 2002; l’utile netto d’esercizio del Gruppo, dopo la contabilizzazione di imposte per € 19,7 milioni, è pari a € 16,7 milioni, in netta ripresa rispetto alla perdita di € 0,7 milioni al 31.12.2002. 2. Andamento e risultati della Banca Popolare di Intra L’andamento degli aggregati patrimoniali e dei principali margini reddituali della Capogruppo Banca Popolare di Intra evidenzia analoghe dinamiche di crescita : al 31 dicembre 2003 gli impieghi netti alla clientela si attestano a € 3.262,1 milioni, con una crescita del 13,8% rispetto a fine 2002. La suddivisione territoriale degli impieghi (33,8% nella provincia del Verbano-cusio-ossola, 26,7% in quella di Novara, 39,5% nella province lombarde di Milano, Varese e Como) conferma che la Banca sta gradualmente acquisendo rilevanti quote di mercato anche nelle zone di recente sviluppo. In termini di asset quality, il profilo di rischiosità del portafoglio crediti si è mantenuto su livelli contenuti: l’incidenza delle sofferenze nette sugli impieghi netti è pari a 2,4%, contro 2,5% del 31.12.2002; la raccolta complessiva da clientela è salita del 7,2%, attestandosi a € 6.304 milioni; la raccolta diretta è pari a € 3.509 milioni, contro € 3.412 milioni del 31 dicembre 2002, con una crescita significativa della componente a tempo (prestiti obbligazionari e certificati di deposito: € 1.949 milioni), che aumenta del 16,9% rispetto al 2002 e rappresenta il 55,5% della raccolta diretta; la raccolta indiretta ha beneficiato della graduale ripresa dei mercati finanziari e, a fine dicembre, si è attestata a € 2.794 milioni, facendo registrare una crescita del 13,2%. Nell’ambito dell’aggregato, si evidenzia il positivo sviluppo del risparmio gestito, cresciuto del 13,1% a € 1.009,6 milioni; il margine di interesse (€ 123 milioni) evidenzia una crescita annua del 15%; il margine da servizi si attesta a € 58 milioni, con un progresso di oltre il 96%: le commissioni nette sono salite a € 39,4 milioni (+ 9%, soprattutto grazie ai positivi risultati della bancassicurazione), i dividendi e gli altri proventi netti di gestione si sono complessivamente attestati a € 20 milioni, in crescita del 25,1% rispetto al dato dello scorso anno depurato dai proventi straordinari derivati dalla cartolarizzazione dei mutui (€ 16,3 milioni) . In tale ambito il risultato dell’operatività finanziaria è negativo per € 1,5 milioni (- € 39,3 milioni a fine 2002), a seguito degli interventi sul portafoglio titoli effettuati nell’ultimo trimestre, anche alla luce dell’evoluzione dei mercati, sulla base delle recenti scelte strategiche orientate alla riduzione dei rischi; il margine di intermediazione è salito a € 181 milioni (+ 32,6%); i costi generali sono risultati pari a € 95,8 milioni - di cui € 55,5 milioni relativi alle spese per il personale (€ 52,3 milioni al 31.12.2002) e € 40,3 milioni relativi alle altre spese amministrative (€ 37,3 milioni a fine 2002) - mostrando una crescita complessiva del 7%. Il rapporto cost/income, dopo la contabilizzazione di rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali per € 7,6 milioni, si è ridotto dal 70,6% del 2002 al 57,1%; il risultato lordo di gestione si è attestato a € 77,6 milioni, facendo registrare un aumento del 93% rispetto allo scorso anno; le rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni sono pari a € 35,4 milioni (€ 33 milioni a fine 2002) e, come già evidenziato nella Iv° trimestrale, comprendono un accantonamento generico prudenziale di € 10 milioni a fini di copertura sul portafoglio crediti in bonis. Gli accantonamenti per rischi ed oneri e le rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie ammontano a € 6,8 milioni (€ 11,9 milioni al 31.12.2002); l’utile dalle attività ordinarie si colloca a € 42,4 milioni, contro la perdita di € 0,8 milioni al 31 dicembre 2002; dopo aver contabilizzato proventi straordinari per € 4,6 milioni (€ 10,3 milioni a fine dicembre 2002), oneri straordinari per € 6,4 milioni (€ 1,5 milioni a fine 2002), imposte sul reddito per € 18,1 milioni, l’utile netto è pari a € 22,3 milioni, in sensibile aumento rispetto al 2002 (€ 3,5 milioni), e determina un Roe di circa il 6%. A livello civilistico il patrimonio netto, comprensivo dell’utile netto d’esercizio, ammonta, a fine anno, a € 391,9 milioni (+ 57,3% rispetto a fine 2002), grazie, soprattutto, all’aumento di capitale realizzato nel 2003, consentendo una positiva evoluzione del coefficiente di solvibilità individuale, salito al 12,33%, dal 10,02% del dicembre 2002. Anche i risultati 2003 delle Società del Gruppo confermano quanto già anticipato in occasione dell’approvazione della Iv° Trimestrale : la Banca Popolare di Monza e Brianza, nella quale è confluito a metà anno il ramo aziendale costituito dagli sportelli della Banca Popolare di Sesto San Giovanni (la cui liquidazione è stata conclusa a fine 2003), ha realizzato una crescita del 69,5% degli impieghi netti e ha raddoppiato la raccolta, conseguendo un utile netto di € 1,8 milioni; Intra Private Bank ha incrementato la massa complessiva a € 780 milioni (+16,4%), proseguendo il programmato recupero reddituale con la riduzione della perdita al break even ante ammortamenti (- € 1,6 milioni, rispetto a - € 3,7 milioni del 31.12.2002); in relazione alle controllate parabancarie, Futuro ha incrementato l’utile netto a € 2,9 milioni (+61%), Monza e Brianza Leasing ha ridotto al perdita a € 199 mila, mentre Intrafid registra un risulta positivo di € 94 mila. Per un più approfondito esame, si allegano i prospetti delle bozze del Bilancio 2003, sia civilistico che consolidato, precisando che è in corso la relativa certificazione da parte della Società di revisione. Alla luce dei positivi risultati raggiunti nell’esercizio 2003, il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra ha deliberato di proporre all’Assemblea dei Soci l’assegnazione di un dividendo unitario lordo pari a € 0,20 alle n. 47.299.185 azioni in circolazione, con un monte dividendi complessivo di € 9.459.837. Il dividendo verrà messo in pagamento, come da regolamento della Borsa Italiana Spa, a partire dal 29 aprile 2004 (data stacco cedola 26 aprile 2004). Nei prossimi mesi il Gruppo sarà impegnato nell’ulteriore ampliamento della rete operativa, con nuove aperture entro la fine dell’esercizio in linea con gli obiettivi del Piano Strategico Triennale. La Capogruppo Banca Popolare di Intra, inoltre, proseguirà il programma di rafforzamento patrimoniale avviato nel 2003 con la finalità di mantenere i ratios patrimoniali sugli attuali livelli, dando corso all’emissione di un nuovo prestito obbligazionario subordinato non convertibile di € 50-70 milioni.  
   
   
OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO VOLONTARIA DEI WARRANT BANCA ANTONVENETA SU AZIONI INTERBANCA S.P.A.  
 
Padova, 17 marzo 2004 - Banca Antonveneta rende noto che in data 12 marzo 2004 si è concluso il periodo di durata dell’Offerta Pubblica di Acquisto Volontaria (l’"Offerta") promossa da Banca Antonveneta S.p.a. (l’"Offerente" o "Bapv"), ai sensi dell’art. 102 del D.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, sui Warrant Banca Antonveneta 7,5 x 100 az. Ord It000107361 – cod. Isin It0003466346 (i "Warrant"). Il Documento di Offerta è stato diffuso ai sensi dell’art. 38, comma 2, della delibera Consob n. 11971/99 e successive modificazioni, messo a disposizione presso il sito Internet dell’Offerente www.Antonveneta.it, e pubblicato per estratto in data 5 febbraio 2004 sui quotidiani "Il Sole-24 Ore" e "Mf". Risultano pervenute all’Offerta le seguenti adesioni: Strumenti finanziari oggetto dell’Offerta: Warrant Banca Antonveneta - Codice Isin: It0003466346; n° strumenti finanziari oggetto dell’Offerta: 460.146; n° strumenti finanziari apportati all’Offerta: 313.802; Percentuale sugli strumenti oggetto dell’Offerta: 68,19618%; Corrispettivo unitario: Euro 5,50; Corrispettivo totale dell’Offerta: Euro 1.725.911,00; Data di pagamento: 17 marzo 2004. Pertanto, a chiusura dell’Offerta, rimangono in circolazione n° 146.344 Warrant corrispondenti, se esercitati, a n° 146.344 azioni ordinarie Interbanca S.p.a., rappresentanti lo 0,243% del Capitale sociale della stessa. Le azioni Interbanca sono state revocate dalla quotazione a far data dall’ 11 luglio 2003, a chiusura delle Offerte pubbliche di Acquisto Volontarie e Residuale in seguito alle quali Bapv era venuta a detenere il 99,41% del capitale sociale di Interbanca S.p.a.  
   
   
RICCARDO RICCARDI NOMINATO PRESIDENTE DI BANCA DELLA NUOVA TERRA  
 
 Milano, 17 marzo 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca della Nuova Terra, la banca d’affari controllata da Meliorbanca ma titolare di una licenza bancaria propria e specializzata nell’offerta di servizi bancari e finanziari al settore agro-industriale, ha nominato Riccardo Riccardi presidente della Banca. Riccardo Riccardi, già partner e membro del Comitato Esecutivo di Meliorbanca è anche Presidente di Gallo & C, la società di advisory del Gruppo presieduto da Pier Domenico Gallo. Riccardo Riccardi, romano, laurea in Giurisprudenza, ha iniziato la sua carriera in Bnl dove ha svolto numerosi incarichi fino ad essere nominato Direttore della sede di Milano della partecipata Ifitalia. Nel 1980 approda in Barclays Bank, società nella quale ha ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato e Vice Presidente della holding inglese a capo delle attività bancarie e parabancarie. Nel 1986 diventa Direttore Centrale della holding del Gruppo Gemina, nel quale ha assunto successivamente anche l’incarico di Amministratore Delegato di Gemina Servizi Finanziari (Gesefi), società da lui costituita, leader nella fornitura di outsourcing a società di factoring e di leasing. Nello stesso Gruppo Riccardo Riccardi ha ricoperto anche la carica di Presidente di Gemina Immobiliare. Fra gli altri incarichi svolti, è stato anche Consigliere di Amministrazione di primari istituti bancari come il Mediocredito Centrale di Roma, la Banca Monte Parma di Parma, di imprese e società finanziarie come Fila Holding S.p.a., Bonfiglioli Riduttori, Centrale Fondi e Fondicri. Nel 1996 assume la Vice Presidenza di Gallo & C., del quale era già partner; e nel 1997, insieme a Pier Domenico Gallo e altri soci acquisisce Meliorbanca. Banca della Nuova Terra, costituita nel 2002, risponde alla effettiva domanda di specializzazione del credito essendo un istituto bancario focalizzato nell’erogazione di servizi per la filiera agro-alimentare, con un proprio management indipendente e qualificato. Secondo Riccardo Riccardi, neo Presidente, “ B.n.t. Rappresenta un punto di riferimento e uno strumento innovativo al servizio delle imprese agricole; all’interno del panorama finanziario italiano infatti, Banca della Nuova Terra è l’unica banca d’affari in grado di fornire un’ offerta a 360 gradi di servizi finanziari, dall’advisory al corporate finance all’investment banking per tutti gli imprenditori agricoli, per accompagnarli nei processi di crescita e di sviluppo e valorizzare così le potenzialità che il settore agro-alimentare è in grado di esprimere.”  
   
   
RC AUTO: RISPOSTA ANIA AD AFFERMAZIONI DEMAGOGICHE DI ALCUNE ASSOCIAZIONI DELL’INTESA DEI CONSUMATORI  
 
Roma, 17 marzo 2004 –  Ieri sono stati resi disponibili dall’Istat i dati relativi all’inflazione di febbraio 2004. La crescita sui dodici mesi dei prezzi rc auto è scesa dal 2,2 % in gennaio all’1,5% in febbraio, valore inferiore a quello registrato per l’indice generale dei prezzi di consumo (2,3%). Dallo scorso giugno, dopo la firma del Protocollo d’intesa fra Ministero delle Attività Produttive, Ania e la maggior parte delle Associazioni dei Consumatori, la crescita dei prezzi rc auto è stata dunque pari allo 0,5%. "Rispetto alle dichiarazioni fatte oggi da alcune associazioni dell’Intesa dei Consumatori – ha dichiarato il Presidente dell’Ania Fabio Cerchiai – mi rammarico che ancora una volta ci si voglia sottrarre ad un confronto serio sui numeri e sulle cifre che sono state puntualmente pubblicate questa mattina dall’Ania. I nostri dati sono stati messi a disposizione e sono verificabili da parte di tutti. Alcune associazioni dei consumatori si limitano invece ad affermazioni demagogiche e prive di ogni supporto. Credo che tali associazioni debbano avere più rispetto per gli assicurati e per l’opinione pubblica".  
   
   
GRUPPO GENERALI: SUPERATI GLI OBIETTIVI 2003 DEL PIANO INDUSTRIALE · UTILE CONSOLIDATO IN CRESCITA A 1.015 MLN DA -754 MLN, SUPERIORE AL TARGET DI 931 MLN  
 
 Milano, 17 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali, riunito sotto la presidenza di Antoine Bernheim, ha approvato ieri il bilancio della Capogruppo e il bilancio consolidato dell’esercizio 2003. “Questo è un insieme di risultati eccellenti,” ha dichiarato il Presidente delle Generali Antoine Bernheim. “In questi 12 mesi ci siamo concentrati nell’implementazione del Piano, focalizzandoci sul core business e sull’efficientamento delle strutture. Il management sta battendo gli ambiziosi risultati prefissati. Sul piano dello sviluppo stiamo continuando nell’opera di miglioramento della qualità dei risultati e in quella di consolidamento nei nostri mercati storici, perseguendo inoltre gli obiettivi di crescita nei nuovi mercati dell’Europa orientale e dell’Estremo Oriente, che presentano importanti prospettive. I risultati raggiunti assumono un significato ancor più rilevante soprattutto vedendo che il Gruppo ha saputo superare le sfide del mercato e della concorrenza con performance di assoluto valore.” L’utile netto consolidato al 31 dicembre 2003 è stato pari a 1.015 milioni, contro una perdita di 754 milioni del 2002, superando del 9% il target di 931 milioni fissato per il 2003 nel Piano Industriale triennale. Il raggiungimento di tale risultato è stato principalmente ascrivibile alla positiva gestione tecnica, sia vita che danni, realizzata grazie alle azioni impostate da inizio anno nel quadro delle strategie del Piano. Sul risultato ha altresì inciso il buon andamento della gestione finanziaria che ha beneficiato di maggiori profitti provenienti dall’attività di trading e di minori rettifiche di valore. La gestione tecnica complessiva ha registrato nel 2003 un miglioramento di 843 milioni raggiungendo un saldo positivo pari a 260 milioni (negativo per 583 milioni nell’analogo periodo del 2002), risultato nettamente superiore rispetto all’obiettivo di 123 milioni fissato nel Piano Industriale. In particolare, il risultato tecnico dei rami danni è migliorato di 517 milioni (+37%), portando il saldo a - 876 milioniഊ2 dai -1.393 milioni nel 2002. Il risultato tecnico del ramo vita, positivo per 1.136 milioni (810 milioni nel 2002), ha registrato un miglioramento di 326 milioni (+40%). Tali risultati sono stati raggiunti grazie a una politica di prodotto maggiormente focalizzata sul mercato retail e delle piccole e medie imprese, a una sempre più rigorosa selezione dei rischi, a una mirata azione sui tassi tecnici nonché a un’attenta politica di contenimento dei costi. I premi consolidati del Gruppo sono ammontati a 49,6 miliardi, superando l’obiettivo di 47,9 miliardi di raccolta fissato per il 2003 dal Piano industriale triennale, con una crescita del 5,8% rispetto ai 46,9 miliardi del 2002 (+4,8% a condizioni omogenee per cambi e perimetro). Nei rami danni i premi consolidati sono ammontati a 18,2 miliardi superando l’obiettivo di 18,1 miliardi con un incremento del 2,2% rispetto ai 17,8 miliardi del 2002 (+3,6% a condizioni omogenee). La combined ratio ha registrato un miglioramento di 4,6 punti percentuali attestandosi a 103,3% da 107,9% a fine 2002, superiore all’obiettivo di 104,2% fissato per il 2003 dal Piano Industriale. Il miglioramento è ascrivibile alle politiche sottoscrittive e di contenimento dei costi. La combined ratio si attesta a 101,3% da 107% del 2002 escludendo dal perimetro di calcolo contratti sottoscritti con modalità analoghe a quelle prevalenti nel ramo vita, come sono i rami malattia in Germania e le complementari vita in Francia. Nel ramo vita, la raccolta complessiva è cresciuta del 7,9% (+5,6% a condizioni omogenee) dai 29,1 miliardi del 2002 raggiungendo i 31,4 miliardi, al di sopra dei 29,8 miliardi del target 2003. La raccolta della nuova produzione ha registrato una crescita del 24,4% raggiungendo i 15,9 miliardi (12,7 miliardi a fine 2002). L’incidenza dei costi sui premi è ulteriormente migliorata attestandosi al 16,9%, rispetto al 17,3% di fine 2002 soprattutto per effetto delle operazioni di razionalizzazione delle strutture operative del Gruppo. L’incidenza delle spese di amministrazione è scesa al 4,3% dal 4,6% e quella delle spese di acquisizione al 12,6% dal 12,7% dell’esercizio 2002. Il risultato della gestione finanziaria e patrimoniale è migliorato del 55% passando a 9.925 milioni da 6.408 milioni a fine 2002. Le plusvalenze latenti sul portafoglio titoli sono ammontate a 6.980 milioni (5.531 milioni a fine 2002). Il deciso miglioramento della componente tecnica e il buon andamento della gestione finanziaria hanno determinato la forte crescita del risultato dell’attività ordinaria che è salito a 1.790 milioni da 50,6 milioni dell’esercizio 2002. Il saldo dell’attività straordinaria è stato positivo per 205 milioni contro una perdita di 384 milioni nel 2002. La Capogruppo ha registrato una crescita dell’utile di esercizio che si è attestato a 550 milioni dai 206 milioni del 2002. Il miglioramento del risultato dell’attività ordinaria a 668 milioni da 431 milioni è stato determinato soprattutto dagli utili della gestione tecnica. Il dividendo unitario proposto per l’esercizio 2003 è di 0,33 euro per azione, rispetto a 0,28 euro nel 2002 con un incremento unitario del 17,9%. L’erogazione complessiva sarà di 421 milioni (357 milioni nel 2002). Il dividendo sarà in pagamento dal 27 maggio, con stacco cedola a partire dal 24 maggio. Q Bilancio Consolidato Di Gruppo Riflette la situazione patrimoniale e il conto economico di 191 società di cui 118 compagnie di assicurazione.ഊ3 La gestione assicurativa I premi consolidati hanno raggiunto 49.603 milioni con una crescita del 5,8% (4,8% a termini omogenei) rispetto ai 46.894 miliardi dell’esercizio precedente. I Paesi dell’Unione Europea hanno contribuito alla raccolta complessiva per il 92% (tra cui l’Italia per il 39,6%, la Germania per il 24,6%, la Francia per il 16,2%). I premi vita, che rappresentano il 63% della raccolta complessiva, si sono attestati a 31.435 milioni con una crescita del 7,9% (+5,6% a condizioni omogenee) rispetto ai 29.125 miliardi dell’esercizio precedente; nei rami danni la raccolta è stata di 18.168 milioni con un incremento del +2,2% (+3,6% a condizioni omogenee) rispetto ai 17.769 miliardi del 2002. I premi del lavoro diretto sono stati pari a 48.581 milioni (+5,5% a condizioni omogenee), di cui 31.036 milioni (+5,8% a condizioni omogenee) nel ramo vita e 17.544 milioni (+5% a condizioni omogenee) nei rami danni. Il rapporto sinistri a premi nei rami danni, al netto della riassicurazione, è migliorato attestandosi a 76,8% rispetto all’81,1% del 2002. La combined ratio è migliorata a 103,3% da 107,9%. Le riserve tecniche nette, vita e danni, sono ammontate a 223.520 milioni (199.141 milioni a fine 2002); Nei rami danni il rapporto delle riserve tecniche sui premi ha registrato un aumento dal 176,9% al 184,5%. Mercato italiano Per quanto riguarda l’andamento in Italia, principale mercato di operatività del Gruppo, si è registrata una crescita dei premi pari al 18,8% (10,2% a condizioni omogenee) che ha determinato l’incremento delle quote di mercato del Gruppo sia nel ramo vita al 22,1% dal 20,2% sia nei rami danni al 16,4% dal 16,3%. Complessivamente la quota di mercato del Gruppo in Italia è salita al 20,1% dal 18,8%. Nei rami danni la raccolta, pari a 5.389 milioni, ha registrato una crescita del 6,5% (+6,7% a condizioni omogenee) rispetto ai 5.062 milioni del 2002; la combined ratio è migliorata passando a 100,3% da 104,1% dell’esercizio precedente, nonostante la presenza di aree di attività non ancora in linea con la redditività della Capogruppo. Nel ramo vita i premi, pari a 13.868 milioni, hanno evidenziato una crescita del 24,7% che include gli effetti delle operazioni di razionalizzazione dell’attività di banca assicurazione con il Gruppo Intesa rispetto ai 11.117 milioni del 2002 (+12% a condizioni omogenee). La raccolta della nuova produzione delle reti tradizionali ha registrato uno sviluppo del 24,7% e quella della rete dei promotori finanziari del 34,3%, superiore al mercato. Mercati esteri Nei mercati esteri il volume dei premi è ammontato a 30,3 miliardi registrando una crescita del 1,3% a condizioni omogenee, pienamente in linea con gli obiettivi fissati nel Piano Industriale. Nel vita, la raccolta è stata pari a 17,5 miliardi (+0,5% a condizioni omogenee), nei rami danni è stata pari a 12,7 miliardi (+2,4% a condizioni omogenee). L’azione del Gruppo è stata improntata a un più incisivo recupero di redditività rispetto all’espansione dei volumi. In tal senso, in tutti i principali territori esteri di operatività, è stata perseguita con vigore una marcata azione di selezione dei rischi e di abbandono di contratti con una redditività non in linea con gli obiettivi fissati. Nei rami danni è stato conseguito un netto miglioramento della combined ratio passata a 103,6% da 108%. Tale indice si attesta a 100,3% da 106,7% del 2002 escludendo dal perimetro di calcolo contratti sottoscritti con modalità analoghe a quelle prevalenti nel ramo vita, come sono i rami malattia inഊ4 Germania e le complementari vita in Francia. In particolare, in Germania e in Austria sono stati ottenuti marcati progressi con riduzioni della combined ratio rispettivamente di 11 punti percentuali a 100,8% e di 9 punti percentuali a 103,8%. Nel ramo vita l’innovazione di prodotto, la revisione dei tassi di partecipazione agli utili associata alle varie azioni di efficientamento adottate, ha condotto ad una significativo incremento dei margini. Ø La gestione patrimoniale e finanziaria La politica di investimento degli attivi del Gruppo è stata orientata nell’esercizio 2003 verso investimenti in titoli obbligazionari emessi dallo stato e da società private ad elevato rating, riducendo leggermente durante la fase finale dell’esercizio l’esposizione azionaria, che rappresentava a fine 2003 il 7,5% rispetto al totale degli investimenti esclusi quelli il cui rischio è a carico degli assicurati (8,5% a fine 2002). Al 31 dicembre 2003, gli investimenti complessivi sono ammontati a 230.088 milioni. In particolare, gli investimenti, esclusi quelli il cui rischio è a carico degli assicurati, sono saliti a 199.347 milioni da 181.644 milioni a fine 2002. Nell’ambito della composizione di tali investimenti, quelli a reddito fisso rappresentavano il 79,3%, le azioni il 7,5% e gli immobili il 6%. I redditi ordinari netti da investimenti hanno raggiunto 8.854 milioni con una crescita del 1,2% rispetto al precedente esercizio (8.749 milioni nel 2002). I profitti netti da attività di trading sono ammontati a 1.641 milioni rispetto a 1.588 milioni nel 2002. Le minusvalenze nette da valutazione e gli ammortamenti sono stati pari a 569 milioni in significativa riduzione rispetto ai 3.929 milioni a fine 2002. Le plusvalenze latenti sul portafoglio titoli e gli altri investimenti finanziari sono ammontati a fine anno a 6.980 milioni (5.531 milioni a fine 2002). L’indebitamento del Gruppo è sceso a 7.556 milioni (8.194 milioni alla fine del 2002) di cui 4.073 milioni relativi a prestiti obbligazionari e 3.484 milioni relativi ad altri finanziamenti. Piano Industriale 2003- 2005: principali operazioni realizzate A inizio 2003 il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Piano Industriale per il triennio 2003-2005, che punta all’affermazione del Gruppo Generali tra i leader europei in termini di redditività, attraverso la focalizzazione sull’attività assicurativa nei segmenti persone e piccole imprese, facendo leva su una strategia commerciale basata su una pluralità di marchi e canali distributivi. In questo quadro, le Generali hanno inoltre proseguito il rafforzamento del posizionamento strategico sui mercati chiave nell’Europa continentale, perseguendo una chiara strategia di sviluppo geografico nei mercati caratterizzati da un elevato potenziale di crescita, quali l’Est Europa e l’Estremo Oriente. Tra le principali operazioni realizzate vanno evidenziate: in Italia l’accordo concluso con Banca Intesa, a seguito del quale sono state concentrate in Intesa Vita – società controllata da Generali tramite Alleanza e partecipata da Banca Intesa - le attività di banca assicurazione dei due Gruppi. La nuova compagnia conta su una rete distributiva di 3.000 sportelli bancari e con un volume premi di 4 miliardi si colloca tra i primi operatori nel mercato italiano. Nell’ambito della medesima strategia Assicurazioni Generali ha acquisito da Alleanza l’intero capitale della controllata La Venezia, i cui prodotti assicurativi sono collocati dalla rete di Banca Generali. Generali ha inoltre concluso l’accordo con il Gruppo Intesa per l’acquisizione del ramo d’azienda di Banca Primavera conferito a Banca Generali, che per effetto di questa operazione si colloca tra i leader nel mercato dei Personal Financial Services con oltre 5.000 consulenti - prima rete di promotori in Italia -, 14,5 miliardi di attivi gestiti e 1,5 miliardi di raccolta diretta.ഊ5 In Francia sono state concluse le acquisizioni del Gruppo Le Continent e del portafoglio assicurativo retail di Zurich, operazioni che hanno rafforzato il posizionamento di Generali tra i leader del mercato con una quota passata al 6,2% nei rami danni e al 6,9% nel ramo vita. Con l’ingresso di 600 nuovi agenti, il Gruppo ha potenziato la propria capacità distributiva e può ora contare su 1.350 agenti mono-mandatari che rappresentano la terza rete di vendita in esclusiva in Francia. Nell’est Europa è proseguita l’azione di rafforzamento della presenza del Gruppo attraverso l’integrazione delle attività ex Zurich e la costituzione di una compagnia danni in Croazia. In Cina, Generali China Life, operativa dal 2002 con una propria rete agenziale, ha avviato anche l’attività di banca assicurazione con l’Agricultural Bank of China - quarto istituto di credito del Paese - ed altre due importanti banche locali. Il buon avvio dell’attività ha consentito a Generali China Life di raggiungere, a fine 2003, un portafoglio di oltre 50 mila contratti attraverso una forza vendita di circa 1.300 agenti esclusivi. Nei primi mesi del 2004 Generali China Life ha ottenuto la licenza per operare a Pechino, entrando a far parte del ristrettissimo novero di assicuratori stranieri ammessi ad operare nella capitale del Paese. Negli Stati Uniti è stata completata la vendita del portafoglio del lavoro diretto della controllata Bma, che per dimensioni e potenzialità non rivestiva più importanza strategica per il Gruppo. Bilancio Della Capogruppo La gestione assicurativa La raccolta premi complessiva è ammontata a 5.585 milioni con un incremento pari al 5,6% (+7,3% a condizioni omogenee) rispetto ai 5.290 milioni dell’esercizio 2002, di cui 3.721 milioni sottoscritti in Italia e 1.864 milioni nei mercati esteri. I premi del lavoro diretto sono ammontati a 2.905 milioni in crescita del 6,5% (+7,9% a condizioni omogenee), quelli del lavoro indiretto a 2.680 milioni con un incremento del 4,6% (+6,7% a condizioni omogenee). Nei rami danni, in particolare, la raccolta premi ha registrato un incremento del 9,7% a condizioni omogenee, raggiungendo i 3.786 milioni (3.511 milioni nel 2002). I premi del lavoro diretto sono stati pari a 2.830 milioni con una crescita del 7,9% a condizioni omogenee. In particolare, i premi del lavoro diretto sottoscritto in Italia hanno raggiunto 2.538 milioni con un incremento dell’8,4% a condizioni omogenee. La combined ratio è migliorata passando a 103% da 108,9% nel 2002 (a 92% da 99,6% per il lavoro diretto sottoscritto in Italia). Il rapporto sinistri a premi, al netto della riassicurazione, è sceso al 78,3% dall’81,8% del 2002; nel lavoro diretto sottoscritto in Italia il medesimo rapporto è passato al 68,1% dal 74,7%. L’incidenza dei costi complessivi sui premi ha mostrato un’ulteriore contrazione passando al 22,2% dal 24,1% di fine 2002, confermando l’andamento positivo degli ultimi esercizi. Il saldo tecnico netto della gestione assicurativa ha evidenziato un utile di 529 milioni, superiore di 131 milioni rispetto ai 398 milioni del precedente esercizio. Le riserve tecniche nette vita e danni sono ammontate complessivamente a 17.760 milioni (17.170 nel 2002). La gestione patrimoniale e finanziariaഊ6 Gli investimenti hanno raggiunto 30.107 milioni in crescita del 4,3% rispetto ai 29.177 milioni del precedente esercizio; i relativi redditi netti sono ammontati a 1.484 milioni (1.828 milioni nel 2002). L’attività di negoziazione titoli ha registrato utili per 28,5 milioni, contro una perdita di 25,4 milioni nel 2002; i profitti derivanti dall’alienazione di attivi immobilizzati sono stati pari a 145,3 milioni (55,7 milioni nel 2002), di cui 138,5 milioni relativi al conferimento della partecipazione in Assiba a Intesa Vita. Le minusvalenze da valutazione titoli al netto delle riprese di valore sono diminuite a 141 milioni (356 milioni nel 2002). Il portafoglio titoli a fine 2003 ha evidenziato plusvalenze latenti pari a 5.609 milioni (4.832 milioni nel 2002). Il patrimonio netto, incluso l’utile dell’esercizio, è salito a 7.987 milioni, con un incremento di 193 milioni rispetto ai 7.795 milioni di fine 2002. L’eccedenza rispetto al fabbisogno di copertura del margine di solvibilità è di 6.354 milioni (6.035 nel 2002). Il Consiglio di Amministrazione ha infine convocato, per i giorni 19-22-24 aprile 2004 l’assemblea degli Azionisti per deliberare sul seguente ordine del giorno: · in sede ordinaria: approvazione del Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2003 e nomina del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2004/2006. · in sede straordinaria: modifica degli articoli 14, 16, 31, 32, 33, 34, 35, 38, 39, 42 e 43 dello Statuto sociale. Per quanto concerne la parte straordinaria, le proposte perseguono due obiettivi fondamentali: 1. Ridefinire la disciplina delle nomine delle cariche sociali di vertice (artt. 32, 33, 34, 38). 2. Adeguare alcune clausole statutarie alla riforma del diritto societario, introdotta dal decreto legislativo del 17 gennaio 2003, n. 6 (artt. 14, 16, 31 e 35), cogliendo pure alcune ulteriori flessibilità gestionali (artt. 42 e 43).  
   
   
PMI EUROPE APRE A MILANO LA PRIMA SEDE ITALIANA E NOMINA COUNTRY MANAGER GIULIANO GIOVANNETTI L’UFFICIO MILANESE È IL PRIMO DI PMI EUROPE NELL’EUROPA CONTINENTALE  
 
Milano, 17 marzo 2004 - Pmi Europe, società del Gruppo Pmi specializzata nelle assicurazioni dei mutui ipotecari e nella valorizzazione del credito, annuncia l’apertura a Milano della sua prima sede italiana. Country manager per l’Italia di Pmi Europe è stato nominato Giuliano Giovannetti, che avrà il compito di guidare la nuova sede (che sarà operativa appena completate le procedure di autorizzazione presso le autorità competenti) e di accrescere il portafoglio clienti della società curando la diffusione dei suoi prodotti nel mercato italiano. Giuliano Giovannetti, 36 anni, una laurea in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano e un Master in Business Administration presso l’Insead di Fontainbleau, ha maturato una significativa esperienza nel settore del real estate in qualità di Amministratore Delegato di Colliers Elitrade, società del Gruppo Tecnocasa e membro di Colliers International che opera nella consulenza real estate principalmente per banche d’affari e commerciali. In precedenza, Giovannetti è stato fondatore e amministratore delegato di uno dei siti Internet leader nel mercato immobiliare, Casapark.it, poi acquistato da Pirelli Real Estate, e prima ancora è stato consulente per cinque anni presso Mckinsey & Co. Nei settori Financial Institutions e M&a. Tony Porter, Managing Director di Pmi Europe, ha dichiarato: «L’apertura della nostra prima sede nell’Europa continentale è il risultato del successo di Pmi Europe ed è molto indicativa del nostro interesse verso il mercato europeo in generale e italiano in particolare. Siamo certi che i prodotti di Pmi consentiranno alle società che erogano mutui di incrementare la concessione di prestiti con rate di basso importo. Potranno entrare in questo tipo di mercato nuove tipologie di acquirenti di immobili e le società che concedono mutui saranno in possesso degli strumenti per ridurre i rischi nell’ambito della loro attività». «Puntiamo molto sull’entrata di Giovannetti nel team di Pmi Europe», ha affermato ancora Tony Porter. «Crediamo infatti che grazie alla notevole esperienza nel real estate e nel settore dei crediti in sofferenza e alle indubbie capacità innovative e manageriali riuscirà a vincere in Italia la sfida dell’apertura della nostra prima sede nell’Europa continentale: dovrà infatti creare le condizioni ottimali affinché il mercato italiano accolga favorevolmente i nostri prodotti».  
   
   
DA REALE MUTUA NASCE UNICA REALE, LA POLIZZA CHE PROTEGGE LA PERSONA E LA FAMIGLIA DA INFORTUNI E MALATTIE UNICA REALE  
 
 Torino, 17 marzo 2004 Reale Mutua presenta al mercato Unica Reale, un programma assicurativo globale dedicato alla persona e alla sua famiglia. Unica Reale è flessibile e modulabile a seconda delle esigenze individuali e costituisce uno strumento di protezione dagli eventi (infortuni, malattie) che possono compromettere l’integrità fisica, ma non dimentica la tutela del patrimonio. Accanto alle tradizionali garanzie infortuni e malattie, Unica Reale propone infatti anche una specifica sezione furto con la garanzia scippo. Unica Reale comprende cinque sezioni e quattordici garanzie, in una vasta gamma di combinazioni che la persona può scegliere di attivare. Queste le principali novità e caratteristiche delle diverse sezioni. Sezione Infortuni. Acquistando la garanzia Invalidità Permanente da infortunio si assicura, in automatico e senza costi aggiuntivi, un capitale per il caso di grave invalidità permanente derivante da malattia. L’opzione Tabella Reale 2003 garantisce un indennizzo anche in caso di piccole invalidità e “supervaluta” quelle più gravi arrivando a corrispondere anche una volta e mezzo il capitale assicurato. La garanzia Rendita Vitalizia consente all’assicurato di ricevere una rendita annuale per tutta la vita in caso di infortunio con invalidità pari o superiore al 60%. La formula Invalidità Permanente Grave è per chi privilegia una scelta di alta previdenza, garantendosi indennizzi significativi per i soli infortuni che, per la loro gravità, possono incidere in maniera rilevante sul reddito. Sezione Malattie. Per le invalidità permanenti di grado superiore al 24% corrisponde indennizzi crescenti con il crescere dell’invalidità, sino a riconoscere l’intero capitale assicurato e – se attivata l’opzione aggiuntiva – una rendita vitalizia, quando l’invalidità superi il 65%. Sezione Indennitarie. Comprende cinque garanzie che corrispondono una diaria in tutti i casi in cui un ricovero, una convalescenza, un’inabilità temporanea da infortunio o da malattia oppure un’ingessatura impediscano alla persona di svolgere temporaneamente l’attività quotidiana. Sezione Furto. E’ acquistabile in abbinamento alla sezione Infortuni e protegge l’intero nucleo familiare dell’assicurato contro scippi e rapine. Sezione Assistenza. Fornisce un aiuto concreto per le difficoltà che possono nascere nella vita di tutti i giorni o in viaggio: dai consigli medici telefonici al rientro sanitario, al recapito della spesa a domicilio in caso di infortunio conseguente a scippo.  
   
   
PARMALAT FINANZIARIA SPA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA: PRESENTATE IERI AL COMITATO DI SORVEGLIANZA LE LINEE GUIDA DEL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE INDUSTRIALE E DEL DEBITO DEL GRUPPO PARMALAT  
 
Collecchio (Pr), 16 marzo 2004 - Parmalat Finanziaria Spa, in Amministrazione Straordinaria, (“Parmalat” o la “Società”) comunica che ieri si è tenuta una riunione tra la Società ed il Comitato di Sorveglianza, nominato dal Ministro delle Attività Produttive secondo quanto previsto dall'art. 45 del D.lgs. N. 270/1999 1 . Nel corso di tale riunione il Commissario Straordinario Dott. Enrico Bondi ha illustrato al Comitato di Sorveglianza: · i principali avvenimenti che hanno recentemente interessato il Gruppo Parmalat; · una prima overview del debito finanziario verso terzi del Gruppo Parmalat; · una prima overview dei ricavi e del margine operativo lordo del Gruppo Parmalat nel 2003; · le linee guida del Programma di Ristrutturazione Industriale e del debito (il "Piano"); · gli obiettivi temporali per la presentazione del Piano al Ministro delle Attività Produttive e del concordato ai creditori; · la situazione e le prospettive di confronto con i principali creditori sul Piano. 1. Principali avvenimenti che hanno recentemente interessato il Gruppo Parmalat Sono stati illustrati al Comitato di Sorveglianza i principali avvenimenti che hanno recentemente interessato il Gruppo Parmalat, di seguito riepilogati. 1.1 Situazione iniziale Sono passati meno di tre mesi da quando è emersa la reale portata della crisi del Gruppo Parmalat. La situazione del Gruppo Parmalat al momento di apertura della procedura di Amministrazione Straordinaria (24 dicembre 2003) era caratterizzata da una limitata disponibilità ed attendibilità delle informazioni contabili e di supporti 1 Il Comitato di Sorveglianza è composto dai Sigg.: Prof. Massimo Confortini (Presidente), Prof.ssa Daniela Primicerio, Avv. Dario Trevisan, Dott. Guido Rosa, On. Giacomo Vizzani. Esso è stato nominato con Decreto Ministeriale del 23 febbraio 2004. La sua nomina e le sue funzioni sono previste agli articoli 45, 46 e 47 del D.lgs. N. 270/1999.ഊparmalat finanziaria spa in Amministrazione Straordinaria documentali, da carenze organizzative e di controllo interno, nonché da un’estesa crisi di liquidità. Ciononostante, le azioni svolte in questi mesi hanno consentito di creare le condizioni per definire e presentare le linee guida del Piano. 1.2 Estensione della procedura di Amministrazione Straordinaria ad altre società del Gruppo Parmalat Tenuto conto della situazione di insolvenza di tali società, la procedura di Amministrazione Straordinaria di Parmalat Spa è stata estesa alla controllante Parmalat Finanziaria Spa e ad altre società del Gruppo Parmalat quali Eurolat Spa, Lactis Spa, Parmalat Netherlands Bv, Parmalat Finance Corporation Bv, Parmalat Capital Netherlands Bv, Dairies Holding International Bv, Parmalat Soparfi Sa, Olex Sa, Parma Food Corporation bv, Eurofood Ifsc Ltd, Contal Srl, Geslat Srl e Parmaengineering Srl. Sono peraltro in corso valutazioni che potrebbero portare alla richiesta di estensione della procedura di Amministrazione Straordinaria ad altre società minori del Gruppo Parmalat. 1.3 Principali azioni intraprese per preservare il valore delle attività del Gruppo nell'interesse dei creditori A partire dall'avvio della procedura di Amministrazione Straordinaria di Parmalat Spa (24 dicembre 2003), il Commissario Straordinario ed i suoi advisors hanno cercato, nei limiti del possibile, di mantenere l'integrità del Gruppo, con l'intento anche di evitare che qualunque azione intrapresa da singoli creditori potesse mettere a repentaglio la posizione complessiva del ceto creditorio del Gruppo considerato nel suo insieme. Gli sforzi in tale senso si sono tradotti, tra l'altro, nelle seguenti iniziative in alcuni paesi nei quali opera il Gruppo Parmalat. Usa Per le attività dairy negli Usa è stata decisa l'entrata nella procedura di Chapter 11, finalizzata ad evitare discontinuità operative e finanziarie e ad ottenere il finanziamento di 35 ml/Usd necessario a coprire il fabbisogno corrente a breve ed a creare le condizioni per esplorare le alternative strategiche possibili per il business, inclusa la sua vendita, per la quale sono in corso negoziazioni con controparti interessate. Brasile Per le attività di Parmalat in Brasile era stata chiesta procedura locale di Concordata. Tali attività sono invece state poste sotto il controllo dell’autorità giudiziaria brasiliana, che ha nominato dei commissari giudiziali. Altri paesi In altri paesi la procedura ha messo in atto specifiche misure di tutela previste dalla legislazione locale e/o sono stati raggiunti accordi con i creditori locali per evitare ove possibile impatti negativi sulle attività e quindi sul valore delle società.ഊparmalat finanziaria spa in Amministrazione Straordinaria 1.4 Finanziamento Parmalat Spa ha ottenuto da parte di un sindacato di banche l'erogazione di un finanziamento di 105,8 ml/€ assistito dal regime della "prededuzione" secondo la legge italiana. Il finanziamento è suddiviso in due tranches: (a) 52,4 ml/€ sotto forma di scoperto di conto corrente (b) 53,4 ml/€ sotto forma di anticipi su fatture. Esso ha durata di 364 giorni ed è finalizzato a supportare le esigenze di capitale circolante di Parmalat Spa ed il finanziamento delle sue controllate operative mediante prestiti intercompany. 2. Overview del debito finanziario verso terzi Al Comitato di Sorveglianza è stata illustrata una prima overview del debito finanziario verso terzi del Gruppo Parmalat, sulla base delle risultanze ad oggi. Da tale overview risulta un debito finanziario lordo pari a circa 14,8 mld/€, di cui circa 4,2 mld/€ relativi a finanziamenti da parte di banche italiane ed estere, circa 9,4 mld/€ relativi ad obbligazioni collocate attraverso public e private placement e circa 1,2 mld/€ relativi a altre passività legate a strumenti derivati (stimate provvisoriamente sulla base di un mark to market di fine 2003), securitization e promissory note. Essa è basata su dati preliminari di fine 2003 che sono ancora in corso di verifica, valutazione e approfondimento, in particolare per quanto riguarda talune rettifiche incrementative e decrementative che porterebbero il debito finanziario rettificato a 14,2 mld/€. 3. Overview dei ricavi e margine operativo lordo 2003 Al Comitato di Sorveglianza è stata illustrata una prima overview dei ricavi e del margine operativo lordo delle attività caratteristiche del Gruppo Parmalat nel 2003. Essa è basata su dati preliminari ancora in corso di verifica ed approfondimento, anche in relazione al processo di approvazione dei bilanci delle società del Gruppo attualmente in corso. Da tale overview risulta un dato aggregato, non certificato - e con alcune rettifiche finalizzate all'esclusione di talune attività non caratteristiche (quali Parma Ac ed altre) - di ricavi del Gruppo pari a circa 5.8 mld/€, con un margine operativo lordo pari a circa 0.2 mld/€ . 4. Perimetro del Piano Le linee guida del Piano riguardano le attività operative del gruppo Parmalat ed escludono le seguenti società in Amministrazione Straordinaria: Parmatour Spa, Coloniale Spa, Hit International Spa, Nuova Holding Spa e Hit Spa. Per queste società sono allo studio soluzioni non contemplate nelle linee guida del presente Piano e di cui verrà data comunicazione in tempi successivi.ഊparmalat finanziaria spa in Amministrazione Straordinaria5. Linee Guida del Piano 2004 - 2007 dal punto di vista industriale Il Nuovo Gruppo Parmalat sarà un Gruppo italiano a strategia multinazionale, centralmente coordinato, più snello, più competitivo e più efficiente, il cui obiettivo primario sarà la creazione di valore per gli azionisti. Le linee guida del Piano hanno l’obiettivo di affermare Parmalat come uno dei principali operatori mondiali nel settore degli "alimenti funzionali ad alto valore aggiunto" per la nutrizione e il benessere fisico, mantenendo o raggiungendo posizioni di leadership in alcune categorie di prodotti, con alcuni marchi forti e in mercati ad elevato potenziale. Le principali categorie di prodotto sulle quali il Gruppo intende concentrarsi sono le bevande (latte e succhi di frutta) e i prodotti lattiero-caseari funzionali. Il Gruppo si focalizzerà inoltre su circa 30 marchi, 6 dei quali contano attualmente per circa l'80% del fatturato del Gruppo (ciò rispetto ai circa 120 marchi con cui opera attualmente il Gruppo in tutto il mondo). I principali marchi del Gruppo saranno: · i marchi "globali": Parmalat e Santal; · alcuni forti marchi locali, quali ad esempio: Berna, Lactis e Centrale Latte Roma in Italia; Clesa e Cacaolat in Spagna; Astro e Lactantia in Canada; Pauls in Australia; Bonnita in Sud Africa; La Campina in Venezuela; · alcuni nuovi marchi internazionali, quali: Chef (condimenti a base di panna), Kyr (prodotti probiotici); Sensational Soy (bevande a base di soia). Per quanto concerne i paesi di operatività del Gruppo l'intenzione è di concentrare l'attività in paesi ad elevato potenziale, nei quali vi è un'alta richiesta di prodotti per il benessere, disponibilità a riconoscere un premium price per i brand di Parmalat e disponibilità di tecnologie all'avanguardia. E' in corso una revisione del portafoglio di attività di Parmalat finalizzata alla selezione di quelle attività e paesi che sono coerenti con le direttrici sopra descritte. Le attività considerate non-core saranno oggetto di cessione. Tutte le eventuali cessioni saranno condotte secondo procedure trasparenti finalizzate alla massimizzazione del loro risultato economico, coinvolgendo il maggior numero possibile di soggetti interessati. E' intenzione della Società di nominare a breve un consulente industriale per la revisione e validazione sotto il profilo strategico-industriale di quanto previsto nelle linee guida del Piano. A tale fine è stato avviato un processo di selezione che dovrebbe concludersi a breve. L’attuazione di quanto sopra nel periodo coperto dal Piano (2004-2007) dovrebbe portare il margine operativo lordo del Gruppo Parmalat ad essere in linea con quello dei principali concorrenti internazionali, che attualmente conseguono un margine nell’ordine del 10% sul fatturato. 6. Linee guida del Piano per la ristrutturazione del debito Dalle attività fino ad ora svolte appare che attraverso la prosecuzione delle attività industriali si avrà un beneficio per i creditori. Le modalità attraverso le quali tale beneficio verrà trasferito ai creditori sono in una fase avanzata di studio e saranno oggetto di successive comunicazioni. Allo stato attuale si ritiene che uno scambio fraഊparmalat finanziaria spa in Amministrazione Straordinaria il debito e titoli azionari negoziabili in mercati regolamentati possa efficacemente raggiungere le finalità di cui sopra. In ogni caso le modalità prescelte terranno conto della possibilità di massimizzare il beneficio derivante dalle azioni legali allo studio. 7. La nuova struttura del Gruppo Parmalat Il Piano prevede una razionalizzazione del Gruppo Parmalat con la creazione di affidabili ed efficienti strutture centrali di controllo e guida, l’introduzione e l’attuazione di meccanismi di corporate governance allineati con la best practice internazionale e il rafforzamento del management del Gruppo. 8. Processo di presentazione, approvazione e tempistica Il Commissario Straordinario ha illustrato al Comitato di Sorveglianza gli obiettivi temporali per la presentazione del Piano finale al Ministro delle Attività Produttive e del concordato ai creditori per la loro approvazione. L'intenzione è di avviare da subito un confronto sulle linee guida del Piano con i principali creditori, con le autorità interessate e con le Organizzazioni Sindacali mirato alla ricerca di opportuni contributi, prima della finalizzazione del Piano e della sua presentazione formale al Ministro delle Attività Produttive e della presentazione del concordato ai creditori per la loro approvazione. Indicativamente, si prevede che la discussione sulle linee guida del Piano possa protrarsi per circa due mesi, con l'obiettivo di potere presentare il Piano finale entro maggio/giugno. Ciò in ottemperanza al termine di 180 giorni (eventualmente prorogabile di ulteriori 90 giorni) previsto dalla legge per la presentazione del Piano al Ministero delle Attività Produttive. Dalla data di presentazione formale del Piano al Ministro delle Attività Produttive ed ai creditori decorreranno i tempi tecnici necessari alla sua approvazione da parte del Ministro e, in seguito, per l’approvazione del concordato da parte dei creditori. 9. Verifica dello stato passivo Il Tribunale di Parma, con la collaborazione della Società, sta elaborando le modalità con cui i creditori potranno insinuarsi al passivo delle società in Amministrazione Straordinaria. A tali modalità verrà data adeguata pubblicità una volta che esse saranno state definite dal Tribunale.  
   
   
VWD NELLA RETE DI DOW JONES L’ANNUNCIO DELL’ACQUISIZIONE DELLA DIVISIONE NEWS DI VWD, PROVIDER LEADER NELLE NEWS FINANZIARIE IN TEMPO REALE IN LINGUA TEDESCA  
 
Milano, 17 marzo 2004 - Dow Jones & Company ha annunciato ieri l’accordo per l’acquisizione da vwd-Vereinigte Wirtschaftsdienste Gmbh (“vwd”) del provider leader nella diffusione di notizie e newsletter in lingua tedesca. La conclusione dell’accordo è soggetta alla normale approvazione del governo e alle consuete condizioni ed è prevista entro un mese. L’operazione vwd include l’acquisto del business delle news in tempo reale così come un terminale con i dati di mercato e una serie di servizi. Il terminale e i servizi saranno acquistati da un gruppo d’investimento guidato da Mr. Edmund Keferstein in una transazione che avverrà contemporaneamente all’acquisto delle news da parte di Dow Jones. Dow Jones pagherà 9,8 milioni di euro per il business delle news vwd, recuperandone poi 5,4 dalla vendita dei terminali e dei servizi. Secondo le stime su base annuale, Dow Jones otterrà incassi per 18 milioni di euro, un Ebidta1 per 1,9 milioni di euro e un reddito operativo pari a 0,5 milioni di euro. Dow Jones utilizzerà e migliorerà gli attuali servizi di news e newsletter sotto il nome Dow Jones-vwd News come parte della divisione Dow Jones Newswires nel segmento Electronic Publishing. I servizi Dow Jones-vwd News continueranno ad essere disponibili sui terminali vwd e saranno potenziati attraverso un accordo di distribuzione nuovo, basato sul lungo periodo e non esclusivo tra Dow Jones e vwd. L’acquisizione offrirà l’opportunità di una maggior penetrazione dei servizi di Dow Jones Newswires nel mercato europeo. Dow Jones Newswires è il provider indipendente, leader nel mondo nella fornitura di notizie in tempo reale nell’area business e finanziaria e offre servizi a carattere locale, regionale e globale in 11 lingue. Dow Jones Newswires assorbirà lo staff di vwd composto da circa 120 persone, dislocate nella sede di Eschborn vicino a Francoforte in Germania e negli uffici di Francoforte, Berlino, Amburgo, Stoccarda, Dusseldorf, Monaco e Bruxelles. Le news in tempo reale di vwd arrivano a circa 80000 professionisti che operano nel campo finanziario, mentre la divisione newsletter pubblica una trentina di versioni che arrivano a circa 6000 abbonati. Mr. Michael Frank, attuale managing director di vwd, entrerà in Dow Jones come managing director di Dow Jones Newswires in Germania e director dello sviluppo del business internazionale. Riporterà direttamente a Michael Bergmeijer, vice presidente international sales e marketing di Dow Jones Newswires, che a sua volta continuerà a fare capo a Paul Ingrassia, presidente di Dow Jones Newswires.  
   
   
CESSIONE, DA PARTE DI SEAT PG, DELLE PARTECIPAZIONI DETENUTE IN CONSODATA SA E CONSODATA GERMANY (PRECEDENTEMENTE NOTA COME PAN-ADRESS)  
 
Torino, 17 marzo 2004 – Relativamente all’offerta che Seat Pagine Gialle ha ricevuto, in data 27 febbraio 2004, da parte di Acxiom Corporation per l’acquisizione dell’intera quota detenuta da Seat Pagine Gialle, direttamente o indirettamente, nelle società Consodata Sa (pari al 98,6%) e Consodata Germany Gmbh & Co. Kg (pari al 100%). Il Comité d’Enterprise (rappresentanze sindacali interne) di Consodata Sa, dopo essere stato informato e consultato come previsto dalla vigente normativa, ha emesso, in data 8 marzo 2004, un parere positivo sull’offerta d’acquisto di Consodata Sa da parte di Acxiom Corporation. Seat Pagine Gialle ha quindi accettato l’offerta di Acxiom Corporation e, in data 16 marzo 2004, è stato firmato un contratto di compravendita delle azioni delle due società oggetto di cessione secondo i termini previsti dall’offerta di Acxiom Corporation. Il completamento della cessione, è condizionato dalla realizzazione di alcune condizioni sospensive, la principale delle quali riguarda l’autorizzazione da parte delle competenti Autorità per la Concorrenza dei Paesi coinvolti nell’operazione (Francia, Regno Unito, Spagna e Germania).  
   
   
IL SETTORE EUROPEO DELL'ACCIAIO SI RIMODERNA  
 
Bruxelles, 17 marzo 2004 - La Commissione europea e l'industria europea dell'acciaio hanno lanciato una piattaforma tecnologica comunitaria dell'acciaio per mettere a punto un ruolino di marcia dell'industria fino al 2030. La piattaforma si concentrerà su quattro punti, chiamati collettivamente 'le quattro P': profitto, persone, partner, pianeta. Anche se attualmente il settore comunitario dell'acciaio è leader mondiale e offre lavoro direttamente a oltre 250.000 persone, l'industria europea si trova a dover fronteggiare un certo numero di sfide e deve vincerle immediatamente se vuole conservare la sua supremazia. 'L'acciaio è un settore chiave per l'Europa' ha dichiarato Philippe Busquin, Commissario europeo per la Ricerca, 'ma per restare competitivi e far fronte alle sfide della globalizzazione e dello sviluppo sostenibile sono necessarie ricerca e investimenti. Grazie a una lunga tradizione di eccellenza nella cooperazione scientifica, nell'innovazione e nel networking, e grazie al sostegno della ricerca comunitaria nel settore, il comparto è pronto a raccogliere le sfide. I protagonisti dell'industria dell'acciaio che partecipano alla piattaforma tecnologica uniranno le forze per definire una strategia che permetta di fronteggiare le sfide future e di dar vita a un reale spazio europeo della ricerca'. L'industria europea dell'acciaio gode attualmente di un vantaggio competitivo rispetto ad altre aree del mondo grazie agli sforzi di ricerca continui e integrati finanziati dall'Ecsc (European Coal and Steel Community). Il centro di gravità si sta però gradualmente spostando verso l'Asia, e la Cina ha aumentato la sua produzione di 40 milioni di tonnellate. L'imminente allargamento dell'Ue mette inoltre in luce la necessità di una profonda ristrutturazione dell'industria. Un altro problema importante per l'industria è la crescente pressione per sviluppare nuovi processi di lavorazione meno inquinanti e in grado di ridurre le emissioni di Co2; altre priorità dell'agenda sono la sicurezza sul lavoro e la necessità d'individuare le necessarie qualifiche e specializzazioni per la futura forza di lavoro. La nuova piattaforma tecnologica affronterà le sfide riunendo tutti gli attori importanti. I partner metteranno a punto una agenda politica comune e identificheranno le iniziative di ricerca e sviluppo (R&s) che richiedono un supporto finanziario a livello europeo. Lo scopo è sostenere la trasformazione dell'industria europea dell'acciaio in un'industria maggiormente basata sulla conoscenza e sul valore aggiunto e ancora più competitiva e sostenibile. Verrà data una particolare enfasi all'innovazione nelle nuove tecnologie produttive (sistemi computerizzati avanzati, sensori di rilevamento, modelli fisici e metodi d'intelligenza artificiale). Al tempo stesso verranno condotte intense ricerche metallurgiche per trarre profitto dalle opportunità offerte dai nuovi cicli termici per la progettazione dei prodotti, specie per le autovetture. Per rispettare gli obblighi ambientali, verranno esaminate anche le tecnologie sotto vuoto e al plasma. Tutte queste operazioni richiedono importanti investimenti in progetti ad alto rischio e lungo termine, nonché cooperazione tra specialisti del settore industriale, centri di ricerca e università. Per ottenere tali risultati la Commissione europea assicurerà finanziamenti nell'ambito del sesto programma quadro (6Pq) per ridurre l'emissione di Co2 e di gas a effetto serra nella produzione dell'acciaio e per ricerche su nuovi materiali, nuovi processi industriali e energia. Si tratta di misure complementari all'Ecsc, che ogni anno stanzia 43 milioni di euro per la ricerca nel settore dell'acciaio. Per ulte informazioni sulla ricerca europea nel settore dell'acciaio: http://www.Cordis.lu/coal-steel-rtd/  
   
   
MECCANICA: DALL'ICE UNA GUIDA E UN CENSIMENTO PER OPERARE IN RUSSIA TRECENTOTTANTA LE IMPRESE INTERVENUTE ALLA PRESENTAZIONE A MILANO, OLTRE IL 10% DEL SETTORE  
 
Milano, 17 marzo 2004 - Oltre il 10% delle aziende produttrici di macchine hanno assistito oggi alla presentazione dei risultati di due ricerche condotte dall'Ice per operare sul mercato russo. Un censimento sulle controparti locali e una guida alla stipula dei contratti stranieri; questi gli strumenti offerti alle imprese per muoversi con maggiore tranquillità su un mercato molto interessante che tuttavia impone l'individuazione di partner sicuri con cui stipulare accordi precisi, per stabilizzare un percorso continuo di operatività e di crescita. In Russia le nostre forniture della meccanica si collocano nel complesso al secondo posto e rappresentano più del 50% dell'export italiano sul mercato russo, che vale nel complesso 3 mld di euro. "La presenza di 380 imprese conferma la corretta impostazione strategica dell'Ice su quel mercato", ha commentato Aniello Musella, dirigente dell'Area Beni Strumentali dell'Istituto. Nel corso dei lavori sono stati esaminati dettagli precisi su come operano e in quali settori le Trading Companies russe, su chi siano gli enti di certificazione con procedure, costi e tempi. "Più di 250 le iniziative previste dall'Ice per il 2004, per un investimento promozionale che tra pubblico e privato raggiunge i 15 milioni di euro, facendo della Russia il secondo mercato target", ha detto Massimo Mamberti, direttore dell'Ufficio Ice di Mosca e coordinatore dei 5 uffici Ice nel paese (oltre a Mosca, Novosibirsk, San Pietroburgo, Ekaterinenburg e Vladivostok, che hanno assistito 3000 imprese nel 2003). Le ricerche sono state finanziate dal Ministero delle Attività Produttive con il supporto tecnico di Intermeccanica, Amafond, Comamoter e Unacoma. Oltre il 10% delle aziende produttrici di macchine hanno assistito oggi alla presentazione dei risultati di due ricerche condotte dall'Ice per operare sul mercato russo. Un censimento sulle controparti locali e una guida alla stipula dei contratti stranieri; questi gli strumenti offerti alle imprese per muoversi con maggiore tranquillità su un mercato molto interessante che tuttavia impone l'individuazione di partner sicuri con cui stipulare accordi precisi, per stabilizzare un percorso continuo di operatività e di crescita. In Russia le nostre forniture della meccanica si collocano nel complesso al secondo posto e rappresentano più del 50% dell'export italiano sul mercato russo, che vale nel complesso 3 mld di euro. "La presenza di 380 imprese conferma la corretta impostazione strategica dell'Ice su quel mercato", ha commentato Aniello Musella, dirigente dell'Area Beni Strumentali dell'Istituto. Nel corso dei lavori sono stati esaminati dettagli precisi su come operano e in quali settori le Trading Companies russe, su chi siano gli enti di certificazione con procedure, costi e tempi. "Più di 250 le iniziative previste dall'Ice per il 2004, per un investimento promozionale che tra pubblico e privato raggiunge i 15 milioni di euro, facendo della Russia il secondo mercato target", ha detto Massimo Mamberti, direttore dell'Ufficio Ice di Mosca e coordinatore dei 5 uffici Ice nel paese (oltre a Mosca, Novosibirsk, San Pietroburgo, Ekaterinenburg e Vladivostok, che hanno assistito 3000 imprese nel 2003). Le ricerche sono state finanziate dal Ministero delle Attività Produttive con il supporto tecnico di Intermeccanica, Amafond, Comamoter e Unacoma.  
   
   
L’ANIMA DELL’INDUSTRIA MECCANICA GUARDA AL DOMANI ECCO IL FUTURO DELLA PROGETTAZIONE E DEL PLM NELLA NUOVA SFIDA COI MERCATI ASIATICI.  
 
Milano, 17 marzo 2004 - Innovazione nella gestione del ciclo di vita dei prodotti, riduzione del time-to-market e strategie per affrontare le sfide lanciate dalle economie emergenti. Questi i temi principali affrontati nel convegno organizzato da Italianmec e Adv boucle & Partners giovedì scorso nella sede milanese di Anima. Punti di partenza dell’approfondimento sono stati il mercato dell’industria meccanica e le dinamiche internazionali che rendono indispensabili un continuo aggiornamento delle logiche produttive e una miglior comunicazione interna tra funzioni aziendali. Il fine ultimo dei nuovi sistemi di produzione dev’essere, secondo gli addetti ai lavori, una gestione più rapida, efficiente ed efficace di tutto il processo industriale, dall’ideazione alla commercializzazione. Questi temi sono stati affrontati analizzando il mercato del Plm (Product Lifecycle Management ) sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta, dove colossi di settore come Autodesk, Ibm, Oracle e Think3 hanno presentato i loro prodotti a sostegno dell’industria meccanica. Le tematiche sviluppate dai partecipanti sono state principalmente due. Da un lato l’attenzione si è concentrata su software in grado di creare e sviluppare prototipi virtuali. Questa possibilità, infatti, oltre a permettere all’industria meccanica notevoli risparmi operativi e sperimentali, favorisce un’estrema riduzione del tempo necessario per poter lanciare nuovi prodotti sul mercato, con una sistematica rapidità del ritorno sugli investimenti. Dall’altro è stata presentata la possibilità di condividere tramite sistemi .Net (a rete) tutte quelle informazioni che sono considerate basilari per un’ ottimale gestione del ciclo di vita del prodotto come, ad esempio, la possibilità di operare su database centrali condivisi e dotati di diversi livelli di accesso a seconda dell’utente connesso, che forniscano informazioni in modo veloce ed efficace per ciascuna funzione aziendale. Con questo evento Italianmec, Anima e Adv boucle & Partners hanno voluto, ancora una volta, mettere in contatto le industrie meccaniche nazionali con le ultime novità tecnologiche e strategiche di cui possono disporre oggi sul mercato. La necessità di mantenere aggiornati i propri processi gestionali è infatti avvertita dagli operatori oggi più che mai, poiché sempre più spesso sono chiamati a confrontarsi ed a concorrere con prodotti (provenienti per lo più dalla Cina) che, pur presentandosi con un prezzo certamente accattivante, peccano inevitabilmente in qualità ed affidabilità. La meccanica italiana ha deciso di affrontare la sfida ammodernando i propri cicli produttivi, rendendo più efficace la comunicazione interna ed investendo sulla progettazione virtuale…il tutto senza mai tralasciare il fattore che da sempre la contraddistingue: l’alta qualità. Case History Italianmec ha deciso di fornire a corredo di questo comunicato stampa anche una case history che possa portare in modo chiaro e contestualizzato due esempi concreti e vincenti di applicazione delle nuove tecniche di Plm. I casi di Riello Sistemi S.p.a. E di Isap Omv permettono di comprendere come un aggiornamento dei propri Plm possa portare sicuri vantaggi ad imprese di diversa dimensione operanti nel settore meccanico ed impegnate nella sempre più vivace sfida con la concorrenza proveniente dall’estremo oriente. Riello Sistemi S.p.a. Riello Sistemi S.p.a. Si muove sullo scacchiere commerciale delle macchine a trasferta rotante il cui mercato è di circa 150/200 milioni di euro annui. La tipologia di clienti variano dal piccolo produttore (terzisti) sino alla grande impresa che esegue lavorazioni complesse ad alto valore aggiunto. Tra le necessità della produzione Riello spiccano senza dubbio un’alta personalizzazione del prodotto, che risulta pertanto fortemente orientato alle esigenze del cliente, ed un rapporto ottimale tra qualità, affidabilità e tempi di sviluppo, che devono essere il più possibile contenuti. Prima dell’aggiornamento al Plm ( Product Lifecycle Management ) di Autodesk la progettazione avveniva in due sedi geograficamente distanti in cui il 2D era preponderante rispetto al 3D, di cui si contavano solo poche postazioni, con la conseguente scarsa integrazione e condivisione dei dati sensibili e dei dati-progetto. Nell’affrontare la scelta di aggiornamento dei propri sistemi di progetto e sviluppo Riello Sistemi ha integrato strumenti di progettazione diversi tra loro permettendo una reale condivisione delle informazioni anche con aree aziendali che, generalmente, sono considerate marginali rispetto alla fase produttiva e progettuale. Nell’adottare il Plm, inoltre, si è tenuto fortemente conto della crescente richiesta di personalizzazione delle macchine da parte del cliente e si è pertanto implementato un sistema di progettazione “congiunta” grazie alla quale il customer diventa parte attiva del progetto sin dalla sua fase embrionale. L’impatto del cambiamento, che viene annoverato tra i maggiori rischi allorché si decide di innovare il proprio modo di produrre e sviluppare, è stato, nel caso di Riello, decisamente contenuto e sorprendentemente impercettibile. A fronte di un’aspettativa di formazione del personale di circa 5.000 ore, infatti, ne sono state impiegate in realtà solo 2.100, il che ha permesso all’impresa di operare “a regime” entro un periodo oscillante tra i 4 e i 9 mesi (Da Marzo 2003 a Dicembre 2003; sebbene alcuni operatori risultassero perfettamente operativi già a Giugno 2003). I benefici “attesi” ed ottenuti sono stati, in sintesi, la completa integrazione di sedi geograficamente distanti sulla base di dati comuni, la riduzione delle difettosità dovute a sviste di progetto, una maggior standardizzazione dei componenti (con conseguenti risparmi e riduzione degli sprechi) ed una sensibile riduzione dei tempi realizzativi (in media del 20%). Inaspettatamente si sono registrati anche benefici del tutto “inattesi”. L’area vendite ha potuto perfezionare tecniche di presentazione in 3D che, anche dal punto di vista qualitativo, sono risultate decisamente più accattivanti e vincenti di quelle utilizzate in precedenza. L’area clienti ha potuto coinvolgere maggiormente il committente sin dalla fase progettuale, fornendo assistenza nella personalizzazione della macchina, che è stata integrata anche da una documentazione-prodotto più efficace ed immediata. L’area acquisti, infine, ha visto una semplice gestione dei rapporti con i fornitori, dovuta in gran parte alla presenza di un supporto facilmente “leggibile” che non necessita più della parziale integrazione di disegni costruttivi. Isap Omv Isap Omv opera nel mercato degli impianti industriali per la lavorazione del Pvc ed in particolare delle macchine termoformatrici e per gli stampi. Le strategie di business alla base della decisione di Isap di aggiornare il proprio Plm sono state la ricerca di maggiore personalizzazione del prodotto finito, l’aumento della capacità produttiva (senza tralasciare la qualità) e il miglioramento del proprio servizio clienti. Per raggiungere questi obbiettivi l’azienda ha deciso di creare, in collaborazione con Think3, un sistema gestione dati di prodotto (Pdm) esteso a tutta l’azienda. Il vero obbiettivo, infatti, non era quello di trovare nuovi metodi di progettazione, ma quello di legare alla fase progettuale tutte le aree aziendali, favorendo una più omogenea informazione sul prodotto. I benefits immediatamente registrati sono stati principalmente quelli legati alla modellazione in 3D, che ha permesso un incremento della produttività del 30 %, una sensibile riduzione degli errori in fase di produzione ed una diminuzione dei tempi di progettazione. Oltre a questo è stata apprezzata la minore presenza di codici duplicati con conseguente risparmio di tempo ed energie altrimenti “sprecate” nella riprogettazione di parti e componenti già esistenti. La maggiore qualità dei dati-progetto, infine, ha permesso un continuo aggiornamento delle informazioni riguardanti la vita del progetto, prima, e del prodotto poi; portando ad una ricaduta estremamente positiva nelle attività a valle della progettazione (produzione, acquisti, assemblaggio etc.). Nella fattispecie la produzione ha potuto giovarsi di una migliore archiviazione dei dati di lavorazione cosi da rendere non più necessaria la riprogrammazione dei macchinari per la produzione di componenti già inseriti in archivio. Sempre in fase produttiva bisogna sottolineare la totale assenza di produzioni errate, in quanto il software, riconoscendo un errore di progettazione, non manda in fase produttiva componenti difettosi o obsoleti che non vengono pertanto nemmeno inseriti e ri-stoccati in magazzino (evitando codici duplicati). A fianco a questi benefici si sono registrati anche dei vantaggi in fase di Test e Consegna dove non si sono più verificati “problemi dell’ultimo minuto” e l’installazione è risultata più veloce e semplice, con seguente maggior soddisfazione del cliente.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA IL PROGETTO PER L’ACQUISIZIONE DELLE ATTIVITÀ DI MESSER GRIESHEIM IN GERMANIA E NEL REGNO UNITO  
 
Parigi, 17 Marzo 2004 - Il 15 marzo 2004 la Commissione Europea ha annunciato l’approvazione, a determinate condizioni, del progetto di acquisizione proposto da Air Liquide delle attività di Messer Griesheim nel settore dei gas industriali in Germania, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. In primo luogo la proposta d’acquisto annunciata il 20 gennaio 2004, e approvata dagli azionisti della Messer Griesheim, è soggetta alla previa approvazione delle autorità dell’antitrust sia in Europa che negli Stati Uniti. Come conseguenza del processo intrapreso con la Commissione Europea, Air Liquide ha acconsentito ad un determinato numero di disinvestimenti per conformarsi alle leggi della concorrenza e assicurare l'autorizzazione richiesta in un tempo ragionevole. Questi disinvestimenti, che in Germania hanno raggiunto i 200 milioni di euro (pro forma 2003), includono la grande industria e i clienti industriali e provengono in gran parte dalle attività acquisite, compresa la partecipazione di Messer Griesheim in una join venture nel settore dell’elettronica. Rappresentano un pacchetto conforme al piano d'azione finanziario e di sinergie. I disinvestimenti totali ammontano a meno del 25% delle attività acquistate in Europa, elettronica a parte. Questi disinvestimenti si renderanno necessari quando tutte le condizioni dell'acquisizione saranno soddisfatte, compatibilmente con l'approvazione delle autorità antitrust degli Stati Uniti (Commissione commerciale federale – Ftc) e con il finanziamento della famiglia di Messer dei beni mantenuti. Un certo numero di aziende industriali già hanno espresso il proprio interesse in queste attività così come nei potenziali disinvestimenti negli Stati Uniti. L'acquisizione darà ad Air Liquide una posizione rinforzata in Germania, con vendite di quasi un miliardo di Euro. Tutto il gruppo, le attività industriali, la sanità e le attività di servizi sarà presente in Germania, e potrà svilupparsi e beneficiare delle capacità del Gruppo. Commentando la decisione della Commissione Europea, Benoît Potier, presidente del consiglio d'amministrazione di Air Liquide, ha dato risalto al fatto che è stato compiuto un passo importante verso la realizzazione della acquisizione: “In seguito al lavoro intenso e costruttivo intrapreso con la Commissione Europea, questa approvazione, è un primo passo essenziale nel processo di acquisizione delle attività industriali nel settore dei gas di Messer Griesheim. Attraverso questa acquisizione, la nuova posizione del Gruppo in Germania ed in Europa ci permetterà di sviluppare ulteriormente tutte le nostre attività. Sono completamente consapevole dell'effetto di questa decisione sui steams coinvolti nei disinvestimenti in Germania. Mi assicurerò che i disinvestimenti previsti avvengano in una struttura coerente, in linea con i principi del gruppo e assicurerò la continuità di queste attività. Possiamo ora rivolgere la nostra attenzione ai nostri programmi organizzativi in Germania e continuare le argomentazioni necessarie per ottenere l'approvazione dell’acquisazione del Ftc negli Stati Uniti. Sono certo della nostra capacità di concludere con successo questa transazione entro metà anno." ·Appendice: attività disinvestite fra le attività di Messer Griesheim in Germania:  attività della grande industria e dei gas liquidi a Köln e a Dormagen, con la relativa rete di condutture e il sito di produzione dell'ossido di carbonio a Dormagen;  attività della grande industria e dei gas liquidi nella regione della Saar; attività delle bombole intorno a Köln e nella regione della Saar;  attività dei gas liquidi intorno a Buna, vicino a Leipzig nella Germania orientale: partecipazione di Messer Griesheim in una join venture nel settore elettronico. ·fra le attività di Air Liquide in Germania: attività della grande industria in Rheinberg (vicino a Düsseldorf); attività di produzione di Co 2 proveniente dal sito di Burgbrohl e da differenti fonti situate nella Germania sud orientale e sud occidentale; attività delle bombole nella Germania orientale (Berlino, Magdeburg, Loitz, Dresda, Erfurt), nella Germania del sud (Nürnberg e Bopfingen) e nella Germania occidentale in Burgbrohl.  
   
   
ITALO MINGUZZI ENTRA NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL GRTN  
 
Roma, 17 marzo 2004 – L’assemblea del Gestore della rete, riunitasi oggi, ha nominato il Prof. Italo Giorgio Minguzzi consigliere di amministrazione della società. Il neo-consigliere prende il posto del Prof. Fabio Pistella, dimessosi a seguito della recente nomina a commissario dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Bolognese, 60 anni, Italo Minguzzi, già Professore di Diritto Commerciale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna, svolge la libera professione di avvocato. Esperto in diritto societario e contrattualistica internazionale, il Prof. Minguzzi è membro di vari cda e collegi sindacali di società quotate in Borsa.  
   
   
FORUM MONDIALE SULL'ENERGIA RINNOVABILE IN GERMANIA  
 
Bonn, 17 marzo 2004 - Il Wcre (World Council for Renewable Energy) organizza il secondo forum mondiale sull'energia rinnovabile, che si svolgerà a Bonn dal 29 al 31 maggio. Tra i temi trattati: agenda mondiale dell'energia rinnovabile; sostituire totalmente l'energia fossile e atomica con l'energia rinnovabile; vivere in un ambiente a misura umana: dai combustibili fossili alle città e villaggi solari; prevenire i conflitti per le fonti energetiche sostituendo i combustibili fossili nei trasporti; creare le capacità formative e finanziarie; nuove sfide, nuove istituzioni: verso un'agenzia internazionale per l'energia rinnovabile (Irena, International Renewable Energy Agency). Infolink: http://www.World-renewable-energy-forum.org  
   
   
AEM: CRESCITA DEL SETTORE ENERGETICO IL MARGINE OPERATIVO LORDO SUPERA I 414 MILIONI DI EURO + 37,0% RISPETTO ALL’ESERCIZIO PRECEDENTE  
 
Milano, 17 marzo 2004 – Si è riunito ieri, sotto la presidenza dell’ing. Giuliano Zuccoli, il Consiglio di Amministrazione di Aem S.p.a. Che ha tra l’altro esaminato ed approvato i risultati dell’esercizio 2003, durante il quale si sono ulteriormente manifestati gli effetti positivi delle scelte di sviluppo strategico adottate negli scorsi anni. La crescita nel settore energetico ha spinto il margine operativo lordo a superare i 414 milioni di euro, in crescita del 37,0% rispetto all’esercizio precedente. Ai risultati conseguiti nel core business, si sono aggiunti quelli di natura straordinaria connessi alla decisione di uscita dal settore dei servizi di telecomunicazione. Il risultato netto dell’esercizio è così cresciuto sino a 297 milioni di euro, dai 113 milioni di euro del 2002. “Siamo molto soddisfatti dei risultati conseguiti dal Gruppo Aem”, ha affermato il Presidente Giuliano Zuccoli. “Essi esprimono l’impegno costante profuso nell’ultimo quinquennio, in un contesto settoriale in rapida evoluzione, volto ad una costante ricerca di efficienza e di occasioni di sviluppo. “I risultati”, ha proseguito il Presidente, “sono ancor più significativi se valutati nel quadro delle rilevanti riduzioni delle tariffe di distribuzione di energia elettrica decise in tale periodo dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas.” Sintesi dei risultati del Gruppo Aem I ricavi consolidati del Gruppo Aem, al 31 dicembre 2003, sono risultati pari a 1.391,5 milioni di euro, in crescita del 33,7% rispetto all’esercizio 2002. La crescita del fatturato è principalmente attribuibile all’incremento dei volumi di energia elettrica venduta e distribuita (rispettivamente 6.905 e 7.279 milioni di kWh; +32,6% e +79,1%) in larga misura conseguenti all’acquisizione del ramo d’azienda Enel di Milano e Rozzano, Comuni nei quali le vendite a clienti vincolati hanno raggiunto i 5.412,7 milioni di kWh (+74,9%). Il settore gas ha registrato quantità distribuite pari a 1.236 milioni di metri cubi, in crescita del 6,7% rispetto all’esercizio 2002 (1.158 milioni di metri cubi). Le vendite di gas metano risultano in significativa crescita (1.554,7 milioni di metri cubi, +42,1%) anche per effetto delle vendite finalizzate a coprire parte del fabbisogno degli impianti termoelettrici della società Edipower S.p.a.. Risultano in crescita sostenuta anche le vendite di calore (517,4 milioni di kWh termici, +66,4%) e dei servizi ad esse correlati, effetto principalmente dell’acquisizione della società Siemens Facility Management Services S.p.a. (ora Aem Calore & Servizi S.p.a.) avvenuta a fine 2002. Gli oneri esterni sono risultati pari a 848,6 milioni di euro (632,5 milioni di euro nell’esercizio 2002), in crescita del 34,2%. Tale dinamica trova spiegazione nei maggiori acquisti di energia elettrica e di gas a sostegno della domanda dei clienti del Gruppo. Per quanto concerne in particolare il settore elettrico, la copertura della domanda è stata assicurata dal ricorso a produzione propria per 3.716,7 Gwh (3.529,3 Gwh nel 2002) e dall’acquisto da terzi produttori per 3.511,8 Gwh (1.896,6 Gwh nel passato esercizio). L’attività produttiva ha evidenziato una significativa crescita nella produzione idroelettrica (+11,2%) mentre risulta sostanzialmente allineata al passato esercizio quella termoelettrica e cogenerativa (+0,6%). A questo proposito, occorre ricordare l’entrata in servizio nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno del nuovo ciclo combinato da 400 Mw presso la centrale di Cassano d’Adda, le cui elevate prestazioni, in termini di efficienza, hanno contribuito in quel trimestre a ridurre ulteriormente i costi marginali di produzione. L’esercizio 2003 si è caratterizzato da una dinamica dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali il cui effetto netto, in termini di marginalità tra ricavi e costi, è risultato positivo e pari, a livello di Gruppo Aem, a circa 16 milioni di euro. Il costo del lavoro ha raggiunto i 128,5 milioni di euro (105,5 milioni di euro nell’esercizio 2002). Tale valore comprende però i costi derivanti dal consolidamento, per tutti i mesi dell’esercizio, del ramo d’azienda acquisito da Enel Distribuzione S.p.a. Nel novembre 2002, nonchè l’allargamento del perimetro di consolidamento alla società Aem Calore & Servizi S.p.a.. La significativa crescita dei ricavi a cui ha fatto fronte una più contenuta crescita dei costi operativi ha determinato un aumento del 37,0% del margine operativo lordo che ha raggiunto i 414,4 milioni di euro (302,5 milioni di euro nell’esercizio 2002). A seguito dello stanziamento di ammortamenti e accantonamenti per 170,1 milioni di euro (118,0 milioni di euro al 31 dicembre 2002), il risultato operativo netto si è attestato a 244,3 milioni di euro (184,5 milioni di euro al 31 dicembre 2002), registrando un incremento del 32,4%. Il saldo della gestione finanziaria è risultato negativo per 39,0 milioni di euro (27,7 milioni di euro al 31 dicembre 2002). L’aumento degli oneri finanziari è dovuto alla crescita dell’indebitamento netto medio annuo, a sostegno delle attività di investimento realizzate. I proventi straordinari riflettono la plusvalenza netta (223,5 milioni di euro) realizzata per la vendita della partecipazione in Fastweb S.p.a. Perfezionatasi il 23 giugno 2003, parzialmente rettificata dalla minusvalenza patrimoniale derivante dallo stralcio di cespiti afferenti alla centrale termoelettrica di Cassano d’Adda e conseguenti alle operazioni di repowering. Le imposte dell’esercizio ammontano a 95,1 milioni di euro (38,1 milioni di euro al 31 dicembre 2002) e tengono conto delle imposte differite attive e passive calcolate in relazione alle differenze temporanee esistenti a livello di utile civilistico e consolidato. L’utile netto consolidato dell’esercizio, al netto della quota di utili di pertinenza di terzi, è risultato così pari a 297,0 milioni di euro (112,7 milioni di euro al 31 dicembre 2002). All’assemblea dei soci verrà proposta la distribuzione di un dividendo unitario di 0,05 euro per azione, in crescita di circa il 20% rispetto al dividendo relativo all’esercizio 2002 (0,042 euro per azione). Il dividendo sarà pagato a decorrere dal 24 giugno 2004, con data stacco della cedola n. 6 il 21 giugno 2004.  
   
   
NUOVI GIRI DI POLTRONE PER IL MONDO DEL CARTONE SI AMPLIANO I VERTICI DEL COMITATO DIRETTIVO NAZIONALE PRO CARTON, OPERATIVO IN ITALIA DAL 2002.  
 
Milano, 17 marzo 2004 – Essere ancor più rappresentativi per il comparto. È questo l’obiettivo che si è posta Pro Carton, l’Associazione europea dei produttori e trasfromatori di cartone e cartoncino, con l’ingresso nel Consiglio Direttivo Nazionale di tre nuovi consiglieri. Ad affiancare il Presidente di Pro Carton Italia Ugo Dell’aria Burani (Vicepresidente del Gruppo Reno De Medici) e il consigliere Roman Diaz Gonzales (Presidente di Giustini Grafipack), ci saranno quindi Giuseppe Meana, Giorgio Mosseri e Piero Maria Tibiletti. Giuseppe Meana, infatti, oltre ad essere direttore generale della Cartografica Pusterla, è anche Presidente Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli) e membro di giunta di Assografici (Associazione, nazionale italiana Industrie grafiche cartotecniche e trasformatrici). Giorgio Mosseri è direttore vendite e marketing di Mayr-melnhof Italia, network commerciale per il nostro Paese del gruppo Mm Karton, azienda produttrice di cartoncino per astucci pieghevoli tra le più rinomate. Infine, Piero Maria Tibiletti è direttore commerciale e membro del consiglio di amministrazione della Cartiera Pirinoli, secondo produttore italiano di cartoncino patinato. “Confido molto nel nuovo Comitato Direttivo – commenta Ugo Dell’aria Burani – perché credo possa contribuire in modo strategico allo sviluppo dell’Associazione. E infatti è proprio in modo strategico che si è pensato alla costituzione del Comitato: rappresentanti di cartiere e di cartotecniche, con uno sguardo anche al mondo dell’industria grafica, perché tutte le realtà del comparto siano valorizzate. Lavoreremo non solo a nuove attività che vedranno Pro Carton protagonista, ma utilizzeremo l’expertise che ciascuno di noi ha costruito negli anni per promuovere l’uso del cartone e del cartoncino.”  
   
   
LA CRISI FINANZIARIA DEL CALCIO I MAGGIORI ESPERTI DI ECONOMIA DELLO SPORT SI SONO CONFRONTATI NELLA PRIMA TAVOLA ROTONDA INTERNAZIONALE SULL’ARGOMENTO  
 
Rimini, 17 marzo 2004 - Venerdì 12 marzo scorso, nella sede della Facoltà di Economia di Rimini dell’Università di Bologna, i massimi esperti europei di economia dello sport hanno dato vita ad un innovativo e aperto confronto sulle condizioni dei club calcistici nei maggiori Paesi europei. Organizzato dall’Università degli Studi di Bologna, polo universitario di Rimini, e dall’Università di San Marino, in collaborazione con Studio Ghiretti & Associati, l’incontro ha fornito un quadro piuttosto allarmante dell’economia calcistica europea, da cui emerge che numerosi club si trovano ad affrontare una seria crisi finanziaria. La crisi appare particolarmente grave per i piccoli club, mentre solo in Italia interessa tutti i club trasversalmente. La tavola rotonda, che ha visto riuniti alcuni tra i più prestigiosi esperti europei di economia applicata al calcio, ha esacerbato alcuni fattori responsabili della attuale contingenza di crisi, comuni ai diversi Paesi: una gestione economica non sempre legata alle capacità del management di prevedere l’andamento della domanda oltre che all’eccessiva fiducia nell’incremento dei fatturati che, nei fatti, non si è verificato e la mancanza di regolamentazione o di enforcement della regolamentazione. L’eccessiva concorrenza dovuta al sistema promozioni-retrocessioni che, di fatto, non consente ai club una programmazione a medio-lungo termine, come invece avviene negli Stati Uniti. Infine la volatilità dei ricavi che, dipendendo dai risultati sportivi, sconta un elevato livello di rischio. Gli studiosi presenti hanno avanzato proposte alla soluzione dello status quo: da un lato l’incremento dei ricavi attraverso la diversificazione e l’internazionalizzazione del business, lo sfruttamento del marchio e dello Stadio di gioco. Dall’altro, con uno spunto più di rottura, la ristrutturazione dei Campionati secondo modelli attualmente non usuali in Europa.  
   
   
GRUPPO CREMONINI: MOTO S.P.A. SI AGGIUDICA ALTRI 5 PUNTI DI RISTORO AUTOSTRADALE. SALGONO A 24 LE AREE DI RISTORO AUTOSTRADALE CON IL MARCHIO “MOTO” IN ITALIA.  
 
 Castelvetro di Modena, 17 marzo 2004 - Moto S.p.a., società partecipata dal Gruppo Cremonini in joint venture paritetica con Compass Group Plc, si è aggiudicata 5 nuovi punti di ristoro nelle aree di servizio autostradali in Italia. Una delle concessioni è stata assegnata da Autostrada dei Fiori Spa, società dell’imprenditore Marcellino Gavio, e fa riferimento all’area di servizio Borsana Sud, sulla A10 nei pressi di Finale Ligure ed ha una durata di 9 anni. Una seconda concessione, assegnata da Autostrade per l’Italia Spa, riguarda l’area di servizio Fabro Est, sulla A1 nei pressi di Roma, ed ha una durata di 12 anni. Complessivamente le due concessioni svilupperanno un fatturato annuo stimato in circa 7,5 milioni di Euro. Nell’ambito dello stesso lotto di assegnazione di Autostrade per l’Italia, Moto S.p.a., inoltre, si è aggiudicata ulteriori 3 concessioni della durata di 5 anni (La Pioppa Est - A14, Reggello Ovest - A1 e S. Martino Ovest - A1), che produrranno complessivamente un fatturato annuo stimato di circa 18 milioni di Euro. Il subentro di Moto S.p.a. In tali concessioni è subordinato all’esercizio di un diritto di prelazione che può essere esercitato unicamente da parte della società petrolifera, titolare delle concessione di area di servizio, che attualmente ne gestisce le sole attività “Oil” . Dall’inizio del processo di riassegnazione delle concessioni autostradali, Moto S.p.a. Ha partecipato a 30 gare sulle 68 assegnate da Autostrade per l’Italia S.p.a. E si è aggiudicata 16 punti di ristoro, di cui 3 in attesa dell’esito della prelazione, a cui va aggiunto 1 punto di ristoro assegnato dalla società Autostrada dei Fiori Spa. L’assegnazione di queste concessioni rappresenta un ulteriore passo avanti nel processo di sviluppo del network Moto lungo la rete autostradale italiana: complessivamente, sono infatti già 24 le aree di ristoro in Italia a marchio “Moto”, di cui 7 derivano da precedenti acquisizioni (ex marchio Plose).  
   
   
MILANO-VIENNA: SALGONO A 6 I COLLEGAMENTI OPERATI DA AUSTRIAN AIRLINES  
 
Milano, 17 marzo 2004 – A partire dal 19 aprile 2004 Austrian Airlines rafforza la propria presenza sul mercato italiano introducendo un nuovo collegamento giornaliero da Milano Malpensa verso Vienna. Salgono così a sei i collegamenti Milano-vienna operati da Austrian Airlines (cinque da Milano Malpensa e uno da Milano Linate). Con cinque voli in più alla settimana, dal lunedì al venerdì, Austrian Airlines porta a 39 i collegamenti settimanali da Milano verso l’hub di Vienna. Il nuovo volo, che sarà operato con aeromobili Canadair Regional da 50 posti, partirà da Milano Malpensa alle 13.25 per giungere a Vienna alle 14.50. Con l’ampliamento dei collegamenti da Milano Austrian Airlines offre ai propri passeggeri maggiori possibilità di raggiungere via Vienna le oltre 120 destinazioni della rete globale della compagnia e si conferma il vettore di riferimento per l’Europa Centrale e dell’Est, garantendo la maggiore copertura su quel territorio. Con 100 voli giornalieri diretti verso 36 destinazioni nell’Europa dell’Est e tempi di connessione minima di 25 minuti, cresce l’importanza dello scalo di Vienna quale aeroporto di transito. Il Vienna International Airport è inoltre uno dei primi dieci aeroporti al mondo per i servizi forniti ai passeggeri. Orari dei collegamenti Milano-vienna a partire dal 19 aprile 2004 Milano – Vienna
Numero Volo Partenza Arrivo Frequenza
Os 540 Lin 07:55 09:25 giornaliero
Os 518 Mxp 07:55 09:30 giornaliero
Os 512 Mxp 11:00 12:25 giornaliero
Os 510 (novità) Mxp 13:25 14:50 escluso sabato e domenica
Os 514 Mxp 17:50 19:20 escluso sabato
Os 516 Mxp 19:35 21:05 giornaliero
Vienna – Milano
Numero Volo Partenza Arrivo Frequenza
Os 511 07:35 Mxp 09:05 giornaliero
Os 509 (novità) 10:50 Mxp 12:25 escluso sabato e domenica
Os 513 15:35 Mxp 16:55 escluso sabato
Os 515 17:25 Mxp 18:50 giornaliero
Os 539 20:00 Lin 21:25 giornaliero
Os 517 20:05 Mxp 21:40 giornaliero
 
   
   
EMIRATES INAUGURA VOLI NON-STOP PER SHANGAI  
 
Dubai, 17 Marzo 2004 - Emirates, compagnia aerea internazionale con sede a Dubai, che vanta il più alto tasso di crescita al mondo, ha annunciato che ad aprile introdurrà nuovi voli passeggeri con rotta Dubai-shangai. I nuovi voli non-stop con la prima città cinese per popolazione (oltre 17 milioni di abitanti), sono stati annunciati in questi giorni a Shangai da Richard Vaughan, Vice Presidente Senior delle Operazioni Commerciali di Emirates per l’Estremo Oriente e l’Australia. Questi nuovi servizi saranno operativi dal 10 aprile con tre voli la settimana (lunedì, giovedì e sabato) per diventare giornalieri dal 15 maggio, offrendo così sempre maggiori disponibilità di voli sulla tratta Dubai-shangai. Il volo Ek302 partirà dall’aeroporto Internazionale di Dubai alle 02:15 per atterrare a quello di Shangai-pudong alle 14:55. Il volo di ritorno Ek303 con partenza da Shangai alle 23:55 dello stesso giorno, arriverà a Dubai alle 05:10 del mattino, ora locale. Emirates utilizzerà l’aeromobile Airbus A340-300 che trasporta 12 passeggeri in First Class, 42 in Business e 213 in Economy. Tutti i passeggeri godranno dell’intrattenimento Emirates, dei pasti appositamente ideati da famosi chef e degli esclusivi servizi in volo offerti dalla compagnia. Sebbene questo sia il primo volo diretto Dubai-shangai, Emirates ha iniziato a volare sulla Cina con un volo passeggeri su Hong-kong fin dal 1991. “Emirates è orgogliosa di offrire ai propri passeggeri un’altra meta affascinate”, afferma Richard Vaughan. “Shangai non rappresenta solo un centro di affari internazionale, ma è anche punto di riferimento per l’arte e le attività culturali. Inoltre è certa di poter offrire ai viaggiatori cinesi la via più facile e comoda per raggiungere Dubai, la città più cosmopolita ed affascinante del Medio Oriente”. Il nuovo servizio non-stop Dubai-shangai di Emirates rende ancora più facile il collegamento tra la Cina e destinazioni in Medio Oriente, Europa e persino in Nord America, dove a giugno Emirates inaugurerà nuovi voli non-stop.  
   
   
SNOWFLAKE VOLA A VENEZIA  
 
Venezia 17 marzo 2004 - A partire dal 29 marzo Snowflake, la compagnia low-cost del Gruppo Sas, collegherà Venezia a Stoccolma ogni lunedì e venerdì. Il nuovo collegamento sarà effettuato con uno dei moderni ed ecologici Boeing 737 della flotta Sas con la livrea bianca e gialla che contraddistingue gli aeromobili destinati ai voli snowflake. Ll 29 marzo, il 02 e il 05 aprile 2004, snowflake offrirà la possibilità di volare gratis da Venezia a Stoccolma. Le tariffe per il volo di ritorno partono da Eur. 66,00 (tasse incluse) prezzo base per tratta verso tutte le destinazioni snowflake (24 città in Europa e Medio Oriente). Il lunedì il volo parte da Venezia alle ore 19.05 con arrivo a Stoccolma alle ore 21.50, il venerdì partenza alle ore 20.45 con arrivo alle ore 23.30. Per il ritorno, il lunedì partenza da Stoccolma alle ore 15.20 con arrivo a Venezia alle ore 18.05, il venerdì si parte alle ore 17.00 per arrivare alle ore 19.45.  
   
   
AL VIA IL CANTIERE NAVALE DI MARINA CALA DE’ MEDICI PENSATO E COSTRUITO PER SODDISFARE ANCHE GLI ARMATORI PIÙ ESIGENTI  
 
Rosignano-Livorno 17 marzo 2004 – Alla fine di aprile sarà completamente operativo il Cantiere navale di Marina Cala de’ Medici. Situato all’interno del porto turistico e perfettamente strutturato per la manutenzione e il rimessaggio di scafi (vela e motore) dagli 8 ai 35 metri. Il cantiere, dotato di tutte le attrezzature più moderne e all’avanguardia, nonché di uno staff di altissimo livello, permette di ottenere il meglio per la propria imbarcazione in fatto di manutenzione e rimessaggio. Il Travel Lift da 100 tonnellate e le dimensioni del bacino di alaggio, compresa la profondità al galleggiamento (4,7 mt) permettono di alare a secco imbarcazioni sino a 35 metri. Il piazzale ha dimensioni complessive di 6.500 mq, di cui 1.500 mq destinati alle infrastrutture e ai disimpegni e 5.000 mq realmente utilizzabili per le lavorazioni. Nel perimetro esterno alle banchine sono stati predisposti sufficienti posti barca di dimensioni dai 10 ai 18 mt. Utilizzabili 12 mesi l’anno, esclusivamente per le lavorazioni in cantiere: in totale la struttura può ospitare contemporaneamente 90 imbarcazioni per il periodo invernale. Inoltre il cantiere navale del porto turistico vanta 2 invasi per Maxi Yacht a vela (invasature regolabili) e un carrello radiocomandato da 50 tonnellate circa. Il cantiere navale di Marina Cala de’ Medici offre, ai propri clienti il servizio di: carpenteria; meccanica; manutenzione ponti in teak assistenza motori marini assistenza elettrica e elettronica verniciature di ogni tipo verniciature in Awl-grip assicurata dai Lloyd di Londra “Il management è stato scelto in funzione della qualità e dei servizi che vogliamo offrire ai nostri clienti - afferma Maurizio Villani, direttore del Porto Cala de’ Medici - sarà Mauro Merlini, ex Direttore del Cantiere di Punta Ala, a dirigere il Cantiere della nostra Marina. Mi piace infatti ricordare che è proprio sotto la direzione di Merlini che Punta Ala ha visto la presenza di vere star del mare, non ultime le varie Luna Rossa.” “Da aprile potremo garantire la piena funzionalità del cantiere nautico di Marina Cala de’ Medici – prosegue Mauro Merlini, Amministratore Delegato del Cantiere Navale Cala de’ Medici – si tratterà infatti di un punto di eccellenza in Italia per la manutenzione e il rimessaggio delle imbarcazioni. La possibilità di mettere a punto gli scafi al meglio e con i migliori specialisti è sempre un aspetto importante per qualsiasi armatore, dal crocerista al regatante più agguerrito. La posizione del Cantiere – prosegue Merlini - posto all’interno dello scenografico porto di Cala de’ Medici, offre al diportista del Tirreno quanto di meglio si possa offrire nella specificità del settore e alle imbarcazioni il meglio della nautica da diporto in Italia”. Scheda riassuntiva delle caratteristiche del Cantiere navale di Marina Cala de’ Medici. Piazzale – Movimentazione imbarcazioni per l’intero ciclo dal trasporto da e per posto barca, alaggio, lavaggio carena, taccatura con Travel o carrello Altoservice, movimentazioni autogrù piccolo cabotaggio disarmo riarmo alberi, sbarco imbarco motori. Meccanica – Officina autorizzata Caterpillar, Volvo, Yanmar, Aifo, Mercruiser, Mercury etc etc. Interviene per apertura e convalida garanzia per le case Caterpillar Volvo Yanmar Onan Westerbeke Man Isotta Fraschini Verniciatura – In Awl Grip per Prfv- alluminio – isofan – Leckler per Prfv – Ciclo Stoppani al minio per barche d’epoca – Centro autorizzato Loydd’s Londra per West System Warranty, trattamenti preventivi e curativi anti osmosi, resinature (laminazioni) in matrice epossidica o poliestere. Attrezzistica – Allestimento e montaggio imbarcazioni Grand Soleil del Cantiere del Pardo (prima della consegna al cliente). Revisione Winch, verricelli sostituzione ed applicazione di attrezzatura di coperta. Elettro Impianti – Istallazione nuova apparecchiatura di qualsiasi genere, assistenza e servizio per generatori, frigoriferi, aria condizionata, riscaldamento, alternatori e motorini di avviamento, piloti automatici. Falegnameria – Costruzione di ponti in teak, di arredi interni, di modifiche ad ambienti o di risanamento di parti deteriorate, inoltre calafataggio di barche in legno refitting di barche d’epoca con trattamenti al minio e/o epossidici . Carpenteria Metallica – Tornitura di assi elica, saldature su leghe quali alluminio, titanio, acciaio inox, impiantistica idraulica generale, impiantistica olio dinamica generale, costruzione di particolari per lo più in inox quali archi per tendalini parasole, musoni ancora. Tappezzeria – Riparazione di tappezzeria generale, rifacimento di tendalini parasole, di cappe di copertura imbarcazione, di moquette ed arredi interni, quali divani, letti, tende, teli oscuranti . Revisione Battelli Pneumatici – Tutto quello che concerne le riparazioni dovute a forature o scollature del pneumatico nei punti di assemblaggio, inoltre revisione delle zattere di salvataggio imbarcazioni.  
   
   
“L’EIPM OTTIENE UN CONTRATTO MONDIALE CON LA SOCIETA’ DUPONT USA !” SERVIZI INTERESSATI : FORMAZIONE, MANAGEMENT, RISORSE UMANE, ECONOMIA E FUNZIONE “ACQUISTI”  
 
Ginevra, 17 marzo 2004. L’eipm, The European Institute of Purchasing Management, centro europeo della formazione al management della funzione “Acquisti”, ha appena firmato uno dei contratti più strategici degli ultimi tredici anni d’attività: la formazione del personale della funzione “Acquisti” del gruppo americano Dupont, ovvero di 1.500 persone in tutto il mondo! Ci si potrebbe chiedere come e perchè un centro di ricerca e di formazione francese abbia ottenuto un contratto mondiale negli Stati Uniti. L’eipm, situato presso il centro di Ricerca e di Formazione vicino a Ginevra, ha appena stipulato un contratto mondiale per la formazione di 1.500 persone del gruppo americano Dupont. In un periodo conflittuale nel settore della ricerca e della formazione in Francia, malgrado le relazioni tese tra Parigi e Washington e un Euro più forte che mai, l’Eipm dimostra con questo contratto come un’impresa francese possa esportare la propria competenza agli americani e farsi pagare in Euro. La ragione di questo successo risiede senza alcun dubbio nella politica perseguita dall’Eipm, volta alla ricerca costante della differenziazione e dell’innovazione. Questa strategia gli ha permesso di sviluppare un “savoir-faire”, una competenza unica in Europa e negli Stati Uniti attraverso, per esempio, lo sviluppo di strumenti di simulazione “on line” e la capacità di fornire una formazione comune e omogenea, in diverse lingue straniere, ovunque nel mondo. Questo “savoir-faire” ha già convinto numerose imprese europee che la formazione alle strategie “Acquisti” e “Supply Chain” doveva essere fatta con e dall’Eipm, il solo organismo di formazione che dispensa un Mba Acquisti in Europa. Da più di dieci anni, la “Maison” europea della Funzione Acquisti ha formato gran parte degli addetti a tale funzione della Bayer, Aventis Basf, Thyssen, Sanofi, Alstom, Electrolux, Colgate, Eads, Snecma... In Francia e all’estero. Anche se l’Eipm insegna negli Stati Uniti alle imprese europee ivi presenti da numerosi anni, è la prima volta che tale istituto firma un contratto di queste proporzioni sul suolo americano per formare tutto il personale della Funzione Acquisti di un gruppo non europeo. Questo contratto riguarda la formazione di circa 1500 persone, di cui 500 negli Usa, mentre gli altri membri del personale Dupont saranno formati nel Sud Est asiatico (150 in Cina e in lingua cinese), in Europa (in Spagnolo e in Tedesco) e nell’America del Sud (in Spagnolo e in Portoghese). Il contratto esprime il “know how” e la volontà dell’Eipm di accompagnare un “gruppo intero” nel cambiamento e nell’evoluzione della sua politica “Acquisti”. Infolink: www.Eipm.org  
   
   
BRAIN AT WORK 2004 - FACOLTÀ DI ECONOMIA ROMA "LA SAPIENZA"  
 
Roma, 17 marzo 2004 - Sono aperte le iscrizioni alla quarta edizione del “Brain at Work” il Career Day organizzato dall’Ufficio Sapienza&lavoro della Facoltà di Economia, in collaborazione con l’Associazione Jeser. La manifestazione si rivolge sia ai laureati che ai laureandi dell’intero Ateneo e vuole facilitare la ricerca di lavoro e fornire la possibilità di effettuare stage. Anche quest’anno si rinnova il felice sodalizio con la Facoltà di Psicologia 2 presieduta dal prof. Avallone. Ad aprire i lavori sarà il preside della Facoltà di Economia Attilio Celant. E ad inaugurare la manifestazione è stato invitato il Sindaco di Roma Walter Veltroni. L’evento si articola nelle giornate del 30 e 31 marzo, dedicate alla visita degli stand allestiti nell’atrio della Facoltà di Economia, alla raccolta dei curricula, ed all’offerta d’informazioni da parte delle imprese riguardo le loro attività di recruiting e di stage. Nelle aule avranno luogo: Presentazioni aziendali, Business Games, Cases Studies. Alla manifestazione patrocinata da Aidp (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) interverranno i manager, i responsabili risorse umane e i direttori marketing di aziende di rilievo nazionale e internazionale come Assicurazioni Generali, Procter&gamble, Acea, Mcc, Wind, Bic Lazio, Toyota, Ernst & Young, Renault Italia, Strategie&finanza, Generali Vita, Eurosapienza, Società Gestione Capannelle, Ares, Lavorare, Volareweb.com, Job Advisor, Vianet. Anche il mondo del volontariato e delle imprese sociali è stato coinvolto nell’evento del 30 e 31 marzo cui parteciperà Caritas, con il progetto “Casa di Cristian”, in favore della quale durante la manifestazione verranno raccolti fondi per la realizzazione di un parco giochi per i bambini ospiti della struttura di accoglienza. Quest’anno la manifestazione è curata nei minimi dettagli, anche l’aspetto divertente e goliardico non mancherà: a concludere i lavori con una lezione magistrale su tematiche inerenti il lavoro e l’occupazione è stato invitato Gigi Proietti. Il programma puntuale dell’evento è ancora in via di definizione. Seguirà al presente un secondo comunicato stampa redatto sulla base delle conferme degli ospiti e di altri eventi di una certa rilevanza che si stanno perfezionando in questo periodo. Infolink:: www.Brainatwork.it  
   
   
IL REGNO UNITO STANZIA OLTRE 30 MILIONI DI EURO PER AUMENTARE I POSTI ACCADEMICI PERMANENTI DESTINATI A GIOVANI RICERCATORI  
 
Londra, 17 marzo 2004 - Il Regno Unito ha lanciato un nuovo programma per aiutare i giovani ricercatori ad ottenere una posizione accademica permanente. Il programma Academic Fellowship sarà dotato di un bilancio di 23 milioni di sterline (33,7 milioni di euro). Attualmente non esiste un vero profilo di carriera per i dottorandi che intendono proseguire nella ricerca universitaria, e il finanziamento, accordato alle università, intende risolvere il problema. L'iniziativa è stata lanciata da Sir David King, capo dei consulenti scientifici del governo inglese. 'Se vogliamo conservare e migliorare la nostra reputazione di eccellenza accademica, è fondamentale che le università inglesi riescano ad attirare i dottorandi più dotati', ha dichiarato nel corso della cerimonia. 'Vogliamo che i migliori cervelli restino con noi e abbiano successo nella ricerca scientifica, a tutto vantaggio di questo paese'. Gli istituti d'istruzione universitaria hanno tempo fino a metà maggio per presentare le domande di finanziamento Fellowship nelle loro aree prioritarie. Una volta conosciuto l'esito delle domande, l'istituto dovrà indire un concorso generale per i posti Fellowship. Il governo prevede di creare ogni anno fino ad un massimo di 200 nuove borse quinquennali.