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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Ottobre 2004
Web alimentazione e benessere
UN PROGETTO ERA-NET MIRA A MIGLIORARE LA RICERCA NELL'ALIMENTAZIONE E L'AGRICOLTURA BIOLOGICHE  
 
Per migliorare la qualità e l'importanza della ricerca in Europa sull'alimentazione e l'agricoltura biologiche, è stata lanciata una nuova iniziativa Era-net. Per molti la produzione biologica è la chiave per lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura, dell'ambiente e delle zone rurali, oltre a rappresentare un miglioramento della sicurezza e della qualità alimentari. Ma perché questa visione possa divenire realtà, occorre una maggiore ricerca. Sebbene si stia rapidamente espandendo, la ricerca nell'alimentazione e l'agricoltura biologiche resta sempre un aspetto relativamente nuovo del panorama della ricerca europea. In sé, si caratterizza per le piccole comunità di ricerca, spesso assai disperse, sia istituzionalmente che geograficamente. Per ovviare a questa frammentazione, nel quadro del programma dell'Ue Era-net è stato creato un nuovo partenariato internazionale, destinato a migliorare la cooperazione e il coordinamento delle attività di ricerca nazionali attraverso il networking e la reciproca apertura di programmi di ricerca nazionali e regionali. Core Organic (coordination of European transnational research in organic food and farming) riunisce ministeri governativi, consigli di ricerca e altri finanziatori della ricerca di 11 paesi: Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. Per tutta la sua durata triennale, la partecipazione a questa iniziativa da 1,2 milioni di euro resterà tuttavia aperta a qualsiasi paese dell'Ue che abbia un programma di ricerca nazionale per l'alimentazione e l'agricoltura biologiche. Le attività comuni dei partner Core Organic verteranno sul coordinamento e la valutazione della ricerca esistente, l'identificazione delle future priorità scientifiche e la condivisione e l'integrazione di conoscenza e informazione. Lo scopo finale al termine del progetto, però, è la creazione di un programma di ricerca comune tra i paesi partner, con un bilancio di almeno 3 milioni di euro all'anno, che offrirà alle autorità europee l'opportunità di lanciare progetti di ricerca su scala molto più vasta di quella attualmente possibile. L'attuale spesa annuale combinata da parte degli 11 paesi rappresentati nel programma Era-net sulle attività di ricerca nel settore dell'agricoltura biologica è di circa 60 milioni di euro. Infolink: http://www.Core-organic.org/  
   
   
QUALITÀ, TIPICITÀ ALIMENTARE, AGRICOLTURA BIOLOGICA: IL CONSORZIO NAZIONALE APICOLTORI E AGRICOLTORI BIOLOGICI ITALIANI IN ASSEMBLEA  
 
Due giornate per riflettere e discutere insieme il presente e il futuro del Conapi, Consorzio Apicoltori e Agricoltori-biologici Italiani, il 29 e 30 ottobre a Loiano (Bologna) presso Palazzo Loup. Una realtà complessa, fondata nel 1983, che attualmente conta su una base sociale di 1300 produttori italiani e e 6.200 latinoamericani. Un consorzio fortemente radicato nel locale (la sua sede è a Monterenzio, sulle colline bolognesi) ma con un respiro nazionale e internazionale. Di Conapi infatti è la maggior parte del miele biologico e convenzionale venduto in alcune delle più importanti catene distributive italiane, di Conapi fanno parte i produttori di Alce Nero (storico marchio italiano del biologico), di Conapi sono membri i giovani che hanno dato vita alle cooperative legate al progetto Libera Terra, associazione che coltiva le terre confiscate ai mafiosi. Dallo scorso anno nel consorzio bolognese sono entrate anche alcune cooperative di produttori del Centro e Sud America che operano nell’ambito del Commercio Equo e Solidale e che insieme a Conapi hanno dato vita al progetto Sin Fronteras, un’associazione internazionale di cooperative che raggruppa realtà produttive di diversi paesi per creare relazioni commerciali paritarie, nel segno della tipicità e della valorizzazione dei luoghi di origine. Ci sarà anche una loro rappresentanza venerdì e sabato per discutere, insieme ai soci italiani, di qualità e tipicità dei prodotti, per approvare il bilancio e per rinnovare il consiglio di amministrazione. Venerdì sono previsti anche alcuni laboratori tecnici per il miglioramento delle referenze: “Quello passato è stato un anno difficile ma quello che ci aspetta non è da meno – commenta alla vigilia dell’assemblea Lucio Cavazzoni, presidente e fondatore del consorzio -. Noi abbiamo scelto la strada dell’innovazione. Innovare significa sempre di più specializzarsi nel settore alimentare, scegliere i migliori produttori e le migliori zone e poi lavorare nella filiera per ridurre i costi complessivi. In questo modo avvicineremo sempre più consumatori attenti alla qualità”. Il motto “il biologico e la qualità per tutti i consumatori” resta un caposaldo della filosofia del Conapi, che sta lavorando per un abbattimento dei costi e per rendere più accessibili i prodotti senza rinunciare alla qualità ambientale e sociale. Infolink : www.Conapi.it   
   
   
APERTAMENTE: GUSTO CHIARO L’INDUSTRIA ALIMENTARE IN ITALIA APRE LE PORTE AL PUBBLICO I FATTORI CHIAVE DEL SUCCESSO DEI PRODOTTI ALIMENTARI ITALIANI.  
 
 Le mille professioni e i mestieri dell’industria che contribuiscono a rendere unici i piatti che portiamo sulle nostre tavole. Dall’8 al 13 novembre – per la seconda volta dopo l’edizione del 2002 – un centinaio di aziende aprono le loro porte al pubblico per spiegare i “segreti della qualità” degli alimenti made in Italy. E il settore associativo di Federalimentare, con la conferenza stampa di “Apertamente: Gusto Chiaro”, vuole sottolineare proprio i valori dell’inimitabilità dei cibi e delle bevande che consumiamo ogni giorno. L’evento vedrà la presenza di industriali, esponenti delle Istituzioni, tecnologi alimentari ed economisti che discuteranno lo stato attuale del settore agro-alimentare, i suoi punti di forza e le sfide future. Nel corso dell’incontro verrà presentata un’indagine realizzata dal Centro Studi di Federalimentare, che fornisce le prime stime 2004 dell’industria alimentare (produzione, fatturato, occupazione) e affronta in maniera approfondita uno dei temi caldi del momento: la questione dei consumi e la dinamica dei prezzi. La ricerca punta l’attenzione anche sull’occupazione nel comparto, delineando le professionalità utilizzate dal settore. Non solo. L’indagine descrive lo scenario futuro che si profila per le aziende che operano nel sistema agroalimentare, individuando alcuni elementi critici e ipotizzando i rischi che essi comportano. All’incontro parteciperanno Luigi Rossi di Montelera (Presidente di Federalimentare), Gianni Alemanno (Ministro delle Politiche Agricole e Forestali), Mario Rummo (Vice Presidente di Federalimentare), Franco Antoniazzi (Consigliere Aita – Associazione Italiana Tecnologi Alimentari) e Guido Pellegrini (Professore Straordinario di Valutazione delle Politiche Economiche – Università di Bologna). Roma, 3 novembre 2004, ore 11,00 Hotel St. Regis Grand, Via V.e. Orlando, 3  
   
   
QUALITÀ E UN’UNICA CERTIFICAZIONE PER LO SVILUPPO DEL COMMERCIO SOSTENIBILE NELLA FILIERA DEL CAFFÈ  
 
La qualità a garanzia dello sviluppo sostenibile e la necessità di regolamentare il commercio sostenibile attraverso la messa a punto di un’unica certificazione internazionale, riconoscibile da produttori e consumatori. Questo è quanto emerso dalla tavola rotonda “Promuovere la sostenibilità nella filiera del caffè” organizzata da Fairtrade – Transfair Italia e illycaffè in occasione del Sial (Salone Internazionale dell’Alimentazione) in corso in questi giorni a Parigi. Il commercio sostenibile nasce dalla qualità e dalla conoscenza Secondo Andrea Illy “il caffè é un prodotto che si consuma principalmente per piacere. Il prezzo quindi non é il primo elemento che determina l’acquisto. Il consumatore privilegia la qualità”. Per illycaffè la qualità deve essere ricercata fin dall’origine della filiera, sulla pianta, e deve poi essere mantenuta e valorizzata. I produttori devono quindi essere messi nelle condizioni di produrre caffè di qualità ottimale; per far ciò illy riconosce a loro un prezzo sostenibile superiore al prezzo di mercato che garantisce un margine di profitto, oltre al trasferimento della conoscenza. E’ in questa fase che lo sviluppo sostenibile dimostra tutto il suo potenziale, in particolare da quando il mercato del caffè é stato duramente colpito dalla caduta dei prezzi, peggiorando la situazione dei produttori. Ahmed Legesse, produttore di caffè in Etiopia, ha insistito sull’importanza, per le economie dei Paesi in via di sviluppo, di garantire una relazione sostenibile con i coltivatori di caffè; in questo modo si può evitare che abbandonino le loro coltivazioni o optino per altre colture d’esportazione. In Etiopia, grazie ai progetti portati avanti da illycaffè, oltre 150 000 coltivatori hanno già beneficiato di un incremento della qualità della vita locale. Paolo Pastore, coordinatore di Transfair-fairtrade Italia, ha aggiunto “Il commercio equo e solidale o sostenibile non é carità. L’obiettivo é quello di migliorare l’economia dei Paesi in via di sviluppo, pagando un prezzo ‘giusto’ ai produttori e chiedendo un prezzo ‘giusto’ ai consumatori, possibile solo se c’è qualità, piuttosto che concentrarsi sugli aiuti”. Questo è l’approccio che, nel lungo termine, può ‘fare la differenza’ nel sistema Nord-sud del mondo. “Il rispetto dell’ambiente, le condizioni sociali – come il rispetto delle leggi che regolano il lavoro, l’accesso all’educazione e all’assistenza sanitaria per citarne alcune - e l’equilibrio economico fanno dello sviluppo sostenibile una realtà”, ha sottolineato Pablo Dubois, Direttore delle Operazioni dell’International Coffee Organization. La strategia di illycaffè si basa sulla fiducia e sulle relazioni dirette con i produttori Per incentivare i produttori di caffè a migliorare la qualità della loro produzione, Andrea Illy riassume la strategia di illycaffè in quattro tappe: Selezionare e motivare i produttori. In questo quadro illy ha creato un sistema di premi per incoraggiare la ricerca e la produzione di caffè di qualità in Brasile, India, Colombia e Guatemala. Trasferire il proprio know-how ai coltivatori - avvalendosi della collaborazione di agronomi e di tecnici - e sviluppare dei progetti di ricerca in comune. In Brasile illycaffè ha anche creato l’Università del Caffè. Premiare i coltivatori per la produzione di caffè di qualità superiore – qualità ottenuta applicando le conoscenze acquisite. Stimolare il consumo del caffè attraverso la promozione della cultura della qualità presso i consumatori. Solamente le relazioni durature possono garantire l’eccellenza dei raccolti, l’aumento del loro valore e, di conseguenza, la crescita degli imprenditori locali. Per una comprensione migliore da parte dei consumatori. Samuel Ribeiro Giordano, professore all’Università di San Paolo, Brasile, ha ribadito che la moltiplicazione dei marchi di certificazione può generare confusione sia tra i consumatori che tra i produttori, e ciò non giova allo sviluppo del commercio sostenibile. I produttori di caffè dovrebbero attenersi a criteri comuni e riconosciuti da un’istituzione pubblica. I consumatori hanno, dal canto loro, bisogno di capire l’intero processo e i benefici che ne derivano. Per pagare un prezzo superiore a quello di mercato hanno diritto alla trasparenza. Su quest’ultimo punto, Véronique Discours-buhot, Direttore per lo sviluppo sostenibile di Carrefour, ha aggiunto: “Lo sviluppo del commercio sostenibile dipenderà dalla capacità della grande distribuzione di mettere i prodotti equo e solidali sugli scaffali dei supermercati e di proporli a prezzi interessanti”. Pablo Dubois ha ricordato che l’International Coffee Organization ha definito delle norme minime sulla qualità. “Si tratta di un sistema ad adesione volontaria, a cui hanno già risposto positivamente 26 Paesi produttori che a questo scopo hanno modificato la loro legislazione”. Paolo Pastore ha spiegato che, in una politica di partnership con le istituzioni europee, “Fairtrade supporta i coltivatori nel proporre prodotti che possono essere commercializzati con un reale valore aggiunto”. Un primo esperimento in Francia. In Francia Afnor (Agence Française de Normalisation), in collaborazione con il Ministère de l’Ecologie et du Développement Durable e in accordo con associazioni dei consumatori, industriali, rappresentanti di Ong e istituzioni, ha definito quelli che potrebbero essere i criteri per una regolamentazione del commercio sostenibile. È un progetto nazionale francese in via sperimentale. Andrea Illy ha proposto di lanciare un progetto pilota per sperimentare questo approccio adattandolo specificatamente al mercato del caffè.  
   
   
PREMIATO A UDINE DAL DIRETTORE MARIO ZULIANI LO SPEZZINO STEFANO MILICI AL VINCITORE DELLE “VINIADI” 2004 UN FILARE DI TENUTA VILLANOVA  
 
E’ toccato al direttore dell’azienda vitivinicola Tenuta Villanova di Farra d’Isonzo, Mario Zuliani, il gradito compito di premiare a Udine il vincitore delle “Viniadi” 2004, il campionato italiano per degustatori non professionisti organizzato dall’Ente Vini-enoteca Italiana di Siena e dal Ministero delle politiche agricole e forestali che ha fatto tappa in Friuli Venezia Giulia per la gara finale. Durante la serata conclusiva della manifestazione nazionale che si è svolta nell’aula magna dell’Università di Udine, Mario Zuliani, affiancato sul palco dal sindaco di Castelnuovo Magra Marzio Favini, ha consegnato il primo premio a Stefano Milici, ventiseienne spezzino che, superando gli altri 22 concorrenti provenienti da 15 regioni d’Italia, si è aggiudicato per tre anni l’usufrutto di un filare di vite Pinot grigio del Collio (vigneto Monte Fortino) offerto da Tenuta Villanova. Nel pomeriggio che ha preceduto la premiazione, dopo la gara finale che si è svolta nell’Enoteca regionale “La Serenissima” a Gradisca d’Isonzo, i partecipanti alle Viniadi si sono recati a Tenuta Villanova per visitare l’azienda, le cantine e la distilleria, unica in regione ad utilizzare vinacce di proprietà nella produzione dei distillati. Il progetto della “Viniadi” è inserito nell’ambito di "Vino e giovani - Per Bacco, Ragazzi!", campagna nazionale rivolta ai giovani tra i 18-30 anni per sensibilizzarli ad un consumo corretto e moderato del vino.  
   
   
CINQUE GRAPPOLI AL FRANCIACORTA CABOCHON 2000 MONTE ROSSA PREMIATA NELLA GUIDA DUEMILAVINI DELL’ASSOCIAZIONE SOMMELIER  
 
L’associazione Italiana Sommelier ha assegnato i “cinque grappoli”, punteggio d’eccellenza, al Franciacorta Cabochon 2000 di Monte Rossa. Nell’edizione 2005 della guida Duemilavini, i Sommelier Italiani hanno premiato con i “cinque grappoli” solamente quindici vini lombardi, tra cui il Franciacorta di alta gamma dell’azienda bresciana di Emanuele Rabotti, confermandolo così ai massimi livelli dell’enologia italiana. Monte Rossa ha recentemente rinnovato la cantina, scegliendo con determinazione la strada del Franciacorta e abbandonando la produzione di vini fermi. Nella nuova e moderna struttura spicca l’enolift, uno speciale “ascensore del vino” che trasporta il prodotto sui tre piani della cantina. Proprio come l’enolift conduce mosti e vini ai livelli più alti, il riconoscimento dei Sommelier italiani porta le bollicine di Monte Rossa nell’empireo della qualità. Il Franciacorta Cabochon Millesimato viene creato nel 1992 per celebrare i primi vent’anni di attività dell’azienda, imponendosi, in virtù della sua suberba raffinatezza, come vino più emblematico di Monte Rossa. Nasce solo nelle annate più favorevoli, da uve chardonnay (70 per cento) e pinot nero selezionatissime, ed è affinato almeno tre anni in cantina prima della sboccatura. E’ un Franciacorta di grande struttura e persistenza aromatica, prodotto in quantità limitate, circa 30mila bottiglie per la vendemmia 2000, e considerato uno dei vini più rappresentativi del territorio franciacortino  
   
   
VINI DEL NORD CONTRO VINI DEL SUD  
 
Sono ormai alcuni anni che l’enologia italiana sta assistendo a quella che ormai non possiamo più definire sviluppo emergente ma una grande conferma e consolidata realtà, i vini meridionali. Abnegazione, coraggio e professionalità hanno permesso conferme eccezionali. Investimenti indubbiamente onerosi, l’umiltà di richiedere l’apporto professionale di enologi esterni, il coraggio di modificare una realtà vinicola contadina, con il vino inteso come prodotto famigliare, durata massima di un anno. La professionalità e il coraggio di aziende soprattutto medio piccole, consentono finalmente di far conoscere al pubblico italiano (e non solo) che i “grandi” non sono monopolio sabaudo-dantesco. Non solo sono riusciti nel loro intento, ma hanno mantenuto inalterato i valori autentici delle loro origini, autoctoni originali; i profumi e i sapori che sprigionano sono quelli della terra, del sole, della frutta, e dell’amore del produttore. Ci troviamo alla presenza di vini che hanno un’anima, vini con grandi prospettive d’invecchiamento che nulla hanno da invidiare ai Toscani. Non i soliti vini da wine bar, fatti e costruiti apposta per la vendita che al posto dell’etichetta dovrebbero riportare solo il nome dell’enologo, tanto sono uguali e riconoscibili. Certo tutto questo comporta difficoltà commerciali, più il vino mantiene le sue qualità autoctone, più è difficile l’affermazione sui mercati, quando sarebbe molto più semplice renderlo più rotondo, più abboccato per il gusto di tutti. Spero che restino e mantengano questi che non sono difetti, ma frutto della vigna, e ripeto anima della zona di produzione, usando il meno possibile le “uve da condimento”. Personalmente sono convinto che i vari nomi toscani e piemontesi dovrebbero farsi un esame di coscienza oltre che un riesame dei prezzi di vendita, non si lamentino se le vendite sono in calo, se l’export diminuisce, se il guadagno non raggiunge i livelli previsti (non parlo di passivo). Credo che un Nero d’Avola possa tranquillamente competere con un pluribicchierato Barolo, o un eccellente primitivo di Manduria con un Morellino di Scansano, le sensazioni che trasmette un Etna Bianco non sono inferiori all’Arneis, i profumi di un Tamurro Nero non hanno niente da invidiare al Barbaresco ipermedagliato. Certo Gaja produce ottimi vini, anche se alla portata di pochi, sarebbe comunque interessante conoscere a quanto corrisponde l’investimento per il marketing. Tutto questo non vuole togliere nulla ai pubblicitari, sanno fare molto bene il loro lavoro, indubbiamente un vino ottimo, restando praticamente sconosciuto, è destinato a restare un patrimonio autoctono, a non uscire dai confini regionali. Personalmente sono convinto che i vari nomi toscani e piemontesi dovrebbero farsi un esame di coscienza oltre che un riesame dei prezzi di vendita, non si lamentino se le vendite sono in calo, se l’export diminuisce, se il guadagno non raggiunge i livelli previsti (non parlo di passivo, ma di guadagni inferiori). E’ anche vero che il vino ha raggiunto costi stratosferici in enoteca e soprattutto al ristorante, mediamente il ristoratore triplica, in molti casi quintuplica, ormai il vino viene considerato il catalizzatore del guadagno. Costa poco, è pagato comodamente e non devono fare magazzino. Fortunatamente esistono anche ristoratori intelligenti, ne conosco un paio che applicano un rincaro del trenta per cento sul prezzo sorgente, e casualmente sono locali sempre pieni. Forse una seria politica commerciale paga sempre. Per onore della verità devo mio malgrado notare che in questo ultimo anno anche alcuni produttori del sud si sono montati la testa. Purtroppo ho trovato vini con un costo di venti euro, quando il produttore con le vigne distanti cinquanta metri lo vende a sette. Ho anche assaggiato passiti da trentacinque-quaranta euro (bottiglietta piccola), ottimi, ma con un prezzo folle e ingiustificato. Spero restino una minoranza, se i costi restano contenuti l’Italia non diventerà la prima consumatrice di acqua minerale, piantiamola con le idiozie, con cinque euro, otto al ristorante, si possono bere ottimi vini. L’influenza sabaudo-dantesca è tremendamente infettiva e fin’ora non è stato scoperto il vaccino. Ho sentito opinioni discordi sui vini siciliani, criticare la tannicità dei pugliesi, non considerare minimamente la qualità dei rossi della Basilicata. Certo non tutti sono da inginocchiatoio, ma non dimentichiamoci che anche al nord ci sono vini che del grande figlio di Bacco hanno, usurpandolo, solo il nome, e nella migliore delle ipotesi l’unico abbinamento gastronomico possibile è con l’insalata, assieme a sale e olio. Speriamo che questa lotta fra nord e sud possa portare vantaggi al consumatore, contribuendo a calmierarne i costi, e che il buonsenso economico/commerciale possa vincere. Il vino italiano è il migliore al mondo in assoluto, disponiamo di un patrimonio unico per varietà e quantità. Basta, piantiamola con questi francesi, chiedetegli quanti bianchi producono, sono solo bravi e più esperti nel marketing. Noi italiani sappiamo solo fare il vino e scusate se è poco.  
   
   
CAUDALIE: I PIACERI DELLA VINOTHÉRAPIE TRA I VIGNETI DELLE LANGHE AL SAN MAURIZIO  
 
Immergersi nell¹acqua voluttuosa del Bain Barrique, il bagno caldo con vinaccia fresca microframmentata, abbandonarsi tra i flutti dionisiaci del Bain à la Vigne Rouge, l¹idromassaggio agli estratti di vite rossa, per poi rinascere con un Gommage Crushed Cabernet o un inebriante Massage Sauvignon... Riti di piacere e di benessere distillati nel domaine di Caudalie, che dall¹uva estrae e offre tutti i benefici della Vinothérapie. Un cru del benessere, la Spa Caudalie, che si ambienta nel Relais San Maurizio con un emozionante affaccio dagli archi in pietra del muro di cinta sulla distesa verdeggiante dei vigneti delle Langhe, con giochi di luce filtrati dalle piante secolari del giardino e il profumo intenso dell¹uva. E, all¹interno,l¹atmosfera calda e vibrante del legno e della pietra secca che accompagna in un riparo intimo, per riconciliarsi con i ritmi della natura e assecondare desideri spesso inascoltati nel vortice della quotidianità. Un eno-thermarium ricavato dalle antiche cantine di un monastero seicentesco, abitato un tempo dai monaci e ora silenzioso rifugio di charme che parla di storia e di rispetto per la generosità della campagna. Una meta da sogno, il Relais San Maurizio, che sui colli di Santo Stefano Belbo ricrea la magia e il carattere della Spa di Bordeaux, la prima vinothérapie al mondo nata dalla passione e dalla ricerca di Mathilde e Bertrand Thomas.  
   
   
WINE TIME BY VINOBAR CON SCHONHUBER: È IL MOMENTO DEL GUSTO  
 
Dopo il successo della scorsa edizione, Schönhuber rinnova l’appuntamento con Wine Time by Vinobar, l’evento per gli amanti del gusto dedicato quest’anno al Friuli Venezia Giulia e alle sue specialità enogastronomiche. Wine Time si svolge sabato 13 novembre in contemporanea nei migliori punti vendita Vinobar in tutta Italia. L’evento avrà inizio nel pomeriggio prolungandosi fino alla chiusura dei negozi. Importanti partners del mondo enogastronomico friulano affiancheranno Schönhuber nell’organizzazione dell’evento: Movimento Turismo del Vino – Friuli Venezia Giulia, associazione di produttori nata allo scopo di diffondere la cultura del vino di qualità e le tradizioni regionali, e Consorzio per la Tutela del Formaggio Montasio, consorzio volontario costituito nel 1984 con l’intento di difendere e tutelare la produzione e il commercio del formaggio Montasio, l’uso della sua denominazione, di salvaguardarne la tipicità e le peculiari caratteristiche. L’evento sarà l’occasione, inoltre, per presentare Vinobar, l’assortito catalogo di accessori per il vino creato da Schönhuber.  
   
   
A GIANNI ZONIN IL PREMIO COLUMBUS 2004 PER IL CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELLA VITICOLTURA E DELL’ENOLOGIA ITALIANA  
 
Martedì 12 ottobre 2004, nella prestigiosa cornice di Palazzo Vecchio a Firenze, alla presenza del Sindaco di Firenze Leonardo Domenici, delle massime autorità cittadine, del console degli Stati Uniti, del presidente del Rotary Club Firenze Est Franco Cioni e di un folto pubblico, il Cav. Lav. Gianni Zonin ha ricevuto il Premio Columbus 2004. Questo premio nato nel 1948, ricorda ogni anno il 12 ottobre 1492, giorno in cui il grande navigatore genovese sbarcò sul suolo americano estendendo a un nuovo continente i confini di una civiltà dell’ingegno, della cultura e dell’arte a cui l’Italia aveva dato il massimo contributo. Il Premio Columbus ha assunto fin dall’inizio il duplice connotato che conserva tuttora: scoperta dell’America e riconoscimento di alti meriti a illustri personalità che in ogni campo abbiano dimostrato lo stesso spirito di “costruttori di civiltà” che animò Cristoforo Colombo. Ogni anno una giuria composta da cittadini illustri assegna un riconoscimento simbolico a esponenti della cultura, dell’arte, dell’industria e dello sport che si siano particolarmente segnalati nelle rispettive discipline. Nelle passate edizioni il premio è andato a celebri personaggi del calibro di Mario Monti, Franco Modigliani, Antonio Fazio, Vittorio Frescobaldi, per continuare con Gianni Letta, Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco, Carlo Rubbia, Umberto Veronesi, Carla Fracci, Gae Aulenti, Riccardo Muti e Umberto Eco. La cerimonia, di grande interesse per la ricorrente statura morale e intellettuale dei premiati, quest’anno ha visto tre protagonisti: Mike Bongiorno per lo spettacolo, Monsignor Gianfranco Ravasi per la cultura e appunto Gianni Zonin per l’industria. Il riconoscimento a Gianni Zonin, presidente dell’omonima cantina, ma anche presidente della Banca Popolare di Vicenza e presidente della Cassa di Risparmio di Prato, è stato assegnato all’unanimità dalla commissione giudicatrice “per l’essersi dimostrato un imprenditore di grandi vedute nel campo vitivinicolo, di dimostrate capacità organizzative, di spiccato amore per la terra, di notevole talento e acume nelle molteplici attività da lui intraprese”.  
   
   
ZONIN É ON AIR CON UNA CAMPAGNA STAMPA ALL’INSEGNA DEL BUON BERE  
 
E’ on-air la campagna stampa di Zonin, la nota Casa Vinicola che ha la sua sede storica a Gambellara. Oggi eletta a prima azienda vitivinicola privata in Italia e forte di un presidente, il Cavaliere Gianni Zonin, che ha recentemente ricevuto il premio Columbus 2004 “per l’essersi dimostrato un imprenditore di grandi vedute nel campo vitivinicolo, di spiccato amore per la terra, di notevole talento nelle molteplici attività da lui intraprese”, la Casa Vinicola Zonin anche in comunicazione rinnova la sua mission: “far sì che il vino migliore non sia un piacere per pochi”. La campagna stampa, orientata sul prodotto, prevede differenti soggetti che mettono in evidenza le valenze dei singoli prodotti, sia quelli a marchio Zonin, vini di qualità proposti per bere bene ogni giorno, che quelli delle tenute di famiglia, prodotti più esclusivi e ricercati, riservati agli intenditori più raffinati. Parallelamente alla campagna stampa, che prevede un significativo investimento sulle maggiori testate periodiche del panorama editoriale italiano, parte dal 26 ottobre al 30 dicembre, la pianificazione tv su Raisat-gambero Rosso Channel, con una serie di pillole di presentazione delle tenute della famiglia Zonin, presenti nelle sette regioni italiane a maggior vocazione vitivinicola: per chi vuole fare un viaggio alla scoperta del meglio del vigneto Italia.  
   
   
SCENDE IL PREZZO DELLA BIRRA: ITALGROB ANNUNCIA LA DECISIONE DI BISCALDI IMPORT EXPORT SRL DI ABBASSARE I LISTINI DELLA BIRRA CORONA PER TUTTO IL 2005  
 
Buone notizie sul fronte dei prezzi della birra. Dopo gli appelli di Italgrob la Federazione Italiana dei Grossisti e dei Distributori di Bevande che, impegnandosi in prima persona, aveva raccomandato a industrie e grossisti il rispetto dei patti di stabilità dei listini anche nel settore Horeca non solo sono completamente rientrati i temuti rischi di un aumento dei prezzi da parte dei produttori, ma addirittura si segnala il primo caso di riduzione dei listini. La società Biscaldi Import Export Srl di Genova ha comunicato pochi giorni fa a Italgrob la propria decisione di ridurre del 5,5% i listini della famosa birra messicana Corona, della quale è importatrice esclusiva. I nuovi prezzi resteranno inoltre in vigore per tutto il 2005, a sicuro vantaggio dei consumatori. Oggi la birra Corona si trova infatti al terzo posto in Italia per i consumi nel formato da 33 cl in vetro. ³Apprezziamo l¹impegno e il senso di responsabilità dimostrato in queste settimane dalle maggiori industrie nazionali di beverage sottolineano da Italgrob e ci auspichiamo che l¹esempio dato da Biscaldi venga presto seguito da altri, per consentire davvero un rilancio dei consumi a favore delle famiglie italiane². Italgrob - i cui 700 affiliati rappresentano oltre il 40% della distribuzione indipendente Horeca italiana con un giro d¹affari superiore al 60% del mercato si era già espressa nelle scorse settimane a favore della proposta dell¹Esecutivo e del presidente Ciampi per il blocco dei prezzi, manifestando la propria disponibilità a collaborare fattivamente insieme agli altri membri della filiera.  
   
   
GLI ITALIANI A TAVOLA? SECONDO I GRANDI CHEF E SOMMELIER S’INTENDONO DI VINO, MA È ANCORA POCO DIFFUSA LA CULTURA DELL’ACQUA MINERALE. S.PELLEGRINO E ACQUA PANNA LANCIANO LA NUOVA TENDENZA, IL WATER&WINE TASTING PER SCOPRIRE COME IL VINO SI SPOSA CON L’ACQUA MINERALE  
 
Per anni si è detto che “l’acqua non si sposa con il vino”. Niente di più sbagliato. A sostenerlo sono alcuni tra i migliori chef, sommelier e maître italiani che lanciano un “mea culpa”: per troppo tempo è stato trascurato il mondo dell’acqua minerale. Se per 7 intervistati su 10 gli Italiani sono ormai consapevoli nella scelta del vino, manca ancora una cultura dell’acqua minerale. Il 58% degli esperti ammette, infatti, che viene sottovalutata l’importanza di abbinare in modo corretto ciò che si beve nel corso del pasto. Ma come si comportano a tavola gli italiani in fatto di bevande? Se un tempo era l’uomo a scegliere il vino, sempre più spesso la scelta di cosa bere, sia in termini di vino che di acqua, è frutto di una decisione “di coppia” e addirittura, sottolinea il 9%, iniziano a vedersi donne che scelgono al posto del partner. S.pellegrino e Acqua Panna lanciano la nuova tendenza, il water&wine tasting, svelando i perfetti abbinamenti tra acqua minerale e vini in grado di esaltare i sapori e di trasformare la cena in una Dining Experience. È quanto emerge dallo studio realizzato dall’Osservatorio di S.pellegrino in collaborazione con Eta Meta Research e condotto su 100 tra sommelier, maître e chef di alcuni dei più famosi ristoranti italiani. Lo studio Acqua minerale e vino sulla tavola degli italiani è stato realizzato attraverso interviste telefoniche. Gli esperti: “gli italiani iniziano ad intendersi di vini, ma sono ancora poco informati sull’importanza di abbinare ad ogni vino o pietanza la giusta acqua minerale” Anni e anni di cultura del vino fanno sentire i loro frutti, almeno secondo il 72% degli esperti intervistati. “Rispetto solo a pochi anni fa – conferma Nadia Moroni, chef del ristorante Aimo e Nadia di Milano – i clienti dimostrano di aver assimilato un’ottima conoscenza del vino e dei corretti abbinamenti con le diverse pietanze”. Se per il 49% c’è una scarsa conoscenza delle diverse caratteristiche dell’acqua minerale, per il 13% i clienti cominciano a mostrare chiare preferenze per un tipo di acqua piuttosto che per un altro. Di fatto, sottolinea il 58%, oggi si dà grande importanza al vino, ma moltissimi sottovalutano la possibilità di abbinare acqua minerale e vino. Per il 41%, infatti, sono molti i clienti che scelgono più di un vino per il pasto, ma pochissimi cambiano acqua minerale. La colpa? A sorpresa gli esperti puntano il dito contro se stessi: il 63% ammette, infatti, che per anni non si è fatto nulla in termini di cultura dell’acqua minerale. La scelta del vino adesso viene fatta “in coppia”. E quando è lei a ordinare l’acqua minerale, preferisce quella “piatta”. Ma come si comportano le coppie italiane a tavola quando si tratta di scegliere il vino e l’acqua minerale? In moltissimi casi, conferma il 39%, la scelta di entrambe le bevande viene fatta insieme. Il vino, per il 28% degli intervistati viene scelto dagli uomini, mentre per il 25%, sono le donne a decidere il tipo di acqua. Ma per gli esperti l’acqua minerale sembra avere un sesso: la naturale è donna, per l’80% degli intervistati, mentre la frizzante, per il 60%, è prettamente maschile. Per il 9%, invece, iniziano a vedersi donne che scelgono il vino al posto del partner. Dissetare e preparare il palato a nuovi sapori: ecco la funzione dell’acqua minerale a tavola. Per il 60% degli esperti intervistati, il consumo dell’acqua minerale si concentra soprattutto tra una portata e l’altra. Per il 21% gli italiani preferiscono berla al termine del pasto, per il 35%, invece, per preparare il palato ad assaporare la successiva portata. I comportamenti sembrano però essere in rapida evoluzione se, come dice il 16% degli intervistati, tra i clienti c’è anche chi la utilizza per esaltare il sapore del cibo e del vino. Il 65% degli esperti sostiene poi, come la maggior parte della clientela distingua con molta chiarezza la differenza di “sapore” tra un tipo di acqua minerale e un’altra. “L’acqua è nobile quanto vino – sostiene infatti Giuseppe Vaccarini, Presidente dell’A.s.i., Association de la Sommellerie Internazionale – basti pensare che quest’ultimo è costituito per l’85% proprio da acqua. Non a caso la nuova tendenza per alcuni sommelier è consigliare accanto al vino l’acqua minerale più adatta, come fa già Enrico Bernardo, sommelier di “Le V” del Four Season di Parigi”. Per gli esperti rendere veramente unica la cena significa “scegliere i giusti abbinamenti tra acque minerali e vini”. Ma esistono degli abbinamenti ideali tra acqua minerale e vino? Sebbene il 32% ritenga che non esista alcun legame tra acqua minerale e tipologia di vino, il 41% crede che gli abbinamenti siano fondamentali per la riuscita della cena. Quali sono allora le acque ideali per accompagnare le diverse tipologie di vino? Secondo il 57% degli intervistati ogni vino ha le proprie peculiarità, anche se è possibile dare alcune indicazioni più generali. Per quanto riguarda il vino bianco, il 68% degli esperti è più propenso ad indicare un’acqua minerale naturale piatta. Le bollicine dell’acqua frizzante, secondo il 64%, sono invece più indicate in abbinamento con un rosso corposo. Come sottolinea ancora Giuseppe Vaccarini: “un’acqua minerale frizzante è indicata per esaltare e rivitalizzare i gusti più decisi mentre l’acqua minerale naturale piatta non altera quelli più delicati”.  
   
   
REGIONE PIEMONTE PRESENTA SAPORIPIEMONTESI.IT/ TIPICAMENTE ON LINE STORIA, CULTURA E SAPORI DELLA TRADIZIONE PIEMONTESE IN RETE  
 
La Regione Piemonte, Confcooperative Fedagri e Anca Legacoop Nord-ovest hanno scelto il Salone Internazionale del Gusto di Torino per presentare, sabato 23 ottobre, il progetto saporipiemontesi.It / tipicamente on line. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con le organizzazioni regionali delle cooperative agricole, intende promuovere la cultura enogastronomia piemontese attraverso le opportunità offerte da internet. Storia, cultura e sapori della tradizione piemontese saranno diffusi nel web grazie a saporipiemontesi.It che si propone come punto di riferimento on line per clienti, appassionati e operatori del settore. Per presentare il progetto, Regione Piemonte ha organizzato un workshop che vuole essere un momento di confronto tra le diverse realtà coinvolte nell’iniziativa, il pubblico d’intenditori del Salone del Gusto ed i protagonisti dei maggiori successi dell’e-commerce enogastronomico italiano, quali: Oliocarli.it, Praterfood.it, Terrasolis.com e Wineshop.it. L’incontro sarà occasione di riflessione sul legame, sempre più stretto, tra enogastronomia e web ma anche un gustoso viaggio, con la complicità di Bruno Gambarotta, alla scoperta delle produzioni tipiche ospitate da saporipiemontesi.It. In primo luogo, il vino, uno dei principali simboli del Piemonte nel mondo, ma anche formaggi come il Dop Castelmagno e Raschera, i peperoni di Carmagnola, l’antipasto giardiniera, la Cugnà di Moscato, la menta dei Pancalieri, le carni bovine di razza piemontese e molte altre specialità care agli amanti del ben mangiare. Protagonista indiscussa sarà la cultura enogastronomica piemontese, come spiegato da Ugo Cavallera, Assessore all’Agricoltura, Qualità, Commercio Estero, Ambiente della Regione Piemonte: “La tipicità on line al Salone del gusto, il web si connette con il palato. L’evento promozionale di rilevanza internazionale è la cornice più adeguata ad ospitare la presentazione del nuovo portale che per un giorno non avrà limiti di gusto. Nell’ambito del Salone si potranno anche toccare, gustare alcuni dei prodotti inseriti dalle 60 cooperative aderenti al sito. Due vetrine l’una virtuale, l’altra reale che perseguono gli stessi obiettivi di valorizzazione e promozione dei prodotti agro-alimentari e dei territori di provenienza. Due iniziative parallele che l’appuntamento di presentazione riunisce e mette a confronto, esaltando le innumerevoli realtà di eccellenza, che caratterizzano il patrimonio enogastronomico e culturale della tradizione piemontese di qualità, ottimizzando l’impegno della Regione Piemonte, che prosegue e si rinnova nell’ottica di un sistema di attività promozionali in rete”.  
   
   
BUONE LE PREVISIONI PER LA CAMPAGNA OLEICOLA 2004/2005 SECONDO I DATI ISMEA- 274 CITTÀ DELL’OLIO RIUNITE PER FESTEGGIARE IL RACCOLTO CON LA III EDIZIONE DI PANE E OLIO IN FRANTOIO  
 
E’ domenica 28 novembre il giorno dedicato a “Pane e olio in frantoio” che unirà idealmente tutte le Città dell’olio. “La campagna 2004/2005 sembra promettere esiti decisamente interessanti. Al meccanismo dell'alternanza produttiva della pianta si sono combinate, infatti, per questo raccolto condizioni climatiche favorevoli che sembrano promettere abbondanza di raccolto, non solo nelle regioni del Sud e delle Isole, ma anche in quelle aree più svantaggiate lo scorso anno dalla gelata e dal maltempo, come Umbria,toscana, Liguria.” Questo il commento di Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio sui recenti dati Ismea. Le previsioni per la prossima campagna oleicola sono infatti positive: le buone condizioni climatiche, sia precipitazioni che temperature adeguate, hanno favorito infatti un buon livello di fioritura e di conseguenza un buon livello di allegagione. Allo stato attuale si può quindi stimare un buon incremento del livello produttivo rispetto alla campagna oleicola dello scorso anno. Da segnalare poi, una netta ripresa di Umbria, Toscana, Liguria, Marche e Lazio nel centro nord e in Campania e Abruzzo a Sud. Buone anche le previsioni per Sicilia e Sardegna. “Per le Città dell'Olio di tutta la penisola, quindi – continua Enrico Lupi - si prospetta una produzione abbondante e di ottimo livello, per la quale sarà imbandita una grande festa nelle piazze e nei frantoi. L'olio appena molito, dorato, profumato sarà infatti protagonista con i pani tipici nelle piazze e nei frantoi di tutta Italia domenica 28 novembre per la Iii edizione di Pane e Olio in frantoio. Tutti sono invitati all'assaggio dell'olio nuovo, alla riscoperta di un'occasione di piacere e tradizione.” Da Brisighella in Emilia Romagna, a Imperia, da Giano Dell’umbria, a Siena e Trequanda, a Cassano delle Murge in Puglia, le 274 Città dell’olio si preparano a festeggiare il nuovo raccolto di oro verde con Pane e Olio in Frantoio, la manifestazione che propone in assaggio primo olio dell’anno insieme alla fragranza del pane appena sfornato. Segreteria organizzativa Associazione Nazionale Città dell'Olio, tel. 0577 329109, e-mail: info@cittadellolio.It  
   
   
IL CONSORZIO TUTELA PROVOLONE VALPADANA D.O.P.  
 
Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana .D.o.p. È stato costituito nel 1975 su iniziativa dei produttori che si sono posti l’obiettivo di creare una struttura attraverso la quale promuovere investimenti mirati al fine di migliorare la produzione, incrementare le attività di ricerca e sviluppo, promuovere strategie di valorizzazione del prodotto sul mercato interno e internazionale e fornire un supporto concreto alla formazione. Al Consorzio spetta il merito del riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta per il Provolone Valpadana, certificazione riconosciuta dall’Unione Europea il 12 giugno 1996. Oggi, tutte le attività che si legano alla filiera del Provolone Valpadana passano sotto l’occhio vigile del Consorzio. A questo complesso sistema di conoscenza si aggiunge l’attività di tutela, di cui il Consorzio è responsabile per salvaguardare il Provolone Valpadana da imitazioni, frodi e contraffazioni. Da anni è stato certificato al Consorzio anche il Sistema Qualità Aziendale (prima struttura del settore in Italia), che si attiene rigorosamente alle normative internazionali (Iso 9001:2000), a ulteriore garanzia della trasparenza di tutte le modalità operative connesse al Provolone Valpadana D.o.p. A oggi, le aziende associate sono 16, che lavorano oltre 5 milioni di quintali di latte all’anno, di cui oltre un milione destinato ad una produzione annua di quasi 100 mila quintali di Provolone Valpadana D.o.p., uno dei formaggi più diffusi sul mercato italiano. Il consumo di Provolone Valpadana è ancora prevalentemente nazionale, anche se circa il 15% della commercializzazione è orientata verso i mercati esteri, in particolare Francia, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia.  
   
   
TARTUFO, A SEGNO LE PRIME CERCHE NELLE CRETE SENESI -“CLIMA OTTIMO, TUBERI DI QUALITÀ”. QUOTAZIONI FORSE IN DISCESA  
 
“Il clima di questi giorni è ottimo, e la qualità ne sta risentendo in positivo. Adesso aspettiamo che cresca anche la quantità, le prossime settimane potrebbero essere importanti”. Gianfranco Berni, presidente dell’Associazione Tartufai Senesi, aggiorna così il bollettino dei tartufi bianchi nelle Crete, la zona più propizia per le “cerche” a sud di Siena. A poche settimane dal via della Xix^ edizione della Mostra, buona parte dei trecento affiliati al sodalizio di cercatori hanno già battuto più volte fossi e calanchi, riscontrando fino a questo momento risultati incoraggianti: “come ci aspettavamo, in questi ultimi giorni i tartufi stanno migliorando dal punto di vista qualitativo – spiega Berni – hanno una buona pasta anche se le pezzature non sono particolarmente grosse. Il clima delle ultime settimane è stato indubbiamente propizio, e il caldo di queste ore dovrebbe ulteriormente giovare. Siamo nella fase in cui si passa dalla ‘marcia’ al raccolto vero, che quest’anno potrebbe essere un po’ più ricco dell’anno passato”. La diciannovesima Mostra del Tartufo Bianco delle Crete Senesi avrà inizio sabato 13 novembre a San Giovanni d’Asso, dopo il prologo con le iniziative collaterali di “Crete d’Autunno” nei primi giorni festivi del mese. Solo con il via ufficiale dunque sarà possibile conoscere le quotazioni ufficiali del diamante bianco, che potrebbero riattestarsi sui livelli dell’anno passato (tra i 2500 e i 3500 euro al chilo), oppure farsi più economiche se la quantità dovesse aumentare nei prossimi giorni. Nell’attesa del momento-culmine, i Tartufai Senesi seguono con attenzione anche le sorti della proposta di legge di settore, da diversi mesi in esame alla Commissione Agricoltura della Camera. “C’è un bisogno crescente di un provvedimento che metta ordine in questa attività – afferma ancora il presidente – e soprattutto consenta una maggiore tracciabilità del prodotto pregiato, restituendo al tempo stesso più visibilità al ruolo del tartufaio attraverso la registrazione dell’autofattura da parte del commerciante”.  
   
   
LA FIERA AVICOLA DI FORLÌ: UN’IMPORTANTE OCCASIONE PER TUTTA LA FILIERA  
 
Il Bilancio della 43esima edizione della rassegna delle carni bianche svoltasi a Forlì dal 6 al 9 ottobre scorso: tra internazionalizzaione di prodotto, presenza delle carni nella Gdo, competitività del settore e attivazione della borsa merci telematica I mercati esteri guardano con interesse la filiera avicola italiana. E’ quanto è emerso nella recente edizione di Fieravicola, svoltasi a Forlì dal 6 al 9 ottobre scorso, che ha confermato l’interesse degli operatori delle filiere avicole dei Paesi dell’Est Europa, dell’India e del Nord Africa nei confronti del prodotto, della tecnologia e del “know how” italiano in campo avicolo. E questo all’interno del progetto di internazionalizzazione ospitato nella quattro giorni forlivese, che ha visto l’incontro tra una cinquantina di operatori stranieri facenti parte delle delegazioni di Russia, Algeria, Egitto, Libia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita e le aziende italiane presenti. A queste si è aggiunta una nutrita rappresentanza Indiana, su invito della Camera di Commercio di Forlì-cesena in collaborazione con l’ufficio I.c.e. Di New Delhi, i cui operatori si sono dimostrati particolarmente interessati dopo la visita all’edizione 2002 della fiera. Il tutto realizzato grazie alla Camera di Commercio di Forlì-cesena da quattro anni impegnata nel percorso d’internazionalizzazione con i mercati emergenti, insieme alla Fiera di Forlì, l’Istituto Commercio con l’estero (Ice) e la Regione Emilia Romagna. Nel corso degli oltre 120 business meeting - realizzati dalla Camera di Commercio secondo il progetto cofinanziato nell’ambito della convenzione I.c.e. (Istituto Commercio Estero)/regione Emilia Romagna, stipulata ai sensi dell’Accordo di Programma con il Ministero Attività Produttive, e con l’apporto, oltre che della Camera di Commercio di Forlì-cesena, anche del Comune di Forlì, Provincia di Forlì-cesena e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì) - sono emersi i diversi interessi e le esigenze degli operatori stranieri, alla ricerca di soluzioni sia ai problemi di carattere tecnologico, impiantistico e sanitario (attrezzature per imballaggi e per mangimi, macchinari per pulizia locali e compostaggio letame, incubatoi, impianti per avviare allevamenti di conigli) sia in ordine al reperimento del prodotto confezionato, comprese le uova. Obiettivo Russia. Di particolare interesse è risultato il Focus sulle opportunità commerciali e di cooperazione tra Russia e Italia, svoltosi alla presenza di operatori provenienti da S.pietroburgo e da Mosca. Proprio i distretti avicoli russi sono l’oggetto delle analisi presentate nell’incontro, analisi condotte da esperti incaricati dall’Ente Camerale i cui risultati indicano come il 50% delle carni avicole consumate nella Federazione Russa è importato (con gli Stati Uniti in grado di coprire il 75% della quota importata). Il distretto avicolo di Mosca produce il 5% delle carni avicole della Russia, mentre ne commercializza il 60% del totale. Essendo la Russia per almeno 5 anni deficitaria di carne avicola, per il prodotto italiano di qualità si aprono buone prospettive di commercializzazione, dal momento che mostra una “particolare buona reputazione”. Riguardo alle uova la Russia è invece autosufficiente. Inoltre, grandi sono le possibilità nel settore impiantistico, sostenute dalla ristrutturazione dei complessi avicoli obsoleti, avviata grazie ai recenti programmi governativi russi. Particolare problema, molto sentito e per il quale l’Italia può giocare un ruolo importante, considerata la buona reputazione in materia sanitaria, è quello della “qualità”, intesa come sicurezza del consumatore. In questo modo si gettano le basi per una stabile e fattiva collaborazione fra operatori russi e imprese locali. Le carni bianche nella Gdo. Durante Fieravicola sono stati presentati i riusltati dell’Osservatorio Conav (Consorzio nazionale avicunicolo) sui consumi delle carni avicole nella grande distribuzione (super e iper mercati), in convegno organizzato da Confcooperative e Avitalia. Stando all’analisi dei dati su un campione di oltre mille punti di vendita distribuiti in tutto il territorio nazionale, è emerso che il 40% dei punti vendita presenta sugli scaffali i prodotti classificati come primi nell’elenco delle referenze, considerando come tali i prodotti più conosciuti delle migliori marche. Una percentuale assai bassa, se si valuta che quando si parla di altre categorie alimentari, si sfiorano percentuali che toccano il 90-95%. Dunque, il prodotto avicolo non si trova facilmente negli scaffali della Gdo, rendendo difficile la fidelizzazione del cliente con questa tipologia di prodotti. Non solo: 1 prodotto su 5 è sempre in promozione di vendita, e ciò finisce per creare una sorta di fidelizzazione alla promozione e non al prodotto stesso. Per quanto riguarda i prezzi nel periodo aprile-settembre 2004, è emerso un leggero incremento per i prodotti di prima e seconda lavorazione, mentre stabili o in calo invece quelli di terza e quarta lavorazione. Il prodotto Italiano nel mercato globale. Un convegno organizzato dalla Regione Emilia Romagna e dal Crpa (Centro ricerche produzioni animali) ha fatto il punto sulla competitività della carne avicola italiana nel mercato globale. Come ha sottolineato Kees de Roeste del Crpa di Reggio Emilia, “lo scorso anno nell’Unione europea a 15 è stato registrato un calo del 3,4% della produzione di carni di pollo che ha interessato in modo particolare Olanda (-22% a causa dell’influenza aviaria della primavera 2003) e Francia (-4,7%). Bene invece è stata la situazione di Spagna (+0,5%) e soprattutto Germania (+4,9%). In Italia la produzione ha registrato un –2%, riallineandosi ai volumi del biennio 2000-2001”. Peter van Horne, ricercatore olandese dell’Istituto nazionale di economia agraria, si è soffermato sulla competitività: “i paesi dell’Unione europea sempre di più dovranno confrontarsi con stati che hanno costi di produzione sempre più bassi. Prendiamo per esempio il caso di Ucraina, India e Brasile: in quanto al benessere degli animali hanno una media di 300-400 cm/q per le galline ovaiole, a fronte delle direttive dell’Unione europea che prevedono 550 cm/q, valore che nel 2012 dovrà essere di 750 cm/q a gallina. Ciò significa che quei tre stati, insieme a un ridotto costo della manodopera, avranno minor costi di produzione”. Le patologie aviarie nell’allevamento avicolo. A Forlì, nel convegno organizzato da Cciaa di Forlì-cesena e dalla Sipa (Società di Patologia aviare), sono stati messi in luce i problemi legati alle malattie, al controllo e alla profilassi in campo veterinario. Un particolare è emerso, riguardante i macelli avicoli di tutto il territorio nazionale: da un’indagine effettuata dall’Ausl di Cesena risulta che le percentuali di animali morti all’arrivo e degli incommestibili sono nettamente diminuite nel 2004 rispetto ai valori degli anni passati per tutte le specie aviarie; su questi parametri – numero dei morti e degli incommestibili - si baseranno le future direttive dell’Unione Europea, finalizzate al rispetto del benessere animale.  
   
   
ILLY PRESENTA IN PRINCIPIO, LA SECONDA ILLY COLLECTION DI SEBASTIÃO SALGADO  
 
illy presenta la seconda illy collection firmata da Sebastião Salgado in occasione della mostra In Principio (Parigi, La Chapelle de l’Humanitè - 21 ottobre / 14 novembre 2004) che nasce dal progetto di collaborazione tra il fotografo brasiliano Sebastião Salgado e illy, con l’obiettivo di valorizzare il contributo degli uomini e delle donne che coltivano il caffè alla bevanda della nostra vita quotidiana. La illy collection, realizzata in edizione limitata, vede riprodotta sulla superficie della tazzina e del piattino una delle immagini, in bianco e nero, scattate da Salgado in India. Anno dopo anno Salgado visita e fotografa i diversi Paesi produttori dove illy trova la sua materia prima. La prima tappa di questo viaggio fotografico ha toccato il Brasile, Paese di origine di Salgado, con una mostra presentata all’Auditorium di Roma e in Brasile nel corso del 2003-2004. La seconda tappa dedicata all’India viene proposta in questi giorni a Parigi e tornerà successivamente nel suo paese d’origine nel 2005. La mostra celebra, in un lirico bianco e nero, i gesti consumati e rituali, le piantagioni, la storia e la cultura del caffè dei Paesi produttori. Racconta come il caffè viene raccolto, essiccato, selezionato chicco per chicco. E’ nello stesso tempo un racconto di uomini, di storie, di paesaggi, di terra e di armonia.  
   
   
PARMIGIANO-REGGIANO E SLOW FOOD CONFERISCONO L’ORDINE AL MERITO PER LA GASTRONOMIA MONDIALE AL CASARO ULDERICO DELMONTE  
 
Il Consorzio del Parmigiano-reggiano partecipa, per la quarta edizione consecutiva, al Salone del Gusto di Torino in qualità di sponsor ufficiale ed ha organizzato, in collaborazione con Slow Food, un incontro con la stampa per evidenziare i valori della tradizione e la storia degli uomini che sono alla base del successo del formaggio Parmigiano-reggiano. Al Salone di Torino, che offre la possibilità di conoscere e degustare i prodotti patrimonio della tradizione gastronomica italiana, il Parmigiano-reggiano si riconosce pienamente nei temi al centro della rassegna, in particolare quelli legati alla valorizzazione della territorialità. Non a caso, infatti, la tutela e la promozione della tipicità e della tradizione produttiva sono da sempre gli obiettivi prioritari del Consorzio del Parmigiano-reggiano. Le celebrazioni del 70° sono state l’occasione, questo anno, per ripercorrere la storia del Consorzio, fondato il 27 luglio del 1934: una storia fatta di scelte produttive coraggiose, che hanno garantito il mantenimento delle caratteristiche di qualità e tipicità del "re dei formaggi". “Una storia ricca anche di cultura – ha sottolineato Andrea Bonati, presidente del Consorzio - che affonda le proprie radici dell’antica tradizione contadina e si tramanda da mastro ad allievo, con tanti “segreti” alla base delle scelte da compiere ogni giorno in tutte le fasi della filiera di produzione, dall’allevamento delle bovine fino alla stagionatura del formaggio”. Da qui l’importanza degli uomini e della sapiente manualità che viene garantita durante la “creazione” della forma di Parmigiano-reggiano: mai come in questo caso uno slogan pubblicitario (non si fabbrica, si fa) è espressione di pura e semplice verità. Durante l’incontro, Slow Food, nella persona del presidente Carlo Petrini, ha inteso riconoscere la figura fondamentale del casaro, quale “artista del fuoco”, ed ha insignito Ulderico Delmonte, maestro casaro per 28 anni ed oggi ambasciatore della tradizione casearia nel mondo, in particolare per l’antica tecnica della lavorazione a legna, dell’Ordine al merito per la cultura gastronomica mondiale. “Sono particolarmente soddisfatto – ha ribadito Petrini - di conferire questo riconoscimento a Ulderico, che ha dedicato buona parte della sua vita alla salvaguardia di una pratica casearia tanto semplice ed ancestrale, fondamentale per la conservazione di una delle produzioni più rappresentative del patrimonio gastronomico italiano”. In linea con i temi del 70°, il presidente del Consorzio, Andrea Bonati, ha presentato la prima edizione del “Premio Internazionale Parmigiano-reggiano”, consegnato al “Cidre de glace”, liquore della provincia canadese del Quebec, ottenuto dalla fermentazione di mele ghiacciate. Alla conferenza era presente Guy Tardif, rappresentante di tutti i produttori del “Cidre de glace”, che ha illustrato il lavoro dei produttori per ottenere il riconoscimento del loro consorzio di tutela. Con questo premio, il Consorzio del Parmigiano-reggiano ha voluto sostenere il cammino di un’aggregazione per molti versi simile a quella dei produttori del Parmigiano-reggiano 70 anni fa, nella difesa di un prodotto e nella salvaguardia dell’identità territoriale.  
   
   
A REGGIO EMILIA TAPPA FINALE DELLE CELEBRAZIONI DEL CONSORZIO PARMIGIANO-REGGIANO: LA TUTELA DEI PRODOTTI D’ORIGINE OBIETTIVO IRRINUNCIABILE  
 
Il ministro Alemanno sottolinea il ruolo fondamentale delle eccellenze alimentari nel processo di affermazione dell’agricoltura italiana - Assegnato il “Premio Internazionale Parmigiano Reggiano” al Cidre de Glace del Québec “Fin dalla sua nascita, nel 1934, il Consorzio del Parmigiano-reggiano si è sempre impegnato attivamente per valorizzare e tutelare questo nostro unico e straordinario formaggio. Dobbiamo continuare ad esserne all’altezza” Lo ha ricordato Andrea Bonati, presidente del Consorzio, aprendo i lavori del convegno su “Il ruolo degli Enti di tutela in Europa nella gestione dei prodotti del territorio” svoltosi a Reggio Emilia alla presenza di Giovanni Alemanno, ministro per le Politiche Agricole e Forestali. Tappa conclusiva delle celebrazioni per il 70° di fondazione, il convegno ha visto come momento centrale la tavola rotonda nella quale, moderati da Paolo De Castro, i rappresentanti di importanti enti ed organismi di tutela europei, hanno portato la loro esperienza. Nel suo intervento Leo Bertozzi, direttore del Consorzio, ha ricordato che tipicità e qualità sono un binomio ormai imprescindibile nel processo di crescita e valorizzazione delle eccellenze alimentari: un percorso non sempre in discesa ma a volte anche disseminato di ostacoli, come la diffusione del concetto di globalizzazione dei mercati che ha contribuito a moltiplicare gli episodi di contraffazione, comunque sempre contrastati dal Consorzio, come il recente caso Parmesan. “Nello svolgimento del suo ruolo di tutela e valorizzazione – ha concluso Bertozzi – il Consorzio è stato sempre affiancato dalle istituzioni regionali, nazionali e comunitarie, che hanno avviato iniziative concrete per la difesa e la diffusione dei prodotti Dop e Igp. Non va dimenticato, infatti, che dalla denominazione d’origine nasce quella distinzione di gusto e quell’identità culturale, che rappresentano le migliori armi per fronteggiare la pericolosa omologazione verso il basso dell’alimentazione globale”. Prima della tavola rotonda, Giampaolo Mora, presidente onorario del Consorzio, ha ripercorso le tappe fondamentali del percorso di tutela dei formaggi, partendo da Stresa, dove nel 1951 fu firmata la Convenzione internazionale sulle Denominazioni dei formaggi, per proseguire con le ultime iniziative comunitarie in tema di qualità e denominazione d’origine. Nella tavola rotonda Jorge Monteiro, presidente dell’istituto dei vini Douro e Porto (Portogallo), ha confrontato le strategie di promozione che caratterizzano un prodotto affermato come il Porto con quelle di una produzione tipica emergente come quella dei vini del Douro. Luis Herrero Alamo, direttore settore qualità del Ministero dell’Agricoltura spagnolo, ha ricordato da parte sua come anche nella penisola iberica gli enti di tutela svolgano un prezioso lavoro di controllo, difesa e promozione. “Tre funzioni – ha proseguito Herrero – strettamente collegate tra loro per difendere la tipicità del comprensorio, controllare la filiera di produzione, aumentare l’immagine dei prodotti e fidelizzare il consumatore”. Jean Jacques Bret, direttore Comitato Interprofessionale Formaggio Comté (Francia), ha ricordato l’impegno comune svolto assieme al Consorzio del Parmigiano-reggiano per la tutela delle Indicazioni Geografiche. “Nei prossimi mesi – ha dichiarato Bret – dovremo proseguire questo lavoro di controllo dell’offerta e prevedere misure specifiche da inserire nella riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato del latte. Solo così, infatti, sarà possibile ottenere una rigida regolamentazione della dinamica mercantile, elemento indispensabile per la sopravvivenza delle produzioni tipiche di qualità”. Ha poi preso la parola Markus Baumann, direttore dell’Ente di tutela del formaggio Sbrinz (Svizzera), che ha illustrato le caratteristiche di questo formaggio, che ha grandi affinità produttive con il Parmigiano-reggiano, sia per il latte di ottima qualità che per le fermentazioni lattiche. “Anche lo Sbrinz – ha concluso Baumann – è controllato attentamente in tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla distribuzione, da una severa commissione interprofessionale”. Al termine, è intervenuto Guy Tardif, della provincia canadese del Québec, in rappresentanza dei produttori del “Cidre de Glace”, un liquore ottenuto dalla fermentazione del mosto di mele ghiacciate. “Per il riconoscimento e la tutela di questo prodotto tipico della nostra regione – ha dichiarato Tardif, titolare dell’azienda produttrice del Pomme de Glace – abbiamo avviato la costituzione di uno specifico organismo per definire ed uniformare le caratteristiche del “Cidre de Glace”, adottare un codice etico, costituire un comitato esterno per il controllo della qualità e valutare l’adozione di un marchio di qualità comune”. I lavori del convegno sono stati conclusi dal ministro per le Politiche Agricole, Giovanni Alemanno, che ha ribadito come “la tipicità rappresenti un valore che il nostro paese può investire per la promozione delle proprie eccellenze alimentari: un paniere che comprende prodotti unici come il Parmigiano-reggiano, invidiato in tutto il mondo ed oggetto di continui atti di agro-pirateria. Da qui la necessità di un’incessante azione di controllo affinché l’impegno dei produttori per garantire qualità non sia vanificato, ma anzi diventi il primo strumento di crescita in Italia ed all’estero”. Al termine del convegno, Andrea Bonati ha consegnato a Guy Tardif, rappresentante dei produttori del “Cidre de Glace del Québec”, il “Premio Internazionale Parmigiano-reggiano”, istituito quest’anno dal Consorzio per premiare l’impegno di difesa e valorizzazione delle produzioni alimentari tipiche nel mondo. Premiando il “Cidre de Glace”, il Consorzio ha inteso sostenere un percorso d’aggregazione, simile per molti aspetti all’esperienza che 70 anni fa hanno vissuto i produttori del ‘re dei formaggi, nella difesa di un prodotto e nella salvaguardia dell’identità territoriale”.  
   
   
I SAPORI DELLA LIGURIA ADDOLCISCONO L’AUTUNNO  
 
Gli incredibili vini delle Cinque Terre rallegrano il gusto dell’autunno. Il Villaggio Turistico La Francesca a Bonassola (La Spezia) è il punto di partenza ideale per “pellegrinaggi” golosi sulle orme dei sapori tipici della Liguria, lungo itinerari dai panorami mozzafiato. Finalmente è arrivato l’autunno e con esso si riapre la stagione della “caccia” ai momenti preziosi da dedicare a se stessi, alla scoperta di luoghi incantevoli in cui appagare tutti e cinque i sensi! La Liguria, in questo periodo, è una meta ideale per buongustai, appassionati delle passeggiate panoramiche, amanti della natura e della forma fisica. Qui il vino diventa la “preda” più ambita e si accompagna ai sapori della cucina locale, coi piatti a base di prelibati funghi e selvaggina succulenta, oltre al gustoso pesce fresco e ai ghiotti dolci locali. Nelle mitiche Cinque Terre, sulle tipiche fasce terrazzate sostenute dagli antichi muretti a secco, vengono prodotti dei vini unici (di rilevanza mondiale), declamati da Dante, Petrarca, Boccaccio e Carducci. Re di questi “nettari” è lo Sciacchettrà, dalle note di albicocca, cacao, miele e spezie che si adatta molto bene con i dolci tipici come il pandolce basso genovese, o va degustato da solo oltre i cinque anni di invecchiamento. Un altro reale tra i prelibati mosti è il Cinque Terre, bianco secco di colore paglierino con aromi marini e floreali insieme, perfetto per accompagnare mesciua ligure (minestra di ceci, fagioli e grano), zuppa di pesce, pasta con alici, stoccafisso in umido, pesci al cartoccio. Le squisitezze tipiche vengono proposte nel ristorante “Rosadimare”, “fiore all’occhiello” del Villaggio La Francesca a Bonassola (La Spezia), circondato per tre lati da un grande terrazzo, dal quale si possono godere panorami mozzafiato sul Parco Marino di Punta Mesco. A La Francesca, porta naturale delle Cinque Terre, l’autunno è davvero splendido, tutt’altro che sinonimo di malinconia e tristezza per l’estate che se ne è andata. La zona gode, per la sua posizione privilegiata, di un microclima invidiabile, che la rende vivibile tutto l’anno. E’ il punto di partenza ottimale per il trekking nelle Cinque Terre. Ideale per qualunque livello di abilità, offre percorsi lunghi e impegnativi oppure piacevoli passeggiate, per godersi scorci di meraviglie naturali e paesaggistiche. Villaggi Turistici La Francesca, Infolink: www.Villaggilafrancesca.it  
   
   
TUTTI I NUMERI DEL SALONE DEL GUSTO  
 
Bilancio straordinariamente positivo per la V edizione del Salone del Gusto, giunta alla sua ultima giornata. Primo dato interessante riguarda i passaggi al Salone che a tre ore dalla chiusura, con l’afflusso ancora in corso, raggiungevano quota 140.000 (contro i 138.000 finali della precedente edizione). La percentuale di stranieri ha sfiorato quota 30%, a dimostrazione che la rassegna piemontese ha saputo conquistarsi un ruolo importante in tutto il mondo. “La soddisfazione per l’edizione del Salone del Gusto che si sta concludendo - commenta Roberto Burdese, vicepresidente di Slow Food - va al di là dei numeri che comunque, considerando il momento cungiunturale negativo, assumono un ruolo imporante. I timori di un calo dell’affluenza registrati alla vigilia della manifestazione sono stati smentiti. Devo confessare che i segnali che ci giungevano dai nostri fiduciari sparsi in tutto il mondo erano positivi, ma ad aumentare la soddisfazione ci sono i numerosi contatti sviluppati tra i produttori, fecondi di proposte e idee per migliorare le tecniche, per ampliare i canali di commercializzazione, o semplicemente per uno scambio di esperienze. Il Salone è anche questo”. Questa edizione ha sancito un significativo incremento del numero dei soci Slow Food: oltre 1800 nuove adesioni con un forte incremento rispetto alla precedente edizione. Anche in questo caso una forte crescita del numero dei tesserati esteri con una significativa presenza svedese, turca, statunitense, inglese e giapponese. Due curiosità: il primo socio estero di questa edizione del Salone arriva dal Bangladesh, mentre il socio Slow Food più giovane ha solo 15 giorni di vita. “Questo incremento del numero dei soci - sottolinea Silvio Barbero, Segretario nazionale di Slow Food - indica un forte interesse del visitatore del Salone alle tematiche Slow Food. Interesse che sicuramente è cresciuto oggi, momento in cui le tematiche più significative, quali l’educazione del gusto e la salvaguardia della biodiversità, assumono una dimensione davvero importante”. Il mercato dei Presìdi ha registrato in molti casi il tutto esaurito. Tra i Presìdi italiani più richiesti, oltre ai classici must della gastronomia come il lardo di Colonnata, i salumi di Cinta Senese, il Parmigiano-reggiano da latte di Vacca rossa. Notevole il fatto che tra le categorie dei prodotti più venduti ci siano gli ingredienti più semplici come il sale di Cervia e di Trapani (di quest’ultimo sono stati venduti addirittura 10 quintali) e il pane di Altamura e di Castelvetrano. Complessivamente, il maggiore successo è stato ottenuto dai ricchi e variegati prodotti dei Presìdi siciliani, alcuni dei quali di recente istituzione. Curioso, a questo proposito, il cartello esposto nello stand dedicato al cappero di Salina, in cui si chiedeva, tra il serio e il faceto, manodopera per la raccolta: in poche ore hanno risposto all’annuncio 15 persone. Sul versante internazionale, i Presìdi più strani hanno suscitato la maggior curiosità: sorprendente, a questo proposito, il successo di vendite dello svedese suovas di renna. Ottimi risultati anche per l’umbù brasiliano, la vaniglia malgascia, il riso Basmati indiano. Molti chef, infine, sono rimasti conquistati dal miele da bere prodotto in Polonia. Per quello che riguarda gli appuntamenti del Salone, ben 1250 persone hanno partecipato sabato alla grande degustazione dei vini premiati con i Tre Bicchieri dalla guida “Vini d’Italia” edita da Slow Food e Gambero Rosso. I 49 Appuntamenti a Tavola hanno visto la presenza di 3000 persone, mentre ai 208 Laboratori del Gusto e ai 13 Teatro del Gusto hanno partecipato complessivamente 13000 persone, quasi 2000 in più del previsto. Un terzo dei partecipanti ai Laboratori era di nazionalità straniera; forte incremento, rispetto agli anni passati, della presenza giapponese. “Il Salone 2004 - ricorda Roberto Burdese - si conclude con un gesto di solidarietà. Gli espositori e Slow Food si sono impegnati a raccogliere alcuni prodotti alimentari da donare al Cottolengo. Un gesto concreto per dare la possibilità di gustare prodotti di alta qualità a persone meno fortunate.”  
   
   
INCONTRO MONDIALE TRA LE COMUNITÀ DEL CIBO MEMORIE DI LOMELLINA HA PARTECIPATO A TERRA MADRE SALONE DEL GUSTO DI TORINO 20-23 OTTOBRE 2004  
 
Memorie di Lomellina ha partecipato a Terra Madre, incontro convegno tra le comunità del cibo di tutto il mondo che si è svolto nell'ambito del Salone del Gusto di Torino dal 20 al 23 ottobre 2004. L'incontro, organizzato da Slow Food, ha riunito produttori e operatori del settore agroalimentare di tutto il mondo, rappresentativi di un modo diverso di intendere il cibo: attento alle risorse ambientali, agli equilibri planetari, alla qualità dei prodotti, alla dignità dei lavoratori e alla salute dei consumatori. Sono intervenute più di 4000 persone da moltissimi paesi del mondo: un'occasione di dialogo, scambio culturale, crescita. Luca Sormani, in rappresentanza della Comunità dei risicoltori e orticoltori di Lomellina, è intervenuto al seminario su “Il mercato. Potenziamento della filiera corta”, raccontando l’esperienza di distribuzione e comunicazione di prodotti di nicchia che Memorie di Lomellina porta avanti da anni. I prodotti di nicchia rappresentano una delle espressioni più tipiche dell’identità di un territorio e dunque una delle maggiori risorse culturali ed economiche. “Abbiamo deliberatamente scelto di mantenere i canali di diffusione tradizionali come le fiere di paese e la vendita diretta a privati. In parallelo, però, stiamo iniziando a sviluppare contatti con il mondo dell’alta gastronomia, convinti che qui si svolga, per opera artistica degli chef e divulgativa dei maitre, la vera comunicazione di prodotto” spiega Sormani. “Sperimentiamo così una filiera alternativa a quella della grande distribuzione, più corta e incentrata sul capitale umano di persone interessate e coinvolte.” Domenico Pascoli, sempre in rappresentanza della Comunità dei risicoltori e orticoltori di Lomellina, è intervenuto al seminario “Gastronomia. Quando tutto inizia dai fornelli”. “Lo chef non è l’ultimo anello della catena nella filiera dei prodotti alimentari” ha sostenuto Pascoli. “Abbiamo in mano le chiavi del successo di un prodotto, possiamo farlo conoscere ai clienti, aumentare la consapevolezza della qualità del cibo, fino a creare una vera e propria comunità del cibo.”  
   
   
FERVONO I PREPARATIVI NELLE CITTÀ ADERENTI ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTÀ DELL’OLIO PER L’ORGANIZZAZIONE DELLA III EDIZIONE DI “PANE E OLIO IN FRANTOIO” IL 28 NOVEMBRE TUTTI IN PIAZZA PER GUSTARE EXTRAVERGINE NUOVO E PANE CASERECCIO  
 
Stand espositivi nelle principali piazze cittadine, degustazioni con i prodotti tipici locali, visite a frantoi, itinerari turistico culturali e momenti di intrattenimento alcune delle proposte. A due mesi dall’evento già fervono i preparativi nelle città aderenti all’Associazione Nazionale Città dell’Olio per organizzare “Pane e olio in frantoio”, la manifestazione dedicata ai due alimenti principe della tradizione e cultura gastronomica italiana. Giunta alla terza edizione, la manifestazione si terrà domenica 28 novembre 2004 in tutta Italia. Un’occasione per provare le mille sfumature dell’olio italiano unito ai tanti tipi di pane casereccio di cui è ricco il nostro paese. Da Monte San Vito nelle Marche a Mineo in Sicila, da Castagneto Carducci in Toscana a Barile in provincia di Potenza, a Corato in Puglia, da Giano dell’Umbria a Sant’angelo di Alife in Campania, le Città dell’Olio italiane si stanno preparando ad accogliere i tanti appassionati – l’anno scorso la manifestazione ha registrato oltre 300.000 presenze - con assaggi, degustazioni, convegni dedicati all’olio di qualità e naturalmente momenti di intrattenimento, visite a frantoi e musei. Tra le anticipazioni, in Puglia a Mattinata (Fg) saranno organizzate visite didattiche per le scuole nei frantoi del territorio dove i ragazzi potranno scoprire i segreti della lavorazione delle olive, mentre a Vieste verrà allestita un’ampia area di degustazione e i canti popolari allieteranno al giornata. A Giano dell’Umbria in provincia di Perugia, si potrà assistere alla rievocazione della Festa della Frasca che celebra la Buonfinita, ossia la fine della raccolta delle olive. A Cartoceto, nelle Marche si potrà assaggiare una primizia, l’olio dop novello, e a Mineo in provincia di Catania oltre a degustare si potrà scoprire l’artigianato locale. “Pane e olio in frantoio” non è una mostra mercato ma una vera e propria festa per celebrare la qualità dell’olio italiano e per assaggiare l’extravergine novello. Le previsioni della campagna oleicola 2004 sono molto positive: si prospetta infatti una produzione ottima ed abbondante. Le stime parlano di un buon incremento produttivo rispetto all’anno scorso: in netta ripresa Umbria, Toscana, Liguria, Marche e Lazio nel centro nord e in Campania e Abruzzo a Sud. Buone anche le previsioni per Sicilia e Sardegna.  
   
   
PANIFICATORI E PASTICCERI PROTAGONISTI DI “DOLCE NATALE ITALIANO”: UN’INIZIATIVA NAZIONALE PER RISCOPRIRE BONTÀ E FRESCHEZZA DEI DOLCI TIPICI ITALIANI  
 
Sarà “Dolce Natale Italiano” l’appuntamento “clou” del periodo natalizio 2004. Mercoledì 1 dicembre i panificatori e i pasticceri italiani offriranno ai propri clienti “assaggi di bontà” in vista delle festività natalizie: panettoni, pandori e dolci della tradizione locale rigorosamente artigianali saranno infatti offerti a chi entrerà nelle aziende aderenti all’iniziativa. In un clima “vivace” con negozi addobbati per l’occasione avrà luogo la grande festa dal gusto ‘antico’, che si svolgerà su tutto il territorio nazionale e declinata secondo le diverse specialità regionali. La giornata, arricchita da dimostrazioni e chiarimenti sugli ingredienti, sarà anche l’occasione, per i consumatori, di ottenere informazioni sui processi di lavorazione e sui ‘segreti’ che vengono utilizzati dai fornai e dai pasticceri per realizzare questi prodotti. “Segreti” che costituiscono la base della loro professionalità. Ai clienti, inoltre, potranno essere fornite alcune ricette base per creare, a casa propria, alcune delle preparazioni presentate. La Federazione Italiana Panificatori promuove questo appuntamento nazionale con il gusto per rafforzare il legame tra consumatore e produttore artigianale, che ha radici profonde nel nostro paese, e per sottolineare, ancora una volta, il valore di questi alimenti che coniugano i prodotti della nostra tradizione con le richieste di un consumatore moderno sempre più attento alla qualità e al gusto. La giornata “Dolce Natale Italiano” è un’iniziativa dedicata alla produzione artigianale e voluta per rilanciare questo tipo di consumo sottolineando la qualità del prodotto fresco rispetto a quello industriale. L’intento della Federazione Italiana Panificatori è di istituzionalizzare questa giornata per riproporre tutti gli anni un momento di attenzione alla storia e alla cultura di questo settore così importante nel nostro panorama alimentare, con l’obiettivo di rilanciare i prodotti tradizionali della panificazione e della pasticceria italiana. Un’ulteriore occasione per il consumatore per conoscere il valore della qualità e del gusto del prodotto artigianale fresco e fragrante. Appuntamento quindi a mercoledì 1 dicembre: i panificatori e i pasticceri italiani vi aspettano per darvi un assaggio di vera bontà artigianale. Panificatori e Pasticcieri che intendono aderire all’iniziativa possono contattare Fippa – Tel. 06/8549559 oppure 06/8541138 – Infolink:  www.Fippa.it  
   
   
NELLE CRETE SENESI IL PRIMO MUSEO ITALIANO DEL TARTUFO LA 19^ MOSTRA DEL BIANCO LANCIA L’”ODORAMA” ED ALTRE NOVITÀ  
 
Un viaggio nel tempo. Un gioco per i sensi. O una singolare occasione d’apprendimento. E’ un po’ tutto questo, ma non solo, il primo Museo italiano del tartufo. Nasce nelle Crete Senesi, una delle terre dove il tuber magnatum pico esalta maggiormente la sua funzione di sentinella ambientale. E’ il primo in Italia, è sarà inaugurato sabato 13 novembre 2004 a San Giovanni d’Asso, piccola capitale dell’area tartufigena a sud di Siena, da 19 anni sede in novembre di una rinomata Mostra del diamante bianco. Il vernissage completerà un lavoro lungo circa 18 mesi, fortemente voluto dal Comune di San Giovanni d’Asso e sostenuto da Provincia di Siena e Regione Toscana, dal Centro Studi sul Tartufo di Alba (Cn) che ha prestato attiva collaborazione e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena che ne ha finanziato i lavori per circa 330mila euro, oltre che dalla Fondazione Musei Senesi che lo accoglierà nella sua rete di siti museali. La realizzazione del Museo del Tartufo, il primo nel suo genere in Italia, è stata condotta con il coordinamento scientifico del professor Gianfranco Molteni, e seguendo le indicazioni del progettista Massimo Marini. Scenario dell’intervento i sotterranei del trecentesco Castello di San Giovanni: 250 metri quadri suddivisi in quattro nuclei espositivi, per un viaggio che comincia con uno scandaglio della cultura europea. E’ infatti “il mistero del tartufo”, alimentato da stregoneria scienza ed erotismo, il primo tema affrontato nel percorso di visita: dalla leggenda che lo voleva originato da un fulmine alla definizione scientifica resa dal Mattioli, il visitatore coglie in un colpo d’occhio i momenti storici in cui il pregiato tubero ha fatto parlar di sé nella società occidentale. A seguire, la prima delle coinvolgenti esperienze sensoriali offerte dal Museo. “Il tartufo e i sensi” è infatti l’incipit per la parte del percorso che sottolinea l’universalità di sensazioni suscitata nell’uomo dal suo microcosmo. Il visitatore qui viene coinvolto in un continuo gioco, chiamato a riconoscere il tubero, con il tatto indagando in alcuni orci, con l’udito distinguendo i passi del cane da ‘cerca’ o il rumore del vanghetto, con il gusto attraverso piccoli assaggi. E poi con l’olfatto in mezzo ad altri odori: è il cosiddetto “odorama”, vera giostra degli odori senza precedenti nel suo genere. Resta poi da affrontare la vista, e allora è tempo di passare nel terzo ambiente del museo, per un vero “viaggio al centro del tartufo”: Ecco un gigantesco tuber, realizzato a dimensione d’uomo cosicché proprio lui, l’umano visitatore possa entrarvi dentro e assaporare in profondità con gli occhi ciò che abitualmente diletta il suo palato. Una voce narrante lo aiuta nell’osservazione mentre nei paraggi alcuni monitor proiettano icone sulle quali ciccare per avviare contributi multimediali dedicati all’habitat naturale, alla “cerca” ed ai suoi protagonisti, cani e tartufai. Le tecnologie informatiche arricchiscono anche l’ultima delle sezioni del museo. E’ qui che si affronta l’ampio curriculum culinario del tartufo, reso esemplare con la riproduzione verosimile di una mensa contadina e di un’altra altoborghese. Due tavole imbandite che preludono a nuovi monitor didattici, incentrati sulle tecniche di raccolta, conservazione e di impiego in cucina. A chiudere il percorso il centro documentazione, l’area più aperta al futuro ed ai suoi contributi di conoscenza sull’argomento attesi dall’Italia e dal mondo. Un motore di ricerca multimediale, capace di interrogare le conoscenze esposte nel museo, ne esemplifica una funzione destinata necessariamente ad arricchirsi col tempo. Realizzato con un ampio ricorso alle nuove tecnologie, il Museo del Tartufo delle Crete Senesi si caratterizza anche per l’esaltazione dello stretto rapporto che corre tra questo territorio ed il suo frutto più ambito. Non per caso materiali autoctoni come argilla e travertino ricorrono a più riprese tra i supporti espositivi, né casualmente il coordinatore scientifico Gianfranco Molteni indica “nel visitatore che vuole immergersi appieno nel luogo di vacanza” il fruitore ideale di questo museo. Con Molteni hanno partecipato alla realizzazione uno staff di esperti in botanica (Elena Salerni), video (Silvia Folchi), hardware (Etruria Telematica), software (cooperativa Elicona di Siena), meccanica (Alfa elettronica), questi ultimi in particolare per la realizzazione dell”odorama”. Il tutto sotto l’egida della Sovrintendenza ai Beni architettonici di Siena (Architetto Nazario).  
   
   
IL RADICCHIO ROSSO DI TREVISO IGP RISCALDA LE PIAZZE DELLA PROVINCIA DI TREVISO DA DICEMBRE A MARZO  
 
Inizia l’inverno e con esso i primi freddi. La gente si rintana in casa in cerca di un po’ di tepore mentre nei campi “sboccia” il fiore d’inverno che imbandisce e rallegra le tavole italiane. Ed è proprio nella stagione più fredda che il radicchio Rosso di Treviso e il Variegato di Castelfranco Igp appaiono come indiscussi protagonisti delle piazze della Marca trevigiana riscaldandole con bancarelle, esposizioni e appuntamenti enogastronomici. La “stagione delle feste” avrà inizio con la sagra di Rio San Martino (Scorzè – Venezia) nel mese di novembre dal 5 al 15 e a Martellago (Venezia) nella seconda e terza settimana di dicembre, a Preganziol da fine dicembre a inizio gennaio e a Dosson di Casier dal 21 al 30 gennaio. Per continuare a dicembre con la “Settimana del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp ”, due mostre storiche che il Consorzio Tutela ha voluto mettere in rete per far conoscere e assaporare il radicchio nei suoi molteplici aspetti e impieghi, che si svolgerà nelle due località trevigiane dal 10 al 19 dicembre 2004 e che avranno per fulcro la città del Giorgione (Castelfrancov.to) – il primo week-end – e il capoluogo trevigiano – il secondo. Serate gastronomiche in ristoranti e locali della zona con menù a tema, convegni e mostre, degustazioni di prodotto trasformato (marmellate di radicchio o radicchio sottolio) e la possibilità di effettuare visite guidate alle produzioni di radicchio, non tralasciando i preziosi suggerimenti dello chef riguardo a tecniche di cottura e abbinamenti ed il coinvolgimento dei più piccoli con favole, racconti e giochi con il radicchio. Il Radicchio Rosso di Treviso Igp, nelle tipologie di precoce e tardivo, e il Variegato di Castelfranco Igp sono soprattutto conosciute come le prelibate cicorie, cui sono dedicati i circuiti enogastronomici: “I Ristoranti del Radicchio” (da novembre a dicembre) e “Cocoradicchio” che inizierà mercoledì 16 Febbraio 2004 al Tre Panoce di Conegliano e durerà fino a martedì 8 marzo 2004, coinvolgendo a staffetta il Rist alla Torre, Hotel Terme, Barbesin, Gigetto, Miron e Celeste, rassegne spettacolari e tutte da gustare con menu in cui il radicchio entra in ogni portata, accompagnando, zuppe, risotti, carne, pesce e contorni, fino al dessert.  
   
   
20° FIERA DEL TARTUFO, MIELE & REGALI DI NATALE DOMENICA 28 NOVEMBRE - CASTEGGIO 20° FIERA DEL TARTUFO, MIELE & REGALI DI NATALE  
 
Riaprono i battenti dell'area fieristica di Casteggio dopo la 34° Edizione di Oltrevini. Domenica 28 infatti l'area Truffi ospiterà la 20° Edizione della Fiera del Tartufo, Miele e Regali di Natale. Una fiera, o meglio un evento consolidato, che offre una panoramica unica sulle ricchezze agroalimentari del territorio dell'Oltrepo Pavese. Gli espositori presenti rappresentano il meglio della tipicità oltrepadana, con la loro semplicità sapranno suadervi con i profumi dei loro prodotti. Se è vero che il prelibato tubero la farà da padrone, non dobbiamo dimenticare tutti gli altri prodotti di stagione e non; miele, funghi, formaggi, salumi, dolci... Il tutto accompagnato dai vini dell'Oltrepo Pavese. E prima di comprare questi prelibati prodotti tipici sarà possibile degustarli al Winebar, infatti dopo il successo riscontrato durante la 34° Edizione di Oltrevini, questa formula "ristorativa" sarà riproposta anche durante la giornata del 28 novembre. Il Winebar sarà aperto ininterottamente dalle ore 09.00 alle ore 18.00, orari di apertura della Fiera. Al Winebar sarà possibile degustare, al prezzo di 13.00 Euro, taglieri di affettati e formaggi dell'Oltrepo Pavese, dolci tipici... E tante altre prelibatezze tra cui... Terrina di quaglie su letto di patate con tartufi neri o bianchi... Il tutto accompagnato con una selezione dei migliori vini dell'Oltrepo Pavese. 20° Edizione della Fiera del Tartufo, Miele e Regali di Natale: un'occasione unica per scoprire "i prodotti del bosco", tra castagni, larici, querce e pini si trovano porcini, ovuli e tartufi neri... I tartufi bianchi più profumati e pregiati vengono trovati dai tartufai in pianura, addirittura fin contro agli argini del fiume Po. Programma. Ore 09.00: Apertura - Esposizione didattica funghi e tartufi. Ore 10.00: Degustazioni. Ore 12.00: Ristorante con menù a base di tartufo. Ore 15.00: Esibizione ricerca tartufi con cani addestrati. Ore 16.00: Degustazioni. Ore 17.00: Premiazioni migliori tartufi e cani addestrati  
   
   
A RITROSO SULLA VIA DELLE BANANE VISITANDO TROPICALIA  
 
Sono talmente buone e tanto radicate nelle nostre abitudini alimentari che diventa difficile considerarle un frutto tropicale. Eppure, prima di arrivare sulla nostra tavola, le banane compiono un lungo viaggio: quelle che arrivano dal Costa Rica ad esempio, percorrono 15mila chilometri prima di giungere in Italia. Per vedere come nascono le banane e far scoprire anche ai bambini la loro storia non c’è bisogno di salire su un aereo. Basta semplicemente visitare Tropicalia, l’unica mostra didattico-scientifica dedicata all'universo tropicale, che si tiene al Forum di Milano dal 30 ottobre al 14 novembre 2004. All’interno di questa esposizione, uno speciale spazio allestito da Chiquita consentirà di seguire le varie fasi del ciclo vitale delle banane, rivelandone aspetti poco noti. Ad esempio, quanti sanno che i banani non sono alberi? Una “mostra nella mostra”, pensata in primo luogo per gli alunni delle scuole elementari e medie, che li conduce alla scoperta dei “segreti” delle banane con il “bollino blu”. Per un fortunato studente, l’esposizione sarà solo un anticipo di quello che potrà vedere con i suoi occhi. Infatti, Chiquita - principale sponsor di Tropicalia – ha ideato per l’occasione un concorso che mette in palio un viaggio della durata di 8 giorni in Costa Rica, con una tappa nella Riserva di Nogal nel cuore del paese centroamericano. Questa splendida oasi naturalistica, che si estende su 100 ettari di foresta pluviale, è stata creata da Chiquita in collaborazione con la catena distributiva svizzera Migros e con Rainforest Alliance, una organizzazione internazionale indipendente attiva nell’ambito delle certificazioni produttive ed ambientali la cui missione è promuovere pratiche agricole compatibili con il rispetto degli ecosistemi tropicali ed assicurarne la sopravvivenza. All’interno della Riserva di Nogal, che è dotata di un centro di ospitalità per i visitatori e di un giardino botanico, si snoda un sentiero che consente di osservare da vicino circa 200 specie diverse tra piante, uccelli, rettili, anfibi e mammiferi. Un percorso emozionante nella straordinaria natura del Costa Rica, uno dei paesi che conservano la più elevata biodiversità del pianeta. Questo fantastico premio sarà offerto da Chiquita al vincitore del concorso indetto in occasione di Tropicalia. Partecipare è facile: basta rispondere alle domande del pieghevole che verrà distribuito a tutti i ragazzi che visiteranno la mostra.  
   
   
IL RE CIAUSCOLO, LA CREMA SPALMABILE DI MAIALE  
 
Goloso come il cioccolato, morbido come una crema, unico come il ciauscolo. Il salame spalmabile della provincia di Macerata sarà il re incontrastato (alla porchetta spetta invece il titolo di regina) di Porkè? Il grande ritorno del maiale, manifestazione che vuole affermarsi sin da questa prima edizione e per gli anni a venire come il punto di riferimento nazionale per la conoscenza e la degustazione dei salumi morbidi spalmabili non solo del maceratese, non solo delle Marche, ma di tutta Italia. Una delle principali finalità che una manifestazione come Porkè? si propone consiste nella riscoperta e nella valorizzazione del ciauscolo, il più caratteristico dei salumi del maceratese, ghiottoneria inimitabile da consumarsi fresco e spalmato su una fetta di pane. È una sorta di grossa salsiccia che viene preparata adoperando le parti più pregiate del maiale, che vengono tritate molto finemente e ammorbidite grazie ad un’alta percentuale di grasso, insaporite con aromi quali aglio, pepe, scorza d’arancia e finocchio selvatico, ed infine insaccate nel budello gentile. L’evento nell’evento dedicato proprio al ciauscolo e ai suoi italici fratelli sarà la mostra-mercato “Spalmaiale” di Visso, piccola capitale salumiera della provincia di Macerata, dove si terrà l’inaugurazione ufficiale di Porkè? e dove per i tre giorni della manifestazione si potranno assaggiare, confrontare ed acquistare tanti prelibati teneri salumi. Accanto al ciauscolo che farà da padrone di casa e da testimonial gastronomico dell’intero territorio provinciale tantissime varietà, alcune più note, altre quasi sconosciute, di salumi spalmabili, dalla cinta senese al cotechino cremonese. Un’occasione unica per veder riunite tutte insieme tante diverse eccellenze suine spalmabili provenienti da tante regioni italiane, per apprezzarne la diversità in un’apoteosi di gusto, di profumi e di squisitezza. E che “Spalmaiale” non voglia essere una mostra-mercato come tante lo dimostra anche il fatto che si intende addirittura creare a Visso, prendendo spunto da questa iniziativa, una sorta di archivio dei salumi morbidi da spalmare d’Italia. Infatti, i produttori che non riusciranno ad essere presenti a Visso durante la manifestazione avranno la possibilità di inviare alla mostra-mercato sia i loro salumi che del materiale che attesti e certifichi la tradizione e la storia dei prodotti stessi come schede tecniche, pubblicazioni e materiale informativo.  
   
   
VINUM LOCI, VITE E RURALIA LE TRE RASSEGNE PER LA PRIMA VOLTA PRESENTATE IN MANIERA UNITARIA CHIUSE CON SUCCESSO A GORIZIA  
 
Dal convegno sui vitigni autoctoni: rafforzare il legame con il territorio Ribolla Gialla, Malvasia, Chianti Classico, Lambrusco di Sorbara, Refosco dal Peduncolo Rosso, Sagrantino di Montefalco. Sono solo alcune delle oltre 200 etichette proposte in degustazione nel corso della 4° rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si è conclusa a Gorizia insieme al 7° Salone delle specialità agroalimentari Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità “Ruralia” e all’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Migliaia di visitatori si sono recati nei padiglioni della fiera del capoluogo isontino per visitare le tre rassegne, organizzate con la partnership di Banca Popolare Friuladria e inserite per la prima volta in un unico evento fieristico. L’importante calendario di incontri convegnistici è stato inaugurato dalla tavola rotonda “Il vino autoctono come medium del territorio”, moderata dal giornalista Davide Paolini ed organizzata dal Comitato Nazionale Vinum Loci, nato lo scorso anno proprio a Gorizia per promuovere e tutelare i vitigni antichi e autoctoni italiani. “Sono soddisfatto della rete di rapporti creatasi attorno al Comitato – ha sottolineato il direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Maurizio Tripani – che ha permesso alla nostra città, geograficamente decentrata, di assumere un ruolo centrale nel settore del vino. Attraverso gli autoctoni, che sono un patrimonio da difendere, si può comunicare il territorio, per valorizzarlo e farlo conoscere”. Di grande interesse la presenza di Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico di Vinum Loci e docente ordinario di viticoltura dell'Università degli studi di Milano, che ha presentato una relazione dei lavori e delle ricerche svolte negli ultimi due anni dal comitato scientifico, rese possibile anche grazie all’emanazione di borse di studio da parte della Banca Popolare Friuladria che è partner del Comitato. Massimizzare la diversità genetica intervarietale e intravarietale: questa la mission da raggiungere secondo Scienza con l’esplorazione, valutazione, descrizione, recupero, conservazione, caratterizzazione agronomica, valorizzazione commerciale e, soprattutto, la protezione legislativa dei vitigni autoctoni. “In Italia esistono 116 varietà e 84 ceppi che raggruppano varietà note e non – ha sottolineato -. E’ stato creato anche il dizionario dei vitigni antichi minori italiani, in cui ne vengono descritti 160: l’obiettivo è quello di polarizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla varietà della nostra vinicoltura, affinchè questi vitigni, molti dei quali a rischio di erosione genetica, non vadano perduti”. Attraverso azioni di natura legislativa e legale bisogna difendere l’identità ed evitare la massificazione dei vitigni, spesso soggetti a sinonimie. “Talvolta è difficile risalire all’età dei vitigni – ha sottolineato Scienza -, l’unico modo per distinguerli tra loro è conoscere il luogo in cui sono cresciuti. Il vitigno autoctono deve rimanere nel luogo dove è nato e il paese d’origine deve imparare a valorizzarlo, perché comunicando il vino si comunica anche il territorio”. Davide Paolini ha poi evidenziato che “mentre quattro anni fa, alla nascita di Vinum Loci, gli interessati erano pochi, oggi sembra quasi che il vino autoctono sia diventato una “moda”: questo non deve succedere perché rischierebbe la massificazione. Il vitigno autoctono è importante per il territorio come per i produttori: deve diventare un bene culturale, viste anche le quantità minime e la poca notorietà dei vini che se ne ricavano”. Tra i presenti al convegno sono intervenuti Oscar Bielli, assessore all’agricoltura della Provincia di Asti, Andrea Cecchi (Casa Vinicola Luigi Cecchi-castellina in Chianti), Angelo Cesarò (azienda agricola Gurrida-giarre), Francesco Iacono (azienda agricola Fratelli Muratori-giardini Arimei, Ischia), Riccardo Isetti (Ca’ Vittoria - Conegliano Veneto), Walter Massa (Vigneti Massa–monleale), l’amministratore delegato di Agrapromo Fvg Bepi Pucciarelli, Adriano Gigante presidente di Federdoc Fvg, il sindaco di Montefalco Valentino Valentini, Salvatore Vullo dell’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino che ha sottolineato come “la cultura dei vini autoctoni crescerà ancora: non li troveremo sui mercati internazionali, ma sulle tavole di quei territori in cui sono nati e cresciuti”. Tra le iniziative del padiglione “Vinum Loci”, tutto esaurito nello stand del Vigneto Chiamato Friuli (dove si trovavano riuniti i vini dei 9 Consorzi tutela doc e docg del Friuli Venezia Giulia) che ha proposto degustazioni guidate di vini autoctoni regionali con il coordinamento della Federdoc Fvg. Molti anche i visitatori nel padiglione dell’11° Salone biennale della barbatella “Vite” che, oltre al Salone delle selezioni clonali microvinificate, ha offerto un’ampia panoramica della filiera vigneto-cantina per i tecnici di settore e ha organizzato il convegno “Il vivaismo viticolo come osservatorio dello sviluppo della futura viticoltura”, coordinato da Antonio Calò dell’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto.  
   
   
AICI, ASSOCIAZIONE INSEGNANTI DI CUCINA ITALIANA, E MIELE PER RECUPERARE LA TRADIZIONE DELLA GASTRONOMIA ITALIANA  
 
Recentemente a Milano la Miele Italia e l’Aici, Associazione Insegnanti di Cucina Italiana, hanno iniziato una nuova collaborazione . La prestigiosa azienda tedesca ha aperto, infatti, uno show room – Miele gallery - nel cuore della città con uno spazio appositamente dedicato alle lezioni di cucina. Chi partecipa alle lezioni ha l’opportunità non soltanto di apprendere le varie tecniche culinarie, ma anche di conoscere da vicino le ottime prestazioni degli elettrodomestici Miele di nuova generazione. E’ a disposizione il nuovissimo forno a vapore, che permette di realizzare in tempi brevi piatti saporiti e leggeri, i più perfezionati forni ventilati con display interattivo, con cui si realizzano contemporaneamente e con ottimi risultati più pietanze, senza dimenticare il forno a microonde e la pratica piastra Tepan per gustose grigliate in casa. Le lezioni si svolgono settimanalmente e durano circa 3 ore, con inizio alle 13:30. Ciascuna ruota intorno ad un tema: la scelta dei piatti è, infatti, legata alle stagioni e alle ricorrenze del periodo. Ci sarà, per esempio, una “cena di fine inverno”, un “menù di primavera” e un “un buffet per le feste di primavera”. Anche le decorazioni della tavola saranno curate con attenzione, soprattutto quelle a contenuto gastronomico. La A.i.c.i., Associazione Insegnanti di Cucina Italiana è nata nel 1994 per iniziativa di un gruppo di insegnanti di cucina. E’ un ‘associazione apolitica, aconfessionale e non ha fini di lucro. Le scuole Aici sono diffuse su tutto il territorio nazionale ed anche all’estero. L’obiettivo primario che le fondatrici si sono prefisse è stato quello di creare una sorta di solidarietà tra tutti gli insegnanti di cucina italiana, ma soprattutto di divulgare ovunque la cultura e la conoscenza della vera, autentica cucina italiana. La cucina italiana sta attraversando un periodo di grande splendore, ovunque se ne parla, ovunque nascono ristoranti di cucina italiana, ma purtroppo sono poche le persone che effettivamente si preoccupano di rispettarla o che dimostrano di conoscerne la storia e le sue caratteristiche. In nome della novità la gastronomia italiana sta rischiando di perdere le sue prerogative originarie, la sua autenticità, e questo a causa delle scarse conoscenze di base e delle troppe commistioni e contaminazioni. L’obiettivo dell’Associazione è quello di far sì che le generazioni future conoscano la cucina italiana, quella di casa, tramandata di madre in figlia. Una cucina del territorio, a volte semplice nella sua raffinatezza, a volte sontuosa nelle sue elaborazioni, ma legata ai mutamenti stagionali, basata su materie prime di qualità e adattata alle moderne esigenze. Ogni insegnante Aici dedica molto del suo tempo allo studio della nostra storia gastronomica, delle ricette, delle loro origini, delle loro trasformazioni ed evoluzioni nel tempo. Da questa curiosità è nato il progetto sul Mediterraneo, ed esattamente: Collegamenti gastronomici e analogie tra la Sicilia e…..Il resto del Mediterraneo. E’ stato ricercato il filo conduttore, gastronomicamente parlando, che collegasse le varie popolazioni che si sono affacciate sul mare, mantenendo come punto di partenza la Sicilia, ed il risultato è stato entusiasmante con la conoscenza di Greci, Arabi, Normanni, Spagnoli e tanti altri, ognuno importante, ognuno determinante nella storia del Mediterraneo. Infolink: Www.aicionline.it  
   
   
PREPARAZIONE DI ZELTEN E BISCOTTI DI NATALE – LE LEZIONI DI CUCINA SI TENGONO IN UNA FATTORIA DEL 1800 IN ALTA BADIA  
 
In Alta Badia in Alto Adige, nel periodo prenatalizio fino a Capodanno si dà vita ad alcune tradizione antichissime, nelle quali si coinvolgono anche gli ospiti. A partire dall’inizio di dicembre si propongono corsi per la preparazione di biscotti e dolci natalizi presso l’antica fattoria di Sotciastel a Pedraces/s.leonardo. Le lezioni, tenute dalla simpatica Erika Pitscheider, si svolgono ogni mercoledì alle ore 10.30 (nel periodo di Natale/capodanno anche di venerdì). Hanno la durata di 3 ore ca. E si impara a cucinare i zelten (tipo panpepato con l’aggiunta di fichi, noci, canditi, pinoli), torta alla ricotta, i biscotti della nonna, la torta di grano saraceno, il Gugelhupf (dolce lievitato), i Krapfen e le Buchteln (tipo pane dolce lievitato con ripieno di marmellata). La cuoca coinvolge naturalmente le corsiste, che prestano il proprio aiuto durante il corso: accensione del fuoco a legna, impasto, ecc. Al termine del corso si assaggiano le pietanze. Il costo di una lezione è di Euro 11,00. La prenotazione si effettua presso le Associazione Turistiche dell’Alta Badia – Tel. 0471/847037. Infolink: www.Altabadia.org    
   
   
ART SI METTE AI FORNELLI E IN EDICOLA ARRIVA “LA GRANDE CUCINA”  
 
L’azienda di Bologna ha curato la realizzazione editoriale dei 20 volumi in edicola dal 7 ottobre scorso. E’ nata a Bologna “La Grande Cucina”, la nuova iniziativa editoriale del Corriere della Sera Magazine, una collezione di libri inediti con splendide fotografie a colori e centinaia di ricette dall’Italia e dal mondo, dalle più tradizionali a quelle creative. E ancora, i segreti della preparazione, l’attrezzatura, le tecniche e i consigli dei grandi cuochi. L’opera, voluta da Rizzoli Libri Illustrati, è stata realizzata da Art Servizi Editoriali, azienda bolognese leder nel settore delle Kiosk Operation, che ha messo a disposizione la sua professionalità attraverso un team di una trentina di persone, tra redattori, esperti di settore e grafici. La collana si avvale della collaborazione di oltre venti chef rinomati in Italia e nel mondo, coinvolti da Art Servizi Editoriali per la sezione “Ricette d’autore”: da Moreno Cedroni a Davide Palluda, da Aimo e Nadia Moroni a Claudio Sadler, fino a Carlo Cracco. Senza dimenticare il prezioso contributo, per la sezione “Scuola di cucina”, di Paolo Gentili dell’Istituto Alberghiero di Riolo Terme (Ra). Con la realizzazione de “La Grande Cucina”, Art Servizi Editoriali sempre di più si conferma azienda leader nelle iniziative promozionali allegate ai grandi periodici. Realizzando importanti opere per i principali gruppi dell’editoria italiana destinate al grande pubblico. Per citarne solo alcune: il “Corso pratico di francese e inglese” e la collana sul cinema “Dal muto ai giorni nostri” per il Corriere della Sera; la “Nuova Enciclopedia della Salute” per L’espresso; “English for business”, e “Quattro Lingue - Grande corso di inglese, spagnolo, francese, tedesco” per La Repubblica; “Computer no problem” e “Computer valley” per Mc Graw-hill/repubblica; “Le schede della salute” e “Per le strade dell'Emilia Romagna” per Il Resto del Carlino; “Le avventure di Pinocchio” per il Secolo Xix.  
   
   
PASSIONE PER LE TRADIZIONI ENOGASTRONOMICHE E PRATICA DI DISCIPLINE OLISTICHE, DELLA MEDITAZIONE E DEL BENESSERE AL PODERE CAMPOPIANO NELL’OLTREPO PAVESE  
 
Nel cuore dell’Oltrepo Pavese, in un paesaggio che per varietà di aspetti geografici e ambientali non conosce monotonia, si realizza il sogno di Podere Campopiano: quello di un modello di vita ecosostenibile, in grado di fondere la passione per le tradizioni enogastronomiche del luogo con la ricerca di un nuovo equilibrio tra uomo e ambiente. Qui, nel comune di Cecima, tra vigne, ciliegi e querce secolari, in un piccolo borgo di antichi casali recentemente ristrutturati, sorgono un Agriturismo con Bed & Breakfast e l'Enoteca con cucina “I Papaveri” all’interno dell’associazione Satsang, finalizzata allo studio e alla pratica di discipline olistiche, della meditazione e del benessere. Il podere si sviluppa su un unico appezzamento di 8 ettari di terreno collinare, tra vigne e prati, ciliegi ed amareni selvatici che sfumano in un bosco di roverelle e querce e dove è facile incontrare lepri, fagiani e cinghiali, nel rispetto della natura. Cucina biologica e creatività culinaria, degustazioni di vini selezionati e un ricco assortimento di specialità locali che seguono i ritmi della natura, sono alla base di una filosofia che mira alla qualità della vita e ad un’alimentazione sana. Ma anche meditazione, massaggi e musicoterapia, trattamenti ayurvedici e rebirthing, osteopatia e biotransenergetica, eventi musicali e seminari di lavoro sul “sé”, costituiscono un momento importante per chi crede che alla cura del corpo sia necessario accompagnare il benessere della mente. Podere di Campopiano si trova sulle colline dell'Oltrepo Pavese nel Comune di Cecima, sulla strada che da Voghera Percorre la valle Staffora fino a Varzi e quindi porta ai passi del Brallo e del Penice in un luogo con una energia particolare ed antica. Sulla antica Via del Sale, dei Liguri che percorsero queste valli circa 5.000 anni fa, e con San ponzo sulla via Francigena ripercorsa anche nel Giubileo del 2.000. Grazie alla purezza del suo impianto medioevale e al dedalo di viuzze che la percorre, Cecima presenta ancora oggi scorci di particolare interesse. In questo lembo di territorio raccolto, ricco di tesori artistici, storici e naturali, sorge “I Papaveri”, esclusiva enoteca con cucina. I Papaveri domina il paesaggio dalla sommità di una collina che nei mesi di maggio e giugno viene completamente ricoperta da un mare di papaveri. L’enoteca dispone di due sale con camino, circondate da ampi portici e verande, dove godere di suggestive vedute panoramiche. Il tutto arredato secondo uno stile rustico in grado di ricreare un ambiente intimo e “contadino”. La filosofia che contraddistingue I Papaveri affonda le radici nella tradizione e punta sulla riscoperta e l’esaltazione dei sapori di “una volta”. Gli alimenti vengono direttamente ricercati dai produttori locali, le ricette proposte vengono rivisitate aggiungendo un pizzico di inventiva e mantenendo intatta la cura e la dedizione che questi preziosi piatti richiedono. Grazie alla presenza di 16.000 ettari di vigneti autoctoni, la zona collinare dell’Oltrepo Pavese mostra una particolare capacità produttiva di vini bianchi e di rossi corposi e dal gusto pieno. Si potranno degustare vini selezionati da cantine locali, da accompagnare al ricco assortimento di specialità gastronomiche, fra cui spiccano i tartufi, simbolo dei frutti della terra, i formaggi, giovani e stagionati di latte vaccino e caprino dell'alta collina, i salumi, tra cui quello di Varzi, uno dei più famosi insaccati della zona. E ancora, miele, frutta e verdura di stagione, torte dolci o salate e pane fatto in casa. Il tutto proveniente da coltivazioni e allevamenti rigorosamente biologici. Nel Podere di Campopiano è possibile assaporare la tranquillità evocata dai luoghi e dalle pratiche meditative e contemplative offerte dall’Associazione Satsang, da sempre impegnata nella ricerca delle tradizioni culinarie e in attività mirate alla salute psicofisica. L’associazione propone diverse iniziative legate alla cultura olistica dove risanare corpo, mente e spirito grazie alle acque termali, alle arti, alla meditazione, corsi di yoga, massaggi ayurvedici, musicoterapia e l’impiego di medicine antiche e moderne, al fine di sviluppare una coscienza planetaria ed ecologica di sè e del mondo. All’interno dell’associazione sorge una struttura dotata di una Sala Meditazione, perfetta per ogni tipo di lavoro basato sullo scambio di energie sottili, meditazioni statiche e dinamiche, eventi musicali ed incontri con Maestri spirituali. Lo scopo immediato della meditazione è imparare a controllare la mente. Questa visione rende consapevole l’essere umano della sua pura coscienza, liberandolo da un mondo di conflitto. La sala, che può accogliere gruppi di lavoro di trenta persone, è stata ristrutturata con materiali naturali, pavimento in legno e dotata di ampie vetrate che si affacciano sul paesaggio collinare circostante, per garantire una forte sinergia con gli elementi presenti in natura. Podere Campopiano, Cecima, Pavia Infolink: www.Poderecampopiano.it  
   
   
ABOCA MUSEUM RACCONTA LA STORIA DELLE ERBE AI RAGAZZI DELLE SCUOLE  
 
Aboca Museum è unprogetto culturale curato dall’azienda Aboca con l’obiettivo di recuperare e valorizzare il millenario rapporto tra l’uomo e la Natura. Il Centro Studi di Aboca Museum propone alle scuole un programma didattico molto vario che permetterà ai ragazzi dei vari cicli scolastici di conoscere la storia delle erbe in modo interattivo e originale. La caratteristica della sezione Didattica di Aboca Museum è la multidisciplinarietà, cioè l’approfondimento di più filoni tematici all’interno dell’itinerario museale secondo specifiche chiavi di lettura. “Le erbe medicinali e loro uso” è il primo dei quattro percorsi didattici proposti; ha come finalità quella di documentare legame tra uomo e piante medicinali, partendo dall’antica medicina tradizionale e arrivando ai moderni processi di trasformazione. Il secondo percorso, “Le arti applicate e il mondo delle erbe medicinali, l’illustrazione botanica, la ceramica e il vetro”, approfondisce la produzione artistica dei reperti in esposizione legata alla storia delle erbe. Il terzo percorso “La via delle spezie” documenta l’origine e la provenienza delle piante medicinali: da Marco Polo alle civiltà precolombiane si va alla riscoperta delle principali vie di diffusione e scambio delle spezie. Infine “Il percorso della scienza” evidenzia e il legame tra storia delle piante e storia della medicina, passando attraverso la tradizione popolare, la magia e la medicina monastica, fino ad arrivare alla scienza medica moderna. Il progetto prevede anche la distribuzione agli studenti di materiale didattico utile per le attività educative di preparazione e di verifica della visita. Ne è un esempio il manuale per la realizzazione di un erbario che verrà consegnato ai ragazzi nell’ambito del primo percorso. L’offerta didattica di Aboca Museum è inoltre diversificata in funzione dei vari livelli scolastici al fine di rendere sempre più dinamica e fruibile la realtà culturale di Aboca Museum. Quello che renderà il progetto ancora più movimentato e istruttivo sarà poi la possibilità di scegliere percorsi integrati con altre istituzioni ed altre realtà museali. Infolink: www.Abocamuseum.it  
   
   
SALSE SACLÀ: GUSTO DELICATO PER PIATTI RAFFINATI  
 
Prezioso ingrediente per esaltare il gusto di una ricetta o per personalizzare un piatto che necessita di “un tocco in più”, le salse sono un valido aiuto per la cuoca moderna, che vuole stupire con idee veloci e di sicuro successo. Saclà per accontentare questa esigenza propone una ricca varietà di salse pronte a base di maionese, prodotti di grande qualità e versatili plus di gusto. Riconoscibili grazie al loro raffinato “look”, caratterizzato da una confezione accattivante e dalle eleganti tonalità, conquistano per la loro delicatezza e il prezioso equilibrio di sapori. Declinata in cinque versioni - Rosè, Tonnata, Tartara, Capricciosa e Funghi – la linea Salse Saclà garantisce un accompagnamento speciale per piatti di carne, pesce e verdure, ma sono ottime anche per inventare tartine e stuzzichini. Salse Saclà, Salse a base di maionese, Confezioni da 185 g Prezzo al pubblico da € 1,81 a € 2,10  
   
   
UNA STRENNA DI NATALE PER GOURMET RAFFINATI LA SCATOLA DI PROSCIUTTO AFFUMICATO DI RENNA  
 
Un'idea originale e raffinata per un regalo di Natale? Se avete a che fare con palati incontentabili ed insaziabili buongustai alla ricerca di prelibatezze, o se solo desiderate donare qualcosa di davvero particolare e diverso dal solito, ecco il prosciutto affumicato di renna in confezione strenna natalizia, una gustosa novità nel panorama gastronomico più alla moda, che riuscirà a soddisfare anche i più esigenti. Un regalo sicuramente di prestigio (il prezzo al pubblico è di 70 Euro) e di grande effetto. Oltre ad essere un pensiero originale, è anche un’ottima scelta salutista: la carne di renna è infatti nota, oltre che per il suo gusto delicato e accattivante, per la caratteristica di essere praticamente priva di grassi, ricca di proteine e molto leggera, benchè saporita e aromatica. Un’idea che sarà quindi sicuramente apprezzata anche dalla collega perennemente a dieta e dall’amico supersportivo. Importata direttamente dal Grande Nord dalla Essaton Italia di Parma, viene presentata nella confezione strenna costituita da una scatola di legno grezzo impressa a fuoco contenente un trancio di prosciutto affumicato da 500 grammi. Reperibile solo in alcuni negozi di alta gastronomia, può essere anche ordinato direttamente via internet sul sito www.Carnedirenna.it  
   
   
MARLENE BREAK, MACCHINETTE PIENE DI BUONE, ROSSE, SANE MELE  
 
E’ una rapida espansione, quella che attende Marlene Break, la mela confezionata in porzione monodose in vendita nei distributori automatici. Vog, il consorzio altoatesino che riunisce 27 cooperative rappresentative di circa 5800 aziende produttrici di mele, amplia la collaborazione con i partner che si occupano di vending machines e investe sull’innovazione. Dall’autunno aumenterà infatti il numero dei distributori automatici, collocati prevalentemente nelle scuole, “imbottiti” di sane e buone mele a marchio Marlene. L’idea di proporre una mela dal marchio già molto noto ai consumatori – il serpentello azzurro è una faccia conosciuta a grandi e bambini – in veste di snack sano e naturale, a un pubblico prevalentemente, seppure non esclusivamente giovane, si colloca da un lato in linea con una tendenza “salutista” sempre più diffusa, dall’altro abbina un prodotto che non ha bisogno di presentazioni a un canale di vendita che abitualmente viene associato al caffè o alle merendine confezionate. In altri termini, è una piccola sorpresa andare “alla macchinetta” e trovare una attraente e tentatrice mela rossa insieme ad altri snack più tradizionali. Vog, con questa modalità innovativa, e dal crescente successo, sta proponendo una sorta di via italiana alla lotta all’obesità, lotta fatta propria negli ultimi mesi dal governo francese, con una decisione che confina con il “diktat”: basta con le merendine nelle scuole, portate da casa o acquistate nelle macchinette, consentito soltanto un sano frutto poco calorico. Con o senza interventi ministeriali, resta il fatto che i bambini stanno diventando troppo grassottelli, e la tendenza all’obesità si collega con l’assunzione di zuccheri e lipidi in eccesso. Sotto accusa, quindi, i più diffusi snack: merendine e cioccolata. Al contrario, la mela Marlene Break rappresenta una merenda sana e nutriente, fa bene in particolare ai bambini per la sua ricchezza di vitamina C, ma è comunque perfetta per chi vuole tenersi in forma, visto che contiene poche calorie ed è ricca di fibre che facilitano la digestione dei carboidrati e regolarizzano le funzioni intestinali. Ma non è solo per motivi legati al benessere e al fitness che Vog crede nelle opportunità di crescita della proposta Marlene Break: c’è l’aspetto logistico, per cui, grazie all’efficienza e all’esperienza della rete del vending, il prodotto è sempre fresco, come appena staccato dall’albero. Infatti, la rapida rotazione dei prodotti, con rifornimenti che vanno dalle tre alle cinque volte la settimana, assicura che la mela sia gustosa come appena raccolta. Va detto, peraltro, che Marlene è “robusta” già per sua natura: può infatti resistere un mese in frigorifero e un paio di settimane a temperatura ambiente. Il sacchetto Marlene Break contiene una mela rossa della varietà Fuji (da ottobre a giugno) o Golden delicius (in luglio) o Royal Gala (agosto e settembre), seguendo la stagionalità. Marlene snack ha un peso di circa 150 grammi, Infine, sul sacchetto, un piccolo “plus” dedicato ai ragazzi, ossia uno sticker su ogni confezione, con una frase scritta nel linguaggio “emoticon”. I giovani “mangiatori di mele” possono collezionare gli stickers – i diversi messaggi sono in tutto dodici - proposti in versione limited collection, oppure incollarli su diari, quaderni, fotografie oppure inviarli via sms.  
   
   
PER LE IRRITAZIONI IN ACUTO, ESCLUSIVAMENTE IN FARMACIA, LA NUOVA LINEA MAC PHARMA “OFFICINA PELLE” LENITIVA E CICATRIZZANTE  
 
La mousse all’ossido di zinco di Op è una nuova formulazione a base di zinco ossido micronizzato, fosfolipidi e vitamina E che unisce l’efficacia lenitiva, cicatrizzante e riepitelizzante dell’ossido di zinco alla gradevolezza d’impiego di una schiuma evanescente, impalpabile e di veloce assorbimento cutaneo. E’ particolarmente indicata negli stati irritativi della cute su base irritativa (es. Dermatiti da pannolino del bambino), negli stati infiammatorio-desquamativi in corso di interventi invasivi della cute (peelings, laser, dermoabrasione), nelle lesioni ulcerose cutanee su base atrofica, venostatica, endocrinologica. Utile in tutti i casi in cui occorre indurre una rapida riepitelizzazione della cute. Questa schiuma micronizzata permette di utilizzare un’alta concentrazione d’Ossido di Zinco pari al 14% svolgendo un’efficace azione lenitiva e cicatrizzante senza avere le difficoltà applicative di una classica pasta all’ossido di zinco. La presenza infine di Vitamina E assicura un veloce effetto antinfiammatorio, lenitivo ed emolliente. Particolarmente utile nel trattamento della cute irritata, infiammata e disidratata del bambino. La crema lenitiva Op è stata studiata per controllare i fenomeni di irritazione cutanea e infiammazione indotti da pratiche dermatologiche o medico-estetiche quali laser-terapia, foto-terapia, dermo-abrasione o semplicemente in corso di stati irritativi e pruriginosi della pelle da esposizione ultravioletta o contatto con agenti irritanti. La sua particolare formulazione prevede la presenza di acido-glicirretico, sostanza estratta dalla radice di liquirizia glabra, in grado di svolgere un’efficace azione antinfiammatoria agendo sull’inibizione della sintesi dei mediatori infiammatori derivati dalla cascata dell’acido arachidonico, della Rutina, un flavonoide a spiccata attività vasocostrittrice e protettiva dell’endotelio capillare dermico, del polidocanolo, un polialcolo che svolge una blanda azione anestetica locale in grado di smorzare istantaneamente la sensazione di bruciore e disconfort cutaneo, la Vitamina E e l’Ascorbile Palmitato che concorrono al ripristino della fisiologia epidermica riducendo lo stato flogistico e conferendo un’adeguata protezione antiossidante alla cute, l’Allantoina che svolge un’azione idratante e ammorbidente lo strato corneo e infine il Bisabololo, terpene estratto dalla camomilla, che agisce come lenitivo naturale. La particolare leggerezza del veicolo unitamente all’assenza di nichel rendono questa formulazione adatta a tutti i tipi di pelle anche in pazienti intolleranti ad altri trattamenti e grazie all’elevato e veloce assorbimento risulta di gradevole e facile applicazione.  
   
   
CONTRO SCREPOLATURE E SECCHEZZA DEI PIEDI COLPITI NELLA STAGIONE INVERNALE TRE PRODOTTI SPECIFICI SALTRATI® DISTRIBUITI IN FARMACIA  
 
I piedi, soprattutto d’inverno, chiusi tutto il giorno in quegli involucri rigidi che sono le scarpe, soffrono più di altre parti del corpo. E, a soffrire, è anche l’epidermide dei piedi, un’epidermide del tutto particolare. Sottile e omogenea come quella del viso nella parte superiore, diventa “mista” in quella inferiore: fine a livello della volta plantare, spessa e dura nei punti di appoggio, nei bordi esterni e nel tallone. E’ proprio anche a causa di questa sua particolare struttura che la pelle dei piedi è facilmente soggetta a secchezza e screpolature, soprattutto a livello plantare e, in particolare, sui talloni. Inoltre, bisogna considerare che, durante l’inverno, la pelle che riveste tutto il corpo risulta essere, in genere, più secca rispetto agli altri periodi dell’anno. Infatti, da un lato, le ghiandole sebacee, a causa del freddo, possono essere meno attive producendo così una minore quantità di sebo e, dall’altro lato, i cheratinociti, e cioè le cellule dell’epidermide, producono una minore quantità di lipidi interlamellari (i ceramidi), che, svolgendo una sorta di “funzione barriera”, impediscono la perdita di acqua e, quindi, la disidratazione. Il risultato è una maggiore secchezza dello strato più superficiale dell’epidermide. Saltrati, marchio storico quando si parla di igiene, di salute e di benessere dei piedi, ha messo a punto una linea specifica di prodotti per piedi secchi: Saltrati Pediluvio Idratante, Saltrati Emulsione Idratante, Saltrati Crema Anti Asperità. In Italia, i prodotti Saltrati sono distribuiti in esclusiva in farmacia da Pasquali Farmaceutici di Sesto Fiorentino (Fi), Azienda leader nel settore farmaceutico. Saltrati Pediluvio Idratante, effetto rapido è il bagno idratante per piedi secchi e affaticati. Svolge, infatti, una duplice azione: nutre e ammorbidisce la pelle, dona un’immediata sensazione di benessere e di comfort. La composizione di Saltrati Pediluvio Idratante, effetto rapido è basata soprattutto su sostanze naturali, di comprovata efficacia e sicurezza, fra cui: Olio di arachidi, Estratti di Camomilla (Chamomilla Recutita), Erba di San Giovanni (Hypericum Perforatum). Saltrati Pediluvio Idratante, effetto rapido è disponibile in flacone da 200 ml, con tappo dosatore. Prezzo al Pubblico € 7,75. In vendita in farmacia. Saltrati Emulsione Idratante, effetto prolungato è un vero e proprio trattamento idratante, ad azione prolungata, per i piedi secchi: rende la pelle morbida, liscia, perfettamente idratata e previene callosità e screpolature, soprattutto sui talloni. La composizione di Saltrati Emulsione Idratante, effetto prolungato è basata soprattutto su sostanze naturali, di comprovata efficacia e sicurezza, fra cui: Olio di Karité (Butyrospermum Parkii), Estratto di ortica (Urtica Dioica), Mentolo. Saltrati Emulsione Idratante, effetto prolungato è disponibile in tubo da 150 ml. Prezzo al Pubblico: € 6,70. In vendita in farmacia. Saltrati Crema Anti Asperità è la crema esfoliante specifica per talloni, ginocchia e gomiti: stacca ed elimina le cellule morte, rigenerando al tempo stesso l’epidermide. Inoltre, idrata e nutre la pelle, restituendole la sua morbidezza naturale. Infine, grazie alla sottile pellicola che deposita sulla cute, la protegge dagli agenti esterni. La composizione di Saltrati Crema Anti Asperità è basata su sostanze naturali, di comprovata efficacia e sicurezza, fra cui: Estratto di Salice Bianco (Salix Alba), Acido Glicolico (5%), Urea, Saltrati Crema Anti Asperità è disponibile in tubo da 50 ml. Prezzo al Pubblico € 7,50. In vendita in farmacia.  
   
   
PER L’EDITORE SONZOGNO FLAMINIA MOMIGLIANO, FRANCESCO PADRINI, NICOLA SORRENTINO HANNO PREPARATO UN LIBRO PREZIOSO: L’ABC DELL’ANTISTRESS  
 
Dalla A di “Ansia” alla Z di “Zavorra”: un manuale semplice e immediato per combattere il logorio della vita moderna. La struttura del volume è molto chiara: in ordine alfabetico viene introdotta una definizione del disturbo (o della sua causa) cui fa seguito il consiglio dello psicoterapeuta, quello del nutrizionista, una massima della saggezza orientale e la testimonianza di un personaggio famoso. Stress da superlavoro, ma anche stress da vacanza. Stress da solitudine, ma anche “da famiglia”. Da mancanza d’amore, ma anche da innamoramento. “Stress”: sei lettere che ormai ricorrono fin troppo spesso nella vita di tutti. E proprio per evitare lo stress da lettura è nata l’idea di questo libro: a ogni lettera dell’alfabeto italiano è legata la descrizione di uno stato d’animo, di una situazione che se non viene affrontata nel modo giusto può portare a un logoramento più o meno profondo, seguita dai consigli precisi di uno psicoterapeuta, di un dietologo e dell’antica saggezza cinese dell’I Ching. Completano il volume i suggerimenti di Vip italiani che mettono a disposizione le loro “ricette” per affrontare i momenti no.  
   
   
L’ACCADEMIA DEL BELL’ESSERE PAOLO GUATELLI PRESENTA LE SUE IDEE PER UN NATALE DI BENESSERE  
 
Il periodo natalizio si avvicina, e con esso aumenta lo stress della ricerca frenetica dei regali di Natale.. Originali le proposte dell’Accademia del Bell’essere Paolo Guatelli . Per tutto il mese di dicembre sarà possibile acquistare speciali pacchetti dono a base di coccole e relax, come l’emozionante trattamento al viso “Tocco Aromatico” o il sensuale e coinvolgente massaggio a 4 mani “Note sul Corpo”. Momenti di Benessere dove i protagonisti sarete voi o coloro che sceglierete come beneficiari di questi regali. L’accademia del Bell’essere Paolo Guatelli apre le porte a tutti coloro che vorranno scoprire le nuove promozioni natalizie e festeggiare in gruppo l'arrivo delle festività con un regalo che vale doppio: un momento di benessere da dedicare a se stessi ed una cena da condividere con chi si desidera, momenti di relax multisensoriale della Stanza del Bell’essere, concludendo con una romantica e rilassante cena a base di piatti naturali e gustosi. Infolink: http://www.Accademiadelbellessere.com  
   
   
AL PORT PALACE DI MONTE-CARLO UN ESCLUSIVO SOGGIORNO BENESSERE  
 
E' passato un anno dall'inaugurazione del Port Palace Hotel, dodici mesi di vita per il Cinque Stelle monegasco, incastonato nella roccia ma a ridosso del mare. Uno scrigno minerale, come è stato definito dalla designer curatrice degli interni Leila Manchari, già collaboratrice di Hermes, che custodisce, oltre ai segreti dell'ospitalità, anche le arti per la cura di sé, per il bien-être, per un rilassamento e una remise en forme radicale. Si chiama un giro intorno al mondo il pacchetto che coniuga in tre sedute la sapienza di Oriente e Occidente. La proposta da 200 Euro comprende un'esotica frizione del corpo a base di una mistura di pompelmo fresco e sale marino a garanzia del risveglio dei sensi e della morbidezza epidermica, e ancora un massaggio con pietre vulcaniche immerse nell'olio con la finalità di trasmettere ai muscoli e alle articolazioni un profondo e benefico calore. Per continuare sulla via della seta, guardando ad est le delizie d'Oriente combinano i vapori dell'Hammam allo scrub ottenuto frizionando la pelle al sapone nero con guanti di kessa e con bendaggio di fango Rassoul. Non a Venere, alla dea della bellezza, ma al culto di Apollo è dedicato il programma che parte dal modellaggio drenante per toccare il tragitto linfatico con ottimi effetti sulla ritenzione idrica, si passa al bendaggio all'Alga Laminaria e si conclude con il trattamento gambe pesanti. Il soggiorno al Port Palace trova il suo degno completamento nella degustazione delle prelibatezze del ristorante Grande Large, all’ultimo piano dell’hotel con una vista mozzafiato sul Mediterraneo. Il re della cucina è lo chef Francois Pillard, allievo di Marc Meneau, i cui menu sintetizzano sapori freschi e portate innovative, che racchiudono il calore del sole e del mare, ma con un'attenzione particolare alle influenze della terra. Infolink: www.Port-palace.com  
   
   
ABSOLUTE RELILAX: UN MASSAGGIO “SU MISURA” AL CENTRO RELILAX DELL’HOTEL TERME MIRAMONTI DI MONTEGROTTO  
 
Relilax, da sempre attento a studiare nuove formule di benessere in risposta alle nuove esigenze che nascono da ritmi di vita più frenetici, ha ideato il massaggio “Absolute Relilax”. Riallacciandosi alla disciplina ayurvedica, il trattamento agisce sui gangli linfatici per sbloccare e riequilibrare tutti i punti in cui si avvertono delle accentuate rigidità, con particolare attenzione per la zona toracica e per la testa. La tecnica adottata è quella dello scollamento dolce dei tessuti che, determinando lo sblocco dei centri energetici e fisiologici di notevole influenza, libera dall’accumulo di tensioni che abitualmente si riflettono sull’intero organismo. Absolute Relilax è un vero e proprio “massaggio su misura”: è infatti stato pensato e studiato nelle versioni body e face, secondo che l’ospite desideri un massaggio totale o solamente parziale, concentrando così l’azione del terapeuta su spalle, collo, viso e testa. Con questa tipologia di massaggio è possibile scegliere i punti su cui soffermarsi decidendo addirittura per la versione supina piuttosto che per quella prona, in base alla sensazione che si prova. Ma la sensibilità verso i suoi ospiti va oltre; infatti, per coloro che non amano spogliarsi, il massaggio Absolute Relilax più indicato è quello “face”: questo viene effettuato per 25 minuti solo sulla parte superiore del tronco, concentrandosi sullo scollamento del tessuto del cuoio capelluto, zona di massima concentrazione delle tensioni. Successivamente viene massaggiato il viso e quindi stesa una garza imbevuta di tonico rilassante. Nei restanti 20 minuti, l’ospite può rilassarsi, addormentandosi e godendosi la quiete, il calore e il profumo che si diffondono nella stanza. Chi invece desidera un trattamento che coinvolga il corpo per esteso, potrà godere delle cure del massaggiatore per 55 minuti, dalla punta dei capelli a…quella dei piedi. L’effetto sarà la decontrazione e il rilassamento del corpo nella sua totalità, una migliore mobilità articolare e, soprattutto, una sensazione di leggerezza e di armonia che va oltre il rapporto con il proprio corpo che, come si sa, non fa altro che somatizzare i dolori della nostri anima. Relilax offre la possibilità di scegliere dei programmi long week-end e settimanali, strutturati su un percorso Absolute Relilax body o face. Infolink: Www.relilax.com     
   
   
LE TERME D’INVERNO AGLI ALBERGHI TAS DI ABANO TERME  
 
La domanda di strutture e servizi collegati al benessere psico-fisico è in forte crescita e si allarga sempre più anche alle fasce di reddito meno elevate oltre che ad un pubblico sempre più giovane. La scelta del periodo in cui soggiornare alle Terme inoltre non è più concentrato in una sola stagione ma interessa oramai tutto l’arco dell’anno. Il tutto trova conferma anche in Tas (Terme Abano Servizi), Associazione che riunisce 16 tra i migliori Alberghi a 5, 4 e 3 stelle di Abano Terme, molti dei quali aperti per la maggior parte dell’anno. Internamente alle loro strutture, le rinomate Spa e i Centri Termali sono diretti da personale altamente specializzato. Le particolari e riconosciute proprietà terapeutiche dell’acqua termale di Abano Terme trovano impiego nel trattamento e nella prevenzione di una vasta gamma di patologie. In questi luoghi, anche l’inverno può essere il periodo ideale per trascorrere una piacevole vacanza all’insegna del benessere. Immersi nel Parco dei Colli Euganei, ricco di piante secolari e paesaggi suggestivi, gli Alberghi Tas sono dotati di piscine interne ed esterne comunicanti. Nella stagione più fredda, anche se fuori piove o nevica, si può godere del privilegio di una sana nuotata all’aria aperta: la temperatura dell’acqua è di 35°C. Le piscine termali, fiore all’occhiello degli Alberghi Tas, rappresentano un modo piacevolissimo di passare il tempo tra un trattamento e l’altro, anche per chi non sa nuotare. Ai bordi o al loro interno, dove l’acqua è più bassa, ci sono dei veri e propri “percorsi rigeneranti” fatti di giochi d’acqua e potenti idromassaggi che regalano al corpo tono e vigore. Le Terme d’Inverno riservano per tutti gli ospiti degli Alberghi Tas una piacevole sorpresa: un bonus di 50,00 euro per persona per un “Pacchetto soggiorno + trattamenti” di una settimana in uno tra i 16 Hotel a 5,4 e 3 stelle. Alberghi Tas Infolink: www.Tas.it    
   
   
TWININGS DESIGN COMPETITION: TWININGS ENTRA NEL MONDO DEL DESIGN  
 
Attraverso D&c, distributore in Italia, e con il supporto del Politecnico di Milano, organizza un concorso riservato a giovani talenti per realizzare il nuovo design del sistema prodotto per il rito del consumo del tè nella società contemporanea "Tea Time! At What Time?" è lo slogan della Twinings Design Competiton, concorso di design promosso da D&c e Twinings, con il supporto del Politecnico di Milano e in partnership con la rivista Interni, nato per la valorizzazione del consumo del tè nella società contemporanea. Nell’aula Seminari della Facoltà del Design del Politecnico di Milano, il prof. Alberto Seassaro (Preside della Facoltà del Design del Politecnico di Milano), il prof. Arturo Dell'acqua Bellavitis (Direttore del Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano e membro del comitato scientifico del concorso), il prof. Davide Bruno (curatore della competition) Philippe Daverio, critico d’arte e membro della Giuria, con un intervento registrato per l’occasione e Marina Deserti (Presidente D&c e Presidente della Giuria), sono intervenuti a presentare l’iniziativa nel suo complesso, le peculiarità che la caratterizzano, nonché i legami possibili tra mondo del progetto e cultura del consumo del tè. Si tratta del primo concorso di design lanciato in Italia dalla marca leader mondiale nella produzione di tè di qualità. La Twinings Design Competition intende valorizzare creazioni di architetti e designer under 35 che sapranno elaborare un design del sistema prodotto per rispondere ai nuovi riti per il consumo del tè nella società contemporanea. Twinings in questo modo entra nel mondo del design, arrivando ad identificarsi come un “prodotto di design”, che unisce l’alta qualità organolettica della propria gamma di tè e infusi all’attenzione verso la bellezza e innovatività del modo di servirla. Un’innovazione che arricchisce la grande storia del tè Twinings, prossimo a compiere i 300 anni di vita (nasce, infatti, nel 1706) e i 50 anni di ininterrotta partnership in Italia con D&c, la cui distribuzione ha portato Twinings ad essere il leader assoluto del mercato.  
   
   
VINITALY US TOUR, BUSINESS E CULTURA LE INIZIATIVE IN PROGRAMMA IL 26 ED IL 28 OTTOBRE  
 
Veronafiere organizza incontri «b2b» e degustazioni di alto livello per far conoscere il vino italiano, ai primi posti nel gradimento dei consumatori americani. Quasi 240 milioni di statunitensi non bevono vino: un mercato ancora di grande potenzialità. Dal 24 al 26 novembre, a Shanghai, la sesta edizione di Vinitaly China Il vino italiano negli Usa ha raggiunto negli ultimi tre anni i vertici assoluti sia in quantità che in valore, riscuotendo il gradimento della fascia alta dei consumatori e della ristorazione. Un terzo della spesa enologica negli Stati Uniti, infatti, parla italiano: il 31.2% dei consumatori americani acquista etichette made in Italy. Si tratta di un mercato dalle grandi potenzialità, tenuto conto che circa 240 milioni di americani non bevono alcun tipo di vino. Per consolidare e ampliare le opportunità di business e accrescere la cultura delle produzioni enologiche italiane, facendo conoscere il meglio dei prodotti nazionali, Veronafiere da due anni organizza Vinitaly Us Tour, una manifestazione studiata e realizzata per mettere in contatto le aziende italiane con i principali importatori e distributori di vini d’oltre oceano. Forte di un solido legame con il governo degli Stati Uniti, «guest country» dell’edizione 2004 di Vinitaly, che ha ospitato quasi 27mila operatori professionali esteri da 91 Paesi (su un totale di 140 mila), dei quali circa il 14% dagli Usa (+ 17% rispetto al 2003), Veronafiere intende promuovere l’intero settore enologico, che dopo aver superato la Francia nell’export, sia in termini di valore che di quantità, deve adesso competere con l’Australia, temibile concorrente non già per la qualità ma per la politica dei prezzi sostenuta in questi anni. Uno degli aspetti che vengono spesso trascurati nell’approccio al mercato d’oltre oceano è proprio quello promozionale: i vini godono di un’immagine legata allo stile di vita italiano, composto da moda, turismo e cucina, ma nello stesso tempo non sempre le aziende curano adeguatamente i canali di distribuzione. Il rapporto diretto favorito dal marchio Vinitaly, molto conosciuto negli Stati Uniti, permette di creare nuove opportunità di business, ampliando le vendite ed i volumi d’affari delle imprese italiane. Del resto il consumo è ancora riservato a relativamente pochi consumatori e quindi il mercato statunitense può rappresentare, nei prossimi anni, uno sbocco fondamentale per le imprese nazionali. Vinitaly Us Tour prevede, al Biltmore Hotel di Miami (26 ottobre) e al Palace Hotel di San Francisco (28 ottobre) una serie di seminari tecnici, workshop business to business e degustazioni, proposti in collaborazione con la Society of Wine Educators (Swe) e con Wine & Spirits Magazine, a cui partecipano un migliaio di invitati tra importatori, retailer, ristoratori, giornalisti della stampa specializzata e opinion leader. Le imprese e le istituzioni che prendono parte alla manifestazione, tra cui spiccano la Regione Veneto con una trentina di aziende, che ha programmato una serata di gala in onore del vino del suo territorio con i prodotti tipici regionali, e nomi del calibro di Tenuta San Guido, Mastroberardino, Allegrini, Masi, Fabiano, Fratelli Bolla, Zonin, Sartori, Pasqua, ecc., hanno l’opportunità di allacciare contatti, presentando prodotti qualitativamente selezionati e adatti al mercato Usa. «Vinitaly Us Tour», spiega Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere, «vuole offrire, grazie alla forza del marchio, nuove occasioni promozionali e di vendita, in un mercato ormai strategico per l’export nazionale. Fatto 100 l’export del settore agroalimentare italiano negli Usa, il vino costituisce la voce più rappresentativa con circa il 40% del totale, un valore che il sistema enologico nazionale deve consolidare ed incrementare. Inoltre l’Italia con il 32% in quantità ed oltre il 31% in valore detiene la principale quota di mercato, dimostrandosi il punto di riferimento per eccellenza del consumatore locale». «Vinitaly», interviene Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, «è uno strumento di penetrazione indispensabile per promuovere il prodotto vino negli Stati Uniti e per contrastare l’avanzata dell’Australia, che in questi anni ha attuato una politica commerciale fondata su prezzi più bassi rispetto a quelli italiani. Puntare sulla qualità diventa quindi indispensabile ed ecco perché all’iniziativa partecipano alcuni tra i più prestigiosi produttori nazionali di vino ed una forte rappresentanza della Regione Veneto, a dimostrazione dell’importanza dell’evento e a sottolineare la valenza di sistema. Accompagnare le imprese nel processo di internazionalizzazione è uno degli obiettivi che Veronafiere sta perseguendo in questi anni attraverso un’attività mirata nei più interessanti mercati del mondo». «L’esperienza già maturata negli anni scorsi nel mercato statunitense – sottolinea l’ Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Giancarlo Conta – è stata decisamente favorevole e le aziende che hanno partecipato agli incontri sostenuti dalla Regione hanno avuto oggettivi ritorni; d’altra parte, quel mercato d’oltreoceano si sta rivelando particolarmente interessato al made in Italy e il Veneto è in grado di presentare produzioni al massimo livello a prezzi particolarmente convenienti, nonostante il rapporto dollaro – euro non particolarmente favorevole alla moneta europea». Con l’iniziativa negli U.s.a non si esaurisce però il programma di internazionale di Vinitaly e di promozione all’estero delle griffe enologiche del made in Italy. Dal 24 al 26 novembre, a Shanghai, uno dei centri a maggiore tasso di sviluppo del mondo, Veronafiere organizza, dopo le edizioni del ’98 e del 2002 (le altre furono a Pechino nel ’99, 2000 e 2001), Vinitaly China, un evento all’interno del quale verranno proposti wine-tasting e laboratori di cucina in grado di suggerire gli abbinamenti più appropriati tra i loro piatti tipici ed il vino italiano. Mentre dall’11 al 13 gennaio 2005 si svolgerà Ifows, una iniziativa dedicata al beverage&food italiani a Mumbay, in India, e a giugno verrà ripetuta l’ottima esperienza di Vinitaly Moscow, la cui prima edizione si è svolta tre mesi fa. Dati export di vino negli Stati Uniti primo semestre 2004. Dopo aver superato la Francia in termini di vino esportato negli Stati Uniti, il 2004 potrebbe essere ricordato, se l’andamento dei primi mesi sarà confermato, come l’anno del sorpasso anche dal punto di vista del valore dell’export, facendo dell’Italia il principale fornitore del mercato vinicolo Usa. Nei primi sei mesi dell’anno, secondo i dati dell’Italian Wine & Food Institute, le esportazioni italiane di vino hanno superato i 400 milioni di dollari, crescendo del 3% rispetto al 2003. In significativo calo la Francia (290,4 milioni di dollari, - 23.3% sul 2003), mentre registra un notevole incremento l’Australia, che occupa il primo posto come quantità esportate ed il secondo sotto il profilo del valore (349 milioni di dollari, + 19.5%). Quasi un terzo della spesa per il vino negli Usa parla italiano: il 31.2% dei consumatori americani acquista vini italiani. Infolink: www.Vinitaly.com  
   
   
SBARCA IN ITALIA LA BIRRA A MARCHIO BUDĚJOVICKÝ BUDVAR  
 
Da fine ottobre gli italiani troveranno l’originale birra lager Budějovice, prodotta dal birrificio statale della città omonima, sotto il marchio Budějovický Budvar. La società ceca Budweiser Budvar National Corporation ha infatti deciso di interrompere l’utilizzo del vecchio marchio Czechvar, con il quale ha venduto negli ultimi due anni la birra in Italia, e di sostituirlo con la nuova denominazione Budějovický Budvar. Questa decisione è stata adottata dopo che l’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (Ohim) dell’Unione Europea ha respinto l’appello della società americana Anheuser-busch contro l’impiego del marchio comunitario Budějovický Budvar. “Il marchio Czechvar è stato creato in origine per le esportazioni verso il mercato americano e canadese, dove non è ancora possibile distribuire la nostra birra con i marchi tradizionali Budweiser Budvar e Budějovický Budvar. In Europa viene, invece, commercializzata con i suddetti brand tradizionali che rimandano alla cittadina ceca di Ceske Budejovice, da cui deriva il nome della birra. Negli ultimi due anni, a seconda dello stato in cui si trovava la controversia legale tra l’azienda ceca Budweiser Budvar N. C. E l’americana Anheuser-busch, la birra è stata venduta con il nome Czechvar. Cambia l’etichetta, ma la birra rimane la stessa: gli italiani troveranno la qualità e il gusto di sempre”, dichiara Jiří Boček, direttore generale di Budweiser Budvar N.c. Il birrificio statale Budweiser Budvar National Corporation è uno dei principali rappresentanti della produzione tradizionale della birra del cosiddetto “tipo ceco” nella Repubblica Ceca e in più di 60 paesi in tutto il mondo. Il marchio Budějovický Budvar è entrato nel mercato italiano nel 1896, anno in cui il birrificio è stato fondato, ed è tuttora presente. In questo momento l’Italia rappresenta uno dei 10 maggiori mercati di esportazione per la Budweiser Budvar N.c.  
   
   
500 VIP E CELEBRITÀ FESTEGGIANO LA “RENAISSANCE DU COGNAC”  
 
Oltre 500 ospiti Vip e celebrità hanno festeggiato la “renaissance du Cognac” durante l’attesissimo Hot Ice Party, che si è tenuto in un’elegante e prestigiosa villa situata al numero 35 di Belgrave Square, con Rémy Martin e Theo Fennell a fare gli onori di casa. La partnership sottolinea l’impegno delle due aziende per l’abilità, la qualità e il lusso assoluto. Rémy Martin, marchio internazionale che vanta una tradizione di 300 anni, e Theo Fennell, uno dei gioiellieri più glamour e originali del Regno Unito la cui fama si estende in tutto il mondo, si sono uniti per rendere omaggio ai loro clienti più raffinati. Rémy Martin V.s.o.p Style Ice, creato da Thierry Hernandez, responsabile bar dell’ultra-esclusivo Hotel Plaza Athénée di Parigi, è stato l’oggetto del desiderio per celebrità, Vip e invitati. Ghiacciato, rappresenta una brusca inversione di tendenza rispetto al tradizionale Cognac chambré. Dopo aver assaporato i Rémy Martin Style Ice creati appositamente per l’evento, tutti gli ospiti hanno ricevuto in dono il ciondolo in argento sterling realizzato da Theo Fennell, da indossare come ricordo della serata in omaggio alle Very Special Opulent People presenti. Ive Mende, sensuale cantante brasiliana di Bossa Nova, si è esibita alla festa con una sensazionale performance, davanti a un pubblico di celebrità intente ad assaporare Rémy Martin V.s.o.p – frozen e cocktail. Capitanata dall’innovativo Rémy Martin, la renaissance du Cognac è stata guidata da una forte crescita dei consumi negli Stati Uniti e in Asia. Attualmente Londra è la città in cui si creano le nuove tendenze di consumo del Cognac e la renaissance du Cognac sembra destinata a un successo straordinario.