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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Gennaio 2005
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  DAL CARCIOFO-CARDO AL POMODORO ARANCIONE- A ORTOMAC LE NUOVE VARIETÀ ORTICOLE  
   
  Nella mostra pomologia una serie di nuovi ortaggi –Ricerca genetica sempre più attenta a reddito dell’agricoltore, tasca e gola del consumatore – Dall’emilia Romagna patate differenziate – L’importanza della sostanza organica e della fertirrigazione –E’ un prodotto di nicchia, ma è un esempio di tradizione rinnovata dalla genetica. Quella della ricerca genetica tradizionale, non quella spinta, hi tec, però. E il risultato è nell’attività del Consorzio per la sua valorizzazione. Si tratta del Carciofo violetto di Sant’erasmo. Coltivato nell’isola che da sempre è l’orto di Venezia, ha un grande pregio. Fornisce carciofi di alta qualità e, dopo, diventa cardo. Portando così ad un incremento del reddito dell’ortolano. Qualità rivolta al consumatore e più soldi all’agricoltore sono le linee seguite per ottenere le innovazioni di parecchie delle varietà che sono esposte nella Mostra pomologia del Crpv ad Ortomac (Cesena 20-22 gennaio), la rassegna specializzata, dedicata esclusivamente all’orticoltura, organizzata da Agri Cesena. L’orticoltura, in Italia, ha prodotto nel 2004 oltre 15,7 milioni di tonnellate (+10% sul 2003) per quasi 4mila miliardi di Produzione Lorda Vendibile, con un calo del reddito degli orticoltori del -13% e una riduzione dei consumi degli ortaggi. L’osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane, preparato da Iha Italia per Agri Cesena, fa sapere che nel 2004 si sono acquistati 3.725.000 tons di ortaggi, pari a -5,16% sul 2003 e a -8,96% sul 2002 (in un triennio la borsa della spesa si è contratta di 366.900 tons). Diminuzione anche nel consumo annuo per nucleo familiare, che è passato dai 198 kg del 2002 ai 172,3 del 2004 (-13% e meno 25,8 kg). In totale le famiglie italiane nel 2004 hanno speso per gli ortaggi 5,3 miliardi di Euro, ovvero –5,93%% sul 2003, pari a 338 milioni di Euro in meno. Di qui la volontà di puntare sia su prodotti gradevoli e di qualità, dall’altra ad un incremento dei prezzi pagati alle aziende agricole. L’aumento di peso a frutto può aiutare l’aumento di reddito, come si vede nel peperone Axel rosso o giallo portato ad Ortomac dalla Sicilia. I peperoni sono più grandi del normale ed hanno uno spessore maggiore. Dal Piemonte (Cuneo) arriva il Porro Cervere (anche qui un Consorzio lo valorizza) è di circonferenza inferiore a quelli normali, ma la rincalzatura o sotterramento, rende più lunga la parte da consumare. Restiling (si può dire) per la rapa (Violetta di Cervere) che viene proposta con un retrogusto più delicato. Anche un prodotto “di massa” come il pomodoro ha le sue innovazioni. E se si sta diffondendo, dopo i primi passi incerti, il pomodoro a grappolo detto “Datterino” (ovvero a forma allungata e più tondeggiante nella parte inferiore), ecco che si afferma il pomodoro arancione (creato dagli olandesi) che, oltre al colore diverso presenta una migliore compattezza che lo rende più resistente al trasporto e più gradevole al consumo. Dall’emilia Romagna sono approdate ad Ortomac alcune nuove varietà di patate (Zagara, Biancaidea, ecc) che puntano a rispondere ad usi differenti. Perché per purè e gnocchi vanno bene le specie bianche, mentre per il forno vanno meglio le gialle e per l’industria occorrono patate da poter fare a bastoncini o a tocchetti (minestroni). Di qui il Progetto che punta anche a migliorarne la qualità. Progetto che vuole sottolineare l’importanza della patata in Emilia Romagna, dove la superficie coltivata, nel 2004, è stata di quasi 7.000 ettari con una produzione di oltre 2,3 milioni di quintali (17,3% del totale Italia). La resa media ad ettaro, con 343,8 q., è stata superiore a quella nazionale (265 q.Li Ha). In Italia è stata coltivata su 50.409 ettari (dati Istat per il 2004) per un totale di oltre 13 milioni di quintali di tuberi. I prezzi non hanno soddisfatto i produttori: a causa della concorrenza del prodotto tedesco e francese la media si è attestata attorno a 12 centesimi di euro il chilogrammo. La coltura della patata trae giovamento dalla presenza di sostanza organica nel terreno. E il 60% dei terreni dell’Emilia Romagna ha una dotazione bassa o normale, di sostanza organica. Ecco che la pollina compostata può rappresentare un’ottima fonte fertilizzante. E’ pollina che ha subito un trattamento di maturazione (compostaggio) che la rende sicura dal punto di vista igienico e ottima come concime. La materia prima non avrebbe di certo un costo elevato (in Romagna si concentra quasi il 25 per cento della produzione avicola nazionale) e ne trarrebbe beneficio anche l’ambiente. Il valore in agricoltura della pollina compostata è emerso durante il convegno “Il ruolo della sostanza organica nella coltivazione della patata” di venerdì mattina. Nel pomeriggio di venerdì 21 gennaio, l’attenzione si è concentrata sulla concimazione e fertirrigazione, tecnica quest’ultima molto efficace in orticoltura. Ma, come ha sottolineato Adriano Battilani del Consorzio di bonifica Cer, solo con una corretta gestione la fertirrigazione porta a incrementi quantitativi e miglioramenti nella qualità. Come quelli registrati dai ricercatori dell’Università di Udine per la coltura della patata: l’utilizzo combinato di compost e fertirrigazione ha portato ad un aumento del 19,5% della produzione commerciabile. Sabato 22 gennaio, ultimo giorno di Ortomac, alle ore 9, in Sala Europa si terrà il Convegno “Alternative al bromuro di metile e innovazione varietale nella coltura della fragola”. Per informazioni: Agri Cesena tel. 0547 317435  
     
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