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Notiziario Marketpress di
Lunedì 31 Gennaio 2005
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LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNA PROPOSTA DI DECISIONE QUADRO SULLA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA |
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Bruxelles, 31 gennaio 2005 - Il 19 gennaio scorso la Commissione ha adottato una proposta di decisione quadro sulla lotta contro la criminalità organizzata, diretta a punire severamente la partecipazione ad organizzazioni criminali (commissione di reati o attività quali la creazione o la direzione di un’organizzazione criminale, il reclutamento di nuovi affiliati, l’aiuto materiale o finanziario). I Precedenti Il primo piano d’azione per la lotta contro la criminalità organizzata adottato dall’Unione europea in occasione del Consiglio europeo di Amsterdam del 16-17 giugno 1997 ha avuto un ruolo importante nella lotta contro la criminalità organizzata. Dal 3 maggio 2000, l'azione dell’Unione europea nel campo della lotta contro la criminalità organizzata si basa su un documento dal titolo: “Prevenzione e controllo della criminalità organizzata: strategia dell'Unione europea per l'inizio del nuovo millennio”. Nel 1998, in attuazione del piano di azione, il Consiglio ha adottato un’azione comune sulla partecipazione alle organizzazioni criminali. L’attuazione di questa azione comune si è rivelata insoddisfacente: nella legislazione penale di molti Stati membri non esiste la nozione di “organizzazione criminale”. Nella comunicazione del 29 marzo 2004 relativa a talune azioni da intraprendere nel settore della lotta contro il terrorismo e altre forme gravi di criminalità, la Commissione ha reso nota la sua intenzione di elaborare una decisione quadro diretta a sostituire l’azione comune 1998/733/Jai del 21 dicembre 1998 relativa alla punibilità della partecipazione a un’organizzazione criminale negli Stati membri dell’Unione europea. Il programma dell’Aja prevede l’adozione di alcune misure per combattere la criminalità organizzata (punto 3.3.2). La proposta di decisione quadro persegue precisamente questo obiettivo, rispondendo in tal modo alla preoccupazione del Consiglio europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004, secondo cui i cittadini dell’Europa si aspettano che l’Unione europea adotti una strategia comune più efficace per far fronte a problemi transfrontalieri come la criminalità organizzata. Il testo della decisione si ispira agli strumenti recentemente adottati a livello europeo e internazionale contro il terrorismo (decisione quadro del Consiglio del 13 giugno 2002 in materia di lotta contro il terrorismo) e contro la criminalità organizzata (convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata, nota anche come “convenzione di Palermo”, adottata nel 2000). È ora necessario dotare l’Unione europea di una normativa diretta a ravvicinare la legislazione degli Stati membri in materia penale e a migliorare la cooperazione al fine di lottare più efficacemente contro la criminalità organizzata. Gli Elementi Salienti Della Proposta - La proposta della Commissione è finalizzata a ravvicinare la legislazione degli Stati membri in materia penale e a migliorare la cooperazione per lottare più efficacemente contro la criminalità organizzata. La proposta definisce le fattispecie di reato relative ai partecipanti ad un’organizzazione criminale, prendendo in considerazione non soltanto le attività criminali dell’organizzazione in quanto tali, ma anche altre forme di azione, come l’aiuto materiale all’organizzazione criminale o il reclutamento di nuovi affiliati. Il valore aggiunto rispetto all’azione comune è rappresentato dall’efficacia vincolante e dall’effettiva armonizzazione delle fattispecie di reato. La proposta procede al ravvicinamento delle sanzioni penali secondo il metodo utilizzato in questo tipo di strumenti: per chi dirige un’organizzazione criminale la durata della pena privativa della libertà non deve essere inferiore a 10 anni. Per gli altri reati, la durata della pena privativa della libertà non deve essere inferiore a cinque anni. È prevista la possibilità di ridurre la pena per chi collabora con la giustizia: la disposizione si applica a coloro che abbiano partecipato ad organizzazioni criminali e siano disposti a cooperare con le autorità giudiziarie fornendo informazioni utili alle indagini. La proposta prevede alcune disposizioni per facilitare la cooperazione tra le autorità giudiziarie e il coordinamento della loro azione tramite Eurojust: qualora un reato rientri nelle competenze di più Stati membri, questi ultimi saranno tenuti a cooperare e a consultarsi reciprocamente per coordinare le loro azioni e decidere quale Stato membro debba perseguire gli autori del reato. A tal fine la decisione detta alcuni criteri prioritari di competenza da prendere in considerazione in ordine successivo. Infine la decisione prevede la possibilità di esercitare l’azione penale anche in mancanza di denuncia o di dichiarazione da parte della vittima: si tratta di una misura destinata ad evitare la paralisi dei procedimenti penali per la mancata denuncia da parte delle vittime per paura di rappresaglie delle organizzazioni mafiose nei loro confronti o nei confronti delle loro famiglie. La proposta presentata dalla Commissione costituisce una prima applicazione del programma dell’Aja in materia di lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera. L’effettivo ravvicinamento delle legislazioni penali degli Stati membri in materia è una base minima per condurre insieme un’azione significativa diretta a sradicare le organizzazioni criminali. La proposta risponde alla preoccupazione espressa dal Consiglio europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004 che, nell’adottare il programma pluriennale dell’Aja intitolato «Rafforzamento della libertà, della sicurezza e della giustizia nell'Unione europea», aveva sottolineato che i cittadini dell’Europa si aspettano che l’Unione europea adotti una strategia comune più efficace per far fronte a problemi transfrontalieri quali la criminalità organizzata. Infine, il testo della proposta è ispirato alla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale organizzata (la cosiddetta «convenzione di Palermo»), approvata dalla Comunità europea il 21 maggio 2004, che ormai costituisce un quadro di riferimento internazionale. Il Peso Della Criminalità Organizzata - Negli ultimi quindici anni le organizzazioni criminali transnazionali hanno costruito vaste reti internazionali e realizzato ingenti profitti. Grandi ricchezze sono state accumulate grazie al traffico illecito di droga, alla tratta di esseri umani (soprattutto donne e bambini), al commercio illegale di armi e munizioni, alla contraffazione e alla pirateria, e più in generale alle frodi su scala internazionale. Secondo il Fondo monetario internazionale, il riciclaggio degli immensi proventi derivanti dalle attività della criminalità organizzata rappresenta dal 2 al 5% del prodotto interno lordo mondiale. La criminalità organizzata si manifesta in modi differenti, sia per la forma che l’organizzazione può assumere (mafie, cartelli), o per la sua composizione più o meno omogenea, sia per le attività svolte. Le attività tradizionali, come il contrabbando di merci soggette a forte tassazione (ad esempio l’alcol o il tabacco) lasciano talvolta spazio ad attività più nuove e altrettanto lucrative, come il traffico di immigrati o i crimini informatici. La mondializzazione e la globalizzazione degli scambi hanno favorito l’emergere di un mercato internazionale del crimine, rendendo più difficile la lotta contro la criminalità organizzata, in quanto consentono di “delocalizzare” le varie fasi del crimine e di “ottimizzare” le attività. Gli squilibri economici esistenti nel mondo favoriscono lo sviluppo della criminalità organizzata e le forniscono manodopera a buon mercato: le vittime sono donne e bambini reclutati nei paesi poveri e ridotti a merce nelle reti della prostituzione, o emigranti sfruttati da filiere organizzate. Secondo la relazione 2003 dell’Europol sulla criminalità organizzata nell’Unione europea, il numero totale di organizzazioni criminali e di appartenenti a gruppi criminali segnalati dagli Stati membri costituisce un indicatore della crescente implicazione di questi gruppi nell’ambito della criminalità in generale: in base ai dati contenuti nella relazione, nel 2001 sono state identificate almeno 3000 organizzazioni criminali con circa 30000 appartenenti, mentre nel 2002 ne sono state identificate circa 4000, per un totale di circa 40000 appartenenti. Secondo la relazione 2004 dell’Europol, la criminalità costituisce una minaccia sempre più grande. In particolare la stretta cooperazione tra le organizzazioni criminali a livello internazionale continua ad intensificarsi e contemporaneamente i legami sembrano estendersi anche dal punto di vista geografico. Esistono numerosi collegamenti tra le organizzazioni criminali dell’Unione europea e con le organizzazioni di altri paesi, come il Canada e gli Stati Uniti, la Cina, la Colombia, l’Iran, il Marocco, la Nigeria, il Pakistan, il Suriname, la Turchia e il Vietnam. Estratto dalla relazione Europol 2004 sulla criminalità organizzata: “La situazione del crimine organizzato nell’Unione europea sta evolvendo rapidamente(…). Grazie all’apertura delle frontiere tra gli Stati membri e i paesi dell’Europa centrale e orientale e alla presenza nei paesi membri di crescenti comunità di immigrati le organizzazioni criminali sono divenute consapevoli della possibilità di espandere le loro attività criminali (…)”. “Il ruolo dei favoreggiatori e dei professionisti è divenuto sempre più importante. Si tratta di individui con competenze specifiche ai quali viene chiesto di occuparsi di alcuni aspetti particolarmente complessi o difficili di un’impresa criminale. Queste persone prestano i loro servizi all’interno dell’organizzazione criminale di appartenenza o all’esterno, a favore di altre organizzazioni criminali in cambio di denaro. I professionisti forniscono assistenza legale, finanziaria, informatica, scientifica e per gli aspetti relativi alle comunicazioni, mentre i favoreggiatori forniscono assistenza per quanto riguarda distribuzione e deposito di merci, impianti di produzione, attività di corruzione e documenti falsi (…)”. “Le organizzazioni criminali stanno sfruttando sempre maggiormente la copertura di società lecite per condurre o nascondere le loro attività criminali. Queste strutture sono spesso utilizzate per riciclare o reinvestire i profitti. In alternativa la loro principale attività consiste nei reati economici, come le frodi Iva.” “Le organizzazioni criminali sono divenute sempre più professionali, e fanno affidamento su competenze esterne in una cornice sempre più internazionale ed eterogenea. Le attività delle organizzazioni criminali somigliano ad un’industria complessa. Ad esempio occorre negoziare i contratti con (vari) fornitori e subcontraenti, procurarsi il denaro, trasportare, immagazzinare e distribuire le merci, produrre i documenti, e garantire la sicurezza delle operazioni.” “Un altro strumento utilizzato dalle organizzazioni criminali è la corruzione, che rappresenta un metodo efficace per realizzare lo scopo criminale. È probabile che questo fenomeno si accentui ulteriormente nei prossimi anni.” A livello globale, il traffico di esseri umani è un affare che frutta tra gli 8,5 e i 12 miliardi di euro l’anno. Le donne vittime di questo tipo di crimine sono nella maggior parte dei casi costrette a prostituirsi illegalmente e spesso sono sottoposte a violenze estreme (stupri, torture e perfino mutilazioni) e a uno stretto controllo da parte dei protettori. È noto che i gruppi criminali coinvolti minacciano le famiglie delle vittime nel caso in cui queste ultime non obbediscano. Le vittime provengono principalmente dall’Europa orientale (Ucraina, Bulgaria, Romania, Albania), dall’Africa (Nigeria) e dall’Asia (Cina, Thailandia). Il traffico di droga continua ad essere la forma più comune di crimine organizzato transnazionale nell’Unione europea. Secondo le stime, ogni anno circa 250 tonnellate di cocaina giungono nell’Unione europea via mare. Nel 2003 le forze dell’ordine hanno sequestrato quasi 90 tonnellate di cocaina. Sempre nel 2003, sono state sequestrate soltanto 14 tonnellate di eroina, cifra che tuttavia rappresenta la maggiore quantità finora mai sequestrata. Nello stesso anno sono state sequestrate circa 900 tonnellate di resina di cannabis (hashish) e 52 tonnellate di foglie di cannabis (marijuana). Le prossime tappe Al Consiglio europeo del 4 e 5 novembre 2004 è stato adottato il programma dell’Aja, un nuovo programma di lavoro pluriennale in materia di giustizia, sicurezza e libertà per il periodo 2005-2010. I capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno dato il loro via libera ad un programma articolato su cinque anni, diretto a rafforzare la cooperazione tra gli Stati europei in materia di giustizia e affari interni. Il Consiglio europeo valuterà i progressi compiuti in relazione al programma dell’Aja nel secondo semestre del 2006. Il Consiglio europeo ha chiesto al Consiglio di procedere all’elaborazione di una strategia di lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera e di renderla operativa. La Commissione sta preparando una comunicazione in materia. Prossimamente la Commissione presenterà una proposta normativa finalizzata alla lotta contro la contraffazione e la pirateria, attività sempre più sfruttate dalle organizzazioni criminali. Infine, è in corso di elaborazione una proposta normativa diretta a migliorare la protezione dei testimoni.
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