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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Febbraio 2004
 
   
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  RIAPERTO IL MUSEO DI MILANO E DI STORIA CONTEMPORANEA  
   
  Milano, 18 febbraio 2004 - In via S. Andrea 6, martedì 17 febbraio (dal martedì alla domenica 14.00-17.30, lunedì chiuso al mattino solo visite guidate gruppi su prenotazione) ha riaperto al pubblico Palazzo Morando Attendolo Bolognini, meglio conosciuto come sede del Museo di Milano e di Storia Contemporanea, nato nel 1934 grazie all’acquisizione della collezione del commendatore Luigi Beretta da parte del Comune di Milano. Lo ha annunciato, venerdì 13 febbraio, l’assessore alla Cultura e Musei Salvatore Carrubba, che ha presentato alla stampa in anteprima la sede. "Sono particolarmente orgoglioso – ha dichiarato Carrubba - di riconsegnare alla città il suo Museo, il Museo di Milano appunto, completamente rinnovato e riallestito, dopo un intervento realizzato in due anni. Da martedì il pubblico si riappropria di un vero e proprio gioiello, uno museo paragonabile ad uno scrigno per la ricchezza e per l’eleganza delle sue sale e per la preziosità delle opere in esso contenute. Con questa opera prosegue con determinazione il nostro impegno nel rinnovare tutte le sedi museali. Abbiamo già riaperto il Museo di Storia Naturale, oggi quello di Milano, parte di quelli del Castello e via via, tutti gli altri musei interessati, l’Aquario, la Villa Reale”. Realizzato su progetto dell’architetto Paolo Caputo, sotto la direzione dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano – Settore Edilizia per la Cultura, ha interessato tutto l’edificio: il piano terreno, con l’ampliamento della sede espositiva verso via Bagutta, il secondo e il terzo piano e gli esterni. Sulla facciata che dà su S. Andrea è stato riportato alla luce un fregio decorativo affrescato in una fascia sottogronda alta circa 1 metro e mezzo: una teoria di putti festanti, di ispirazione neo-quattrocentesca, probabilmente riferibile, in attesa di studi più approfonditi, a quel gusto per l’eclettico assemblaggio di stili e stilemi del passato che caratterizzò sensibilmente il dècor domestico milanese nell’intero corso dell’Ottocento. Un’attribuzione plausibile anche per la presenza, al centro, di uno stemma recante le lettere “Cw”. Le stesse iniziali di Cimone Weilshott, proprietario dell’immobile nei decenni a ridosso del Novecento. Il museo si è anche arricchito con il deposito della collezione è costituita dalla collezione Litta, che le Civiche Raccolte Storiche hanno ricevuto dall’Ospedale Maggiore di Milano. Si tratta di un nucleo di 49, tra dipinti e sculture, provenienti dalla donazione di Eugenia Attendolo Bolognini Litta Visconti Arese del 1899, presa in carico dall’Ospedale nel 1914, anno della morte della testataria. Al Museo di Milano si aggiungono, inoltre, nuovi pezzi provenienti dal Museo Egizio. Esposte per la prima volta anche una veduta del Duomo antecedente al ‘700 e una veduta della Chiesa della Passione della metà dell’800. Lungo il percorso delle sale è possibile ammirare circa 500 opere che documentano periodi importanti della vita milanese, una serie di testimonianze iconografiche dei mutamenti avvenuti nel tessuto urbano. Tra queste opere di Gaspare Galliari, Giovanni Migliora, Giuseppe Canella, Pompeo Calvi, Domenico Induco, Filippo Carcano, Achille Beltrame, Pompeo Marchesi, Vincenzo Vela e numerose altre.  
     
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