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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Ottobre 2004
 
   
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  ISAE:MIGLIORA AD OTTOBRE LA FIDUCIA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE, ANCHE SE SCENDE, NELLA MEDIA DEL TERZO TRIMESTRE, IL GRADO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI  
   
  Roma, 28 ottobre 2004 - A partire da questo mese, l’Isae diffonde dati rielaborati dell’inchiesta sulle imprese manifatturiere ed estrattive, rivisti sulla base di nuove procedure di calcolo: le principali modifiche apportate riguardano la classificazione settoriale delle imprese, i pesi utilizzati per l’aggregazione ed il calcolo del saldo per i giudizi relativi alle scorte di prodotti finiti. Una descrizione dettagliata delle modifiche è contenuta nel comunicato stampa “La ristrutturazione dell’Inchiesta Isae sulle imprese manifatturiere ed estrattive”, diffuso contestualmente alla presente nota L’indice di fiducia, considerato al netto dei fattori stagionali e calcolato in base 2000=100, sale ad ottobre a 91 da 90,7 di settembre, grazie al minor accumulo di scorte e a più favorevoli previsioni sulla produzione; scendono invece lievemente i giudizi sull’andamento corrente del portafoglio ordini Guardando ai dati settoriali, più ottimisti rispetto allo scorso mese sono i produttori di beni intermedi (da 89,9 a 95,2 il relativo indice), mentre flessioni si registrano nei comparti dei beni d’investimento (da 87,2 a 85,9) e, soprattutto, di consumo (da 94,1 a 91,2) Tra le altre variabili, tornano a crescere le previsioni a breve termine sugli ordini e si ridimensionano quelle relative all’andamento futuro dei prezzi di vendita; peggiorano invece le attese sull’andamento generale dell’economia italiana Secondo le consuete domande trimestrali, al netto dei fattori stagionali nel terzo trimestre aumentano i vincoli all’attività produttiva, principalmente a causa della scarsità di domanda; coerentemente, peggiorano i giudizi relativi all’acquisizione di nuovi ordinativi Scende anche lievemente il grado d’utilizzo degli impianti (da 76,9 a 76,6 al netto di fattori stagionali) e si ridimensiona a 3,3 mesi (da 3,5) la durata della produzione assicurata sulla base dell’attuale portafoglio ordini; segnali positivi emergono invece dal numero di ore lavorate, considerate in aumento da una quota crescente degli intervistati. Risultati generali - Secondo l’indagine condotta dall’Isae dal giorno 1 al giorno 16 del mese su un panel di circa 4.000 imprese il clima di fiducia del settore manifatturiero ed estrattivo, considerato al netto dei fattori stagionali, sale a 91 ad ottobre, da 90,7 di settembre, tornando in prossimità dei valori ciclicamente elevati raggiunti nel mese di agosto. Il miglioramento è dovuto ad un minor accumulo di scorte di prodotti finiti1 e a più favorevoli attese di produzione; in calo invece sono i giudizi sullo stato attuale del portafoglio ordini. A livello settoriale, dopo la flessione di settembre, cresce fortemente la fiducia dei produttori di beni intermedi (da 89,9 a 92,5), che torna sui valori di febbraio 2001, mentre si deteriora quella dei beni d’investimento (da 87,2 a 85,9) e, soprattutto, di consumo (da 94,1 a 91,2). Tra le variabili che non entrano nella definizione di fiducia, peggiorano i giudizi sul livello corrente della produzione e sull’andamento generale dell’economia italiana; tornano invece a crescere le previsioni a breve termine sugli ordini e si ridimensionano quelle relative agli incrementi futuri dei prezzi di vendita. Secondo le consuete domande trimestrali, nel periodo luglio-settembre scende lievemente il grado di utilizzo degli impianti ed aumenta la quota delle imprese che giudicano più che sufficiente l’attuale livello della capacità produttiva. Segnali negativi vengono anche dai giudizi relativi all’acquisizione di nuovi ordinativi, al numero di mesi di produzione assicurata e all’esistenza di ostacoli all’attività produttiva. In controtendenza, le imprese intervistate segnalano per lo scorso trimestre un aumento del numero delle ore lavorate. Situazione nel mese di riferimento (ottobre 2004) - Ad ottobre peggiorano i giudizi sull’andamento degli ordini, mentre indicazioni contraddittorie emergono dal lato della produzione, in un quadro caratterizzato da un minore accumulo delle scorte di magazzino. Il saldo destagionalizzato relativo al portafoglio ordini scende a -14 (da -12 di settembre), a fronte di un calo sia della componente interna (da -16 a -18 il saldo), sia di quella estera (da -13 a -16). Quanto alla produzione, le imprese mostrano ancora notevole incertezza, segnalando un marcato ridimensionamento del livello corrente (il cui saldo al netto dei fattori stagionali si attesta a –10, da –6 di settembre) ed un recupero invece della variazione mensile (da 4 a 7 in termini di saldo, sui livelli dello scorso novembre). In questo contesto, il ridimensionamento delle scorte di magazzino (da 6 a 5 in termini di saldo, sui minimi da maggio) potrebbe preludere ad un risveglio dell’attività produttiva nei prossimi mesi, qualora si verificassero condizioni più favorevoli dal lato della domanda. Il peggioramento dei giudizi sugli ordini è diffuso uniformemente a livello settoriale, con segnali negativi più marcati nei beni di consumo (da –14 a –20 in termini di saldo); nei beni d’investimento a peggiorare è soprattutto la componente estera della domanda (da – 18 a –13 il saldo), mentre in quelli di consumo le indicazioni negative vengono in particolare dal mercato interno (con il saldo che scende da –18 a –21). I giudizi sullo stato corrente della produzione sono negativi in tutti i settori, mentre quelli relativi alla variazione dei livelli produttivi migliorano nei beni di consumo e negli intermedi. Quanto alle scorte, si registra un lieve aumento nei settori produttori di beni finali e una riduzione invece negli intermedi (da 6 a 1 il saldo). Previsioni per i successivi tre mesi - Le previsioni delle imprese interpellate dall’Isae sono in sostanziale miglioramento rispetto a settembre per quanto riguarda ordini, produzione e occupazione, ed è anche atteso un ridimensionamento delle tensioni sui prezzi. Le aspettative sull’andamento generale dell’economia italiana peggiorano però rispetto allo scorso mese. Il saldo relativo alle attese sugli ordini sale a 20 da 18, tornando sui valori d’agosto; quello sulla produzione si porta da 15 a 16 e quello sull’occupazione (in termini grezzi) recupera da –4 a -3. Relativamente ai prezzi di vendita, le imprese appaiono intenzionate a contenere i rincari nei prossimi mesi, con il saldo che scende a 12, da 14 della scorsa rilevazione. Peggiorano invece le attese a breve termine sulla situazione generale dell’economia italiana, con il relativo saldo che si porta a -8, da -4 dello scorso mese. Le previsioni delle imprese interpellate dall’Isae sono piuttosto disomogenee a livello settoriale: migliorano fortemente le aspettative dei produttori di beni intermedi, con i saldi relativi alle attese su ordini e produzione che balzano rispettivamente a 23 e 17 da 14 e 12, e quello sulla tendenza della manodopera che recupera da -2 a 0. In questo settore, emergono tuttavia tensioni dal lato dei prezzi di vendita (21 il saldo; era 18 in settembre) e aumenta il pessimismo sulle prospettive economiche generali del paese, con il saldo che diminuisce da -12 a -15. Nei beni di consumo diminuisce invece il saldo relativo alle attese sugli ordini (da 21 a 16) e scende da 17 a 16 quello delle attese di produzione; rimane invece stabile su valori negativi (a –5) quello (grezzo) relativo alle aspettative dell’occupazione e peggiorano le attese sulla situazione generale dell’economia italiana (da -12 a -13 in termini di saldo). Unico elemento positivo per questo settore, si ridimensionano le attese di rincari dei prezzi di vendita, con il saldo che diminuisce da 6 a 3, ai minimi dal giugno 1999. Nei beni d’investimento, infine, peggiorano le attese su ordini e produzione (rispettivamente, da 22 a 21 e da 14 e 13 i saldi) e quelle sull’evoluzione generale dell’economia (-18 il saldo; era -1 in settembre); indicazioni più favorevoli emergono per contro dal recupero delle prospettive occupazionali (da -7 a -4 il saldo grezzo) e dal ridimensionamento delle attese sui prezzi, il cui saldo scende da 15 a 9. I principali risultati dell’inchiesta trimestrale (Terzo trimestre 2004) - Sulla base delle consuete domande trimestrali, nel periodo luglio-settembre le imprese interpellate dall’Isae segnalano un aumento dei vincoli all’attività produttiva, dovuti principalmente alla scarsità della domanda, ed una discesa del grado d’utilizzo degli impianti. A partire da questo mese, i principali saldi dell’inchiesta trimestrale ed il grado d’utilizzo degli impianti sono destagionalizzati con il metodo Tramo-seats. Nel dettaglio, si ridimensionano lievemente le valutazioni sull’afflusso di nuovi ordini (il relativo saldo si porta in termini destagionalizzati da 4 a 3) e sulla durata della produzione assicurata (3,3 mesi, da 3,5 del trimestre precedente); peggiorano inoltre le attese sull’evoluzione a breve termine delle esportazioni (da 12 a 10 il relativo saldo destagionalizzato). A ciò si accompagna un aumento dei vincoli alla produzione (rilevanti per il 44% degli intervistati, era il 38% nel secondo trimestre), dovuto principalmente, coerentemente con le indicazioni provenienti dal lato degli ordini, ad ”insufficienza della domanda”, oltre che a “vincoli finanziari” ed “altri motivi”, probabilmente legati all’incertezza sull’andamento della situazione economica internazionale. Sale inoltre la quota delle imprese che ritiene la propria posizione concorrenziale peggiorata rispetto alla precedente rilevazione, sia sul mercato europeo, sia soprattutto su quello extra-Ue, probabilmente in relazione all’andamento del cambio euro-dollaro. Restano invariate le scorte di materie prime e semilavorati (-9 in termini grezzi, come nella precedente rilevazione). A giudizi negativi dal lato della domanda si accompagna una lieve discesa del grado d’utilizzo degli impianti (dal 76,9 al 76,6% in termini destagionalizzati) ed un aumento di quanti giudicano la propria capacità produttiva “più che sufficiente” (il 32% del campione, contro il 30% del secondo trimestre). In controtendenza, è invece segnalato in aumento il numero di ore lavorate, che, in termini di saldo destagionalizzato, recupera rispetto ai bassi livelli del secondo trimestre, attestandosi a 2, da -1, tornando nuovamente positivo per la prima volta dal primo trimestre del 2001.  
     
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