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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Novembre 2004
 
   
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  IL MONDO DELLE IMPRESE NELL’EUROPA DEL FUTURO UN'INDAGINE CONOSCITIVA REALIZZATA A LIVELLO NAZIONALE DA MONDIMPRESA, IN COLLABORAZIONE CON LA RETE EURO INFO CENTRE, SU UN CAMPIONE DI 586 PMI ITALIANE PER VALUTARE IL GRADO DI CONSAPEVOLEZZA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE SULLA COSTITUZIONE EUROPEA  
   
  Roma, 2 novembre 2004 - Ben informate sull’allargamento ma poco consapevoli dei cambiamenti che la nuova Costituzione europea, che domani verrà firmata dai Capi di Stato e di Governo, introdurrà. E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva realizzata, a livello nazionale, da Mondimpresa, in collaborazione con la rete Euro Info Centre, su un campione di 586 Pmi italiane (si veda di seguito). I risultati dell’indagine sono stati resi noti questa mattina a Roma, in occasione della presentazione del Cd Rom “Il mondo delle imprese nell’Europa del futuro”, cui hanno preso parte il Vice-ministro delle Attività produttive, Adolfo Urso, il Membro della Convenzione Ue e Parlamentare europeo, Valdo Spini, e il Vice Presidente di Unioncamere, Francesco Bettoni. Proprio per colmare questo vuoto informativo ed accrescere la partecipazione del mondo economico alla vita democratica dell’Unione europea, l’Euro Info Centre It 374, Unioncamere e Mondimpresa hanno realizzato il Cd Rom “Il mondo delle imprese nell’Europa del futuro” destinato agli imprenditori delle Pmi. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione della rete Euro Info Centre e del Sistema delle Camere di Commercio ed ha visto il contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. L’iniziativa è stata promossa dal Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha visto la collaborazione del Parlamento europeo. Il Cd Rom interattivo contiene il testo integrale del Trattato costituzionale accompagnato da una serie di schede informative che lo illustrano e ne facilitano la consultazione. Nel Cd Rom figurano anche gli interventi di alcuni dei massimi esponenti del mondo associativo (Eurochambres, Unioncamere, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confapi e Mondimpresa). Il sistema delle Camere di Commercio, la rete Euro Info Centre, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura e Confapi avranno inoltre il compito di distribuire il Cd Rom su tutto il territorio nazionale, attraverso 750 punti ad essi collegati, con l’obiettivo di raggiungere 400.000 Pmi (pari al 10% delle Pmi italiane). Il Cd-rom è uno strumento di lavoro che permetterà alle imprese di conoscere meglio la Costituzione europea, per poter intervenire nel dibattito che ne accompagnerà la ratifica. L'iniziativa risponde all'esigenza - espressa in maniera forte dalle Istituzioni europee e dagli Stati membri - di avviare campagne di comunicazione sul Trattato costituzionale obiettive, accessibili al cittadino, ma anche fortemente mirate alle diverse categorie, affinché l’informazione sia realmente percepita dal destinatario. Al contempo cerca di rendere più semplice all’imprenditore comprendere il funzionamento dell’Unione ed il significato di cittadinanza europea. Per questo il Cd Rom mira a promuovere in Italia l’informazione sul Trattato costituzionale rivolgendosi ad un target ben preciso di cittadini europei: gli imprenditori delle piccole e medie imprese. “Nella nuova Europa allargata” – ha detto il Vice Segretario Generale di Unioncamere, Ugo Girardi, “la rete delle Camere opera per contribuire allo sviluppo e al rafforzamento di oltre 26 milioni di piccole e medie imprese. Complessivamente alle Pmi si deve il 68,3% dell’occupazione e il 56,8% del valore aggiunto. Eppure questa realtà così consistente, sotto il profilo economico e della stabilità sociale, non trova un adeguato riferimento nel Trattato e nella struttura delle istituzioni europee”. La rete Euro Info Centre, creata nel 1987 e gestita dalla Direzione Generale Imprese della Commissione europea, è la rete a supporto delle Pmi più diffusa sul territorio dell’Unione europea (652 punti in totale, presenti in 46 Paesi). In Italia, sono presenti 30 Euro Info Centre (tra cui l’Eic It 374 di Unioncamere gestito da Mondimpresa) e 80 Relais distribuiti su tutto il territorio nazionale. L’80% di questi è collocato all’interno del Sistema delle Camere di Commercio. L’indagine sulle imprese L’indagine - realizzata dall’Euro Info Centre It 374 Unioncamere/mondimpresa in collaborazione con la rete Euro Info Centre e le Camere di Commercio – condotta su tutto il territorio nazionale fornisce un’immagine della piccola e media impresa italiana che emerge non propriamente Euroentusiasta. E’ un’impresa che si considera informata. L’87% delle imprese dichiara di essere a conoscenza dei cambiamenti in atto nell’Unione europea (percentuale che scende andando verso il Mezzogiorno). Gli avvenimenti di maggiore rilevanza (domanda a risposta aperta nel questionario) indicati sono: ai primi posti l’allargamento e gli scambi commerciali, a seguire la costituzione europea e la moneta unica. L’allargamento viene considerato un’opportunità per nuovi business. Al contempo, tuttavia, le imprese non sembrano interessate ad ampliare la propria attività con i 10 nuovi Paesi dell’Ue. Il 60% del campione risponde di avere rapporti con i mercati dei “vecchi” 15 Stati dell’Ue, un 33% con i mercati dei 10 nuovi Paesi Membri (percentuale che sale al 38% per i Paesi extra-Ue). Un 45 % del campione dichiara comunque di non essere interessato ad ampliare la propria attività con i 10 nuovi Paesi Ue (percentuale che sale al 48% per i Paesi extra Ue). Quest’ultimo dato può essere spiegato dal fatto che presumibilmente tali imprese sono collocate soprattutto al Centro ed al Sud d’Italia dove la vocazione alla cooperazione verso questi mercati è poco sviluppata. Tuttavia da evidenziare il dato successivo: il 23% delle imprese è interessato ad ampliare la sua attività nei 15 Stati membri, il 22% nei 10 nuovi Stati membri e solo un 14% nei Pesi Extra Ue. Per quanto riguarda l’euro solo una scarsa maggioranza (56%) del campione lo considera un avvenimento positivo. Presumibilmente tale valutazione è legata al venir meno dell’effetto svalutazione che ha visto favorire negli anni precedenti le nostre esportazioni. Per quanto riguarda il Trattato costituzionale europeo, tra le imprese che hanno dichiarato di esserne informati (l’88% del campione, percentuale peraltro elevata) la maggioranza (il 62%) non ritiene (o non sa) che la Costituzione possa comportare dei cambiamenti importanti nell’Unione europea. Questo dato ha anche un altro significato: la non conoscenza del concetto di cittadinanza europea e di cosa questo comporta in termini di partecipazione alla vita democratica dell’Unione europea Emerge dall’indagine, pertanto, che l’impresa ha percepito in modo diverso i due più grandi avvenimenti dell’Unione europea: l’allargamento e la Costituzione. Più concreto e ricco di opportunità il primo, più istituzionale e lontano dai propri interessi, il secondo. Probabilmente ciò è dovuto dal fatto che l’impresa abbia recepito un’informazione sul Trattato costituzionale – testo di per se complesso -soprattutto dai media i quali hanno riferito solo su alcuni aspetti (ad es. Il riferimento alle radici cristiane, il numero dei Commissari, la doppia maggioranza). Il messaggio che ne emerge è sicuramente quello della necessità di un’informazione semplice ma mirata volta a far emergere gli aspetti di loro interesse. Per quanto riguarda il dato sulla fiducia delle imprese verso le Istituzioni europee l’indagine evidenzia un 60% del campione che preferisce dialogare con quest’ultime ma purchè vi siano rappresentanti italiani. La maggioranza delle imprese intervistate ha un buon grado di conoscenza dei Fondi strutturali. Dalle risposte date appare un campione attento ai cambiamenti che questi possono avere in relazione anche all’allargamento. Da notare comunque che la stragrande maggioranza degli intervistati sia più preoccupata per gli effetti sul sistema imprenditoriale italiano nel suo complesso (80%), mentre la quota di coloro i quali sono preoccupati anche per gli effetti sulla propria impresa scende di molto (57%). In particolare, il 23% degli intervistati si dichiara pessimista riguardo alle conseguenze per l’impresa italiana, ma ritiene che la propria azienda ne sia immune. Si può ipotizzare che queste risposte provengano da imprenditori convinti che il successo della propria attività non dipenda in modo cruciale dalla disponibilità diretta o indiretta dei suddetti fondi, mentre pensano invece che il resto del sistema – in particolare l’imprenditoria delle zone più deboli – ne sia fortemente dipendente. I Tra i settori di competenza dell’Unione europea il campione chiede soprattutto un intervento economico e finanziario (investimenti) mentre solo all’ultimo posto (con un 2% ) un intervento in Ricerca e Sviluppo Tecnologico (R&st). Probabilmente quest’ultimo dato deriva da una preferenza delle imprese per la ricerca nazionale rispetto a quella europea che considerano complessa e difficile anche dal punto di vista della sua partecipazione.  
     
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