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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Novembre 2004
 
   
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  LIEVI IMPULSI SALVAVITA: OGGI LA TACHICARDIA SI FERMA ANCHE SENZA SHOCK LO STUDIO PAINFREE PUBBLICATO SU CIRCULATION DIMOSTRA COME L'81% DELLE TACHICARDIE POSSANO ESSERE INTERROTTE SENZA SHOCK MIGLIORANDO NOTEVOLMENTE LA QUALITÀ DELLA VITA DI UN PAZIENTE CARDIOPATICO  
   
  Milano, 8 novembre 2004 - Se è vero che gli shock erogati dai defibrillatori impiantabili salvano la vita di migliaia di persone ogni anno, alcuni pazienti dichiarano di sentirsi ansiosi o depressi al solo pensiero di queste scariche elettriche. Ma grazie a i progressi della ricerca Medtronic, i pazienti hanno ormai un'alternativa agli shock, secondo un articolo pubblicato questa settimana su Circulation, la rivista ufficiale della American Heart Association. Grazie ad una particolare modalità di "Atp" - dall'inglese Anti-tachycardia Pacing, ovvero stimolazione antitachicardica, disponibile nei defibrillatori impiantabili (Icd) di Medtronic - è possibile trattare in sicurezza tachicardie ventricolari rapide che altrimenti richiederebbero uno shock per la loro terminazione. In questo modo, i dispositivi possono essere programmati in modo da fornire una terapia sicura e indolore con l'erogazione di shock salvavita solo in caso di assoluta necessità. Nello studio, denominato Painfree Rx Ii, (Pacing Fast Vt Reduces Shock Therapies) la stimolazione antitachicardica utilizzata come terapia iniziale ha consentito di interrompere l'81% delle tachicardie. Condotto su 634 pazienti, lo studio ha inoltre dimostrato che coloro ai quali è stata somministrata la terapia Atp invece degli shock, ha riportato un miglioramento significativo in termini di qualità della vita, senza alcun incremento di eventi avversi quali sincope (perdita di coscienza), accelerazione del ritmo cardiaco a livelli comunque potenzialmente dannosi, o morte improvvisa. In realtà, la maggior parte dei pazienti con Atp non si era neanche resa conto dell'intervento della terapia poiché l'Atp impiega piccoli impulsi a bassa energia per ripristinare il normale ritmo cardiaco. “Lo studio Painfree Ii dimostra come molte aritmie ventricolari, anche rapide, possano essere risolte in maniera efficace ed indolore attraverso specifiche terapie antitachicardiche in pazienti portatori di Icd” ha dichiarato Massimo Santini , primario di cardiologia del San Filippo Neri di Roma. “Ciò ha un impatto considerevole sul miglioramento della qualità di vita dei pazienti portatori di Icd che sono protetti dal rischio di morte cardiaca improvvisa. E' attualmente in corso uno studio a livello europeo, denominato Advance, che ha l'obiettivo di rispondere ad ulteriori quesiti che permetteranno di rendere le terapie antitachicardiche ancora piu' efficaci'. In passato, il medico programmava generalmente l’Icd in modo che fornisse l'erogazione di shock per correggere tachicardie pericolose come quelle nel range di 188-250 battiti al minuto (Tv Rapida). Tuttavia, lo studio Painfree Rx Ii ha dimostrato che per la maggior parte dei pazienti, gli Icd possono essere programmati in modo tale che gli shock vengano riservati ai casi più rari di aritmie cardiache estremamente rapide, ovvero superiori a 250 battiti al minuto, definite fibrillazione ventricolare (Fv). Sulla base di questo studio, ciò significa che un maggior numero di pazienti che normalmente sarebbe stato sottoposto a shock dolorosi erogati dall’Icd, hanno oggi la possibilità di interrompere aritmie cardiache potenzialmente letali in maniera indolore ed efficace semplicemente modificando la programmazione del dispositivo in modo semplice e non invasivo. L'arresto cardiaco si manifesta quando le camere inferiori del cuore (ventricoli) sviluppano improvvisamente un ritmo rapido irregolare (fibrillazione ventricolare) e i ventricoli che vibrano non riescono a pompare sangue nel corpo. Nel giro di pochi secondi, la persona colpita perde i sensi e il polso diventa assente. I disturbi del ritmo cardiaco possono affliggere chiunque, indipendentemente dall'età, dal sesso, dalle condizioni fisiche. L’arresto cardiaco improvviso, la conseguenza più grave delle aritmie cardiache, provoca, più decessi della somma delle morti dovute a tumore al seno, tumore al polmone ed all'Aids. Sono, infatti, oltre 57 mila i decessi dovuti ad arresto cardiaco improvviso in Italia ogni anno, uno ogni 9 minuti. Infolink: www.Arrestocardiaco.com  
     
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