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Notiziario Marketpress di
Lunedì 08 Novembre 2004
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AL FESTIVAL DEL MEDITERRANEO GIOVEDI’ 18 NOVEMBRE IL TEATRO NAZIONALE CROATO DI FIUME CON FILUMENA MARTURANO |
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Milano, 8 novembre 2004 - Al Festival del Mediterraneo, da giovedì 18 novembre, al Teatro Studio (ore 20.30), il Teatro Nazionale Croato di Fiume, istituzione che mantiene viva l’interculturalità della città con una programmazione attenta alla lingua e alla cultura italiana, presenta Filumena Marturano, di Eduardo De Filippo per la regia di Jagos Markovic. E’ nel segno della contaminazione e della “mediterraneità” che Marcovic, classe 1966, montenegrino, al suo attivo una quarantina di regie, ha scelto di dare vita a Filumena Marturano, il testo di Eduardo più rappresentato fuori dai confini italiani. Contaminazione di lingue, con un rapido passaggio dal croato standard al dialetto croato, cui si sovrappongono intere porzioni di dialogo in napoletano. Contaminazione di tradizioni, in una messa in scena che gioca ironicamente con tutti i cliché e i luoghi comuni della passionalità latina facendoli incontrare con ritmi e tradizioni zingare. “Filumena è un'opera interessante, perché piena di vita: è tutto un fermento. C'è amore, odio. Completamente assente è l'indifferenza, quell’indifferenza che porta all'isolamento, allo straniamento, che equivale a non essere né vivo, né morto.” - dichiara il regista - “Ho scelto Filumena Marturano perché è un testo che ha in sé un'energia vibrante e salvifica, che definisco "energia vitale". E’ il mio modo d'intendere il Mediterraneo. Tutto, all'interno del Mediterraneo, è portato all'eccesso: brucia ed è fatto di esasperazioni. O soffia la bora o è bonaccia. Se non c'è la passione estrema, se le onde non si frangono, i fulmini non colpiscono o il sole non batte a picco, allora è il momento della siesta che cancella, almeno per me, ogni ricordo, ogni elemento che costituisce l’identità della persona”. La Filumena di Markovic filtra sollecitazioni provenienti da mondi diversi (il cinema di Fellini, le interpretazioni di Anna Magnani, la canzone napoletana, il tango e la cultura “di frontiera” di Fiume) restituendole in uno spettacolo intenso per fisicità interpretativa ed essenzialità nella messa in scena, dove pochi oggetti significano gli interni, un fondale colorato lascia spazio alla leggerezza delle scene corali in cui è protagonista la musica. Ritmo, energia e passioni per questa “Medea alla rovescia”per cui figli hann’a sapé chi è a mamma. Infolink: www.Piccoloteatro.org
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