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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Novembre 2004
 
   
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  CARRIERA “BAROCCA” DI FONTANA  
   
  Milano, 8 novembre 2004 - Un’inedita panoramica dell’evoluzione artistica di Lucio Fontana dagli anni ’30 all’inizio degli anni ’60 propone la mostra dedicatagli da Amedeo Porro Arte Moderna e Contemporanea a Milano. “Carriera ‘barocca’ di Fontana” è il titolo di questa rassegna che comprende 7 sculture, 9 opere su tela e una serie di 7 progetti su legno. Titolo assunto dal volume di testi fontaniani di Enrico Crispolti e del suo lungo carteggio con l’artista pubblicato da Skira/amedeo Porro Arte Moderna e Contemporanea in occasione della mostra. Volume intitolato appunto “Carriera ‘barocca’ di Fontana. Taccuino critico 1959-2004 e Carteggio 1958-1967 la cui pubblicazione costituisce dunque, assieme alla mostra, un unico straordinario evento fontaniano, particolarissimo contributo, in opere e in scritti, all’ulteriore conoscenza dell’opera di uno dei maggiori artisti del Xx secolo. Il percorso della mostra, che comprende alcune opere inedite, si apre con la splendida scultura in gesso Campione olimpionico (Atleta in attesa) del 1931-1932, nella quale si leggono i primi tentativi di espressività della materia e ruolo del colore, fino al Concetto spaziale del 1959, uno dei primi sperimentali tagli su carta intelata. Il Campione olimpionico, opera eseguita in gesso interamente colorato d’azzurro, è tra le più significative sculture di Fontana del periodo figurativo degli anni Trenta, tanto che l’artista la scelse, tra le molte eseguite in quel periodo, per rappresentarlo alla “Seconda Quadriennale d’Arte Nazionale” al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1935. Altra importante scultura esposta è Mujer con mascara, realizzata nel 1940 a Buenos Aires, straordinaria figura di donna a dimensione naturale in gesso, interamente dipinta d’oro, che si copre il volto con una maschera nera. Fontana non abbandona mai la ceramica, e rientrato in Italia dall’Argentina nella primavera del ’47, riprende a utilizzare questo materiale: in mostra si possono vedere due suggestive ceramiche policrome realizzate in questi anni -Testa di medusa e Deposizione- che evidenziano la vitalità e la grande capacità di modellare la materia, appresa tra Sèvres ed Albisola, alla luce delle nuove esperienze del Dopoguerra. Alcune delle opere esposte fanno parte di una prestigiosa collezione privata e vengono presentate per la prima volta al pubblico. Di nuovo insieme, così come li aveva concepiti Fontana, si possono ammirare due quadri barocchi del ’56, Concetto Spaziale. L’inferno e Concetto Spaziale. Il Paradiso. Del ’56 un altro importante Concetto spaziale barocco. Gli anni Cinquanta sono per Fontana un periodo intenso e di continuo rinnovamento inventivo, come sottolinea Enrico Crispolti: “fra il ’54 e il ’55 sembra quasi che un principio di immagine intervenga a ordinare e concretare il sommovimento materico, come appunto nella fissazione di una sorta di forma barocca…”. Sono inoltre presentate alcune formelle in massello di legno scolpito, forato con piombo, che Fontana aveva realizzato nel 1958 per la progettata decorazione murale della hall del Palazzo dell’Eni a San Donato Milanese. Si tratta di bozzetti, ideati per essere tradotti in grandi dimensioni raffiguranti due diverse soluzioni di Fontana per questo progetto mai realizzato. In luogo del tradizionale catalogo, e trasformandone sostanzialmente il ruolo di commento e corredo di quanto esposto, accompagna la mostra quale eccezionale contributo alla conoscenza dell’opera e del personaggio Fontana il grosso volume di Crispolti intitolato “Carriera 'barocca’ di Fontana. Taccuino critico 1959-2004 e Carteggio 1958-1967”, edito da Skira/amedeo Porro Arte Moderna e Contemporanea, e curato da Paolo Campiglio, che ripubblica testi critici rari e dispersi dal 1959 al 2004 e un significativo carteggio intercorso tra l’artista e l’allora giovane critico tra il 1958 e il 1967, con parecchi inediti. Ne risulta una sorta di “messainscena” ove il protagonista è Fontana, sia nelle novità che la sua ultima ricerca veniva proponendo, dalla fine degli anni Cinquanta a buona parte dei Sessanta, oltre l’Informale; sia nella progressiva acquisizione di una consapevolezza della portata storica del suo lavoro, fra secondi anni Venti e primi Cinquanta, dal primordio all’Infomale. Una “messainscena” ove il deuteragonista è Crispolti, la cui personalità di critico e storico dell’arte cresce proprio anche nello stretto rapporto con lo straordinario artista, di cui subito intuisce la grandezza creativa. Conosciuto alla fine del 1957, lui ventiquattrenne, Fontana nella piena maturità, cinquantottenne, maestro nell’avanguardia europea, ma non ancora riconosciuto adeguatamente sul piano critico, in Italia. Mentre Campiglio ha il ruolo di “voce narrante”, che interviene di tanto in tanto a sottolineare gli snodi dell’azione. Infolink: www.Amedeoporroart.it  
     
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