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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Novembre 2004
 
   
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  PILLINGER METTE LE CARTE IN TAVOLA PER UN SECONDO TENTATIVO DI VISITARE IL PIANETA ROSSO  
   
  Bruxelles, 10 novembre 2004 - Colin Pillinger, responsabile scientifico della fallita missione del Beagle 2 che avrebbe dovuto cercare tracce di vita sulla superficie di Marte, ha espresso al Notiziario Cordis la sua speranza di poter procedere a un nuovo tentativo, questa volta con due lander. Ripensando a quel 25 dicembre 2003 in cui il team del Beagle 2 perse i contatti con il lander, Pillinger riesce a giudicare i fatti con filosofia: 'Analizzando gli avvenimenti a posteriori siamo stati capaci di trarre un sacco di utili insegnamenti [e] possiamo adesso affermare che le cose non vennero portate avanti come si sarebbe dovuto. Se volete andare su[lla superficie di] Marte, dovete dare la priorità al lander; la priorità venne invece data al modulo orbitante'. Vista la difficoltà di atterrare su Marte (storicamente ha successo all'incirca un tentativo su tre), Pillinger considera che mandarvi una sola missione non è sufficiente. Ecco perché sta cercando adesso di ottenere l'approvazione per inviare nel 2009 verso il Pianeta rosso una seconda missione europea con una coppia di lander tipo Beagle 2, come progetto dimostrativo del programma di esplorazione spaziale Aurora dell'Ase (Agenzia spaziale europea). Nel quadro di questo ambizioso programma, l'Ase intende far arrivare su Marte un veicolo di grande mobilità per stabilire se sul pianeta è mai esistita la vita. Il lancio di 'Exomars', questo il nome della missione, è previsto per il 2009, ma Pillinger ritiene che lo 'slittamento' della decisione politica renda la data irreale. Propone perciò di realizzare al suo posto un programma con un lander più piccolo e flessibile che permetta all'Europa di 'mettere al suo attivo qualche esplorazione su Marte'. 'Diciamo le cose come stanno. Dovremmo mandare due lander usando una traiettoria balistica, o magari uno con una traiettoria balistica e l'altro con una traiettoria orbitante. Dovremmo avere un dawn landing [quando le condizioni atmosferiche sono ottimali], in modo da renderlo estremamente flessibile', ritiene Pillinger. Per almeno uno dei lander, il carico scientifico è già definito, perché si tratterebbe degli esperimenti previsti nella missione originale del Beagle 2. 'Sono esperimenti scientifici non ancora realizzati dall'Ase o dalla Nasa: trovare segni di vita su Marte', ha detto, sottolineando che la situazione non durerà a lungo e che l'Europa deve agire rapidamente se vuole sperare di contribuire significativamente all'esplorazione spaziale. 'Il timore è che, se non cominciamo ad accumulare subito esperienze su Marte, l'Europa possa trovarsi in posizione di debolezza, ad esempio al momento di creare una collaborazione internazionale con gli Stati Uniti', ha ricordato. Tuttavia, alla richiesta di dire se considerava la creazione di una politica spaziale europea la giusta scelta per competere su un piano di parità con paesi come gli Usa, Pillinger ha detto che a suo avviso la priorità è di assicurare una forte strategia spaziale nazionale. 'Prima di pensare a una politica spaziale europea, mi piacerebbe vedere nascere un'agenzia spaziale britannica. L'esplorazione dello spazio sta diventando sempre meno costosa, e il Regno Unito è pur sempre la quarta potenza economica al mondo. Comunque, non ho pregiudizi per la collaborazione', ha aggiunto. Secondo Pillinger, una delle grosse sfide per i responsabili politici del settore spaziale è che spesso i governi trovano scomodo prendere decisioni: 'La decisione dev'essere rapida [...E] abbiamo bisogno che l'agenda politica definisca piani e bilanci a lunga scadenza'. Sollecitato a giustificare il livello di spesa per la ricerca spaziale, relativamente elevato se confrontato con quello degli altri settori di ricerca, Pillinger ha risposto: 'Il vantaggio della ricerca spaziale è la sua straordinaria popolarità tra i giovani. Siamo tutti preoccupati per l'attuale fuga dalla scienza, e se possiamo usare lo spazio per coinvolgere la gente nella scienza e nella tecnologica, allora i soldi saranno stati ben spesi'. Pillinger ha anche citato come parte della missione originale del Beagle 2 lo sviluppo di uno spettrometro di massa 'personale', finanziariamente sostenuto dalla Wellcome Trust. 'Moltissima gente vuole [una tale apparecchiatura], ad esempio per applicazioni in campo medico, dove potrebbe permettere test per le malattie polmonari. È solo un esempio di come rendere la scienza spaziale interessante per altri settori'. Secondo Pillinger, la maggiore sfida alle ambizioni spaziali dell'Ue e dei singoli Stati membri è senza dubbio la mancanza di scienziati qualificati. 'Il problema è che, siccome non abbiamo attualmente programmi in svolgimento, i membri del mio team stanno pensando, uno dopo l'altro, di trasferirsi oltre Atlantico. Sto assistendo alla fuga di cervelli con esperienze insostituibili, e tutto succede in pochissimo tempo', ha detto. Tuttavia, anziché lamentarsi della situazione e indugiare sulle sue cause, Pillinger applica al problema della fuga di cervelli lo stesso principio usato con l'atterraggio su Marte: andiamo avanti. 'Non c'è alcuna ragione per cui nello spazio l'Europa non dovrebbe far concorrenza agli Usa. In Nordamerica non hanno il monopolio delle buone idee, sapete!' Per ulteriori dettagli sulla missione Beagle 2: http://www.Beagle2.com/index.htm  Per ulteriori dettagli sul programma Aurora dell'Ase: http://www.Esa.int/specials/aurora/index.html  
     
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