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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Novembre 2004
 
   
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  INDAGINE ASSINFORM SULLO STATO DELL'INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE LOCALE SI INVESTE ANCORA POCO PER L'AMMODERNAMENTO  
   
  Milano, 16 novembre 2004 - Procede a fatica la marcia delle Amministrazioni Locali italiane verso l'utilizzo dell'Ict (informatica e telecomunicazioni), per incrementare l'efficienza e migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese. Non mancano casi di eccellenza; i piani di e-government hanno dato un quadro di riferimento e uno stimolo; ma la gran parte delle Amministrazioni procede con lentezza. Lo rileva Assinform - l'Associazione delle aziende di informatica, telecomunicazioni e dei servizi multimediali aderente a Confindustria - che ha presentato oggi a Milano i risultati di un'indagine sul campo ("Primo Rapporto Assinform sull'Ict nella Pa Locale in Italia") effettuata su un campione significativo di Enti Locali: Regioni, Province, Comunità Montane e Comuni, di ogni dimensione. Condotta in collaborazione con Netconsulting, con centinaia di interviste ad Enti del Nord, Centro e Sud Italia, l'indagine ha "fotografato" lo stato dell'Ict nelle Amministrazioni Locali, offrendo lo spaccato delle realtà che condizionano lo sviluppo dei programmi di e-government. "Alcune Regioni e province, insieme a pochi grandi Comuni, mostrano apprezzabili progressi, anche se più sul fronte delle procedure gestionali che del servizio al cittadino e alle imprese. Gran parte del sistema amministrativo locale italiano, in particolare al Sud, appare ancora poco dinamico" ha commentato Pierfilippo Roggero, Presidente di Assinform. "Il ritardo è anche laddove, più che il budget, conta la capacità di recepire le indicazioni in materia di e-goverment o comunque di cogliere il valore dell'innovazione per l'efficienza dei servizi - ha aggiunto Roggero - C'è dunque una percezione limitata dell'utilità delle nuove tecnologie per l'ammodernamento degli Enti Locali. Accompagnata da preoccupanti segnali di rallentamento della spesa, nel 2004. Tutto questo mentre il sistema-Italia riconosce alle Amministrazioni Locali un ruolo chiave. E' chiaro che serve un'azione di rilancio, nell'interesse di tutti e non certo solo dei fornitori". Più in particolare, per la Pa Locale italiana (escluse le strutture sanitarie e le società di servizi di pubblica utilità) l'indagine ha posto in rilievo: · la dimensione ancora limitata della spesa informatica e per telecomunicazioni. "La spesa informatica delle Amministrazioni Locali in sistemi, software e servizi, è stimata per il 2004 in 757,1 milioni di Euro. E questo è un valore modesto in rapporto ai fabbisogni - ha precisato Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di Netconsulting - In più essa va anche perdendo il relativo dinamismo mostrato nel 2003, quando era cresciuta del 3,5%, contro un calo complessivo del mercato del 3,2%. Infatti la previsione di crescita a fine 2004 è del 2,2%, in un mercato sostanzialmente stabile. La spesa in telecomunicazioni risulta in linea con quella del mercato, ma anch'essa contenuta, essendo stimata per il 2004 in 576,4 milioni; Lo squilibrio fra grandi e piccole amministrazioni per l'informatica e fra Nord e Sud. Nell'informatica più della metà della domanda è espressa dalle Regioni (49,7% nel 2003) e dai pochissimi Comuni con oltre un milione di abitanti (7,5%), contro il 13,5% di tutti gli altri Comuni, l'11,8% delle Province e il 2,9% delle Comunità Montane. Lo squilibrio risalta ancora di più nella spesa per abitante nei Comuni: 13 Euro nei Comuni con oltre 100 mila abitanti, 5,5 in quelli con meno di 1000, 2 in quelli fra 3 mila e i 100.000 abitanti. Il grosso di questi ultimi Comuni è al Sud, e va a conferma dello svantaggio del Mezzogiorno. Per le telecomunicazioni, sono invece i Comuni a fare il grosso della domanda (80,1% nel 2003, contro il 14,7% delle Regioni, il 4,7% delle Province, lo 0,5% delle Comunità Montane); Una diffusione della connettività in rete buona negli Enti di medie e grandi dimensioni, ma ancora molto carente nei piccoli Comuni e Comunità Montane La copertura di Internet è quasi totale, ma in molti Comuni non si accompagna alla dotazione di reti interne (Lan), rendendo impraticabile l'interoperabilità fra sistemi interni e con i sistemi della Pa e degli altri Enti nel territorio. Le reti Lan sono nella totalità delle Regioni e nel 92.3% delle Province, ma non nel 42% dei Comuni e nel 40% delle Comunità Montane. In questi ultimi Enti, sono ancora molti i casi ove oltre alle Lan mancano anche le connessioni veloci a Internet, e ove si ricorre a comuni modem analogici o Isdn. I collegamenti alla Rupar (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale) toccano 24,6% dei Comuni, il 54,8% delle Province, 47,1% delle Comunità Montane, il 69,2% delle Regioni. Solo le Province se ne avvalgono però per i servizi di cooperazione applicativa o di firma digitale, fondamentali per l'automazione dei processi che coinvolgono più enti, e quindi per l'e-government. Un utilizzo delle applicazioni ancora prevalentemente centrato sulle esigenze interne, più che sui servizi ai cittadini e alle imprese. Tutti gli Enti dichiarano di assegnare priorità ai servizi alla collettività e per il sostegno del territorio e dell'economia. Poi però fra le applicazioni più diffuse sono sempre quelle legate alle funzioni contabili, e assai meno a quelle di "produzione" ed erogazione dei servizi alla collettività (front-office). Nei Comuni le applicazioni più presenti sono quelle per la contabilità finanziaria (93% dei casi), l'anagrafe (80,8%), il protocollo (80,2%), la contabilità economico-patrimoniale (73,6%) e i tributi (73,2%), mentre quelle per lo sviluppo, i trasporti, il lavoro (collegamento al Sil) hanno livelli di diffusione modesti: dal 2 al 7 % dei casi. Nelle Province e nelle Regioni va meglio, grazie anche alle funzioni svolte. Nelle Province l'informatizzazione copre il 65% dei casi per la cartografia, il 60,6% per i sistemi territoriali, il 39,4% nei servizi per il lavoro, ma rimane ancora a livelli nettamente inferiori a quelli dell'area economica (100% nell'ambito della contabilità finanziaria e dell'amministrazione del personale). Così anche nelle Regioni, ove però la situazione si riequilibra a favore delle applicazioni legate alle attività peculiari: l'informatizzazione copre il 76,9% dei casi per il dialogo con l'area sanitaria e il 69,2% per sistemi informativi territoriali, anche se poco si vede nelle aree del turismo e del lavoro (23,1% dei casi). Un livello di integrazione fra applicazioni dello stesso Ente poco più che sufficiente. Infatti, in una scala da 1 (integrazione nulla ) a 5 (integrazione massima) i valori medi per tutti gli enti oscillano tra 3 e 3,5, con valori più elevati (4,4 e 3,7) per le Province e le Regioni del Nord Ovest e più bassi per le Regioni del Nord Est (2) e del Sud (2,6). In quest'ultimo caso di vede l'effetto della tendenza ad avere sistemi informativi organizzati per assessorati, che non aiuta all'adozione di architetture integrate coerenti con le esigenze di e-government. Un livello di interoperabilità fra sistemi e applicazioni di enti diversi molto modesto L'interoperabilità fra sistemi remoti e di diverse amministrazioni, con dati, applicazioni e servizi accessibili da qualsiasi nodo della Pa è alla base della costruzione dei piani italiani ed europei di e-government: è ciò che permette di superare le frammentazioni e accedere da un qualsiasi nodo della Pa a tutti i possibili servizi, dell'uno o dell'altro Ente. Ebbene, il livello di interoperabilità raggiunto è giudicato, in tutti gli Enti, medio o alto in meno della metà dei casi: 41% dei Comuni, 47,2% delle Province, 36,8% delle Comunità Montane e 30,8% delle Regioni. Il dato potrebbe anche essere letto in positivo, se non fosse che sono anche parecchi i casi in cui il livello di interoperabilità è giudicato nullo o ignoto: 20,3% dei Comuni, 18,2% delle Province, 25,8% delle Comunità Montane e 7,7% delle Regioni. Un uso ancora limitato di Internet nei Comuni per i rapporti con cittadini e imprese I Portali di servizio a cittadini e imprese, e cioè i siti Internet su cui reperire concretamente informazioni, avere servizi, pagare tributi, e così via, mancano ancora nel 70,7% dei Comuni, nel 24% delle Province e nel 23,1% delle Regioni. Il dato dei Comuni è evidentemente influenzato dalla realtà dei piccoli Comuni, ove il rapporto personale tende oggettivamente e ragionevolmente a prevalere, ma resta comunque significativo. Freni all'investimento Ict ascrivibili non solo ai vincoli di spesa, ma anche alla scarsa sensibilità informatica degli enti In pratica, anche nella Pa Locale, ove i livelli di scolarizzazione sono mediamente più elevati, si ripropone il problema riscontrato nel sistema delle imprese: la combinazione fra problemi di budget e la capacità di capire cosa fare con l'It. E infatti se è vero che nelle Regioni i problemi di budget sono indicati come quelli più stringenti (oltre il 90 % dei casi), in tutte le altre categorie della Pal essi pesano poco più della scarsa cultura informatica del personale dell'Ente, indicata come frenante addirittura dal 51% delle Province. Un ruolo importante, ma non sempre riconosciuto delle Regioni come "locomotive" dell'innovazione tecnologica degli Enti Locali Province e Comunità Montane riconoscono, rispettivamente nell'84,6% e nel 71,6% dei casi, il ruolo traente delle Regioni nel processo di ammodernamento degli Enti Locali. Non è invece così per i Comuni, che lo fanno solo nel 46% dei casi, a conferma di un dialogo interamminstrativo non sempre facile e, forse, da semplificare.  
     
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