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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Novembre 2004
 
   
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  GRUPPO SANPAOLO IMI: APPROVATI I RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2004. UTILE NETTO: 957 MILIONI DI EURO (+21,8% RISPETTO AL 2003) ROE ANNUALIZZATO: 11,5% (9,8% NEL 2003)  
   
  Torino, 16 novembre 2004 – Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 12 novembre i risultati del Gruppo Sanpaolo Imi al 30 settembre 2004, risultati che evidenziano una positiva evoluzione dei principali margini reddituali rispetto al corrispondente periodo del 2003. Nel corso dei primi nove mesi dell’anno il Gruppo ha realizzato un miglioramento del margine di intermediazione (+1,9%) che si è portato a 5.630 milioni di euro, grazie soprattutto alla crescita delle commissioni nette (+9,9%) e degli utili di società valutate al patrimonio netto e dividendi su partecipazioni (+31,6%). Il risultato di gestione si è attestato a 2.169 milioni di euro (+6,5%) ed ha beneficiato, oltre che della crescita dei ricavi, anche delle significative azioni di contenimento dei costi operativi. L’utile ordinario si è attestato a 1.518 milioni di euro (-1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2003): la flessione è riconducibile all’incremento degli accantonamenti e rettifiche su crediti ed immobilizzazioni finanziarie, derivanti soprattutto dall’adeguamento ai valori di presunto realizzo di alcune posizioni passate da bonis a crediti problematici e dalle rettifiche di valore effettuate su alcune partecipazioni finanziarie (Cdc Ixis e Hutchison 3G Italia), a fronte delle riprese di valore contabilizzate nel 2003. La qualità del portafoglio crediti è rimasta elevata, grazie ai criteri rigorosi utilizzati nell’erogazione del credito e alle politiche di accantonamento prudenziali estese a tutte le reti bancarie, come testimonia il totale dei crediti problematici netti, che diminuisce del 3,6% rispetto al 2003. L’utile netto si è di conseguenza attestato a 957 milioni di euro, in crescita del 21,8% rispetto ai 786 milioni del precedente esercizio: il Roe annualizzato ha raggiunto l’11,5% rispetto al 9,8% dei primi nove mesi del 2003. I risultati raggiunti sono in linea con il percorso di crescita tracciato: si ritiene pertanto, alla luce del trend attuale, che la positiva evoluzione dei ricavi e le azioni di contenimento dei costi amministrativi, consentiranno il raggiungimento degli obiettivi di budget previsti per il 2004. Il margine di intermediazione del Gruppo si è attestato a 5.630 milioni di euro, soprattutto grazie al positivo andamento dei ricavi commissionali. Il margine di interesse realizzato nei primi nove mesi del 2004 si è attestato a 2.702 milioni di euro: la diminuzione del 3,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso si è verificata sostanzialmente a causa del peggioramento dello spread complessivo, riconducibile alla contrazione dei tassi di mercato (l’Euribor a tre mesi, se si raffrontano le medie, ha evidenziato una diminuzione di 31 punti base, dal 2,40% al 2,09%) ed alla minore redditività dello sbilancio fondi, solo parzialmente mitigati dall’apporto generato dai volumi intermediati. Le giacenze medie delle attività fruttifere del Gruppo sono aumentate dell’1% rispetto ai primi nove mesi del 2003 e le passività onorose dello 0,6%. Gli impieghi netti a clientela si sono attestati a fine settembre 2004 a 120,2 miliardi di euro, pressoché stabili su base annua. L’andamento è il risultato di una dinamica contrapposta fra l’incremento dei crediti a medio lungo termine (+7,3%), che ha controbilanciato il calo dei finanziamenti a breve (-11,7%). Nel comparto degli impieghi a medio-lungo termine è proseguito il buon andamento dei finanziamenti destinati al settore retail (3 miliardi di euro i mutui fondiari erogati dalle reti bancarie domestiche, flusso in crescita dell’11,7% rispetto ai primi nove mesi del 2003) e dei crediti erogati al settore opere pubbliche ed infrastrutture, in aumento rispetto a fine settembre 2003 (il totale dei mutui di Banca Opi si attesta a fine periodo a 18,4 miliardi di euro). La raccolta diretta si è attestata a 133,9 miliardi di euro in crescita del 3,7% su base annua e dell’1,6% da inizio anno. A fine settembre la quota del Gruppo sul mercato domestico è pari al 10,3% sia per gli impieghi sia per la raccolta diretta. Le commissioni nette del Gruppo nei primi nove mesi del 2004 si sono attestate a 2.396 milioni di euro, in crescita del 9,9% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. La dinamica ha beneficiato della ripresa dei mercati finanziari ed è stata trainata dall’area gestione, intermediazione e consulenza (+9,9%), grazie alle performance dell’area del risparmio gestito (+15,2%). Il flusso di commissioni del terzo trimestre è stato pari a 794 milioni di euro, superiore al primo trimestre, ma inferiore al secondo, che aveva beneficiato di ricavi particolarmente elevati nel settore esattoriale. Le commissioni rivenienti dalla gestione del risparmio hanno rappresentato nei nove mesi il 50% circa del totale e sono state superiori di 162 milioni rispetto all’analogo periodo del 2003. Lo sviluppo è riconducibile sia al positivo effetto performance, sia alla scelta da parte della clientela di un mix di prodotti maggiormente orientato verso i fondi azionari e le polizze vita. Si segnalano anche gli ottimi risultati ottenuti dalle aree bancarie tradizionali, come l’area finanziamenti e garanzie (+34,6%) e depositi e conti correnti (+9,3%). Le attività finanziarie della clientela si sono attestate a fine settembre a 374,3 miliardi di euro, in crescita del 3,1% rispetto al corrispondente periodo del 2003 e dell’1,7% da inizio anno. Lo stock di raccolta indiretta si è attestato a 240,5 miliardi di euro, in crescita del 2,7% rispetto a fine settembre 2003, grazie sia alla componente gestita, sia a quella amministrata. L’evoluzione del risparmio gestito (+1,7% da fine settembre 2003) è stata determinata sia dalla raccolta netta conseguita dalle reti distributive nel ramo assicurativo, sia dalla rivalutazione degli stock degli assets in gestione, che hanno compensato i disinvestimenti dai fondi comuni e dalle gestioni patrimoniali mobiliari. Nell’arco dei dodici mesi si è assistito ad un riposizionamento all’interno del settore dei fondi comuni di investimento a favore dei fondi azionari, con una quota che è salita dal 21,4% al 24,9%, mentre è calata l’incidenza delle altre categorie di fondi. Il Gruppo Sanpaolo Imi continua ad occupare a fine settembre, nell’ambito della gestione dei fondi comuni di investimento, la prima posizione sul mercato domestico, con una quota di mercato del 20,5%. Le riserve tecniche vita hanno confermato la crescita già evidenziata nel corso del 2003 (+23,1% rispetto a fine settembre 2003 e +16,4% da inizio anno): i prodotti assicurativi del ramo vita hanno rappresentato una delle forme di investimento preferite dalla clientela, che ha manifestato un rinnovato interesse verso le polizze tradizionali, settore in cui, nel corso del 2004, si è arricchita l’offerta del Gruppo. La raccolta netta realizzata dalle reti distributive nei primi nove mesi è stata pari a 4,5 miliardi di euro e ha portato le riserve tecniche vita a 39 miliardi di euro. A fine settembre 2004 lo stock di risparmio gestito si è attestato a 144,5 miliardi di euro. Il risparmio amministrato si è attestato a 96 miliardi di euro (+4,2% su base annua, +3,6% da inizio anno). I profitti da operazioni finanziarie e dividendi su azioni si sono attestati a 257 milioni di euro rispetto ai 339 di settembre 2003 (-24,2%). Gli utili di società valutate al patrimonio netto e i dividendi su partecipazioni raggiungono a fine settembre i 275 milioni di euro (+31,6%): la crescita ha beneficiato soprattutto dell’incremento degli utili delle compagnie assicurative, la cui operatività è in significativa espansione. Il risultato di gestione nei primi nove mesi è stato pari a 2.169 milioni di euro, in crescita del 6,5% da fine settembre 2003, grazie anche ad un’attenta politica di contenimento dei costi. Le spese amministrative sono risultate pari a 3.373 milioni di euro, in diminuzione (-0,7%) rispetto ai primi nove mesi del 2003: il contenimento delle spese per il personale e delle imposte indirette e tasse ha più che controbilanciato il moderato incremento delle altre spese amministrative. Le spese per il personale (2.074 milioni di euro) sono diminuite dell’1,5% grazie alle azioni di ottimizzazione dell’organico derivanti dalla razionalizzazione delle strutture di corporate center e dall’integrazione delle reti distributive delle banche commerciali. Tali azioni si sono tradotte in una riduzione dei dipendenti del Gruppo (-3,8% in termini medi), che ha portato ad una diminuzione di costo tale da compensare la dinamica ordinaria delle retribuzioni, comprensiva della stima dell’onere derivante dal rinnovo del Ccnl. Le altre spese amministrative si sono attestate a 1.101 milioni di euro, con una crescita dell’1%, inferiore al tasso di inflazione tendenziale: le spese informatiche, che rappresentano circa il 28% del totale, sono diminuite dell’1,3%, beneficiando dei processi di integrazione dei sistemi It delle banche commerciali realizzati dal Gruppo. Il cost/income ratio dei primi nove mesi del 2004 si è posizionato sul 59,6%, con una riduzione di 1,6 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2003. Le rettifiche di valore su avviamenti, differenze di fusione e di consolidamento sono risultati pari a 108 milioni di euro (-6,1% rispetto a settembre 2003). Gli accantonamenti e le rettifiche nette su crediti e immobilizzazioni finanziarie si sono attestati a 543 milioni di euro, a fronte dei 385 milioni dei primi nove mesi del 2003, in aumento del 41%. Il flusso netto comprende 109 milioni di euro per accantonamenti al fondo rischi e oneri, sostanzialmente stabile sui livelli del 2003 e 370 milioni di euro per accantonamenti e rettifiche per rischi creditizi (rispetto ai 292 milioni del 2003, +26,7%) a seguito dell’adeguamento ai valori di presunto realizzo di posizioni specifiche incluse fra i crediti problematici. Il flusso netto comprende, inoltre, 64 milioni di euro di rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie (rispetto ai 14 milioni di riprese nette relative ai primi nove mesi del 2003): la ripresa di valore della partecipazione in Sch è stata portata a 56 milioni di euro rispetto ai 92 milioni iscritti nella semestrale e sono state confermate le rettifiche prudenziali relative a Cdc Ixis (50 milioni di euro) e Hutchison-3g Italia (61 milioni di euro). Nei primi nove mesi del 2004 l’ammontare della riserva sui crediti in bonis del Gruppo si è attestata a 1.163 milioni di euro (contro i 1.102 di dicembre 2003), pari all’1% del portafoglio crediti in bonis: il livello di copertura del rischio è stato incrementato con accantonamenti per 65 milioni di euro, al fine di mantenere un giusto equilibrio tra l’elevata qualità del portafoglio crediti e l’instabilità dello scenario economico. L’incremento della riserva include 14 milioni per l’aumento della copertura dell’opzione correlata al prestito convertendo Fiat. Rispetto ai primi nove mesi del 2003 le sofferenze nette sono diminuite del 4,9% (1.177 milioni di euro rispetto ai 1.237 di fine settembre 2003), mentre i crediti incagliati, ristrutturati ed in corso di ristrutturazione (1.362 milioni di euro rispetto ai 1.407 del 2003) sono diminuiti del 3,2%: le percentuali di copertura sono pari rispettivamente al 74,3% ed al 34,9%. La qualità dell’attivo, nonostante uno scenario di riferimento difficile, rimane elevata e gli indici di rischiosità del credito del Gruppo si attestano sempre su buoni livelli: il rapporto fra crediti netti in sofferenza/crediti netti verso clientela così come quello fra i crediti incagliati ed in corso di ristrutturazione/crediti netti verso clientela sono pari rispettivamente all’1% e all’1,1%. L’utile ordinario si è attestato a 1.518 milioni di euro. I proventi straordinari netti, pari a 72 milioni di euro a fronte dei 211 milioni di oneri straordinari netti sostenuti nel corrispondente periodo del 2003, comprendono in particolare la plusvalenza di 55 milioni di euro derivante dalla cessione della residua quota del 30% di Finconsumo Banca a Sch, avvenuta nel mese di gennaio. L’utile lordo si è attestato a 1.590 milioni di euro (+20%); il tax rate è risultato pari al 36,7%, inferiore a quello registrato nel primi nove mesi del 2003, soprattutto per effetto delle disposizioni introdotte dal nuovo regime impositivo relativo alla tassazione degli oneri e dei proventi relativi agli investimenti partecipativi in vigore dal 2004 e, inoltre, per la diminuzione di un punto percentuale dell’aliquota di imposta sui redditi delle società. A fine settembre 2004 i coefficienti di solvibilità del Gruppo si attestano al 7,8% per quanto riguarda il tier 1 ratio ed al 11,5% per quanto riguarda il total risk ratio.  
     
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