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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Novembre 2004
 
   
  Pagina1  
  UNIONCAMERE-ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE PRIMO RAPPORTO SULLA COOPERAZIONE  
   
   Roma, 18 novembre 2004 – Quasi 70mila società cooperative attive, che occupano 786mila persone, più 5.674 cooperative sociali[1], all’interno delle quali operano 149mila addetti. Parte da questi dati il primo Rapporto sulla cooperazione, curato da Unioncamere e Istituto G. Tagliacarne, presentato questa mattina a Roma, nell’ambito dell’Assise degli amministratori camerali del settore. Numeri significativi e crescenti, che fanno assumere al nostro Paese, in ambito comunitario, una posizione di assoluto rilievo. Si calcola, infatti, che le cooperative nella Ue a 15 siano 300.000, con oltre 83,5 milioni di soci ed impieghino 4,8 milioni di addetti. In Italia operano circa il 30% di queste imprese, che offrono occupazione al 9,12% di tutti i soci e gli addetti impiegati nel settore a livello comunitario. Le società cooperative In Italia a fine giugno 2004, secondo i dati del Registro delle imprese, risultano attive in Italia 69.918 imprese cooperative. Le cooperative appaiono suddivise in modo omogeneo tra i settori della produzione e della fornitura di servizi e rappresentano il 2,4% del totale delle imprese registrate in Italia nel primo semestre del 2004. La distribuzione delle imprese appare sostanzialmente omogenea, con tre eccezioni di rilievo che, sommate insieme, rappresentano il 42,7% delle aziende attive complessive: la Lombardia (con 10.735 società cooperative, pari al 15,4% del totale); la Campania (9.736 imprese, pari al 13,9%) e la Sicilia (9.359 equivalenti al 13,4%). Se si considera, invece, l’incidenza del settore cooperativo sul totale delle imprese delle singole regioni, emerge che Basilicata (9,3% del totale), Campania e Sicilia hanno una vocazione alla cooperazione più elevata rispetto alla media nazionale. Tra il I gennaio 2000 e il 30 giugno 2004, la crescita complessiva del mondo imprenditoriale della cooperazione è stata pari al +4,4%, con 3.270 imprese in più a livello nazionale. Significativo l’incremento nelle regioni meridionali, che, nel complesso, denunciano qualche ritardo nella crescita del tessuto cooperativo: la Sardegna cresce del 12,3%, e la Calabria del + 7,5%. L’incremento generale non è stato però continuo. Tra il 2000-2001 si registra un trend positivo che investe globalmente il territorio nazionale, con “punte” significative a livello regionale. E’ il caso del Lazio, dove le cooperative aumentano del 10% nel biennio (da 3.694 a 4.064 imprese). L’andamento positivo si conferma ne 2002, quando la crescita media è pari al +2,2% rispetto all’anno precedente, con 1.407 nuove imprese complessive. Nel 2003-2004 si verifica invece una lieve inversione di tendenza. Infatti, nel 2003 la variazione è pari allo 0,2% rispetto al 2002, mentre nel primo semestre 2004 la perdita media percentuale di imprese è risultata pari al -0,7%. Distribuzione regionale delle imprese cooperative (Valori assoluti e incidenza percentuale)
Regioni 2000 2001 2002 2003 2004* Variazioni %
Va % Va % Va % Va % Va % 2000-2001 2001-2002 2002-2003 2003-2004
Abruzzo 1.344 2,0 1.397 2,0 1.426 2,0 1.418 2,0 1.392 2,0 3,9 2,1 -0,6 -1,8
Basilicata 1.165 1,7 1.216 1,8 1.208 1,7 1.197 1,7 1.178 1,7 4,4 -0,7 -0,9 -1,6
Calabria 2.123 3,1 2.185 3,2 2.253 3,2 2.270 3,2 2.282 3,3 2,9 3,1 0,8 0,5
Campania 9.761 14,6 9.938 14,4 10.033 14,3 9.949 14,1 9.736 13,9 1,8 1,0 -0,8 -2,1
Emilia Romagna 4.693 7,0 4.761 6,9 4.842 6,9 4.819 6,8 4.785 6,8 1,4 1,7 -0,5 -0,7
Friuli V. G. 1.146 1,7 1.159 1,7 1.158 1,6 1.120 1,6 1.078 1,5 1,1 -0,1 -3,3 -3,8
Lazio 3.694 5,5 4.064 5,9 4.341 6,2 4.542 6,5 4.570 6,5 10,0 6,8 4,6 0,6
Liguria 1.314 2,0 1.395 2,0 1.423 2,0 1.426 2,0 1.394 2,0 6,2 2,0 0,2 -2,2
Lombardia 10.195 15,3 10.494 15,2 10.767 15,3 10.749 15,3 10.735 15,4 2,9 2,6 -0,2 -0,1
Marche 1.465 2,2 1.504 2,2 1.517 2,2 1.494 2,1 1.487 2,1 2,7 0,9 -1,5 -0,5
Molise 473 0,7 479 0,7 495 0,7 488 0,7 488 0,7 1,3 3,3 -1,4 0,0
Piemonte 3.292 4,9 3.421 5,0 3.429 4,9 3.345 4,8 3.295 4,7 3,9 0,2 -2,4 -1,5
Puglia 6.033 9,1 6.248 9,1 6.319 9,0 6.267 8,9 6.241 8,9 3,6 1,1 -0,8 -0,4
Sardegna 2.264 3,4 2.384 3,5 2.517 3,6 2.566 3,6 2.542 3,6 5,3 5,6 1,9 -0,9
Sicilia 8.530 12,8 8.885 12,9 9.104 12,9 9.282 13,2 9.359 13,4 4,2 2,5 2,0 0,8
Toscana 3.795 5,7 3.843 5,6 3.923 5,6 3.860 5,5 3.792 5,4 1,3 2,1 -1,6 -1,8
Trentino A. A. 1.196 1,8 1.224 1,8 1.183 1,7 1.168 1,7 1.195 1,7 2,3 -3,3 -1,3 2,3
Umbria 861 1,3 877 1,3 880 1,3 878 1,2 870 1,2 1,9 0,3 -0,2 -0,9
Valle d'Aosta 185 0,3 191 0,3 195 0,3 195 0,3 198 0,3 3,2 2,1 0,0 1,5
Veneto 3.119 4,7 3.244 4,7 3.303 4,7 3.329 4,7 3.301 4,7 4,0 1,8 0,8 -0,8
Italia 66.648 100,0 68.909 100,0 70.316 100,0 70.362 100,0 69.918 100,0 3,4 2,2 0,2 -0,7
* i dati dell’anno 2004 sono relativi al I° sem. 2004 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Registro Imprese Il comparto edilizio e delle cooperative abitative mostra la maggiore concentrazione di imprese cooperative. Il settore rappresenta il 22% della totalità delle imprese cooperative (15.378 su un totale di 69.918 imprese nel giugno 2004), con una crescita di 2.578 unità produttive nei primi sei mesi del 2004 rispetto all’anno precedente. Imprese cooperative: distribuzione settoriale e variazioni 2000-2004
Settore 2000 2001 2002 2003 2004* Variazioni %
va % va % va % va % va % 2000-2001 2001-2002 2002-2003 2003-2004
Agricoltura e caccia 8.275 12,4 8.440 12,2 8.609 12,4 8.640 12,8 8.670 12,4 2,0 2,0 0,4 0,3
Pesca 666 1,0 738 1,1 803 1,2 846 1,2 865 1,2 10,8 8,8 5,4 2,2
Industria in senso stretto 6.354 9,5 6.529 9,5 6.587 9,5 6.556 9,7 6.431 9,2 2,8 0,9 -0,5 -1,9
Costruzioni e coop. Abitative 15.577 23,4 15.510 22,5 15.629 22,5 15.133 22,3 15.378 22,0 -0,4 -0,1 -19,9 22,8
Comm. Ingr. E dett. 4.308 6,5 4.439 6,4 4.438 6,4 4.478 6,6 4.534 6,5 3,0 0,0 0,9 1,3
Alberghi e ristoranti 1.266 1,9 1.336 1,9 1.406 2,0 1.447 2,1 1.466 2,1 5,5 5,2 2,9 1,3
Trasp. Magazz. Comunicaz. 5.269 7,9 6.112 8,9 6.760 9,7 7.073 10,4 7.122 10,2 16,0 10,6 4,6 0,7
Interm. Mon. E fin. 1.260 1,9 1.268 1,8 1.266 1,8 1.261 1,9 1.273 1,8 0,6 -0,2 -0,4 1,0
Attivit. Immob. Nol. Inform.ric. 11.459 17,2 11.868 17,2 12.991 18,7 12.117 17,9 11.536 16,5 3,6 2,4 -0,3 -0,2
Servizi sociali 4.695 7,0 4.955 7,2 4.043 5,8 4.947 7,3 5.005 7,2 5,5 -18,4 22,4 1,2
Istruzione e sanità 4.580 6,9 4.879 7,1 5.171 7,4 5.820 8,6 5.617 8,0 6,5 6,0 12,6 -3,5
Altri servizi 2.939 4,4 2.835 4,1 2.613 3,8 2.044 3,0 2.021 2,9 -3,5 -7,8 -21,8 -1,1
Totale 66.648 100,0 68.909 100,0 70.316 100,0 70.362 100,0 69.918 100,0 3,4 2,2 0,2 -0,7
* i dati dell’anno 2004 sono relativi al I° sem. 2004 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Registro Imprese Tra il 2000 ed il primo semestre 2004, si rafforza il settore Primario (agricoltura e pesca), mentre nell’industria in senso stretto si verifica, nell’ultimo biennio, una riduzione del numero delle imprese. Più accentuato, inoltre, è il ridimensionamento delle aziende cooperative comprese negli altri servizi. Dai dati Istat (2001), emerge che le imprese cooperative occupano 786.092 persone a livello nazionale, con una incidenza sul totale degli occupati extra-agricoli pari al 5%. L’emilia Romagna presenta l’incidenza più alta di occupati nelle cooperative rispetto al totale degli occupati esclusa l’agricoltura (9,84%), mentre la Valle d’Aosta si posiziona all’ultimo posto (2,85%). Emilia Romagna (144.480) e Lombardia (142.226) sono le regioni in cui si concentra il maggior numero di occupati nel settore. Incidenza addetti delle cooperative sul totale addetti extra-agricoli per regione (Anno 2001)
Regione Addetti cooperative Addetti totali Incidenza%
Piemonte 56.086 1.411.276 3,97
Valle d'Aosta 1.099 38.613 2,85
Lombardia 142.226 3.721.723 3,82
Trentino-alto Adige 18.601 299.867 6,20
Veneto 72.422 1.580.844 4,58
Friuli-venezia Giulia 18.262 362.150 5,04
Liguria 18.340 383.571 4,78
Emilia-romagna 144.480 1.468.453 9,84
Toscana 51.689 1.079.064 4,79
Umbria 13.119 225.173 5,83
Marche 14.865 456.358 3,26
Lazio 71.930 1.623.141 4,43
Abruzzo 10.411 296.824 3,51
Molise 2.716 54.211 5,01
Campania 40.336 836.760 4,82
Puglia 43.379 642.261 6,75
Basilicata 5.726 99.658 5,75
Calabria 8.119 231.546 3,51
Sicilia 35.343 624.140 5,66
Sardegna 16.943 277.275 6,11
Italia 786.092 15.712.908 5,00
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su Istat e Cis 2001 Se si considera il rapporto tra addetti e popolazione emerge che è ancora l’Emilia Romagna, con 35,8 addetti ogni 1.000 abitanti, la regione più fortemente legata al sistema della cooperazione, seguita da Trentino Alto Adige (19,6%) e Veneto (15,8%). Tra le province, Milano si colloca in vetta alla classifica in valori assoluti (84.901 persone), seguita da Roma (58.464 addetti). Se si considera, invece, la “densità” delle imprese cooperative rispetto alla popolazione, Reggio Emilia (53,4 occupati nelle cooperative ogni 1.000 abitanti) e Bologna (con 45,4 abitanti) si collocano nelle prime posizioni. Addetti extra-agricoli delle cooperative delle 10 province più significative e di quelle meno significative per densità ogni 1.000 abitanti
Le prime 10 province e…. Le ultime 10
Province Addetti cooperative per 1.000 abitanti Province Addetti cooperative per 1.000 abitanti
Reggio Emilia 53,4 Catania 5
Bologna 45,4 Lecco 4,8
Ravenna 40,8 L'aquila 4,7
Forlì-cesena 39,3 Enna 4,7
Novara 34,5 Belluno 4,6
Modena 32,8 Crotone 4,5
Verona 27,6 Varese 4,3
Lodi 27,6 Catanzaro 3,5
Ferrara 27,2 Vibo Valentia 2,8
Livorno 23,4 Reggio Calabria 2,8
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat e Cis 2001 La cooperazione “al femminile” Il peso delle donne in termini di addetti nelle cooperative varia notevolmente a livello territoriale: alta, ad esempio, l’incidenza in Piemonte (con Vercelli che, su 100 addetti nelle cooperative, conta 57,8 addetti donne) e nelle province emiliane (a Reggio Emilia ogni 100 unità, 57 sono costituite da donne). Al sud, invece, e soprattutto in Sicilia, prevale nettamente la componente maschile (con Siracusa che presenta il valore più basso, 22,9% di donne sul totale addetti). Utilizzando i dati dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-infocamere e passando a considerare gli aspetti imprenditoriali del mondo cooperativo rosa, si osserva come, a giugno 2004, a fronte di 1,18 milioni di imprese attive femminili, le cooperative femminili siano 12.394 e ne rappresentano l’1%. In tutti i settori, inoltre, si riscontra un’incidenza relativamente bassa, tranne che per il settore dell’Istruzione e della Sanità, nel quale, invece, circa 24 imprese femminili su 100 fanno riferimento all’universo delle cooperative. Il peso detenuto dalle cooperative femminili rispetto al totale delle cooperative è, a livello nazionale, pari a 17,7 punti percentuali, con punte uguali o superiori ai 27 punti in Abruzzo, Basilicata e Sardegna. Tra le regioni a minor presenza di cooperative femminili, all’interno del mondo delle cooperative, si trovano Trentino Alto Adige (9%), Lombardia (13%) e Emilia Romagna (13,4%). E’ interessante sottolineare, quindi, come mentre dal lato occupazionale al Sud si registra una più bassa incidenza di occupati donne nelle cooperative, dal lato imprenditoriale l’incidenza di cooperative rosa sul totale è mediamente più alta al Mezzogiorno che al Nord. Per quanto riguarda le imprese “rosa” (ovvero quello in cui la presenza femminile è superiore al 50% in termini di amministratori o di capitale sociale) si nota come, rispetto all’universo delle imprese femminili regionale, le cooperative abbiano un peso molto modesto in tutte le ripartizioni geografiche, con la Sardegna che, comunque, presenta la più alta incidenza (pari al 2,06%), seguita dalla Basilicata e dalla Sicilia. Negli ultimi 5 posti si posizionano, invece, tutte regioni del Nord, a dimostrazione di come anche all’interno del mondo dell’imprenditoria femminile le cooperative siano una forma di impresa più presente nelle regioni meridionali del paese. L’osservazione dei dati relativi alle donne titolari d’impresa, invece, pur non modificando il panorama nazionale, mostra tuttavia una differenza rilevante in termini di gap tra Sud e Nord. Se da un lato in Sicilia si registra a fine 2003 circa un 15% di imprenditrici donne nelle cooperative, dall’altro in Veneto tale incidenza si attesta appena al 2,7%. La partecipazione, quindi, a qualunque titolo (socio, amministratore, titolare, etc.) delle donne nelle cooperative rispetto al totale del mondo imprenditoriale femminile è molto più intensa nel Mezzogiorno. Graduatoria regionale dell'incidenza delle cooperative "rosa" sul totale delle cooperative*
Regioni Incidenza %
Sardegna 27,8
Basilicata 27,3
Abruzzo 27,0
Molise 25,4
Valle d'Aosta 24,2
Lazio 23,1
Piemonte 22,4
Umbria 22,3
Liguria 19,9
Marche 19,7
Sicilia 19,1
Puglia 18,0
Calabria 18,0
Friuli Venezia Giulia 17,8
Toscana 17,0
Veneto 15,1
Campania 14,9
Emilia Romagna 13,4
Lombardia 13,0
Trentino Alto Adige 9,0
*L'incidenza è relativa al numero delle imprese a prevalente conduzione e/o proprietà femminile Le cooperative sociali Decisamente più contenuto rispetto a quello delle imprese cooperative è l’universo delle cooperative sociali. I dati più recenti sulla cooperazione sociale si possono ricavare dal Censimento Industria e Servizi del 2001 e dal I Censimento delle Istituzioni e imprese nonprofit del 2000. Secondo il dato censuario del 2001, le cooperative sociali italiane ammontano a 5.674 imprese. Esse si avvalgono del lavoro di circa 149mila addetti. Il fatturato complessivo supera di poco i 3 miliardi di euro e deriva per ben il 59% da contratti e convenzioni stipulati dalla Pubblica Amministrazione. Inoltre, le cooperative sociali rappresentano appena il 2,4% del terzo settore (che conta complessivamente circa 235 mila imprese). Rispetto all’universo del terzo settore, però, le cooperative sociali si distinguono per una più marcata organizzazione imprenditoriale. Non a caso, esse contribuiscono per oltre l’8% al giro di affari complessivo e assorbono oltre il 30% degli operatori retribuiti (dipendenti e addetti). Da segnalare anche lo scarto tra cooperative sociali e altre imprese del terzo settore anche in termini di addetti. Stando ai dati del 2001, ogni cooperativa ha in media 26 lavoratori retribuiti (dipendenti e collaboratori coordinati e continuativi) e 4 volontari, mentre il rapporto si inverte nel caso delle altre forme organizzative, con 2 lavoratori retribuiti e 16 volontari. Più simili, invece, risultano le dimensioni complessive degli altri soggetti del terzo settore, anche se tra le cooperative si riscontrano dimensioni medie tendenzialmente maggiori rispetto alle altre organizzazioni: circa il 44% delle prime, infatti, si colloca nelle classi comprese tra 10 e 49 dipendenti, mentre quasi la stessa quota degli altri soggetti si trova nella classe dimensionale minore (1-5 volontari). Nelle cooperative sociali, inoltre, si ha una decisa prevalenza della presenza femminile, che arriva al 63% a fronte del 38% fatto registrare dagli altri soggetti del terzo settore. Dal punto di vista della distribuzione territoriale, le cooperative sociali appaiono particolarmente presenti nelle regioni settentrionali e meridionali, mentre più ridotto è il loro numero nel Centro-italia. Se dall’analisi del numero dei soggetti si passa a quella in termini di peso economico, tuttavia, il ruolo del Nord-italia appare preponderante, quello delle regioni del Centro cresce lievemente, mentre quello del Meridione si ridimensiona, per cui si può affermare che, in quanto forme di impresa, le cooperative sociali riproducono essenzialmente l’articolazione territoriale delle altre attività economiche. Distribuzione territoriale delle cooperative sociali per numerosità, in proporzione del giro d’affari ed in rapporto alla popolazione
num. Cooperative (A) % sul totale Coop. Per 100.000 ab. % sul giro di affari (b)
Nord-ovest Nord-est Centro Sud e Isole Italia 1.511 1.069 936 2.158 5.674 26,6 18,8 16,5 38,1 100,0 10,1 10,0 8,6 10,5 10,0 36,3 28,0 18,4 17,4 100,0
Fonte:elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat Cis 2001 (A) e Censimento istituzioni e imprese noprofit (B) [1] La definizione di "cooperativa sociale" è contenuta nella legge 381/91, che disciplina il settore. In essa, le cooperative sociali vengono definite come imprese che nascono con lo scopo di "perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini". Mentre le cooperative tradizionali (di consumo, di lavoro ecc.) sono società mutualistiche, ovvero società che nascono per soddisfare il bisogno dei soci, offrendo loro beni e servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle dettate dal mercato, le società cooperative sociali, invece, nascono con lo scopo di soddisfare bisogni che non coincidono esclusivamente con quelli dei soci proprietari, bensì con quelli della più vasta comunità locale ovvero bisogni collettivi.
 
     
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