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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Novembre 2004
 
   
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  ALLARME SCOMPENSO CARDIACO IN ITALIA : PRESENTATI I RISULTATI DELLO STUDIO SHAPE, LA PIÙ VASTA INDAGINE SULLO SCOMPENSO CARDIACO IN EUROPA E IN ITALIA  
   
  Roma,22 novembre 2004 - Sono stati presentatinei giorni scorsi, nel corso della Settimana Europea dello Scompenso Cardiaco, i risultati dello Studio Shape, la più vasta indagine condotta in Europa e in Italia su questa malattia. L'indagine ha coinvolto circa 15.000 (1.800 in Italia) cittadini, medici di medicina generale, cardiologi, internisti e geriatri europei. I dati emersi, secondo gli esperti, destano non poche preoccupazioni. Lo scompenso cardiaco è una malattia poco conosciuta: il 94% degli Italiani ne ha sentito parlare, ma solo 2 su 100 sono in grado di descriverne i sintomi. Solo 3 connazionali su 10 la ritengono grave, nonostante la mortalità sia elevatissima: 40% entro 1 anno e 75% per gli uomini e 62% per le donne entro 5 anni dalla diagnosi. Un dato, questo, che la rende più temibile della maggior parte dei tumori. A confermare questo sottovalutare la malattia un altro dato: 7 italiani su 10 ritengono che i malati di scompenso vivano più a lungo sia dei malati di tumore, sia di quelli colpiti dall'Aids. Ciò non è vero. Un'altra credenza da sfatare riguarda l'origine della malattia: 1 italiano su 3 è convinto che si tratti di una normale conseguenza dell'invecchiamento. E la convinzione è più radicata proprio negli anziani, oltre i 65 anni (46%), rispetto ai più giovani, al di sotto dei 45 (22%). La malattia insorge quando il cuore è indebolito e non riesce a pompare con sufficiente forza il sangue. In altre parole, il sangue affluisce con difficoltà ai tessuti e agli organi, che non ricevono abbastanza ossigeno e nutrienti vitali. Le cause più comuni sono la malattia coronarica, in particolare l'infarto, e la pressione elevata (ipertensione). Lo scompenso si manifesta con respiro difficoltoso a riposo o dopo un breve esercizio, gonfiore alle caviglie per accumulo di liquidi, senso di stanchezza continuo. "I dati di Shape, pur con lievi differenze, sono comuni a tutti i paesi oggetto dello studio: oltre a Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Polonia, Romania, Spagna, Svezia," ha detto Alessandro Boccanelli, membro del Comitato Esecutivo Shape. "Dimostrano la necessità di promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco, una malattia grave, talvolta mortale, ma ancora oggi largamente sottovalutata," ha aggiunto. E non solo dalla pubblica opinione. "Le Autorità sanitarie e i Governi non dedicano sufficienti risorse alla lotta a questa malattia. Probabilmente perchè è scarsamente conosciuta a tutti i livelli," gli ha fatto eco Gianni Spinella, Presidente di Conacuore - Coordinamento Nazionale Associazioni Cuore, presentando il Manifesto sui diritti dei malati redatto dalle principali associazioni scientifiche e dei pazienti europee. "E' necessario un mutamento di rotta. Il numero di pazienti scompensati cresce di anno in anno. Ma ciò che più preoccupa è il pensiero che la diagnosi non tempestiva o l'utilizzo di terapie non ottimali, come testimonia lo studio Shape, possano avere un impatto sulla qualità della vita e ancor di più sulla vita stessa dei malati," ha proseguito. "Questa situazione deve cambiare. I malati hanno il diritto di ricevere cure e assistenza che non sempre ottengono per contingenze economiche non favorevoli, che inducono a evitare terapie più avanzate e incisive, ma ritenute nel breve periodo più costose," ha concluso Spinella. Infatti, dallo studio Shape emerge un altro dato importante: "i medici, tanto di medicina generale quanto specialisti, non rispettano le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (Esc), che stabiliscono come diagnosticare e curare la malattia," ha detto ancora Boccanelli. In più del 50% dei casi, il medico di medicina generale europeo non prescrive al paziente la terapia ottimale: Ace-inibitori e betabloccanti (farmaci comunemente usati per controllare la pressione arteriosa). Solo poco più di 1 su 2 prescrive gli Ace-inibitori come trattamento di prima scelta e solo 1 su 3 aggiunge alla terapia un betabloccante. Inoltre, ben il 75% si affida esclusivamente all'analisi dei segni e dei sintomi della malattia, anziché ricorrere alle indagini diagnostiche supplementari raccomandate delle Linee Guida (l'ecocardiografia, ad esempio). Anche gli specialisti, tuttavia, non sono senza peccato. "Secondo le raccomandazioni europee, gli Ace-inibitori dovrebbero essere prescritti in oltre il 90% dei pazienti," spiega Boccanelli. "Lo fa solo il 64% degli internisti e dei geriatri e l'82% dei cardiologi." Mal comune mezzo gaudio? "Assolutamente no. Ciò significa che ancora molto si deve fare per l'aggiornamento delle figure professionali maggiormente coinvolte," conclude Boccanelli. "Anche Heart Care Foundation sostiene l'iniziativa a fianco di Shape," ha dichiarato Franco Valagussa, Presidente Heart Care Foundation Onlus. "L'obiettivo della nostra Fondazione è quello di far crescere la consapevolezza del peso sociale delle malattie cardiovascolari, tra i cittadini ma anche tra i 'decisori' pubblici e privati. La prevenzione, che proponiamo soprattutto come stile di vita 'salvacuore' non è rivolta solo a ridurre gli eventi acuti coronarici, ma anche a evitare la progressione verso lo scompenso cardiaco. Infatti, paradossalmente, con il migliorare delle cure e della sopravvivenza agli episodi acuti, aumenta il numero delle persone a rischio di scompenso cardiaco", ha concluso. In Italia, i malati di scompenso cardiaco sono oltre mezzo milione, più o meno l'1% della popolazione. "Ogni giorno vengono ricoverate oltre 500 persone, per un totale di oltre 180 mila nuovi casi ogni anno," ha ricordato Giuseppe Di Pasquale, Presidente Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco). "Negli ultimi cinque anni i ricoveri sono aumentati del 40 per cento e lo scompenso cardiaco è diventata una patologia molto comune, con un'incidenza superiore rispetto all'infarto miocardico e una diffusione maggiore dei più frequenti tumori." "Dall'analisi del Registro sullo Scompenso Cardiaco Acuto dell'Anmco - ha ricordato ancora Di Pasquale - emerge che 3 pazienti su 10, ricoverati presso i reparti di cardiologia, sono affetti da scompenso cardiaco e che circa il 5 per cento di questi muore durante il ricovero ospedaliero, mentre un altro 15 per cento nei successivi 6 mesi. Molto frequente è, inoltre, la necessità di ulteriori ricoveri." La Settimana Europea dello Scompenso Cardiaco è un'iniziativa promossa da Shape, Gruppo di studio sulla percezione e la valutazione dello scompenso cardiaco in Europa, e organizzata nel nostro Paese in collaborazione con Heart Care Foundation - Progetto Tuttocuore, la fondazione dell'Anmco. Il programma della Settimana ha previsto conferenze, manifestazioni pubbliche e distribuzione di materiali informativi ai cittadini dei principali paesi europei come Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania. Il materiale informativo sullo scompenso cardiaco e molte altre notizie sono disponibili al sito Internet www.Scompensocardiaco-europa.com  
     
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