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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Novembre 2004
 
   
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  L’«ITALIAN WINE STYLE» CONQUISTA LA CINA  
   
  Pechino-shanghai 24 novembre 2004 - Ristorazione, turismo, enogastronomia, qualità della vita: in una parola Italian Style. E’ questa la chiave che può aprire definitivamente le porte della Cina ai prodotti agroalimentari italiani, ed in particolare al vino. A sottolinearlo l’ambasciatore d’Italia a Pechino, Gabriele Menegatti, intervenuto questa mattina alla conferenza stampa di presentazione di Vinitaly 2005 (Veronafiere 7 - 11 aprile) e di Vinitaly China, in programma a Shanghai dal 24 al 26 novembre, primo appuntamento della settimana di promozione del vino e del cibo italiano nel paese asiatico, organizzata da Veronafiere in collaborazione con l’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero) e la Ccpit (agenzia dell’agricoltura del governo cinese), ed in partnership con le più importanti associazioni cinesi del food and wine e delle catene di hotel. L’incontro, che si è svolto nella prestigiosa cornice dello Shangri-la Beijing Hotel, è poi proseguito con un wine tasting ed un workshop dell’Istituto del Vino italiano di qualità - Grandi Marchi, riservato agli operatori professionali, che ha proposto un assaggio delle migliori produzioni made in Italy. Vinitaly China accoglie più di 160 espositori, tra i quali figurano alcune prestigiose «griffe» del panorama enologico nazionale: Gaja, Antinori, Frescobaldi, Biondi Santi, Carpenè Malvolti, Masi, Pio Cesare, Sartori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Tasca d’Almerita, Zonin, ecc. «L’internazionalità degli operatori professionali alla rassegna, l’osservatorio delle tendenze in atto sui mercati mondiali e la liason con il mondo della ristorazione», ha osservato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, «sono i punti di forza della 39ª edizione di Vinitaly, in programma nell’aprile 2005 a Veronafiere. Illustrare le caratteristiche della manifestazione in Cina ha un significato molto importante, proprio per il ruolo del nostro marchio in tutto il mondo e per la dinamicità dimostrata da questo Paese, divenuto una delle locomotive economiche del pianeta». Mantovani, tra gli eventi clou dell’iniziativa, ha ricordato l’accordo, firmato in questi giorni con la Ccipt, che consente ad alcuni rinomati chef cinesi di partecipare ai seminari-degustazione di Vinitaly 2005 per migliorare le loro capacità di abbinamento tra la cucina locale ed il vino italiano. «Vinitaly China», ha spiegato ancora Mantovani, «rappresenta un punto di partenza per l’utilizzo del nostro marchio su tale mercato, grazie al quale il sistema delle imprese nazionale può trovare i giusti canali di promozione e coordinamento per penetrare con i propri prodotti». Prodotti, che secondo l’ambasciatore Menegatti, potrebbero essere favoriti anche dal turismo. «L’interscambio culturale della Cina verso l’Italia», ha affermato, «può generare una rilevante domanda interna di beni e lo sviluppo di ristoranti italiani nelle grandi città cinesi, come è avvenuto in Giappone». Del resto il profilo del consumatore cinese è ormai molto simile a quello internazionale. Dai dati de Il Sole 24-Ore emerge infatti che dispone di un reddito medio-alto, ha un’età compresa tra 35 e 45 anni, ha compiuto studi universitari, è un colletto bianco, un burocrate o un libero professionista (donna a Pechino, uomo a Shanghai), aperto agli stili di vita stranieri e amante degli status symbol. Quanto al gusto, predilige il vino rosso, giovane, secco, dal gusto fermo. La giornata si poi conclusa con un wine – dinner, organizzato da Gaja e Veronafiere, al Palladio Restaurant del The Portman Ritz-carlton Hotel di Shanghai, nel corso del quale Angelo Gaja ha illustrato la storia della sua azienda, soffermandosi anche sui grandi vini italiani che costituiscono la ricchezza del panorama enologico nazionale. «Il Vinitaly sta compiendo un’azione di prim’ordine», ha commentato il famoso produttore, «con l’adesione di viticoltori di qualità che partecipano con grande interesse non solo alle manifestazioni in Cina, ma anche in Russia, Stati Uniti ed in altri importanti mercati. Si tratta di occasioni di contatto con la stampa, con gli importatori ed il mondo del trade che aiutano le aziende a crescere, stimolandole ad unirsi per fare massa critica nei confronti della promozione». «Voglio continuare a seguire queste iniziative anche su altri mercati come ad esempio l’India», ha proseguito, «perché in tal modo Vinitaly svolge un’azione utilissima e mirata». Questa mattina, sempre a Shanghai, alla presenza delle autorità italiane e cinesi, si inaugura ufficialmente Vinitaly China, con un articolato programma di degustazioni, eventi e seminari sul vino italiano.  
     
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