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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Novembre 2004
 
   
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  "CONSUMER CONFIDENCE SURVEY" MISURATO IL SENTIMENT DI FIDUCIA DEL CONSUMATORE GLI ITALIANI ...CONTINUANO A RISPARMIARE MA NON RINUNCIANO ALLO SVAGO, ALLE VACANZE E AI PRODOTTI DELLA NUOVA TECNOLOGIA. SONO PREOCCUPATI PER IL TERRORISMO MA FIDUCIOSI NELLA RIPRESA ECONOMICA DEL PAESE.  
   
  Milano, 25 novembre 2004. E' intitolata "Consumer Confidence Survey" la ricerca globale condotta in esclusiva per i media da Acnielsen, leader mondiale nelle informazioni di marketing, che ha misurato aspettative, il sentiment di fiducia e inquietudini del consumatore italiano, fornendo un quadro del clima generale del nostro Paese rispetto all'economia, la situazione politica e i consumi w del resto del mondo. L'indagine è stata condotta in 28 Paesi in rappresentanza dell'Europa (Uk, Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Austria, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia), degli Stati Uniti e dell'Asia (Australia, Cina, Hong Kong, India, Indonesia, Giappone, Korea, Malesia, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Taiwan, Tailandia). Una ricerca volta a indagare le impressioni, le previsioni e le aspettative legate all'andamento dell'economia e della politica, le determinanti principali di ansia e preoccupazione e le scelte di spesa degli italiani, rispetto ai partner europei e al resto del mondo. Come giudicano gli italiani la condizione economica attuale? Siamo davvero ad un punto di svolta? Come spendono il proprio denaro gli italiani? Sono ancora le "formichine" d'Europa? In merito al clima del Paese e al comportamento degli italiani, numerosi sono gli aspetti interessanti che emergono dalla analisi dei risultati della ricerca, come la constatazione che la maggioranza della popolazione pare non rinunciare, nonostante la dichiarata visione pessimistica dell'andamento economico del Paese negli ultimi 6 mesi, alla spesa per brevi vacanze loca) e all'acquisto di prodotti di nuova tecnologia, in particolare telefonia e accessori. Si conferma anche l'impegno di spesa per l'intrattenimento fuori casa. Gli italiani dedicano parte del proprio tempo e delle risorse economiche in surplus a momenti ricreativi e culturali. Un atteggiamento che può sorprendere se paragonato alla tendenza al risparmio che emerge dagli altri numeri della ricerca. Pur non rinunciando ai piccoli e grandi piaceri della vita, gli italiani restano comunque un popolo di "formichine". Malgrado la crisi economica e psicologica del Paese, la panoramica sui consumi, pur nella sua contraddittorietà, giustifica i segnali di ripresa del clima di fiducia complessivo, rispetto al futuro prossimo. Terrorismo, occupazione, salute...Cosa preoccupa maggiormente gli italiani? Italia-resto del mondo, chi ha più paura del Lupo Cattivo? La minaccia del terrorismo: la ricerca mostra in modo evidente come gli italiani vivano con particolare angoscia la delicata situazione internazionale. I dati rivelano anche che gli italiani sono meno afflitti, rispetto al resto d'Europa, dalle questioni legate alla stabilità politica e alla sicurezza del posto di lavoro, attestandosi addirittura al penultimo posto per quanto concerne il problema salute.

Gli Italiani non penalizzano i consumi nonostante risultino particolarmente pessimisti nelle loro valutazioni sull'economia.
Acnielsen, leader mondiale nelle ricerche di mercato, presente in oltre 100 paesi, ha condotto, per la prima volta, una ricerca globale sul clima di fiducia dei consumatori. L'indagine è stata condotta condotta in ottobre su 14,000 consumatori in 28 paesi appartenenti ad Asia, Europa e Stati Uniti, rappresentativi di oltre il 50% della popolazione mondiale. Secondo quanto emerge dalla survey; in Europa nel complesso aleggia un certo pessimismo tanto per la percezione dell'attuale situazione economica tanto per le previsioni per il prossimo anno e questo dato risulta particolarmente accentuato nei peaesi della vecchia Europa.. In questo contesto l'Italia conferma la tendenza, ormai nota, a vedere più nero di quanto sia la realtà, distinguendosi come il paese europeo in cui il pessimismo è maggiormante accentuato. I consumatori, infatti, sostengono in misura preponderante che l'economia nel corso degli ultimi 6 mesi abbia subito un peggioramento e rimane consistente anche la percentuale di coloro che non si attende una ripresa a breve. E' da notare, però, che la quota di coloro che indicano un miglioramento aumenta di 11 punti percentuali tra la valutazione del recente passato e la previsione per il prossimo futuro, ad indicare la prossimità di un punto di svolta. Il dato non sorprende più di tanto se si tiene conto delle relazioni che esistono tra il ciclo psicologico e quello materiale ed economico. Se è vero, infatti che è necessario un miglioramento del clima di fiducia dei consumatori per innescare una ripresa dei consumi e, di conseguenza favorire l'economia, è altrettanto vero che affinchè si assita ad un rasserenamento del sentimento psicologico dei consumatori non bastano timidi segnali di ripresa economica ma sono necessari eventi in grado di sradicare il pessimismo che la crisi economica perdurante degli anni passati ha sedimentato. Attualmente l'Italia si trova ad attraversare una fase in cui grandi eventi di rilievo non si sono ancora manifestati ma il susseguirsi di numerosi modesti segnali di ripresa degli indicatori economici stanno cominciando a orientare lentamente verso il sereno il sentiment della popolazione. Ciò sta permettendo di metabolizzare gradatamente gli shock derivanti dai numerosi scandali sia internazionali che locali che hanno interessato l'economia negli ultimi anni. Considerando l'Italia in confronto agli altri paesi europei, la valutazione negativa del recente passato economico risulta non lontana da quella data dai francesi e il nostro Paese può essere accomunato anche alla Germania per la presenza di una rilevante percentuale della popolazione che non crede ad un miglioramento nel prossimo anno. A livello mondiale la valutazione negativa dei sei mesi appena trascorsi risulta peggiore solo in Corea e nelle Filippine (rispettivamente con 78% e il 74% di individui che dichiarano che la situazione economica è peggiorata vs il 69% italiano), mentre per quanto riguarda le ipotesi per il futuro l'Italia, considerando il numero di persone che si attendono un ulteriore peggioramento per l'anno prossimo, risulta essere preceduta solo dall'Olanda (48%), seguita da altri 2 paesi europei: Francia (42%) e Gran Bretagna (42%). Le preoccupazioni economiche non penalizzano i consumi! Nonostante le preoccupazioni per l'andamento economico, coerentemente con la tendenza evidenziata a totale Europa, anche in Italia le abitudini di spesa, una volta soddisfatti i bisogni essenziali, risultano sorprendentemente elevate. Per diverse voci di consumo questa tendenza risulta nel nostro paese addirittura maggiore rispetto alla media europea. Trova conferma, però, anche la radicata propensione degli Italiani al risparmio: la percentuale di persone che dichiarano di risparmiare (42%) è inferiore in Europa solo a Belgio (44%) e Olanda (49%). Se la quota di risparmiatori risulta elevata se comparata con il resto dell'occidente (34% media Europa; 23% Stati Uniti), il dato non risulta però distante dalla media registrata nei paesi asiatici (49%). Un'altra evidenza della ricerca, che conferma le abitudini italiane, è il modesto ricorso al debito, alle carte di credito, al credito al consumo. E' noto, infatti, che la tendenza all'indebitamento, molto elevata in altri paesi, quali Stati Uniti (dove addirittura il consistente indebitamento delle famiglie è diventato un problema), ma soprattutto nei paesi asiatici, non è molto radicata in Europa, ad eccezione della Gran Bretagna, dove è molto sentita l'influenza statunitense. Il dato relativo all'Italia risulta 4 punti percentuali inferiore alla media europea. Considerando le voci di consumo, è interessante osservare come, se già la media europea di coloro che ritengono l'intrattenimento fuori casa una voce di spesa fondamentale risulta sopra la media globale (+3%), il dato per l'Italia emerge decisamente sopra la media europea (+6%), posizionandosi al settimo posto nella graduatoria mondiale. Al primo posto in assoluto si trova, invece, la Spagna con il 60% di consumatori che attibuiscono grande rilevanza alle spese per intrattenimento fuori casa. L'italia emerge poi, all'interno del contesto di europeo, per la maggior frequenza di brevi vacanze all'interno del paese (+9%), maggior acquisto di beni appartenenti alla "nuova tecnologia" (+6%). Risulta invece meno rilevante la spesa per viaggi internazionali (forse per la paura del terrorismo che è avvertita in Italia più che nei restanti paesi europei?). In linea con la media europea, infine, le spese per la casa. Gli italiani sembrano quindi tenere ben presente il futuro, mantenendo un elevato livello di risparmio e non ricorrendo eccessivamente all'indebitamento, senza però rinunciare, nel presente, a numerose voci di spesa che vanno oltre il mero soddisfacimento dei bisogni essenziali. Le principali preoccupazioni degli italiani Le preoccupazioni riguardo l'economia e la sicurezza del posto di lavoro risultano le principali tanto in Europa e negli Stati Uniti che, soprattutto, in Asia. In Italia i timori legati all'andamento economico sono più sostenuti rispetto alla media europea (+3%), in linea con le valutazioni meno positive sulla congiuntura economica attuale e prospettica e a conferma della tendenza a vedere il bicchiere "mezzo vuoto" tipica degli italiani. Anche il timore per la sicurezza del proprio posto di lavoro risulta leggermente sopra la media europea (+2%), nonostante il mercato del lavoro italiano sia uno di quelli che meglio ha retto la crisi economica degli ultimi anni, che gli impatti sui posti di lavoro siano stati limitati e che le tutele dei lavoratori italiani siano particolarmente elevate. Rispetto al resto d'Europa, per gli italiani emerge un dato distintivo relativamente ai principali timori: il terrorismo è in assoluto la preoccupazione maggiormente avvertita. (22%, +9% verso la media Europea). La quota di coloro che temono attentati terroristici è superiore, comprensibilmente, solo in Gran Bretagna. Il nostro paese e la Gran Bretagna sono, inoltre, in cima nella classifica worldwide per quanto riguarda il timore del terrorismo; insieme, ovviamente, a Stati Uniti e Spagna. Infine, la continuità di Governo ha contribuito a non far avvertire la stabilità politica come una preoccupazione di rilievo: l'Italia risulta infatti sotto la media europea (-3%).
 
     
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