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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Novembre 2004
 
   
  Pagina3  
  UN VOLUME EDITO DA FMR: DI PIEVE IN PIEVE PAESI E CITTÀ DEL BOLOGNESE FRA IL SAMOGGIA E IL RENO  
   
  Bologna, 29 novembre 2004 - … Non è più facile, ai nostri giorni, vedere e impossessarsi del paesaggio di pianura, quel sentimento dello spazio che bisogna sempre abbracciare con lo sguardo salendo su una casa o montando su un argine del Samoggia o del Reno. È consigliabile, sull’esempio storico di Egnazio Danti e dei suoi collaboratori, guardarlo, osservarlo dal cielo. Tanto più che l’area suggerita da questo piacevole volume comprende la ricca pianura nord-occidentale della Bononiensis Ditio, la provincia insomma: essa è ben visibile, trovandosi a fare da paesaggio e sempre più vicino agli occhi d’ogni viaggiatore che si prepari a prender terra nell’aereoporto bolognese. Se il viaggiatore moderno ha bisogno di consigli, si può indicare l’arrivo dall’Adriatico e cioè da Trieste. Scavalcate le porte dell’Adriatico, le Alpi Giulie, l’aereo si immerge nel grande azzurro e verde del mare salso e presto scorge sulla sua destra la laguna di Venezia: in mezzo alla quale, di color verde smeraldo, la Serenissima è disegnata di rosa come un gamberetto. Già dopo pochi minuti l’ingresso sulla terraferma è all’altezza del delta torbido e sfrangiato in verde del Po, che diviene la corsia dell’aereo che perde quota. È una sensazione incredibilmente felice, un respiro che non finisce mai quando, all’altezza di Ferrara, appoggiata al Volano, anche noi, ascoltando il vecchio Icaro, voltiamo a sinistra, forse proprio per evitare l’Eridano e scansare antichi guai. Puntando su Pieve di Cento, oltrepassiamo il Reno e le sue anse di pioppi verdissimi. Appena di là, ritornati nelle terre del Boncompagni, comprese tra Sant’agata, Crevalcore e San Giovanni, ecco riemergere la perfetta centuriazione, i campi sarchiati iscritti nel magico quadrato della groma, il verde delle siepi compatte, i viali delle grandi ville che si disegnano con l’ombra umida al tramonto, i torrenti riottosi come il Samoggia, che rigano e strisciano come vogliono, loro e le loro storiche piene, il tabulato perfetto della pianura. Il fruscìo delle grandi ali esalta quell’indipendenza che ci siamo conquistati sfilando assai meno veloci sul paesaggio verde e rorido della grande pianura che amiamo…  
     
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