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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Novembre 2004
 
   
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  YAMAHA +47,4% DI VENDITE NEL 2004. EFFETTO VALENTINO ROSSI?  
   
  Bologna, 29 novembre 2004 - Sport System Europe, società bolognese specializzata in marketing sportivo, ha effettuato una ricerca per verificare quale sia, per i costruttori, l’effetto della partecipazione al Motomondiale sulle vendite di moto. Per realizzare questa analisi sono stati utilizzati i dati di vendita delle moto (fonte: Ancma / periodo gennaio-ottobre 2004), sul mercato italiano che può essere considerato, per molti aspetti, un indicatore significativo. Per avere a disposizione l’andamento delle vendite su base pluriennale, sono stati considerati, inoltre, i dati di vendita relativi agli anni 2001, 2002 e 2003. Ecco che cosa è emerso. Yamaha, nel periodo gennaio – settembre 2002, perdeva il 2% del mercato rispetto all’anno precedente e, nella classifica delle moto più vendute nel settore delle sportive, vedeva solamente la Yzf R6 (4.149 pezzi) e la Yzf R1 (3.223 esemplari) in posizioni non certo brillanti. Honda, invece, poteva guardare tutti dall’alto al basso con la sua Hornet 600 al primo posto (ben 9.390 pezzi immatricolati) e i due elementi più pregiati come la Cbr 600 e la Cbr Fireblade 1000 con 5.980 esemplari la prima e 4.115 la seconda. Pur vendendo oltre 5.000 pezzi in meno rispetto all’anno precedente, Honda riusciva ad essere il primo produttore in assoluto, con una quota di mercato pari al 22,69%. Yamaha non stava certo meglio: 10.000 moto in meno rispetto al 2001 e terzo posto, dopo la Piaggio, con una quota del 12,54%. Il mercato, due anni fa, era in una situazione di crisi e si vendevano quasi 30.000 moto in meno ogni anno. Oggi la situazione è molto diversa: Yamaha, pur non riuscendo a scalzare la Honda Hornet dal primo posto (che ha venduto anche nel 2004 8.517 pezzi), ha ottenuto il secondo con la Fz6 (5.527 moto immatricolate), e il quarto con la Yzf R1 (4155 esemplari). E non dimentichiamo, la Yzf R6 che ne ha vendute 2.205. Le Honda hanno subito la pressione e si piazzano dietro l’R1, con poco più di 7.000 moto tra Cbr 600 e Cbr 1000. Il mercato, pur non subendo variazioni da un punto di vista della classifica, è ora suddiviso in questa maniera: 21,2% per Honda (4,3% in meno di moto immatricolate rispetto al 2003) e 16,8% per Yamaha (addirittura +47,4% sul 2003). E i costruttori di casa nostra? Dopo la straordinaria stagione d’esordio, Ducati ha dovuto fare i conti con la realtà: solo l’ottavo posto nel campionato piloti e il terzo in quello costruttori (alle spalle di Honda e Yamaha). In Italia, la casa di Borgo Panigale ha segnato una riduzione del 4% delle immatricolazioni, andamento che si è potuto rivedere in molti Paesi con i quali Ducati ha contatti. Unico segno positivo il +20% delle vendite negli Stati Uniti. I segnali che arrivano dalle vendite sono scaturiti da un target Ducati diverso rispetto a quello delle grandi case giapponesi: la casa bolognese vanta, negli States, il fascino del Made in Italy, a cui va aggiunto il “quid” del brand Ducati che, in un Paese dove la Motogp ha influenza minima (nessun Gp disputato nel 2004, sarà reinserito, dopo dieci anni, quello di Laguna Seca solo per la Motogp dal 2005; nessun pilota in grado di lottare per il titolo), rende il mercato statunitense in forte espansione. Le cifre, in generale, parlano di un –36% nei ricavi dalle vendite nel trimestre Luglio – Settembre 2004 rispetto ad un anno fa, mentre il margine lordo è stato pari al 43,3% dei ricavi, in crescita rispetto al 37,7% del terzo trimestre dell'anno precedente. Il caso Aprilia, invece, appare più complesso per una situazione economica particolarmente instabile e scelte di mercato diverse dalle concorrenti: i prodotti offerti coprono, oltre alla fascia dei “mille” anche quella dei 125 e 250cc, cosa che non accade per gli altri costruttori. Ma, in Italia, le cilindrate minori sono scarsamente considerate e Aprilia, pur essendo leader nelle vendite delle moto di tali cilindrata, non genera fatturati particolarmente elevati. Nonostante il dissesto economico, la casa di Noale è riuscita a conservare una posizione di rilievo nel campionato mondiale 2004 nelle classi 125 e 250, chiudendo, come costruttore, rispettivamente al primo e secondo posto. In Motogp, come accade da qualche anno, non riesce ad emergere. Scarsissima visibilità nella classe regina ha portato, parallelamente, a scarse vendite del prodotto corrispondente. La Yamaha, sull’onda dei successi, in primavera metterà in vendita la R46 Valentino Rossi, nata da uno schizzo di Valentino, sarà commercializzata in tiratura limitata. Bruno Bernardini, Direttore Generale di Sport System Europe, intervistato sull’argomento, ha dichiarato che: “La partecipazione dei costruttori al Motomondiale, dimostra di essere una condizione necessaria ma non sufficiente per influenzare l’andamento del mercato sia in Italia, sia a livello internazionale. Certamente la presenza delle Case in un evento di così grande risonanza e visibilità (solo in Italia: oltre 207 ore di copertura Tv, più di 44 milioni di contatti generati, 8 italiani su 10 hanno visto in Tv il Motomondiale) genera effetti positivi sulla credibilità e sull’immagine di marca. Questi effetti sono in grado di influenzare le vendite sia del segmento “sportivo”, sia di quello “tradizionale” ma, da soli, dimostrano di non essere sufficienti. Infatti, in questo caso, l’importante non è solo partecipare ma è, soprattutto, vincere. La vittoria è in grado di spostare le quote di mercato, come dimostra il dato Yamaha che ha fortemente investito su Valentino Rossi. Questo dato è confermato, in senso negativo, dal non buon andamento sportivo di Ducati che si ripercuote anche sul mercato. Anche il dato di Aprilia deve far riflettere: se si vince ma non si lavora su prodotti di successo, la situazione diventa difficile: si investe molto ma i ritorni in termini di fatturato non si generano.”  
     
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