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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Novembre 2004
 
   
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  UN VACCINO PER I TUMORI DEL COLON RETTO  
   
  Milano, 29 novembre 2004 - Da studi immunobiologici condotti in collaborazione tra l'unità operativa di Immunoterapia dei tumori umani diretta da Giorgio Parmiani e l'Unità operativa di chirurgia colo-rettale diretta da Ermanno Leo, emerge una notizia di grande importanza. Da una casistica dell'Istituto dei Tumori, si è evidenziato un possibile ruolo del sistema immunitario nel ridurre la progressione dei tumori del colon retto. La presenza di linfociti (globuli bianchi specializzati a reagire contro le malattie) all'interno del tumore primario (asportato chirurgicamente) è risultata essere un fattore prognostico positivo. Nel corso degli ultimi tre anni è stato anche dimostrato che nel sangue dei pazienti affetti da questo tumore sono presenti dei linfociti capaci di vedere e distruggere in vitro le cellule tumorali che presentano determinate proteine, dette antigeni. In particolare il lavoro dei due gruppi ha consentito di individuare un nuovo bersaglio che le difese naturali (immuni) dei pazienti possono aggredire sulle cellule neoplastiche: la proteina detta survivina. Questa proteina è abbondantemente presente nelle cellule dei carcinomi colo-rettali, ma non nelle cellule normali, e rappresenta quindi un bersaglio specifico di terapia. E' infatti la survivina, come indica il nome, a permettere alle cellule di sopravvivere e proliferare. E' stato dimostrato che i linfociti dei pazienti possono riconoscere questa proteina e distruggere in vitro le cellule neoplastiche. A questo punto – ed è la novità di questo congresso – è stato deciso di passare alla fase clinica: non più in vitro, ma sui pazienti. E' stato perciò programmato uno studio clinico di vaccinazione nei pazienti con recidive localizzate non curabili con i farmaci tradizionali. A questi soggetti sarà somministrato un vaccino consistente in peptidi (frammenti di proteine) di survivina e di un altro antigene, il Cea (o antigene carcinoembrionale espresso dalle cellule tumorali) già in precedenza utilizzato. Il protocollo, approvato dal Comitato scientifico e dal Comitato etico dell'Istituto, verrà attivato tra poche settimane. Inizialmente prevede il trattamento di un piccolo gruppo di malati (15). Se i risultati saranno positivi, la vaccinazione verrà estesa ad un numero maggiore di pazienti.  
     
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