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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Dicembre 2004
 
   
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  RIVOLUZIONE ON-LINE, CREATIVE COMMONS LIBERA IL COPYRIGHT E LANCIA IN ITALIA NUOVE LICENZE  
   
  Milano, 14 dicembre 2004 – A Torino presso la Sala Conferenze Fondazione Giovanni Agnelli (Via Giacosa 38 - primo piano) il prossimo 16 dicembre Creative Commons, presenterà il lavoro di adattamento all’ordinamento giuridico italiano delle proprie licenze. Attraverso queste licenze autori ed editori potranno infatti scegliere un grado di protezione intermedio per la tutela di foto, musica, testi, film e materiali educativi; le loro opere avranno infatti la dicitura “alcuni diritti riservati” invece della tradizionale tutela “tutti i diritti riservati”. L’evento, sponsorizzato da Questar permetterà ai partecipanti la comprensione delle principali caratteristiche delle licenze Creative Commons, analizzando inoltre le esperienze dei progetti nell’utilizzazione delle suddette licenze. Creative Commons offre gratuitamente strumenti legali specifici in tredici diversi Paesi, in particolare grazie ad un network di artisti, avvocati e tecnici è già in grado di fornire innovative licenze di copyright in Austria, Belgio, Brasile, Olanda, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti, Taiwan, Canada e Spagna. Lo staff di Creative Commons di San Francisco e Berlino ha lavorato a stretto contatto con il professor Marco Ricolfi del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Torino per adattare le licenze all’ordinamento giuridico italiano. Il professor Ricolfi è un eminente ricercatore che si occupa degli argomenti inerenti le leggi relative alla proprietà intellettuale e tramite la sua attività ha costituito un importante network di colleghi e volontari italiani che hanno dato il loro importante contributo al progetto Creative Commons. “Il nostro obiettivo è stato quello di portare in Italia lo spirito delle licenze Creative Commons. In questo modo abbiamo cercato di conservare gli elementi chiave delle licenze originali degli Stati Uniti facendo attenzione alle specifiche della legge italiana. La discussione pubblica relativa a questi argomenti così come l’aiuto che ci è arrivato da più fronti ci hanno permesso di fornire delle soluzioni che ponderano le esigenze giuridiche pur introducendo un nuovo metodo di condivisione", precisa Ricolfi. Oltre al Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Torino anche l’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni (Ieiit-cnr) ha sottoscritto nel 2003 un memorandum of understanding con Creative Commons, divenendo “Affiliate Institutions” italiana e assumendo l’incarico di tradurre e adattare i contratti delle licenze Creative Commons al nostro ordinamento giuridico. “Negli ultimi mesi abbiamo collaborato strettamente con l’Università di Torino e l’Ieiit-cnr” afferma Lawrence Lessig, professore alla Stanford Law School e presidente di Creative Commons, e prosegue: “Ci tengo a complimentarmi in prima persona con il Professor Ricolfi per l’eccellente lavoro”, e conclude:“L'espansione a livello mondiale del progetto Creative Commons è una delle priorità principali della nostra organizzazione quest’anno, il Professor Ricolfi e l’ Università di Torino sono stati sono stati un'ispirazione importante per la diffusione delle licenze Creative Commons in tutta Europa, siamo perciò desiderosi di continuare il lavoro che hanno contribuito ad ispirare." "Dopo l'Italia, aspettiamo con impazienza di aggiungere il Regno Unito alla lista dei Paesi che potranno rendere disponibili le licenze in breve tempo" afferma Christiane Asschenfeldt, coordinatore internazionale di Creative Commons a Berlino. "Ringrazio gli amici di Creative Commons di tutto il mondo per il loro impegno e il loro prezioso aiuto che ha contribuito a decretare il successo di questo progetto". "Questar è sempre attenta all'evoluzione dello scenario delle soluzioni disponibili per la migliore espressione di tecnici, artisti, programmatori e riteniamo Creative Commons, in particolare nel nuovo adattamento italiano, un'aggiunta importante a queste e quindi volentieri ne sponsorizziamo la diffusione." conclude David Orban, Ceo di Questar. Creative Commons fornisce nuovi strumenti legali disponibili gratuitamente dal sito www.Creativecommons.it  All’indirizzo http://www.Creativecommons.it/comefunzionacc.php  è possibile avere maggiori informazioni sulle licenze Creative Commons e sulla condivisione delle opere.  
     
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