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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Dicembre 2004
 
   
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  INDAGINE BEST WORKPLACES ITALIA 2005  
   
  Milano, 15 dicembre 2004 - Si è conclusa anche la quarta edizione della Ricerca del Great Place to Work• Institute Italia (Gpwi) volta ad individuare le “35 migliori aziende per cui lavorare in Italia” - Best Workplaces Italia 2005: l’indagine ha emesso il suo verdetto, ma la selezione è stata davvero importante: più di 600 aziende, estratte da un data base di più di 2000, sono state contattate e di queste sono un centinaio quelle i cui dipendenti sono stati chiamare a dare un voto sulla qualità del clima organizzativo nelle loro azienda, rispondendo ad un questionario assolutamente anonimo. Scorrendo la classifica, troviamo aziende famose, importanti, di ogni settore industriale, ma potrebbe anche sorgere una domanda: questo risultato rappresenta davvero quanto di meglio si possa trovare tra le aziende italiane in tema di qualità dell’organizzazione del lavoro? “Non posso affermare che le aziende della nostra classifica siano le sole ad aver realizzato eccellenti ambienti di lavoro- dice Gilberto Dondé, Amministratore Delegato del Gpwi - ma posso dire con assoluta certezza che sono quanto di meglio si possa trovare fra le organizzazioni che operano nel nostro paese. La nostra non è un’indagine statistica, si realizza fra aziende già selezionate mediante la nostra continua ricerca di ambienti di lavoro eccellenti: è ad esse che proponiamo di partecipare all’indagine”. Giunti alla quarta edizione dello studio, è possibile fare qualche bilancio: la prima cosa che balza all’occhio è che, ancora una volta, la presenza delle aziende multinazionali supera quella delle imprese italiane, sintomo di una consolidata cultura organizzativa e di management, ma anche di una maggior abitudine ad accettare la sfida e a confrontarsi con gli altri su questi temi. Delle 35 aziende presenti nella classifica di quest’anno, 11 sono state in classifica in tutte le quattro edizioni e 7 in tre delle quattro:sono quelle che a Great Place to Work considerano “i campioni della continuità nell’eccellenza”.
i campioni di continuità nell'eccellenza della classifica 2004(*)
Sempre qualificati Tre anni su quattro
Agilent Technologies Diageo
American Express Eli Lilly
Binda W.l. Gore
Computer Associates Hewlett - Packard
Cisco Johnson Wax
Europ Assistance Pfizer
Fater Unes
Federal Express
Johnson & Johnson
Loccioni
Novartis
ottenere e mantenere la posizione di eccellenza richiede sforzo, perché la fiducia nel management, l’orgoglio per il proprio lavoro e per l’azienda, lo spirito di squadra, non sono mai qualcosa di acquisito, ma piuttosto sono fattori che bisogna confermare in continuazione, sostenendo sforzi consistenti termini di risorse, solo in minima parte economiche: “È come se una squadra di basket o pallavolo –dice Dondé - che si qualifica un anno alla fase delle “final four” – e la classifica delle 35 equivale alle final four -decidesse che, visto che è forte e la rosa dei giocatori è di valore, non fosse necessario apportare nessun cambiamento ….. Ma ogni anno si riparte da zero e confermarsi è tuttaltro che facile!” Il miglioramento della percezione dell’ambiente di lavoro nelle aziende italiane subisce quest’anno una battuta d’arresto, rispetto all’aumento costante degli anni precedenti: tutti gli indicatori presentano una pur lieve tendenza al ribasso rispetto all’anno precedente, pur attestandosi su livelli superiori a quelli dei primi due anni. Secondo Antonino Borgese, senior partner di Gpwi, “non si può dire che si tratti di una inversione, ma certo è un segnale di attenzione, forse dovuto al prolungarsi della situazione che caratterizza il panorama economico ed industriale, cosa che non può non avere influenza sulla percezione che i dipendenti hanno del loro essere in azienda”. Quattro anni di vita della ricerca sicuramente hanno consentito di mettere a fuoco i trend, degli aspetti che più di altri caratterizzano il modo in cui le aziende dimostrano attenzione al tema della qualità dell’ambiente di lavoro. “Il tema che ha mostrato di impegnare maggiormente le aziende in questo periodo – afferma Antonino Borghese - è stato quello della cura ed attenzione dell’azienda nel dare risposte ad alcune esigenze dei dipendenti non solo come lavoratori ma anche come individui” Si assiste ad una ricerca diffusa di un miglior equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata, non limitata al lancio di iniziative volte a facilitare la vita del dipendente e della sua famiglia: assicurazioni sanitarie integrative, polizze pensionistiche, ma anche spesa presso il posto di lavoro, convenzioni, ecc. Diverse aziende hanno cominciato ad intervenire con determinazione sull’organizzazione del lavoro in modo da rendere possibile una miglior gestione del tempo alle persone. E così ecco che alcune organizzazioni decidono che le riunioni non devono cominciare dopo una certa ora per evitare il prolungarsi oltre il normale orario di lavoro. Il venerdì pomeriggio libero si sta allargando ad un numero di aziende sempre più ampio. Il part time viene concesso con sempre maggior frequenza anche a persone con posizione manageriale. Il lavoro a casa che incontra una sempre maggior diffusione. Accanto a questo tema, e sempre nell’ottica della cura alla persona, si sono moltiplicati benefit aziendali offerti a dipendenti per rispondere ai loro bisogni: e così si sono moltiplicate le iniziative per fornire loro molteplici e differenziate possibilità quali la palestra, la piscina o altri impiant sportivi disponibili in azienda corsi non legati all’attività lavorativa o servizi di assistenza specialistici (sanitari -second opinion -, di natura economica e fiscale, psicologici per aiutare i dipendenti con problemi extra lavorativi, per adozioni internazionali, ecc.). Infine si è evidenziata la necessità per l’azienda di comunicare quanto fa a favore dei propri dipendenti con maggiore continuità e chiarezza: la percezione che i collaboratori hanno della volontà aziendale di comunicare è andata costantemente aumentando in questi ultimi anni, seppur con una piccola flessione nell’ultimo anno: mentre la tecnologia amplifica, con email e intranet sempre più sofisticate, la capacità comunicativa dell’organizzazione, i dipendenti chiedono con sempre maggiore insistenza di comunicare maggiormente faccia a faccia con i propri capi.
 
     
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