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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Dicembre 2004
 
   
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  STRUTTURA E CARATTERISTICHE DELL’ARTIGIANATO LOMBARDO  
   
  Milano, 20 gennaio 2004 - A livello nazionale alla fine del 2003, le imprese artigiane registrate presso le Camere di Commercio sono 1.444.569, ovvero circa l’1% in più rispetto all’anno precedente. Per l’economia lombarda, in particolare, l’artigianato, costituito prevalentemente da microimprese, rappresenta una colonna portante. Infatti le microimprese – ovvero imprese che hanno al massimo 10 dipendenti – sono in Lombardia 733.143, rappresentando il 94% della struttura produttiva regionale, a sua volta composta da 780 mila imprese. Nelle microimprese lavorano circa 1.400.000 addetti, pari al 37,5% dell’occupazione lombarda e solo il 30,7% degli addetti è dipendente dell’impresa in cui operano. La vitalità del comparto in regione Lombardia è testimoniata dalla tendenza alla crescita del numero di imprese iscritte agli Albi Artigiani, che passano da circa 249.000 nel 1998 a oltre 261.000 nel 2003 (+ 4,8%). Il saldo positivo deriva dalla forte natalità delle imprese, superiore a un tasso di mortalità che si mantiene comunque piuttosto elevato. Va evidenziato come la crescita degli ultimi anni sia totalmente da attribuire al settore delle costruzioni, passato in soli due anni da 80.000 aziende (32,2% del totale artigianato) a 92.000 (35,5%). Nello stesso periodo l’insieme del manifatturiero perde circa 1.500 aziende, scendendo dal 33% del totale al 31,2%. Soffre anche il settore delle riparazioni, mentre si mantengono su valori sostanzialmente costanti gli altri principali comparti (trasporti, servizi di pulizia, servizi alla persona). Le imprese artigiane lombarde – in sostanziale analogia a quanto avviene su scala nazionale – si distribuiscono in misura abbastanza equilibrata tra i 3 macrosettori: • manifatturiero (31,4%), • costruzioni (35,5%), • servizi (31,9%), con un residuo nei settori agricoli e estrattivo (1,2%). Per quanto concerne la distribuzione territoriale, le imprese artigiane sono diffuse su tutto il territorio lombardo. In termini assoluti emergono naturalmente le province con maggiore popolazione, cioè Milano, Brescia e Bergamo. Più interessanti sono i termini relativi, rapportati alla popolazione presente: in questo caso Milano risulta all’ultimo posto sia in termini di imprese che di addetti (e presenta anche la minore dimensione media delle imprese, anche perché più concentrate nei servizi), mentre si conferma il ruolo di Brescia e Bergamo e si collocano sostanzialmente al loro livello Como e Mantova. Sotto l’aspetto della congiuntura produttiva l’artigianato risulta in flessione in tutte le province, anche se con differenze non marginali. I risultati peggiori lungo tutto il biennio 2002/2003 si riscontrano a Milano e Varese (quasi sempre oltre il –4%), alle quali si aggiungono nel 2003 Pavia, Cremona e Mantova. Nella media negativa si mantengono tendenzialmente Como, Sondrio e Brescia. Risultati migliori della media, a partire dal Iv trimestre 2002, ottengono invece Bergamo e Lodi.  
     
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