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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Dicembre 2004
 
   
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  LA CONSULTAZIONE SUL FUTURO DELLA RICERCA EVIDENZIA L'AMPIO APPOGGIO ALLE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE  
   
  Bruxelles, 21 dicembre 2004 - I risultati della consultazione della Commissione sul futuro della politica di ricerca europea mostrano un generalizzato sostegno alle proposte della Commissione, ma anche la necessità di chiarire alcuni punti. Nel giugno 2004 la Commissione aveva pubblicato le linee orientative per la futura politica dell'Ue a sostegno della ricerca, nelle quali veniva delineata una struttura 6+2. I sei assi principali sono: creare poli di eccellenza; lanciare iniziative tecnologiche in settori industriali fondamentali; stimolare la concorrenza tra team di ricerca fondamentale; rafforzare le risorse umane; sviluppare infrastrutture di ricerca d'interesse europeo; migliorare il coordinamento dei programmi nazionali. I 'più due' sono due aree relativamente nuove di finanziamento della ricerca da parte dell'Ue: spazio e sicurezza. In seguito alla consultazione, la Commissione ha ricevuto oltre 1.700 risposte, numerosi commenti scritti su vari aspetti della comunicazione, e circa 100 documenti di posizione. I sei principali obiettivi indicati nelle linee orientative sono stati bene accolti in più dell'80% delle risposte, e alcune priorità si sono dimostrate particolarmente popolari. Ad esempio, oltre il 95% delle risposte indica che rendere l'Europa più interessante per i ricercatori eccellenti è 'molto importante' o 'importante', mentre oltre il 90% considera altrettanto importante dar vita ai centri di eccellenza. Le risposte scritte mostrano che per partecipare al dibattito gli operatori hanno bisogno di maggiori informazioni su alcune proposte, in particolare se in rapporto con la ricerca fondamentale e le iniziative tecnologiche. In quest'ultimo caso, le risposte segnalano come condizioni indispensabili per il successo trasparenza, apertura e chiarezza nelle 'regole del gioco'. Sono state anche richieste maggiori informazioni sui piani per appoggiare le infrastrutture d'interesse europeo, in particolare sui criteri che definiscono 'l'interesse europeo' e sui meccanismi di finanziamento previsti. Le risposte hanno sottolineato la necessità che la priorità copra un ampio spettro di discipline, incluse le scienze sociali e umanistiche. Spazio e sicurezza hanno ricevuto un'accoglienza meno favorevole di quella riservata ai sei principali obiettivi: il 24,1% considera lo spazio 'molto importante' e il 40,4% lo ritiene 'importante', mentre per la sicurezza le due opzioni raccolgono rispettivamente il 27,2% e il 37,2% delle preferenze. Le risposte scritte hanno sottolineato la necessità di un equilibrio tra libertà fondamentali, diritti umani e valori sociali. Agli operatori sono stati sottoposti anche vari altri punti trattati nel documento della Commissione (tra cui competitività industriale, attenzione particolare ai temi fondamentali, amministrazione, scienza e società). L'88,3% delle risposte (soprattutto da parte delle grandi aziende) ritiene 'molto importante' o 'importante' la competitività industriale. I commenti scritti sottolineano il valore delle misure specifiche per le Pmi (Piccole e medie imprese), ma chiedono un bilancio maggiore per ridurre l'eccesso di contribuzione. Numerose risposte mettono tuttavia in dubbio i criteri per distinguere le Pmi dalle altre aziende, soprattutto quelle di poco più grandi. I commenti scritti sottolineano anche la necessità che l'innovazione venga considerata parte integrante dei progetti di ricerca dell'Ue, e chiedono che il criterio venga preso in conto in fase di valutazione e che i diritti di proprietà intellettuale siano inseriti nei contratti dei programmi quadro. Un elevato numero di risposte ha appoggiato l'idea di prevedere nei programmi quadro un aspetto 'scienza e società', mentre molte hanno ricordato la necessità di collegare meglio scienza e società in generale. Alcune risposte hanno però espresso scetticismo, ribadendo che le considerazioni sociali non dovrebbero avere la precedenza sui criteri scientifici. Alcuni operatori hanno anche messo in guardia sul maggior lavoro amministrativo che tali considerazioni implicano. Il numero più elevato di risposte (540) è stato inviato dai singoli, seguiti da università e istituti d'istruzione superiore (456); ma non mancavano grandi aziende, Pmi (Piccole e medie imprese), organismi governativi e associazioni. Il paese più attivo è stata la Germania (258 risposte), seguita da Belgio, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna, che hanno inviato oltre 100 risposte. La Commissione ritiene che le risposte ricevute 'forniscano un'importante indicazione dei punti di vista della comunità di ricercatori e di utenti della ricerca', ma il basso tasso di risposta di alcuni Stati membri (in particolare i nuovi) significa che alcuni paesi sono poco rappresentati. Per l'analisi della consultazione: http://dbs.Cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?action=d&session=&doc=1&tbl=en_docs&rcn=en_rcn:6523005&caller=docs_lib  
Per seguire le discussioni sul futuro della politica di ricerca europea: http://www.Cordis.lu/era/fp7.htm
 
     
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