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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Dicembre 2004
 
   
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  FISCALITÀ - PROCEDURE DI INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA PER OMESSA COMUNICAZIONE DELLE MISURE DI ATTUAZIONE IN DIRITTO INTERNO DI DUE DIRETTIVE EUROPEE  
   
  Bruxelles, 21 dicembre 2004 - La Commissione europea ha deciso di adire la Corte di giustizia contro la Repubblica italiana per omessa comunicazione delle misure di attuazione in diritto interno della direttiva 2002/94/Ce sull'assistenza reciproca in materia di recupero di crediti fiscali. Inoltre, la Commissione ha trasmesso allo stesso Stato membro una richiesta formale invitandolo a comunicare le misure adottate per attuare in diritto interno la direttiva 2003/96/Ce del Consiglio, del 27 ottobre 2003, che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. La richiesta formale è stata trasmessa sotto forma di parere motivato, seconda fase della procedura d’infrazione prevista dall'articolo 226 del trattato. In assenza dell'adozione di misure intese a conformare la legislazione italiana alla direttiva entro due mesi dal ricevimento del parere motivato, la Commissione potrà decidere di sottoporre anche questo caso alla Corte di giustizia delle Comunità europee. Direttiva 2002/94/Ce La direttiva 2002/94/Ce della Commissione del 9 dicembre 2002 reca talune modalità di applicazione della direttiva 76/308/Cee, del 15 marzo 1976, sull'assistenza reciproca in materia di recupero dei crediti risultanti da alcuni contributi, dazi, imposte ed altre misure. Le modificazioni riguardano in particolare le informazioni da trasmettere all'autorità richiedente, la notificazione al destinatario di atti o di decisioni che lo riguardano, l'adozione di provvedimenti cautelari e il recupero di crediti da parte dell'autorità adita per conto dell'autorità richiedente. La direttiva costituisce un elemento importante nell'ambito della cooperazione tra gli Stati membri ai fini di una corretta applicazione delle disposizioni fiscali e della lotta contro la frode. La direttiva prevedeva, all'articolo 30, che gli Stati membri adottassero le disposizioni necessarie a conformare la loro legislazione entro il 30 aprile 2003 e che ne informassero immediatamente la Commissione. Non avendo l'Italia informato la Commissione delle disposizioni adottate per conformarsi alla direttiva in questione, la Commissione ha trasmesso alla Repubblica italiana, con lettera del 19 dicembre 2003, un parere motivato in forza dell'articolo 226 del trattato Ce invitando l’Italia a prendere le misure necessarie entro due mesi dal ricevimento dello stesso. Il 1° marzo 2004 l’Italia ha comunicato alla Commissione che un progetto di legge era in corso d'esame e che l'avrebbe informata non appena fosse stato adottato. A quanto consta alla Commissione, che non ha ricevuto alcuna comunicazione in proposito, tale progetto non è ancora stato adottato. Direttiva 2003/96/Ce La direttiva 2003/96/Ce del Consiglio del 27 ottobre 2003 estende il regime delle aliquote minime comunitarie, precedentemente limitato agli oli minerali, a tutti i prodotti energetici, in particolare carbone, gas naturale ed elettricità. La direttiva più in particolare riduce le distorsioni della concorrenza attualmente esistenti tra gli Stati membri a causa dell'applicazione di aliquote d'imposta divergenti. Essa inoltre rafforza le misure intese ad incoraggiare un uso più efficace dell'energia, al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia e limitare le emissioni di biossido di carbonio. La direttiva prevedeva, all'articolo 28, che gli Stati membri adottassero e pubblicassero le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro il 31 dicembre 2003 e che ne informassero immediatamente la Commissione. Non avendo l'Italia informato la Commissione delle disposizioni adottate per conformarsi alla direttiva in questione, la Commissione, con lettera del 22 marzo 2004 e secondo la procedura di cui all'articolo 226 del trattato Ce, ha posto la Repubblica italiana in condizione di presentare, entro due mesi, le sue osservazioni in merito. A quanto consta alla Commissione, che non ha ricevuto alcuna risposta dell'Italia alla lettera succitata, tali misure non sono ancora state adottate.  
     
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