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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Dicembre 2004
 
   
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  NATALE ALL'INSEGNA DELL'AUSTERITY: GLI ITALIANI MANGERANNO MENO FRUTTA, VERDURE E PRODOTTI TIPICI. RIDOTTI ANCHE I CONSUMI DI VINO E SPUMANTE  
   
  La Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) lancia l'allarme: i forti rincari al dettaglio e la minore disponibilità economica frenano gli acquisti degli ortofrutticoli (meno 15 per cento rispetto allo stesso periodo del 2003) per le feste di fine d'anno. Per i Dop e gli Igp una flessione del 12 per cento. Si berrà e si brinderà con il 10 per cento in meno di bottiglie. Il doppio prezzo (origine e dettaglio) per evitare rialzi ingiustificati e manovre speculative. Meno frutta, verdure, prodotti tipici (insaccati e formaggi), vino e spumanti. Il Natale 2004 e le altre feste di fine anno saranno, per l'alimentazione, all'insegna dell'austerity e di consumi ridotti. A rilevarlo è la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori la quale, attraverso un’analisi condotta sull'intero territorio nazionale, mette in risalto una tendenza che ormai si è andata consolidando negli ultimi mesi e che con il prossimo periodo festivo sembra accentuarsi. Insomma, secondo la Cia, gli italiani, rispetto allo scorso anno, nelle festività natalizie tireranno la cinghia e, visti i prezzi che si registrano al dettaglio, ridurranno i consumi di molti prodotti ortofrutticoli e di quelli tipici e tradizionali (in particolare Dop e Igp). Berranno anche di meno e brinderanno con molta più parsimonia. Ma veniamo al dettaglio. Per frutta e verdura, nei giorni che vanno da Natale all'Epifania, si spenderanno poco più di un miliardo 300 milioni di euro, il 15 per cento in meno nei confronti dell'analogo periodo del 2003. Per i prodotti tipici la spesa (meno 12 per cento) si aggirerà attorno a un miliardo e 800 milioni di euro (di cui 700 milioni per Dop ed Igp), mentre per vini e spumanti il giro d'affari si attesterà su un miliardo 100 milioni di euro, con una flessione del 10 per cento. Secondo le elaborazioni e le proiezioni della Cia, i prodotti frutticoli che registreranno i maggiori cali nei consumi sono l'uva da tavola (meno 20 per cento), le arance (meno 10 per cento), le clementine (meno 5 per cento) e le pere (meno 6 per cento). Un andamento riflessivo dovrebbe aversi anche per la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi), tipica delle feste di fine anno, che diminuirà di circa l'8 per cento. Anche per i prodotti orticoli la musica non è certo buona. La Cia prevede una flessione del 10 per cento negli acquisti di cavolfiori, dell’8 per cento per le zucchine, del 15 per cento per la lattuga, del 10 per cento per il radicchio. Stesso discorso per i prodotti tradizionali delle nostre regioni, che vanno dal prosciutto di Parma a quello di San Daniele, dal culatello di Zibello al capocollo, alla soppressata di Calabria, allo zampone e al cotechino di Modena, dallo speck dell’Alto Adige al Lardo d’Arna della Val d’Aosta, dal gorgonzola al Parmigiano Reggiano, al Grana Padano, al Pecorino Romano e Sardo, alla mozzarella di bufala campana al caciocavallo Silano, dalle arance rosse di Sicilia alla nocciola del Piemonte, dalla lenticchia di Castelluccio ai capperi di Pantelleria, alla nocciola di Giffoni, dall'olio di oliva di Brisighella a quelli di Canino a quelli di Puglia, del Cilento della Riviera Ligure, della Sabina, dell‚Umbria e delle Valli Trapanasi, al pane casereccio di Genzano. Secondo la Cia, si avranno diminuzioni del 7 per cento per gli insaccati e i prosciutti e del 10 per cento per i formaggi. Ma anche per gli oli "firmati" la situazione non è migliore. Si annuncia un calo nei consumi del 5 per cento. Analogamente, le tradizionali lenticchie troveranno meno spazio nei cenoni di fine d'anno (meno 8 per cento). Sul fronte dei vini e degli spumanti, la diminuzione dei consumi sarà meno accentuata. Durante tutto l'arco delle feste verranno stappate 75 milioni di bottiglie di spumante (il 5 per cento in meno rispetto allo scorso anno) e si berranno nei pranzi e nelle cene oltre 155 milioni di bottiglie di vino. Complessivamente 230 milioni di bottiglie contro le 255 milioni del 2003. Quale la causa di questa evidente contrazione nei consumi di questi prodotti agroalimentari? Due per la Cia sono i motivi: il primo è relativo alle minori disponibilità economiche degli italiani; mentre il secondo è addebitabile al forte, e troppo spesso ingiustificato, incremento dei prezzi al dettaglio, in particolare di quelli ortofrutticoli, che si sta ormai registrando da molti mesi. Prezzi che sono anche cinquecento, seicento, settecento volte maggiori di quelli che vengono pagati all'origine al produttore agricolo. Da qui -ribadisce la Cia- l'esigenza di una maggiore trasparenza dei prezzi in tutta la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola. Trasparenza che la proposta della Confederazione per il doppio prezzo (origine e dettaglio) da apporre sui cartellini di vendita al consumo può certamente dare. In tale ottica si inserisce l’apposita Petizione Popolare, la cui raccolta di firme si sta svolgendo in tutta Italia. Con essa la Cia vuole assicurare sia il produttore che il consumatore attraverso una corretta informazione sul prezzo del prodotto nei vari passaggi. Insomma, una reale tracciabilità. In questo modo è possibile evitare rincari ingiustificati e manovre speculative che in troppe occasioni hanno destabilizzato i mercati. Si vuole così garantire un meccanismo di controllo dell'intera filiera agroalimentare, rendendo la dinamica dei prezzi più coerente con il mercato. Nello stesso tempo il consumatore potrà conoscere con esattezza il prezzo di origine e quello finale. Elemento questo che potrà evitare lievitazioni abnormi nei vari passaggi dell'intermediazione. La Petizione prevede anche l'istituzione di un organismo indipendente di sorveglianza e di controllo sulla formazione e sulla trasparenza dei prezzi, composto dai rappresentanti pubblici deputati e dalle organizzazioni interprofessionali riconosciute e rappresentative delle filiere agroalimentari fondamentali, in grado di monitorare costantemente il mercato. Fonte Cia, Confederazione italiana agricoltori.Infolink: www.cia.it  
     
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