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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Febbraio 2005
 
   
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  POLITICHE ECONOMICHE AL SERVIZIO DELLA STRATEGIA DI LISBONA  
   
  Bruxelles, 17 febbraio 2005 - La Plenaria è chiamata ad adottare una risoluzione in merito alla situazione dell'economia europea e alla relazione preparatoria sugli indirizzi di massima per le politiche economiche (Impe) in vista della riunione del Consiglio europeo di primavera, i cui lavori in materia saranno preparati dal Consiglio Ecofin il 17 febbraio e l'8 marzo prossimi. Più impegno degli Stati membri nell'applicazione della Strategia di Lisbona, garanzia della stabilità finanziaria, riforma del mercato del lavoro, maggiore concorrenza e promozione di un ambiente favorevole all'imprenditoria, riduzione della dipendenza energetica, più investimenti nella ricerca e nei servizi sociali, crescita del commercio internazionale. E' questa la ricetta che suggeriscono i deputati per rilanciare l'economia e creare nuova e migliore occupazione nell'Unione. Più in particolare essi deplorano i ritardi considerevoli accumulati nell'attuazione della strategia di Lisbona, «soprattutto nel settore delle riforme strutturali e del risanamento delle finanze pubbliche in un certo numero di Stati membri». Considerando che tali ritardi sono in parte attribuibili alla molteplicità degli obiettivi, i deputati accolgono con favore la fissazione delle priorità centrali da parte del gruppo presieduto da Wim Kok ed esortano gli Stati membri ad attuarle con determinazione. Nel ritenere poi che gli indirizzi di massima definiti negli Impe 2003-2005 non siano stati incorporati nella politica economica degli Stati membri, i deputati raccomandano di annettere una maggiore importanza alla crescita e alla creazione di posti di lavoro «attraverso l'incremento della concorrenza e della competitività nel quadro della strategia di Lisbona». L'articolazione dei diversi strumenti a disposizione dell'Unione, inoltre, va semplificata e migliorata, mentre il numero di relazioni o programmi va ridotto «avendo come obiettivo un maggiore impegno da parte degli Stati membri». La Commissione, poi, deve intensificare i propri sforzi volti a completare il mercato interno «in settori tuttora caratterizzati da compartimentazioni e restrizioni commerciali» e garantire eque condizioni di concorrenza in tutti i settori. I deputati intendono anche sottolineare che la stabilità finanziaria e il risanamento delle finanze pubbliche nonché i bassi tassi d'interesse derivanti dalla politica di stabilità della Bce «sono espliciti pilastri della strategia di Lisbona». Essi, poi, sostengono pienamente l'indipendenza della Banca centrale europea da «ogni influenza degli organi che determinano le politiche economiche sulla politica monetaria» e propongono di armonizzare le ipotesi economiche poste a base dell'elaborazione dei bilanci e i calendari di bilancio degli Stati membri della zona euro, tenendo conto delle scadenze fissate per l'elaborazione degli Impe e degli orientamenti per l'occupazione. La risoluzione ribadisce la richiesta che si proceda all'attuazione di riforme del mercato del lavoro«in uno spirito che assicuri equilibrio tra flessibilità e sicurezza», sottolineando che lo sviluppo di impieghi di qualità andrà di pari passo con un miglioramento della produttività del lavoro in Europa. Ma l'incremento della produttività, per i deputati, non basterà da solo a generare la crescita necessaria per coprire tutte le esigenze economiche e sociali nonché ad ovviare alle conseguenze dell'evoluzione demografica, soprattutto per i sistemi pensionistici e sanitari, pertanto si «rende ineluttabile un aumento generale dell'orario di lavoro». D'altra parte, preoccupati per la persistenza di un elevato tasso di disoccupazione e le insufficienti prospettive di aumento del tasso di occupazione, i deputati insistono affinché venga compiuto uno sforzo speciale «per consentire a tutte le persone disoccupate da più di sei mesi l'accesso ai servizi di consulenza e alla riconversione professionale» e, in tale contesto, sottolineano anche il ruolo cruciale delle piccole e medie imprese nella creazione di posti di lavoro. Inoltre, giudicando con favore la realizzazione di politiche volte a creare un ambiente favorevole alla promozione dell'imprenditoria e dello spirito d'iniziativa, dell'innovazione e della competitività industriale, i deputati ritengono che debba essere alleggerito «il fardello amministrativo» che grava sulle imprese ed eliminati gli ostacoli connessi alla fiscalità delle imprese, con un occhio di riguardo alle Pmi. Pertanto va semplificato il contesto regolamentare, diminuendo il livello generale della pressione fiscale nell'Unione europea e migliorando l'accesso delle Pmi alle fonti di finanziamento, in particolare ai capitali di rischio. Ma anche il settore dei servizi, che riveste notevole importanza per il Pil europeo in termini di occupazione, deve beneficiare della dovuta attenzione. Pertanto, oltre alla necessità di promuovere gli investimenti e l'innovazione nelle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, i deputati ritengono che si debba «aprire maggiormente tale settore ai privati e di incoraggiarvi lo spirito imprenditoriale». Nel ribadire poi l'auspicio di vedere l'Unione liberarsi gradualmente della sua dipendenza energetica grazie alla promozione di energie rinnovabili e al sostegno allo sviluppo di energie alternative al petrolio, come l'idrogeno, i deputati ritengono necessario aumentare l'efficienza delle forme di energia classiche e specialmente quelle che non mettono in pericolo gli obiettivi del protocollo di Kyoto. Gli Stati membri sono poi invitati promuovere gli investimenti nella ricerca e ad aumentare il finanziamento pubblico a favore della scienza e della ricerca. Ma anche gli investimenti nei servizi sociali per i deputati non vanno tralasciati. Essi insistono infatti sulla necessità di investire in posti di lavoro nel settore dei servizi e in particolare in quelli dell'istruzione, dei servizi sociali di prossimità, dell'assistenza all'infanzia e alle persone anziane e della collaborazione domestica. Nel constatare, infine, che un numero crescente di concorrenti, soprattutto Cina, India e Brasile, riescono spesso a fornire beni e servizi di analoga qualità a prezzi più competitivi di quelli europei, i deputati ritengono che la crescita del commercio internazionale libero e paritario sia al tempo stesso fonte di sviluppo per i paesi poveri e di creazione di nuovi mercati per i paesi sviluppati. La Commissione, pertanto, dovrà tener conto di tali considerazioni nei prossimi Impe.  
     
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