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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Febbraio 2005
 
   
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  INDUSTRIA TESSILE: QUALE FUTURO CON L'APERTURA DEI MERCATI?  
   
  Bruxelles - Sulla base di due interrogazioni orali alla Commissione e al Consiglio presentate da Luisa Morgantini (Gue/ngl, It), Enrique Barón Crespo (Pse, Es) e Giles Chichester (Ppe/de, Uk) a nome delle commissioni parlamentari da essi presiedute, l'Aula terrà un dibattito sulla situazione del settore tessile a seguito dell'abolizione delle quote di importazione e sulle misure adottate per tutelare l'industria europea. Le interrogazioni, in particolare, sottolineano il pericolo di un rafforzamento del «dominio sul mercato mondiale» di paesi quali la Cina che, «palesemente ignora una serie di obblighi che le incombono in quanto membro dell'Omc» come quello «di adottare pratiche compatibili con le condizioni di mercato e di aprire il suo proprio mercato». Gli interroganti, pertanto, chiedono alle due Istituzioni, se reputano adeguato il piano d'azione adottato ad ottobre dall'Esecutivo al fine di assistere l'industria tessile «nella lotta per la sopravvivenza». Inoltre, viene chiesto di indicare come, oltre alla pressione politica e diplomatica, abbiano tenuto conto delle misure suggerite da alcuni Stati membri per far fronte all'abolizione delle quote. Al Consiglio e alla Commissione, poi, è chiesto come intendono tradurre in azioni specifiche le raccomandazioni presentate dal Gruppo ad alto livello per il tessile e l'abbigliamento e, in particolare, l'appello al ricorso a misure di salvaguardia contenuto nel Protocollo di adesione della Cina all'Omc nonché alla creazione di un sistema di monitoraggio per sorvegliare l'evoluzione delle importazioni dalla Cina e il rispetto degli impegni da essa assunta nel quadro Omc. Infine, si chiede alle due Istituzioni di esporre le proprie osservazioni in merito all'incidenza dell'abolizione del sistema di quote sui Paesi in Via di Sviluppo e di indicare come terranno conto di queste probabili conseguenze nelle misure che intendono attuare. Cenni Storici Dal 1° gennaio 2005, in base all'Accordo Omc siglato dall'Unione sul settore tessile e abbigliamento (accordo Ata), il commercio di tali prodotti è oggetto delle norme generali del Gatt che vietano l'applicazione di restrizioni quantitative all'importazione. L'unione contava 210 contingenti all'importazione di prodotti tessili e dell'abbigliamento originari da 11 paesi membri dell'Omc (Argentina, Cina, Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, India, Indonesia, Malesia, Perù, Taiwan e Tailandia) in virtù degli accordi bilaterali conclusi nel quadro del «vecchio» accordo Multifibre del Gatt. Il Consiglio, nello scorso mese di dicembre, ha quindi adottato un regolamento che modifica in tal senso le disposizioni comunitarie in materia (i regolamenti 3030/93 e 3285/94). Le nuove norme, peraltro, prevedono l'introduzione di un sistema temporaneo di controllo ex-ante per talune importazioni dalla Cina e un sistema di controllo ex-post a livello doganale per talune importazioni, un regime transitorio per i prodotti spediti prima della scadenza dell'Ata ma immessi in libera pratica nella Comunità dopo tale data ed il mantenimento delle restrizioni quantitative per i paesi non membri dell'Omc con i quali la Comunità ha concluso accordi bilaterali (Bielorussia, Corea del Nord, Vietnam e Serbia-montenegro). Il testo del regolamento adottato è consultabile sul sito: http://europa.Eu.int/eur-lex/lex/lexuriserv/site/it/oj/2004/l_374/l_37420041222it00010028.pdf Per prepararsi al 2005, la Commissione aveva adottato, nel novembre 2003, una comunicazione su «Il futuro del settore tessile e dell'abbigliamento nell'Unione europea allargata» che avanzava una serie di proposte destinate a rafforzare la competitività del settore. Tale comunicazione (http://trade-info.Cec.eu.int/textiles/documents/190.pdf) fu ben accolta sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo . In una risoluzione adottata il 29 gennaio 2004, quest'ultimo nell'esprimere la sua preoccupazione per la situazione in cui versava il settore (in particolare sul fronte dell'evoluzione dell'occupazione) suggeriva alla Commissione di porre la dovuta attenzione al quadro finanziario necessario per le regioni particolarmente dipendenti dal settore, per la ricerca, l'innovazione, la formazione professionale e le Pmi. L'aula chiedeva altresì la definizione di un programma comunitario volto ad incentivare la creazione di marche e la promozione esterna dei prodotti del settore, in particolare nell'ambito delle fiere internazionali. Sollecitando poi l'attuazione di misure per rendere effettiva la lotta alla contraffazione e alla pirateria, i deputati auspicavano che il risultato dei negoziati commerciali del Doha Round garantissero al settore europeo l'accesso ai mercati internazionali. La concessione dei vantaggi derivanti dal Sistema delle Preferenze Generalizzate doveva poi essere garantita esclusivamente ai Paesi in Via di Sviluppo meno competitivi e si suggeriva la creazione di un osservatorio del settore tessile e dell'abbigliamento volto ad analizzare l'evoluzione del commercio tra la Cina e l'Unione europea. Nel chiedere alla Commissione di accelerare la soppressione delle barriere non tariffarie al commercio, il Parlamento d'altra parte insisteva sull'importanza di «rafforzare i principi della responsabilità sociale delle imprese, del rispetto dei diritti fondamentali definiti dall'Oil e dello sviluppo sostenibile», mediante l'inserimento di tali principi negli accordi commerciali bilaterali sottoscritti dall'Unione europea. A tale proposito, rilevava l'importanza di escogitare formule, basate ad esempio su un'etichettatura volontaria, che consentissero ai consumatori di identificare i prodotti fabbricati rispettando i diritti fondamentali del lavoro definiti dall'Oil e l'ambiente. Infine, ritenendo vantaggioso poter riconoscere l'origine dei prodotti, i deputati accoglievano con soddisfazione la proposta della Commissione sull'etichetta «Made in Europe». A seguito delle proposte presentate nella sua comunicazione, la Commissione ha istituito un Gruppo ad alto livello (Gal ) per il settore tessile e dell'abbigliamento con il compito di formulare raccomandazioni su una serie di iniziative concrete che potessero essere intraprese per facilitare l'adeguamento del settore alle grandi sfide e suggerire le azioni per migliorare la sua competitività. Il Gruppo ad alto livello era composto da commissari, rappresentanti dei governi dei quattro Stati membri dell'Ue con un forte settore tessile e dell'abbigliamento (il Ministro Marzano per l'Italia), un membro del Parlamento europeo, rappresentanti degli operatori e delle associazioni del settore. Sulla base delle conclusioni del Gruppo di alto livello, il 12 ottobre 2004, la Commissione ha proposto sette azioni per aiutare l'industria tessile nella prospettiva del 1° gennaio 2005: stimolare la ricerca e l'innovazione; assicurare l'istruzione lungo tutto l'arco della vita e la formazione professionale; ricorrere ai fondi strutturali per fare fronte alle crisi impreviste; rafforzare la lotta contro le contraffazioni; aprire i mercati dei paesi terzi ai prodotti europei; concludere rapidamente la zona di libero scambio euromediterranea; rafforzare la cooperazione con la Cina.  
     
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