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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Febbraio 2005
 
   
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  SOLO L’8% DEGLI ITALIANI IN MONTAGNA D’INVERNO  
   
  Sono poco più di quattro milioni e mezzo, vale a dire l’8%, gli italiani che non rinunciano all’appuntamento annuale con la neve, mentre l’81% non frequenta le piste da sci o comunque la montagna in generale durante l’inverno. La percentuale dei frequentatori sale al 19% se si considerano coloro che negli ultimi cinque anni hanno scelto vacanze in quota da una a tre volte. Sono questi i dati più significativi emersi da un’indagine Confesercenti-Swg sulle scelte degli italiani in fatto di montagna e vacanze invernali. Gli appassionati dello sci e della neve, spendono ogni anno in media 721 euro a testa per un giro d’affari complessivo che sfiora i cinque miliardi di euro. Nella maggior parte dei casi (35%) dedicano una settimana alla vacanza, con un 10% che arriva a 10 giorni di permanenza. Quanto alle strutture ricettive più gettonate per il soggiorno, il 39% sceglie l’albergo o la pensione, mentre un altro 32% preferisce la casa in affitto. Quindici persone su 100, utilizzano la casa di proprietà, mentre altre 11 si recano da parenti o amici. Tra le regioni più gettonate, “svetta” il Trentino Alto Adige (42% delle preferenze), seguito da Val d’Aosta (17%), Lombardia (11%), Veneto e Piemonte (9% in ambedue i casi). Numerosissime le attività praticate nelle località di montagna: dopo lo sci (49%), ci sono le passeggiate (28%), le escursioni (15%), lo slittino ed il bob (10%).Ma la vacanza in montagna rappresenta per molti un’ottima occasione per dedicare tempo ad attività sportive di varia natura come nuoto (6%), trekking (6%), jogging (5%), equitazione (3%), rafting (1%) e tennis (1%), solo per citarne alcune. “Le potenzialità della montagna –sottolinea il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti– sono davvero infinite. Nonostante un’offerta già estremamente ampia, qualitativamente valida e variegata, c’è ancora bisogno di un ulteriore potenziamento delle strutture ricettive e sportive. Il problema principale è rappresentato dagli effetti della difficile situazione economica, dalla sfiducia delle famiglie italiane preoccupate per il futuro del Paese e delle loro finanze. I tour operator e le singole agenzie di viaggi –precisa Albonetti– hanno già messo in campo misure per incentivare i viaggi e le vacanze con offerte speciali e pagamenti dilazionati. Soltanto lo Stato ancora deve fare la sua parte per ridare impulso al turismo in generale e a quello invernale in particolare. A cominciare dalla farsa del fondo rotativo previsto dall’art 10 della legge quadro sul turismo: un fondo vuoto, senza risorse da destinare a cittadini e imprese che, se attuato, potrebbe invece contribuire ad avvicinare questo tipo di vacanza a un pubblico più vasto e a far conoscere località meno note, nonostante le potenzialità ricettive e ambientali. Sarebbe dunque ora –conclude il presidente di Assoturismo-Confesercenti– che questa scatola vuota fosse riempita e cominciasse a produrre gli effetti dovuti: forse una parte di quell’81% di italiani che normalmente non va in montagna, avendone la possibilità, sarebbe felice di passare una settimana sulla neve”.  
     
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