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Notiziario Marketpress di
Martedì 01 Marzo 2005
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I MERCATI AZIONARI TRA IL 2004 E IL 2005 – USA E EUROLANDIA ANALISI DEI GESTORI DI UNION INVESTMENT
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Milano, 1 marzo 2005 - Il 2004 é stato un anno difficile ma, al tempo stesso, buono per i mercati azionari. Alla fine dell’anno i mercati hanno potuto recuperare le perdite registrate sino ad agosto. I mercati azionari europei e americani hanno vissuto un anno turbolento. A dettarne l´andamento sono stati soprattutto gli sviluppi economici negli Stati Uniti e l´elevato livello del costo del greggio che, in alcune fasi, ha raggiunto livelli record (55 euro al barile). Tale rincaro del petrolio ha compromesso l´ottimismo iniziale circa la possibile ripresa dell´economia, mettendo a repentaglio la dinamica di crescita dei mercati internazionali. Così il Dow-jones-industrial-average a metá agosto si trovava al di sotto dei 10.000 punti mentre il Dax é arrivato a toccare i 3.650 punti. Ma col trascorrere delle settimane il quadro congiunturale é andato migliorando e ha mostrato segnali di crescita. Un fattore importante per i mercati é stato il calo del greggio e i buoni dati fondamentali quali, ad esempio, il mercato del lavoro o la vittoria elettorale di George W. Bush. L’indice Dow Jones-industrial-average, nel corso del 2004, ha conseguito una crescita superiore al 3% se calcolata in Euro (-4% se calcolata in dollari), mentre il Nasdaq ha beneficiato in modo considerevole dei buoni dati congiunturali Usa crescendo del 9% (se in Euro solo +1%). L’indice Dax al fine anno si trovava a quota 4.256 punti con una crescita di oltre il 7%, invece l’indice Tecdax non ha potuto recuperare completamente le perdite registrate nel corso del 2004. Per i mercati azionari Usa ed europei il 2005 potrebbe essere, secondo Union, un altro anno positivo e ciò grazie alle attese di dati macroeconomici che dovrebbero confermare una fase di crescita e dunque in grado di sostenere i mercati. Tuttavia il maggior potenziale di crescita é riscontrabile più che nell’area Euro (per la quale si prevede un aumento del Pil inferiore al 2%) che negli Stati Uniti. Qui, infatti, nonostante un rallentamento rispetto al 2004, è prevista una crescita del Pil intorno al 3% tanto da far apparire ancora una volta gli Usa come il motore economico mondiale. Inoltre, Union gli analisti di Union sono convinti che il prezzo del petrolio possa assestarsi al di sotto dei 40 dollari, escludendo ripercussioni negative sulla crescita come é invece avvenuto nel 2004. C’è quindi fiducia anche per quanto riguarda l’andamento generale degli utili aziendali e, in particolare, le societá europee offrono valutazioni veramente interessanti. Anche per questa ragione la strategia d´investimento di Union Investment sovrappesa i titoli europei mentre sottopesa quelli statunitensi.
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