Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Marzo 2005
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  ALLA VALLE D'AOSTA LA PALMA DEI PRODOTTI TIPICI, SARDEGNA LEADER NEL BIOLOGICO, LAZIO DELL'OGM-FREE  
   
  Al via Voler bene all'Italia, la campagna per i piccoli comuni. Il Trentino Alto Adige leader nell'agriturismo, l'Abruzzo per parchi e aree protette, il Lazio nei comuni liberi da transgenico, la Sardegna nelle coltivazioni biologiche e la Valle d'Aosta nei prodotti tipici. E' questa la fotografia scattata da Coldiretti e Legambiente con il "Primo rapporto sulle qualita' agro-territoriali", elaborato da Ager e presentato a Roma dal Segretario generale della Coldiretti Franco Pasquali, dal presidente Paolo Bedoni e dal presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci insieme a Secondo Amalfitano, Sindaco di Ravello e Coordinatore della Consulta dei Piccoli comuni dell'Anci. Il Rapporto analizza il territorio italiano attraverso una serie di indicatori socio-economici della qualita' agro-territorile. Prodotti tradizionali e prodotti Dop- Igp, Vino e strade del vino, comuni Ogm free, Parchi ed aree protette, produzioni biologiche, spesa per lo sviluppo rurale, Turismo, Agriturismo e popolazione nei piccoli comuni: sono questi i 10 indicatori che servono a dare poi un giudizio di sintesi. E la palma della qualita' agro-territoriale va alla Valle d'Aosta, e' capofila negli indici relativi ai piccoli comuni, all'ospitalita' turistica, ai prodotti tradizionali e a quelli a denominazione di origine. Ma ne emerge anche un altro dato: i piccoli comuni sono il primo serbatoio dei prodotti tipici di qualita'. Nove su dieci, infatti (il 94%) vantano almeno un prodotto certificato Dop. Dai singoli primati regionali evidenziati nel rapporto emerge - sottolineano Coldiretti e Legambiente - una forte realta' economica, espressione del territorio, competitiva per l'intero sistema Paese grazie ai prodotti a denominazione di origine in grado di sviluppare un fatturato di 8,5 miliardi di Euro, al turismo ecologico valutato in circa 5 miliardi di Euro e alle mete enogastronomiche scelte ogni anno da 3,5 milioni di turisti. Dall'analisi territoriale delle qualita' Made in Italy emerge anche - continuano Coldiretti e Legambiente - la vitalita' dei piccoli comuni nel contribuire alla ricchezza del patrimonio enogastronomico nazionale tanto che ben il 94% di questi 5824 piccoli centri e' luogo di produzione di almeno un prodotto Dop, e uno su tre (34%) ne vanta piu' di cinque. Non a caso, dunque, la presentazione del Rapporto inaugura il programma 2005 di Voler Bene all'Italia, la campagna promossa da Ermete Realacci grazie a un vasto Comitato Promotore (di cui fra gli altri fanno parte anche Legambiente e Coldiretti) per la scoperta e la valorizzazione di quel patrimonio nazionale che sono i piccoli comuni. Campagna che avra' il suo culmine l'8 maggio con la Festa nazionale della piccola grande Italia, quando, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, centinaia di piccoli centri festeggeranno l'orgoglio di essere parte fondamentale dell'identita' e del futuro del Paese. La capacita' del territorio nel generare valore e' anche dimostrata - continuano Coldiretti e Legambiente - dal fatto che quasi la meta' degli oltre quattromila prodotti tradizionali censiti a livello nazionale, per l'utilizzazione di metodi di lavorazione rimasti inalterati nel tempo, ha un nome che evoca il territorio anche attraverso espressioni dialettali.. Di fronte alla spregiudicatezza e alla concorrenza sleale di certi Paesi il legame con il territorio da' un valore aggiunto inimitabile al Made in Italy e l'indicazione dell'origine del prodotto in etichetta diventa un elemento indispensabile di difesa e di garanzia della produzione nazionale". E' quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni, nel sottolineare la grande responsabilita' dell'agricoltura italiana che ha fatto scelte di avanguardia, in termini di divieto di coltivazioni biotech, primati qualitativi, tipicita' delle produzioni e rispetto ambientale, che rappresentano un valore aggiunto nei confronti della delocalizzazione da spendere per crescere sul mercato. Se l'aggressivita' della Cina sul mercato globale e' un dato concreto anche per importanti comparti dell'agroalimentare nazionale come il pomodoro e le mele, non servono misure neoprotezionistiche come i dazi o le tariffe, ma - ha aggiunto Bedoni - occorrono scelte di trasparenza per consentire, con la corretta informazione, acquisti consapevoli. Un impegno che nasce dalla consapevolezza che - ha precisato Bedoni - che il Made in italy, come ha sostenuto in passato il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, "puo' essere ancora vincente" ma va affermato sui nuovi mercati prima che "si radichi un falso made in Italy che sfrutta l'immagine cosi positiva del nostro stile ineguagliabile." Non e' un caso - ha ricordato Bedoni - che sulle tavole del mercato globale e' falso un piatto "italiano" su tre con l'utilizzo improprio di parole, colori, localita', immagini e denominazioni che si richiamano al nostro Paese per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realta' nazionale e che sviluppano un fatturato pari ad oltre 50 miliardi di Euro all'anno. Secondo una indagine Nomisma il falso "made in Italy" alimentare negli Usa sono falsi - ha precisato Bedoni - quasi una bottiglia di vino o olio su due, nove formaggi "italiani" su dieci e quattro piatti di pasta su cinque. Per creare nuovo sviluppo - ha continuato Bedoni - bisogna dare valore al rapporto con il territorio, in un sistema integrato che coinvolga tutti i protagonisti, dall'agricoltura all'artigianato, dalla finanza al commercio fino al turismo, in stretta connessione con le risorse storiche, archeologiche, culturali ed ambientali di cui il nostro Paese e' ricchissimo. Questo nuovo ruolo dell'agricoltura sul territorio esige pero' - ha concluso Bedoni - una assunzione di responsabilita' delle Istituzioni nel riconoscere il valore insito nei sistemi a rete che possono crescere nel territorio e su di essi investire con piu' coraggio. "Oggi piu' che mai l'Italia ha bisogno di qualita'", ha dichiarato il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci. "Qualita' della vita, mentre le citta' sono preda del traffico e dello smog; qualita' dei prodotti, perche' paesi emergenti come l'India e la Cina stanno invadendo le fasce basse del mercato, e l'unica chance di avere uno spazio nostro nel commercio globalizzato e' scommettere sulla creativita', sulla ricerca, sul gusto, sulle tradizioni che nessuno puo' copiarci o delocalizzare. Insomma su cio' che ha reso il made in Italy celebre in tutto il mondo. I prodotti tipici, e piu' in generale la qualita' agro-territoriale di cui sono l' espressione, e' parte decisiva di questa scommessa. Per il rapporto virtuoso che ereditano e instaurano col territorio, perche' quello delle produzioni d 'eccellenza e' un settore in cui siamo gia' forti - come ci dice il primato di Dop a livello europeo - e dal quale possiamo ancora aspettarci tanto. Basti pensare che solo nella grande distribuzione statunitense vengono venduti ogni anno 16,2 miliardi di dollari di prodotti alimentari 'Italian Sounding' (che suonano italiani) che con il nostro Paese non hanno niente a che fare. Parliamo di 30 mila miliardi di lire di mercato potenziale Per non citare paesi come India e Cina, appunto, fra i cui cittadini cresce la richiesta di prodotti che sono unici non solo per le qualita' organolettiche inimitabili, ma anche per i forti valori simbolici di cui sono carichi". "E questo e' il solco in cui si inseriscono le iniziative di Voler Bene all' Italia e la Festa nazionale della piccola grande Italia dell'8 maggio. Perche', come ci spiega il rapporto Coldiretti-legambiente, i Piccoli comuni sono un po' la patria dell'eccellenza enogastronomica. E perche' sono il serbatoio, spesso dimenticato o sottovalutato, di saperi, di coesione sociale e qualita' della vita cui dobbiamo tanta parte della nostra identita ' e dell'immagine dell'Italia nel mondo. E da cui il Paese puo' ancora attingere tanto".  
     
  <<BACK