Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Marzo 2005
 
   
  Pagina4  
  FUOCO DI SANT’ANTONIO: AD OGGI L’UNICO ANTIDOLORIFICO EFFICACE È UN COMPOSTO DI ASPIRINA ED ETERE ETILICO LA COMBINAZIONE IDEATA DA UN CLINICO ITALIANO  
   
  Milano, 7 marzo 2005 - C’è un disturbo molto comune, in netto aumento per incidenza e molto difficile da trattare, caratterizzato dalla comparsa sulla pelle di vescicole spesso accompagnate da fortissimo dolore: si tratta dell’herpes zoster, noto anche come Fuoco di Sant’antonio. È una malattia virale dovuta alla riattivazione del virus della varicella rimasto silente all’interno di particolari strutture nervose dopo l’infezione primitiva risalente di solito all’infanzia. Il processo patologico interessa le terminazioni nervose sensitive e provoca un dolore di tipo trafittivo talvolta molto intenso che può durare alcune settimane. In un certo numero di casi il dolore rimane anche dopo la fase acuta, cioè quando le vescicole scompaiono e la malattia prende il nome di nevralgia posterpetica, di durata indefinita. I nuovi casi di herpes zoster in Italia sono circa 350 mila ogni anno e l’incidenza è in netto aumento, fino al 65 per cento in più. La malattia colpisce prevalentemente soggetti con difese immunitarie indebolite: innanzitutto anziani, mentre è molto frequente nei pazienti immunodepressi per infezione da Hiv o perché sottoposti a trapianto d’organo. Le terapie attualmente disponibili per la cura dell’herpes sono finalizzate soprattutto all’inibizione della replicazione virale mentre trascurano quasi completamente il sintomo dolore. I più comuni farmaci analgesici – antinfiammatori non steroidei, oppiacei – sono infatti scarsamente attivi sul dolore neuropatico. Tra le poche terapie disponibili volte alla cura del dolore da Herpes Zoster, il trattamento considerato ad oggi di prima scelta è l’applicazione locale di un composto contenente acido acetilsalicilico (Aspirina) e etere etilico. Questa combinazione terapeutica è stata ideata da un clinico italiano, Giuseppe De Benedittis, direttore del centro per la terapia del dolore dell’Università di Milano. Già agli inizi degli anni Novanta De Benedittis intuì che l’Aspirina, applicata sulla cute assieme all’etere etilico, poteva svolgere un’azione antidolorifica diretta sulle terminazioni nervose interessate dal processo infiammatorio provocato dalle lesioni dell’herpes. L’etere etilico ha la funzione di “sgrassare” la porzione di cute interessata, favorendo la penetrazione dell’Aspirina in modo concentrato verso i nocicettori (recettori del dolore). La “terapia De Benedittis” è riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e inclusa in diversi modelli di protocollo terapeutico accettati a livello internazionale. «Questa tecnica di terapia locale accelera i tempi di guarigione dell’herpes zoster e consente un rimedio antidolorifico buono o eccellente fino all’80 per cento dei casi», dice il professor De Benedittis. Egli aggiunge che «nella nevralgia posterpetica, cioè nella fase successiva a quella acuta, la percentuale di successo terapeutico è inferiore, ma comunque intorno al 60 per cento, valore difficilmente raggiungibile con altre terapie farmacologiche». La terapia locale con acido acetilsalicilico più etere etilico non esiste come prodotto disponibile in commercio: deve essere quindi preparato al momento e subito applicato. «Istruiamo i pazienti alla semplicissima tecnica di preparazione e applicazione – spiega De Benedittis – e in seguito possono provvedere da soli al trattamento».  
     
  <<BACK