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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Marzo 2005
 
   
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  ANDU (ASSOCIAZIONE NAZIONALE DOCENTI UNIVERSITARI): MOZIONE APPROVATA IL 7 MARZO 2005 DAL CONSIGLIO DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE UMANISTICHE DI ROMA 1  
   
  Roma, 9 marzo 2005 - La legge delega sullo stato giuridico dei docenti universitari, in discussione alla Camera, prosegue il proprio cammino sostanzialmente invariata, malgrado l'enorme dissenso manifestato da tutte le componenti universitarie con le agitazioni del 21-26 febbraio e lo sciopero nazionale del 2 marzo. Gli emendamenti proposti dalla maggioranza mirano a soddisfare singole frange corporative, sperando inutilmente di rompere l'unitarietà della protesta. Di fatto, la logica degli emendamenti porta ad un'ulteriore frammentazione e precarizzazione del corpo docente, alla restrizione dei bilanci delle università, al degrado della ricerca scientifica e della qualità formativa. Vengono così pesantemente attaccati il diritto allo studio e la possibilità dei giovani di migliorare la propria condizione culturale e sociale, dissipando risorse umane preziose per la comunità nazionale in un momento in cui innovazione e ricerca rappresentano un elemento essenziale dello sviluppo economico e sociale. Il Consiglio della Fsu ribadisce pertanto il proprio giudizio fortemente negativo sulla legge delega presentata dal Ministro Moratti e ne chiede il ritiro o la radicale revisione. Chiede inoltre: 1) l'incremento dei finanziamenti per le università pubbliche; 2) la trasformazione del ruolo dei ricercatori in quello dei professori di terza fascia, la cui figura individui il primo livello della docenza a tempo indeterminato come ruolo organico della docenza universitaria, che abbia uno stato giuridico con certezza di diritti e doveri; 3) il mantenimento senza deroghe della distinzione tra tempo pieno e tempo definito; 4) l'esclusione di posti di ruolo finanziati da soggetti privati (comprese fondazioni) in assenza di procedure concorsuali di idoneità; 5) il bando di 20.000 posti di ruolo per i giovani; 6) la definizione di un piano pluriennale di sviluppo della docenza universitaria in relazione al quadro organico del fabbisogno complessivo nazionale, in previsione dei futuri e massicci pensionamenti; 7) il ricorso limitato a contratti di diritto privato per la docenza, i quali debbono essere attribuiti a studiosi di chiara fama; 8) la limitazione del periodo di postdottorato con contratto unico di tipo subordinato con la prospettiva di ingresso nei ruoli nella docenza.  
     
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